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Maddalena Cettolin, Futsal Hurricane: “Diamo sempre il massimo, punto a trasmettere la passione per questo sport alle mie compagne”

Nel girone A di Serie A2 di calcio a 5 il Futsal Hurricane sta cercando la permanenza nella categoria senza passare dai play-out. Nel team trevigiano in rosa anche Maddalena Cettolin, classe ’92 al secondo anno in rosanero che abbiamo raggiunto per qualche battuta sul momento:

“Nell’ultima gara contro l’Infinity è stata una bella soddisfazione, parlando sinceramente non avevamo molte aspettative di portare a casa tre punti scontrandoci con una squadra con molti elementi validi. Noi come ogni partita difficile mettiamo il 110% e come spesso succede riusciamo ad ottenere più di quello che speriamo, vuoi un po’ di fortuna. Ma come si sa la fortuna aiuta gli audaci. Come ogni settimana le partite le prepariamo molto scrupolosamente e forse questo ci aiuta ad affrontarle con la mentalità giusta”.

“La prossima gara contro il Santu Predu arriva dopo uno stop di due settimane, sarà una trasferta lunga, dobbiamo lavorare bene queste settimane di riposo e restare concentrate. Come primo anno in A2 posso dire che è stata un esperienza positiva e stimolante. Non ci sono mai stati risultati scontati, ogni giornata regalava sorprese. Questo è un girone molto imprevedibile”.

“La squadra e il gruppo che si è creato è il segreto che ci fa lottare ogni partita, la rosa è molto ridotta spesso negli allenamenti non riusciamo a fare nemmeno una partita 5vs5, quindi trovare gli stimoli e la forza di essere costanti e di metterci il 100% è difficile. Arrivi ad allenamento chi dopo l’università chi dopo lavoro ti guardi negli occhi e cerchi il supporto di una compagna di squadra, nel mister, nel preparatore ,nel presidente e capisci che siamo tutti nella stessa barca e bisogna tenerla a galla. Non si molla fino alla fine”.

“È la prima stagione da capitano. Non sono il tipo che vuole essere capitano ma sono arrivati ordini dall’alto e sicuramente la vivi diversamente. Ti senti più responsabilità sia in campo che fuori, ma devo dire che non è stato per nulla pesante anzi.
Ho sempre avuto ottimi capitani in tutte le squadre in cui ho giocato, ognuna mi ha regalato ed insegnato qualcosa. Come concentrarsi prima di una partita, come reagire dopo una sconfitta e come allentare la tensione in momenti difficili. Una cosa era comune in tutte, la passione per questo sport e felicità nel praticarlo, ecco io punto a trasmettere quest’ultima cosa alle mie compagne”.

Alain Conte: “Il Cittadella ricorda il mio San Marino. Mondiale? Un’ occasione di rilancio che non possiamo fallire”

Nelle ore scorse abbiamo raggiunto per una chiacchierata Alain Conte. Il tecnico  romagnolo, nativo di Ravenna e cresciuto a Cervia, si è distinto negli ultimi anni conseguendo due promozioni consecutive alla guida della San Marino Academy oltre a guadagnarsi “La Panchina d’argento” vinta nel marzo 2021. Il tecnico classe ’85 ha esordito parlando del massimo campionato: “Sulla prima parte di Serie A di positivo sicuramente c’è che la contesa per lo scudetto, dopo anni, è tornata ad essere aperta. L’aspetto negativo a mio avviso è il numero di giocatrici italiane che hanno trovato spazio, specialmente nei top club. Credo che la Roma sia davvero molto vicina al grande obiettivo, così come la Juve alla qualificazione Champions. Salvo grosse sorprese, Inter Milan e Fiorentina si giocheranno il prestigio del podio. Nella Poule Salvezza, poi, il Sassuolo naviga in acque tranquille mentre per le altre è tutto ancora aperto. Sulla formula continuo a preferire un campionato con più squadre e magari con play-out e play-off a fine stagione”.Guardando al percorso europeo delle italiane il tecnico invece ci confida:
“La Roma ha disputato la migliore stagione di sempre, per questo credo sia da celebrare come merita per quanto fatto in Italia ed in Europa. A livello continentale sicuramente ci siamo avvicinati alle altre, già da un paio d’anni direi. Ma la distanza dalle big rimane ancora marcata. Bisogna lavorare a 360 gradi per continuare a far crescere il movimento, perché credo che saremo davvero contenti quando il nostro atteggiamento mentale e la nostra percezione generale non sara0nno quelli degli sfavoriti”.
 Sulla Serie B l’ex trainer del San Marino, poi, ci dice:“La Serie B ha aspetti positivi e negativi. Di positivo c’è che tante giocatrici italiane di livello militano in questo campionato mentre in negativo i posti in palio per gli obiettivi che sono troppo pochi. Di fatto credo che le squadre in lotta per promozione e retrocessione siano poche e questo a 7/8 partite dal termine, toglie un po’ di interesse e di stimoli.La lotta per la A è per me diventata una competizione a 3, con il Cittadella che mi ricorda molto la San Marino Academy del 2019/20. Noi la spuntammo da totali outsider proprio con Napoli e Lazio, anche se nel campionato interrotto per Covid . Per la lotta salvezza invece Arezzo, Torres e Tavagnacco in 3 per un posto, Trento e Trani non credo purtroppo abbiano la forza di rientrare. Il calendario però sarà molto importante per tutte”.

In chiave azzurra, invece, mister Conte non ha dubbi:
.”Rispetto alle ultime uscite, la Nazionale deve recuperare entusiasmo e trovare soprattutto un’identità di gioco chiara. Nel 2019, se vogliamo, questo gruppo ha iniziato ai Mondiali di Francia un percorso che ha certamente portato agli onori delle cronache il calcio femminile come non era mai avvenuto prima. In Australia e Nuova Zelanda si chiude un po’ un cerchio prima di un quasi certo e importante rinnovamento. Il Mondiale è un’ occasione di rilancio che non possiamo fallire”.

La chiusura è sul futuro del tecnico:“Il campo manca molto, questo è certo. Ma ho imparato che i momenti di pausa, limitati nel tempo, sono utili quanto una stagione da protagonista. La voglia di rimettersi in gioco è maturata accanto alla voglia di aggiornarsi e studiare. Questo è un buon momento per valutare progetti futuri di qualsiasi tipo. Vedremo”.

Maurizio Ganz: “Mircea Lucescu il mio modello, dal mio arrivo sulla panchina del Milan sono più paziente e riflessivo”

Credit Photo: Marco Montrone

Nei giorni scorsi a parlare sulle colonne di Calciomercato.com in casa Milan è stato il tecnico Maurizio Ganz. In una lunga intervista il mister delle rossonere ha toccato svariati punti, questo un estratto delle parole dell’ex calciatore ora alla guida delle lombarde confessando l’allenatore che ha come modello:
“Io ne ho avuti 34, ma il mio modello di riferimento è Mircea Lucescu. Mi è sempre piaciuto il modo in cui ragionava di gruppo, la sua dedizione e l’approccio alla partita. Mi ha raccontato questa storia: lui quando giocava in Romania era un terzino. La corsia di destra era occupata da un giocatore fortissimo, impossibile da scavalcare. Allora lui, dato che a destra non avrebbe mai avuto chance di giocare, si è dedicato all’allenamento del piede sinistro diventando ambidestro, finché l’allenatore lo ha spostato nell’altra fascia ed è riuscito a giocare titolare in nazionale. La volontà è tutto, nella vita in generale non solo nel calcio. Mi ricordo Gattuso che arrivò al Milan come ultimo centrocampista della rosa, ma lavorando sodo è arrivato ad essere un titolare inamovibile”.

Dal mio arrivo sulla panchina del Milan sono sicuramente sono più paziente e riflessivo. Sono sempre stato un giocatore di grande carattere, ma altamente impulsivo. Delle mie giocatrici mi ha sorpreso moltissimo la loro voglia di imparare e migliorare. La loro volontà di essere riconosciute come atlete e calciatrici a tutti gli effetti. Nel maschile questo aspetto, a volte, lo devi stimolare, mentre nel femminile lo devi frenare. È il loro momento ed è giusto che loro se lo prendano al 100%”.

“La rivalità con l’Inter è molto emozionante. La vivo in diversa maniera perché da calciatore si sentiva molto di più. Da allenatore sono più sereno. Su 11 derby ne ho vinti 7 e persi 4, con ho provato gioie e dolori. C’è sempre molto rispetto, sia prima che dopo la gara. Io ho sempre pensato che la vera rivalità di Inter e Milan sia contro la Juventus, non tra di loro. Il derby è una partita da vincere, ma la vera battaglia sportiva è quella contro le bianconere”.

Focus sul territorio: intervista esclusiva a Laura Tinari

Photo Credit: LND Abruzzo

Come annunciato settimana scorsa, la nostra redazione è lieta di introdurvi nel mondo dell’LND attraverso un viaggio fatto di scoperte, curiosità e approfondimenti. Il nostro percorso parte oggi dalla splendida regione abruzzese. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Laura Tinari, responsabile del calcio femminile LND Abruzzo.

Laura, quali sono a suo avviso i modi più efficaci per poter sviluppare il calcio femminile nella sua regione, l’Abruzzo?
“L’Abruzzo attualmente ha dieci società iscritte ai campionati LND, tra quello regionale e quello di Serie C: per noi che siamo una regione piccola questi sono numeri importanti. Come tutti poi ci siamo trovati ad affrontare il Covid che ha portato al fermo del campionato e una volta ripresa l’attività è come se si fosse azzerato tutto. Abbiamo però avuto l’opportunità di ripensare tutta l‘attività del femminile, identificando nuovi driver di sviluppo in Abruzzo ossia il campo, la sensibilizzazione, la comunicazione e la formazione.”

Molto spesso la scuola può essere un ottimo mezzo di comunicazione ed intermediazione con i bambini e i ragazzi. Puntate anche alla diffusione del calcio femminile nel settore scolastico? Se sì, in che modo?
“Assolutamente sì. Abbiamo iniziato da quest’anno in maniera più collaborativa una grande sinergia con il nostro settore giovanile scolastico e anche una grande attività con l’ufficio scolastico regionale, quindi con il Ministero dell’Istruzione. La presentazione del campionato Eccellenza femminile è stata fatta in una scuola davanti a circa 200 ragazzi e ragazze e ai loro docenti. Nel mio staff come delegate calcio femminile  provinciali ho voluto ci fossero delle docenti di educazione fisica e con loro stiamo strutturando un torneo Inter scolastico su base provinciale con finale regionale all’Aquila. Questo torneo coinvolgerà le scuole medie e superiori.”

Come hanno risposto gli studenti?
“Erano sicuramente incuriositi perché per tanti il calcio femminile è ancora una novità, nonostante dal 2019 abbia avuto uno slancio e oggi occupi un suo posto nel mondo di questo sport.

Avete delle richieste da parte delle famiglie di poter far giocare la propria figlia?
“Diciamo che i tesseramenti nelle scuole calcio sono in leggero aumento, c’è tanto interesse, anche in alcuni piccoli comuni delle cosiddette aree interne, cosa che non immagineresti. Per questo con il settore giovanile scolastico abbiamo organizzato un progetto pilota, ossia un Torneo Under 13 esordienti Misto in cui giocano bimbi e bimbe insieme, chiaramente con delle regole precise come la presenza delle bambine in campo che non deve essere mai inferiore rispetto al numero stabilito. In alcuni casi le società ci hanno detto di voler partecipare con solo bimbe, è stata una bella sorpresa! Con questo Torneo abbiamo dato alle bambine l’opportunità di vivere la competizione e l’aspetto agonistico, altrimenti difficile da provare giocando sempre tra di loro durante gli allenamenti nella propria scuola calcio. Abbiamo avuto dieci iscrizioni, un’ottima risposta, ora è finita la fase autunnale e comincerà a breve quella primaverile. Non abbiamo avuto una vera richiesta dai genitori, piuttosto siamo stati noi ad intercettare un’esigenza delle bimbe.”

Quali sono le difficoltà maggiori che incontrate?
“Una delle difficoltà maggiori che abbiamo è il numero di calciatrici perché la volontà di fare calcio femminile in Abruzzo c’è e ci sono anche le risorse economiche per sostenere questi progetti. Purtroppo ciò che manca sono le ragazze, che mancano per via dei pregiudizi, degli stereotipi, che poi sono più che altro nella mente degli adulti non tanto delle ragazze perché loro si avvicinano da sole, osservano… Poi c’è il passaggio tra scuola superiore e università, che è cruciale: in quel momento avviene una sorta di dispersione perché cambiano abitudini, orari… Infine, c’è un problema legato alla mentalizzazione: partire dalle più piccole ci consente di risolvere anche un gap che abbiamo notato tra ragazze e ragazzi, laddove il percorso sportivo inizia dalla scuola calcio si acquisiscono una serie di caratteristiche che la mentalità calcistica porta con sé ossia impegno, fatica, il fatto che lo sport viene prima di altre cose, oltre ovviamente tecnicismi legati al gioco, perché quando sei piccolo, sei più predisposto ad apprendere. Per poter superare queste difficoltà, dobbiamo far sì che le bambine partano dalla scuola calcio, coltivando piccole calciatrici. Mi piacerebbe molto che tutte le società dell‘Eccellenza maschile avessero una squadra dell‘Eccellenza femminile.”

Riguardo al discorso sugli impianti di gioco qual è la vostra situazione attuale? Si riescono a fornire adeguate strutture per società e tifosi?
“Il discorso è generale ed è legato al fatto che in alcune aree dell’Abruzzo gli impianti omologati sono pochi. In linea di massima le ragazze giocano sugli stessi campi dei maschi e in alcuni casi sono i campi dove gioca l’Eccellenza maschile. Ora, un po’ grazie al Pnnr, un po’ con fondi regionali nella nostra regione stanno nascendo dei bandi che consentiranno alle società sportive di poter mettere a norma i campi non agibili.”

C’è da parte vostra un utilizzo dei maggiori mezzi di comunicazione (quali anche i social) per far conoscere meglio la vostra realtà? Se sì, come risponde il pubblico?
“LND Abruzzo ha propri canali Facebook, Instagram, Youtube oltre al nostro sito istituzionale all’interno dei quali abbiamo strutturato un ampio piano editoriale con rubriche e post che raccontano la vita delle società e delle calciatrici e calciatori, oltre a quella propria del Comitato. Sottolineo che il calcio femminile ha il suo posto al pari di tutti gli altri. Una cosa che sta riscuotendo successo sono i gol più belli della settimana dei due campionati Eccellenza maschile e femminile: alla fine della settimana successiva montiamo un video con chiedendo di votare il gol più bello e devo dire che c’è animosità nel votare. I tifosi della femminile si fanno sentire e lo stesso discorso vale una volta allo stadio, pur sempre nel rispetto di tutto e tutti chiaramente. Inoltre abbiamo anche un programma televisivo la domenica sera dedicato all’Eccellenza maschile ma da due stagioni viene inserito un servizio sul campionato femminile: sono io a indicare la partita da seguire, in modo che tutte le società siano equamente rappresentate. La trasmissione va in tv e in streaming su Facebook.”

Quali sono le iniziative (al di fuori del campo di gioco) verso le quali puntate maggiormente per farvi conoscere?
“Abbiamo puntato molto sull’attività culturale perché per noi il calcio femminile è una questione di cultura. Per questo abbiamo iniziato ad ideare delle attività come delle campagne di sensibilizzazione ad esempio in occasione del 25 novembre (Giornata mondiale contro alla violenza sulle donne) suggerendo a tutte le società di scendere in camp con un segno rosso sulla faccia e leggere un messaggio ad inizio partita. Lo scorso anno abbiamo realizzato un video per mostrare come lo stereotipo possa essere una forma di violenza perché per una giocatrice può essere demotivante. Abbiamo poi ideato lo scorso anno un convegno nazionale, invitando testimonial importanti del calcio femminile, come la CT della Nazionale Milena Bertolini, iniziativa che sarà replicata con altre ospiti a fine maggio. Infine, ho creato il Premio “Campionesse d’inverno”, trasformando quello che di solito è solo un titolo di giornale in un vero riconoscimento consegnato in campo, un premio utile, come i palloni.”

C’è da parte vostra un utilizzo dei maggiori mezzi di comunicazione (quali anche i social) per far conoscere meglio la vostra realtà? Se sì, come risponde il pubblico?
“Sì certo. Facciamo delle piccole iniziative a livello social perché è l’unico modo per rendere popolare è vera la nostra realtà agli occhi delle famiglie dei tifosi e della popolazione in generale. Queste iniziative possono anche portare le bambine a comprendere che se loro vogliono loro possono ed è importante anche per la fascia genitori perché mostra loro che si tratta oramai di una realtà tutelata.”

Che cosa ci può dire sulla Rappresentativa regionale?
“Ha vissuto in questa stagione sportiva un vero e proprio passaggio generazionale. Si tratta di una realtà nella quale io confido, so che il lavoro che stiamo facendo per diventare un gruppo sarà ripagato nel tempo. A breve ci attende il Torneo delle Regioni, dove abbiamo la possibilità grazie a questo lavoro di affrontare a viso aperto le sfide che ci troveremo davanti ossia l’Emilia Romagna e Bolzano all’interno del girone. Anche qui abbiamo voluto inserire elementi giovani – sia nello staff che nella squadra -, elementi che ci consentono di ripartire un po’ più dal basso e far sì che queste ragazze possano onorare l’Abruzzo e incarnare i suoi principi e i suoi valori. Mi aspetto di vedere che i nostri sforzi vengano recepiti dalle società e dalla popolazione in generale.”

Il primo luglio 2022 è stata una data storica per il calcio femminile italiano: l’introduzione del professionismo. Come pensa che potrebbe influire sulla vostra realtà e nel mondo del calcio femminile in generale?
“Rendere il calcio femminile una professione contribuirà nel tempo a restringere quel gap molto ampio tra femminile e maschile, ma anche ad avvicinare l’Italia alle altre Nazioni europee che hanno introdotto il professionismo da molto più tempo. Il 1 luglio 2022 è stato un spartiacque, un passaggio fondamentale, le bambine ora sanno che se si impegnano, se fanno i passaggi giusti possono arrivare a fare del calcio la loro professione. Questo è a livello culturale un passaggio importante. Chiaramente è un fenomeno che coinvolge la Serie A ma il nostro compito sarà quello di valorizzare questo passaggio e utilizzarlo come uno sprone nei confronti delle bimbe”.

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il settore dell’LND Abruzzo e Laura Tinari per la loro gentile disponibilità.

Venezia FC: a tu per tu con Judith Verdaguer Sánchez

Photo Credit: Pagina Facebook Venezia FC Femminile

Catalana, classe 1997, Judith Verdaguer Sánchez è approdata al Venezia FC alla vigilia della stagione 2022/23 dopo esperienze internazionali di alto livello, conquistandosi un ruolo di primo piano a centrocampo. La giocatrice spagnola descrive così gli inizi della sua carriera e il percorso che l’ha condotta in laguna.

“Il calcio ha iniziato ad essere parte della mia vita fin dai sette anni. Ho cominciato a giocare con i ragazzi e l’ho fatto finché non ho trovato una squadra femminile, dove sono stata notata dagli scout dell’RCD Espanyol, che mi hanno portata nel loro settore giovanile.

Compiuti 18 anni, il panorama del calcio femminile del tempo mi preoccupava, temevo di non poter fare di questa passione il mio lavoro. Ho cominciato a pensare a un piano B, ma non mi sentivo pronta ad abbandonare il mio più grande sogno. Ho fatto i bagagli e sono andata negli Stati Uniti, dove i college più prestigiosi offrono borse di studio per gli studenti atleti, e mi sono laureata in International Business continuando a giocare. Completati gli studi, sono tornata in Spagna per giocare nella prima e nella seconda divisione, con il Saragozza, prima di arrivare a Venezia.

Questo è il mio primo anno in laguna, e sono felice di aver colto una splendida opportunità per conoscere stili di gioco diversi, nonché un Paese meraviglioso come l’Italia, che non avevo mai visitato. Il progetto del Venezia FC Femminile è nuovo, ma con il sostegno della società stiamo ponendo i mattoncini giusti per arrivare ai massimi livelli. Il calcio europeo, molto tecnico, è ben diverso da quello americano, più fisico, ma anche in Europa le differenze fra i campionati sono notevoli. In Italia, nel calcio femminile si corre di più, i contropiedi sono velocissimi, mentre in Spagna si tende a fare una costruzione di gioco più lineare, con più possesso”.

Andressa: “La vittoria con la Germania e il secondo tempo con l’Inghilterra sono la strada giusta per i Mondiali”

Tra le tante amichevoli internazionali dei giorni scorsi si è fatta spazio la supersfida giocata tra Germanie e Brasile: le sudamericane si sono imposte per 2-1 andando in rete nel primo tempo con Tamires e Ariadina. Nelle ore scorse tra le brasiliane, sconfitte ai rigori dall’Inghilterra nella Finalissima, non ha nascosto la sua gioia la romanista Andressa che tramite i propri social ha postato:

“Grande vittoria oggi contro la Germania e un ottimo secondo tempo giovedì scorso contro l’Inghilterra, questa è la strada per arrivare bene ai mondiali.
Posso solo dire grazie per aver avuto ancora una volta la possibilità di vestire la gialla e mostrare il mio calcio sempre per aiutare la nostra nazionale. Grazie per tutti i messaggi di affetto”.

La messicana Scarlett Camberos firma con l’Angel City

Photo Credit: https://www.angelcity.com/

L’Angel City ha annunciato l’arrivo di Scarlett Camberos, attaccante della Nazionale Femminile Messicana, con un contratto di due anni. Camberos arriva all’ACFC tramite trasferimento dal Club América Femenil per una quota concordata dopo l’amichevole pre-campionato dei due club l’8 marzo.

“Sono super entusiasta di unirmi ad Angel City. È sempre stato un mio obiettivo giocare nella NWSL”, ha detto Camberos. “È il loro secondo anno in campionato e c’è ancora molta storia da scrivere con questo nuovo club. Amo i fan, l’ambiente e sono felice che la mia famiglia abbia l’opportunità di vedermi suonare nella meravigliosa città di Los Angeles”.

Nata e cresciuta nell’area di San Diego, Camberos è stata selezionata nell’agosto 2022 per la squadra Nazionale Femminile Messicana, guadagnandosi la sua prima presenza contro la Nuova Zelanda. È stata votata MVP dell’amichevole internazionale inaugurale della Copa Angelina contro l’ACFC al BMO Stadium il 5 settembre 2022.

Camberos arriva all’ACFC dal Club América Femenil della MX Liga Femenil, dove ha trascorso le ultime due stagioni, segnando 18 gol in 41 presenze totali. Ha anche contribuito alle presenze del club nelle finali del torneo Apertura 2022 e nelle semifinali della 2022 Women’s Cup.

Prima del suo periodo di due anni nella MX Liga Femenil, Camberos ha giocato la sua carriera collegiale con gli UC Irvine Anteaters. Nella sua stagione da senior, ha vinto il premio Big West Conference Player of the Year, diventando la seconda giocatrice nella storia del programma a registrare due triplette in carriera e nella stessa stagione.

BCF Dream Cup: un grande successo

Photo Credit: Acf Brescia Calcio Femminile

Si conclude con una bella foto di gruppo la “BCF Dream Cup”, la grande manifestazione che ha unito sport e solidarietà che si è tenuta il sabato, domenica e lunedì di Pasqua al Centro Sportivo “Mario Rigamonti” a Brescia. Ideato in collaborazione con Specialisterne Italia e Ideabili, la BCF Dream Cup non è stata solo un torneo di calcio a otto (comunque particolare, perché aperto a tutti con squadre miste per sesso, età e capacità calcistiche oltre che dedicato a persone con disabilità), ma una vera e propria festa per tutte le famiglie: una grande area ristoro con Food Truck in collaborazione con Vitamina C adv, un’area giochi per bambini con gonfiabili gratuita; un’area relax gratuita e poi concerti, due bar, un ristorante. Un vero e proprio angolo di città dedicato a tutti.

E la risposta delle famiglie bresciane è stata davvero importante, con tante presenze nel corso della tre giorni: oltre ai partecipanti alle partite di calcio, che sono stati circa 400 con anche la presenza delle Leonesse del Brescia Calcio Femminile (da quelle più grandi alle Leonessine), in tanti hanno affollato gli spazi del Centro Sportivo “Mario Rigamonti” per vivere una Pasqua diversa e a misura di famiglia.

Vedere così tante persone, sia in campo che fuori, mi ha scaldato il cuore – le parole della presidente del Brescia Calcio Femminile Clara Gornoè stata un’esperienza bellissima poter regalare ai bresciani e alla città di Brescia un evento come questo perché troppo spesso ci si dimentica delle famiglie e la scelta di poter regalare loro un’area giochi per bambini, piuttosto che un’area relax, un caricaturista, la truccatrice per bambini o la possibilità di divertirsi in campo senza pagare un Euro è un qualcosa di innovativo. Naturalmente ringrazio tutti i nostri partner che hanno creduto in questa idea, un po’ pazza, ma che è stata vincente. Ringrazio tutti i volontari che hanno scelto di dare una mano “sacrificando” le proprie giornate di festa pasquali, dai genitori delle nostre ragazze ai mister, agli amici: senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile. E’ stato un percorso impegnativo dal punto di vista organizzativo, ma tutto è andato per il meglio, e vedere il sorriso e la felicità negli occhi soprattutto dei bambini e dei tanti ragazzi e ragazze “speciali” che sono venuti qui da noi in questi tre giorni ci ha ripagato di ogni sforzo“.

La BCF Dream Cup è stata però anche occasione di informazione e sensibilizzazione: infatti sono stati organizzati tre convegni (Cyberbullismo, tenuto dall’avvocato Francesco Sardi De Letto; Papilloma Virus, tenuto dalla dottoressa Manuela Lomini della Fondazione Poliambulanza di Brescia; Inclusione di persone con disabilità, tenuto da Alvise Casanova, Country Manager di Specialisterne Italia): “Perché credo che il nostro compito – prosegue Clara Gorno – sia anche quello di fornire un servizio alla comunità, e non solo essere visti come opportunità di svago o di attività sportiva“.

È stata una macchina organizzativa complessa, non c’è dubbio – il commento di Pietro Sbaraini, direttore generale del Brescia Calcio Femminile – ma davanti a noi c’era uno scopo, quello di regalare un sorriso a tutti, un momento di divertimento con un occhio di riguardo per quelle persone che hanno bisogno di un’attenzione in più, di una carezza, di un abbraccio perché sono speciali e dobbiamo far conoscere al mondo questo loro essere speciali. Perché se potevamo imparare qualcosa tutti da questa tre giorni è che ognuno di noi ha una particolarità, un motivo per essere speciale. Tutti, nessuno escluso. Con la “BCF Dream Cup” abbiamo voluto stravolgere le regole del gioco: le stesse medaglie per tutti; se rialzi il tuo avversario dopo uno scontro prendi un punto come se avessi fatto un gol; ad inizio partita si sta tutti in cerchio mano nella mano per ricordare le regole. E’ il nostro modo per dire che si può fare un calcio diverso, divertente, spensierato, senza gli assilli del risultato e dell’agonismo spinto all’eccesso. La risposta che abbiamo avuto direi che è stata molto positiva e che il nostro messaggio è stato recepito. Mi unisco ai ringraziamenti fatti dalla presidente ai nostri partner, la cui sensibilità ed entusiasmo mostrati fin dai primi incontri ci ha fatto capire che la nostra idea sarebbe potuta diventare realtà“.

Tante le Associazioni legate a persone con disabilità che hanno partecipato all’evento, e alle quali è stato devoluto il ricavato di un’iniziativa di Fundraising legata all’iniziativa pasquale del BCF.

Ilaria D’Intino, Chieti: “Puntiamo al terzo posto, mettendo in campo sempre la voglia e la mentalità possiamo farcela”

Mercoledì scorso il Chieti, nel girone C di Serie C, era opposto alla Res Roma: la squadra capitolina, capolista del raggruppamento, si è imposta per 2-0. Nel post gara a parlare in casa abruzzese, tramite l’ufficio stampa del club, è stata Ilaria D’Intino che ha dichiarato:

“Siamo scese in campo con la giusta grinta, quella che dovremo continuare ad avere fino alla fine del campionato in ogni partita. Abbiamo sprecato parecchie occasioni e magari finalizzandole il risultato forse sarebbe potuto essere diverso: non dico che avremmo vinto, ma il pareggio era sicuramente alla nostra portata. Anche io ne ho avuta una: pensavo che il pallone entrasse. Noi nel secondo tempo siamo state più incisive del primo, abbiamo attaccato molto, ma anche nel primo ci sono state due o tre buone occasioni.  La nostra squadra in questo momento ha tante ragazze giovani che stanno dando un buon apporto: rappresentano il futuro del Chieti. Noi ora puntiamo a mantenere il terzo posto: mettendo in campo sempre la voglia e la mentalità possiamo farcela. La mia è stata finora una buona stagione: inizialmente non ho avuto un buon approccio alle partite, man mano ho preso sempre più confidenza ed ora mi sento maturata da questo punto di vista. Voglio dare sempre di più e continuare a crescere”.

Apulia Trani: atti di vandalismo al centro sportivo del club

“Voi lo distruggete, noi lo ri-sistemiamo perché la nostra passione va oltre la vostra inciviltà.
È però arrivato il momento che tutti sappiano ciò che accade e che nessuno vede o fa finta di non vedere”

Poche righe che riassumono perfettamente quello che è successo al campo sportivo dove gioca l’Apulia Trani, squadra femminile che sta disputando il campionato italiano di serie B.
Atti vandalici che non vanno a colpire solo la società dell’Apulia ma che in qualche modo colpiscono il futuro di tante bambine e bambini che vogliono solo divertirsi giocando.

Per te che ogni sera violenti il nostro campo: prima di tutto vorrei dirti che questo è il campo di tutti, quindi anche il tuo. Poi devi sapere che questo campo prima era solo una distesa di polvere e pietra e nonostante fosse così, tuo padre, mio padre, tuo nonno, mio nonno, hanno trascorso qui gli anni più felici della loro vita. Poi per qualche anno qui non si è più giocato a calcio e si vociferava che quel campo di pietre sarebbe diventato un bellissimo campo in erba sintetica a disposizione di tutti, anche tuo. Questo sogno, grazie all’impegno e agli sforzi di tantissime persone è diventato realtà. Un sogno costosissimo che è stato messo a disposizione di tutti, per noi ragazze e ragazze che abbiamo il sogno di giocare a calcio. Il tuo venire qui, tutte le notti, a distruggere il nostro campo, non distrugge soltanto la struttura, distrugge i sogni di tutte le persone che hanno lottato per anni per avere questo gioiello e distrugge soprattutto i sogni di tutti noi ragazze e ragazzi che da qui vogliamo spiccare il volo”.

E’ questo il contenuto del video postato sui canali ufficiali del club. 1 minuto e 25 secondi dove una delle tante ragazze del settore giovanile, prova con la sua innocenza e la voglia di realizzare un sogno, a far arrivare il suo messaggio ai vandali, sperando che questa sia davvero la volta buona.

Il calcio è di tutti e bisogna aver rispetto di ciò che viene messo a disposizione.

 

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