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Serena Magri, Brescia Femminile: “Bellissimo fare i primi tre punti in casa, la doppietta è per il mio nipotino”

Photo Credit: Elia Soregaroli

Le parole della capitana del Brescia Serena Magri, rilasciate sui canali ufficiali del club bresciano, dopo il 4-3 delle biancazzurre sul San Marino Academy al termine della prima giornata di Serie B.

Bellissimo fare i primi tre punti in casa, davanti ai nostri tifosi che ci seguono sempre, la dedica dei miei gol è per il mio nipotino, nato sabato: mi ha regalato una delle emozioni più belle della mia vita, ricambiare con una doppietta è ancora più bello. Mi auguro che questa stagione possa portare buone emozioni, di certo ogni settimana lavoreremo per cercare di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati all’inizio“.

Ternana Women protagonista al Memorial “laria Sula”

Photo Credit: Emanuele Ubaldi - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano
La Ternana Women scende in campo per un appuntamento che va oltre il calcio. Le giovani rossoverdi, infatti, prenderanno parte al primo Memorial “Ilaria Sula”, manifestazione che dall’8 al 12 settembre trasformerà Terni in una vera e propria capitale dello sport. Il club rossoverde sarà rappresentato dalle categorie Under 10-11, Under 15 e Under 19, con un calendario fitto di impegni che si inserisce in un programma più ampio, capace di coinvolgere decine di società sportive, centinaia di atleti e un’intera comunità.

Lo spirito dell’evento 

Il Memorial nasce con l’obiettivo di ricordare Ilaria Sula, giovane ternana tragicamente scomparsa, attraverso lo sport e i suoi valori più autentici: rispetto, condivisione e speranza. Un progetto promosso dal Comitato Bandecchi Presidente, che ha trovato una risposta entusiasta da parte delle associazioni cittadine, pronte a costruire insieme un mosaico di discipline, dal calcio al rugby, dal basket al nuoto, fino alla danza e all’atletica.

Il regolamento del Memorial
Al primo Memorial “Ilaria Sula”, che si disputerà a Cardeto partecipano nove squadre divise in tre gironi:
  • Girone A: Ternana Women, Bacigalupo e Narnese.

  • Girone B: Amerina, Terni FC, Olimpia Thyrus.

  • Girone C: Campitello, Academy Terni FC, Polisportiva Ternana.

Il calendario delle gare
  • Martedì 9 settembre

    • ore 17:00 Ternana Women – Bacigalupo

    • ore 18:00 Bacigalupo-Narnese

    • ore 19:00 Ternana Women – Narnese

  • Mercoledì 10 settembre

    • ore 17:00 Amerina-Terni FC

    • ore 18:00 Olimpia Thyrus-Amerina

    • ore 19:00 Terni FC-Olimpia Thyrus

  • Giovedì 11 settembre

    • ore 17:00 Campitello-Polisportiva Ternana

    • ore 18:00 Academy Terni FC-Campitello

    • ore 19:00 Polisportiva Ternana-Academy Terni

  • Venerdì 12 settembre

    • ore 15:00 Vincente Gir. A-Vincente Gir. B

    • ore 15:30 Vincente Gir. B-Vincente Gir. C

    • ore 16:00 Vincente Gir. A-Vincente Gir. C

Il momento simbolico

Il clou del Memorial sarà il 12 settembre con due momenti ad alto valore emotivo: la consegna di una targa ricordo ai genitori di Ilaria, in programma alle 17:30 presso la Chiesa della Madonna del Carmine, e le premiazioni finali dei tornei, che animeranno la Passeggiata a partire dalle 18:00.

Countdown PLAY: a Coverciano con due nuove Legends

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Settembre, il mese del restart. Il pre-season lascia spazio ai campionati nazionali, maschili e femminili. La ripartenza è quella di sempre, col botto: sono in arrivo tantissimi appuntamenti che accompagneranno addetti ai lavori e appassionati di futsal all’inizio di una nuova stagione. Ad Aversa il 9 e 10 settembre c’è l’Italfutsal femminile che si prepara al primo Mondiale in rosa affrontando il Marocco in un doppio impegno probante. Sabato 13 settembre scatta la sesta edizione Coppa della Divisione, Trofeo Emilia Romagna. E ancora, lunedì 15 settembre i sorteggi per la kermesse iridata al femminile. Giovedì 18 tutti a Fasano a sostenere l’Italfutsal di Salvo Samperi impegnata nell’andata del playoff per EURO 2026 contro il pericolosissimo Kazakhstan (ritorno il 23). Ma prima dell’inizio del campionato femminile, c’è una data da cerchiare sul calendario, un promemoria da mettere su ogni device.

IL TAGLIO DEL NASTRO – Domenica 14 settembre a Coverciano, l’evento che segna il taglio virtuale del nastro per la nuova stagione. Dopo aver visitato la sede di Sky a Milano e il CPO Giulio Onesti a Roma, Play nel 2025 si sposta in Toscana, non in un luogo qualsiasi: la location è da sballo, nel magico Centro Tecnico Federale Luigi Ridolfi di Coverciano, un luogo simbolo e di culto per tutti gli sportivi.

IL PROGRAMMA – A partire dalle ore 10tutti i dirigenti delle società partecipanti avranno l’opportunità di visitare il Museo del Calcio di Coverciano, alle 11.30 il via dell’evento nel quale verrà presentata la nuova stagione del futsal nazionale, maschile e femminile. Il programma proseguirà nel pomeriggio, dalle 14.30 spazio agli incontri: il primo con il sempre utile Sportradar, a seguire le riunioni formative tra AIA, allenatori e capitani: un’occasione per aggiornarsi sulle direzioni gara. Alle ore 15 è previsto un incontro tra la governance della Divisione e le società nazionali e regionali della Toscana. Premi riservati alle società vincenti della scorsa stagione. In agenda anche un momento speciale, a forti tinte Azzurre: la Coppa di Euro 2014, conquistata dall’Italfutsal in quel di Anversa, entrerà a far parte del prestigioso Museo del Calcio. Dulcis in fundo, la nomina di altre due Legends del futsal che si andranno ad aggiungere ad Andrea Rubei, Vinicius Bacaro, Gabriele Caleca, Massimo Quattrini, Luca Bergamini, Gianfranco Angelini, Andrea Famà, Salvatore Zaffiro e Mario Caneschi.

Naz. Beach Soccer Femm. WEBSL, Azzurre ko all’esordio nella Superfinal: 3-0 per la Spagna a Viareggio

Non inizia nel migliore dei modi l’avventura della Nazionale Femminile di Beach Soccer, che perde 3-0 contro la Spagna alla Beach Arena di Viareggio, intitolata a Matteo Valenti, nella prima giornata del Gruppo A della Superfinal della Women’s Euro Beach Soccer League, in programma fino al 14 settembre. Le Furie Rosse partono forte e passano subito in vantaggio con Jessi, che firma l’1-0 con una precisa girata sotto porta. Le Azzurre provano a reagire, spinte dal pubblico di casa, ma faticano a trovare la via del gol, nonostante un paio di occasioni pericolose con Privitera e Vecchione, che non inquadrano lo specchio della porta avversaria. Dopo una seconda frazione di gioco equilibrata, la Spagna raddoppia all’inizio del terzo periodo con Carol González dalla distanza, prima di chiudere definitivamente i conti con Andrea Mirón. Le Azzurre torneranno in campo giovedì 11 settembre (ore 18, diretta su Rai Play) per affrontare l’Ucraina, che oggi ha osservato un turno di riposo.

SPAGNA-ITALIA 1-0 (1-0 1P, 0-0 2P, 2-0 3P)

Spagna: Laia; Andrea Miron ©, Natalia Cuadrado, Carol Glez, Jessi | Alcaide, Maria Corbacho, Manau, Laura Gallego (P), Pilar, Paquy Campoy. All.: Sidi.

Italia: Galloni; Vecchione, Privitera ©, Veglio, Adami | Dilettuso (P), Ciccarelli, Pisa, Olivieri, Illiano, Conti. All.: Simone Feudi.

Arbitro 1: Matthieu Dor (FRA). Arbitro 2: Annett Unterbeck (GER). Arbitro 3: Malte Gerhardt (GER). Cronometrista: Mehdi Sayoud (BEL). Coordinatore arbitrale: Michele Conti (ITA).

Marcatrici: 11′ 27″ 1P Jessi (ESP), 11′ 57″ 3P Carol Glez (ESP), 10′ 02″ 3P Andrea Miron (ESP).

Note: ammonita Privitera (ITA) al 2′ 34″ 1P, Natalia Cuadrado (ESP) al 5′ 50″ 3P.

Roberto Rossi, coach Cesena: “Il calcio è genuinità, passione, sacrificio”

Photo Credit: Andrea Vegliò - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Il Cesena Femminile ha esordito in campionato con una vittoria. A guidare le ragazze è nuovamente Roberto Rossi, che ha dato inizio alla sua seconda parentesi in carriera da tecnico delle bianconere. Dopo qualche anno distante dalla squadra, Rossi è tornato a Cesena deciso a dare inizio a un percorso che possa seguire il suo ideale di una squadra unita dentro e fuori dal campo.
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ha avuto la grande opportunità di chiacchierare a lungo con lui per poter parlare della sua passione, ovvero il calcio, nella squadra in cui ha creduto fin dall’inizio.

L’avvicinamento del tecnico al calcio femminile è scoccato dalla scintilla del Mondiale femminile e poi, dal vivo, da una partita di Coppa Italia: «Avevo visto in estate i Mondiali femminili e mi sono avvicinato al calcio femminile in una partita di Coppa Italia, Cesena-Juventus, dove ho visto quest’ambiente dove c’era partecipazione, ma a differenza del maschile c’era un tifo molto contenuto, rispettoso, e mi sembrava di vedere il calcio di quando ero giovane, senza tarte furberie, malizie, molto genuino. Questa è la cosa che mi ha fatto appassionare. Col Presidente, con Elvio Sanna, con la moglie del Presidente abbiamo fatto delle chiacchierate esplorative per capire se ci fossero le condizioni per sviluppare il progetto a Cesena. Non mi interessava avere la panchina, mi interessava partire e l’abbiamo fatto con un calcio nettamente diverso da quello che c’è adesso, con ogni volta la possibilità di crescere», a convincere Rossi a buttarsi a capofitto in un progetto al femminile è stato l’ambiente che circondava le squadre coinvolte nel primo match che ha avuto modo di vedere in prima persona, ben lontano dal contorno spesso ricco di dissapori del mondo maschile.

«Un pochettino alla volta si sta avvicinando al maschile, ma ci sono ancora delle distanze siderali. Questo è un aspetto che è rimasto. C’è competizione, però è tutto molto più genuino con meno proteste, meno “stress ambientale”: qui se perdi una partita non devi uscire in mezzo alla tifoseria arrabbiata, fai la tua partita, ti impegni al massimo, come è giusto fare, poi è finita», ha poi aggiunto a tal proposito: un ambiente bello, stimolante e ricco di lati positivi.

Nel corso degli anni, Rossi ha allenato sia formazioni del maschile, sia il Cesena femminile, e ha perciò toccato con mano che cosa significa allenare in un mondo e nell’altro, benché lo sport sia esattamente lo stesso. In particolare, essere un allenatore è un mestiere che «è sempre dispendioso a livello energetico. Se fai l’allenatore è difficile che tu non riesca a farlo full-time, ci sono tanti aspetti che ti coinvolgono, sei sempre lì a pensare, è difficile non essere assorbiti, però il contorno esterno nel femminile è ancora moderato.»

A detta del tecnico, le distanze tra il calcio maschile e quello femminile a livello ideologico e di percezione possono essere colmate, purché il lavoro parta fin dal basso, dalle bambine e dai bambini, in un ambiente dove il pregiudizio non esiste. Spesso, oltretutto, l’ostacolo sono le stesse famiglie, ancora fossilizzate su una concezione di “calcio che si può collocare solo nel mondo maschile”: «Credo si debba fare un discorso su quello che è il sociale in Italia in generale: a livello teorico parliamo di parità, però in realtà sul lato pratico non è davvero così. C’è un grande lavoro da fare ancora, bisogna partire dalle scuole: in molte famiglie si dice ancora che qualcosa non va bene perché sei un maschio e viceversa, queste cose si devono vincere. Credo che altri paesi siano più avanti di noi sotto quest’aspetto, alla fine è sempre calcio, però da noi c’è ancora una sottovalutazione del calcio femminile dovuta a questi aspetti culturali.»

In ogni caso, nonostante le disparità siano ancora piuttosto lapalissiane, il tecnico ritiene che il percorso verso la parità, seppur a passo di lumaca, stia proseguendo per il meglio: «Sicuramente è stato fatto un percorso rispetto a com’era vista la posizione femminile cinquant’anni fa, però ancora non siamo, proprio a livello di mentalità, vicini alla meta. Ho due figlie, in casa tra mia moglie e le figlie abbiamo affrontato parecchie volte questi argomenti. Ci vuole apertura, veniamo da una società che ha ancora dei grossi tratti maschilisti al suo interno, ci sono tanti muri da buttar giù. Purtroppo questa mentalità è un po’ radicata, ci vuole del tempo e si deve intervenire fin dalle basi.»

Per quale motivo Roberto Rossi ha deciso di fare ritorno a Cesena?
La Società ha fatto grandissimi passi avanti negli anni e un aspetto che ha portato l’attuale allenatore del Cavalluccio a rilanciarsi per una seconda volta con la stessa squadra sono le condizioni con cui le ragazze si allenano, che sono un grande motivo di vanto e si avvicinano sempre di più al professionismo, mentre all’inizio le condizioni erano difficili sia per chi allenava, sia per le ragazze, spesso impegnate anche sul fronte lavorativo: «Ho deciso di rientrare perché sono cambiate un po’ di condizioni rispetto a quando ho concluso la mia prima parte. Ci allenavamo alla sera nonostante avessimo fatto molti progressi e il livello si fosse alzato di molto non bastava. In Serie A stanno arrivando molte calciatrici straniere, tante calciatrici che avrebbero potuto provare la Serie A rimangono in Serie B perché i posti in Serie A sono ridotti, e questo alza il livello qualitativo, perciò devi allenarti nel modo più professionale possibile. Da quest’anno abbiamo deciso di fare gli allenamenti al mattino in un centro sportivo molto attrezzato a livello di campi che ti offre la possibilità di allenarti in modo professionale. Facendolo al mattino puoi avere tutto il tempo che ti serve, allenarsi alla sera è tutto una corsa, in inverno ti esponi a un alto rischio di infortuni. Adesso ci sono delle condizioni per cui alleno come facevo alla Lazio in Serie A, con i tempi giusti, nel posto giusto. La Società ha sposato questo progetto di lavorare con i settori giovanili anche di altre squadre, l’idea che avevamo sposato all’inizio con Elvio. So che posso allenare con delle persone nello staff che possono lavorare con me e possiamo fare il calcio che ci piace: al mattino puoi fare le cose come si fanno nel calcio professionistico. Anche se è full-time, hai le energie per poterlo fare. L’allenamento di sera riduceva la qualità, perché molte ragazze lavoravano, adesso tutte cercano di fare calcio come loro attività primaria e per noi è importante per riuscire a lavorare nel modo corretto: magari hai lavorato tutto il giorno e rischio di fare un danno, se ti faccio un carico di allenamento che va bene per un’atleta che va a dormire e mangia all’ora giusta. Quando ho iniziato ad allenare c’erano molte squadre in quella condizione, adesso cominciano ad allenarsi in modo sempre più professionale e rischi di non stare al livello.»

Rossi non si prefigge obiettivi, li delinea con il passare delle partite andando verso il cuore della stagione. A parer suo, ciò che conta è infatti desiderare di migliorarsi e affrontare ogni match con la stessa grinta e lo stesso spirito, dando sempre il massimo. A contare maggiormente, ancor più del risultato e dei punti in classifica, è il lavoro quotidiano: «Molti gli obiettivi li dichiarano prima, secondo me invece possono sorgere nel corso della stagione. Ho sempre cercato di impostare una mentalità diversa dove la cosa più importante è cercare di arrivare a tutte le partite e a tutti gli allenamenti con la voglia di potersi migliorare. Gli obiettivi arrivano da soli a ricaduta, quelli che ti sei guadagnato tu con il lavoro e gli allenamenti in campo. Non mi è mai capitato di vincere una partita prima di giocarla, e sono tutte partite difficili, se non affronti la partita con la mentalità giusta perdi anche con una squadra inferiore a te. Se nell’arco di tutto il campionato sei sempre abituato a dare il massimo e a cercare di andare sempre oltre, allora le partite diventano un fatto a cui sei più allenato, sei allenato ad affrontare le difficoltà che si presentano e magari è più facile riuscire a ottenere dei risultati che sommati ti porteranno a un obiettivo. Noi abbiamo fatto un investimento sul lavoro che andiamo a fare, abbiamo una squadra con ragazze mediamente giovani che hanno delle buone qualità e sono venute a Cesena per mettersi alla prova e cercare di migliorarsi. Uno dei nostri obiettivi è vedere che qualcuna di queste ragazze il prossimo anno a giocare in Serie A: vorrebbe dire che abbiamo lavorato bene.»

Il cuore del lavoro che si prefissati di fare il Cesena sta nel gruppo delle ragazze che viene a formarsi di anno in anno, perché non sono undici calciatrici fortissime a dare vita a una squadra, bensì undici calciatrici che scendono in campo e si capiscono con un semplice sguardo perché sono in fiducia e in un ambiente sano che crede in loro: «Cerchiamo di lavorare al meglio possibile, ma sappiamo che non basta: ci devono essere delle sinergie, delle alchimie, e stiamo cercando di capirci, aiutarci e integrarci. Se tu prendi undici giocatrici molto forti, può anche darsi che quella non diventi una squadra, perché una squadra funzioni bene l’una si deve incastrare con l’altra, le qualità si devono abbinare, e ci vuole la volontà di riuscire. Cerchiamo di creare un ambiente sereno, di lavorare con grande impegno e cercando di sostenerci. Se sei in un ambiente dove senti attorno a te la fiducia in cui sai che l’errore è un processo di crescita sicuramente le qualità che hai riesci a metterlo in campo, ma non è facile. L’individualità, in un gruppo che funziona bene, viene esaltata. Abbiamo cercato delle ragazze che, almeno sulla carta, potessero trovarsi bene tra di loro.»

«Genuinità, passione, sacrificio. La passione perché giocare a calcio, per tutti i motivi di cui abbiamo parlato, non era e non è facilissimo per le ragazze, che devono fare dei sacrifici: le ragazze che abbiamo noi sono tutte lontane da casa, è anche un’esperienza di vita. Abbiamo la possibilità di allenarci a livello professionistico come orari e strutture, però la Serie B è dilettanti, le ragazze hanno una sorta di rimborso spese. Bisogna fare anche dei sacrifici quando si gioca: ci sono degli ostacoli da superare, e quindi devi avere tanta passione per poterlo fare», queste le tre parole che Mister Rossi sceglierebbe per descrivere la sua idea di calcio e che ritrova sul campo con le sue ragazze, che sono accolte come se fossero in famiglia. Anche il valore affettivo, in questo senso, è centrale, un valore che molto spesso non si ritrova nella controparte maschile: «La team manager alle ragazze si affeziona come se fosse una mamma, il maschile è più professionale, qui ci sono ancora dei valori affettivi, che sono importanti. Il Presidente e la Presidentessa vengono dal calcio femminile degli anni ’90, dove il calcio era poco più che sociale. Mi era capitato solo una volta nel maschile di trovare quei valori, che andavano incontro allo sport.»

Il messaggio che vuole trasmettere alle bambine che si sentono titubanti perché in un contesto dove la passione verso questo sport è ritenuta “strana”, è quello di «riuscire a trovare il coraggio di andare avanti, di fare quello che in quel momento è la loro passione. Molte ragazze hanno dovuto anche superare degli ostacoli familiari per riuscire a fare calcio, sono state perseveranti e sono arrivate dove sono, quindi direi loro di perseverare per arrivare al loro sogno. Ognuno deve cercare di portare un piccolo contributo.»

«Il calcio femminile va visto con le differenze che ci sono, dal punto di vista della forza le differenze ci sono, ma ci sono delle compensazioni su altri parametri di valore che molte volte te lo fanno apprezzare anche di più del maschile. Anche dal punto di vista estetico molte volte il calcio femminile è più elegante di quello maschile: sei meno veloce e meno forte, ma c’è un’armonia nei movimenti che nel maschile non si trova. Ci sono molti aspetti da apprezzare, dal punto di vista tecnico sta facendo dei passi avanti importanti. Le ragazze cominciano ad arrivare con un percorso alle spalle», ha concluso l’allenatore. Le differenze fisiche tra uomo e donna ci sono, ma non devono essere viste come un limite: la forza del calcio femminile sta proprio nel proseguire per la sua strada verso la perfezione tecnica e il costante miglioramento.

Si ringrazia moltissimo Mister Roberto Rossi per la disponibilità, il tempo e la lunga e arricchente chiacchierata.

Miss Lehmann… Photo? – Oh, yes!

Credit Photo: Stefano Petitti- Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Finisce in parità la sfida tra il Como Women e le ragazze rossoblù neopromosse in serie A, incontro valevole per la seconda giornata della Women’s Cup, competizione pre-campionato e della quale nessun tifoso ne ha mai capito l’utilità.
La serata comincia subito con una disavventura fantozziana capitata al sottoscritto: arrivato allo stadio, mi sono reso conto di aver lasciato il cellulare a casa. No problem, in un mondo frenetico e sempre di corsa, passare un paio d’ore senza la tecnologia non è mica la fine del mondo… e invece si che lo è, perché il biglietto per entrare allo stadio lo avevo scaricato e salvato nel telefono: ho anche pensato di acquistarne un altro sul posto se non fosse che non giro mai con contanti e pago sempre col cellulare.

Ok, si rientra a casa. Sono le 18.50 e riesco ad essere poi di ritorno al “Ferruccio” intorno alle 20 e godermi il riscaldamento pre-partita delle ragazze.
Al termine del riscaldamento, e mentre le atlete rientrano nello spogliatoio, riesco a intavolare una intera conversazione in lingua inglese con Alisha Lehmann:
– Miss Lehmann… photo? – Oh, yes!
Quasi un madrelingua! E con il mio trofeo di caccia mi accingo a prendere posto tra le gradinate.

Al “Ferruccio” era presente l’attrice e modella Sara Croce con indosso la maglia numero 77 della Lehmann che, dopo un simpatico siparietto in campo, gliel’ha autografata. Bellissimo l’abbraccio tra le due. Rientrata in tribuna, la giovane attrice ha regalato sorrisi e battute a tutti i presenti, concedendosi per foto e abbracci.
La novità è stata la presenza di uno store con in vendita maglie e gadget che ha attirato la curiosità di molti.
Tra una risata e l’altra, inizia la partita, con le ragazze di casa che innestano subito la quinta e provano a sfondare le retrovie genoane, ma con scarsi risultati. Il pallino del gioco rimane saldamente nelle mani, anzi tra i piedi, delle women’s lariane che trovano la rete del vantaggio solo al 40imo grazie alla rete di Kruse. Il goal è stato talmente bello che persino la luna decide di non eclissarsi, (secondo copione), e stare ad ammirare. L’eclissi, comunque, ci sarà più tardi.

Il primo tempo si conclude sul risultato di 1-0 per le ragazze allenate da mister Sottili.
Durante l’intervallo ci si ritrova tutti a ridere e scherzare e commentare anche la passata stagione, convinti che la formula di un campionato senza le poule scudetto e retrocessione, sia stata un’ottima scelta. Tra una chiacchierata e l’altra non mancano i saluti e le strette di mano del presidente e di tutto lo staff lariano, sempre gentili e disponibili con i tifosi.
Nel frattempo riprende il gioco con l’arbitro che da inizio al secondo tempo che inizia sulla scia del primo, cioè con le ragazze di casa sempre in attacco. Ma la formazione di mister De La Fuente è scesa in campo più ostica rispetto a prima e concede molto di meno alle attaccanti lariane.

Nel corso della seconda frazione di gioco, più che degli attacchi del Genoa, ci si deve preoccupare di contrastare gli attacchi delle numerose zanzare che svolazzano allegramente sopra tutto l’impianto sportivo.
Da segnalare la buona impressione data dal portiere Shroffenegger che, seppur poco impegnata, ha mostrato di avere molto carattere esibendosi in ottime parate: come al 13imo della ripresa quando, quasi al limite dell’area (e del cartellino rosso) effettua un’ottima respinta su un’attaccante genoana lanciata a rete.
Al minuto 19imo, Ramona Petzelberger prende il posto di Matilde Pavan e Alisha Lehmann sostituisce Zara Kramzar. E’ la stessa Lehmann, un minuto dopo, a sfiorare il raddoppio, liberandosi in area e lasciando partire un tiro che sfila alto sopra la traversa.

Il Como sembra aver alzato il baricentro e le azioni d’attacco si fanno sempre più pericolose, ma la difesa genoana riesce comunque a cavarsela bene.
Al 35imo, la scozzese Sophie Howard finisce in panchina: non perché sostituita ma perché spinta da una avversaria rossoblù al termine di un contrasto sulla linea della rimessa laterale.
Due minuti più tardi, su rapido capovolgimento di fronte, l’incolpevole Shroffenegger viene scavalcata da un insidioso pallonetto che si stampa sulla traversa.
A cinque minuti dalla fine, non scatta la trappola del fuorigioco e la genoana Bargi batte l’estremo difensore lariano siglando la rete del pareggio.
Non bastano tre minuti di recupero e i conseguenti attacchi lariani: le rossoblù tengono bene e si portano a casa un punticino strappato con i denti.

La serata si conclude con le ragazze in tribuna a salutare il pubblico e con le ex Halma Hilaj ed Emma Lipman visibilmente commosse e felici di poter riabbracciare tutti noi presenti.
Se dovessero chiedermi chi è stata la migliore in campo, risponderei, senza ombra di dubbio, (e senza nulla togliere alle altre), Matilde Pavan; la centrocampista bianconera, in prestito dalla Juventus, ha fatto fare gli straordinari alla difesa genoana, una mina vagante alla quale è mancato solo il goal.
La seconda sorpresa è stata Alisha Lehmann, ha giocato poco ma ha fatto veramente tanto. Per questo Como è un valore aggiunto in più.
Mister sottili sta forgiando un gruppo ancora più compatto della scorsa stagione, sara un gran bel campionato quando inizierà il 5 ottobre prossimo.
Natanaele Rullo

Si avicina il terzo turno di qualificazione di UEFA Women’s Champions League

Photo Credit: Emanuele Colombo - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Il terzo turno di qualificazione di UEFA Women’s Champions League si giocherà l’11 e il 18 settembre e assegnerà gli ultimi nove posti nella nuova fase campionato a 18 squadre. Nove squadre accedono direttamente alla fase campionato, mentre gli altri nove posti vengono occupati dalle vincitrici del terzo turno di qualificazione. Le nove squadre sconfitte accederanno alla nuova UEFA Women’s Europa Cup dal secondo turno di qualificazione.

Squadre qualificate direttamente alla fase campionato

Questi club inizieranno direttamente nella fase di campionato secondo la lista di accesso:

Campione in carica: Arsenal
Francia
: OL Lyonnes, Paris Saint-Germain
Germania: Bayern München, Wolfsburg
Spagna: Barcelona
Inghilterra: Chelsea
Portogallo: Benfica
Italia: Juventus

Orari

Partite del terzo turno di qualificazione di UEFA Women’s Champions League

Andata: giovedì 11 settembre

GKS Katowice – Twente (18:00)
Häcken – Atlético Madrid (19:00)
Paris FC – Austria Wien (19:00)
Brann – Manchester United (19:00)
Vålerenga – Ferencváros (19:00)
Eintracht Frankfurt – Real Madrid (19:00)
St. Pölten – Fortuna (19:30)
Vorskla Poltava – OH Leuven (19:30)
Roma – Sporting CP (20:30)

Ritorno: giovedì 18 settembre

Ferencváros – Vålerenga (16:00)
Sporting CP – Roma (17:30)
Fortuna Hjørring – St. Pölten (18:00)
Twente – GKS Katowice (19:00)
Atlético Madrid – Häcken (19:00)
Austria Wien – Paris FC (19:45)
Manchester United – Brann (20:00)
Real Madrid – Eintracht Frankfurt (20:00)
OH Leuven – Vorskla Poltava (20:00)

Guida alle squadre

  • Il Frankfurt ha vinto quattro volte la massima competizione UEFA femminile per club quando si chiamava FFC Frankfurt.
  • Il Fortuna è arrivato secondo nel 2002/03, mentre il Paris FC ha raggiunto la semifinale nel 2012/13 con il nome di Juvisy.
  • Il Real Madrid ha raggiunto i quarti di finale la scorsa stagione. Anche Atlético, Brann, Häcken e Roma hanno già raggiunto i quarti.
  • Il Real Madrid ha partecipato all’ultima fase a gironi del 2024/25 insieme a Roma, St. Pölten, Twente e Vålerenga. La stagione precedente vi hanno partecipato Brann, Francoforte e Paris FC.
  • OH Leuven, Ferencváros e Katowice sperano di essere le prime squadre delle rispettive nazioni a raggiungere la fase a gironi/campionato dopo il 2021/22.
  • L’OHL è alla sua prima stagione europea.
  • Austria Wien, Katowice e Manchester United non avevano mai superato una fase di una competizione femminile UEFA prima del secondo turno di qualificazione di questa stagione.

Squadre e percorsi

Il terzo turno di qualificazione è diviso in due percorsi: il percorso Campioni (per le vincitrici del campionato) e il percorso Piazzate. Sono previsti quattro incontri nel percorso Campioni e cinque nel percorso Piazzate.

Percorso Campioni

Vålerenga Fotball (NOR) – Ferencvárosi TC (HUN)
FC Vorskla Poltava (UKR) – OH Leuven (BEL)
SKN St. Pölten (AUT) – Fortuna Hjørring (DEN)
GKS Katowice (POL) – FC Twente (NED)

Percorso Piazzate

BK Häcken FF (SWE) – Club Atlético Madrid (ESP)
Paris FC (FRA) – FK Austria Wien (AUT)
SK Brann (NOR) – Manchester United Women (ENG)
Eintracht Frankfurt (GER) – Real Madrid CF (ESP)
AS Roma (ITA) – Sporting Clube de Portogallo (POR)

Juventus inaugura la sua Hall of Fame

Photo Credit: Nicolò Ottina - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Il 9 settembre 2025 è stato, per davvero, un giorno da ricordare. Allo Juventus Museum, è stata scritta una nuova pagina: l’inaugurazione ufficiale della Hall of Fame.

Un grande evento, alla presenza di Gianluca Ferrero, Presidente della Juventus, e Paolo Garimberti, Presidente dello Juventus Museum, che segna l’inizio di un progetto unico ed emozionante. Per la prima volta, la Juventus dedica uno spazio permanente e ufficiale a chi, nel corso degli anni, ha saputo trasformare la maglia bianconera in leggenda. La Hall of Fame è un omaggio a chi, con la prima squadra maschile e quella femminile, ha fatto la storia, e insieme un ponte con il futuro: un luogo in cui rivivere emozioni, tramandare valori.

Il saluto di John Elkann: «La Hall of Fame della Juventus, che si inaugura oggi nel nostro Museo, è uno straordinario tributo alla grandezza del nostro Club, ai suoi leggendari protagonisti e a una storia che unisce, da oltre un secolo, generazioni di juventini in tutto il mondo. È un omaggio alla passione più pura per il calcio, perché ogni bambino, con un pallone tra i piedi, immagina di ripetere le giocate e le imprese del suo giocatore preferito, ogni tifoso ha un suo campione del cuore. Tifiamo per una maglia e sogniamo grazie a chi la indossa e la onora».

Le parole di Gianluca Ferrero: «Juventus significa gioventù, ed è quello che ci rappresenta, nello spirito, nell’intraprendenza e nella ricerca della sfida. Ma la Juventus ha una grande storia, che ogni giorno vive allo Juventus Museum. La nostra è la storia delle persone che hanno reso grande il Club, e che da questa sera celebriamo con la Hall of Fame».

Il benvenuto di Paolo Garimberti: «Lo Juventus Museum è da sempre la casa dei nostri tifosi, del nostro presente per del nostro futuro. Questo perchè nel DNA del Museo c’è una costante ricerca dell’innovazione, con nuove idee e nuove iniziative. La Hall of Fame è per noi il giusto modo di celebrare le campionesse e i campioni della Juventus, perchè va oltre il criterio numerico, che finora aveva ispirato la sezione dedicata alle maglie “pluricentenarie”, e si basa su un criterio meritocratico, degno di chi ha scritto la storia».

Una sala permanente al museum, uno spazio virtuale su internet

Il cuore dell’iniziativa è una nuova sala permanente all’interno dello Juventus Museum: uno spazio pensato per custodire e celebrare le imprese di chi ha scritto pagine memorabili nella storia della Juventus. Contemporaneamente, la Hall of Fame sarà anche una sezione speciale di Juventus.com, dove scoprire campionesse e campioni presenti.

I criteri di accesso

Innanzitutto c’è quello di base, la “conditio sine qua non”, che è non essere più una calciatrice o un calciatore in attività. E poi, bisogna rispondere ad almeno uno dei seguenti requisiti:almeno 350 presenze con la maglia bianconera, la conquista di 15 trofei o più, essere stati Capitani storici, con almeno 70 presenze indossando la fascia, aver segnato 100 gol con la Juventus, aver vinto il Pallone d’Oro vestendo la maglia bianconera.

I primi cinquanta nomi 

L’inaugurazione ha visto l’ingresso dei primi cinquanta leggendari protagonisti: in ordine alfabetico, Anastasi, Baggio, Barzagli, Bettega, Bigatto, Boniperti, Bonucci, Borel II, Brio, Buffon, Cabrini, Cannavaro, Castano, Causio, Charles, Chiellini, Combi, Conte, Cuccureddu, Del Piero, Depetrini, Ferrara, Furino, Gabetto, Gama, Gentile, J. Hansen, Leoncini, Marchisio, Morini, Munerati, Nedved, Parola, Pessotto, Platini, Rava, Rosetta, Rossi, Salvadore, Scirea, Sivori, Tacchinardi, Tacconi, Tardelli, Trezeguet, Varglien G., Varglien M., Vialli, Zidane, Zoff.

Un progetto vivo

La Hall of Fame, ovviamente, non si ferma qui. Sarà infatti un progetto in continua evoluzione: nel prossimo futuro, saranno proprio le tifose e i tifosi a scegliere nuovi ingressi, proposti di volta in volta dal Club, diventando parte attiva di questa celebrazione collettiva. E non solo: l’iniziativa sarà aperta anche alle allenatrici e agli allenatori.

Con la Hall of Fame, non vogliamo guardare solo al passato, ma desideriamo rinnovare ancora di più il legame con il popolo bianconero e con chi ha reso grande la nostra maglia.

Concacaf Champions Cup, alla fase a gironi anche la NWSL: il punto del torneo

Il Washington Spirit, il Gotham e l’Orlando Pride si sono qualificati di diritto alla Concacaf Women’s Champions Cup, la competizione a gironi che si gioca fra Stati Uniti, Messico, Canada e Porto Rico, ovvero tra le squadre militanti nell’America de Nord. Interessantissimo, già a priori, il derby trs Gotham è Washington Spirit, che avrà luogo il prossimo primo ottobre e sarà l’unica occasione in cui due formazioni di NWSL si troveranno in un faccia a faccia nel torneo.

Identikit delle avversarie: Messico, Panama, El Salvador e Canada per sfidare gli USA

Il Chorrillo è al suo debutto assoluto nella competizione ed è la seconda squadra di Panama a qualificarsi alla fase a gironi di questo torneo. Le ragazze si sono qualificate grazie alla vittoria della Super Final 2024.

Altra formazione interessante è l’Alianza, alla sua seconda partecipazione consecutiva. La formazione di El Salvador si è qualificata vincendo i tornei di Apertura e Clausura, scrivendo la storia della società.

Il Vancouver Rise Academy è alla sua seconda partecipazione, in qualità di formazione vincitrice della League 1 Inter-Provincial. Al loro debutto ufficiale in Concacaf, le canadesi erano state eliminate alla fase a gironi.

La Liga Deportiva Alajuense è una formazione costaricana alla sua seconda partecipazione alla Concacaf. Si è qualificata vincendo i tornei di Apertura e Clausura lo scorso anno.

Il Messico è lo stato che al di là degli USA presenta un maggior numero di squadre qualificate. Il Club América Femenil ha concluso l’ultima edizione della Concacaf classificandosi a un ottimo quarto posto e parteciperà al torneo essendo uscita vincitrice dal campionato messicano, a tre punti dal Pachuca.
Anche il Pachuca si è qualificato, vincitore del torneo di Clausura dello scorso anno, mentre il Monterrey ha vinto il torneo di Apertura.

La classifica e i risultati fino a questo momento sorridono alla NWSL: il punto

Il 20 agosto la competizione ha preso il via con il primo match tra Washington Spirit e Alianza: le statunitensi di Sofia Cantore hanno travolto in trasferta le avversarie con un sono 7 a 0, in gol anche l’italiana nel finale. Anche il Pachuca ha piazzato un risultato tennistico, vincendo in casa per 6 a 0 nei confronti del Chorrillo.

Il 21 agosto è toccato al Gotham rompere il ghiaccio, e si è imposto per 2 a 1 contro il Monterrey al termine di un match combattuttissimo. Lo stesso giorno sono scesi in campo anche l’Alajuense e il Club América, finita invece a reti bianche.

Anche l’Orlando Pride non ha steccato all’esordio: le statunitensi hanno piegato per 3 a 0 l’Alajuense, e sempre il 3 settembre ha vinto il Gotham. Le newyorchesi hanno vinto per 2 a 0 contro l’Alianza, al loro primo clean sheet nella competizione.

Lo scorso 4 settembre è sceso nuovamente in campo il Washington Spirit, e anche alla sua seconda partita ha inferto una seconda goleada: la vittima sacrificale è stata il Vancouver Rise Academy, che si è arreso al 4 a 0 finale sui maxischermi. Il Chorrillo ha incassato la sua seconda goleada, un 9 a 0 incredibile, da parte del Club América.

Nazionale Femm. Futsal – Cinque gol nel primo test di Aversa con il Marocco per le Azzurre. Salvatore: “Ho avuto buone indicazioni”

Credit Photo: FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio

La marcia di arrivare al primo mondiale femminile di futsal, per l’Italia, è iniziata nella maniera migliore possibile. Al PalaJacazzi di Aversa, nella prima delle due amichevoli (la seconda è in programma domani alle 19), le Azzurre hanno battuto 5-0 il Marocco, anch’esso qualificato per la fase finale in programma nelle Filippine e di cui lunedì 15 è previsto il sorteggio. Ad aprire le marcature è stata Sara Boutimah, giocatrice proprio di origini marocchine e che ha quindi vissuto una serata speciale; raddoppio di Nicoletta Mansueto nel primo tempo, poi nella ripresa il tris di Renata Adamatti prima della doppietta di Alessia Grieco.

“Ci aspettavamo un match bello da giocare, intenso, con una squadra avversaria fisicamente molto forte – l’analisi della Ct Francesca Salvatore -. La testa e l’atteggiamento delle ragazze hanno compensato una condizione atletica non ancora brillantissima, essendo all’inizio della stagione. Abbiamo giocato bene la palla, mantenendo alta l’attenzione e questo non era scontato. Ci sono degli errori che mettono in condizione le avversarie di metterci in difficoltà, ma sono anche dipesi dal fatto che ci siamo ritrovate dopo diversi mesi in campo per una gara ufficiale. Ho avuto tante indicazioni buone e altre da considerare per migliorare: abbiamo poco tempo per recuperare e poco per studiare, ma come sempre facciamo di ottimizzare tutto quello che abbiamo a disposizione. Nonostante il risultato ampio, è stata partita vera, contro un’avversaria cresciuta tantissimo, che sa competere e che nelle Filippine darà fastidio a tante Ora non ci resta che recuperare e pensare a domani, altra partita che ci servirà per trovare ulteriori spunti in vista del Mondiale”.

LA PARTITA Salvatore ha iniziato con Sestari, Coppari, Borges, Adamatti e Boutimah. Di Horrych, dopo cinque minuti, il primo pericolo per la porta di Sestari, bravissima a respingere di piede. A salvare l’Italia, poco dopo, è stato il palo, colpito da sinistro da Zaid, che nella stessa azione aveva chiamato Sestari alla parata. A pareggiare il conto dei legni, una traversa centrata di sinistro da Boutimah, che all’11’ ha comunque sbloccato il risultato, ricevendo un assist di Adamatti. Un’Italia nettamente più in palla rispetto ai primi minuti e capace di raddoppiare con un distruttore chirurgico di Mansueto. Dopo il 2-0, il ct marocchino Sayeh ha subito inserito il portiere di movimento, con l’Italia che è comunque riuscita a conservare il doppio vantaggio.

Un vantaggio diventato triplo in apertura con la puntata di Adamatti, che ha battuto Bentaleb, brava poco dopo a evitare anche il poker di Vanelli. Un 4-0 arrivato comunque a metà ripresa grazie a Grieco, perfettamente servita da Mansueto. L’Italia ha continuato a collezionare occasioni da rete, contro un Marocco che nel finale di partita ha nuovamente provato a giocarsi la carta del portiere di movimento, venendo punito però ancora da Grieco, che ha approfittato di un’incertezza nel cambio dell’estremo difensore segnando una porta vuota.

CAIVANO  Nella giornata di ieri, tutta la delegazione azzurra aveva visitato il centro sportivo ‘Pino Daniele’ di Caivano, struttura che dal maggio dello scorso anno è tornata ad ospitare attività sportiva grazie all’impegno delle istituzioni, che hanno il sostenuto progetto “Illumina” di Sport e Salute, e gestita dal Gruppo sportivo della Polizia di Stato Fiamme Oro.

ITALIA-MAROCCO 5-0 (pt 2-0)

Italia: Sestari, Coppari, Borges, Boutimah, Adamatti; Grieco, Mansueto, Vanelli, Bettioli, Ghilardi, Berté, Dal Maz, Ferrara, Carturan. CT Francesca Salvatore

Marocco: Bentaleb, Demraoui, Zaid, Laftah, Hajri; Chekhamma, Drissi, Hady, Allaoui, Tadlaoui, Essafir, Tahri, Horrych, Mourtaji, Aasem, Chouni. Conte Adil Sayeh

Reti: 11′ pt Boutimah, 14′ Mansueto, 2′ st Adamatti, 10′ e 19′ Grieco

Arbitri: Nicola Manzione, Emilio Romano, Ugo Ciccarelli; Crono: Antonio Nappo (Italia)

Note: ammonita Adamatti (I)

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