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Domenica di recupero: il Vicenza in campo a Pomigliano d’arco

Non trova mai soste il cammino del Vicenza Calcio Femminile! Dopo tre risultati utili consecutivi, domenica alle 12 le Biancorosse ritorneranno, dopo l’odissea di novembre, a Pomigliano d’Arco, per il recupero dell’8^ giornata di Serie B.

Un’altra sfida tosta per le ragazze, che incontreranno l’attuale capolista del girone, in questo momento davanti al Como di un solo punto, ma con ben due partite in meno. Le campane, inoltre, hanno la seconda miglior differenza reti del torneo, con 23 fatte a appena 10 subite.

Le Biancorosse non devono temere la sfida: queste prime tre giornate del nuovo anno hanno mostrato una squadra combattiva che, nei fatti, se l’è giocata in tutte le occasioni che è scesa in campo, confermando quanto di buono fatto lo scorso anno.

RIASSUNTO DEL WEEKEND

DOMENICA 31 GENNAIO

⚽ Recupero 8^ Giornata Campionato Serie B

➡️ Pomigliano – Vicenza

🕞 12:00

🏟️ “Stadio Ugo Gobbato” – Via Ugo Gobbato, 80030 – Pomigliano d’Arco (NA)

Credit Photo: Vicenza Calcio Femminile

Valentina De Risi, Sant’Egidio Femminile: “Contenta di essere stata eletta tra i delegati AIAC”

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Valentina De Risi è un’affermata allenatrice che da svariate stagioni ha legato il suo nome a quello del calcio femminile. L’allenatrice, nata a Pagani, da sette è alla guida del progetto del Sant’Egidio Femminile, club che attualmente gioca in Serie C. Per la De Risi, nei giorni scorsi, è arrivata la riconferma tra i Delegati all’Assemblea di Categoria AIAC degli Allenatori Professionisti. Abbiamo raggiunto il tecnico delle gialloblù per saggiare gli umori dopo l’importante nomina raggiunta.

Per Valentina De Risi quale significato ha la recente riconferma come delegata assembleare professionista dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio?
«Sono molto contenta di essere stata eletta. La mia riconferma non era scontata visto che eravamo candidati in 65 per 35 posti disponibili. Sono risultata la ventiquattresima in ordine di preferenze ricevute. Un risultato che mi lusinga, soprattutto per aver ricevuto il sostegno del gruppo regionale e delle colleghe e dei colleghi di tutta Italia».

Quello appena ottenuto è il vostro secondo incarico, cosa ti ha lasciato in particolare il passato quadriennio al fianco dell’Aiac?
«Sono responsabile degli allenatori del calcio femminile in Campania e Basilicata dal 2012, incarico che mi venne conferito dalla responsabile nazionale Milena Bertolini. In questi anni ho conosciuto tanti allenatori top che hanno arricchito il mio bagaglio. Inoltre, ho istituito il convegno “allenare nel calcio femminile” un unicum in Italia. Purtroppo quest’anno, causa COVID-19, non si è potuta realizzare la quinta edizione che avrebbe avuto ospiti davvero di primissimo livello, come sempre del resto. Ricordo che sono state relatrici delle passate edizioni Milena Bertolini, Manuela Tesse, Betty Bavagnoli e Rita Guarino oltre al presidente nazionale Renzo Ulivieri».

Quando ha conosciuto il mondo del calcio e quali esperienze ha avuto da giocatrice?
«Il calcio è, fin dai primi passi, la mia più grande passione. Il mondo del calcio femminile l’ho conosciuto quando avevo 11 anni, grazie alla prima squadra dello Striano. Ho avuto poi esperienze varie tra Serie A2, B e Serie C, togliendomi diverse soddisfazioni. Tappe della mia carriera sono state Salerno, Avellino, San Severino, Juve Stabia e Savoia oltre al Gragnano. Gli ultimi anni ho giocato nel Real Marsico, in Basilicata, per poi concludere, dopo poche partite, nel Sant’Egidio Femminile a causa di un grave infortunio».

Come si è avvicinata ad una panchina? Quando ha deciso di allenare una squadra?
«Mi sono avvicinata alla panchina grazie al presidente della Juve Stabia che mi propose il ruolo di allenatrice/giocatrice. Inconsciamente accettai dopo un consulto con la mia famiglia e Giulia Olivieri che dal primo momento è stata la mia vice».

Si trova da diverse stagioni alla guida del Sant’Egidio dove porta avanti un progetto basato sulle giovani giusto?
«Si, con il Sant’Egidio c’è un progetto che basa tutto sulla crescita delle giovani. Siamo partite dieci anni fa con un gruppo di piccolissime che adesso è la nostra colonna e ora stiamo lanciando un altro gruppo di 2005/06 che è in pianta stabile in prima squadra. Questo, chiaramente, ci penalizza al cospetto di squadre molto più esperte, ma noi siamo sicure che questa è l’unica strada perseguibile per una società come la nostra che non può competere economicamente con le più blasonate. Finora i risultati ci hanno dato ragione».

Al suo fianco un elemento di esperienza come Giulia Olivieri e la massima dirigente Alba Albanese. Quanto sono importanti le presenze di capitano e presidentessa?
«La presenza del capitano è fondamentale. Tutti sanno che il Sant’Egidio Femminile è Giulia Olivieri con cui condivido, fin dalla nascita, questo sogno. La presidentessa è vicina e ci appoggia in qualsiasi scelta. Ha in noi piena fiducia e sa che tutto ciò che facciamo è spinto dalla passione e dall’amore che proviamo per questa società».

Siete per il terzo anno di fila in Serie C. Quanto è complicato affrontare realtà importanti di questa categoria e come valuta il livello della terza serie?
«Il livello quest’anno si è innalzato. Le società più importanti, come il Chieti, hanno fatto investimenti che non sono alla nostra portata. Del resto anche negli scorsi anni con Il Napoli e il Pomigliano, ad esempio, non eravamo sullo stesso piano ma siamo riuscite ad ottenere un quinto e un terzo posto davvero incredibili. In questo campionato per noi sarà difficile anche perché, a causa della pandemia, non è stato possibile allenarci e cercare di ridurre il gap con le altre squadre. Il nostro obiettivo è la salvezza e ce la metteremo tutto per raggiungerla».

 Quale ricordo lega maggiormente a questo sport Valentina De Risi?
«Non c’è un ricordo specifico. Sono tanti e tante le emozioni provate. So solo che se guardo indietro, nella mia vita c’è tanto, tantissimo calcio. E molte delle mie scelte, se non tutte, sono state in funzione di questo sport».

Napoli Femminile: Evi Popadinova nominata Bulgarian Women Footballer of the Year

Evi Popadinova è “on fire”, due reti nelle ultime due partite contro Verona e Roma – che l’hanno resa il top scorer della squadra in campionato insieme a Sarah Huchet – e adesso il premio di miglior calciatrice della Bulgaria, per la quinta volta. Un riconoscimento prestigioso arrivato nel corso di una cerimonia on line cui Evi ha partecipato da Napoli, la sua nuova casa. Complimenti da tutto il Napoli Femminile.

Photo Credit: Instagram @evi_popadinova

Roma Femminile, si infortuna la centrocampista Claudia Ciccotti: almeno tre settimane di stop

Problema per la Roma Femminile, si è infortunata Claudia Ciccotti. La centrocampista giallorossa che stava trovando sempre più spazio in mediana a fianco di Manuela Giugliano ha riportato una frattura all’altezza dell’osso sacro. La numero 16 è caduta male e addosso a un’avversaria nel corso del primo tempo della gara vinta contro il Sassuolo. Ha continuato a giocare sul dolore, che non è passato neanche dopo la gara. I controlli effettuati ieri hanno evidenziato la frattura che la costringerà a stare fuori per almeno tre settimane. Si aggiunge alla lista di indisponibili con Greggi (sta recuperando dall’infortunio al crociato di ottobre) ed Hegerberg (crociato ko anche per lei, operata tre giorni fa).

Credit Photo: Domenico Cippitelli

Mister Antonio Cincotta, Acf Fiorentina: lo stilista della Serie A Femminile

E’ ormai ben tracciata la strada che porta al professionismo vero, concreto, della disciplina femminile nel panorama calcistico italiano e sono sempre più numerosi i tecnici che scelgono una specializzazione in rosa, nonostante esista ancora un profondo divario dal punto di vista economico rispetto al calcio maschile.

Tra i tanti allenatori che hanno scelto di investire la propria ambizione nel calcio femminile, non può non essere citato Antonio Cincotta, tecnico della Fiorentina che ha ben chiaro il motivo per cui portare avanti la carriera in questa disciplina: “sono ormai tanti anni che alleno squadre femminili e credo che tutta questa esperienza maturata nel tempo meriti di non essere sprecata. Ogni anno che passa, con le difficoltà che propone e l’andare oltre tali difficoltà, siano esse tecniche o a maggior ragione gestionali, permette di diventare un tecnico migliore”.

Ci si chiede spesso quali differenze esistano, anche in termini di programmazione tecnica, tra il maschile e il femminile; Mister Cincotta ormai incarna alla perfezione il ruolo di modello da seguire per chi vuole intraprendere una carriera in rosa: “L’obiettivo è sempre e soltanto uno: cercare di mettere le ragazze a proprio agio, scegliendo soluzioni che consentano ai vari talenti che si ha la possibilità di allenare di esprimere loro stesse. E questo lo si può fare lavorando molto sugli equilibri, rispettando la necessità di esaltare le qualità della singola atleta, sia pur mantenendola sempre ancorata all’armonia del gruppo”.

Dietro la valorizzazione di una rosa, soprattutto nelle squadre di alto profilo, c’è sempre la scelta di un sistema di gioco adeguato alle caratteristiche delle giocatrici a disposizione; nonostante ciò, esistono tecnici che preferiscono il procedimento inverso, ovvero adattare le giocatrici alle caratteristiche di un sistema di gioco che tengono particolarmente a cuore. A proposito di questo argomento, Mister Cincotta si veste da “stilista”: “In realtà, nessun sistema di gioco mi rappresenta completamente, perché ho sempre cercato di cucire addosso all’organico a mia disposizione l’abito che lo vestisse nel modo migliore”.

Da alcuni anni ormai si parla tanto degli aspetti psicologici e motivazionali che spesso vengono meno, in particolar modo nel calcio femminile; proprio per questo, come avviene già in altri Paesi, anche in Italia si sta facendo spazio la figura dello psicologo dello sport quale collaboratore interno allo staff tecnico: “Sicuramente ogni singola figura professionale qualificata – spiega Antonio Cincotta – , nel proprio ambito, può fornire un contributo fondamentale all’arricchimento della squadra, sotto ogni aspetto e punto di vista. L’importante è che vi siano spazi e obiettivi chiari e condivisi”.

Per concludere, il tecnico della Fiorentina si sofferma sull’attuale momento delicato che il mondo dello sport sta vivendo a causa della pandemia: “non ci era mai successo di avere il 50% della rosa fuori per così tanto tempo, ma sapevamo che con il Covid-19 la stagione avrebbe potuto essere potenzialmente ricca di imprevedibilità. Adesso siamo molto concentrati sulle ragazze disponibili, di cui siamo estremamente orgogliosi. Nonostante le difficoltà oggettive, stiamo comunque lavorando anche con le calciatrici assenti, che costantemente fanno sentire la loro importante presenza emotiva nel miglior modo possibile”.

Credit Photo: Fabio Vanzi

Margherita Planchestainer, Isera: “Ho combattuto per farmi accettare in un mondo più complicato per noi bambine”

Alla scoperta di Margherita Planchestainer, classe 1999,difensore centrale dell’Isera, squadra del Trentino Alto Adige, militante nel girone B di serie C.

Ciao Margherita, per iniziare una breve descrizione del tuo ruolo
“Ho iniziato a giocare a calcio nel 2005, quando ancora non avevo compiuto i 6 anni, prima e unica bambina.Faccio il difensore da allora, da quando nei primi allenamenti tutti i miei compagni volevano fare gli attaccanti, mentre io preferivo proteggere il portiere. Sedici anni dopo sono difensore centrale e all’occorrenza adattabile terzino.

Essendo cresciuta in una squadra maschile mi confrontavo con compagni e avversari più prestanti, motivo per il quale fin da subito ho imparato a giocare fisicamente, utilizzando contrasti e quel pizzico di furbizia e intelligenza per anticiparne le mosse. Quando ancora giocavo con i ragazzi mi veniva riconosciuto un forte senso della posizione. Con il tempo ho avuto modo di variare le mie caratteristiche a seconda delle richieste dei miei allenatori, che fossero di marcatura, pressing e fuorigioco, ma le mie preferite restano quelle imparate nelle giovanili, ossia recupero palla e all’occorrenza scivolata, cosa che ai maschi dava sempre fastidio subire da una calciatrice. Da buon difensore non disdegno le salite in area sui calci da fermo, essendo alta 1,76 m e quindi spesso la più alta tra le giocatrici. Inoltre reputo fondamentale riuscire ad essere sempre concentrata per riuscire a leggere il movimento dell’avversario”.

Esperienze pregresse in carriera
“La mia passione per il calcio deve essere nata fin dai primi mesi di vita, quando mia mamma per seguire le partite dei miei fratelli, che sono tanto più grandi di me, mi ha portata in carrozzella sulle tribune di tutti i campi del Trentino. Negli anni successivi la mia vivacità mi portava a correre intorno al campo durante le loro partite.

A 5 anni, sia per il desiderio di emulare Jacopo e Tommaso, ma anche per la bellezza di giocare all’aperto insieme ad altri bambini, alla domanda dei miei genitori riguardo quale sport volessi provare, risposi “CARCIO”.

Ho iniziato nell’U.S. Arco dove sono rimasta per sette anni, fino al 2012, l’anno seguente insieme ad altre ragazzine della zona abbiamo fatto la prima esperienza di squadra femminile in un campionato maschile Esordienti con la società A.S.D. Varonese, per poi spostarmi nell’ U.S. Isera dove milito tutt’ora.
Con l’Isera ho avuto la possibilità di giocare in un campionato Giovanissimi insieme ad altre ragazze contro squadre di soli maschi, per poi passare al campionato di Primavera Nazionale, classificandoci tutti 2 gli anni di partecipazione alle finali Nazionali. Fin dai 14 anni ho iniziato a giocare in concomitanza nella Prima Squadra nel campionato di Serie C regionale, poi Eccellenza e poi Serie C Nazionale.
Ho fatto parte della rappresentativa Trentina sia nella categoria Under 15 che nell’Under 23.
Un’altra esperienza indimenticabile è stata la partecipazione per alcune estati al Torneo Internazionale San Marino Cup, assieme ad alcune mie compagne con la squadra A.C.F.D Imolese”.

Le persone più importanti che ti hanno sostenuto nel tuo percorso
“Sicuramente ho sempre avuto dalla mia parte la famiglia, sempre pronta a sostenermi e incoraggiarmi. I miei genitori non si sono mai persi una partita, che fosse a Vipiteno sotto zero fino in Sardegna. La mamma mi ha sempre insegnato a combattere per ciò che voglio, a farmi valere in un mondo più complicato per le bambine, poiché non accettate in alcune società. Il papà da sempre mi ha affiancato nel percorso calcistico, sia in campo che fuori, all’inizio facendo in modo di farmi entrare in una società che non aveva mai preso prima bambine e poi raccogliendo, con il sostegno di altre società, tante ragazzine della zona per creare una squadra per permettere a me e a tante coetanee di continuare a giocare.

I miei fratelli, entrambi a proprio modo, mi hanno sostenuta e difesa, accompagnandomi ad esempio agli allenamenti, anche quelli più lontani con la rappresentativa. Jacopo con la sua ironia mi ha sempre mostrato attenzione e interesse, anche se raramente lo esplicita. Tommaso ha addirittura fatto parte dello staff dell’U.S. Isera, dove tutt’ora gioco, prima come allenatore dei portieri (in quanto portiere) grazie a un’idea del nostro Presidente Alberto Sordo che gli ha fatto conoscere l’universo del calcio femminile, e poi sempre più addentro fino ad essere diventato vice allenatore della Prima Squadra e anche all’occorrenza allenatore della Primavera nelle fasi delle finali Nazionali.
Ho avuto allenatori nelle giovanili che sicuramente non dimenticherò grazie agli insegnamenti che mi hanno dato e per il bene che mi hanno voluto, così come non dimenticherò l’allenatore che mi ha fatto esordire in Prima squadra a 14 anni, dandomi persino fiducia in una finale di Coppa, che adesso però ho come avversario”.

Il campionato
“Puntiamo a fare meglio dello scorso anno, ambendo a centrare una salvezza tranquilla; stiamo giocando un bel calcio ed è stato un peccato interrompere il campionato durante il nostro percorso di crescita costante; si potevano raccogliere più punti di quelli ottenuti, specie la gara persa contro il Vittorio Veneto grida vendetta in quanto meritavamo almeno di raccogliere un punto, avendo disputato una delle migliori prestazioni degli ultimi anni; la voglia di ritornare in campo è tanta, non vediamo l’ora di scendere in campo con la Spal Domenica 24 per dimostrare quanto valiamo”.

I ricordi più belli della tua carriera
“Il goal allo scadere nel derby contro il Trento resta una delle immagini più piacevoli da ricordare, un pareggio in extremis contro la nostra rivale più accesa, a seguito di una clamorosa rimonta da 0-3; le gioie con la rappresentativa del Trentino, un autentico orgoglio rappresentare una regione con le relative soddisfazioni da dedicare a mio padre, la figura che più di tutti ha creduto in me; uno dei ricordi più piacevoli da ricordare resta la finale di Coppa Provincia giocata a titolare ad appena 14 anni con il mister dell’epoca Francesco Bollino (attuale mister dell’Unterland Damen) che ebbe il coraggio di schierarmi in campo e darmi fiducia, avendo l’accortezza e la premura di chiedere il permesso ai miei genitori, vista la mia tenera età, un gesto che tutt’ora mi fa tenerezza.”

La Margherita fuori dai campi da gioco
“Dopo aver preso il diploma di maturità al Liceo Scientifico, sto frequentando all’Università la facoltà di riabilitazione psichiatrica, un percorso di studi che mi ha insegnato tanto a conciliare ed a saper organizzare la vita sui libri con lo sport, pianificando ed ottimizzando al meglio la giornata; non potrei fare a meno di entrambi perché lo studio è fondamentale per crearsi una stabilità in futuro ed il calcio è altrettanti importante perché passione pura ed autentica valvola di sfogo delle tue piccole-grandi problematiche quotidiane”.

Credit Photo: Calcio in Rosa

La 3 volte vincitrice di Grand Slam, Naomi Osaka investe nel calcio femminile

Atleta donna più pagata del 2020, icona ed influencer nel mondo dello sport, tennista vincitrice di tre Grand Slam (2018 US Open, 2019 Australian Open, 2020 US Open), Naomi Osaka decide di investire nel calcio femminile, precisamente per la squadra di National Women’s Soccer League del North Carolina Courage.

“Le donne che hanno investito in me crescendo mi hanno reso quello che sono oggi e non riesco a pensare a dove sarebbe la mia vita senza di loro”, ha detto Naomi. “Il mio investimento nel North Carolina Courage va ben oltre il semplice proprietario di una squadra, è un investimento in donne straordinarie che sono modelli e leader nei loro campi e ispirano tutte le giovani atlete. Ammiro anche tutto ciò che Courage fa per la diversità e l’uguaglianza nella comunità, che non vedo l’ora di sostenere e portare avanti”.

Figlia di padre haitiano e di madre giapponese, è stata la prima giocatrice asiatica ad essere numero 1 della classifica WTP nei singoli e la prima giocatrice giapponese a vincere un Grande Slam. La 23enne è stata nominata Sports Illustrated Sportsperson of the Year nel 2020, Ad Weeks Most Powerful Woman in Sports, Forbes Highest Paid Female Athlete of all Time e Time Magazine’s 100 Most Influential People sia per una forte esibizione in campo che per il suo attivismo fuori dal campo. Naomi, come i membri del NC Courage, ha utilizzato la sua piattaforma nel 2020 come palcoscenico per l’attivismo sociale a sostegno del movimento Black Lives Matter.

“Naomi è perfetta come proprietaria perché i suoi valori si sincronizzano molto bene con il nostro club”, ha affermato Curt Johnson, presidente e direttore generale del North Carolina Courage. “Una squadra con un elenco esemplare e pionieristico di atlete professioniste di livello mondiale supportati da un’icona influente a livello globale è un momento fondamentale per il nostro sport e per l’organizzazione Courage”.

Il 2020 ha anche evidenziato l’amore di Naomi per tutto ciò che riguarda la moda quando è apparsa per la prima volta alla settimana della moda di New York, mostrando una collezione che ha co-progettato con Adeam. Inoltre, vi sono le varie partnership con i marchi Nike, Mastercard, Beats, Nissan, PlayStation e Louis Vuitton che la rendono l’atleta più commerciabile al mondo. Presto, Naomi giocherà alle Olimpiadi di Tokyo dove rappresenterà il Giappone.

Credit Photo: https://www.nccourage.com/

The 30 best female footballer of the world 2020: Sara Bjork Gunnarsdottir

Seppur un anno da dimenticare, il 2020 ha dato spazio ai grandi talenti mondiali che meritano di essere celebrate. I campionati interrotti e conclusi hanno rovinato l’atmosfera, ma non sono stati meno spettacolari. Nonostante ciò, le assenze da questa speciale classifica sono molte e di grande spessore. Purtroppo per varie vicissitudini non potranno essere presenti Rapinoe (Covid), Morgan (gravidanza), Guagni (infortuni vari), Marta (Covid), Hegerberg (rottura crociato) e Lloyd (Covid). Hanno saltato gran parte della stagione, ma il loro talento rimane innegabile. Quindi vediamo insieme le migliori 30 giocatrici al mondo del 2020.  Al quinto posto si trova Sara Bjork Gunnarsdottir. 

Probabilmente è una delle giocatrici più vincenti di questa stagione. E voi direte, le piace vincere facile, ed effettivamente non sbagliate. L’islandese, fino all’agosto del 2020, giocava con il Wolfsburg, e per migliorare il proprio curriculum poteva andare solamente in una squadra: il Lione. Ed è stato proprio quello che ha fatto. Ma facciamo un passo indietro. L’addio di Sara Bjork Gunnarsdottir era nell’aria già dall’inizio della stagione scorsa, ma la trequartista è stata comunque un’interprete fondamentale per mister Lerch (anche lui allontanatosi dal Wolfsburg). Il 2020 nella Frauen Bundesliga è stato compromesso dalla pandemia che le ha fatto giocare una manciata di partite con le biancoverdi. Comunque la classe 90 si è portata a casa il campionato e la DFB Pokal 

Dopo l’approdo in Francia, le daranno il benvenuto con la vittoria della Coupe de France, lei in campo sia in semi che in finale. Non può vantare in bacheca la D1 Arkema solamente per pochi mesi. Si rifarà a pieni voti vincendo la sua prima Women’s Champions League battendo in finale proprio il Wolfsburg. L’ex Rosengard è stata protagonista anche della doppia sfida nell’edizione attuale contro la Juventus. Passando al capitolo nazionale, Sara Bjork Gunnarsdottir e l’Islanda si sono assicurate un posto ai playoff per i prossimi Europei sfiorando la qualificazione diretta. Successo sfiorato anche nella Pinatar Cup di inizio anno che vedrà la Scozia come vincitrice. 

Il 2020 di Sara Bjork Gunnarsdottir liofilizzato:
Frauen Bundesliga: 4 partite
DFB Pokal: 1 goal in 1 partita
D1 Arkema: 2 goal in 9 partite
Coupe de France: 2 partite
UWCL: 1 goal in 5 partiete
Women’s EURO Qualification: 2 goal in 5 partite
Pinatar Cup: 2 partite
TrofeiFrauen Bundesliga, DFB Pokal, D1 ArkemaCoupe de France, UWCL 

Veronica Boquete, Milan Femminile: ““La squadra, le compagne, tutto è fantastico. Sono fortunata ad essere nel Milan”

Verónica Boquete Giadans (Santiago di Compostela, 9 aprile 1987) calciatrice spagnola, centrocampista offensiva del Milan ha rilasciato una bella intervista ai canali ufficiali del club rossonero. Ecco le sue dichiarazioni:

Sulle sue doti
“Vero è una calciatrice con grande esperienza. Ho giocato in 8 paesi diversi e adesso sono 15 anni che sono una calciatrice. Ho la stessa passione di quando ero piccola. All’età di 5 o 6 anni ho cominciato a giocare con gli altri bambini del mio paese ma non mi facevano giocare spesso e quindi ero costretta a stare seduto in panchina. La regola dei bambini e delle bambine non mi piaceva ma io mi allenavo tutti i giorni. Sono una ragazza tranquilla ma voglio sempre vincere”.

Sulla prima partita
“Ricordo che la maglietta era molto lunga e la mia famiglia che mi sosteneva. Ero molto contenta”.

Sulla prima partita con il Milan
“Sono abituata ai cambiamenti e qui mi sono trovata subito bene. Dal primo giorno mi hanno fatto sentire a casa. Mi dispiace non aver visitato ancora Milano ma se vinciamo va tutto bene”.

Sul campionato italiano
“Il campionato italiano mi mancava e sono venuta qui perché volevo giocare nel Milan, un club storico. Il campionato italiano mi ha sorpreso perché ha intensità con giocatrici forti e hanno grande qualità. L’Italia è pronta a competere con i grandi campionati”.

Sul Milan
“La squadra, le compagne, tutto è fantastico. Sono fortunata ad essere nel Milan. Abbiamo tutto per allenarci bene e per competere al meglio. Vogliamo lottare per titoli importanti e vincere con la Juventus”.

Sulla concentrazione pre-partita
“Non ho bisogno di grandi cose. Il lavoro si fa durante la settimana mentre nel weekend bisogna sfruttare le proprie opportunità. Qualche volta ascolto un po’ di musica prima delle partite”.

Sulla voglia di segnare
“Spero di segnare molto qui. Festeggio pensando alla mia famiglia con un’esultanza che abbiamo scelto quando sono partita dalla mia famiglia. Utilizzo un’esultanza che assomiglia al polipo perché è il cibo della regione da cui provengo”.

Sulle giocate che sa fare
“Non so fare molte skills perché mi ricordo che mio papà mi diceva che non era importante. Mi concentravo sui tiri, i controlli e i passaggi. Se lo spettacolo è bello e si diverte torna a guardare un’altra partita. Il calcio femminile è cresciuto ma dovrà farlo ancora”.

Sulla volontà di diventare allenatrice
“Un giorno mi piacerebbe diventare allenatrice professionista o nel calcio maschile o femminile anche perché lo sport è uguale. Se voglio arrivare al massimo e il massimo sarà il calcio maschile allora potrei sedermi su una panchina di una squadra maschile”.

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva

Quinto colpo di mercato per la Sassari Torres: arriva Francesca Blasoni

La Torres Femminile ha annunciato il quinto colpo del suo mercato invernale: la società rossoblù ha ufficializzato l’ingaggio di Francesca Blasoni. 

A due giorni dalla sconfitta interna contro l’Aprilia, le rossoblù hanno accolto la centrocampista ex Tavagnacco: jolly di centrocampo, capace di giocare indifferentemente da play basso, trequartista e interno, la classe 1996 ha giocato nel nostro massimo campionato con il Pordenone, tra il 2013 e il 2015, e con il Tavagnacco, nel 2015/2016 e tra il 2018 e il 2020. Sempre con le gialloblu friulane, ha disputato la prima parte di questa stagione in Serie B, categoria in cui ha giocato anche con l’Udinese nell’annata 2016/17.

La storia di questo club rappresenta il motivo principale per cui ho scelto di venire a Sassari – queste le prime parole da giocatrice rossoblu del nuovo centrocampista Francesca Blasoni – Il calcio femminile deve tanto a questa società, sicuramente meritevole di palcoscenici ben più prestigiosi rispetto a quelli in cui si trova al momento. Sono qui per provare a dare una mano, mi piacerebbe tanto contribuire al ritorno della Torres in categorie più consone”

Photo Credit: Sassari Torres Femminile

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