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Jesina Calcio Femminile: ultimo atto della serie B, le pagelle!

Il campionato è finito solo domenica scorsa, ma già ci manca terribilmente l’atmosfera partita vissuta e creata da un fantastico gruppo di persone. E allora come chiusura di questa bellissimA stagione vi regaliamo una simpatica descrizione dei protagonisti in campo..

Domenico Giugliano, l’Allenatore, amante dei nomi con le vocali, che tende a prolungare infinitamente. Quando ti deve chiamare che tu sia nella fascia opposta a lui o davanti alla panchina procede con un’inspirazione diaframmatica oltremisura per emettere un urlo che si sente fino in Lapponia. A seguire l’urlo, che solitamente finisce dopo la partita, ci sono una serie di gesti che puntualmente non capisce nessuno. Il “rint’A capa” nasce dal suo napoletano in risposta al nostro essere matte.. proprio dentro la testa. Come se lui fosse normale! Alla guida di un gruppo lo instrada egregiamente verso la vittoria, ma alla guida della macchina.. Si salvi chi può! O’ SARRACINO

Lorenzo Bruschi, preparatore atletico, il ragazzo che come tutti gli altri uomini della galassia pensa ad una sola cosa nella vita e la venera per tutto il giorno: gli squat. Quando si alza la mattina il primo istinto che ha lo porta al water, dove fa una prima serie di squat. A casa sua nn vedrete mai mobili alti o di media altezza, è tutto sapientemente disposto sul pavimento per fare squat anche quando si prepara la colazione; dopodichè parte per la passeggiata con Jack, il suo cane, così può raccogliere le feci facendo gli squat. Non ditegli che gli squat rovinano la schiena o le ginocchia: potrebbe partire con una serie da 3729 e ad ognuno sganciarvi una peruzza in faccia, mentre sapientemente vi istruisce sull’importanza di far bene quest’esercizio. Tra squat, navette, ccvv è stato l’incubo bello di questa stagione accompagnato da un unico coro “esci i leggins, Lorè!”. DISCOBOLO

Alunno Ilaria, classe 1996, la ragazza in rosso non tanto per l’espulsione che colleziona alla terz’ultima di campionato, ma più per la sua classica posa da porno diva: bocca a culetto di gallina, capello mosso dal vento anche quando il vento non c’è, sguardo penetrante e via sui social. Difensore centrale impeccabile, in questa stagione fa goal di testa su calcio d’angolo, anche se non ditelo a nessuno in realtà esulta con il naso sanguinante. Per tutto l’anno fa trentunomiliardiottocentodiciannove chilometri, non contenta appena finisce il campionato parte per il Cammino di Santiago di Compostela. TOGA TANTA ROBA.

Barchiesi Irene, classe 1992, una ragazza piena di energia e un meraviglioso sorriso. Una risata che risuona nella testa di chiunque l’ascolti e che tocca note che manco Laura Pausini conosce, sempre il primo like di tutte le pubblicazioni della Pagina EDP Jesina calcio femminile. Una di quelle che non ha mai abbandonato la barca: anche quando purtroppo la domenica era costretta alla tribuna, la settimana dopo state pur certi che l’avreste comunque vista al campo ad allenarsi dopo le sue duemilanovecentotre ore di lavoro. Durante la festa di domenica scorsa si scatena talmente tanto che per spegnerla bisogna prendere l’estintore del locale. INVINCIBILE.

Battistoni Elisa, classe 1997, conosciuta per la sua grave forma di narcolessia, ma anche per la sua iperattività in campo. Quella capace di lasciarti di ghiaccio con uno dei suoi goal di pregevole fattura dalla super distanza. La padrona indiscussa del tavolino sul pullman, lei dice per studiare, ma noi sui libri l’abbiamo vista quasi sempre dormire. PRINCIPESSA ELSA.

Becci Veronica, classe 1990, ad inizio campionato è costretta da un infortunio alla tribuna, ma quando rientra non passa assolutamente inosservata. Durante l’anno ingrassa, dimagrisce, riingrassa, ridimagrisce, riingrassa, giustificandosi che siano i ritmi estenuanti del lavoro. Noi che però l’abbiamo vista mangiare un’intera crostata da sola stentiamo a credere che sia colpa del lavoro. Nella sua forma fisica è comunque impossibile parlare di maniglie dell’amore, più che altro pomelli dell’amore! Per essere disponibile agli allenamenti dà fuoco alla fabbrica dove lavora ed in campo è la donna cannone che tutti sognano di avere in squadra. PIROMANE.

Breccia Chiara, la classe non è acqua, con noi vince per la terza volta un campionato di serie B, ma troppo ancora ha da vincere. Difensore centrale, come la sua compagna di reparto segna su calcio d’angolo a Vicenza, ed è tanta la gioia che esulta abbracciando le compagne come se fossero fusti di birra da 54litri ciascuna. La birra, dopo il suo gatto Hope, il vero amore di Chiari. Con il suo dolce modo di fare prende per mano le più piccoline e le conduce verso la gloria. THE WALL.

Cantori Katia, la classe non si sciacqua, super paziente, quest’anno non gioca tantissimo, ma tutti si ricorderanno il colpo di reni con triplo salto carpiato mortale all’indietro che ha fatto a Padova salvando l’uno a zero. Al termine della partita si narra che la Cagnotto l’abbia chiamata per i prossimi europei di trampolino sincro. Che ci sia il sole che spacchi le pietre o il diluvio universale con Noè che arriva puntuale a salvare lo zoo della Jesina (Polli, Mosca, Picchio), Kate la vedrete sempre indossare il cappello con la visiera. INSORMONTABILE K2.

Catena Michela, classe 1999, non osiamo immaginare cosa combina a Londra perché quando torna è indiavolata e nel finale di stagione i proiettori sono tutti meritatamente su di lei. Ubriaca le avversarie con invidiabili movimenti di bacino e giochi di gambe che hanno del paranormale. Se non fosse per il colore albino della sua pelle, tutti scambierebbero Migheila Categna per una brasileira al carnevale di Rio. Alla nostra domanda sui suoi reggiseni così particolari “Michi ma pure ‘sto reggiseno è di tua sorella?”, lei risponde “No è di Victoria’s Secret.” POPPANTE.

Costantini Nausica, classe 1992, lei corre. Corre a destra e a manca senza risparmiare neanche una goccia di sudore, a Pordenone si guadagna il rigore per il 3 a 2. In quest’annata perde una cosa per lei molto importante e chiaramente di intima proprietà: le ciabatte. Grazie al cielo il mister fin dalla prima trasferta le impedisce di venire da barbona in orrende calze di spugna bianche a mezzo polpaccio e ciabatte viola come aveva fatto fino a quel momento. Un giorno qualunque mentre rischia l’arresto, non curante del fatto, lei intavola conversazioni geopolitiche “questi sprecano i nostri soldi.. ah ciò.. perché quelli son soldi nostri.. miei, tuoi, suoi.. sono soldi pubblici..”. La lasciano andare impunita. GALEOTTA.

De Sanctis Aurora, classe 2000, bianca cadavere anche chiamata Mercoledì per la vaga somiglianza con l’attrice della Famiglia Addams dichiara “io non ancora provo una volta”, insomma l’abruzzese che quando parla per la comprensione è consigliato l’utilizzo dei sottotitoli a pag777 di televideo. Nata da Adamo ed Eva per la sua felicità, non forse per i suddetti visto il soggetto! Arriva e si integra nel gruppo verso gennaio, dopo un buon inizio di campionato con la Primavera. Si presenta fin da subito per la sua “arroganza” in campo, quella sana cattiveria agonistica, che ne fa un ottimo terzino.ARROSTICINO.

Ferretto Anna, classe 1990, arriva da Verona e temiamo di avervelo già detto, ma vista la gravità della cosa lo ripetiamo, in tutto il mondo terrestre ed extraterrestre è l’unica veneta astemia per scelta. Verso Novembre comincia ad allenarsi con noi e non smette più. Vegetariana resiste nel rimanere ad Ancona anche oltre la laurea forse per poter continuare a divertirsi con noi dove a detta sua trova molto più di una squadra, oppure (è questa la verità) non se ne va per la coltivazione di una sola pianta di basilico che ha iniziato sul terrazzo di casa. MONOPATTINIZZATA.

Fiorella Miriam, classe 1990, l’imbronciata di turno che come tutte vorrebbe giocare di più eppure non molla mai ed è presente a tutti gli allenamenti. La ribelle, quella che mentre la panchina nel pre-partita si dedica ad attività ricreative negli spogliatoi, lei usa il suo mantello magico con il potere dell’invisibilità per poi riapparire nel momento dell’appello. Apparentemente burbera, ma infinitamente generosa e dall’animo gentile, sua la realizzazione del disegno della nostra maglia celebrativa la promozione in massima serie. ARTISTA.

Fontana Tamara, classe 2000, anche lei arriva ad inizio anno e appena vede lo spogliatoio di matte vorrebbe scappare, invece rimane e ci dà una grossa mano, andando in goal contro la Grifo Perugia. Nelle trasferte viene costretta a giocare a Tabù e si trova in squadra con delle ritardate. Ecco un dialogo tipico “quando guardi il cielo cosa vedi?” Risposta le stelle e fin qui tutto bene. “E quando ce ne sono tante?” Risposta.. “se ce ne so tante.. bel tempo!” Galassia. Era galassia la parola. TRAUMATIZZATA.

Fabbretti Noemy, classe 1992, la donna che allieta i pre-partita della panchina, quando alla richiesta “dai raga mentre aspettiamo l’appello famo una briscoletta!?” Lei c’è. Lei è puntuale. Lei è precisa. Lei è previdente ed ecco che dalla borsa tira fuori il mazzo di carte napoletane e via che parte la briscola, tre sette e scopa! Appassionata di serie televisive porta con sé una pennetta USB che si scambia con le compagne in modo furtivo come fosse un vero e proprio spaccio di sostanze stupefacenti. Non azzardatevi a fare uno spoiler, rischiate la decapitazione seduta stante.ILLEGALE.

Guidi Emma, classe 1996, santa, semplicemente santa. Ogni allenamento o partita casalinga parte da Montemarciano e viene a Jesi in pellegrinaggio per via della forte fede cristiana che ha, visto mai qualche parroco leggesse la cronaca non vi diciamo che durante la partita a Pordenone per incitare le compagne ha bestemmiato. Scherziamo, il lunedì mattina, mentre qualcuna ancora smaltisce la sbornia post-festeggiamenti, lei è in prima fila in chiesa non tanto per pregare, ma per chiedere che le vengano riconosciuti i miracoli che fa tra i pali. Portiere, l’ultima speranza, quella che non deve sudà nel riscaldamento pre-partita se no porta male. ACCHIAPPASOGNI.

Lucarini Ilaria, classe 1995, in pullman una di quelle che si porta da studiare. Posiziona tutto diligentemente: tira giù il tavolino dal sedile di fronte, apre il libro, prende l’astuccio, comincia a temperare una ad una le 89 matite e le fa talmente tanto appuntite che Giovanni Muciaccia potrebbe sentire minacciata la sua incolumità, altroché le forbici dalla punta arrotondata. Prende la pagina esatta e da lì non si muove, si fissa alla visione del film. Solitamente nelle quattro ore di viaggio fa una media di una facciata e mezza. Terzino intelligente la stagione per lei parte alla grande, poi però è costretta a fermarsi a lungo per un infortunio. Con la sua costanza e serietà recupera la forma e torna abile e arruolabile per le ultime partite di campionato. DILIGENTE.

Mari Giulia, classe 1994, quella che al gioco del telefono esce la frase “la vergara a ponciga coglie le biricoccoli”, ma non solo. Quella che pennella palloni per le compagne e aforismi per l’interpretazione dei quali serve Olga Fernando “dice lu porcu dentru a lu fornu: mò tutte ‘ste patate chi se ‘e magna?” e ancora “dice lu porcu: tutti a parlà de pista, ma io ‘e machine mica ‘e vedo!”. L’unica al mondo che in un solo anno vince due campionati di serie B, con noi e con il Chieti con cui si allena durante l’anno per via dei suoi studi che l’hanno portata lontana dalla metropoli Rambona. In questa stagione nonostante buchi tre volte, non ha ancora imparato a usare il crick: obbiettivo per l’anno prossimo. INNARRESTABILE.

Monterubbiano Valeria, classe 1996, è tanta la strada che fa e tante le multe che prende per eccesso di velocità.. in campo! Il motorino che nn si è fermato mai per tutta la stagione, realizza 13 goal e ne fa fare dieci volte tanti. La biondina da Fermo che ha una fissa incontrovertibile: dalla panca alla doccia, una distanza media di due metri e mezzo, deve indossare l’accapatoio e poi toglierlo solo una volta acceso il getto dell’acqua. Alla domanda sullo stato di salute di ognuna che precede la partita, il mister su lei si ferma “sei bianca Valèè.. ma stai male?!” Non ha ancora capito che l’abbronzatura per lei è un sogno proibito. BEEP BEEP.

Picchiò Giulia, classe 1995, la puntualità dei suoi interventi difensivi non è da tutte, un po’ meno quella ad allenamento, ma per lavoro. Comunque sia la ragazza del ritardo, quella che si finge incinta e a momenti fa svenire il mister. Mentre le altre chiedono di farsi portare in panchina le scarpette a sei per eventuali cambi in corsa, lei vuole solo Gianni, un cane di peluche. La bella della rosa, prima delle partite non deve mancare un selfie personale con una qualche frase in rima che inizi con “so figa”. Ad allenamento tra fango e malta, lei è l’unica che esce sempre impeccabilmente indenne dallo sporco.  ELEGANTE.

Scarponi Silvia, classe 1985, il CAP non quello civico. Quello inamovibile che presiede il centrocampo e all’occorrenza si reinventa centrale di difesa. Innamorata di Pusty, la cagnolina mascotte della squadra, ci delizia per tutto l’anno con prelibatezze del forno dove lavora. Generosa, onesta, una bandiera intramontabile di questa Jesina. All’ultima partita di campionato esce dal campo accompagnata da un’infinita standing ovation del Cardinaletti, che in lei riconosce il passato, il presente ed il futuro di questa Società. Durante i festeggiamenti cosa combina, anzi cosa nn combina, il cap si scatena e fa di tutto! Diciamo solo che il giorno dopo si sveglia con un capillare dell’occhio andato. NON HO L’ETÀ

Papa Marta, classe 1993, operatasi al ginocchio deve fare una lunga riabilitazione per essere disponibile in campo, ma non si risparmia mai. Costretta spesso alla tribuna, fa comunque sentire la sua voce da fuori per sostenere le compagne. Quella che prende il bastone dei selfie.. in testa! Forse le botte sulla testa, o forse semplicemente la ragazza ha del genio dentro di sè: stufa dell’Università si tinge i capelli di bianco e va all’Inps a chiedere la pensione. NONNA.

Piergallini Alessandra, classe 1999, arriva nel gruppo anche lei a campionato iniziato, dopo i ventritremiliardi di goal realizzati con la Primavera. Ad allenamento quando fa la scaletta rischia di inciampare.. da ferma sulla scaletta della fila a fianco. Per non parlare degli scattini: nella partenza scivola e cade a bocca avanti, scordandosi che Madre Natura le aveva fatto anche le braccia. Anche se la cordinazione non è il suo forte, quando si tratta di scendere in campo tiene bene la posizione e accompagna alla grande le giocate delle compagne. ANSIOSA.

Polli Elisa, classe 2000, segna 23 goal in 18 partite giocate, capocannoniere del girone con una media da far invidia anche ad Higuain che ne segna 36 in 35 partite. La cantante del gruppo, quella che quando tutto il pullman vorrebbe dormire fa partire “hola chica bonita” ballando e cantando senza tregua. Una finta timida anzi una vera e propria chiacchierona. Giocatrice della Nazionale U17 quando torna dall’Europeo non si cura di portare a casa la divisa azzura, la cosa che più le sta a cuore è il barattolo della Nutella.  BOMBER.

Vagnini Martina, classe 1990, allenatrice dei bambini, pesa 40kg con i sassi nelle tasche. Durante tutto l’anno capitalizza una media imbattibile: quella dei pestoni. Ne prende solitamente due o tre a settimana, per giunta dalle sue stesse compagne. La ragazza dalla spiccata intelligenza e visuale di gioco, oltre a servire palloni con il contagiri, segna e tutti i goal che fa sono dei veri e propri capolavori. Se non la conosceste abbastanza vi verrebbe da pensare che è perennemente nei giorni pre-ciclo mestruale, ma in verità il suo apparire acidella nasconde una persona buona e tenera. PIEDI DI FATA

Mosca Emily, classe 1994, io, la voce narrante, Milì o Mily che dir si voglia, che come ha potuto ha dato sempre tutto ciò che aveva da dare in campo e fuori. Orgogliosa e super fortunata di far parte di un gruppo del genere, onorata di aver scritto di Noi in questa stagione che altro non può fare che passare alla storia. Di lei si dicono due cose: la prima è l’addetta stampa che tutti vorrebbero avere, la seconda è tavola da surf per il suo piattume che tenta di nascondere con reggiseni push-up con poco da push-uppare! Universale sul rettangolo verde, per la prossima stagione mira a provare anche il ruolo di portiere, l’unico che manca al repertorio. CUCINOTTA

Sperando di avervi strappato un sorriso, grAzie infinite per averci sostenuto da vicino, da lontano, silenziosamente o con cori da stadio. Dalla JesinA è tutto, a presto.

Harrison e Valeria Pirone, addio al Verona? Longega tra Champions e derby col Chievo…

Dopo la qualificazione in europa, il grande tecnico di calcio femminile Renato Longega dovrà sistemare la sua rosa, che durante la stagione ha perso qualche pedina fondamentale, e dovrà pertanto ristrutturarsi per ripartire nel tornando della Champion’s League al meglio delle possibilità del suo club.
Voci di corridoio sembrano vedere lontane dalla città del balcone, due indiscusse protagoniste del finale di stagione, il portiere Harrison, e il bomber Valeria Pirone.
Per la bomber Pirone si vocifera un grande interessamento della stella emergente Valpolicella, sempre più legata al professionismo del Chievo Verona, ma anche interessamenti da Napoli, Firenze e Tavagnacco.
Harrison potrebbe cercare una nuova collocazione, e si vocifera che potrebbe essere Sabrina Tasselli il portierone del retrocesso Riviera di Romagna,  ad approdare in gialloblù.
A Verona invece pare si punti ad un mercato internazionale, con l’ arrivo alla corte di Longega di alcune stelle dal nord europa, notizia di cui si attende l’ ufficialità, e che riporterebbe Verona ai fasti che le competono, a difesa di un secondo posto da migliorare, di una Champions League da disputare, e di un derby con la sponda Chievo Verona che vede un Valpolicella, nonostante la Serie B, fare passi da gigante.
Verona resta una grande calamita per calciatrici di talento e fama.

Claudia Mercurio: è credenza diffusa che le donne non capiscano niente di calcio ma questa è una presunzione di molti uomini

Oggi alle ore 18.30 presso il Gran Caffè Gambrinus, Piazza Trieste E Trento, Napoli, Rogiosi Editore presenta il libro ‘Il tempo del calcio’ di Claudia Mercurio. Con l’autrice interverranno: Massimo Caputi, Italo Cucci, Rosario Bianco. Modera: Gianni Ambrosino.
Il testo affronta il mondo del calcio dal punto di vista femminile, con un approccio decisamente diverso rispetto al solito: È credenza diffusa che le donne non capiscano niente di calcio ma questa è una presunzione di molti uomini.
Partendo da questo ragionamento, quindi, Claudia Mercurio affronta il tema calcistico con gli occhi curiosi di una donna intelligente, che nel libro ricostruisce, partendo dalle origini, la storia dello sport più popolare al mondo incrociandola con quella dei suoi interpreti più famosi. Con l’Autrice interverranno Massimo Caputi, Italo Cucci e l’editore Rosario Bianco. Modera Gianni Ambrosino.
Classe ’85, ex miss Campania, laureata in giurisprudenza e giornalista pubblicista, Claudia Mercurio è una show-girl ideatrice e autrice di programmi televisivi.
Alla presentazione de ‘Il tempo del calcio’ , interverranno istituzioni politiche e cittadine, oltre a personaggi dello sport, del giornalismo e dello spettacolo.

USA: approvata la legge per la parità di salario tra calciatrici e calciatori

Il Senato americano ha approvato una legge importantissima, soprattutto per il suo valore simbolico: potrebbe aprire la strada a leggi che regolino la parità di trattamento economico tra uomini e donne.

All’inizio di maggio, la Senatrice Patty Murray e altri 21 deputati democratici hanno lanciato un’indagine per capire quale fosse il trattamento economico riservato alle calciatrici, scoprendo che le donne della Nazionale di calcio USA, vincitrici del titolo mondiale e di tre medaglie d’oro consecutive alle Olimpiadi, guadagnavano il 25% in meno dei calciatori.

Così, due giorni fa il Senato ha approvato all’unanimità una legge che introduce la parità di salario tra uomini e donne nella Nazionale di calcio. «Non si tratta solo di soldi. Ma è un messaggio che mandiamo alle donne e alle ragazze del paese e di tutto il mondo – ha dichiarato la Senatrice Patty Murray -. La disparità di retribuzione tra le calciatrici e i calciatori è emblematica di quanto stia accadendo in tutto il paese».

Di fatto si tratta di un problema che non riguarda solo i singoli paesi, ma l’intera FIFA.Per la vittoria ai mondiali di calcio, la nazionale tedesca maschile ha ricevuto un premio dalla federazione internazionale di ben 35milioni di dollari, mentre la nazionale femminile americana ne ha guadagnati solo 2milioni.

In quest’ottica, la decisione del Senato americano potrebbe spingere altre nazioni a chiedere una parità di trattamento economico tra calciatrici e calciatori. Una disparità che in Italia è a dir poco abissale, senza contare che nel nostro paese solo i calciatori possono essere sportivi professionisti. Soprattutto una disparità di trattamento che non riguarda solo lo sport, ma il sistema economico in generale.

Sempre dall’altra parte dell’Oceano, infatti, è in discussione il Paycheck Fairness Act – la legge che introdurrebbe a livello federale pene severe per trattamenti economici diversi tra uomini e donna, e l’obbligo per i datori di lavoro di dimostrare che la differenza di salario non sia dovuta alla differenza di genere. La legge finora è stata bloccata dai parlamentari Repubblicani, ma la Senatrice Murray spera di riuscire a farla approvare quanto prima: «Invito tutti i miei colleghi a mettere da parte le questioni di partito e di metterci a lavorare tutti insieme».

Speriamo che prima o poi, anche dalle nostre parti qualcuno decida di seguire l’esempio americano: abbattere le discriminazioni di genere nello sport vuol dire spianare la strada per abbatterle in tutta la società.

Milena Bertolini: per la finale dimenticarsi di oggi

In settimana era stata chiara con le proprie calciatrici: “Dimenticare lo scudetto”. Milena Bertolini è stata accontentata e alla fine della partita contro il Mozzanica plaude le proprie ragazze: “Nell’arco della settimana piano piano si sono rimesse con la testa sulla Coppa Italia, perché quando abbiamo ripreso gli allenamenti martedì il pensiero era ancora tutto ai festeggiamenti. Sono felice per loro, che abbiano ritrovato la concentrazione con il passare dei giorni perché se vogliono diventare calciatrici di livello la strada da fare è questa”.
Un derby vinto nettamente contro l’unica squadra che in stagione mai il Brescia aveva battuto.
“Non avremmo mai pensato di battere il Mozzanica 5-1 prima della partita, ma si deve essere realisti e dire che questa è lo specchio della partita di andata in campionato quando perdemmo noi 4-0. Era un risultato eccessivo quello, lo è quello di oggi, loro han avuto un’occasione nei primi minuti senza segnare, noi invece alla prima occasione siamo subito andate a rete e così via nel corso della gara che ci ha visto molto ciniche. La differenza sta tutta qui”.
L’attacco oggi è stato implacabile, quando nel corso della stagione più volte lo si era rimproverato di essere poco cinico.
“Quest’oggi effettivamente si è concretizzato quasi tutto, dopo il 3-0 poi è stato tutto molto più facile, ma oggi si è ritrovata quella vena realizzativa che in passato ci è mancata”.
Come si prepara ora una finale distante due settimane.
“prima di tutto siamo felicissimi di aver raggiunto questo primo traguardo, perché è sempre un grande risultato accedere ad una finale. Adesso andremo incontro a questa sosta che ci porterà via molte calciatrici per gli impegni della Nazionale, per preparare la gara avremo solo due o tre giorni al loro rientro, quindi non molti, e le condizioni da oggi saranno completamente diverse. Dovremo dimenticare in fretta la partita di oggi”.

Esclusivo: dopo la delusione Champions, nuova maglia per Patrizia Panico?

Patrizia Panico, bomber di razza, capace di vincere per dodici volte da sola ed altre due volte ex aequo[3] il titolo di capocannoniere della Serie A (superando complessivamente il record di Carolina Morace, che vanta 11 vittorie “solitarie”), segnando quasi seicento reti in più di cinquecento partite giocate, indossando le maglie di Lazio, Torino, Modena, Milan, Bardolino, Bardolino Verona, AGSM Verona e Torres e Fiorentina Women’s FC, potrebbe salutare Firenze.

Fino a Gennaio, la sua Fiorentina Women’s FC, era in corsa per ogni obiettivo, campionesse d’ inverno e zona Champions League fino agli ultimi 90 minuti di campionato.
E nella fatal Verona, squadra proprio della ex Patrizia Panico, anche quell’ ultimo fondamentale obiettivo è incredibilmente svanito per l’ equipe viola di Fattori, che a Settembre era stata anche eliminata dalla coppa Italia nel secondo turno.

Patrizia Panico, secondo indiscrezioni di settore, potrebbe cambiare nuovamente casacca.
La bomber romana, che anche quest’ anno ha dato sfoggio di essere un fenomeno vivente, facendo registrare oltre 20 reti nella classifica delle marcatrici, potrebbe approdare alla Lazio, terminando la sua leggendaria carriera in biancoceleste.

Federica D’Astolfo: le emozioni del Mapei e le difficoltà della Reggiana Calcio Femminile

«Abbiamo vissuto un momento irripetibile per il movimento dello sport femminile, per la Figc e anche per Reggio che ha dato un contributo fondamentale alla riuscita dell’evento». L’ex arbitro internazionale Roberto Rosetti, coordinatore della finale Champions di calcio femminile, traccia un bilancio molto positivo dell’esperienza reggiana. «La migliore cartolina di questa finale è lo stadio pieno di famiglie e bambini – dice Rosetti -, le frecce tricolori che solcano il cielo, un’atmosfera di pace e di gioia quale dovrebbe esserci sempre in uno stadio di calcio». 

La giornata di giovedì, che ha visto il trionfo del Lione sul Wolfsburg, è stata vissuta con emozione soprattutto dalle donne del calcio: dalle giovani che sognano un giorno di calcare gli stessi prestigiosi palcoscenici, alle ex calciatrici che sono impegnate a promuovere il loro sport e hanno vissuto oltre a tante gioie anche amarezze e difficoltà legate alla mancanza di considerazione di cui gode questo sport in Italia. «E’ stata una grande emozione – dice Federica D’Astolfo, allenatrice della Reggiana femminile, fresca di panchina d’argento -. Un evento come questo ripaga di tanti sacrifici e difficoltà. Ho realizzato il sogno di vedere il calcio femminile in una cornice adeguata, con un’organizzazione perfetta e la bella atmosfera della Champions». 

L’obiettivo degli organizzatori, Figc in testa, è stato quello di sfruttare la finale, per la prima volta in Italia, per rilanciare il calcio femminile. Gli addetti ai lavori non si fanno però illusioni, specie chi da troppo tempo attende che alle parole seguano i fatti. «La speranza però che stia cambiando qualcosa c’è – dice Federica D’Astolfo –. La finale di giovedì ha dimostrato che se si investe nel calcio femminile si arriva a dei buoni risultati, di pubblico, di sponsor, di qualità del gioco espresso dalle squadre». 

La realtà di tutti i giorni, oltre la scintillante vetrina della Champions, è fatta di grandi difficoltà e le vicende della Reggiana femminile non fanno eccezione. «Per quanto mi riguarda devo ancora decidere se allenerò il prossimo anno la Reggiana – prosegue la D’Astolfo -. Devo parlare con la società. Quest’anno è stata una stagione molto impegnativa. Ci siamo salvate ma vorrei che le ragazze potessero lottare per traguardi più prestigiosi e c’è un po’ di frustrazione per il fatto che dobbiamo accontentarci di questi obiettivi. Siamo una squadra giovanissima e sono contenta di aver dato cinque ragazze alle nazionali under 16 e 17, ma servirebbero più investimenti per attrarre qualche ragazza con maggiore esperienza da affiancare alle altre. La presidente Betty Vignotto e il nostro sponsor Barcom, che non ci ha mai abbandonato, sono preziosi e per fortuna che ci sono loro. Ma una squadra con questa storia merita l’attenzione anche da parte di altri soggetti».

Filosport Castellana Calcio Femminile alza la Coppa Puglia

La Filosport alza la Coppa Puglia e sigla il double stagionale (il secondo in 2 anni da quando la scorsa stagione si è formata questa giovane società di calcio femminile). Dopo aver conquistato il campionato Regionale Puglia serie C di calcio a 11 femminile, la società ASD Filosport Castellana vince la finale di Coppa Puglia per 2 a 1 contro l’Atletico Melpignano, giocata domenica 15 maggio a Faggiano (TA).

Grande soddisfazione per il Mister Michele Fera: “E’ stata una partita bellissima ricca di emozioni e colpi di scena. Onore agli avversari che hanno lottato fino alla fine dei 2 tempi supplementari. Volevamo anche questo trofeo dopo aver vinto il campionato. Un grazie in primis alla società e in particolare alla famiglia Filomeno che ci permette di credere ancora che il calcio femminile è possibile dalle nostre parti. Un grazie ovviamente anche alle mie giocatrici, abbiamo lavorato sofferto ed esultato insieme per raggiungere i nostri obiettivi. Sono orgoglioso di loro. Ora ci prendiamo una piccola pausa e poi subito al lavoro per realizzare il sogno di partecipare al campionato nazionale di serie B.”

La società fa sapere che nei prossimi giorni avrà importanti incontri con sponsor che vogliono avvicinarsi alla nostra realtà. Nella prossima stagione per affrontare il campionato di serie B, serviranno partners pronti ad investire in questa società. Tutta la Filosport si augura di rivederci il prossimo anno in serie B.

La finale di Coppa Italia sarà Brescia – Verona: appuntamento il 12 giugno a Firenze

Sarà Brescia – Verona la finale di Coppa Italia femminile 2016: le due squadre che hanno rappresentato l’Italia nella Champions League appena conclusasi a Reggio Emilia con il successo del Lione ai rigori sul Wolfsburg, si affronteranno il 12 giugno a Firenze. Ieri, doppia vittoria in trasferta per le due finaliste: l’AGSM Verona si è imposta sul Castelfranco (3-1) quest’anno brillante seconda nel girone C di Serie B, mentre il Brescia ha superato nel derby lombardo il Mozzanica (5-1).

Panchine Oro e Argento, premiazioni tra applausi e qualche polemica

La premiazione dei migliori tecnici di calcio femminile, è avvenuta contemporaneamente alla finale di Champions League femminile tra Lione e Wolksburg, nella fantastica sede del CERE di Reggio Emilia.
I lavori di tale evento, condotti dall’ allenatrice del Brescia Femminile, Milena Bertolini e terminati con la presenza di Morgana e Ulivieri, hanno sucitato interesse e applausi ma hanno anche provocato qualche perplessità all’ interno del panorama del Calcio Femminile Italiano, soprattutto a livello nazionale.

La votazione per tali riconoscimenti è stata inserita in un contesto formativo di due giorni, in cui hanno trovato spazio il preparatore atletico del Brescia, Fabiana Comin del Verona ed il grande Mister Eusebio DI Francesco.
Nella procedura per la votazione, avvenuta Mercoledì’ in apertura di giornata, il primo errore formale è accaduto con l’ errore nella lista dei tecnici aspiranti alla panchina d’oro, nell’ elenco era stata omessa l’ allenatrice del Bari, Cardone, protagonista tra l altro di un finale di stagione esaltante, meritevole di attenzione.

Avvenuta la prima votazione, da parte degli aventi diritto al voto, dopo circa un ora tale votazione è stata resa nulla per alcuni “errori”, e quindi è stata organizzata una seconda votazione, in cui appunto è stata inserita in lista anche Cardone, tecnico del Bari Femminile, e si è riorganizzata la lista degli aventi diritto al voto, togliendo tra le altre l’ allenatrice professionista Giammanco Micol, che aveva invece ricevuto diritto di voto nella prima tornata, pur senza aver allenato alcuna squadra di calcio femminile.

Alla votazione hanno preso parte tutti i tecnici presenti di calcio femminile, e non solo i tecnici di A e B, hanno avuto accesso gli istruttori di ogni categoria giovanile femminile, compresi i tecnici di primavera e giovanissime presenti in loco, i mister in seconda e i mister dei portieri. I tecnici che non hanno frequentato tale corso di aggiornamento a pagamento, posizionato nei giorni di Mercoledì e Giovedì,  non sono invece stati interpellati nella votazione.

Per il secondo anno di seguito è stata eletta panchina d’oro dai colleghi e dalle colleghe Milena Bertolini, tra gli applausi dei partecipanti.
Per il secondo anno consecutivo è stata eletta panchina d’argento dai colleghi e dalle colleghe, Federica D’astolfo, con qualche rumorio nell’ aula durante l’ atto della proclamazione tenuto dal grande Renzo Ulivieri.

Non tutta la platea ha gradito il fatto che per il secondo anno  di fila la D’astolfo, vincesse il premio, dopo il terz’ultimo posto conseguito dalla sua formazione nella corrente stagione, la giovanissima squadra della Reggiana Barcom Femminile.

L’ ultimo intervento deciso è stato quello del Mister del Verona, Renato Longega, che ha reclamato parità di opportunità tra i generi, poiché per le donne, a detta del pluriscudettato allenatore veronese,  la strada verso i corsi di formazione è in discesa, mentre per gli uomini è terribilmente  in salita, così come per l’ attività di formazione nei corsi Uefa C e B sul calcio femminile, dove le uniche docenti possono essere donne, mentre uomini che allenano da anni il femminile, anche con ottimi risultati, vengono esclusi per differenza di genere.

Una importante tappa legata alla formazione dei tecnici in rosa, con l’ assegnazione di importanti riconoscimenti ai tecnici di calcio femminile italiano, a cui la redazione fa arrivare i suoi complimenti.

Queste le votazioni:
Panchina d’oro, Serie A:
PRIMA CLASSIFICATA
Milena Bertolini ( Scudetto, Quarti di Champions e Finale di Coppa Italia)
SECONDA CLASSIFICATA
Nazarena Grilli ( 4° classificata in A, Semifinale coppa Italia)
TERZO CLASSIFICATO
Renato Longega (qualificato Women’s Champions League)

Panchina d’ argento, Serie B
PRIMA CLASSIFICATA
Federica D’ Astolfo ( 8° classificata Serie B girone B)
SECONDO CLASSIFICATO
Antonio Cincotta ( 1° classificato Serie B girone A)
Ashraf Seleman ( 2° classificato Serie B girone D)

 

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