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Astrid Gilardi, Como Women: “Sono rimasta qui perché c’è un progetto di crescita. Quinto posto? Abbiamo le carte per farcela”

Photo Credit: Francesco Passaretta - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Il Como Women ha cominciato bene il ritorno della Prima Fase di Serie A, dato che ha sconfitto in trasferta 1-0 il Milan, ottenendo la quinta vittoria stagionale e il quinto posto in classifica.
La squadra di Stefano Sottili si sta preparando alla sfida di domenica contro la Juventus leader del campionato e, in attesa di quest’importante match, abbiamo intervistato Astrid Gilardi, portiere classe ’03 che veste la maglia lariana per la seconda stagione.

Astrid, cos’è per te essere una calciatrice?
«Per me, essere una calciatrice è aver realizzato un sogno che ho fin da quando ero piccola. Riuscire a vivere della mia passione è un motivo di orgoglio».

Cosa ti ha portato a diventare un portiere?
«Sono diventata portiere perché mi è sempre piaciuto provare cose nuove e tra le mie compagne ero quella più “pazza”. Tutto è iniziato quando in una partita mi sono offerta di andare in porta in assenza di una compagna in quel ruolo e da allora non mi sono tolta più i guantoni. Anche quando l’Inter mi ha preso, mi chiese se volessi essere una giocatrice di movimento o il portiere e io ho scelto quest’ultimo ruolo. Perché, come ho detto prima, rispecchia un po’ la mia personalità, e la voglia di differenziarmi dagli altri».

Da due anni sei al Como Women. Perché hai deciso di rimanere in questo club?
«Ho deciso di rimanere in questo club grazie al progetto di crescita che mi è stato proposto, sia a livello individuale che a livello di squadra. Poi, anche grazie al legame che ho stretto nell’ultimo anno con le mie compagne».

La Serie A ha da poco fatto il giro di boa e il Como, dopo dieci partite, si trova al quinto posto. La Poule Scudetto può essere alla portata?
«Sono convinta che abbiamo a disposizione tutte le carte per farlo, è il nostro obiettivo: le ultime partite ne sono state la dimostrazione».

Guardando le statistiche, il Como Women è quasi in pareggio: al momento la squadra ha fatto sedici reti e ne ha subite ben quindici…
«Abbiamo iniziato il campionato non nel migliore dei modi sotto questo punto di vista, però nell’ultimo periodo siamo molto migliorate».

Parliamo del successo arrivato in casa del Milan: quanto valgono i tre punti arrivati in casa delle rossonere?
«I tre punti in casa del Milan valgono oro, perché proprio con loro ci contendevamo il quinto posto temporaneo. Poi, maggior soddisfazione per il fatto che non avevamo mai vinto in casa delle rossonere».

Poi, c’è un ulteriore dato da non sottovalutare: il Como Women ha tenuto la porta inviolata per la terza volta in questa stagione, in particolar modo due di queste sono arrivate proprio contro il Milan…
«Siamo riuscite a tenere la difesa compatta, nonostante diversi infortuni in quest’ultima gara».

Ma adesso c’è il match contro la capolista Juventus e l’obiettivo sarà quello di cancellare il 4-2 dell’andata…
«Si ovvio, l’obiettivo è di fare meglio rispetto all’andata. In settimana, abbiamo lavorato tanto per questa partita. Portare a casa i tre punti sarebbe una grossa soddisfazione a livello di club, ma sappiamo anche che abbiamo davanti una squadra importante e una rosa altrettanto di alto livello come quella della Juventus».

Come valuti il format attuale della Serie A con la prima fase e le Poule Scudetto e Salvezza?
«L’attuale format con Poule Salvezza e Poule Scudetto non mi convince molto. Preferirei un campionato con andata e ritorno con un numero maggiore di squadre, come sarà dall’anno prossimo; anche se a parer mio potremmo arrivare anche a sedici squadre».

Qual è la formazione di Serie A che ti ha sorpreso sino a questo momento?
«Al momento non c’è nessuna squadra che mi ha sorpresa particolarmente. Credo che la classifica attuale rispecchi le effettive qualità di ogni rosa».

Cosa deve fare il calcio femminile italiano per crescere ancora di più?
«Per crescere, il calcio femminile dovrebbe avere più visibilità sui media. È un movimento in crescita, ma bisognerebbe dar più visibilità alla parte “rosa” dello sport più amato in Italia».

Com’è la tua vita fuori dal campo?
«Nel mio tempo libero mi piace stare con gli amici, guardare film. Ora l’obiettivo è decidere a quale facoltà universitaria iscrivermi».

Che sogni ti sei posta di voler realizzare?
«Il mio sogno calcistico è vincere, partendo da un campionato con la squadra di club per arrivare a giocare in Champions League e chi lo sa… anche un Mondiale».

Cosa vorresti dire alle tue compagne del Como Women in vista della sfida con la Juve?
«Quello che ci diciamo sempre prima di ogni partita. Di giocare come sappiamo e di pensare sempre a far bene e a portare a casa il massimo del risultato».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Como Women ed Astrid Gilardi per la disponibilità.

Serie A e Serie B Femminile si uniscono per rafforzare la campagna permanente #MAIPIÙ contro la violenza di genere. Le iniziative del weekend

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne prevista per lunedì 25 novembre, la Divisione Serie A Femminile Professionistica e la Divisione Serie B Femminile si uniscono per rafforzare #MAIPIÙ, la campagna permanente istituita lo scorso anno dalla Divisione Serie A Femminile Professionistica per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza di genere.

Saranno numerose le iniziative proposte in vista delle partite dei campionati di Serie A e Serie B Femminile per il weekend del 23 e del 24 novembre e che precederanno la giornata di lunedì 25, in cui i canali social della FIGC Femminile scandiranno la giornata con iniziative e contenuti nell’ambito della collaborazione con la Fondazione Una, Nessuna, Centomila, anch’essa impegnata nel contrasto alla violenza sulle donne.

Da questo weekend, e per tutta la stagione, bambine e bambini accompagneranno in campo le capitane e gli arbitri prima di ogni partita di Serie A con una maglia dedicata alla campagna. In Serie B, invece, le calciatrici, gli allenatori e la terna arbitrale scenderanno in campo applicando sulla maglia l’hashtag #MAIPIÙ, per sensibilizzare l’impegno di tutti verso un fenomeno che continua purtroppo a trovare spazio nelle cronache quotidiane.

“Voglio urlare la nostra indignazione nei confronti di un massacro oramai quotidiano – ha sottolineato la presidente della Divisione Serie A Femminile della FIGC, Federica Cappelletti -. La violenza sulle donne non può e non deve diventare normalità. Noi che abbiamo un ruolo privilegiato sotto i riflettori abbiamo il dovere di alzare la voce e operare in maniera concreta per dire basta alla violenza sulle donne, basta femminicidi, basta figli orfani per colpa della violenza”.

“Quanto sta accadendo nella nostra società non può lasciarci indifferenti – dichiara la presidente della Divisione Serie B Femminile, Laura Tinari -: quello della violenza sulle donne è un fenomeno quotidiano e in crescita, che nessuno può ignorare e che richiede il contributo attivo di tutti e tutte per accrescere la consapevolezza e spingerci ad intraprendere azioni di sensibilizzazione e concrete. Il calcio femminile dilettantistico è cultura e veicolo per comunicare valori positivi e impegno sociale, quello che tutte le nostre società mettono in campo nei loro territori, dove sono fortemente radicate. Per questo la prossima domenica scenderemo in campo per ripetere a voce alta, tutte insieme, MAIPIÙ, ma anche per ricordare che se si è vittima di violenza o stalking bisogna denunciare per far emergere il fenomeno e salvare se stesse”.

Juventus Women vs Como: I precedenti e dove vederla

Credit Photo: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

La Juventus è una delle tre formazioni contro cui il Como ha disputato più match senza ottenere alcun successo in Serie A (cinque, come con Fiorentina e Roma); contro le bianconere un pareggio e quattro sconfitte nel torneo, incluse tre nelle tre sfide più recenti.

Il Como ha disputato la sua prima partita in assoluto in Serie A proprio in casa contro la Juventus, il 27 agosto 2022. In quell’occasione, le lariane hanno rimediato la sconfitta con il passivo più largo nella loro storia nel torneo: 6-0 frutto di una tripletta di Cristiana Girelli, una doppietta dell’ex bianconera Beerensteyn e di un gol di Lisa Boattin.

Dopo una striscia di sei successi di fila contro formazioni lombarde in Serie A, la Juventus ha ottenuto i tre punti solo in due delle successive cinque contro avversarie di questa regione nel massimo campionato (2N, 1P).

La Juventus è l’unica squadra contro cui il Como non ha mai segnato in casa in Serie A e quella contro cui ha subito più reti davanti al proprio pubblico (nove). Inoltre, dopo la Roma (3/3), quella bianconera potrebbe diventare la seconda avversaria con cui le lariane perdono ognuno dei primi tre incroci interni nel massimo campionato.

SERIE A FEMMINILE | COMO-JUVENTUS WOMEN, DOVE VEDERLA

La sfida tra le due squadre sarà visibile su DAZN tramite Smart TV, in diretta streaming su tablet e smartphone grazie all’app di DAZN o direttamente su browser tramite il proprio PC.

In arrivo un preoccupante fenomeno: gli “hooligan” nel calcio femminile

Credit Photo: Francesco Passaretta -Photo Agency Calcio Femminile italiano

Tutte le società sportive del calcio femminile e tutto il pubblico del suo movimento non se lo augurano, ma le premesse viste nelle gare di qualificazione della Women’s Champions League: nella gara in trasferta a Parigi, contro la compagine del PSG, dicono che forse un tifo di questo genere non è il massimo per il sistema calcio.

Non per polemizzare, poiché tra tifoserie c’è sempre rivalità in ogni squadra ed in ogni categoria, ma assistere ad una diretta televisiva che dovrebbe dare lustro a tutto il sistema e sentire “cori razzisti ed insulti gratuiti per l’intera gara”, in questo caso contro le ragazze della Juventus, non è tifo! Speriamo che sia stato un caso isolato e chi a visto e sentito abbia preso le giuste misure e precauzioni.

Troppo spesso si vedono anche nella Champions League maschile fatti poco piacevoli, che di tifo e buona educazione civile, hanno ben poco, e mi riferisco alla polemica per lo striscione esposto dai tifosi dello Stoccarda contro la Juventus.  Infatti nel settore ospite dei tifosi tedeschi, è stato esposto uno striscione che recitava: “Chi ama il calcio, odia la Juve”. Questo non è assolutamente tifo e questo pubblico non è il pubblico che merita e vorremmo mai vedere nel calcio femminile.

L’ Inghilterra ci fa scuola, per portare più pubblico negli stadi, obbligando le società con un proprio stadio al maschile ad aprire le porte anche alle gare “al femminile” ed a inserire negli abbonamenti (maschili) la possibilità d’ingressi agevolati anche per seguire le donne. Anche in Germania, il pubblico è sulla stessa linea, ed in ogni weekend gli stadi si riempiono, anche su gare di campionato minore (la nostra Serie B femminile per intenderci) gli impianti sono sempre più “sold out”.

In Italia stiamo assistendo, nelle gare di cartello, ad un aumento d’interesse sugli spalti ma con cori troppo crudi e gruppi organizzati che “deferiti dall’ingresso” dagli impianti maschili trovano rifugio ed appoggio in nuove strutture dove poter rifondare gruppi di tifo organizzato. Questo fenomeno, aimè, lo riscontro da pochi anni e voglio esprimerlo in modo chiaro: “le ragazze non meritano un tifo di questo genere!”.

La purezza, la serenità di gioco sul campo, sviluppata in ambito femminile in tutti questi anni di buon calcio: con il rispetto tra le parti in causa, durante una gara deve essere preservato, senza cattiveria, e senza che il pubblico generi tensioni e velenosità sugli spalti per poi ribaltarla sul quadrante di gioco. Il tifare è bello, giusto e doveroso, il rispettare del tifo avversario al termine del match come accadeva negli anni passati deve restare la consuetudine e la bellezza di questo movimento.

Serie A Fabless, settimo turno: CMB-Bitonto e Pescara-Lazio gli anticipi. Puntoni in palio tra Audace e Foligno

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

È la Kick Off capolista solitaria ad aprire la domenica di gare con la visita del Cagliari alle ore 15. Audace Verona-Atletico Foligno, in programma alle 16, è uno scontro interessante in ottica salvezza. E se il TikiTaka vuole tornare a correre ripartendo dalla tappa calabrese in casa del T&T Royal Lamezia (ore 17), l’Okasa Falconara va invece a caccia del quinto risultato utile consecutivo contro un Molfetta che non molla mai (start alle 18 al PalaBadiali). A riposo la Vip.

Tutte le gare saranno trasmesse in diretta sul canale YouTube della Divisione Calcio a 5.

Serie A eBay – Tra sabato e domenica l’11ª giornata: si parte con Lazio-Samp, poi Inter-Napoli su RaiSport. Roma a Sassuolo, Juve in casa del Como

Credit Photo: Alessandro Barbieri - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Prima degli impegni della Nazionale, che lunedì 2 dicembre a Bochum affronterà la Germania in amichevole, la Serie A Femminile eBay torna in campo per l’11ª giornata, la seconda di ritorno della prima fase. Si parte sabato alle 12.30 a Formello con il delicatissimo scontro salvezza tra Lazio e Sampdoria, squadre rispettivamente reduci da quattro e tre sconfitte consecutive; alle 14.45, con diretta su RaiSport, tocca a Inter e Napoli Femminile, con le nerazzurre di Piovani che in caso di successo (sarebbe il terzo consecutivo) andrebbero per una notte al secondo posto solitario in classifica.

Ad aprire il programma della domenica, alle 12.30 al Viola Park, sarà la sfida tra Fiorentina e Milan. La squadra di De La Fuente, dopo la sconfitta contro la Roma e il pareggio di Napoli, ha perso contatto con la vetta e punta a ritrovare i tre punti contro un Milan reduce da tre sconfitte nelle ultime quattro partite e ora a -3 dal quinto posto che vale un piazzamento nella Poule Scudetto. Alle 16 sarà il turno di Sassuolo-Roma: le giallorosse, vittoriose domenica scorsa nel derby, arrivano dalla sconfitta di Lione che non ha intaccato le speranze di accedere ai quarti di finale di UEFA Women’s Champions League, ma domenica dovranno vedersela con un avversario che dopo sei ko consecutivi ha messo in fila una vittoria contro la Sampdoria e soprattutto un pareggio contro la Juventus.

Juventus che, alle 18, giocherà sul campo di una delle squadre più in forma del momento, il Como Women, reduce – come la Roma – da quattro vittorie di fila. Dopo la sconfitta di Londra, che ha aritmeticamente sancito l’eliminazione delle bianconere dalla Champions, la squadra di Canzi può concentrarsi sul campionato, ma le ragazze di Sottili negli ultimi 360′ hanno segnato ben dieci gol e nelle ultime de partite hanno chiuso anche con la porta inviolata.

Tutte le partite saranno trasmesse in diretta su DAZN.

In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne prevista per lunedì 25 novembre, la Divisione Serie A Femminile Professionistica e la Divisione Serie B Femminile si uniscono per rafforzare #MAIPIÙ, la campagna permanente istituita lo scorso anno dalla Divisione Serie A Femminile Professionistica per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza di genere.

Arsenal vs Juventus Women, le pagelle: Schatzer detta legge, Caruso invalicabile

Photo Credit: Francesco Passaretta - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

La gara dell’andata, persa 4 a 0 a Biella, è stata del tutto archiviata prima di quella di ritorno; la rosa, l’esperienza e la forza dell’Arsenal l’hanno però spuntata, proprio all’ultimo, anche all’Emirates. Le Juventus Women hanno comunque dato prova di riuscire a rimanere in partita tutto il tempo e hanno anche provato a giocarsela un po’ di più, concedendo qualcosa, ma mettendo anche in difficoltà le avversarie. Non si può, dunque, biasimare la squadra per il risultato finale.

PEYRAUD-MAGNIN: 6. Non viene chiamata in causa molte volte ma, quando succede, si dimostra attenta e sul pezzo. Rischia molto su calcio d’angolo con un’uscita un po’ avventata, ma nel complesso gioca una buona gara. Non può fare nulla sul goal da pochi passi dell’ex compagna di squadra.

CASCARINO: 5,5. Viene ammonita dopo un intervento in scivolata, un giallo ben speso per bloccare la manovra dell’Arsenal. Dove deve, quando serve, fino agli ultimi minuti, dove si macchia del goal subito, non riuscendo a coprire bene Blackstenius.

CALLIGARIS: 6. Come le due compagne della retroguardia, gioca una partita difensiva molto buona. Partecipa attivamente al gioco della squadra e sale anche a supporto delle centrocampiste per coprire gli spazi che potrebbero diventare pericolosi.

LENZINI: 6. Buona partita anche per la numero 71, cresciuta molto dal punto di vista dell’efficacia negli interventi e della precisione. Anche lei riesce a mettere al sicuro, quasi fino alla fine, un risultato nient’affatto scontato. Nel finale è un po’ affaticata.

KRUMBIEGEL (82′ THOMAS: 5. Anche se ha le gambe fresche, non riesce a portare la cattiveria e la velocità di cui la squadra ha bisogno): 6. Corre avanti e indietro per il campo per aiutare centrocampo, difesa, attacco, e chi più ne ha, più ne metta. Cerca Vangsgaard con le sue verticalizzazioni e recupera bene i palloni a centrocampo. Gli unici due nei della sua partita, però, potrebbero costare molto cari alla squadra.

BENNISON (dal 66′ BOATTIN: 6. Ha pochi minuti per essere determinante ed entra proprio quando le avversarie escono dal loro guscio, ma prova comunque a dare il suo contributo senza compromettere il risultato): 6. All’inizio fa un po’ fatica a contenere le inglesi e a imporsi, ma ha qualche ottimo spunto in fase offensiva, anticipa le avversarie e protegge bene dei palloni chiave che, purtroppo, non vanno a segno. Nel secondo tempo prende fiducia e gioca meglio.

SCHATZER: 7. Migliore in campo tra le sue compagne, gioca a tutto campo: arretra a supporto delle compagne, anticipa le avversarie, s’inserisce nei raddoppi, si propone anche in fase offensiva. Una certezza per i match a venire.

BERGAMASCHI (66′ BONANSEA: 6. Combatte, temporeggia palla al piede per aspettare le sovrapposizioni delle compagne, si propone per trovare il goal, ma non è abbastanza per intimorire l’Arsenal, non quando è l’Arsenal a fare il gioco): 5,5. Sulla fascia fa molta fatica sia a frenare le incursioni delle avversarie sia a farsi valere con il fisico. Un po’ lenta nelle ripartenze, deve studiare le avversarie per trovare una quadra che, spesso, non arriva.

CARUSO: 6,5. La partita di Biella è un ricordo negativo già finito nel dimenticatoio, e quella a Londra è uno specchio veritiero della sua bravura. Schierata in posizione più offensiva, imbuca bene i palloni per le compagne e li protegge, non si fa scavalcare dalle compagne. Sfortunata sulla bellissima rasoiata al 75′.

VANGSGAARD (74′ GIRELLI: 5,5. Le capita una bella occasione quando entra, ma è in posizione di fuorigioco quando arpiona il pallone. Nel resto del tempo corre senza meta e non incide): 6. L’attaccante danese tenta di destreggiarsi tra le maglie rosse, ma viene spesso triplicata; in avvio di gara non riesce a incidere come dovrebbe ed è un po’ imprecisa, nella ripresa gioca una gara d’intelligenza che la porta a costruire azioni pericolose.

CANTORE: 5,5 (74′ BECCARI: 5,5. Il suo impatto sul match non è proprio fruttuoso. Anche lei, come Girelli, corre a perdifiato, ma senza meta, e non è d’aiuto). La numero 9 bianconera dà tutta se stessa per segnare e si lancia a cercare la rete, riesce anche a dribblare qualche calciatrice inglese, ma le manca il guizzo finale. Nella ripresa, come una candela, si spegne lentamente.

Iris Rabot, Parma: “Mi aspettavo di vedere la squadra al primo posto. Contenta del gol segnato domenica”

Photo Credit: Parma Calcio 1913

Il Parma ha superato 5-1 la San Marino Academy, conquistando il nono successo in dieci gare di Serie B, e superando il 2-0 subito domenica scorsa contro il Chievo Women.
La formazione di Salvatore Colantuono ha ripreso la Ternana al primo posto del campionato, ma nel prossimo turno farà visita al Genoa per un vero e proprio scontro diretto, dato che si sfideranno i primi due attacchi del torneo, a pari merito a quota trentuno reti.
Tornando alla sfida vinta contro le sanmarinesi, c’è stata una giocatrice che ha segnato la sua prima rete in maglia gialloblù: stiamo parlando di Iris Rabot, centrocampista (ma anche difensore) nata a Lione (Francia) nel 2000 che, dopo esperienze nelle giovanili dell’Olympique Lione, negli Stati Uniti e un biennio al Pomigliano, ha deciso di sposare il progetto del Parma: ed è proprio la calciatrice francese la protagonista della nostra intervista.

Iris, cosa ti ha spinto a diventare una calciatrice?
«Ho sempre giocato a calcio, sin da quando avevo cinque anni. Dal primo pallone che ho toccato, ho capito subito che non avrei mai voluto lasciare questo sport. Quando da piccola la gente mi chiedeva: ‘Cosa vuoi fare da grande?’, rispondevo sempre: ‘La calciatrice professionista’. Alcuni ridevano, ma io ero serissima. Sapevo che era ciò che volevo fare nella mia vita, ed è quello che mi rende felice. Amo tutto di questo sport: l’adrenalina, la possibilità di superare i propri limiti, le emozioni che regala. Mi piace passare ore a guardare partite e ad analizzare le altre squadre. Mi piace davvero tutto. Quando sono sul campo, è l’unico posto in cui mi sento completamente me stessa. È lì che sto bene, nel rettangolo verde. Il calcio mi dà tantissimo, ed è una parte fondamentale della mia vita».

Tu sei sia centrocampista che difensore. Quale di questi due ruoli ti si addice di più?
«Centrocampista. È il ruolo che preferisco, perché mi permette di contribuire sia alla fase offensiva, soprattutto attaccando la porta, sia a quella difensiva. Mi piace anche correre molto, e come centrocampista posso farlo di più rispetto a un difensore, che ha un ruolo un po’ più statico. La cosa che amo del centrocampo è anche la creatività che richiede: è fondamentale essere lucidi e inventivi per costruire il gioco e fare la differenza».

Il tuo percorso calcistico è legato alle giovanili dell’Olympique Lione. Cosa ti ha dato la maglia delle Leonesse?
«Tantissime cose. Ho imparato moltissimo all’Olympique Lyonnais, dove ho vissuto alcune delle lezioni più importanti della mia vita. Sono entrata a Lione a undici anni, e lì ho imparato fin da piccola cosa significhino la disciplina, la competizione e il dare tutto per dimostrare di meritare di essere parte dell’OL. Mi hanno insegnato ad essere professionale e a lavorare duramente per raggiungere i miei obiettivi. Infatti, chi non era disposto a fare questo non è riuscito a durare. Poche giocatrici sono rimaste dal gruppo U11 fino alla primavera all’OL. Ma io sapevo che essere una giocatrice dell’Olympique Lyonnais era qualcosa di grande, e per questo ho fatto tutto il possibile per restare. In quel contesto, devi dimostrare ogni giorno di meritare il tuo posto, ed è questo che mi ha fatto crescere sia come persona che come atleta».

Restando in tema OL, pensi che quest’anno ci siano i presupposti per centrare la doppietta campionato-Champions?
«Parlando di OL, penso che la squadra abbia sempre dimostrato di avere le qualità e l’ambizione per puntare ai massimi obiettivi, come la doppietta campionato-Champions. Quest’anno ci sono i presupposti per farlo, dovranno fare vedere la loro grande qualità perché il livello della Champions è altissimo ed altre squadre come il Barça o il City o Chelsea fanno vedere che sono in grado di vincere la coppa, ed ogni dettaglio può fare la differenza».

Inoltre, hai vissuto un periodo nelle università americane e più precisamente all’UNOH Racers e al James Madison Dukes. Quanto ti hanno fatto crescere dal punto di vista calcistico?
«L’esperienza negli Stati Uniti mi ha fatto crescere moltissimo, sia come calciatrice che come persona. Dal punto di vista sportivo, negli USA sono all’avanguardia, soprattutto per quanto riguarda la preparazione atletica: è davvero un altro mondo. Ho imparato tantissimo su come prepararmi fisicamente al meglio e su come migliorare tutti gli aspetti fisici necessari in campo. Inoltre, ho scoperto un gioco diverso, più diretto e meno tecnico rispetto a quello a cui ero abituata, soprattutto in Francia. Anche se meno tecnico, mi ha permesso di ampliare la mia visione e di adattarmi a stili di gioco diversi. Questa apertura è fondamentale per crescere come giocatrice e per affrontare il calcio in modo più completo».

Il Pomigliano è stata la tua prima squadra nel calcio delle grandi. Che anni hai vissuto all’interno del club delle pantere?
«Ho vissuto due anni che mi hanno fatto crescere tantissimo. Ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa di importante, e sono davvero grata per questo. Pomigliano è stata la mia prima società dopo gli Stati Uniti, e posso dire che mi ha cambiato molto. Negli USA ero abituata a infrastrutture altamente professionali, mentre a Pomigliano la situazione era diversa. Tuttavia, per me basta un pallone e un campo per migliorare. Non mi sono mai fermata davanti a queste differenze, perché credo fermamente che il lavoro duro ripaghi indipendentemente dal contesto. Questa è la mia filosofia. Inoltre, sono grata a Pomigliano per l’opportunità che mi ha dato di giocare in Serie A, un traguardo importante per la mia carriera».

Quest’anno hai deciso di andare al Parma. Perché hai scelto di trasferirti in questa società?
«Dalla prima conversazione avuta con il Parma, ho subito percepito che si tratta di una società con grandi ambizioni, ed è esattamente ciò che cercavo dopo due anni a Pomigliano. Per me, il Parma rappresenta il progetto perfetto per crescere e migliorare, soprattutto in un ambiente altamente professionale. Qui abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per diventare giocatrici migliori. È vero che passando al Parma sono scesa dalla A alla B, ma per me questo conta poco. Quello che conta davvero è che il Parma mi offre l’opportunità di fare un grande passo avanti nella mia carriera, e sono convinta che questa sia la scelta giusta per il mio futuro».

Il Parma, dopo dieci giornate, comanda la Serie B insieme alla Ternana. Immaginiamo che questo sia il piazzamento che ti aspettavi…
«Sì, certamente. Con la squadra che abbiamo, lo staff che lavora duramente per noi e una società che fa di tutto per riportarci in Serie A, questo piazzamento era esattamente quello che mi aspettavo. Sapevo che avremmo potuto arrivarci, e ogni settimana lavoriamo sodo per confermarlo. In questo campionato non c’è nulla di scontato, ma ho molta fiducia nel nostro gruppo. Credo fermamente che meritiamo la posizione in cui siamo, grazie all’impegno e alla determinazione che mettiamo in campo ogni giorno».

Guardando anche i dati, il Parma ha il primo posto come gol fatti, ben trentuno, ma anche in quello subito con tre sole reti raccolte nella propria porta. Segno che le ambizioni passano anche da questi numeri…
«Certo, questi numeri sono il riflesso del nostro lavoro e della nostra qualità. Il Parma deve puntare al massimo, non dobbiamo avere limiti. Come ho già detto prima, tutti questi risultati sono il frutto dell’impegno che mettiamo in ogni allenamento, ogni giorno. Siamo tutte concentrate, che si tratti di portieri, difensori, centrocampisti o attaccanti. Vogliamo segnare più gol possibile, ma anche difendere la nostra porta. Non subire gol è una piccola vittoria nella vittoria complessiva».

Parliamo della vittoria sulla San Marino Academy a pochi giorni di distanza dal primo ko stagionale contro il Chievo: quanto vale il successo arrivato contro le sanmarinesi?
«Vale molto, come tutti i tre punti che abbiamo conquistato e che continueremo a conquistare questa stagione. Ogni vittoria ci avvicina al nostro grande obiettivo e non molleremo mai, contro nessuna squadra. La sconfitta fa parte del calcio, ma il Parma non si lascia abbattere facilmente. L’abbiamo dimostrato vincendo e facendo una grande partita contro il San Marino. Era molto importante per noi dimostrare il nostro valore e far vedere di cosa è capace la squadra».

Per te, contro il San Marino, c’è stata anche la soddisfazione di aver realizzato il primo gol con la maglia del Parma…
«Sì, ero molto contenta. Dopo aver superato un inizio di stagione difficile a causa del mio infortunio, sono davvero felice di essere tornata al cento percento e di aver segnato il mio primo gol. Mi sento veramente bene ed è questa la cosa più importante. Darò sempre il massimo per la squadra e farò del mio meglio per aiutare la squadra in ogni modo possibile».

Domenica si andrà in casa del Genoa per l’ultima gara prima della sosta e sarà uno scontro diretto che potrebbe dire molto sulle ambizioni del Parma.
«Sì, domenica dovremo dimostrare cosa siamo capaci di fare, il tipo di calcio che possiamo esprimere, e mostrare le nostre qualità contro una buona squadra come il Genoa. Siamo pronte per questo scontro diretto e daremo tutto sul campo. Il Parma ha grandi ambizioni, e vincere gli scontri diretti è parte di queste ambizioni, per puntare alla vittoria del campionato».

Inoltre, contro il Genoa, sarà anche la sfida ai due migliori attacchi della cadetteria: possiamo aspettarci una gara spettacolare?
«Sì, sarà sicuramente una bella partita. Siamo due squadre con un buon potenziale offensivo, quindi ci aspetta una battaglia, e faremo tutto il possibile per vincerla».

Che idea ti sei fatta sulla nostra Serie B?
«Onestamente, non conoscevo bene la Serie B, ma devo dire che sono rimasta positivamente sorpresa. È un campionato molto competitivo, intenso, con tante partite, e mi piace molto. La Serie B ha un buon livello, con molte giocatrici di qualità».

Parliamo della Francia che ha conquistato a luglio la qualificazione agli Europei 2025, ma non ha ottenuto una medaglia a Parigi 2024. Cosa manca, secondo te, alle transalpine per fare il definitivo salto di qualità?
«È evidente che la Francia ha un grande potenziale, con un gruppo di giocatrici talentuose che fanno parte delle migliori nel mondo del calcio femminile. Tuttavia, per fare il definitivo salto di qualità potrebbe servire un mix di maggiore continuità nei momenti chiave e di esperienza internazionale in partite ad alta pressione. Inoltre, la crescita passa anche dal consolidare una forte mentalità vincente e dalla capacità di sfruttare al massimo il talento individuale all’interno di un sistema di gioco collettivo efficace. Sono certa che, con il tempo e il lavoro, arriveranno ad ottenere i risultati a cui ambiscono».

Com’è Iris Rabot fuori dal rettangolo di gioco?
«Sono molto tranquilla. Fuori dal campo, lavoro sui miei progetti, faccio qualche giro a Parma, che è una città molto bella, e mi piace anche leggere. Sono una persona un po’ timida inizialmente, ma quando conosco bene le persone e mi sento a mio agio, mi apro di più, e a volte capita che parli molto. La gente me lo fa notare sempre: alla prima impressione, dicono che sono fredda, ma quando mi conoscono bene, sono molto aperta e calorosa».

Quali sono gli obiettivi che ti sei posta per i prossimi anni?
«Mi piace concentrarmi sull’anno in corso, senza guardare troppo lontano. Però, se dovessi stabilire un obiettivo, direi tornare a giocare in Serie A. Un altro grande sogno che ho da sempre è giocare per la nazionale francese. Infine, un sogno che coltivo da quando sono bambina è di giocare per l’Arsenal, perché è la squadra che tifo da sempre. Io credo fermamente che non ci siano sogni troppo grandi e irraggiungibili, l’importante però è fare tutto e dare tutto per provare a realizzarli».

Cosa vorresti dire alle tue compagne del Parma in vista della sfida contro il Genoa?
«Vorrei dire che ho piena fiducia in ciascuna di loro, che credo nelle qualità di ogni giocatrice, e che siamo una squadra forte, come abbiamo già dimostrato. Siamo in grado di fare grandi partite e lo faremo grazie al nostro duro lavoro quotidiano. Sono davvero grata e mi sento fortunata a far parte di questa squadra».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Parma Calcio 1913 e Iris Rabot per la disponibilità.

Calcio Femminile Italiano ospite a “Il tacco nel pallone”

Calcio Femminile Italiano è stato ospite a “Il tacco nel pallone” programma radiofonico di New Radio Seveso condotto da Luisa Procopio e Donato Milione e, nella puntata andata in onda questo giovedì, il nostro vice direttore Elia Soregaroli è stato ospite alla trasmissione.

Potete ascoltare sul nostro sito l’episodio andato in onda ieri sera.

Juventus Women, esce dalla Champions, Max Canzi: “Le ragazze hanno dimostrato grande cuore e spirito!”

Photo Credit: Francesco Passaretta - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

La sconfitta rimediata contro l’Arsenal all’89’ brucia ma, a bruciare ancora di più, è vedere il sogno Champions infrangersi contro un muro, o meglio, una calciatrice, che di nome fa “Lina Hurtig”, grande ex della gara. La sua rete ha infatti regalato all’Arsenal il pass per la qualificazione e, dall’altra parte, ha firmato la sentenza per le bianconere, definitivamente fuori dai giochi con due turni d’anticipo.

Al termine del match, il tecnico della Juventus Massimiliano Canzi ha ribadito di essere soddisfatto del percorso delle sue ragazze e di come si sono approcciate a questa partita, nonché di come l’hanno poi giocata, a scapito di un risultato che ha tutte le caratteristiche di un “game over” per via della matematica. Mister Canzi ha inoltre rivolto alcune parole di ammirazione nei confronti della squadra avversaria: «Quando in due partite così vicine cinque goal e ne segni zero, non direi il vero se mettessi le due squadre sullo stesso piano; è evidente che l’Arsenal è una squadra di caratura superiore rispetto a noi, in questo momento. Sì, siamo stati in partita fino alla fine, abbiamo fatto la partita che credevamo, volevamo e pensavamo di fare, ma non siamo riusciti a concretizzare le occasioni che abbiamo avuto, e siamo stati puniti alla fine. Sono comunque soddisfatto della prestazione delle ragazze.»

Concentrandosi nel dettaglio sulla partita appena conclusa, l’allenatore bianconero ha nuovamente calcato sulla bravura delle ragazze a rimanere in partita e a giocare molto bene tanto in fase difensiva quanto in quella offensiva, soprattutto tenendo in considerazione che sia il modulo sia l’aspetto tattico sono variati rispetto all’andata: «Sono molto fiero della partita che hanno fatto le ragazze oggi. Non era facile, dopo così pochi giorni, ripartire dopo aver preso “quattro schiaffi” e giocarsi una partita alla pari, anche giocando in maniera tattica completamente diversa rispetto all’andata. Le ragazze hanno dimostrato grande elasticità, grande cuore e grande spirito, e sono contento della loro prestazione. Mi spiace soprattutto per loro: la qualificazione era difficilissima, lo sapevamo già, però credo che oggi meritassero di più; questo è sicuramente un ottimo viatico per il nostro futuro.»

La conferenza stampa si è conclusa con un prospetto per il futuro, affinché la squadra possa crescere e affrontare match di un calibro di questo tipo con più spensieratezza e consapevole delle sue armi più letali: «C’è ancora un discreto gap fisico, è una cosa che salta all’occhio. Sotto l’aspetto tattico credo che si sia fatta un’ottima gara; è difficile trovare la “comunicazione giusta” dopo aver preso cinque goal in due partite, però credo che, per il futuro, giocarsi le partite fino alla fine e abituarsi a stare in partita fino alla fine, anche in contesti e in stadi con numeri ai quali non siamo abituati, possa essere qualcosa che ci servirà.»

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