Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Laura Gobbetti: Siamo curiosi di vedere questa Nazionale – apre la giornalista romana – Alcune scelte ci hanno stupito perché la Bertolini ha cambiato direzione rispetto al passato. Qualche ragazza del blocco storico è rimasta fuori e qualche novità è stata inserita, spero di vedere un’Italia meno sulle gambe rispetto a quella con il Marocco. Partire bene sarà importante e portare a casa la qualificazione al girone e nelle nostre possibilità, poi nel caso vedremo cosa ci riserverà il tabellone”.

La telecronista di La7 sulla partenza direzione Nuova Zelanda poi aggiunge: “Sulla Svezia favorita c’è poco da aggiungere, su Argentina e Sudafrica andrei cauta. Sono due squadre vive e potrebbero presentarsi a questa manifestazione come l’Italia a Francia 2019. Dalla loro hanno l’incoscienza, la voglia di gustarsi questo sogno dopo tanto lavoro fatto. Noi forse, da questo punto di vista, abbiamo un ciclo che sta andando avanti da più tempo anche se la Bertolini ha portato del cambiamento rispetto al passato. Il pronostico è dalla nostra, non sottovaluterei però l’entusiasmo di chi ha poco da perdere”.

L’attenzione poi si sposta più con decisione su convocazioni ed esclusioni della Bertolini sulle quali l’ex inviata di Stream e Sky evidenzia: “Tante scelte non sembravano preventivate. La CT, che ha visionato da vicino il campionato e che ho spesso ho incrociato sui campi, ha sfatato il tabù di chi la voleva legata ai blocchi e a quel senso di tradizione. Alcune scelte hanno stupito, soprattutto nei tempi nelle quali sono arrivate. Fossero state fatte prima, probabilmente, avrebbero fatto meno clamore. Ovvio che ci sia qualche delusa. Dalla Gama che è stata un punto di riferimento, alla Piemonte che per caratteristiche è una calciatrice che poteva dare soluzioni diverse, alla Bergamaschi e la sua duttilità per passare poi alla Bonfantini e al suo coraggio di mettersi in gioco e riscoprirsi nuovamente importante”.

Sulla questione giovani, poi, la giornalista iscritta all’Ordine dal ’99 aggiunge: “Sono contenta per la fiducia che ora viene data alle nostre giovani. Giusto anche creare un mix con giocatrici straniere brave per farle crescere. Nel futuro sono convinta si aprirà un nuovo ciclo pronto a darci soddisfazioni, ma bisogna rischiare e dare spazio a chi è brava senza guardare la carta d’identità. Ci sta, poi, che società che vanno in Europa e giocano su più fronti abbiano rose solide e con straniere. Le giovani comunque avranno un passo in più perché stanno crescendo, e cresceranno, in maniera diversa e con una mentalità da professionista. Alle calciatrici di oggi va detto solo grazie per i sacrifici che hanno fatto per affermarsi, rispetto alle nuove leve. Hanno iniziato con uno status di dilettantismo che ha frenato la loro maturazione comunque sotto diversi aspetti. Ora ci dobbiamo aspettare calciatrici pronte già per la Nazionale in età considerata spesso tenera, visto un approccio e una crescita più rapida rispetto a qualche anno fa”.

La Gobbetti, che ha commentato per La7 la Serie A, sul campionato da poco archiviato invece ci confida: “Ho visto un campionato diverso con una formula diversa. Importanti sono stati i punti della prima fase, che hanno inciso tanto. Non ci sono stati veri play-off veri ma un mini torneo allenante, anche in ottica Mondiale, con squadre di valore simile a scontrarsi in testa e in coda. Manca qualcosa però, c’è divario tra le prime cinque e le altre. Il format, credo, sia stato il giusto compromesso per l’arrivo del professionismo. Una formula di transizione che potesse aiutare il movimento a prepararsi al salto in A. Spero ci siano club pronti ad investire con ancora più decisione nella prima squadra femminile e trovarci poi con una Serie A più allargata”.

La chiusura, invece, è sui ricordi di questo massimo campionato: “La partita tra Parma e Juve al Tardini, vinta in maniera rocambolesca dalle bianconere, mi resterà impressa per le parole del post gara delle ragazze di Montemurro. Per la prima volta la corazzata piemontese parlava di ansia, di difficoltà per vincere lasciando arrivare sentimenti forti. Parole ed emozioni che sembravamo non attribuire ad una macchina schiacciasassi che reputavamo perfetta. Ricordo anche la sfida del Tre Fontane vinta dalla Roma, sempre con la Juve, dove le giallorosse si sono liberate mentalmente dalla mancata capacità di far loro uno scontro diretto. Il tricolore non sarebbe stato comunque in discussione ma, a livello di autostima, quell’affermazione è stata importante. Di questa Serie A mi è piaciuta la maniera in cu le ragazze affrontano le partite dando valori al calcio spesso smarriti. Appassionarsi a questo mondo, per me che venivo dal maschile, è stato estremamente piacevole”.