Grande fermento qui in Inghilterra per l’esordio delle Lionesses con calcio di inizio alle 10.30 stamattina (orario Britannico): diverse le iniziative sia della Federazione Inglese che con #BigFootballDay ha coinvolto diversi club giovanili nell’offrire la visione della partita e sessioni di calcio per ragazze e donne, prima e dopo. A Londra, e’ stato possibile vedere la partita anche in posti vicino a Wembley, con eventi sponsorizzati da Weetabix: i cereali che sono anche partner della Federazione per sessioni ricreative di calcio per bambine dai 5 ai 12 anni.

Partecipando ad una di queste iniziative vicino allo stadio di Wembley, con le prime Leonesse che oltre 50 anni fa vestivano la maglia inglese e con diverse donne e famiglie radunate per la partita, ho potuto stemperare una tensione che non mi aspettavo avere e che e’ cresciuta di minuto in minuto, dopo il fischio di inizio, quando Haiti si e’ trovato in attacco, pronto a realizzare il gol.

Tornata Millie Bright dopo un lungo stop dovuto ad un infortunio al ginocchio durante una partita di Champions e con la fascia di Capitano, assieme a Russo, Kelly ed Hemp come attaccanti, mentre Walsh e Toone giocando a centrocampo hanno provato a sostituire Williamson e Kirby, entrambe non disponibili per infortuni. Una squadra “in transizione” ma con vecchie guardie in campo: con queste premesse si pensava fosse una partita tutta in discesa per le Campionesse d’Europa. Haiti schiera alcune giovanissime ma gia’ professioniste come Dumornay che incanta preoccupando il pubblico del BoxPark di Wembley, e forse anche un po’ la difesa inglese, ma non certo il portiere Earps. Ma Dumornay non e’ l’unica preoccupazione di questa Inghilterra che vince con un rigore che deve essere ripetuto perche’ il portiere si muove prima del tocco del pallone da parte della gamba di Stanway: da oltre 7 ore di gioco l’Inghilterra non riesce a segnare in campo aperto ed e’ evidente la poca creativita’ in attacco. Le cose, purtroppo, non vanno meglio in difesa: Haiti non ha approfittato di diverse occasioni in cui la difesa ha dimostrato difficolta’ nel rientrare e posizionarsi in fase di contrattacco.

Haiti, che ricordiamo e’ 53esima secondo il ranking FIFA, ha mostrato quanto sia pericoloso in attacco con Meliche Dumornay che prova e riprova ad irrompere la difesa inglese mettendo in serie difficolta’ Millie Bright. Altra giocatrice chiave di Haiti e’ il portiere Theus che ha protetto la porta da Alessia Russo in diverse occasioni sia nel primo che ne secondo tempo. Un Haiti forte, coraggioso e avido di gol che ha decisamente impressionato e ha fatto capire all’Inghilterra che deve aggiustare il tiro se vuole andare oltre il girone di eliminazione.

In questo Mondiale si stanno sempre piu’ facendo notare le capacita’ dei portieri e, anche in questa partita sono loro adesserne i veri protagonisti: se Stanway vince il premio come miglior giocatrice della partita, indubbiamente le prestazioni di Earps e Theus vanno sottolineate in quanto entrambe hanno contribuito a tenere il risultato sull’1 a 0. Stanway in un’intervista dira’ proprio che per lei il premio sarebbe dovuto andare a Mary Earps perche’ senza le sue parate, il risultato sarebbe stato molto diverso.

Nelle interviste post partita la tensione che Sarina Wiegman aveva mostrato durante la gara e’ palpabile anche dalle sue risposte calme e precise, confermando ai giornalisti che le avevano chiesto come mai questa Inghilterra non segna a campo aperto che le occasioni ci sono state ma le prestazioni del portiere e alcune rifiniture non hanno permesso di realizzare il gol.

Se l’Inghilterra ha forse deluso e decisamente preoccupato, Haiti ha sorpreso positivamente con questa squadra giovane, piena di grinta e voglia di vincere davanti al Mondo per cambiare la visione del proprio Paese. Anche se il risultato non e’ quello della vittoria, sicuramente Haiti ha provato qualcosa davanti a oltre 44,000 spettatori presenti allo stadio e molti, molti di piu’ connessi alla trasmissione della partita.

Natascia Bernardi
Appassionata di calcio femminile dagli anni 90, prima portiere, poi arbitro ed ora allenatrice con il patentino di UEFA B in via di lavorazione. È attualmente Academy Manager per la realtà femminile giovanile della Kinetic Foundation ed Head Coach per QPR U12 Girls. Ambasciatrice per Kick It Out - l'associazione inglese contro ogni forma di discriminazione, se non su un campo da calcio o sugli spalti di uno stadio, la si può incontrare in qualche caffè indipendente intenta a leggere una biografia calcistica o un libro di narrativa italiana. Adora ascoltare BBC radio 2 o musica anni 80 quando guida anche se preferisce podcast calcistici in autostrada. Ha vissuto un po' ovunque ma ora è di base a Londra.