“Jo no dîs nie ma nancje no tâs”. Nel cuore e nella mente della pugnace pattuglia rossoblù, desiderosa di tornare a fare la voce grossa dopo la sonora défaillance di domenica scorsa al Barison, spicca il pragmatismo (linguistico e non solo) di una delle più orgogliose rappresentanti della nutrita community friulana di stanza nella Città della Vittoria. Protagonista di una stagione sin qui a dir poco dantesca – tra l’inferno di una squalifica contestata, il purgatorio degli infortuni e un paradiso fatto di reti e 6 assist in 11 gettoni di campionato – la blondie in camiseta numero 9 Elena Govetto è pronta a rientrare nei ranghi del roster di mister Massimo Zoni in questo denso tourbillon di impegni verso il finale di stagione.

La delantera di Santa Maria di Sclaunicco si prepara a suonare la carica, dopo aver scontato i due turni di stop a lei comminati dal Giudice Sportivo per il rosso ricevuto dalla panchina nel penultimo turno casalingo contro l’Oristano. Sentiamo proprio da Elena le sensazioni e gli umori nello spogliatoio di casa Permac a poche ore dall’ostico impegno della ventesima giornata (settima di ritorno) a Mattarello sul campo del Trento.

Con il Venezia è arrivato un passaggio a vuoto tanto difficile da digerire quanto difficile da spiegare, nella sua mesta interezza. Vista da fuori, che sensazioni ti ha lasciato la “non prestazione” di domenica scorsa nel derby?
La sconfitta di sette giorni fa è davvero difficile da commentare, in pratica non c’è stata partita ed è come se avessimo rinunciato ad affrontare la contesa sin dall’inizio. Si è vista di fatto una sola squadra in campo, da parte nostra non siamo riuscite a costruire un’azione degna di nota, limitandoci a subire i continui attacchi offensivi nel cuore della nostra retroguardia. Onore al Venezia, che ci ha messo una grinta e una voglia di giocare encomiabili sotto ogni punto di vista, ma la nostra passività non può essere giustificabile. Abbiamo sbagliato tutto ciò che era possibile, dall’atteggiamento ai gesti tecnici più basilari: è stato frustrante non riuscire a infilare neppure cinque passaggi giusti consecutivi.

La prima chance di riscatto passa, tra poche ore, da un altro impegno sulla carta a dir poco probante, sul campo di un Trento coriaceo e quadrato, saldamente secondo in graduatoria e ancora a caccia del Cortefranca capolista.
Il Trento, lo abbiamo ammirato anche all’andata, è una delle protagoniste indiscusse, per qualità e numeri, di questo campionato. Da parte nostra mi aspetto però massima voglia di riscatto, perché sappiamo chi siamo e cosa possiamo dare, cosa siamo in grado di fare per vincere e per dimostrare come sappiamo esprimerci sul campo quando facciamo quadrato e lavoriamo da squadra per davvero. Dobbiamo e vogliamo dimostrare anzitutto di non essere quelle di domenica scorsa, ma che la grinta e la cattiveria agonistica sono tratti fondamentali del nostro DNA. Prestazioni come quella con il Venezia non sono più ammesse, affrontiamo una squadra tostissima ma ce la possiamo giocare se ci mettiamo testa, concentrazione e impegno.

Come stai vivendo questa tua prima stagione con la maglia rossoblù a Vittorio Veneto, al netto dei problemi fisici che spesso non ti hanno dato tregua nel corso dell’anno?
A Vittorio Veneto mi trovo davvero molto bene, ho legato con alcune compagne in particolare ma vado d’accordo con tutte, e credo sia fondamentale la grande sintonia che si è creata con tutto l’ambiente anche al di fuori degli aspetti strettamente legati al campo. Ho conosciuto persone di valore con cui vivere quest’esperienza ben oltre i novanta minuti domenicali e sono felicissima di essere a contatto con questa realtà umana e sportiva così profonda. Apprezzo tantissimo anche la solarità e disponibilità di tutto l’apparato dirigenziale. Non avrei potuto fare scelta migliore la scorsa estate e, se tornassi indietro, la rifarei senza indugio e tentennamento alcuno.

Credit Photo: Permac Vittorio Veneto