“Sono rimasto molto male e profondamente dispiaciuto. Non era mia volontà sollevare una scia di polemiche ma contiamo su ogni singola calciatrice che abbiamo in rosa. Il calcio femminile lo tratto alla pari delle altre aziende; ci sono comunque dei contratti. Privare le ragazze della volontà di giocare a calcio lo trovo ingiusto e irrispettoso, specialmente nel 2021”. E’ fortemente preoccupato Massimo Anselmi, patron dell’Arezzo Calcio Femminile. Nella giornata di ieri (01/04/2021 ndr) la società toscana ha emesso un comunicato in cui spiegava le motivazioni della mancata convocazione di due calciatrici nella sfida contro la Pistoiese. Il club amaranto ha parlato di discriminazione nei confronti delle proprie atlete: “il problema è che mancano le tutele. Le ragazze nutrono forte passione per questo sport ma sanno che purtroppo non garantisce loro la possibilità di vivere – prosegue il massimo dirigente al telefono con noi –. Il discorso da fare è molto più ampio”.

Il problema sono gli stipendi secondo lei?
E’ un problema di tutele. Noi come società cerchiamo di garantire loro tutto il possibile ma non possiamo spingerci oltre determinati limiti. Molte ragazze hanno un lavoro senza il quale non potrebbero vivere autonomamente. I contratti nella Serie C Femminile prevedono dei rimborsi spese che variano da 150 a 500 euro massimo. Abbiamo inserito dei bonus e dei premi aggiuntivi ma i numeri restano bassi. Anche a livello sanitario noi facciamo il doppio dei controlli per tenerle al sicuro. La domanda che mi faccio è: tutto questo nelle altre aziende succede?

Potrebbe essere questa l’occasione di mandare un messaggio alla Figc?
Io spero di sì. Sarebbe un’ottima cosa. Di sicuro la voce si è sparsa e questo mi preoccupa.

Come mai?
Temo ripercussioni esterne nei confronti delle mie calciatrici. Non penso che vengano licenziate, perché sarebbe un errore nell’errore, ma potrebbero essere poste in regime di “ferie obbligate” o potrebbero essere temporaneamente allontanate e lasciate senza stipendi. Ad esempio una delle ragazze mi ha giù comunicato che il suo datore di lavoro vuole parlare con lei privatamente.

Dalla vostra parte non si è schierato nessuno?
So che la questione ha raggiunto la politica locale ma non so dire se prenderanno iniziative o provvedimenti. A me dispiace perché con il titolare dell’azienda in questione ci eravamo confrontati lo scorso dicembre raggiungendo un accordo. Il fatto che il problema si ripropone ora mi lascia molto perplesso.

Le altre ragazze dell’Arezzo sono preoccupate?
Molte di loro lavorano per altre aziende, altre sono ancora studentesse. Certamente mi sono confrontato con loro prima di rilasciare la dichiarazione ufficiale. Eravamo concordi ma ora, con il vespaio che si sta sollevando, molte di loro iniziano a preoccuparsi e le capisco.

E lei come si sente?
Sono devastato… Tutto pensavo meno che agire contro i loro interessi. Il mio compito sin da quando ho assunto la presidenza del club è quello di proteggerlo e tutelarle contro tutto. Ora mi sento come se avessi agito in senso totalmente contrario e questo mi turba profondamente. 

Il Premier Mario Draghi ha detto che in Italia la parità di genere è un obiettivo da raggiungere nell’immediato futuro. Si potrebbe dire che lei ha seguito le sue parole? 
La ringrazio, è un bel parallelismo. Sicuramente nel nostro paese c’è ancora molto da lavorare e questo caso lo dimostra. Spero che in futuro non ci ritroveremo ancora a parlare di queste situazioni. E, ancora di più, mi auguro che questa vicenda non incidi sul morale della squadra che sta disputando un eccellente campionato essendo a due punti dalla vetta.