Photo Credit: Luciano Gandini - LND Lombardia

La Lombardia è una delle regioni più importanti d’Italia, ma lo è anche su quello calcistico, dato che ha numerose squadre presenti sia a livello professionistico che a livello dilettantistico.
Anche nel calcio femminile il Comitato Regionale LND della Lombardia recita la parte del leone, dato che può gestire campionati come quello di Eccellenza, costituito da sedici squadre, e di Promozione, dove il Girone A ha dodici formazioni, mentre nel B ci sono dieci squadre.
Quali sono i progetti che, tra le tante difficoltà, la LND Lombardia ha in mente per cercare di far crescere il movimento? A questo e ad altri quesiti ci ha risposto Luciano Gandini, il quale è Responsabile Calcio Femminile della LND Lombardia.

Luciano ti va di presentarti ai nostri lettori?
«Sono Luciano Gandini e dal 13 dicembre 2014 eletto a Bergamo come Responsabile Regionale Calcio Femminile, grande passione per il calcio e soprattutto per quello femminile di cui mi sento partecipe della crescita che sta avendo negli anni».

In che modo ti sei avvicinato al mondo femminile del calcio?
«Il primo incontro con il Calcio femminile risale al 1968 quando ero Vicesegretario del primo Milan del Presidente Vittorio Pino. Dopo alcuni anni, mi sono trasferito a Segrate e da subito inserito nella Società Lavanderie Milano 2 dove ho fortemente voluto inserire una squadra Femminile partendo dalla Serie D fino ad arrivare anche a disputare un campionato in Serie A».

Quanto è importante per una regione come la Lombardia avere i campionati di Eccellenza e Promozione Femminile?
«È molto importante per tutto il movimento e di stimolo affinché le Società creino la filiera per permettere alle Atlete di poter crescere e rimanere a lungo nel Calcio».

Cosa pensi del torneo di Eccellenza?
«Sicuramente uno dei più importanti fra i Comitati Regionali, dove ogni stagione almeno due-tre squadre meriterebbero il passaggio alla Categoria superiore».

E su quello di Promozione?
«La Lombardia è l’unica Regione che da anni disputa un Campionato di Promozione su due gironi con i relativi play-off. L’auspico e l’obiettivo sono quelli di aggiungere a breve un terzo girone per rendere ancora più interessante il calcio sul territorio con più derby. Ci stiamo lavorando».

Chiaramente, non tutto è rose e fiori: basti pensare che, quest’anno, Lecco e Minerva non si sono iscritte in Eccellenza, e il Villa Valle ha avuto il ripescaggio nel massimo torneo regionale solo pochi giorni prima del via al campionato. Come si può migliorare in merito all’organizzazione dei tornei?
«Per quanto riguarda il Lecco e il Minerva ci sono dei motivi diversi circa il loro ridimensionamento, di positivo invece parecchie squadre stanno facendo una politica di puntare su Atlete che arrivano dall’ Under 19 o dall’Under 17. Probabilmente il miglioramento parte proprio dall’investire di più sui settori giovanili».

Un altro tasto dolente sono quelle squadre che, dopo un inizio entusiasmante, muoiono nel giro di due-tre anni. Dal tuo punto di vista cosa bisogna fare?
«Questo problema succede particolarmente nel Campionato di Promozione dove la maggior parte delle squadre non avendo una filiera sono destinate a finire l’attività. Direi che il numero rappresenta un aspetto che possiamo ritenere fisiologico. La vera sfida sarà comunque incrementare le iscrizioni in numero superiore agli abbandoni».

A livello giovanile che progetti ci sono in cantiere?
«Quest’anno come progetto siamo partiti con un quadrangolare di Rappresentative Provinciali Under 15, in preparazione del Torneo delle Provincie come avviene da anni per il Maschile. Stiamo rendendo la coppa regionale sempre più attraente sia per la promozione che per l’eccellenza e stiamo valutando alcuni progetti a cui dare partnership di società del territorio finalizzati allo sviluppo dell’attività giovanile».

Secondo te, la scuola può rappresentare un volano per dare slancio al calcio femminile?
«Sicuramente è una buona opportunità, alcune Società si sono inserite nei plessi scolastici del proprio territorio mentre altre fanno degli Open Day mirati al Femminile».

Un punto molto importante sono anche le infrastrutture. La LND Lombardia come si sta interfacciando su questo argomento?
«Anche in questo la Lombardia cerca di tenersi al passo coi tempi, purtroppo però diverse Amministrazioni Locali non aiutano le Società che non dimentichiamolo fanno del Sociale. Il tema delle strutture è sicuramente uno dei più importanti insieme a quello delle distanze e dei trasporti. Ne stiamo discutendo con le istituzioni e con alcune realtà locali per cercare di destinare strutture al solo calcio femminile».

Esistono, secondo te, zone della Lombardia in cui il calcio femminile fa fatica a prendere piede?
«Sicuramente ci sono provincie che per fattori logistici fanno più fatica di altre, comunque in tutte le provincie ci sono società che fanno attività femminile».

Il calcio femminile italiano sta avendo un periodo di difficoltà, causato dall’eliminazione dell’Italia dai gironi del Mondiale di quest’estate e dall’uscita di scena prematura della Juventus dalla Women’s Champions League. Cosa deve fare il movimento per riaccendersi ancora?
«Non è un periodo felice, ma lo vediamo anche in tanti altri sport, dobbiamo incominciare a un graduale rinnovamento e dare la possibilità alle Giovani Atlete di mettersi in luce. Un altro incentivo è di dare un contributo alla società dilettantistiche che abbiano tutta la filiera e far sì che i numeri delle tesserate in poco tempo possano raddoppiare le attuali quarantamila. Con un po’ di sano egoismo però mi permetto di dire che in Lombardia, in mezzo alle difficoltà di tutti, ci portiamo con noi il titolo di campionesse d’Italia con la nostra rappresentativa regionale. Spesso da qui sono partite grandi carriere e grandi giocatrici e quindi dobbiamo vedere anche il bicchiere mezzo pieno. Alla base ci sono talenti che dobbiamo mettere in vetrina per il bene del calcio femminile».

Che sogni vorresti realizzare per il calcio femminile lombardo?
«Il sogno nel cassetto è che tutte le società dilettantistiche investano nel femminile e col tempo come con i maschi, si arrivi ad avere nel SGS Campionati Provinciali, Regionali e di Élite mentre per le professionistiche che si possano creare dei campionati tra loro».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Comitato Regionale LND Lombardia e Luciano Gandini per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.