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Nazionale U17, Sara Terlizzi: “Rispetto all’Europeo siamo più consapevoli dei nostri mezzi. Possiamo arrivare lontano”

Credit Photo: FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio

Sarà Messico-Italia la sfida dei quarti di finale ai Mondiali femminili Under 17 in corso di svolgimento in Marocco. Domenica 2 novembre alle ore 20 (in diretta su RaiPlay) le Azzurrine torneranno nell’affascinante cornice dello Stadio Olimpico di Rabat per affrontare una nuova sfida che potrebbe valere la semifinale alla Coppa del Mondo di categoria, undici anni dopo quella giocata in Costa Rica nel 2014. Ieri le ragazze centroamericane hanno superato per 1-0 il Paraguay, guadagnandosi così il passaggio del turno con la terza vittoria consecutiva – con lo stesso identico punteggio – in questo torneo.

Gli altri risultati. Con le partite di ieri si è completato il tabellone degli ottavi di finale, tra conferme e risultati a sorpresa che hanno eliminato due delle grandi favorite della manifestazione come Stati Uniti e Spagna. Gli USA hanno dovuto cedere il passo ai tiri di rigore alle campionesse d’Europa in carica dei Paesi Bassi, che nonostante un girone eliminatorio piuttosto farraginoso – ripescate come ultima tra le quattro migliori terze nei vari raggruppamenti – sono riuscite a imporsi dal dischetto dopo l’1-1 al termine dei 90 minuti di gioco (non sono infatti previsti tempi supplementari in questo Mondiale). L’altra sorpresa riguarda le ragazze iberiche, eliminate dalla Francia anche loro al termine della sfida dal dischetto dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari. Due risultati che si inseriscono nella parte bassa del tabellone, la stessa dove sono posizionate le Azzurrine e il Messico.

Le squadre che invece non hanno fallito il primo appuntamento da dentro o fuori di questo Mondiale sono Corea del Nord (6-1 al Marocco padrone di casa), Canada (6-0 allo Zambia) e Giappone (4-0 sulla Colombia), tutte avanti grazie ad ampi risultati. La sfida tutta asiatica dei quarti tra Corea del Nord e Giappone si preannuncia una finale anticipata dall’esito imprevedibile.

Le parole di Sara Terlizzi. Facciamo un passo indietro e torniamo a due giorni fa, all’ottavo di finale che l’Italia ha vinto con la Nigeria, per 4-0. Siamo nelle battute finali del match quando Viviana Schiavi chiama Terlizzi per farla scendere in campo: Sara controlla il tabellone luminoso che segnala il suo numero in verde, dà il cinque a Bressan ed entra, facendo il suo esordio al Mondiale. Con lei, tutte le giocatrici azzurre di movimento hanno disputato almeno un minuto di gioco in questo torneo. “È stata un’emozione bellissima: so che tante ragazze sognano di scendere in campo in un Mondiale e io l’ho fatto…” sottolinea Sara Terlizzi, con parole che scorrono sincere, da parte di chi è un punto di riferimento nello spogliatoio: “Il legame con le ragazze è forte, mi sento fondamentale in questo gruppo: vogliamo onorare al meglio la maglia azzurra”. Sara ha iniziato a giocare grazie a una figura determinante della sua famiglia: “Con mio nonno: lui e mio papà mi hanno sempre sostenuta, così come mia nonna, mia mamma e mia sorella. Se sono arrivata dove sono è grazie a loro…”. E poi non lontana da lei – anzi, diremmo vicinissima… – c’è stata una figura di riferimento che in Italia, e soprattutto a Roma, è un vero e proprio mito: Francesco Totti. “Era bellissimo vederlo, abitava nel mio stesso condominio…” sorride, lei che ci tiene a evidenziare come debba “conciliare sport e scuola. Frequento il liceo scientifico, non è semplice con tutti gli impegni che ho, ma ho dei genitori che mi aiutano e che mi sostengono, e anche i professori sono bravi, non fanno mancare il loro supporto, anche ora che devo saltare diversi giorni di scuola”. Certo, la speranza è comunque di rimanere in Marocco il più a lungo possibile per questo Mondiale: “Siamo tra le otto squadre migliori al mondo e questo ci dovrà pur dire qualcosa… Rispetto all’Europeo disputato alle Faroe siamo ancora più unite e più consapevoli dei nostri mezzi: se continuiamo così, con questa testa, possiamo arrivare davvero in alto…”.

 

 

Serie A Women: sullo sfondo il quarto turno, scontri Roma-Inter e Milan-Lazio

Photo Credit: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Dopo la sosta per le nazionali sarà tempo di tornare in campo nella Serie A Women, giunta alla sua quarta giornata. Le sei gare del massimo torneo saranno divise equamente tra sabato e domenica e saranno visibili in diretta su DAZN con una partita in chiaro trasmessa sulle reti RAI.

Si parte al sabato alle ore 12:30 con la sfida dello stadio ‘Il Noce’ tra Parma e Napoli Women. Le gialloblù dopo i quattro punti trovati nelle ultime due uscite, con Sassuolo ed Inter, proveranno a continuare la striscia positiva contro le partenopee che nonostante l’ultima sconfitta, con la Roma, restano seconde in classifica. Alle 15:00, invece, al Velodromo Attilio Pavesi di Fiorenzuola d’Arda il Milan cercherà riscatto dopo le ultime due sconfitte arrivate in pieno recupero, con Roma e Fiorentina contro la Lazio, anch’essa beffata nelle battute finali con la Juve. A chiudere alle 18:00 l’intreccio del ‘Ferruccio’ dove Como Women e Genoa, entrambe a tre punti, cercheranno di allontanarsi dall’ultima piazza.

Si continua alla domenica con le altre tre gare. Alle 12:30 spazio al big match della giornata tra Roma ed Inter, in campo al ‘Tre Fontane’ con sfida trasmessa in chiaro dalla RAI. La capolista a punteggio pieno attenderà l’undici nerazzurro che ha rallentato negli ultimi 180′, complici i pareggi giunti con Parma e Fiorentina. L’attenzione si sposterà, poi, alle 15:00 a Biella al ‘Vittorio Pozzo Lamarmora’ con la Juve a -5 dalla vetta bisognosa di punti al pari della Ternana Women, ultima in graduatoria e una squadra ancora a quota 0. In chiusura, infine, allo stadio ‘Enzo Ricci’ alle ore 18:00 il Sassuolo ospiterà la Fiorentina, con ambo i team a quota 4 punti.

 

Aitana Bonmatí nella storia: tre Palloni d’Oro, talento alla Cruyff e record come calciatrice più pagata

Aitana Bonmatì, Barcellona-Dux Logrono
Aitana Bonmatì, Barcellona-Dux Logrono

Aitana Bonmatí ha scritto una pagina indelebile nella storia del calcio femminile. La regista catalana del Barcellona quest’anno ha vinto il suo terzo Pallone d’Oro consecutivo, un’impresa senza precedenti nel calcio femminile, che la colloca tra le leggende assolute dello sport mondiale al pari di Michel Platini e Lionel Messi. Non è solo un riconoscimento personale: è la conferma di una carriera straordinaria e del ruolo centrale che il calcio femminile sta assumendo a livello globale.

Nata nel 1998 a Sant Pere de Ribes, Bonmatí cresce nella Masia del Barcellona, dove sviluppa una tecnica sopraffina e una visione di gioco fuori dal comune. La sua capacità di orchestrare le azioni, gestire il ritmo della partita e trovare la giocata decisiva l’ha resa una regista moderna, spesso paragonata a Johan Cruyff per l’intelligenza tattica. Ogni suo tocco è misurato, ogni passaggio una scelta precisa: così Bonmatí è diventata la mente invisibile che fa muovere la squadra.

Sul campo, i numeri parlano chiaro. Con il Barcellona ha vinto tre Champions League, cinque campionati spagnoli e sei Copas de la Reina. Con la nazionale spagnola ha guidato la squadra alla vittoria del Mondiale 2023, venendo anche riconosciuta come una delle migliori giocatrici del torneo. La sua capacità di incidere nei momenti decisivi, di cambiare l’inerzia delle partite e di trascinare la squadra, l’ha resa un punto di riferimento imprescindibile.

Fuori dal campo, Bonmatí si distingue per il suo impegno sociale. Cresciuta in una famiglia di insegnanti e filologi, ha portato avanti battaglie simboliche, come quella di invertire l’ordine dei cognomi, ponendo il materno davanti al paterno, un gesto che riflette la sua visione di equità. È inoltre un’attivista per i diritti delle donne, utilizzando la propria visibilità per promuovere l’uguaglianza nel calcio e nella società, ispirando una nuova generazione di calciatrici.

Oggi Aitana Bonmatí è anche la calciatrice più pagata della storia, un dato che sottolinea quanto il talento femminile stia ricevendo finalmente il giusto riconoscimento economico. La combinazione di successi, visibilità e leadership la rende un simbolo unico: una giocatrice capace di scrivere la storia sul campo e di cambiare il volto del calcio femminile fuori dal rettangolo verde.

Con tre Palloni d’Oro consecutivi, Bonmatí non solo entra nella leggenda come Platini e Messi, ma segna un’epoca, dimostrando che talento, dedizione e visibilità possono ridefinire i confini dello sport e aprire nuove strade per le generazioni future.

Tutte le esordienti di Andrea Soncin: Giappone e Brasile banchi di prova per il futuro

Photo Credit: Stefano Petitti - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

L’aspetto che ha contraddistinto le due amichevoli dell’Italia – Giappone e Brasile – è la scelta di Mister Andrea Soncin di concedere spazio a delle esordienti che hanno cominciato la loro stagione in modo ottimale con i rispettivi Club.

Federica D’Auria parte nell’undici contro il Giappone e deve andare a occupare la retroguardia. La giovane di proprietà della Juventus e in prestito alla Lazio si mette in mostra e disputa una buona prova – malgrado i ritmi del match non siano altissimi. Giganteggiare davanti alla porta è complesso, se si è alla prima da titolare, ma D’Auria non si tira indietro e regala qualche buono spunto, a riprova che la Lazio sta diventando il giusto terreno fertile per crescere e conquistarsi, di volta in volta, la maglia azzurra.

Martina Tomaselli disputa la sua prima da titolare contro il Brasile. La giocatrice dell’Inter si trova al fianco di Cantore per dare man forte all’azione offensiva, facendosi inizialmente sopraffare dal valore dell’avversaria e faticando a strappare sui difensori attenti ed esperti della verdeoro. Confeziona un pallone meraviglioso per la corsa di Cantore, e da lì prende fiducia: aumentano le progressioni e guadagna qualche fallo per spezzare il martello pneumatico brasiliano. Cede il posto a Emma Severini al 66′ dopo due terzi di gara giocati in un crescendo che la rende una scommessa, a posteriori, vinta.

Margherita Monnecchi si fa vedere contro il Giappone prendendo il posto della veterana Barbara Bonansea nell’ultima parte di gara. Gli spazi per fare male sono pochi, con una difesa giapponese in modalità cerniera, ma qualche pallone vagante di troppo c’è, e l’attaccante della Lazio prova a trasformarlo in veleno. Anche se il gol non arriva, la prestazione di buon livello c’è.

Elisa Polli è quella dal cammino più in salita, in azzurro. La “donna della Provvidenza” dell’Inter di Mister Piovani scende in campo contro il Giappone e cerca subito di mettere il proprio sigillo. Rischia di concludere l’esordio con un infortunio, ma per sua fortuna tutto è bene quel che finisce bene. Sfortunata sul piano delle occasioni, la giocatrice nerazzurra è però pronta a inserirsi negli ingranaggi di Mister Soncin, e di certo rimarrà a disposizione per il presente e per il futuro.

La favola azzurra la scrive Nadine Nischler, passata nel giro di pochi anni dalla Serie C alla Serie A e, infine, alla maglia della Nazionale dopo un inizio di stagione interessante nel Como Women. L’attaccante scende in campo contro le nipponiche nel finale, scrivendo sul proprio quaderno dei ricordi: “una piccola frazione di partita, un grande passo per la mia carriera”, perché il talento va valorizzato e, anche se all’inizio pochi minuti sembrano piccolezze, col tempo diventano l’inizio di qualcosa di bello.

Come un’automobile, ogni calciatrice ha bisogno di un minimo di rodaggio, prima di essere a tutti gli effetti al top di gamma. Per il momento, “tutte le esordienti di Andrea Soncin” sembra un film a lieto fine.

Serie A Tesys, aspettando il Mondiale: super sfida Bitonto-Roma, CMB in casa Altamura

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Un punto in 3 giornate per la Lazio, 9 per il TikiTaka: stati d’animo molto diversi per le protagoniste della sfida che – giovedì 30 ottobre alle 20,30 – aprirà in anticipo la 7ª giornata della Serie A Tesys, l’ultima prima della pausa per il primo Mondiale di futsal femminile della storia.

Domenica 2 novembre, tutte le altre gare. Il Montesilvano si prepara all’esame Cagliari, per l’Audace Verona c’è la difficile trasferta in casa Kick Off. Ma il fulcro del turno è tutto in Puglia: il CMB, primo in classifica ma orfano delle stelle Taty e Vanin (in Brasile già dalla scorsa settimana), fa visita ad una Soccer Altamura “on fire”, come dimostra il 5-1 imposto in trasferta alla Lazio. Super sfida anche al PalaPansini, dove Bitonto (senza Lucilèia e Diana Santos) e Women Roma (senza Tampa) si daranno filo da torcere nei 40’ che mettono in palio la seconda piazza. E tra le due litiganti, occhio all’Okasa Falconara, pronto a riprendersi il podio nella trasferta di Molfetta. Tutte le gare saranno trasmesse sul canale YouTube della Divisione Calcio a 5.

SERIE A TESYS – 7ª GIORNATA
DOMENICA 2 NOVEMBRE – ORE 16

LAZIO-TIKITAKA FRANCAVILLA 30/10 ore 20:30
BITONTO-WOMEN ROMA ore 18
MONTESILVANO-CAGLIARI ore 15
KICK OFF-AUDACE VERONA ore 15
MOLFETTA-OKASA FALCONARA
SOCCER ALTAMURA-CMB FUTSAL TEAM ore 17:30

Real Vicenza: i colori biancorossi e l’entusiasmo per quella “R” cucita sulla maglia

Credit Photo: Camilla Tresso

Per un vicentino la fede nei colori biancorossi è una cosa che non si può spiegare, si può solo vivere, e il Menti è più che uno stadio, è “Casa” con la C maiuscola. Il tifoso del “Lane” si dedica anima e corpo alla squadra, non la tradirebbe mai, le resterebbe accanto nei momenti bui e nei momenti di gloria, ma proprio per questo è un tifoso esigente e si aspetta sempre il massimo dell’impegno dai giocatori in campo. È con questo spirito che lunedì 6 ottobre, proprio a “Casa Vicenza”, all’interno dello Stadio Menti, si è tenuta la presentazione della prima squadra e del settore giovanile del Real Vicenza Women, pronto ad affrontare per il secondo anno, il campionato di Serie C.

In una sala gremita di felpe rosse si sono susseguiti dirigenti, rappresentanti delle istituzioni e delegati FIGC, in un clima di entusiasmo, accompagnato da un’aria semplice e di famiglia. Conduttrice della serata, la responsabile del settore giovanile, Annachiara Conzato, ha voluto sottolineare come la società, nata solo tre anni fa, abbia già raggiunto traguardi di prestigio. Grazie alla disponibilità del proprietario del Real Vicenza, Davide Sannazzaro, si è potuto sviluppare il progetto legato al femminile e al primo anno di Eccellenza, la squadra, ha subito centrato la promozione in Serie C, mentre dalle giovanili sono arrivate grandi soddisfazioni con la partecipazione alla fase nazionale del torneo Under 15. “Passione, sacrificio e coraggio” sono le parole d’ordine, che accanto al talento e alla voglia di lottare continuano ad alimentare la voglia di crescere insieme e di migliorarsi. Ad aumentare la fiducia nel futuro è la collaborazione per il secondo anno consecutivo con il Lanerossi Vicenza.

Il responsabile del settore giovanile Michele Nicolin, accompagnato dal coordinatore tecnico Simeoni ribadisce quanto sia importante lo spirito di appartenenza, ponendo al centro di tutto la famosa “R” cucita sulle maglie, che è più di un simbolo: “deve pulsare dal di dentro e va onorata sempre, ogni volta che la si indossa”. L’affiliazione si traduce concretamente nelle attività formative che coinvolgono i tecnici del Real e del Lanerossi che, attraverso il continuo scambio di pareri e informazioni, mirano ad alzare la qualità degli allenamenti e di conseguenza, del gioco. I Delegati della FIGC, tra i quali il responsabile regionale per il calcio femminile Paolo Tosetto, hanno invitato tutte le ragazze e le bambine a dare il massimo per onorare una società che fa un gran lavoro per mettere tutti nelle condizioni migliori per potersi allenare, in particolare, non deve mancare la passione per il gioco e il divertimento, perché i grandi risultati arrivano quando ci si diverte. Presenti anche i referenti per il Centro di coordinamento dei Club Biancorossi, “la tifoseria” per dirla in breve. “E’ innegabile che in questi anni sia cresciuto il tifo nei confronti del calcio giocato dalle donne e lo hanno dimostrato gli ultimi europei con stadi pieni e festanti. La “R” che molti di noi hanno tatuata sulla pelle, ribadisce il grande legame ai colori biancorossi legati al territorio che vi ha cresciuto e che vanno onorati con impegno e sacrificio”, ha detto il Presidente, Emanuele Arena, rivolgendosi alle giocatrici. Prima della presentazione finale delle squadre il responsabile tecnico del Real Vicenza Women, Giordano Frigo, ha sottolineato l’importanza di far crescere le giovani, coltivandone il talento e mettendo a disposizione tecnici competenti per poterle portare un giorno in prima squadra e perché no, anche più in alto, come è già accaduto. I genitori rimangono figure fondamentali, soprattutto a fianco delle più giovani. La loro collaborazione per garantire anche lunghi spostamenti, a volte, è indispensabile. La voglia di fare gruppo con gli altri genitori, spesso migliora anche l’affiatamento della squadra. Il Real Vicenza Women, per la nuova stagione, si è posto obbiettivi chiari e non troppo ambiziosi.

Mister Moreno Dalla Pozza è cristallino e non fa giri di parole: “l’intento è quello di confermare la Serie C. Ogni ragazza del settore giovanile che esordirà in prima squadra, sarà un vanto per l’intera società, perché significa che è stato fatto un buon lavoro fin dall’inizio”, queste le sue parole. L’avvio del campionato, per la Prima Squadra, non è stato dei migliori, mentre è partito fortissimo il settore giovanile. Serietà e competenza, diranno la loro.

La Serie A Women’s Cup è allo Juventus Stadium – Ferrero: “Traguardo memorabile”

Photo Credit: Paolo Comba - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

La storia si ripete.

Lo scorso maggio il Tempio dei Trofei dello Juventus Museum aveva aperto le sue porte per accogliere tre nuovi trofei provenienti dal nostro settore femminile: lo Scudetto e la Coppa Italia alzati, nel giro di una settimana, dalla Prima Squadra Femminile e lo Scudetto Primavera, vinto dall’Under 19 femminile.

Quest’anno la sostanza non è cambiata e, infatti, in questo inizio di stagione la Juventus Women ha vinto la prima storica edizione della Serie A Women’s Cup e, come sempre accade, il momento ufficiale della consegna della coppa allo Juventus Museum si è svolto nella sala forse più emozionante, il Tempio dei Trofei, alla presenza del Presidente della Juventus, Gianluca Ferrero, del Presidente dello Juventus Museum, Paolo Garimberti, del Women’s Football Director, Stefano Braghin, dell’allenatore delle bianconere, Massimiliano Canzi, della capitana, Martina Rosucci, e di Lindsey Thomas – l’autrice della rete decisiva nella finale della competizione.

GIANLUCA FERRERO, PRESIDENTE JUVENTUS

«La presenza della prima storica Serie A Women’s Cup nel nostro museo rappresenta non solo un traguardo memorabile per la squadra, ma anche un segnale concreto dell’impegno e della crescita del nostro settore femminile all’interno del Club. Con questo trofeo, prosegue il trend positivo di successi: ogni anno la Juventus Women ha arricchito la nostra bacheca con un titolo, un segno tangibile della continuità e della forza del nostro progetto».

STEFANO BRAGHIN, WOMEN’S FOOTBALL DIRECTOR

«Ogni volta che veniamo allo Juventus Museum a consegnare un trofeo, e in questi otto anni sono stati quindici i trofei vinti, ci rendiamo conto della portata, del lavoro che hanno fatto e che stanno facendo le ragazze e tutte le persone che ci aiutano, perché dietro questi successi ci sono tanti volti. Io dico sempre che c’è una squadra che scende in campo e una fuori proprio perché dietro queste coppe ci sono donne e uomini che fanno lavori diversi con un solo scopo, quello di arrivare in questa sala, il Tempio dei Trofei di questo museo, per chiudere idealmente un cerchio vincente. Quello che c’è dietro questa continuità di vittorie è lo spirito della Juventus, il DNA della vittoria, del lavoro, del sacrificio, della disciplina. Inoltre, essere la prima squadra ad avere vinto la Serie A Women’s Cup ci ha regalato ulteriore soddisfazione. La Juventus è pioniera, è stata pioniera nel calcio femminile, è stata pioniera in tutta la sua storia. Juventus, il cui nome vuol dire “gioventù”, significa anche innovazione, innovazione nella tradizione, qualcosa di unico. Ogni volta che veniamo qui con un nuovo trofeo è un modo di confermarlo a tutti, ma soprattutto a noi stessi perchè sentiamo il privilegio di far parte di un Club unico nella storia del calcio».

MASSIMILIANO CANZI, ALLENATORE JUVENTUS WOMEN

«È il terzo trofeo che ho l’onore di portare in questo meraviglioso museo ed è una coppa che ha lo stesso valore, la stessa valenza delle altre, e credo che la storia lo dimostrerà. La Serie A Women’s Cup è una competizione che è stata inaugurata quest’anno e abbiamo l’onore di vedere il nostro nome come primo nell’albo d’oro di questo torneo. Quando si entra in questo luogo magico, ricco di storia, quale è lo Juventus Museum è sempre un momento di grande emozione perché è il momento in cui si vede che cosa è custodito qui e non si può non provare grande emozione e grande orgoglio immaginando chi abbia portato prima di noi tutti questi trofei».

Elisa Longo Borghini, ciclismo: “Io, cresciuta tra sci e bici. Il Mondiale è il sogno che mi manca”

Photo Credit: Getty Sport

Elisa Longo Borghini (Verbania, Piemonte, 1991) è una delle cicliste italiane più vincenti di sempre. Due Giri d’Italia, una Parigi-Roubaix, due Giri delle Fiandre, tredici titoli nazionali e due medaglie olimpiche: il suo palmarès parla di traguardi, ma anche di costanza, visione e carattere.

Nata in una famiglia dove la madre, Guidina Dal Sasso, era sciatrice di fondo e il padre, Ferdinando Longo Borghini, allenatore di sci nordico, Elisa ha respirato la disciplina sportiva fin dalla culla. In questa intervista per Caffè da Fuoriclasse, si racconta con lucidità e passione. Parla di ciò che la muove, di ciò che la ispira, e di ciò che ancora sogna. Lo fa con la voce di chi ha imparato a pedalare anche dentro le proprie scelte, e con lo sguardo di chi sa che il futuro non si misura solo in chilometri.

Elisa, lei è cresciuta in una famiglia immersa nello sport. Che significato ha avuto nella sua infanzia?

Per me lo sport è stato sempre di casa, una vera e propria questione di famiglia, nonché una normalità. Vedevo mia mamma uscire a fare allenamento al mattino esattamente come la mamma della mia compagna di banco usciva per andare a lavorare. La passione del ciclismo, invece, arriva da mio fratello Paolo, che ha praticato questo sport sin da bambino e ha fatto undici anni da professionista.

Tra una passione e una carriera c’è un salto enorme. C’è stato un momento in cui ha capito che il ciclismo sarebbe diventata la sua professione?

Sì, nel 2012 ho chiesto ai miei genitori di potermi dedicare completamente a questo sport per almeno tre anni, per vedere fino a dove sarei arrivata. Prima cercavo di conciliare sport e studio, ma essendo una perfezionista andavo abbastanza bene in entrambi gli ambiti. Io volevo l’eccellenza e ho provato a cercarla nello sport, dandomi un tempo limite per capire se la passione potesse diventare un lavoro vero e proprio.

Nel 2024 ha conquistato il Giro d’Italia, aggiungendo un altro tassello a una carriera già straordinaria. Dopo medaglie olimpiche e classiche monumento, cosa la spinge ancora a mettersi in gioco?

Innanzitutto, la mia passione smisurata per questo sport. Io amo il ciclismo e pratico questo sport per amore. Se dovessi pensare a un obiettivo non ancora raggiunto, penserei al Mondiale, che non ho mai avuto l’onore di vincere.

Il ciclismo femminile è cresciuto molto, ma resta spesso in ombra rispetto a quello maschile. Secondo lei, il confronto costante con gli uomini ha aiutato o frenato? E quanto contano i media per dare visibilità alle atlete?

Negli ultimi anni il ciclismo femminile è cresciuto in maniera esponenziale. Molte corse maschili hanno aggiunto una loro declinazione al femminile, dando così maggior visibilità a noi donne. Gli investimenti dei team maschili in quelli femminili hanno aiutato alla professionalizzazione del nostro sport. I media chiaramente aiutano, sempre, in ogni ambito. Lo streaming e le dirette TV delle nostre corse aiutano molto a far conoscere il movimento. Stiamo andando nella direzione giusta.

Ha sempre mostrato grande senso di responsabilità. Si sente, in qualche modo, custode di un’eredità sportiva da trasmettere?

Non sono più parte delle Fiamme Oro dal 2023, ma posso dire che il senso di responsabilità nei confronti delle giovani generazioni lo porto sempre con me. Insieme alla mia squadra, UAE Team ADQ, cerchiamo di ispirare durante ogni nostra corsa sempre più ragazze ad avvicinarsi a questo sport.

Come immagina il suo futuro? C’è qualcosa che sogna di vivere con la stessa passione che ha sempre dedicato al ciclismo?

Personalmente sarei una persona molto felice se avessi un orto, un cavallo e una famiglia.

Non c’è bisogno di una medaglia per sentirsi in cima al mondo. Basta sapere dove si vuole andare. E pedalare. La redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Elisa Longo Borghini per la disponibilità e le augura un sincero in bocca al lupo per i suoi prossimi obiettivi.

Vi piacerebbe scoprire il percorso di un’altra fuoriclasse? Scrivetemi, il prossimo Caffè potrebbe partire proprio da lì.

Anita Coda da urlo nella Serie A croata: “Doppia cifra frutto del lavoro. Ogni rete è dedicata alla mia famiglia”

“Il primo pensiero dopo la prima rete in Croazia è andata alla mia famiglia. Fare gol per me è come dire grazie per i sacrifici che hanno fatto mamma e papà”. A dircelo è stata Anita Coda, attaccante che da questa estate gioca e segna in Croazia nelle fila del Međimurje-Čakovec. Coda sul suo approdo nella massima serie nazionale ricorda: “Intorno ad inizio luglio il mio procuratore ha avuto i primi contatti con il mister Ivan. Ha subito condiviso con me questo progetto che mi ha incuriosita e fin dal primo momento ho visto questa occasione come un’ottima opportunità per la mia carriera calcistica e crescita personale”.
Sul suo inserimento in Croazia, invece, l’ex Napoli, Cittadella, Milan e Roma Calcio Femminile ammette: “Mi sono trovata in un contesto molto diverso da quello da cui ero abituata normalmente, ma questo non mi ha destabilizzata. Probabilmente era ciò di cui avevo bisogno quest’anno. Sono partita dall’ Italia con la voglia di trovare ed affrontare stimoli diversi, e sento che grazie a queste novità sto ampliando molto le mie competenze”. 


La classe 2000 poi sugli obiettivi personali e di squadra, per ora forte di un buon quarto posto, puntualizza: “Il mio è quello di migliorare a livello calcistico, giocare e cercare di fare sempre meglio. Penso di andare di pari passo con l’obiettivo di squadra, che è quello di migliorare sempre di più come gruppo ed essere sempre più competitive per giocare partite importanti contro avversarie di alto livello”.
La punta con un trascorso con Freedom, Real Meda, Pro Sesto e Orobica sul nuovo campionato, poi, evidenzia: “È un calcio basato molto di più sull’aspetto atletico, si lavora molto sulla corsa soprattutto sugli sprint che per il modo in cui si gioca diventano una parte fondamentale delle partita”. 


Ottimo l’impatto per Coda, arrivata già in doppia cifra in stagione in 8 gare giocate, che sulla prima parte di stagione ci confida: “La volontà è quella di incidere più possibile, sono arrivata qua con tanti entusiasmo ed ho lavorato ben fin dal primo allenamento. Ho cercato subito di trovare intesa con le mie compagne e credo che i risultati che abbiamo ottenuto siano semplicemente lo specchio del lavoro che abbiamo e stiamo continuando a fare tutte assieme”.
In chiusura una battuta sull’ultima gara che ha visto il Međimurje-Čakovec pareggiare contro l’Hajduk Spalato, prima della classe: “Nell’ultimo match – ci dice Anita-  abbiamo dimostrato di poter giocare partite importanti e sono orgogliosa della nostra prestazione.
Tutte le partite sono importanti, sarà fondamentale fare più punti possibili per concludere questa prima parte della stagione al meglio. Credo che siamo all’altezza di migliorarci e puntare ad una buona posizione in classifica”.

Panchina arriviamo: promosse Alia Guagni, Greta Adami, Vivien Beil, Giulia Orlandi e Stefania Zanoletti

credit photo: Paolo Comba - photo agency Calcio Femminile Italiano

Il Settore Tecnico FIGC ha pubblicato l’elenco degli abilitati ad ‘Allenatore UEFA B’ che hanno frequentato il corso indetto a maggio. Tra queste cinque donne con nomi che riportano ad un passato molto recente legato ai campi di calcio Stefania Zanoletti, Greta Adami, Vivien Beil, Giulia Orlandi e Alia Guagni infatti potranno essere chiamate ora coach e cominciare i rispettivi percorsi in panchina. Dal mese di luglio, infatti, è partito a Coverciano il corso ‘Combinato UEFA C – Licenza D per l’abilitazione ad Allenatore UEFA B’ organizzato dal Settore Tecnico, in collaborazione con l’Associazione Italiana Calciatori.

Lo stesso è stato dedicato a tutti quei giocatori o giocatrici che nella loro carriera professionale abbiano collezionato almeno sette anni di attività professionistica, o meglio sette anni di militanza tra Serie A e B per le calciatrici. Il corso ha avuto una durata complessiva di 152 ore di lezione, di cui 116 in presenza nelle aule e sui campi del Centro Tecnico Federale. Dopo l’esito positivo degli esami finali gli allievi, arrivato nelle ore scorse, è giunta la tanto attesa qualifica da coach UEFA B.

Tra le calciatrici ed ex presenti il nome più illustre è quello di Alia Guagni, fresca di ritiro dal calcio giocato. L’ex difensore classe ’87, con 85 presenze in Nazionale, in attesa di diventare mamma potrà intraprendere la nuova carriera dopo le ultime annate passate tra Atletico Madrid, la sua Firenze e la Fiorentina, Milan e Como Women. A non volerne sapere di smettere è, invece, Giulia Orlandi, classe ’87, che dopo Fiorentina, Empoli, Arezzo, Florentia San Gimignano e Centro Storico Lebowski è in forza alla Worange Pistoia. Con lei anche Greta Adami, centrocampista classe ’93, che dopo le annate con Fiorentina, Milan, Lazio e Sassuolo ha concluso la passata annata conquistando la promozione in B con lo Spezia. Presenti anche Vivien Beil, centrocampista tedesca classe ’95, che in Italia ha indossato le maglie di Parma, Como W. e Napoli Femminile, di cui attualmente è collaboratrice tecnica e mental coach, e Stefania Zanoletti, difensore classe ’90, che ha giocato con le maglie di Atalanta, Mozzanica Brescia, Sassuolo, Hellas e Chievo Verona.

Tra i corsisti sono molti i nomi noti del calcio italiano e internazionale presenti, a cominciare da Antonio Candreva, in azzurro ai Mondiali del 2014 e agli Europei del 2016, Stefano Sturaro, presente a Euro 2016, Jonathan Bachini, e i calciatori con una lunga militanza in Under 21 come Marco Benassi e Riccardo Saponara. Tra le conoscenze delle Serie A anche German Denis, Omar El Kaddouri, Faouzi Ghoulam, Joel Obi, Aleandro Rosi e Matteo Scozzarella. Di seguito l’elenco completo degli allievi: Greta Adami, Jonatan Alberto Alessandro, Ramzi Aya, Jonathan Bachini, Alessandro Bassoli, Vivien Beil, Luca Belcastro, Marco Benassi, Luca Bittante, Antonio Candreva, Marco De Vito, German Gustavo Denis, Omar El Kaddouri, Carlo Emanuele Ferrario, Valerio Foglio, Massimiliano Gatto, Desiderio Michele Garufo, Fabio Gavazzi, Faouzi Ghoulam, Alia Guagni, Marco Guidone, Alessio Iovine, Giancarlo Lisai, Nicolò Manfredini, Paolo Marchi, Joel Chukwuma Obi, Giulia Orlandi, Chinoye Wilfred Osuji, Mario Pacilli, Andrea Paroni, Raffaele Perna, Andrea Raimondi, Samuele Romeo, Aleandro Rosi, Davide Salvatori, Riccardo Saponara, Matteo Scozzarella, Danilo Soddimo, Stefano Sturaro, Emanuele Terranova, Kévin Mathieu Vinetot e Stefania Zanoletti.

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