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Serie A Femminile: turbo Città di Falconara. Francavilla, blitz da podio

Il Città di Falconara va a un’altra velocità. La capolista marchigiana mette il turbo in entrambe le frazioni nella sfida contro il Granzette, s’impone 6-2 al PalaBadiali e complice il pari del Pescara nell’anticipo casalingo contro il Bisceglie, porta a sei le lunghezze di vantaggio sulle campionesse d’Italia. Unica nota stonata per Neri, il rosso a Pato Dal’maz, salterà di sicuro la trasferta con lo Statte.

NEGLI ALTRI INCONTRI della diciannovesima giornata della regular season di Serie A Femminile, spicca il successo del TikiTaka Francavilla nello scontro diretto col Bitonto. Partita divertente come nelle previsioni: Lucileia stappa subito l’incontro, ma Bettioli e Vanin capovolgono tutto. Nella ripresa lo strappo decisivo delle ragazze di Marinelli, che prendono il largo ancora con Bettioli e Tampa: finisce 5-1, un blitz che vale il terzo posto. L’Audace Verona tiene in vita le speranze di salvezza diretta regolando 3-1 il fanalino di coda Padova, a Salsomaggiore, in diretta tv su Sky. Nel posticipo serale comodo successo dello Statte sull’Athena Sassari.

SERIE A FEMMINILE – 19ª GIORNATA
DOMENICA 13 MARZO – ORE 18

PADOVA-AUDACE VERONA 1-3
CITTÀ DI FALCONARA-GRANZETTE 5-2
MARBEL BITONTO-TIKITAKA FRANCAVILLA 1-5
ITALCAVE REAL STATTE-ATHENA SASSARI 8-1

Credit Photo: https://www.divisionecalcioa5.it/

Valentina Bergamaschi, AC Milan: “Ci rialzeremo più forti e agguerrite di prima”

Nel match di andata valido per le semifinali di Coppa Italia il Milan Femminile ha subito una brutta sconfitta contro la Juventus per 6-1. La rossonera Valentina Bergamaschi non si abbatte, e commenta così su Instagram: “È arrivato il momento di digerire questo risultato pesante. Ora ci rialziamo più forti e agguerrite di prima, perché noi siamo il MILAN. Testa e consapevolezza, quello che dovremo metterci ancora di più per le partite che ci aspettano”.

Credit Photo: Andrea Amato

Regina Baresi: “Ronaldo l’idolo, il 2010 la gioia più grande. Una fortuna aver fatto parte dell’Inter”

Regina Baresi è intervenuta ieri a Radio Nerazzurra per un podcast sulla sua vita e sulla sua carriera calcistica.

“Il primo ricordo legato all’Inter.”
“Non ho molti ricordi di quando ero piccola, nemmeno di quando mio padre era in campo perché ero piccola, se non attraverso le cassette. Ricordo Ronaldo, credo sia uno dei più belli che mi porto dietro. E’ stato uno di quelli che ho amato di più, ho scelto il 9 per lui. Mi ispiravo a lui anche se avevo caratteristiche diverse. E’ sempre stato un fenomeno, credo sia nel cuore di tutti gli interisti”.

“Più sentita la rivalità con Juve o Milan?”
“La Juve negli ultimi anni è quella che ha sempre vinto, una rivalità forte. Il Milan è la squadra del derby, emozioni per me forti anche a livello familiare. Sono rivalità differenti”.

“Papà Beppe ti ha spinto verso la passione per l’Inter?”
“Ha lasciato completa libertà a me e mio fratello, che tifa Roma. Io mi sono sentita di seguire la sua strada avendo la passione per il calcio. Ho sempre giocato con l’Inter, mi è venuto naturale seguirlo”.

“Un bilancio finale della carriera.”
“Io sono molto soddisfatta, quando ho iniziato a giocare sognavo la squadra ufficiale dell’Inter e sembrava un traguardo irraggiungibile. Dopo anni di sacrifici e lavoro per far conoscere di più il calcio femminile è cresciuto tutto, ho avuto la fortuna di essere capitana dell’Inter. Posso essere soddisfatta. Mi sono ritirata perché avevo voglia di fare anche altre cose che non erano compatibili con la vita da atleta. Ho deciso di cambiare e costruire qualcosa di diverso”.

“Come prosegue la crescita del calcio femminile?”
“Stiamo crescendo negli ultimi anni, il Mondiale ha dato visibilità e l’arrivo dei club maschili ha aiutato tantissimo per le strutture e la preparazione delle persone. Stiamo facendo tanti passi avanti, il professionismo sarà un ulteriore tassello”.

“La tua più grande gioia e delusione da calciatrice e tifosa.”
“Da tifosa il 2010 con Mourinho e mio papà, in cui abbiamo vinto tutto. Da giocatrice la vittoria del campionato e la promozione in Serie A, non abbiamo mai perso una partita. Un’annata stupenda, con tanto di festa a San Siro. E’ stato indimenticabile. Come delusioni nel 2014 perché eravamo salite in A e poi siamo retrocesse. E’ stato un anno molto difficile, dopo tante stagioni siamo tornate in A. La delusione come tifosa forse quando mio padre non è rimasto più nello staff della prima squadra”.

“Cosa significa essere interista?”
“Io sono nata con l’Inter, avendo in casa i colori nerazzurri portati da mio papà. E’ una passione che ho da sempre, avendo giocato tanti anni nell’Inter è una famiglia, è casa. E’ soprattutto tanto orgoglio per aver indossato la maglia e la fascia da capitano”.

Credit Photo: Marco Montrone

Approvati gli statuti per la professionalizzazione del campionato femminile spagnolo

14 marzo 2022 Sheila Elorza, Lola Romero, Marta Carro, Miquel Iceta Llorens e Luis Rubiales
14 marzo 2022 Sheila Elorza, Lola Romero, Marta Carro, Miquel Iceta Llorens e Luis Rubiales

Il 14 marzo è stato un giorno storico per il calcio femminile spagnolo: la commissione direttiva del Consiglio Superiore dello Sport (CSD) ha approvato gli statuti che rendono il campionato professionale.

Dal 15 giugno, data in cui il Presidente José Manuel Franco aveva annunciato l’inizio del processo di personalizzazione, si sono fatti tanti passi in avanti. E finalmente ecco l’approvazione degli statuti, alla presenza del Presidente della RFEF Luis Rubiales, dei sindacati AFE, Futbolistas ON e FutPro e di tante calciatrici.
Rubiales ha dichiarato che i meriti sono di Franco e che finalmente si è lanciato un messaggio di uguaglianza per far sì che uomini e donne siano uniti nello sport. Franco ha poi aggiunto: “ Le mie parole sono di gratitudine a tutte coloro che hanno reso possibile questo giorno. Si tratta di un giorno storico per il calcio femminile. Ringrazio la Federazione, i club e i sindacati. Con l’approvazione degli statuti, si forma un nuovo modello di Paese, il calcio professionale femminile è una realtà. La Spagna salda un debito storico con le donne. Si alzerà ancora di più il livello del calcio femminile spagnolo. La negoziazione è stata difficile ma responsabile, anche i gruppi parlamentari ci hanno appoggiato e li ringrazio per la loro lealtà. Lavoriamo per l’uguaglianza e l’esito positivo aiuterà anche altri sport a crescere, come basket, hockey. Ancora si deve sviluppare il potenziale sportivo della Spagna e l’uguaglianza arricchisce lo sport e la società spagnola.
Tra i messaggi arrivati ecco Sheila Elorza, capitano dell’Eibar che è felice per la grandezza del risultato, così come Marta Carro del Valencia e Lola Romero, presidentessa dell’Atlético femminile e rappresentante dell’ACFF.
Tra le calciatrici intervenute oltre a quelle già citate ecco: Ivana Andrés (Real Madrid), Amanda Sampedro e Meseguer (Atlético), Garazi Murua e Ainhoa Moraza (Athletic), Maddi Torre (Real Sociedad), Paula Nicart (Sevilla), Nuria Liguero (Betis), e Lucía Gómez (Levante) tra le altre.

Ci saranno nuove elezioni per il Presidente, su un modello simile a quello de LaLiga, che dovrebbe essere una donna o un uomo di peso segnalato dai club, dato che la candidatura emergerà tra loro.
Al momento è stata presentata solo la candidatura di Unidas por el fútbol, guidata da Ainhoa Tirapu e Dolores Martelli di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi.
Gli altri nomi non ufficiali sono: María Teixidor, ex dirigente del Barça; María Tato, ex Presidentessa di calcio femminile della RFEF e Ana Muñoz, ex direttrice generale del CSD, tutti nomi importanti e di esperienza nel calcio femminile.

Photocredit: CSD, Twitter

Il calcio secondo Stefania Tarenzi: la sua lettera d’amore a questo sport è da brividi!

Senza alcun dubbio, Stefania Tarenzi è una delle colonne portanti della Sampdoria Women, e non solo. Capitano carismatico, coraggioso e contraddistinto da una grande umiltà, ha sempre preferito dare risposte sul campo piuttosto che dare adito a gossip e chiacchiericci che nulla hanno a che fare con questo sport meraviglioso. La sua abnegazione e l’immenso amore per il calcio le hanno permesso di arrivare fino in Serie A e in Nazionale, superando tutti gli ostacoli di una vita che ha sempre affrontato a muso duro.

Punto di riferimento per le compagne, specialmente per le più giovani, ed esempio per le nuove leve, la leonessa blucerchiata ha recentemente scritto una toccante lettera d’amore al calcio femminile pubblicata dal sito cronachedispogliatoio.it. Provare a raccontarla rischierebbe di sminuirne bellezza ed unicità, motivo per cui la nostra redazione ha pensato di proporvela integralmente, senza perdere nemmeno un briciolo di tutta la sua meraviglia. Dunque, buona lettura!

Pane e pallone. La mia vita è sempre stata così. A scuola: calcio. All’oratorio: calcio. E quando il Sole iniziava a calare, uscivamo dall’oratorio e andavamo a giocare ai giardini. Per me questo sport è sempre andato oltre ogni retorica. Io, quando ho un pallone tra i piedi, sono la massima espressione della felicità. Giocavo con i maschi e non mi ero mai posta il problema.

Fino a un giorno che ricordo ancora oggi. Erano quei minuti in cui dall’oratorio ci stavamo spostando al parco, insieme ai miei amici, e una volta arrivati un bambino mi guardò e disse agli altri: «Ma come? Ancora lei? Questa è una femmina, che viene a fare?». Mi sentii morire dentro. Quella sensazione di vuoto, di bruciore allo stomaco. Io non mi ero mai posta davanti al fatto di essere una femmina in una squadra di maschi. Neanche ci pensavo.

Mi fece aprire gli occhi, comprendendo che esistevano gli stereotipi. Ero ingenua, possiamo dire così. Era la prima volta che qualcuno me lo faceva notare. Da quel momento sono stata più forte di queste situazioni: scesi in campo e vincemmo. Ero forte, e i maschi si incazzavano perché non riuscivano a prendermi. Sono stata fortunata, poche volte mi sono trovata davanti a un muro simile. I miei amici l’hanno sempre presa con normalità. Io ero una di loro.

Il viaggio verso il calcio femminile di oggi, per me, è iniziato in quel tragitto tra l’oratorio e il parco. Sono nata nella generazione degli allenamenti sulla terra, al gelo, senza aiuti né strutture. Senza considerazione. C’eravamo noi e l’arte di arrangiarsi. Ho vissuto il prima e il dopo, lo spartiacque italiano: oggi stiamo per diventare professioniste, e vivere da protagonista questa mutazione dopo oltre vent’anni di sofferenze vale ancora di più.

Le giovani che si avvicinano al pallone trovano un Paese che sta rompendo le distanze con quelli più evoluti. Quando ho iniziato io, non esistevano supporti e per tutti eri “il maschiaccio che gioca a calcio”. Per fortuna, io ho sempre pensato a sentirmi libera. Essere serena, andare d’accordo con tutti. Ho cercato di far percepire la mia presenza come la normalità. E anche quando mi dicevano «Sai, sei più brava dei ragazzi», cercavo di non ascoltarli. A me interessava il gruppo.

Ho maturato la passione per il mio sport preferito grazie ai video del Bardolino Verona. C’erano alcuni estratti su YouTube e ricordo quel preciso istante in cui, davanti allo schermo, ho pensato che sarebbe stato bello diventare come loro. Cavolo, giocavano nel campionato ufficiale, quello di Serie A! Io ero una bambina e volevo fare quello. Un solo obiettivo. Il percorso era segnato. E non avevo idoli, il mio idolo era il calcio. Una sola priorità.

Innegabile: è stata una lotta. Ora le giovani hanno 3 fisioterapisti, ogni giorno, a loro disposizione. Si allenano al mattino in strutture adeguate, talvolta all’avanguardia. Io mi allenavo la sera, sulla terra e al gelo, dopo che tutti avevano finito di lavorare. Avevamo un solo massaggiatore, una volta a settimana. Non c’erano scuole calcio. Eravamo noi, senza palestra o altri sussidi, e senza una preparazione fisica di base. Oggi le bambine fanno determinati allenamenti, incentrati su una formazione completa.

Partire da piccole con questo diktat fa la differenza. Non perdi anni: se inizi come noi intorno ai 18, hai perso oltre 10 anni di allenamenti e preparazione. Se invece, come altre ragazze, inizi a 14 anni proprio a giocare a calcio, allora hai perso i 10 anni precedenti che valgono doppio. Stanno nascendo in Italia diverse strumentazioni per pareggiare il gap. Si sta aprendo questo mondo, specialmente dopo il Mondiale del 2019 c’è stato un boom di iscrizioni.

Oggi, fare palestra per noi fa la differenza. Ti alleni la mattina e il pomeriggio migliori il fisico. Solo così cresce il livello. All’estero, questo accade da due decenni. Per questo quando qualche stagione fa affrontavamo Lione, Wolfsburg o squadre simili, prendevamo 8 o 9 gol. Loro facevano sedute doppie, noi al gelo. Per questo andavano al triplo di noi. Ad esempio, la Sampdoria quest’anno è partita con il proprio percorso nel calcio femminile. Ha fatto un miracolo, costruendo la squadra in poco tempo: ci sono tanti talenti che vogliono imparare e crescere.

Voglio aiutarle, alcune di loro studiano e devono far combaciare tutto. Dopo il Mondiale, la gente ci fermava: «Sapete, io non seguo il calcio, ma mi sono appassionato grazie a voi, grazie al calcio femminile». Hanno visto in noi una forte passione. Solo quella, e basta. Senza interessi intorno. Abbiamo trasmesso ciò che provavamo, e siamo state capite. Le ragazze di oggi, che si approcciano al nostro mondo, devono sapere di avere tante possibilità.

Per loro possono aprirsi innumerevoli strade. Hanno davanti un futuro che può essere bellissimo, con tanta gente e tante persone che lavorano per noi. Prima il concetto era: faccio tutto durante la giornata e poi tiro due calci al pallone. Oggi no, sono affiancate nel modo giusto. Quando mi allenavo al freddo, senza strutture… mi chiedevo perché non avessi scelto di giocare a pallavolo o a dama! Ma lo pensavo solo per 5 minuti, una volta arrivata al campo mi passava tutto.

E giocavo nel Brescia, che era una big. Per farvi capire il livello in cui siamo cresciute noi calciatrici del presente, una volta con il Brescia andammo in trasferta a Bari partendo la sera prima della partita, in treno, arrivando in Puglia alle 7 di mattina e aspettando in giro per la città fino alle 14.30 per andare all’impianto. Eravamo stanche morte e pareggiammo. Pensate cosa potesse accadere in club più piccoli. Si creava un forte senso di rivalsa verso l’esterno, un’atmosfera che ci faceva sentire unite e ancora più forti.

Gli stereotipi ci sono ancora, ma sono consapevole che la nostra storia è questa. Se fin da piccole, le donne fanno un determinato percorso, anche grazie all’educazione fisica nelle scuole, cresci con un’altra mentalità. Le femmine che giocano a calcio non devono essere più «i maschiacci», ma la normalità. Io ho avuto dei genitori che mi hanno appoggiato, e loro stessi mi hanno iscritto a scuola calcio nel mio paesino. Ancora li ringrazio.

Abbiamo bisogno che qualcuno dall’alto investa in modo concreto. All’estero, durante il campionato, gli stadi sono pieni. E questo porta guadagno. Deve crearsi un business, è difficile perché questo non accade dall’oggi al domani, ma solo così faremo ulteriori step. Le straniere che oggi arrivano in Serie A portano qualcosa di diverso, soprattutto nell’attitudine. Dobbiamo imparare e prendere il meglio. Tempo fa, quando giocavamo partite internazionali, eravamo sconfitte in partenza. Ora non è più così.

Durante il Mondiale abbiamo vissuto in una bolla. Non ci credevamo. Venivamo tutti dagli stessi sacrifici. Abbiamo chiuso gli occhi e la soddisfazione era immensa. Tanta roba. Finalmente è arrivata la nostra ora!

Recuperi, oggi altre cinque sfide di campionato

In Serie C femminile spazio ancora ai recuperi con cinque partite di campionato in programma mercoledì 16 marzo: nel Girone A Pavia-Fiammamonza (ore 20.45) e Pinerolo-Independiente Ivrea (ore 20.30), mentre nel Girone B si giocheranno Riccione-Vis Civitanova (ore 14.30), Padova-Spal (ore 20.30) e Brixen Obi-Vicenza (ore 14.30).

Girone A: Pavia-Fiammamonza (12ªg, arbitro Teghille di Collegno), Pinerolo-Independiente Ivrea (14ªg, Dancelli di Brescia)
Girone B: Riccione-Vis Civitanova (12ªg, Campagni di Firenze), Padova-Spal (13ªg, Marangone di Udine), Brixen Obi-Vicenza (13ªg, Riahi di Lovere)

Credit Photo: Facebook Pavia Academy SSD

L’Orobica Bergamo fa bottino pieno, grazie a Claudia Valletta, in casa della Solbiatese Azalee

L’Orobica Calcio Bergamo conquista un altro successo, vincendo, nel recupero della dodicesima giornata del Girone A di Serie C, in casa della Solbiatese Azalee per 1-0.

A decidere le sorti dell’incontro, il gol realizzato dall’attaccante classe 2003 Claudia Valletta, la quale mette a referto il suo sesto centro in campionato. “Quello segnato da Valletta è un gol importante, su un’azione molto bella – ha commentato sui canali ufficiali del club rossoblù l’allenatrice Marianna Marini – avremmo potuto sicuramente nel primo tempo fare almeno 3 gol e anche nel secondo negli ultimi dieci minuti almeno tre gol su ripartenze. Abbiamo rischiato sia sull’azione della traversa, che sul salvataggio fantastico fatto da Salvi, però per il resto è stata una partita combattuta. Rimanendo sull’1-0 è stata più difficile del previsto“.

In classifica le bergamasche sono al terzo posto con trentanove punti, a tre lunghezze dal Pinerolo secondo.

Domenica l’Orobica andrà del Pavia Academy, che ha battuto, nel match valido per il tredicesimo turno, il Perugia per 4-3, e coach Marini commenta la partita che potrebbe giocarsi tra qualche giorno: “Con il Pavia sarà più difficoltosa, perché ha un attacco che verticalizza di più, quindi la nostra difesa con la Solbiatese ha giocato molto bene, ma ci sarà da studiare qualcosa di diverso per quella partita“.

Photo Credit: Facebook Orobica Calcio Bergamo

Martina Gelmetti, Riccione Femminile: “Occorre essere costanti per restare nelle posizioni di vertice”

A tu per tu con Martina Gelmetti, classe 1995, punta della squadra romagnola, valore aggiunto per la categoria

Ciao Martina, per iniziare una breve descrizione del tuo ruolo
“Sono un attaccante o esterno o centrale. Preferisco giocare con una compagnia di reparto accanto”.

Esperienze pregresse in carriera
“Ho iniziato nel Bardolino che poi è diventato il Verona, dai 14 ai 19 anni, a seguire esperienza a Lugano e Neunkirch. Rientrata in Italia ho militato per due anni nel Mozzecane ed una stagione nel Napoli. In queste ultimi due campionati ho giocato nel Como, nel Chievo e nel Bari prima di arrivare al Riccione”.

I motivi del tuo passaggio al Riccione
“Oltre che per motivi personali, avevo estremo piacere nel ritrovare mister Bragantini che avevo avuto come allenatore per due anni a Mozzecane”.

Un giudizio su ambiente e staff societario
“L’ambiente è genuino e accogliente mentre lo staff ha enorme voglia di crescere e di realizzare qualcosa di importante”.

I punti di forza ed i limiti da migliorare nella squadra
“I punti di forza sono l’ambiente e soprattutto l’enorme margine di progresso di ogni ragazza. L’aspetto principale da migliorare è la concentrazione in campo ed evitare le disattenzioni”.

Obiettivi stagionali
“Essere il più costanti possibile per restare quanto più in alto in classifica”.

LifeTackle. Brunelli: “Percorso essenziale per giungere ad azioni concrete capaci di migliorare la nostra vita”

In un contesto così drammatico, discutere di sostenibilità assume un significato ulteriore per impiegare il nostro tempo nel cercare di garantire alle generazioni future un mondo migliore e più sostenibile”. Con queste parole, nella sala stampa dello Stadio Olimpico di Roma, il segretario generale della FIGC, Marco Brunelli, ha aperto la conferenza del progetto LifeTACKLE, giunto alla sua naturale conclusione dopo circa quattro anni di lavoro svolto sotto il coordinamento della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

La sostenibilità è in cima alle agende della nazioni, anche dal punto di vista sociale, economico e finanziario – ha evidenziato Brunelli nel corso del suo intervento dopo i saluti del direttore generale di Sport e Salute Diego Nepi Molineris– Life Tackle ha rappresentato un’esperienza multi funzionale per tutti i partner coinvolti; un percorso essenziale per giungere ad azioni concrete utili a migliorare la nostra vita e migliorare il contesto del calcio che va oltre la semplice fruizione di un evento per abbracciare campi di interesse più ampio – ha concluso il segretario generale della FIGC, porgendo a nome del presidente Gabriele Gravina i ringraziamenti a tutti partner coinvolti.

Il tema della sostenibilità costituisce l’elemento cardine delle politiche di responsabilità sociale definite dalla UEFA con una proiezione al 2030. “Football sustainability strategy – ha sottolineato Michele Uva, direttore del Football & Social responsibility UEFA – è un progetto che investe gli stakeholders a tutti i livelli, sia nell’ambito professionistico che dilettantistico. Non è un investimento a breve termine perché, muovendo da contesti e specificità diversi, abbiamo bisogno di tempo per raggiungere obiettivi chiari e risultati evidenti. Per questo è fondamentale ottimizzare la collaborazione con le federazioni, ma anche soddisfare l’esigenza di partnership sostenibili che vadano oltre la semplice sponsorizzazione commerciale, per implementare azioni che lascino un segno tangibile del loro impegno nel calcio. Entro il 2023 – ha concluso Uva – le federazioni dovranno aver approvato le rispettive strategie di sostenibilità, che costituiranno quindi parte integrante del sistema di licenze nazionali”.

Il progetto LifeTackle, finanziato dall’Unione Europea con un budget di € 1.947.000 attraverso il programma Life per l’ambiente e l’azione per il clima, ha preso il via nel settembre 2018 sotto il coordinamento scientifico dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il prof. Tiberio Daddi, project manager del progetto, ha ripercorso il lavoro compiuto durante tutto l’arco temporale: dalla valutazione generale dei diversi contesti calcistici a livello di federazioni e club, alla raccolta e analisi dei dati su consumi energetici, all’esame dei modelli organizzativi e delle governance, alle modalità di fruizione degli eventi da parte del pubblico. Secondo i calcoli effettuati, i fattori di maggiore impatto sono stati identificati in particolare nella mobilità (40%) e nel consumo energetico (27,75%). Undici sono stati gli stadi coinvolti nei diversi Paesi europei –  in Italia lo Stadio Olimpico di Roma, il Luigi Ferraris di Genova e il Paolo Mazza di Ferrara – veicoli di una campagna di informazione che in occasione di 60 partite internazionali di Italia, Romania e Svezia ha raggiunto una audience complessiva pari a 58 milioni di telespettatori e circa 320.000 spettatori.

L’impegno della FIGC nel progetto LifeTackle è stato intenso sin dalla fase di avviamento del progetto: dall’identificazione e il coinvolgimento degli stadi pilota sul territorio, alla fase di analisi ed elaborazione di varie attività tra le quali vanno segnalate il progetto per il riuso e la raccolta delle acque piovane presso lo Stadio Olimpico. Intensa inoltre l’opera volta al miglioramento della governance ambientale della FIGC volta al riciclo, alla riduzione dei consumi e al green procurement; il contributo offerto dai partner Acqua Lete per l’installazione di un eco-compattatore a Coverciano, ed Eni per il workshop Calcio e Sostenibilità organizzato presso Casa Azzurri in concomitanza con il Campionato Europeo.

Per assicurare continuità al progetto LifeTackle, la FIGC, in collaborazione con i propri stakeholders – Lega Serie A, Lega B, Lega Pro, LND, AIC, AIAC, e il supporto di Eni, Acqua Lete, Scuola Superiore Sant’Anna, Sport e Salute, CoRiPet.ha – ha presentato la ‘Carta sulla sostenibilità ambientale nel Calcio’.  Il documento si propone di definire le linee guida funzionali ad una applicazione pratica dei principi di sostenibilità ambientale in termini di governance, gestione delle infrastrutture, gestione degli eventi, partnership e coinvolgimento di stakeholders e tifosi. Il documento, in corso di ulteriore sviluppo, verrà illustrato in dettaglio in una fase successiva.

A corollario dei lavori, il dibattito sul tema “Tackling the environmental impacts of professional football” moderato da Ernest Kovacs (ACR+), che ha visto la partecipazione dei sustainability manager dei club Juventus FC (Andrea Maschietto), Porto FC (Teresa Santos), Malmoe (Karin Weri) e Real Betis Balompié (Rafael Muela Pastor), ha concluso la sessione.

Il video integrale dell’evento è disponibile al link : https://youtu.be/lNX17oJ42iM

Credit Photo: FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio

Women’s Champions League: guida ai quarti di finale

La UEFA Women’s Champons League torna il 22 marzo con i quarti di finale che segnano l’inizio della fase a eliminazione diretta che porterà alla finale di Torino.

Le campionesse in carica del Barcellona affronteranno i rivali storici del Real Madrid in una cornice di pubblico che ha fatto registrare il record mondiale di presenze per una partita di calcio femminile. Le sette volte campionesse del Lyon invece affronteranno la Juventus, padrona di casa dello stadio della finale, mentre l’Arsenal giocherà contro le ex campionesse del Wolfsburg. L’ultimo quarto vedrà sfidarsi due squadre uscite in semifinale nella passata edizione: Bayern Monaco e Paris Saint-Germain.

Quarti di finale
22 e 30 marzo
Bayern München – Paris Saint-Germain
Real Madrid – Barcelona
23 e 31 marzo
Juventus – Lyon
Arsenal – Wolfsburg

Semifinali (23/24 aprile e 30 aprile/1 maggio)
1: Real Madrid/Barcelona – Arsenal/Wolfsburg
2: Juventus/Lyon – Bayern München/Paris Saint-Germain

Finale (Juventus Stadium, Torino)
Vincente Semifinale 1 – Vincente Semifinale 2

Rivalità antica, competizione nuova
La sfida tra le formazioni femminili di Real Madrid e Barcellona potrà non avere la storia o la risonanza di quella maschile ma il prestigio della gara rimane inalterato. Il club della capitale è infatti entrato nel mondo del calcio femminile solo nel 2020 dopo aver rilevato il CD Tacòn ed è arrivato al secondo posto in campionato, a 25 dalla capolista Barça che ha vinto tutti e tre i Clàsicos femminili senza difficoltà. Tuttavia il cammino del Real nella sua stagione d’esordio in Europa ha superato le più rosee aspettative: prima ha eliminato il Manchester City qualificandosi alla fase a gironi, e poi ha superato il girone qualificandosi ai quarti. La gara di ritorno sarà la prima partita del Barcellona davanti ai suoi tifosi al Camp Nou, avendo giocato lì a porte chiuse a gennaio 2021 contro l’Espanyol. Per l’occasione i tifosi blaugrana hanno risposto facendo registrare il sold out già a gennaio per quello che sarà il record mondiale di presenze per una partita di calcio femminile per club.

Il caso vuole che la prima partecipazione del Barcellona maschile in Coppa dei Campioni nel 1959/60 si concluse in semifinale contro il Madrid. In quell’occasione le Merengues, vincenti sia all’andata che al ritorno, si apprestavano a vincere il quinto titolo consecutivo. Questa volta invece il Barcellona è la squadra da battere, con le blaugrana che puntano a riconfermarsi campionesse dopo aver sollevato la coppa in grande stile a maggio scorso. Il Barça ha già vinto una sfida tutta spagnola quando ha battuto ai quarti di finale del 2020 l’Atlético per 1-0 a Bilbao. Il Madrid è la prima esordiente nella competizione a raggiungere i quarti di finale dal City (che il Real ha eliminato nel turno 2) nel 2016/17; se, come il club inglese, riuscirà ad avanzare sino alla semifinale, allora anche questo Clàsico diventerà un appuntamento da segnare in rosso nel calendario.

London calling ancora una volta per il Wolfsburg
Falcidiato dagli infortuni, il Wolfsburg sembrava fuori dai giochi dopo la sconfitta della quarta giornata contro la Juventus, ma alla fine ha chiuso il Gruppo A al primo posto battendo ed eliminando all’ultima giornata i vice campioni 2021 del Chelsea per 4-0. Con questo il Wolfsburg si è qualificato per la decima volta consecutiva (un record) ai quarti di finale, dove affronterà l’Arsenal, un’altra squadra che ha stabilito un primato della competizione: è la prima ad aver raggiunto per 14 volte complessivamente questa fase della competizione. Inoltre il Wolfsburg ha in squadra due ex Gunners, ovvero Jill Roord e Dominique Janssen, e ha una certa confidenza con Londra: il club tedesco ha vinto il primo dei sue due titoli a Stamford Bridge nel 2013, e con le due partite della fase a gironi contro le Blues, la partita tra Wolfsburg e Chelsea è la più giocata in assoluto della competizione (10 volte). Le tedesche hanno inoltre vinto 2-0 in casa dell’Arsenal nella semifinale 2012/13, vincendo complessivamente 4-1 prima di aggiudicarsi il titolo nella finale di Londra.

Se il Wolfsburg non si fosse fatto rimontare il vantaggio per 3-1 nel pari della prima giornata in casa del Chelsea, il suo cammino sarebbe stato sicuramente in discesa. Dall’altro lato anche l’Arsenal nella prima giornata ha affrontato un avversario tedesco, l’Hoffenheim, battendolo per 4-0 in una partita risultata decisiva per il cammino di qualificazione del club che poi ha perso due volte malamente contro il Barcellona e una volta 4-1 in Germania qualificandosi però in virtù degli scontri diretti. Entrambe le squadre sanno bene di poter fare di più di quanto fatto nel girone ed entrambe hanno un attacco esplosivo che garantirà spettacolo: la attuale miglior marcatrice Tabea Wassmuth per il Wolfsburg, mentre Vivianne Miedema probabilmente accanto al neo acquisto Stina Blackstenius per l’Arsenal.

La squadra dei record contro quella rivelazione
La Juventus è stata la squadra rivelazione della fase a gironi essendo arrivata davanti al Chelsea e avendo raccolto quattro punti su sei contro il Wolfsburg. Le bianconere sono ancora in corsa per giocare la finale tra le mura amiche e nelle tre partite giocate allo Juventus Stadium hanno fatto registrare ben 36.058 spettatori. Le campionesse d’Italia non avevano mai superato i sedicesimi di finale e adesso cominciano a credere nell’impresa.

Le italiane però dovranno alzare ulteriormente l’asticella per superare il Lyon. L’eliminazione ai quarti di finale della passata stagione contro il Paris ha posto fine al dominio europeo lungo cinque anni dell’OL che adesso non sembra più invincibile. Tuttavia la promozione ad allenatrice di Sonia Bompastor e il rinnovamento della rosa rendono le francesi un avversario sempre da temere. Ada Hegerberg è tornata ai suoi standard dopo una lunga assenza per infortunio, mentre le tre veterane Sarah Bouhaddi, Dzsenifer Marozsán ed Eugénie Le Sommer, sono tornate dai prestiti, con Sara Björk Gunnarsdóttir tornata disponibile dopo il congedo di maternità. La Juventus, tuttavia, aveva dato prova del suo potenziale già nell’andata dei sedicesimi della passata stagione quando è rimasto in vantaggio per 2-1 per mezz’ora prima della vittoria in rimonta per 3-2 delle ospiti francesi.

Il Paris vuole alzare l’asticella
Sia Bayern che Paris sono stati messi in ombra dal dominio europeo di Wolsburg e Lyon negli ultimi dieci anni. Nella passata stagione, tuttavia, il Paris ha eliminato il Lyon in questa fase ed è arrivato sino alla semifinale come il Bayern a differenza di Wolfsburg e OL che invece si sono fermati ai quarti. Entrambe hanno vinto il titolo nazionale dopo essere arrivate seconde per tanti anni, e adesso vogliono mettere la ciliegina sulla torta con la vittoria del trofeo.

Il Paris, che ha raggiunto la finale nel 2015 e 2017, sembra più in forma che mai, e in questa fase a gironi è stata la squadra più prolifica con 25 gol – uno in più del Barcellona, l’altra squadra che ha chiuso a punteggio pieno – con 13 marcatrici diverse. Il Bayern, eliminato dal Paris in questa fase nel 2015 e arrivato per la seconda volta nella sua storia in semifinale nella passata stagione, non è stato spettacolare nella fase a gironi ma ha battuto 1-0 il Lyon una settimana dopo essere stato sconfitto sul finale in Francia, dimostrando bravura e mentalità da grande.

Dove guardare le partite
Come nella fase a gironi, tutte le partite verranno trasmesse in diretta streaming gratuitamente da DAZN/YouTube. Puoi inoltre guardare gli streaming di DAZN sui nostri MatchCentres.

Credit Photo: https://it.uefa.com/womenschampionsleague/

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