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Ilenia Nicoli, Parma: “Per noi era importantissimo vincere questa partita”

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Credit Photo: Parma

Termina con un successo la prima fase del campionato del Parma che supera l’Original Celtic Bhoys per 5-0. A decidere la sfida le reti delle ducali firmate da Debora Fragni, Beatrice Parizzi, Gaia Iacuzzi, doppietta, e Debora Fragni.
Questo un estratto delle parole rilasciate nel post gara il tecnico delle crociate Ilenia Nicoli.

“Per noi era importantissimo vincere questa partita. Ora siamo concentratissime per la seconda parte del campionato che sappiamo essere quella che conta di più. L’Original Celtic Bhoys è una squadra che ha le sue buone caratteristiche, non è stato semplice, ma siamo state brave noi: oggi le ragazze hanno fatto veramente molto bene, tanto di cappello alla squadra. La sfida di domenica prossima in Coppa Emilia con loro? Noi dovremo essere brave a non pensare più al risultato di oggi, ma lavorare bene in settimana per cercare di preparare al meglio la partita, anche perché sappiamo che le gare secche hanno un sapore diverso, per cui restiamo concentrate e pronte”.

PARMA-ORIGINAL CELTIC BHOYS 5-0
Marcatrici: 
2′ e 21′ st Fragni; 9′ Parizzi, 15′ e 44′ st Iacuzzi
PARMA – 1. Matilde Ravanetti; 2. Cristina Miani, 3. Giorgia Cocconi; 4. Marta Baccanti (V. Cap., 30′ st 14. Alice Gennari), 5. Giulia Scaffardi, 6. Carlotta Vasirani (30′ st 18. Giorgia Tommasini); 7. Beatrice Parizzi (30′ st 13. Rosanna Avendato), 8. Zaira Cuciniello (22′ st 15. Giulia Soncini), 9. Gaia Iacuzzi, 10. Debora Fragni (30′ st 17. Francesca Fulgoni), 11. Aurora Remondini. Allenatore: Ilenia Nicoli A disposizione: 12. Giorgia Bedini; 16. Lucrezia Baffi, 19. Naike Naummi, 20. Francesca Alfieri

ORIGINAL CELTIC BHOYS – 1. Marianna Vulcano; 2. Sophie Rastelli (1′ st 14. Ylenia Pagliari), 3. Jessica Mori (1′ st 15. Lucrezia Pugnaghi); 4. Nicole Prandi (11′ st 13. Valentina De Lucia), 5. Gaeta Gorrieri (V. Cap.), 6. Evelyn Venturi (Cap.); 7. Nicole Vioni, 8. Beatrice Bertani (1′ st 17. Arta Dervishaj), 9. Alessandra Sacchi, 10. Chiara Cavandoli (19′ st 16. Angelica Restani), 11. Gaia Gnisci. Allenatore: Paolo Anastasi.
Arbitro: Sig. Alfio Torrisi della Sezione AIA di Ferrara

Valentina Bergamaschi, AC Milan: “Ripartiamo più forti e agguerrite di prima”

Credit Photo: Fabrizio Campagnoli

Valentina Bergamaschi, capitano del Milan Femminile, ha commentato il pareggio casalingo ottenuto contro il Napoli. Ecco le sue parole in un post pubblicato su Instagram:

«Siamo consapevoli di aver sprecato una grande chance, ma sono altrettanto fortunata ad avere una squadra come voi pronta a sacrificarsi e aiutarsi sempre e che farà tesoro di tutto questo, per ripartire più forte e agguerrita di prima. Partita dopo partita sempre insieme»

Credit Photo: Fabrizio Campagnoli

Elio Aielli, mister Independent: “Con il Lecce sbagliata la lettura della fase difensiva”

Nella diciannovesima giornata di campionato di Serie C Girone C l’ Independent perde in casa 1-2 contro il Lecce. A segno per i padroni di casa Galluccio al 42′, queste le parole del mister  Elio Aielli a fine gara:

Avevamo preparato la partita in un certo modo, avevamo un può di assenze dietro giocando con due terzini non di ruolo come Testa e Tozzi. Spesso la lettura della fase difensiva l’abbiamo sbagliata quando la palla era scoperta, nel secondo tempo non abbiamo quasi mai fatto uscire il Lecce dalla propria metà campo. Spesso ci manca  la lucidità di giocare palla con tranquillità. C’è bisogno di mettersi e acquisire esperienza, questo è un campionato duro e dobbiamo dare sempre il 100%”.

Fisio Salute Official Medical Supplier del Como Women

La FC Como Women comunica di aver siglato un accordo con Fisio Salute, poliambulatorio di fisioterapia tecnologicamente avanzato.

Grazie a questa collaborazione e alla sinergia degli staff di Como Women e Fisio Salute si potranno velocizzare i rientri da infortuni e traumi, permettendo così alle giocatrici di rientrare più rapidamente nella massima efficienza fisica sportiva, portando un notevole vantaggio per le atlete e per le squadre.

La partnership con questo centro permetterà al Como Women di essere all’avanguardia nel settore ed avere un’assistenza di massimo livello nella delicata fase del recupero fisico delle atlete, reduci da infortuni e non solo.

Questa collaborazione comporterà anche la presenza di giocatrici e dirigenti ad eventi organizzati da Fisio Salute e la presenza alle partite e ad allenamenti da parte dei professionisti del centro.

Fisio Salute ha sede a Villa Guardia (CO) e a Chiasso (Svizzera).

Photo Credit: Fabrizio Cusa

Via libera dalla FIGC al tesseramento dei giovani ucraini in fuga dalla guerra

La Federazione Italiana Giuoco Calcio apre al tesseramento dei giovani ucraini in fuga dalla guerra. Con un atto d’urgenza, oggi il presidente federale Gabriele Gravina ha stabilito che i minori provenienti dall’Ucraina potranno essere tesserati, in ambito dilettantistico e di Settore Giovanile e Scolastico, fino alla fine di questa stagione sportiva. La FIGC si fa carico anche degli oneri previsti per il tesseramento e della copertura assicurativa. Questo provvedimento fa seguito alle numerose iniziative messe in campo dal calcio italiano in favore della pace e ha lo scopo di mostrare vicinanza concreta al popolo ucraino, così duramente colpito dal conflitto in atto nel proprio Paese. Sono diverse, infatti, le richieste pervenute negli ultimi giorni di ragazze e ragazzi che, in fuga dalla guerra, hanno trovato accoglienza in Italia secondo le modalità prescritte dalla normativa statale.

“Di fronte a quanto sta accadendo non si può rimanere inerti – dichiara Gravina, che aveva già annunciato una serie di iniziative in questo senso – ognuno si deve assumere le proprie responsabilità e in continuità con quanto già fatto nei giorni scorsi, la FIGC si è adoperata tempestivamente per consentire a bambine e bambini ucraini di giocare nel nostro Paese, assumendosi direttamente tutti i costi per il tesseramento e la copertura assicurativa. Sono convinto che non ci possa essere vera accoglienza, infatti, se non si permette loro anche di praticare sport”.

Credit Photo: FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio

Un amore chiamato Genoa: dalle prime difficoltà all’esordio con il Grifone, ecco a voi Giulia Tortarolo!

Seguendo la stagione del Genoa Women in Serie C, abbiamo già avuto modo di vedere in azione e raccontare uno degli elementi simbolo di questa squadra: Giulia Tortarolo. Giocatrice dalle spiccate capacità offensive, si è ampiamente dimostrata una vera e propria spina nel fianco per gli avversari affrontati finora in campionato. I risultati raggiunti in carriera, individuali e non, sono stati frutto di tanti sacrifici, di una passione smisurata per il calcio e, soprattutto, di una buona dose di caparbietà.

La nostra redazione ha avuto l’onore di intervistare quest’atleta ripercorrendone brevemente la storia, dalle lotte per iniziare a giocare fino alla realizzazione del suo sogno: vestire la maglia del Grifone.

È una stagione importante per il Genoa che, nonostante qualche passo falso, sta lottando per i primi posti in classifica. Come giudichi, ad oggi, l’andamento in campionato della tua squadra?
Decisamente positivo. Innanzitutto, penso sia importante sottolineare quanto giovane sia questa squadra e, allo stesso tempo, l’eterogeneità del gruppo. Per rinforzare e sostenere la linea verde, infatti, la società ha deciso di aggregare alla rosa cinque o sei giocatrici più grandi, tra cui la sottoscritta, provenienti da altri club. In questo modo, grazie all’esperienza accumulata durante le nostre precedenti avventure calcistiche, abbiamo contribuito alla crescita, mentale e non solo, della squadra di partita in partita. Ogni settimana riusciamo infatti a costruire qualcosa di nuovo, migliorando sempre di più. Per questo, prevedo un girone di ritorno davvero molto interessante ed avvincente.

Sei dotata di una notevole capacità realizzativa, capacità che ti rende uno degli elementi cruciali di questo Genoa. Qual è il tuo segreto in campo e quali aspetti individuali curi di più in allenamento?
Inizio dicendo che quest’anno ho notato un mio maggiore sforzo fisico rispetto alle scorse stagioni. Giocando generalmente in una posizione più avanzata, infatti, tendevo a correre molto di meno rispetto a quanto faccio adesso al Genoa. Avendo invece la possibilità di agire alle spalle delle punte, ho dunque una maggiore propensione alla corsa e agli inserimenti negli spazi. Naturalmente, da me è richiesto un grande sforzo che, però, sta dando i suoi frutti. Ho grande fiducia nel mister e in ciò che mi dice e, prima, durante e al termine di ogni allenamento, mi soffermo particolarmente su tutte le tipologie di tiro. Ho quasi 27 anni ma non smetto mai di imparare qualcosa di nuovo in ciascuna delle 4 sedute di training settimanale. Potermi confrontare con ragazze molto giovani e con tanto entusiasmo ed energia, inoltre, mi da costantemente nuovi stimoli per alzare l’asticella e tener testa a tutte.

Quali sono, per te, le caratteristiche di cui non potresti fare mai a meno per ricoprire il tuo ruolo in campo?
Senza ombra di dubbio, la fantasia. Mi ritengo una ragazza molto umile e, con tutta la modestia del mondo, penso di essere brava nel servire le mie compagne e nel trovare spazi che spesso il regista o i difensori avversari non riescono a vedere. Naturalmente, la fantasia dev’essere supportata da una buona dose di tecnica che permette ad un trequartista, o comunque ad un attaccante come me che agisce alle spalle delle punte, di tentare la giocata nello stretto. Di contro, non penso conti troppo il fisico. Io, ad esempio, non ho una struttura imponente ma questo non è mai stato un problema.

Secondo te, qual è la squadra più ostica che avete affrontato quest’anno?
Direi il Pavia Academy. In quell’occasione abbiamo sofferto tantissimo. Forse anche aver giocato su un campo in erba, essendo abituate al sintetico, ci ha rallentato nelle giocate con palla a terra. Con l’Arezzo in casa, invece, pur avendo subito quattro goal non abbiamo subito il gioco avversario come contro le lombarde. Detto ciò, non vedo l’ora di riaffrontare entrambe le squadre per poter dimostrare loro il nostro miglioramento. Comunque sia, possiamo dire di essercela giocata apertamente con tutte le avversarie, con difficoltà più o meno elevate a seconda delle situazioni.

Cos’è cambiato, dal punto di vista dell’atteggiamento in campo, dalla partita contro il Pavia Academy a quella con l’Arezzo?
Ricordo che al termine della sfida con il Pavia Academy uscimmo stremate dal campo dopo aver dato tutte noi stesse per la squadra. Nonostante il pareggio strappato alle avversarie, l’intensità del match ed il fatto di aver subito il loro gioco fece sembrare l’1-1 quasi una vittoria. Contro l’Arezzo, invece, l’atteggiamento è stato lo stesso ma è mancata la qualità e la lucidità in alcune occasioni che avremmo dovuto sfruttare meglio.

A che livello è l’attuale Serie C femminile?
Giocandoci da 6/7 anni, al termine di ogni stagione noto un sostanziale miglioramento rispetto a quella precedente. La crescita esponenziale del calcio femminile nel paese e il tanto atteso aumento di investimenti e sostegni economici hanno sicuramente alzato il livello del movimento a livello nazionale e delle singole società. Considera che una squadra come la nostra, impegnata in quattro allenamenti settimanali, ha ormai raggiunto un livello di impegno simile a quello di un club professionistico.

Cosa significa per te essere una giocatrice del Genoa?
Appartengo ad una famiglia genoana e tifo Genoa sin da piccola, motivo per cui ho i brividi ogni volta che indosso questa maglia. Giocare qui è vita per me e non nascondo l’invidia che provavo verso le calciatrici rossoblù quando le affrontavo negli scorsi anni. Ad agosto, appena la società mi ha ingaggiato ed inviato il kit, è stato come sognare ad occhi aperti. Già quando venne formata la squadra, a suo tempo, fu per me una gioia immensa. Nonostante non ci fosse spazio per noi all’epoca, speravo con tutta me stessa che, prima o poi, arrivasse il mio momento. Non ti nascondo che ogni domenica, vestendo questi colori e percorrendo i corridoi che portano al campo, provo delle emozioni uniche al mondo.

Com’è avvenuto il passaggio al Genoa?
L’anno scorso giocavo al Campomorone, una vera e propria famiglia con cui ho condiviso momenti unici e meravigliosi. Al termine della stagione, la maggior parte delle mie compagne più giovani avevano firmato con la Samp ma alla fine saltò tutto. A quel punto, la società, già orfana di tante calciatrici che stavano per andare a studiare o a giocare lontano da Genova, ci chiese cosa volessimo fare. Non appena il Genoa si fece avanti per me e per altre mie compagne di squadra, accettai senza esitazione. Quella di quest’anno, però, non è stata la prima volta in cui sono stata contattata dal Grifone. Due estati fa, infatti, la dirigenza rossoblù mi avvicinò mentre ero al mare (devi infatti sapere che condividiamo la stessa spiaggia) ma declinai l’offerta per non abbandonare la mia squadra. Alla fine, l’occasione è fortunatamente arrivata e non potrei essere più felice! Al Genoa ho trovato un ambiente totalmente diverso in cui non mi manca mai nulla. Ricordo ancora la mia agitazione al primo allenamento: ero emozionata come una bambina al primo giorno di scuola e, non appena trovai la mia divisa con il numero negli spogliatoi mi resi finalmente conto di cosa volesse dire “professionismo”.

Oggettivamente parlando, a cosa può puntare questa squadra quest’anno? E la prossima stagione, invece?
Quest’anno possiamo tranquillamente puntare alle prime quattro posizioni in classifica. È questo il nostro obbiettivo e, per quanto sia complicato e per nulla scontato, daremo il massimo per riuscire a conquistare quanti più punti possibili. Abbiamo affrontato un girone d’andata che si è dimostrato imprevedibile, quindi non mi sento di escludere nulla per quello di ritorno. Potrà succedere qualsiasi cosa e, di certo, noi ci faremo trovare pronte! Per quanto riguarda la prossima stagione, penso che la società effettuerà qualche acquisto mirato per migliorare ancor di più il nostro reparto offensivo. L’obbiettivo principale sarà sicuramente vincere il campionato per raggiungere una storica promozione!

Come si svolge la tua routine settimanale di allenamento? Come riesci a far coesistere sport, lavoro e vita privata?
Sono una ragazza che lavora e trovo che sostenere quattro sedute settimanali, oltre ad una trasferta ogni due settimane per cui devi svegliarti presto al mattino, è un impegno notevole. Per venirci incontro, dandoci la possibilità di far coesistere lavoro e sport, la società si è sin da subito attivata spostando gli allenamenti dal primo pomeriggio alle 18:00/18:30. Fortunatamente, inoltre, mi ritengo abbastanza flessibile, da un punto di vista orario, sul lavoro e questo mi permette di star tranquilla. Ogni giorno, infatti, stacco alle 16:30 e, nei giorni di allenamento, torno a casa, preparo il borsone e vado al campo. Al termine della sessione, indicativamente alle 20:00, rientro e, se c’è tempo, guardo qualche partita in tv altrimenti mi metto subito a letto. Il mio grande segreto per seguire questa routine è, senza dubbio, la passione. Giocherò a calcio finché le mie ginocchia reggeranno e fino a quando il lavoro me lo permetterà.

Ad una ragazza che vorrebbe giocare a calcio o che ha iniziato da poco a farlo, anche nella prospettiva del professionismo, che consiglio daresti?
Il calcio femminile è, ora più che mai, una strada che farei tranquillamente intraprendere ad una bambina. Purtroppo io non ho avuto, ai tempi, una simile possibilità ma se avessi una figlia la farei giocare a calcio! Non c’è cosa più bella di condividere uno spogliatoio con le compagne di squadra e di vivere in questo mondo respirando e difendendo la storia del proprio club. Specialmente nell’ottica delle opportunità che offrirà il professionismo, non ci sarebbe dunque cosa più bella di appoggiare mia figlia o una qualsiasi ragazzina in questa scelta. Anche perché, diciamoci la verità, il calcio femminile non è come il maschile, sia nella sua genuinità sia nel cuore che ogni calciatrice mette in campo, e ci si appassiona ad esso in maniera totalmente differente.

Com’è nato il tuo amore per il calcio e come hai iniziato?
Ho foto da neonata in cui avevo già il pallone vicino. Purtroppo, però, come capitato a tante altre calciatrici, ho iniziato tanto a causa dei troppi pregiudizi che gravavano su una ragazza che voleva giocare a calcio. Mio papà era addirittura un allenatore che, pur riconoscendo qualcosa in me, non appoggiava questa mia passione. Prima di iniziare ho praticato altri sport quali il tennis, il judo e, obbligata e tra mille lacrime, perfino ginnastica artistica e danza, ma in ogni occasione palleggiavo con qualsiasi oggetto e tiravo in casa il pallone in segno di protesta. Dunque, posso tranquillamente dire che sin da piccolissima la mia predilezione per questo sport era più che evidente! Nel Natale del 2006 venne a mancare mio padre e, pochi mesi più tardi, mia madre mi fece la sorpresa più grande. Era una domenica di marzo e, come regalo di compleanno, mi fece firmare un cartellino e giocare la mia prima partita di calcio. Iniziai naturalmente con la scuola verso i 12/13 anni, quando già esisteva il prestigioso torneo scolastico genovese “Ravano”. Nonostante ciò, cominciai tardi rispetto a molte delle mie attuali compagne di squadra che, ad esempio, giocano addirittura dai 6 anni.

Henrietta Csiszar, FC Inter: “Inter, felice per il rinnovo. Campionato competitivo? Mi piace!”

Credit: Andrea Amato

Henrietta Csiszar ha rinnovato con l’Inter femminile. La giocatrice nerazzurra ha parlato ai microfoni di Inter Tv spiegando la sua felicità per l’annuncio. Qualche battuta sul livello del campionato

FELICE
Csiszar molto soddisfatta per il rinnovo del contratto: «Sono molto felice e grata di far parte di questa grandissima società. Mi rende ovviamente felice e mi trovo molto bene in Italia. Sono felice di rimanere qui altri due anni e sento la fiducia di tutti e questo è molto importante».

AIUTO E COMPETITIVITÀ
Le parole di Csiszar sul supporto alle proprie compagne più giovane e sul livello del campionato: «Ci sono tante calciatrici giovani e di talento a volte le dobbiamo indicare verso la strada giusta. Io ci sto provando sia dentro che fuori del campo. Mi piace molto aiutarle. Non mi aspettavo un campionato così competitivo, mi piace tantissimo. Voglio dare il massimo per completare al meglio questa stagione. Grazie ai tifosi dell’Inter per il supporto sia in casa che in trasferta».

Credit Photo: Andrea Amato

Andrea Belloni, Accademia Vittuone: “Vorrei chiudere questi ultimi mesi da squadra. Spero di vincere il campionato”

L’Accademia Vittuone sta proseguendo la sua marcia per centrare la promozione in Serie C, sconfiggendo, nella ventitreesima giornata del girone lombardo di Eccellenza, il Sedriano per 3-0, mantenendo così la vetta del campionato, poi persa domenica scorsa con il 6-0 del Lumezzane sul Cesano Boscone, dato che il Vittone ha osservato il turno di riposo. Mattatrice della partita è stata Andrea Belloni, centrocampista classe ’96 ex Riozzese, Milan Ladies e Fiammamonza che, al suo secondo anno con le vittuonesi, ha realizzato due reti nella sfida vinta dalle biancorosse sulle gialloblù. La nostra Redazione ha raggiunto Andrea, la quale ha segnato in questa stagione ben cinque reti, per risponderci ad alcune domande.

Andrea perché hai deciso di giocare a calcio? E sul centrocampo?
«Il calcio è l’attività che faccio sin da quando vado a scuola. Da mio nonno nasce la passione per il pallone. Ho iniziato anche a giocare a centrocampo perché mi piace tanto correre ed essere, soprattutto, al centro del gioco».

Il tuo percorso calcistico è legato al Fiammamonza: che cosa ti ha lasciato?
«Quando sono andata al Fiammamonza avevo dodici anni, per poi lasciarlo a ventidue anni. Devo molto a questa società, perché mi ha fatto crescere molto sia come persona che come calciatrice. Per me è stata un’esperienza di vita completa».

Come giudichi gli anni al Milan Ladies e alla Riozzese?
«Sono stati anni che mi hanno fatto fare esperienza calcistica, visto che ho giocato in Serie B, andando in palcoscenici importanti e di rilievo».

Cosa ti ha portato due anni fa ad approdare all’Accademia Vittuone?
«Ho scelto Vittuone perché volevo un’ambiente sereno, dove avevo l’opportunità di giocare a calcio e far parte di un gruppo, ma allo stesso tempo volevo anche una società che centrasse obiettivi importanti».

In questo campionato il Vittuone è, per il momento, secondo: come valuti questo piazzamento?
«Sia noi, che il Lumezzane che il Monterosso siamo tre squadre che possono puntare alla vetta, quindi ci meritiamo».

La tua squadra ha battuto il Sedriano 3-0, e tu nel match ci hai messo lo zampino segnando due reti…
«Non sono solita timbrare due volte nella stessa partita. Siamo contente di aver vinto la gara, perché, nonostante il Sedriano sia sotto di noi, non sono banali, perché, se perdiamo qualche punto, rischiamo di rovinare quanti abbiamo fatto in questi mesi».

Domenica prossima il Vittuone ospiterà la Polisportiva 2B. Su cosa bisognerà fare attenzione?
«Fare il turno di riposo di fa perdere l’aspetto fisico e mentale del campionato. Domenica inizia il rush finale importante, a cui sappiamo come rispondere finora, al di là dell’avversario che affronteremo tra qualche giorno».

Quale squadra temi di più nella lotta per la promozione?
«Sicuramente il Lumezzane, ma anche il Monterosso mi ha colpito molto, perché non è una squadra scontata, quindi, prima del Lume, dobbiamo pensare al Monterosso».

Come giudichi il processo di crescita del calcio femminile lombardo?
«Il calcio femminile lombardo è avanti rispetto ad altre regioni, sia per le strutture e che per le squadre impegnate nelle interregionali. Ben venga che Inter e Milan abbiano fatto un passo avanti, ma ora lo devono fare le altre società lombarde, in particolar modo le giovanili. Questo non riguarda solo la Lombardia, ma anche per il resto d’Italia».

Che persona sei fuori dal campo?
«Faccio l’educatrice in centro riabilitativo per bambini affetti di autismo. Sono una ragazza razionale e precisa. Non molto diversa da quella che sono in campo».

Cosa ti aspetti da quest’anno?
«Mi aspetto di riuscire a portare a termine questi mesi da squadra. Spero di vincere il campionato, ci tengo tanto».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’Accademia Calcio Vittuone e Andrea Belloni per la disponibilità.

Photo Credit: Andrea Belloni

Daniela Perna, Modena: “Felice per il mio esordio dal primo minuto e per la rete siglata”

Nell’ultimo turno del girone B del campionato di Eccellenza dell’Emilia Romagna il Modena vince superando per 2-0 l’Osteria Grande con una rete per tempo. A segno per le gialloblù Perna al 36′ della prima frazione e Bergamini all’ottavo giro di lancette della ripresa. A parlare nel post gara in casa modenese è stata Daniela Perna, classe 2003 autrice della prima rete di giornata:
“La partita è andata abbastanza bene anche se potevamo fare meglio viste le tante occasioni create ma non sfruttate. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio riuscendo a raddoppiare con Bergamini. Sono felice per la mia prima partita da titolare, credo di aver fatto bene e di aver dimostrato di meritare spazio anche dal primo minuto.  Spero di aver dimostrato al mister il mio valore e il mio impegno a sacrificio della squadra. Sono felice anche per la rete che mi da molta fiducia”.

Modena C.F.        2 – Osteria Grande   0
Modena CF: Ierardi, Perna (46′ Milizia), Gandolfi, Bobirneaga, La Torre, Preti (80′ Balestri), Baiano (75′ Ferraro), Sarego, Pellegrino, Bergamini (75′ Ferlicca), Coppelli (55′ Gabrielli). A disp.: Montorsi, Biagioni  Allenatore sig. Massimo Montanini
Osteria Grande: Sarnataro A., Golinelli, Zanardi, Morozzi, Masini, Sammarco, Motola, Sarnataro S., Lugaresi (63′ Augello), Levantino, Giovannini. A disp.: Iannolo Allenatore sig. Mariano Deni
Reti:36′ Perna, 53′ Bergamini
Arbitro sig. Buzzi sez. di Ferrara

Betty Bavagnoli, AS Roma: “In campo da una vita. Ora posso dare molto di più club”

Elisabetta Bavagnoli è stata l’allenatrice della Roma femminile nel 2018 e l’ha condotta fino al primo trofeo della sua storia: la Coppa Italia vinta nel 2021. L’ ex allenatrice oggi è la “head of Women’s Football del club  la responsabile di tutto ciò che riguarda la Roma femminile e ha deciso di raccontarsi in un intervista al Corriere della Sera. Eccone un estratto.

La scelta di cambiare ruolo non è stata semplice, sono donna di campo da una vita, ma in questa posizione penso di poter dare di più al club e al movimento. Prosegue parlando proprio dei traguardi raggiunti da tutto il movimento del calcio femminile: Abbiamo lottato tanto per quello che le ragazze stanno raccogliendo. Le donne che giocano a calcio sono esseri umani forti con capacità di adattamento unica, lo sport è cambiato tanto: ai miei tempi si marcava a uomo e si pensava soprattutto a difendersi, oggi il gioco si è raffinato […]”. Bavagnoli ha anche contribuito nello scegliere Alessandro Spugna come successore sulla panchina e per le scelte non c’è un parametro di sesso maschile o femminile:Valgono la competenza e la qualità, non il sesso. Ovviamente non penso si possa immaginare il calcio femminile senza figure femminili all’interno”. Infine, sulla possibilità della vittoria dello scudetto, ha scherzato: “Se chiederemo a Carlo Verdone di spogliarsi? Ci penso!”.

Credit Photo: Domenico Cippitelli

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