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Speciale FIFA Benchmarking Report Women’s Football: il fan engagement nel calcio femminile

Avere fan è sempre importante, sia che si tratti di fan allo stadio che non. Basti per esempio pensare all’importanza dei fan sui social media o che seguono le partite da casa, punto molto rilevante durante la pandemia.

Allo stadio
La partita con più fan nella storia risale a marzo 2019 nel match tra Atletico Madrid e Barcellona, dove 60739 spettatori presero parte al match al “Wanda Metropolitano”.
Un punto chiave su cui servirà lavorare è avere una costante presenza di persone allo stadio poiché nei match di ogni lega con più fan si raggiungono oltre i 12000 spettatori, ma con una media annuale di 1000 persone allo stadio. Il divario rimane ampio considerano un big match o meno.

Campionati come quello della National Women’s Soccer League (Stati Uniti) sono in grado di avere una media di 7000 fan a partita. Punti fondamentali che supportano questa grande presenza di spettatori sono:
grandi stadi dove giocano anche le squadre maschili
– avere un alto numero di giocatrici internazionali
– possedere una strategia e dipartimento dedicato al calcio femminile
– maggior numero di persone impiegate nello staff
generare più incassi grazie ad accordi commerciali, sponshorship, merchandise e avere pubblico che spende allo stadio per cibi/bevande oltre all’acquisto del biglietto
offrire abbonamenti stagionali
– forte presenza nei media (followers)
avere giocatrici che sono professioniste

La Juventus finisce nella bufera del politicamente ”S”corretto, il Milan aprirà la stagione delle italiane in Champions

Nelle settimane che precedono l’inizio del torneo più importante d’Europa Milan e Juventus lavorano per preparare al meglio il debutto, Ganz aspetta rinforzi e Montemurro deve fare i conti con due risultati non positivi, nel frattempo Cecilia Salvai finisce nella bufera del politicamente corretto accusata di razzismo.

Facendo un passo indietro, come può un post social creare una confusione tale da essere etichettato come razzista? è quello che ci siamo chiesti tutti dopo la foto postata da Cecilia Salvai in posa post-allenamento con un cinesino sulla testa mentre emula gli occhi a mandorla. Di sicuro l’intento di Cecilia non era quello di offendere o deridere un popolo o un continente in particolare, ma se ci ragioniamo, quante volte lo abbiamo fatto noi? magari mentre il mister ci diceva di sistemare i cinesini finito l’allenamento? oppure con i diari di scuola o anche i quaderni. Anche lo stesso Lionel Messi in una esultanza ha emulato quel segno riconoscibile e tipico del continente asiatico.

Dunque, perché Messi no e Salvai si? la risposta sta nel sempre più pressante ”politicamente corretto”. Infatti, in questi ultimi anni nel voler sensibilizzare, giustamente, le persone nel rispetto del prossimo, rispetto nelle comunità e via dicendo, si è creata una bolla estremista che condanna ogni minima intenzione del prendere in giro o chiamare solamente in causa etnie, colore di pelle, provenienza territoriale, ecc… senza tener conto che magari in quella determinata frase o parola non per forza è detta con indole razzista o con vena d’odio ma solamente per scherzo senza secondi fini.

Questo è quello che è successo, Cecilia Salvai è stata presa e condannata senza saperlo dalle parti estremiste che vogliono a tutti i costi il tacere generale e la bocca chiusa su qualsiasi argomento, creando ovviamente caos, indignazione e facendo veicolare anche messaggi sbagliati e pericolosi per i più sensibili.

A queste persone ricordiamo che il calcio femminile è, e sarà sempre, inclusione, amore, famiglia e rispetto verso tutto e tutti. Come tutte le persone che lo rappresentano, anche perché sarebbe poco coerente vivere in un contesto di uguaglianza e parità per poi fare propaganda avversa.

Il caso Cecilia Salvai è stato archiviato con tanto di scuse, obbligate, la Juventus ha ripristinato il quieto vivere e l’atleta non ha mai lasciato il ritiro, giocando anche le amichevoli. La cornice della Champions e dei prossimi impegni in nazionale devono far dimenticare questo fattaccio per lasciare spazio alla bellezza e allo spettacolo del calcio. Il 17 agosto tocca al Milan aprire il sipario UEFA per l’Italia in trasferta a Zurigo, seguita poi dalla Juventus che scenderà alle 15 nel proprio campo di Vinovo contro le Macedoni del Kamenica Sasa, ospitando anche le altre due contendenti St.Polten e Besiktas che si sfideranno alle 21.

Seger da record: le sei giocatrici europee con più di 200 presenze in nazionale

Caroline Seger ha superato Birgit Prinz e Therese Sjögran per numero di presenze in nazionale: UEFA.com rende omaggio alle sei giocatrici che ne hanno collezionate più di 200.

Nessun calciatore ha raggiunto le 200 presenze in nazionale, ma oltre 20 calciatrici (di cui sei europee) ci sono riuscite.

221: Caroline Seger (Svezia)
Unica calciatrice europea in attività con oltre 200 presenze, Seger ha raggiunto le 214 presenze il 10 giugno 2021 nel successo 1-0 in amichevole contro la Norvegia e ha superato questo primato cinque giorni dopo contro l’Australia. Ha poi allungato questo primato nelle Olimpiadi dove, come nel 2016, la sua Svezia ha vinto l’argento. Seger ha inoltre vinto due bronzi nella Coppa del Mondo femminile FIFA. Sono complessivamente 12 i tornei internazionali disputati dalla calciatrice. Il suo esordio in nazionale risale al 2005 e poco dopo ha disputato il primo dei suoi quattro campionati europei (finora).

214: Birgit Prinz (Germania)
L’ex calciatrice europea con più presenze è anche quella a detenere il record di gol con 128 marcature, per non parlare del suo palmares fatto di due Coppe del Mondo FIFA, cinque UEFA Women’s EURO e due bronzi alle Olimpiadi. Capocannoniere e miglior calciatrice del torneo nel Mondiale del 2003, l’attaccante è stata il pilastro della Germania che ha dominato in Europa e spesso nel mondo dal suo esordio nel 1994 fino al ritiro nel 2011. Oggi riveste il ruolo di psicologa dello sport al TSG Hoffenheim e ha un ruolo simile nella nazionale tedesca.

214: Therese Sjögran (Svezia)
Therese Sjögran è venuta alla ribalta nel Mondiale del 2015 eguagliando il record europeo di presenze della Prinz. Centrocampista infaticabile, ha partecipato a 11 fasi finali in carriera ma è caduta due volte sotto i colpi della Germania di Prinz in due indimenticabili finali: a Women’s EURO 2001 e nella Coppa del Mondo 2003. Oggi ricopre il ruolo di direttore sportivo dell’FC Rosengård.

210: Katrine Pedersen (Danimarca)
Difensore di ruolo ma centrocampista all’occorrenza, la carriera della Pedersen è iniziata nel 1994 e si è conclusa nel 2013 quando si è ritirata per diventare madre. In carriera ha giocato in Inghilterra, Norvegia, Svezia e Australia mentre con la nazionale danese ha giocato sette fasi finali, di cui la prima nel Mondiale del 1995 ad appena 18 anni. Oggi lavora come insegnante.

204: Patrizia Panico (Italia)
Come Prinz (e la scozzese Julie Fleeting e l’italiana Carolina Morace), Panico ha chiuso la propria carriera in nazionale con più di 100 gol e ha lasciato la maglia azzurra nel 2014 ovvero 18 anni dopo l’esordio, tanto che è stato strano vedere le Azzurre senza lei a guidare l’attacco (e fare gol). Dal 2018 allena l’Under 15 maschile italiana.

203: Gemma Fay (Scozia)
Il portiere con più presenze in assoluto tra uomini e donne, la carriera in nazionale della Fay è durata dal 1998 al 2017. In quel periodo la Scozia è passata da una squadra dell’allora Classe B europea (che gareggiava per la promozione piuttosto che per la qualificazione) a una che ha raggiunto una fase finale di UEFA Women’s EURO nel 2017, dove Fay ha giocato la sua ultima partita in nazionale. Oggi è una figura di spicco nella federazione di rugby femminile scozzese.

Credit Photo: https://it.uefa.com/

Il nuovo protocollo della Figc: green pass e tamponi come cambiano le regole

Le nuove disposizioni del governo sul Green Pass e sulle vaccinazioni crea, con il rientro dalle vacanze, nuove sorprese per chi riprenderà le attività sportive (all’aperto e al chiuso).

Dopo due stagioni quasi bloccate e a singhiozzo (a seconda della zona bianca, gialla o rossa in cui ci si trovava) gli allenamenti e partite, si spera, che le attività si possano svolgere in modo abbastanza regolare.

E la Figc ha già stilato un protocollo (44 pagine pubblicate sul sito ufficiale della Figc) con le indicazioni di come si dovranno comportare le società dilettantistiche sia a livello agonistico che pre-agonistico.

Grossa novità di quest’anno l’ introduzione del “Green pass” per tutti i ragazzi che hanno compiuto 12 anni.

“Il Protocollo si applica a tutte le attività dilettantistiche e giovanili (compresi il Calcio Femminile, il Futsal, il Beach Soccer, il Calcio Paralimpico e Sperimentale e gli arbitri di tutte le relative categorie) di livello nazionale (o comunque riconosciute ‘di preminente interesse nazionale’ dalla Federazione o relative alle fasi finali nazionali di competizioni regionali), ovvero di livello regionale o provinciale, secondo le specifiche modalità applicative indicate nella sezione relativa ai requisiti medici”, si legge nella prima pagina della Figc.

Pertanto la differenza è fra chi ha più di 12 anni (attività agonistica) e chi no, ovvero che per altro coincide con la possibilità di vaccinarsi o meno.

Per i bambini sotto i 12 cambia poco (per loro non c’è la possibilità di vaccinarsi).

Occorrerà infatti attenersi sostanzialmente alle linee guida dello scorso anno: i bambini continueranno ad accedere a partite ed allenamenti (devono essere naturalmente in regola con il certificato medico di idoneità all’attività sportiva) producendo un’autocertificazione che testimoni il buono stato di salute e l’assenza di contatti stretti con persone affette da Covid e di quarantene.

Le cose si complicano per le squadre, che dovranno essere sottoposte tutte ad uno “Screening iniziale”, per i ragazzi che hanno il Green pass (cioè si siano sottoposti almeno alla prima vaccinazione) le cose saranno meno complicate nonostante il protocollo preveda per tutto il “Gruppo squadra” di sottoporsi a un test Covid prima del raduno o della prima seduta di allenamento.

Chi non è vaccinato dovrà invece fare obbligatoriamente un tampone nelle 48 ore precedenti. Tampone che, per chi non ha il Green pass, dovrà essere ripetuto a distanza di 6-7 giorni. Per tutti (vaccinati e no) la Fgci consiglia inoltre un test sierologico per “individuare se si è guariti dal Covid” magari contratto in modo asintomatico). Per tutti naturalmente servirà, come è sempre stato, il certificato medico per lo svolgimento delle attività agonistiche (chi ha contratto il Covid dopo l’effettuazione del certificato dovrà ripeterlo – ma questo già avveniva lo scorso anno anche per chi ha meno di 12 anni).

Gli Allenatori e dirigenti sono naturalmente tenuti a seguire tutti i protocolli di sicurezza (come i ragazzi e i bambini) stabiliti per legge (mascherine nei luoghi chiusi, distanziamento sociale, igiene delle mani, ecc). In questo caso, trattandosi di maggiori di 12 anni, il Green pass diventa quasi indispensabile a meno che non si si voglia sottoporre a tamponi ogni volta in cui ci si trovi nelle condizioni in cui è richiesta la copertura vaccinale.

Non tutti i passaggi sull’obbligatorietà dei tamponi e Green pass sono chiarissimi.

Quindi tutte le società stanno a loro modo già interpretando diversamente soprattutto per quanto riguarda lo “screening iniziale”, che prevede tamponi per tutti, mentre altre società lo stanno intendendo come obbligatorio NON per tutti: se un giocatore è già vaccinato con due dosi.

Insomma un vero caos all’italiana: speriamo che una circolare prima dell’inizio campionato, faccia chiarezza, altrimenti oltre ad essere già un inizio poco chiaro sarà difficile gestire tutto il sistema “green pass”.

Inter femminile, amichevole Lugano – Inter 0-5

Allo Stadio Cornaredo, le ragazze guidate da coach Rita Guarino vincono 5-0 sul Lugano femminile, grazie alla doppietta di Portales e i gol di Simonetti, Pandini e Marinelli.

Al 25’ Csisza’r calcia in porta e Portales è brava a insaccare la ribattuta del portiere. Ancora a segno al 40′ la spagnola che sfrutta una bella palla filtrante di Pandini sulla trequarti. Al rientro dagli spogliatoi le nerazzurre continuano a spingere e al 54’ Simonetti spedisce in rete un mancino a giro sul secondo palo. Ancora Inter in avanti con Pandini al 57’, che sfrutta un cross da sinistra di Brustia. La rete del definitivo 5-0 arriva al 75’ con Gloria Marinelli che da pochi passi batte Copetti.

LUGANO-INTER 0-5

Marcatrici: 25’ e 40′ Portales, 54′ Simonetti, 57′ Pandini, 75′ Marinelli

LUGANO: Copetti, Dieude, Martinoli (88′ Lorenzi), Gianotti (45′ Pisa), Castellani, Tonelli, Suter (57′ Beretta), Lauria, Badiali (45′ Licco), Fischer, Andreoli (57′ Holmskov).
A disposizione: Baselgia, Siergist, Ferrer, Bytyqui, Lorenzi, Muscat.
Allenatore:  Giuseppe Gerosa

INTER: Durante (45′ Gilardi, 75′ Cartelli); Merlo (45′ Brustia), Alborghetti (75′ Passeri), Kristjansdottir, Landstrom (75′ Fracaros); Simonetti, Santi (67′ Regazzoli), Csisza’r (45′ Vergani); Pandini, Portales (45′ Pavan), Marinelli.
A disposizione: Karchouni.
Allenatore: Rita Guarino

Credit Photo: FC Internazionale Milano S.p.A.

La “grande gioia di essere mamma”: Alice Pignagnoli, portiere del Cesena

Alice Pignagnoli, cresciuta calcisticamente nel settore giovanile della gloriosa Reggiana Femminile, nella quale viene aggregata per la prima volta nella stagione 2004-2005, collezionando due panchine nella massima serie. Nell’anno successivo viene inserita in pianta stabile nella rosa della prima squadra, come terzo portiere, e disputa il campionato Nazionale Primavera, come portiere titolare.

Nella stagione 2006-2007 viene ceduta in prestito in serie B alla Galileo Giovolley, squadra con la quale disputa 21 gare da titolare su 22, andando a classificarsi in terza posizione, a un soffio dalla promozione in A2. Da questo momento Alice inizia un valzer di prestiti che la porteranno in giro per l’Italia, nonostante la giovane età, fino all’esordio in serie A con il Milan e alla consacrazione con la Torres, squadra con la quale disputerà la Champions League e vincerà Scudetto e Supercoppa Italiana.

Nell’estate 2018 firma con il Genoa Woman dove disputa il campionato di Serie B.

Nel luglio 2019 si trasferisce al Cesena, rimanendo in Serie B dopo la retrocessione delle genoane. Ad inizio Dicembre sospende la carriera calcistica, poiché scopre di essere in dolce attesa.

Questo lieto evento ha sicuramente cambiato, o starà per farti cambiare le abitudini ed la solita routine sportiva, ma come vedi la figura di “giocatrice mamma” ?
Sicuramente difficoltosa dal punto di vista organizzativo, ma assolutamente stimolante e motivante sia per la mamma che per il bimbo. Diciamo che ci vorrebbe la comprensione da parte delle società e dello staff per organizzarsi al meglio (così come dovrebbe essere in qualunque azienda, ma sappiamo che spesso non è così).

Riesci a portare avanti una vita parallela tra le due realtà?
Per ora sì, e ne sono molto orgogliosa. Anche considerando la situazione attuale, vivo stagione per stagione, cercando di pormi sempre degli obiettivi ambiziosi, senza però dover trascurare la bimba e la mia famiglia, ma disposta a sacrificarmi, come qualunque mamma lavoratrice deve fare.

Quali garanzie, secondo te, hanno le giovani calciatrici, (ad oggi ancora dilettanti) e non professioniste, che in Italia intendono avere un figlio?
Sicuramente un fondo di maternità che le garantisce 1000 euro per 10 mensilità, e la possibilità di non interrompere il contratto in essere, in caso di gravidanza, così come succede per una qualsiasi infortunata. Poi il fatto di trovare una società che fornisca gli strumenti e la possibilità di tornare in campo dopo il parto, questa è un’altra cosa. Ma lo sport è molto meritocratico, chi vale in campo, prima o poi viene premiato.

Sarà soprattutto per questa penalizzazione che molte atlete devono scegliere tra la carriera e la gioia di crearsi una famiglia?
Sicuramente sì, oltre il fatto che molte atlete trovano ostacoli già molto prima di pensare a una gravidanza: pregiudizi esterni ma anche delle famiglie, difficoltà a conciliare l’attività agonistica con lo studio prima e con il lavoro poi, difficoltà ad organizzarsi con il neonato, senza dimenticare l’uragano di emozioni e di “prime volte” che ti travolge, una volta diventata mamma.

Se possiamo essere indiscreti: come sono state le prime settimane dopo la “ lieta novella”? E come hanno preso, della notizia, le compagne di gioco?
Per me sono state molto brutte, perché all’improvviso, dopo 25 anni mi ritrovavo a non poter andare sul campo quotidianamente, a non poter combattere con la mia squadra per raggiungere l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ma sopra tutto, visto che quasi nessuno prima d’ora l’aveva fatto, mi immaginavo che la mia carriera sarebbe terminata. Poi invece, grazie al sostegno delle compagne e della società, ho giorno dopo giorno immaginato di poter fare qualcosa di grande, e di poter costruire un’altra Alice, mamma, ma anche atleta, altrettanto forte, ma ancora più ricca e determinata.

Ma quali sono le risposte delle Società alla notizia che una sua atleta rimarrà bloccata dal campo?
Non so quali siano in termini assoluti, la storia di Lara ci racconta che il mondo sportivo femminile, in quanto ancora dilettantistico, e dunque non normato, è particolarmente eterogeneo. La mia società, sopra tutto nella persona della Team Manager Manuela Vincezi, mi ha fatto sentire accolta e non “ un peso”. Questa cosa mi ha dato la forza di immaginare un percorso unico, come quello che abbiamo svolto con il dottor Zavalloni, con un rientro in campo lampo, a 100 giorni dal parto. Sentivo che dovevo restituire qualcosa a questa società che ha creduto in me, quando molto non l’avrebbero fatto. Sia chiaro, capisco che sia un problema per la società quando un giocatore risulta indisponibile per tanto tempo, ma questo accade anche in caso di infortuni, che poi comunque possono avere strascichi nella carriera del giocatore, e la cosa viene vissuta in maniera diversa. Non capisco perché non possiamo pensare alla gravidanza come una cosa naturale nel percorso di un’atleta, che non toglie ma aggiunge qualcosa all’atleta stessa e alla società che ne detiene le prestazioni.

Quali consigli potresti dare alle tue colleghe, che vorrebbero affrontare questa stupenda gioia di creare una famiglia, ma forse sono ancora condizionate nella scelta di tali paure e/o preoccupazioni?
Sicuramente di buttarsi, perché essere mamme è l’avventura più bella e gratificante del mondo, ma anche, se intendono farlo, di lavorare da subito e farsi seguire da persone preparate, perché il percorso del rientro sarà tortuoso e difficoltoso, ma altrettanto bello e gratificante.

L’ imminente riconoscimento del calcio femminile italiano allo “status del professionismo” cambierà le visioni o i pensieri della donna calciatrice nel contesto di maternità?
Assolutamente sì, perché permetterà alle atlete di valutare il calcio non più solo come un hobby, da dover incastrare in mezzo alle incombenze lavorative e quelle private (in pratica sì, attualmente una calciatrice che voglia proseguire l’attività dopo il periodo di studi, si trova a dover vivere due vite contemporaneamente), ma come una professione, per cui verranno, finalmente riconosciute le tutele minime di dignità. Questo significherà anche molte più atlete che continueranno a giocare, dunque più concorrenza e inevitabilmente, crescita del livello di tutto il movimento e, sopra tutto, della Nazionale.


Calcio Femminile Italiano  è sempre attento e sensibile alle dinamiche delle calciatrici, mamme ed atlete, e ci piacerebbe fare altre interviste analoghe, pertanto se vuoi metterti in gioco e ci contatti avremmo piacere di condividere con i nostri lettori la tua storia.

Scrivici a: info@calciofemminileitaliano.it
Come oggetto della mail: “Campionesse nella Vita”

Daiana Mascanzoni rinnova fino al 2022

TERZO ANNO NEL CLUB PER LA NOSTRA DAIANA 

Ufficiale la conferma della laterale gialloblù, che si lega al Chievo Verona Women F.M. fino al 2022

“Sono felicissima di rinnovato per un’altra stagione.
Lottare insieme alle mie compagne per questa maglia significa tantissimo per me e darò il massimo in ogni occasione
Nel frattempo ho anche l’opportunità di trasmettere alle nuove arrivate i valori e la filosofia che la società della Diga mi ha trasmesso in questi anni”

Arrivata nella nostra società nel 2019, Daiana ci ha messo ben poco ad ambientarsi grazie alle sue grandi doti caratteriali, come l’umiltà, il sorriso, la #generosità e l’impegno con cui affronta ogni allenamento o incontro ufficiale.

“Il segreto per ottenere successo è avere sempre voglia di giocare, mettendo al primo posto il #divertimento Ogni anno è difficile trovare dei nuovi stimoli e anche per questo non bisogna mai accontentarsi di quello che si ha, ma spingersi oltre, superando i propri limiti”
Giocatrice eclettica, è in grado di giocare sia a destra che a sinistra, garantendo qualità sia come esterno basso che avanzato.
Nell’ultima stagione, infatti, si è fatta apprezzare per la sua #duttilità, riuscendo a ben figurare in ogni ruolo in cui è stata impiegata
“Lo scorso anno è stato sicuramente complicato, ma sappiamo che abbiamo le potenzialità per fare bene.
Essendo scaramantica, però, preferisco non esprimermi ulteriormente riguardo questo nuovo campionato.
Posso però dire che sicuramente il primo step da raggiungere sarà quello della salvezza”

Daiana, come il resto della squadra, ha già cominciato il percorso di avvicinamento al nuovo campionato con la consueta determinazione, nonchè con la #positività con cui abbiamo imparato a conoscerla.

“Durante i primi giorni di allenamento ho avuto delle buone sensazioni, perché percepisco la voglia di far bene, sia da parte della squadra che dello staff tecnico.
A livello personale cercherò sicuramente di divertirmi come ho sempre fatto, trasmettendo i valori del gruppo alle ragazze che sono appena arrivate”

#ForzaGialloblù #Chievo #CuoreMatto#Mascanzoni2022

Credit Photo: Facebook Chievo Verona Women F.M.

Speciale IFFHS; la miglior squadra di tutti i tempi: all time dream team

La IFFHS, la Federazione Internazionale di Storia e Statistica del Calcio, ha reso nota la rosa per la miglior squadra del secolo: l’all time dream team.

Tra i pali viene schierata Hope Solo, leggendario portiere a stelle e strisce. Altre due atlete della linea difensiva sono statunitensi: Joy Fawcett sulla fascia sinistra e Christie Pearce al centro della difesa. La coppia centrale difensiva si completa con Wendy Renard, di nazionalità francese, e Lucy Bronze in fascia destra chiude la difesa a 4.

Il ruolo di playmaker basso è ricoperto dalla giapponese Homare Sawa, il centrocampo a tre si completa sulla sinistra con Marta (brasiliana) e Dzenifer Marozsan (tedesca), entrambe in posizione più avanzata. L’attacco a tre è formato tra calciatrici statunitensi in blocco, che fa salire a ben 6 undicesimi la nazionale USA, la più rappresentata. Al centro del tridente offensivo troviamo Mia Hamm, sul lato destro invece agisce Megan Rapinoe mentre su quello sinistro Alex Morgan.

Elisabetta Spina, Direttore Generale Milan Femminile: “Il livello generale si è alzato sia fra le big sia fra tutte le dodici squadre”

Elisabet Spina, direttore generale del Milan femminile, ha parlato ai microfoni di  TMW Radio, ecco cosa ha detto sul nuovo campionato e sulla lotta Scudetto che vede le Juventus Women favorite.

«La Juventus resta la squadra da battere perché ha dimostrato di essere sempre un passo avanti alle altre, ma il livello generale si è alzato sia fra le big sia fra tutte le dodici squadre. Ogni partita sarà una battaglia e non ci saranno risultati scontati. Questo farà bene al movimento e metterà in evidenza la crescita generalizzata del campionato».

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva

Premi per ruolo della Women’s Champions League: perché sono state scelte

Ci sono tre calciatrici in lizza per ognuno dei quattro premi per ruolo della UEFA Women’s Champions League 2020/21 – UEFA.com vi racconta numeri e statistiche dietro queste scelte.

Portieri
Ann-Katrin Berger (Chelsea)
Presenze: 8
Minuti: 720
Clean sheet: 3
Gol subiti: 9

Christiane Endler (Paris Saint-Germain)
Presenze: 6
Minuti: 540
Clean sheet: 2
Gol subiti: 5

Sandra Paños (Barcellona)
Presenze: 7
Minuti: 450
Clean sheet: 3
Gol subiti: 5

Difensori
Magdalena Eriksson (Chelsea)
Presenze: 6
Minuti: 466
Clean sheet: 3
Gol subiti: 6
Gol segnati: 0
Assist: 0

Mapi Léon (Barcellona)
Presenze: 9
Minuti: 724
Clean sheet: 4
Gol subiti: 6
Gol segnati: 0
Assist: 1

Irene Paredes (Paris Saint-Germain)
Presenze: 6
Minuti: 524
Clean sheet: 1
Gol subiti: 6
Gol segnati: 2
Assist: 0

Centrocampiste
Aitana Bonmati (Barcellona)
Presenze: 9
Minuti: 690
Gol: 3
Assist: 2

Ji So-yun (Chelsea)
Presenze: 8
Minuti: 553
Gol: 1
Assist: 0

Alexia Putellas (Barcellona)
Presenze: 9
Minuti: 706
Gol: 2
Assist: 2

Attaccanti
Caroline Graham Hansen (Barcellona)
Presenze: 9
Minuti: 623
Gol: 3
Assist: 5

Jenni Hermoso (Barcellona)
Presenze: 7
Minuti: 512
Gol: 6
Assist: 0

Lieke Martens (Barcellona)
Presenze: 8
Minuti: 536
Gol: 5
Assist: 1

(Le statistiche sono relative solo alla UEFA Women’s Champions League 2020/21)

Credit Photo: https://it.uefa.com/womenschampionsleague/

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