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Come diventare una supereroina: la storia di Ngangom Bala Devi

Ogni storia ha bisogno del suo supereroe, in questo caso supereroina. Nel calcio femminile queste figure servono come il pane, le star su cui un intero Paese può aggrapparsi e contare su di lei: negli USA hanno Megan Rapinoe ed Alex Morgan, in Canada hanno Christine Sinclair ed in India hanno Ngangom Bala Devi.

La storia di questa supereroina speciale parte nel 1990 da un piccolo villaggio in India, precisamente a Manipur, stato dell’India nordorientale. Nella regione in questione regna l’anarchia più totale a causa della gran parte della popolazione secessionista con la fortissima volontà di staccarsi dallo stato centrale dell’India. Non era il miglior posto dove crescere come calciatrice e neanche come donna data la mercificazione di quest’ultime che purtroppo caratterizza il Paese. Ma a Ngangom tutto ciò non interessa, vuole diventare una calciatrice a tutti gli effetti e discostare l’attenzione dei media concentrati esclusivamente sugli sport maschili. La calciatrice indiana è stata facilitata nel percorso anche dalla sua famiglia, gente molto sportiva ma solo per hobby a differenza sua. Il viaggio non è stato per nulla semplice e nel frattempo Ngangom entrò nel corpo di polizia dello stato di Manipur senza mai abbandonare la passione per il calcio. Già all’età di 15 anni esordisce in nazionale dopo essersi messa in mostra nei vari campionati Under 19 ed Under 17 chiudendo più di una volta in cima alla classifica dei capocannonieri vincendo anche due premi come miglior giocatrice del torneo (2002 e 2003).

Finalmente nel 2016 la Federazione calcistica indiana istituisce una lega di calcio femminile per la prima volta nella storia, e quale miglior palcoscenico per far notare tutte le doti da eroina della calciatrice indiana. Esordisce con la squadra della polizia di Manipur  per poi finire il campionato con l’Eastern Sporting Union. Poi nella stagione successiva passa la Kryphsa e nella stagione 2018/2019 ritorna alla Manipur Police. In ogni squadra dove è andata ha distrutto ogni rete avversaria consacrandosi come una bomber vera diventando inoltre una pedina fondamentale per la nazionale indiana con cui si ricoprirà di trofei: le tre SAFF Women’s Championship ed i tre primi posti nei South Asian Games.

Ed è da qui che iniziano a farsi vedere i superpoteri  diventando una vera e propria eroina per il suo Paese. Infatti l’attaccante indiana a gennaio si trasferirà ai Rangers portando il calcio femminile indiano in Scozia. Tutto ciò condito dall’essere la prima giocatrice indiana a firmare un contratto professionistico, dando per assodato il fatto che molte giocatrici indiane hanno varcato i confini del Paese orientale senza mai però firmare un vero e proprio contratto.

La storia dell’eroina indiana si conclude qui ma solo per ora perché di strada da fare ce ne è ancora molta e se oggi le future calciatrici indiane possono sognare di diventare giocatrici a tutti gli effetti è proprio per lei.

Gloria Frizza, Permac Vittorio Veneto: “Alcune società femminili sono già sulla giusta lunghezza d’onda, ma sono ancora troppo poche”

Gloria Frizza, centrale e perno della Permac Vittorio Veneto, è intervenuta ai nostri microfoni parlando del periodo buio che sta vivendo il calcio, della stagione appena finita e del suo futuro.

Ciao Gloria. In questo periodo buio com’è stato confrontarsi con allenatori e compagne solo tramite videochiamata?
“Per la nostra società è stato un periodo particolarmente difficile. Il virus si è portato via il nostro Direttore Generale, una delle figure di riferimento più significative all’interno della società. Ci sentivamo giornalmente con gli allenatori e tra di noi e questo ci ha unito ancora di più, ma è stata veramente dura.”

Nella tua carriera hai avuto la fortuna di girare molte squadre, ma qual è stato il club che più ti ha segnato?
“Impossibile fare il nome di una sola squadra. Il Grifo calcio femminile è stato importante perché è dove sono nata e cresciuta e rappresenta “le mie origini”. Siena perché quegli anni sono la dimostrazione che nello sport “nulla è impossibile”. Tavagnacco è per me la squadra della consacrazione.”

Tornando al presente, con il Vittorio Veneto stavate disputando un buon campionato togliendovi dalla zona playout anche grazie ai tuoi gol (cinque e capocannoniera della squadra), quali sono le tue considerazioni sulla stagione?
“Eravamo partite alla grande, tanto che fino ad ottobre eravamo sorprendentemente in testa al campionato. Poi qualche risultato negativo e qualche episodio sfortunato ci hanno fatto entrare in un trend negativo dal quale non riuscivamo a uscire. Grazie all’energia positiva del ritorno alla vittoria nell’ultima partita disputata, credo che avremmo potuto continuare a toglierci qualche soddisfazione.”

È di pochi giorni la notizia che ha decretato la chiusura del campionato di Serie B, secondo te è stato un provvedimento giusto?
“Credo che per come stanno andando le cose, in Italia e nel mondo, sia stato un provvedimento inevitabile. Ci sono in ballo problemi che vanno ben oltre il calcio giocato.”

Quest’estate cosa ti ha convinto ad accettare di trasferirti al Vittorio Veneto?
“Mi ha fatto davvero piacere il loro interessamento a me, mi sono sentita corteggiata e fortemente voluta. È stato bello sentirsi a casa fin dai primi giorni, Vittorio Veneto è davvero una grande famiglia.”

Nonostante con l’ultimo Mondiale il calcio femminile italiano ha fatto vedere a tutti che è una realtà in crescita manca ancora quel passo in avanti per raggiungere le grandi. Qual è secondo te il prossimo step che deve fare il movimento italiano per affermarsi in Europa e nel mondo?
“Ahimè c’è ancora tanto da fare, ogni squadra in serie A o B dovrebbe avere una società professionistica alle spalle, che dia la possibilità a tutte le giocatrici di poter essere calciatrice a tempo pieno. Alcune società femminili sono già sulla giusta lunghezza d’onda, ma sono ancora troppo poche.
Provate a pensare: come sarebbero le prestazioni dei calciatori di serie A se si allenassero a fine giornata dopo aver lavorato per 8/10 ore e aver percorso centinaia di km per raggiungere il campo di allenamento?”

Com’è Gloria Frizza fuori dal campo?
“Sono una ragazza solare, positiva e che lotta con tenacia per raggiungere gli obiettivi che si prefigge. Una ragazza che non molla mai, così come faccio all’interno del campo di calcio.”

Concludendo, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
“A quasi 35 anni, nonostante stia ancora molto bene fisicamente, credo sia arrivato il momento di lasciare spazio alle giovani. Se avessi avuto 10/15 anni di meno, mi sarebbe piaciuto cavalcare l’onda e magari vivere un’esperienza in una società professionistica.”

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Gloria Frizza e la Permac Vittorio Veneto per la loro disponibilità

Valentina Giacinti, AC Milan: “Non vedo l’ora di rimettere le scarpette e correre su un campo vero!”

Con la ripresa del campionato di Serie A femminile ancora da valutare, in caso di possibile ripresa il Milan ha deciso di convocare le calciatrici rossonere. Le ragazze si ritroveranno in maniera graduale nel corso della settimana al Centro Sportivo Vismara e saranno divise in due gruppi, per svolgere, nel rispetto di tutte le regole di sicurezza contro il Covid-19, sessioni di lavoro individuale con esercitazioni atletiche, corsa e forza. Il capitano rossonero Valentina Giacinti tramite social ha espresso tutto il suo entusiasmo per la ripresa dell’attivita agonistica.

valentinagiacinti
“Finalmente domani si torna a fare ciò che amiamo.
Un grazie particolare alla società @acmilan che ci mette nelle condizioni di tornare ad allenarci in sicurezza.
Non vedo l’ora di rimettere le scarpette e correre su un campo vero!”.😍⚽️🔥
#acmilan #sempremilan

Credit Photo: Fabrizio Brioschi

Incertezza sulla compensazione finanziaria nell’Eredivisie Vrouwen

A causa della particolare posizione che il calcio femminile occupa all’interno della KNVB, non è chiaro quale risarcimento finanziario abbiano diritto alle società.

Come per gli uomini, la competizione femminile si è interrotta bruscamente questa primavera. Una decisione che tutti i club hanno accettato senza “brontolare” – ma da questa settimana si sono iniziate ad allenare di nuovo.

L’unica cosa che contava davvero per le donne erano posto per poter accedere alla Champions League. La leader del campionato, il PSV, vi accederà immediatamente, l’Ajax, al secondo posto, potrà invece qualificarsi nei turni preliminari. Tuttavia, la crisi del coronavirus ha comportato anche altri problemi per i club di Eredivisie Women.

“Naturalmente ci sono molti più soldi nel calcio maschile, ma il nostro settore non deve essere trascurato”, afferma Daphne Koster, manager del calcio femminile all’Ajax.

“L’incertezza in particolare è fastidiosa”, afferma Jessica Roosenburg, presidente dello SC Heerenveen.

È una situazione difficile, riconosce Kirsten van de Ven, manager del calcio femminile al KNVB:  “Il calcio professionistico consiste principalmente nell’ottenere entrate, ma questo non si applica alle donne. I club delle donne dell’Eredivisie Women devono fare affidamento sulle entrate delle sponsorizzazioni, ma in questa occasione dobbiamo aspettare e vedere come le aziende emergeranno dalla crisi del coronavirus e come ciò influisce su quel reddito.”

Secondo Van de Ven, la posizione unica dei club all’interno del sindacato ha anche i suoi vantaggi: “Il calcio femminile è ancora in pieno sviluppo, quindi possiamo applicare alcune regole appropriate”. Ad esempio, tutti i club dell’associazione ricevono una quota annuale strutturale di 50.000 euro e la crisi della coronavirus non cambia questo.

Photo Credit: Het Parool

Regina Baresi, Inter Women: “Il fatto di rimanere leale ad una sola squadra me l’ha trasmesso mio papà”

Rimanere in contatto con i propri tifosi in questo periodo è fondamentale per non fare alimentare continuamente la loro fede. Ed è proprio per questo che l’Inter Women ha tirato fuori dal cilindro l’iniziativa di Inter Calling, alla quale nell’ultimo episodio sono state presenti l’ex campionessa italiana di tennis Francesca Schiavone ed il capitano interista Regina Baresi.

“Il fatto di rimanere leale ad una sola squadra me l’ha trasmesso mio papà, insieme a tutti i valori della fedeltà per una sola maglia come ha fatto lui. È stato importante anche il porsi ogni anno nuovi obiettivi per non annoiarsi mai, e poi fa bene anche il trovarsi bene con lo staff e con le compagne.”

“Non c’è un’età precisa per smettere di giocare a calcio, dipende da ragazza a ragazza. Non siamo come gli uomini che si possono permettere di smettere a 35 anni e vivere di rendita.”

“In un momento di difficoltà la forza del gruppo squadra è fondamentale, l’aiuto delle tue compagne è molto importante anche solo una parola può far tirare fuori il meglio di te. Io come capitano cerco sempre di dare l’esempio sia per le mie compagne che per le bambine che sono all’interno della società perché sono consapevole di avere questa bellissima responsabilità. Come capitana devi fare sempre qualcosa in più, soprattutto nei momenti di difficoltà più che nei momenti belli.”

“Il mio punto di forza è l’aspetto fisico. Avere più stazza in Italia è molto più utile rispetto all’estero dato che qui siamo più minute.”

Credit Photo: Fabrizio Brioschi

11 mamme-atlete d’ispirazione che ci dimostrano che tutto è possibile

Bilanciare la maternità con una carriera può essere molto difficile, soprattutto se la carriera è una carriera da atleta. Tuttavia, esistono molte atlete australiane di spicco che riescono ad ottenere ottimi risultati!

DAISY PEARCE, BRITTANY GIBSON ED ERIN PHILIPS, FOOTBALL AMERICANO
Daisy Pearce, giocatrice del Melbourne Football Club, è madre di due gemelli di 14 mesi: Sylvie e Roy. La tre volte miglior capitano tra le giocatrici in AFLW è anche un’ostetrica.
La sua rivale Brittany Gibson, del North Melbourne, è mamma di un bambino di 19 mesi di nome Henry. E spera che un giorno anche Henry indosserà la maglia bianco-blu (probabilmente nel 2036). Infine Erin Philips, ora vice allenatrice, è madre di tre figli. L’ex-Adelaide ha accolto i gemelli Brooklyn e Blake nel 2016 e il  terzo figlio Drew nel 2019.

JESSIE RASSCHAERT E MELISSA BARBIERI, CALCIO
Jessie Rasschaert, difensore del Canberra United, ha fatto il suo debutto nella W-League in questa stagione all’età di 32 anni. E lo ha fatto due anni dopo la nascita del figlio Tristan. Lei e la moglie Jenna hanno inoltre avuto un altro bambino all’inizio di quest’anno.
Melissa Barber, ex capitano delle Matildas e attuale vice-portiere del Melbourne City, mescola calcio e maternità già dal 2013. La veterana di tre coppe del mondo è madre della piccola Holly.

EMILEE CHERRY E HILISHA SAMOA, RUGBY
Emilee Cherry, medaglia d’oro di rugby nelle Olimpiadi di Rio 2016, ha dato alla luce la figlia Alice 11 mesi fa. Ed è tornata alla 7s world series (torneo mondiale di rugby femminile) a gennaio. Cherry si sta allenando duramente con la speranza di entrare a far parte della squadra olimpica per Tokyo 2021.
Hilisha Samoa dei Wallaroos (squadra di rugby australiana) è madre di  ben cinque figli. Sì, avete letto bene, cinque! La due volte partecipante ai Mondiali ha continuato la sua carriera di rugby mentre era mamma di Lennox, 13, Evander, 8, Apollo, 3, Monica, 21 mesi e l’ultima arrivata Licia, 6 mesi.

JODIE KENNY E AMELIA MATHESON, HOCKEY
Jodie Kenny, difensore per le Hockeyroos (nazionale di hockey su prato dell’Australia) e degli Scorchers (squadra del Queensland), è due volte campionessa olimpionica e medaglia d’oro ai Giochi del Commonwealth. Il co-capitano delle Hockeyroos è mamma del giovane Harrison, 2 anni. Amelia Matheson, membro delle Mighty Jills (nazionale femminile di hockey su ghiaccio), ha vinto la più recente Grand Final del 2020 con la sua squadra: le Sydney Sirens. Matheson è anche mamma della tredicenne Mikayla.

ELOISE WELLINGS E JESSICA STENSON, ATLETICA
Jessica Stenson, due volte maratoneta olimpica e due volte maratoneta di bronzo ai Giochi del Commonwealth. Ha dato alla luce il figlio Billy lo scorso novembre e si sta allenando per tornare alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Eloise Wellings, corritrice di lunga distanza, ha rappresentato l’Australia ai Giochi Olimpici del 2012 e del 2016 e ha partecipato agli ultimi quattro Giochi del Commonwealth. E’ mamma di due figli e si sta allenando duramente nella speranza, anche per lei, di poter partecipare alle Olimpiadi della prossima estate.

LAURA GEITZ E APRILE BRANDLEY, BASKET
Aprile Brandley, ha iniziato la sua carriera sportiva come giocatrice di netball (sport di squadra simile alla pallacanestro) nel Galles del Sud. Ora gioca nella Collingwood Basket Association, nella quale ha debuttato nel 2013, vincendo una Coppa del Mondo nel 2019. Brandley ha dato alla luce suo figlio Clay James questo febbraio. Laura Geitz, l’ex leggenda australiana dei Diamonds e dei Queensland Firebirds, ha dato il benvenuto al figlio Barney nel 2017. La capitana vincitrice dell’oro agli ultimi Giochi del Commonwealth è tornata a giocare per un ultimo anno prima di ritirarsi definitivamente dallo sport nel 2019.

Photo Credit: thewomensgame.com

Il cammino nelle qualificazioni europee ripartirà a settembre contro Israele e Bosnia Erzegovina

Dopo aver ufficializzato lo slittamento di un anno del Campionato Europeo, che si disputerà in Inghilterra dal 6 al 31 luglio 2022, la UEFA ha reso note le date dei prossimi incontri della Nazionale Femminile validi per il Gruppo B delle qualificazioni europee.

Il cammino delle Azzurre riprenderà il 17 settembre, quando ospiteranno Israele, per poi far visita il 22 settembre alla Bosnia Erzegovina. Due gare che si sarebbero dovute disputare rispettivamente lo scorso 10 aprile a Udine e il 14 aprile a Zenica, prima del rinvio resosi necessario a causa della diffusione del Covid-19. Sono state fissate anche le date degli ultimi due match del girone con la Danimarca, con l’Italia che ospiterà il 27 ottobre le danesi per poi affrontarle in trasferta il prossimo 1° dicembre.

La Nazionale di Milena Bertolini è attualmente al comando del gruppo B a punteggio pieno grazie ai sei successi conquistati nelle prime sei partite del girone contro Israele, Bosnia Erzegovina, Georgia e Malta, quest’ultime due già affrontate sia nella gara di andata che di ritorno.

Il calendario del Gruppo B

17 settembre 2020: Bosnia Erzegovina-Danimarca
17 settembre 2020: ITALIA-Israele
22 settembre 2020: Malta-Danimarca
22 settembre 2020: Bosnia Erzegovina-ITALIA
22 settembre 2020: Georgia-Israele
21 ottobre 2020: Danimarca-Israele
27 ottobre 2020: ITALIA-Danimarca
26 novembre 2020: Georgia-Malta
1° dicembre 2020: Israele-Malta
1° dicembre 2020: Danimarca-ITALIA
1° dicembre 2020: Georgia-Bosnia Erzegovina

Classifica: ITALIA 18 punti (gare disputate 6), Danimarca 15 (5), Bosnia Erzegovina 15 (7), Israele 4 (6), Malta 4 (7), Georgia 0 (7)

Credit Photo: FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio

Luca De Guglielmi, coach Genoa Femminile: “Stagione finita, ma l’affetto per voi è infinito”

Luca De Guglielmi, tecnico della prima squadra femminile del Genoa, ha espresso sui social tutte le proprie emozioni sulla stagione sportiva smorzata dall’emergenza sanitaria causata dal covid-19.

Ecco le parole dedicate alle proprie ragazze:
«Stagione finita, campionato finito, tutto finito ma l’affetto per voi è INFINITO.
Vi ho già scritto personalmente il mio pensiero, ma voglio dire a tutti che questo gruppo è composto da ragazze vere, a cui devo tutto e che ha onorato fino all’ultimo secondo della ultima partita disputata lo stemma che portano sul petto. Hanno sudato la maglia, hanno sputato sangue, hanno lottato come delle guerriere.
Questo è l’essere Genoano, è quello che noi chiediamo e non è facile metterlo in pratica sei volte a settimana. Quest’anno voi lo avete fatto da agosto.
Grazie RAGAZZE
».

In settima ci sarà il verdetto federale sulle promozioni e retrocessioni, che per la LND devono basarsi sulla classifica dell’ ultima giornata disputata, in virtù di questo il Genoa merita di salire direttamente in serie C.

Credit Photo:Pagina Instagram Genoa Calcio Femminile

Cristiana Capotondi, vicepresidente Lega Pro: “Spero di vedere sempre più donne candidate a ruoli politici nel mondo dello sport”

Cristiana Capotondi, attrice e vice presidente della Lega Pro, è una delle tante donne che stanno entrando nel mondo dello sport a tutti gli effetti andando a ricoprire ruoli importanti. Lei, grande appassionata di calcio, nel 2018 diventa vice presidente della terza serie calcistica maschile italiana ed abbiamo avuto il piacere di poterla intervistare in esclusiva.

Ciao Cristiana, con ancora il preconcetto del calcio come sport prettamente maschile ben radicato nella nostra società, l’entrata nel mondo calcistico da parte di una donna nella maggior parte dei casi è visto ancora come un fattore negativo, specie se in ruoli dirigenziali come il suo.
Come ha combattuto questi pregiudizi se ne è stata vittima?

“Onestamente non sono stata vittima di pregiudizi legati al sesso ma di simpatiche schermaglie che, prendendo in prestito il lessico militare, potremmo annoverare nel nonnismo. In ogni caso, fatti di poco conto che non mi hanno certo “intimorita”. Oggi nelle Leghe così come nelle Federazioni ci sono molte donne, gli uomini stanno apprezzando sempre di più il lavoro femminile e questo mi piace molto. Poi, spero di vedere sempre più donne candidate a ruoli politici nel mondo dello sport. Noi donne siamo ancora in cammino, c’è molto da fare ma la strada è tracciata.”

La Lega Pro sta negli anni acquisendo sempre più popolarità e più fascino essendo visto come il calcio più vicino al popolo a livello professionistico.
Tutto ciò grazie ad una serie di provvedimenti messi in atto dalla giurisdizione Ghirelli di cui lei fa parte. Quali sono i valori principali su cui si fonda lo sviluppo di questo campionato?
“Le riforme sono andate in due direzioni: tenere lontani dalle proprietà dei nostri club personaggi poco raccomandabili e costituirci come la Lega della formazione calcistica con la nuova politica sul minutaggio. Il tutto senza rinunciare alla qualità del torneo. I nostri valori oggi sono scritti in una carta etica. Tra i tanti valori che ci rappresentano a me piace pensare che l’umiltà sia uno tra i più importanti.”

Inoltre lei ha una delega speciale per il settore giovanile e scolastico.
Quanto è importante già in un’età giovanissima introdurre i ragazzini e le ragazzine nel mondo dello sport? E quali benefici potrebbe portare in futuro?
“Lo sport è uno straordinario strumento di formazione. Come Lega Pro gestiamo, in modo diretto coi nostri club e indirettamente con delle società affiliate, circa quindici mila giovani tra i 6 e i 19 anni. I nostri tecnici sono a tutti gli effetti dei formatori che sentono questa responsabilità sociale forse ancor più di quella tecnica. Lo sport allena alla socialità, al rispetto dell’altro, all’essere testimoni gioiosi del talento altrui, alla crescita delle proprie capacità, alla consapevolezza che per ottenere dei risultati ci vuole impegno, sacrificio e sudore.”

Oltre a ricoprire un ruolo importante per il calcio italiano, è anche una tifosa sfegatata della Roma.
Come si è avvicinata al mondo del calcio?

“Sono una tifosa della Lega Pro, anzitutto. Questa Lega mi ha fatto innamorare del suo calcio (è molto duro e competitivo…) e delle storie bellissime che attraversano questi club, con imprenditori mossi da grande passione. L’amore per il calcio è un’eredità di mio nonno paterno. Non ha avuto nipoti maschi…e così condividere con lui questa passione è toccato a me. Gliene sono grata. “

Con gli Europei di calcio femminile in Inghilterra spostati nel 2022, il calcio in rosa si è ritagliato il suo spazio nel calendario calcistico.
Crede che possa portare dei vantaggi al movimento calcistico femminile?
E dove crede possa arrivare la nostra Nazionale?
La nostra Nazionale sta crescendo molto in qualità tecnica, gioco e notorietà. È un momento molto buono che le nostre ragazze sapranno massimizzare perché la donna ha la forza di far crescere le cose con pazienza e sacrificio. Sono orgogliosa della nostra nazionale. Non vedo l’ora di vederle tornare in campo.”

Con l’ultimo Mondiale, il calcio femminile italiano ha toccato il cielo con un dito affermando questo sport anche nel nostro Paese, ma proprio perché è esploso tardi qui da noi siamo rimasti indietro rispetto agli altri Paesi europei.
Cosa servirebbe per colmare questo gap?
Servirebbero più tesserate, dunque una campagna di “chiamata al calcio” per le ragazzine e poi servirebbero anche sostegni alla base del sistema calcio. La LND e la Lega Pro sul territorio possono svolgere un grande lavoro di recruting e formazione per lo sviluppo del movimento affinché nei club femminili di Serie A giochino più italiane possibili. Certamente le grandi squadre hanno accelerato un processo già iniziato dal basso, dobbiamo essere grati a tanti club che hanno scelto di investire nel movimento femminile, accendendo un grande riflettore sulle ragazze!”

In Italia sei soprattutto conosciuta per la tua straordinaria carriera da attrice con capolavori come “Notte prima degli esami” e “La mafia uccide solo d’estate”. Come fa a coniugare sia la vita da attrice che quella da vicepresidente ?
Sono fortunata perché entrambi i lavori prevedono momenti più intensi e momenti meno intensi e questo mi consente di fare entrambe le cose con grande cura.

Com’è Cristiana Capotondi fuori dai set cinematografici e fuori dagli uffici della Lega?
Sono un’appassionata di cinema e di calcio, mi dedico molto alla mia associazione culturale e ai miei affetti. Amo molto il mare, sono una velista.”

Concludendo, quali sono i suoi progetti futuri?
“Tornerò sul set appena potremmo ripartire. Interpreterò la storia di una donna forte che è riuscita a fare della sua stessa vita un’opera di conciliazione. In questa epoca di divisioni e contrasti mi sembra un bellissimo messaggio!!”

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Cristiana Capotondi e la Lega Pro per la loro disponiblità.

Emanuela Schioppo, Napoli femminile: “Ci meritiamo la Serie A… vi svelo a chi mi ispiro tra gli uomini”

Emanuela Schioppo, giocatrice del Napoli femminile, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di MondoNapoli. La bandiera azzurra è stata protagonista della promozione dalla serie C alla serie B di 1 anno fa e quest’anno ha sfiorato la Serie A con la maglia del club partenopeo:

Emanuela, come stai vivendo questo periodo?
“Ora molto meglio. Sono stati mesi difficili per tutti, non è semplice stravolgere la vita e le abitudini e riprogrammarla. Per fortuna sembra andar meglio e ovviamente la speranza è che si possa tornare alla normalità il prima possibile.”

Come è nata la passione per il calcio?
“La mia passione è nata da piccolissima, quando già all’eta di 3-4 anni avevo un pallone tra i piedi, piuttosto che giocare con bambole e giocattoli. È una passione innata, non l’ho scelta io, ma è lei che ha scelto me”.

Cosa hai provato all’esordio in Serie A?
“L’anno di serie A è stato un anno bellissimo. Ho tanti ricordi legati a quei momenti. Esordire sicuramente è uno di questi. Ricordo bene però che non è stato un esordio bellissimo perché mi infortunai al ginocchio e mi costrinse ad uscire dal campo e starne fuori per un bel po. Ma anche questo fa parte del gioco. Era un a Napoli-Perugia giocato al Collana”.

Come ti trovi al Napoli Femminile?
“Napoli è la mia città, è la mia squadra, è la mia seconda pelle. Mi sento napoletana in tutto e per tutto. Non ho termini di paragone perché Napoli è stata la mia unica società e mi sono trovata sempre bene. Ho trascorso 12 anni qui e penso di essere ad oggi una calciatrice che insieme ad altre ha costruito in piccola parte la storia del Napoli calcisticamente parlando”.

Siete prime in classifica, vi meritate la Serie A?
“Siamo prime e penso che meritiamo la A per i tanti sacrifici che abbiamo fatto e L’impegno che abbiamo messo in ogni partita. Abbiamo vinto gli scontri diretti e sono convinta che se il campionato non si fosse fermato, avremo fatto benissimo anche nella parte finale di campionato. Sicuramente sarebbe stato diverso vincere sul campo, ma in ogni caso la vittoria è meritata”.

Il giocatore che ha ispirato le tue caratteristiche?
“Non ho mai avuto un giocatore a cui ispirarmi anche perché nel corso della carriera ho cambiato diversi ruoli, e forse proprio per questo, posso dire che mi hanno associato a Zambrotta che da attaccante quale era ha poi ricoperto il ruolo di terzino, ruolo che ho ricoperto per 6 anni prima di adesso che sono un difensore centrale”.

Il gol più bello?
“A livello emozionale è stato sicuramente il primo gol in campionato con la maglia del Napoli. Non è nelle mie caratteristiche tirare e segnare da lontano, ma in quella partita superato il centrocampo mi rimbalzo davanti una palla ed io senza pensarci due volte tirai a volo. Pensavo di averla mandata in tribuna, ed invece pian piano quella palla prese una traiettoria assurda… gol, senza nemmeno accorgermene”.

Il calcio femminile a Napoli è in crescita, lo notate anche fuori dal campo?
“Il calcio femminile è in forte crescita a Napoli ma non solo. Dopo i mondiali in estate c’è stato sicuramente un forte “boom” che sembrava crescere sempre più. Purtroppo la pandemia ha bloccato tutto ciò è ad oggi non sappiamo come il movimento calcistico femminile possa reagire; la nostra speranza è che non si fermi ma che continui a crescere sempre di più”.

Credit Photo: Napoli Femminile

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