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Amalie Thestrup, AS Roma femminile: “È stato un passo importante passare da Ballerup-Skovlunde Fodbold alla Roma”

Amalie Thestrup, giocatrice della AS Roma femminile ha parlato a Dansmark Radio della propria carriera:
“Giocavo nel BSF, ma quando la Roma si mostrò interessata la decisione fu facile da prendere. Il calcio femminile italiano sta avendo un rapido sviluppo, e questo sapevo sarebbe stato un passo avanti, sia in termini di sport che di strutture. È stato davvero fantastico. È stato un passo importante passare da Ballerup-Skovlunde Fodbold alla Roma, ma è stato molto di più di quanto potessi aspettarmi”.

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva

Sibilia al Mattino: “La salute prima di tutto. Gli atleti restino a casa”

In un’intervista rilasciata al Mattino, edizione di Salerno, il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, ha approfondito le ragioni dello stop delle attività fino al 3 aprile, come disposto dal Consiglio Direttivo della stessa Lega lunedì scorso.

“Non siamo solo squadre, società, campi di calcio e spogliatoi. Per la portata del movimento, siamo un esercito di persone che si spostano da una parte all’altra dell’Italia” – ha sottolineato il numero uno della LND. Nell’intervista Sibilia ha affrontato anche il tema legato alla conclusione dei campionati: “C’è preoccupazione, è ovvio. Però è innanzitutto la preoccupazione da cittadini, da persone responsabili. Poi viene il calcio, dopo – molto dopo – viene il ragionamento su come proseguirà la stagione sportiva”. Il Presidente LND ha infine lanciato un appello dalle colonne del giornale: “Dobbiamo tutti restare a casa per non vanificare gli sforzi delle autorità scientifico-sanitaria e politica. Questo è il tempo della cautela e della responsabilità”.

Credit Photo: LND – Lega Nazionale Dilettanti

#Distantimauniti: Mister Gelmetti e le sue Under 15

Verona – Tutte le giovani calciatrici del Settore Giovanile gialloblù sono a casa in questi giorni, #IORESTOACASA cede il passo a #DISTANTIMAUNITI se si parla di una squadra. Si può continuare ad allenarsi, anche fra le mura domestiche, seguendo i consigli dei propri allenatori. I mister che, approfittando di questa sosta forzata, hanno il tempo per studiare e preparare al meglio la ripresa dell’attività, tracciando la linea del lavoro fin qui compiuto. Per la formazione Under 15 le parole dell’allenatore Mirko Gelmetti.

Come sta andando la stagione?
«Direi oltre le aspettative dell’agosto scorso. Sapevo che potevamo aver di fronte un gruppo ‘mescolato’, con ragazze provenienti da diverse realtà e sicuramente anche di diverso livello, ma già dopo alcuni giorni di lavoro in loro ho trovato tantissima voglia di imparare e di crescere. Con questo approccio hanno sempre messo in gioco la loro miglior parte, arrivando dunque ad apprendere con grandissima rapidità: oggi infatti, guardando indietro, io e Sabina (la vice allenatrice, ndr) vediamo davvero dei progressi notevoli. Non me lo aspettavo, ma anche quest’anno stiamo lottando per il passaggio del turno».

Cosa c’è ancora da migliorare?
«Sicuramente c’è sempre qualcosa, a partire dalla propria persona e quindi sull’atteggiamento con se stessi, con gli altri, con le compagne, con lo staff, con l’allenatore, con la dirigenza o con i genitori. Sembra una cavolata dire ‘Io gioco a calcio’, ma essere agonista e portare con sé il simbolo dell’Hellas Verona è una grossa responsabilità e le ragazze devono sempre esserne consapevoli. Ora stiamo lavorando molto sulla persona, nel tentativo di offrire loro l’ambiente migliore per esprimere le loro caratteristiche e la loro personalità».

L’aspetto più soddisfacente?
«Penso il fatto di constatare che davanti a noi abbiamo un gruppo strepitoso, c’è un’unione che non è comune, con i ruoli dei leader all’interno del gruppo che si muovono quasi alla perfezione, in modo sorprendente per delle ragazze di quindici anni. Diciamo che siamo arrivati alla fiducia, da parte mia e di Sabina, riuscendo a essere chiari e trasparenti nel dire ciò che volevamo da loro e creando un nostro ambiente, dove ogni giorno la squadra ci mostra che ha voglia di fare qualcosa in più. Questo per gli allenatori è linfa vitale».

Le caratteristiche del gruppo Under 15?
«Queste sono ragazze toste, che non mollano neanche un pallone e se hanno male non si lamentano. Sono anche meticolose e recepiscono sempre i feedback che noi diamo a loro, questo le porta a essere testarde nel provare e riprovare le cose che noi consigliamo a loro: è una cosa positiva ma da gestire. Sono responsabili, quando vogliono, come tutti i ragazzi e le ragazze di quell’età. Volenterose, perché non ho ricordi vedere qualcuna che viene al campo senza voglia, anzi non vorrebbero mai andare via alla fine dell’allenamento. Devo quasi mandarle via. Infine, sono vere amanti del calcio».

L’insegnamento più importante da trasmettere alle ragazze?
«A me piace il concetto di ‘progressione’, lo porto sempre con me in tutti i contesti in cui opero o lavoro. Lavorare prima sulla persona, sulle life skills e i valori personali, coltivati ci aiutano a capire ciò che vogliamo fare. Come secondo gradino inserirei la parte dell’atleta: imparare il ‘sapersi allenare’ per arrivare a ‘saper competere’. Noi ora siamo ancora nella prima fase, infatti le ragazze si stanno avvicinando pian piano al comportamento migliore da tenere prima di un allenamento, dopo e durante la loro quotidianità, anche per esempio sul modo di recuperare dopo una seduta intensa. L’ultimo gradino è la parte del ‘giocatore’, per essere tale devi avere alle spalle un bagaglio da ‘atleta’ e anche da ‘persona’».

La cosa che ripeti sempre, a loro, prima di ogni partita?
«È una frase che mi piace molto, ‘Ragazze ci vuole coraggio’: il coraggio di commettere errori, scegliere e poi riprovarci. Riprovarci fino a quando non ci penserai più, e sarai semplicemente la miglior versione di te stesso».

Quanti allenamenti stai preparando in questo periodo di stop?
«In questi giorni non stacco gli occhi dal telefono. Sto preparando una miriade di allenamenti, anche perché credo che non saranno in molte quelle che riusciranno a utilizzare il pallone nel contesto di casa. Ho affidato loro un programma standardizzato durante gli ultimi allenamenti fatti, appunto nel caso ci fosse stata una interruzione. È un allenamento fisico e sono felice che tutte mi inviino i loro feedback, mi chiedano cosa devono fare se hanno delle perplessità su degli esercizi o mi chiedano consigli. Ne sta venendo fuori un bel lavoro, anche perché è un modo per mettere in pratica la loro creatività e condividerla con me e con Sabina. A volte mi faccio anche delle belle risate».

La vittoria più bella finora?
«Sicuramente è stata quella con il Vicenza per 1-0: siamo rimaste una in meno, ma comunque l’abbiamo svoltata all’ultimo tempo (il terzo, ndr). Un’incursione di Anna Benini nei minuti finali. Lì è emersa la magia del gruppo, la forza che contraddistingue un gruppo unito. Abbiamo avuto una bellissima esperienza, quest’anno, anche al torneo Stella Stellina: ci ha permesso di riflettere molto e in pochissimo tempo abbiamo ribaltato la delusione accumulata, per come fosse andato quell’appuntamento, in una reazione importante».

Obiettivi da qui a fine stagione?
«Quello iniziale era di dare più opportunità possibili alle ragazze di crescere, mettersi in gioco e sperimentare. È una fase calcistica transitoria, l’anno prossimo inizieranno a giocare a 11 e, più riusciamo a farne arrivare di ‘pronte’, in Under 17 o in Primavera, meglio è. Con quest’annata finisce la parte più ‘didattica’, in cui le ragazze devono apprendere tanto, e subentra la parte ‘agonistica’, in cui anche il risultato avrà buona importanza nel progetto. Poi, se riusciamo ad arrivare alle fasi finali e ancora più avanti ben venga, con grande spirito da parte delle ragazze».

Un saluto alle sue gialloblù in questo momento in cui non vi potete vedere?
«Mando un caloroso saluto a tutte quante, alle loro famiglie e a tutti i membri dei nostri staff. Anche se siamo lontani, in realtà siamo vicini e fortunatamente, oggi, esiste la tecnologia e possiamo tenerci in contatto costantemente. Mi raccomando, non smettete di allenarvi e, soprattutto, guardate sempre oltre: FORZA!».

Credit Photo: Hellas Verona Women

Shock dagli Stati Uniti: “La nazionale femminile è meno qualificata e ha meno responsabilità rispetto ai loro colleghi di sesso maschile”

La notizia che ha fatto scandalizzare il mondo intero del calcio femminile proviene proprio dal Paese che viene considerato la patria di questo sport. Infatti gli avvocati della Federazione statunitense di calcio hanno dichiarato che gli stipendi tra nazionale maschile e femminile non sono equi poiché i giocatori della maschile hanno più responsabilità e sono sollecitati maggiormente fisicamente parlando rispetto alla nazionale femminile. Ma bisogna contestualizzare l’accaduto.

Le ragazze capitanate da Megan Rapinoe, che non si è certo tirata indietro per guidare ancora una volta le sue compagne, stanno portando avanti la battaglia per gli stipendi equalizzati tra nazionale maschile e femminile ormai da troppi anni. La differenza tra il risarcimento chiesto dalle giocatrici e quello che vuole dare la Federazione americana (ovvero zero) è di 67 milioni, richiesta che ovviamente la USWNT non vuole assolutamente accontentare dando il via ad una vera e propria battaglia legale. I 67 milioni comprendono anche i vari premi per i Mondiali rilasciati dalla FIFA che sono di gran lunga maggiori per le nazionali maschili. L’argomento riguarda la quasi totalità delle nazionali femminili presenti all’interno del circolo FIFA, ma in questi giorni si sta parlando specificatamente della battaglia americana, destinata a concludersi per vie legali, a causa delle dichiarazioni scioccanti fatte in aula di tribunale da parte degli avvocati della Federazione americana. Quest’ultimi sostengono che i giocatori della maschile hanno molte più responsabilità rispetto alle calciatrici della femminile, evidenziando il fatto che giocare una partita di calcio maschile richieda molte più abilità e molta più forza fisica. Per avvalorare la loro tesi hanno fatto addirittura appello alla scienza dichiarando che le differenze si vedono anche in campo biologico. Tutto ciò è stato fatto per discostare la Federazione calcistica americana da accuse di discriminazione sessuale, provvedimento che evidentemente non ha portato i suoi frutti, anzi, ha solo peggiorato la situazione portando l’opinione pubblica nei confronti della USWNT ai minimi storici.

Ovviamente le risposte non si sono fatte attendere e sono arrivate direttamente in aula. Le prescelte dalla difesa sono state Alex Morgan e Carli Lloyd, stelle della nazionale americana e protagoniste dell’ultimo Mondiale vinto, che hanno risposto per le rime alle confutazioni pronunciate dalla Federazione. Prendendo il verbale disponibile online delle deposizioni in riferimento alla causa Alex Morgan vs United States Soccer Federation, gli avvocati della federazione tirano fuori  gli allenamenti svolti dalla Morgan con la rappresentativa regionale U-18 del New Jersey ed altre dichiarazioni della statunitense per quanto riguarda la possibilità di un match tra la nazionale americana femminile e la nazionale tedesca maschile (al tempo delle dichiarazioni detentrice del titolo mondiale). La Morgan aveva in entrambi i casi affermato che la differenza per quanto riguarda la forma fisica e la velocità era grande ma che nonostante tutto era la più tecnica di tutti lì in mezzo, facendo riferimento agli allenamenti, e che nonostante la differenza fisica era comunque superiore su tutti gli altri campi ai suoi compagni. Gli avvocati della Federazione sono andati avanti rimarcando il fatto della differenza sul piano fisico fino a che non è intervenuta la Lloyd che ironicamente propone una partita tra la nazionale americana maschile e quella femminile e chi vince si prende lo stipendio più grande. La seduta è terminata lì e la sentenza deve ancora uscire.

Come se non bastasse, a peggiorare la situazione è intervenuto il presidente della Federazione Carlos Cordeiro che con una lettera sull’argomento ha affermato che la sua organizzazione aveva proposto un accordo economico di parità di stipendio con la nazionale maschile. Solo che il signor Cordeiro si è dimenticato di dire che quell’accordo era stato fatto con i giocatori della maschile nel 2011 e che nel frattempo gli stipendi sono aumentati. E tutto questo con un’altra accortezza di fino da parte di Cordeiro: la lettera è stata rilasciata alla vigilia di una partita fondamentale per il cammino nella She Believes Cup delle ragazze di Andonovski ovvero quella contro la Spagna, rivincita degli ottavi di finale degli ultimi Mondiali. Proprio nelle consuete interviste post partita è intervenuta il capitano Megan Rapinoe a difesa delle sue compagne con delle parole al veleno per Cordeiro: “Voglio dire, il tempismo alla vigilia non solo di una partita, ma di questo torneo e alla vigilia della Giornata internazionale della donna. Immagino che sia così che vuoi celebrare la Giornata internazionale della donna e mostrare sostegno non solo alle tue giocatrici ma anche alle futura giocatrici e ragazze di tutto il Paese, è un modo per farlo.”

Sicuramente anche se la sentenza giudiziaria darà ragione ad una parte o all’altra, i rapporti saranno sicuramente crinati ed irrimediabilmente recuperabili. Si vedrà come si evolverà la situazione, resta sicuramente il fatto che non si può andare avanti con certi pregiudizi che rovinano solo un movimento intero.

SheBelieves Cup 2020: trionfano gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti vincono la SheBelieves Cup 2020. Davanti a quasi 20.000 persone a Frisco, in Texas, la selezione americana sconfigge il Giappone 3-1. Le americane debbono anche ringraziare la Spagna vittoriosa nel suo ultimo match contro l’Inghilterra campione in carica per 1-0

La USWNT chiude i conti nel primo tempo grazie a due splendidi goal, uno di Megan Rapinoe su punizione e un pallonetto di Christen Press che inganna l’estremo difensore nipponico. Nella ripresa Mana Iwabuchi accorcia le distanze riaprendo la gara, ma all’82esimo, è Lindsey Horan a spegnere i sogni della nazionale del sol levante

Le campionesse del mondo in carica tornano a vincere il trofeo per la terza volta nella loro storia. Il torneo in questione è stato istituito nel 2016 ed ha visto trionfare per tre volte le padrone di casa, una volta l’Inghilterra e una la Francia. Un risultato soddisfacente per la Nazionale statunitense che ora punta la barra a dritta verso le Olimpiadi di Tokyo, Coronavirus permettendo.

Leggere in quarantena:”Volevo essere Maradona” la storia di Patrizia Panico

“ll calcio per me è amicizie che durano nel tempo, amori, città, viaggi, sfide, impegno, condivisione, uguaglianza. Non ha confini. E’ un istinto primario. E’ essenzialmente la mia vita. A 8 anni volevo essere Maradona. Sono diventata Patrizia Panico, ma prima di tutto sono stata Bruscolo. E questa è la mia storia.”

Il libro è dedicato principalmente ad un pubblico di ragazzi e ragazze, ma non solo. Si tratta di una biografia scritta però come se fosse un romanzo. Valeria Ancione racconta la storia di Patrizia Panico, tra le calciatrici più famosa della storia del calcio femminile in Italia. Nata a Roma, inizia l’avventura calcistica da giovanissima: a 13 anni entra nelle giovanili del Borussia (che nulla ha a che fare con la squadra tedesca) in serie C.

Se resisti e insisti a far valere le tue ragioni non ci proverà più nessuno a piegarti. Anche se di solito funziona in strada e non con i genitori.

All’inizio infatti doveva lottare non solo contro i pregiudizi sociali che vedevano il calcio come un’esclusiva maschile, ma anche contro i genitori. La perseveranza però è tra le sue doti fondamentali: a testa bassa ha iniziato a lavorare e macinare chilometri sui campi da calcio di periferia fino al grande salto nella massima serie.

L’esordio in A avviene a 19 anni con la maglia della Lazio CF, il vero salto di qualità però si ebbe nel 1997 con il passaggio al Modena: si forma la coppia d’oro con Carolina Morace, anche lei nell’olimpo delle migliori giocatrici italiane nella storia del calcio femminile.

La calciatrice si è ritirata dal calcio giocato nel 2016, dopo essere stata nominata dalla UEFA testimonial per la finale di Champions League disputatasi a Reggio Emilia nello stesso anno. La bacheca è invidiabile: 10 scudetti e per 14 volte vincitrice del titolo di capocannoniere della serie A. Con la maglia azzurra è lei a detenere il record di presenze e gol: 204 apparizioni e 110 reti.

Emergenza Coronavirus, Elena Linari: “Bisogna essere responsabili in questo momento e rispettare le regole”

Elena Linari, difensore della Nazionale Femminile e dell’Atletico Madrid ha mandato attraverso il proprio profilo Instagram un chiaro messaggio di solidarietà al nostro paese e a tutti coloro si stanno impegnando per fronteggiare l’emergenza Coronavirus:
“Ciao ragazzi purtroppo tutti quanti sappiamo quanto questo momento sia duro per la nostra nazione. Ci tenevo anche io ad unirmi con questo messaggio e farvi sentire la mia vicinanza nonostante mi trovi in Spagna. È un momento difficile, ringrazio personalmente tutto il personale sanitario che si sta impegnando più di 24 ore al giorno per cercare di risollevare la nostra nazione. E volevo trasmettervi tre concetti fondamentali secondo me.
La responsabilità, bisogna essere responsabili in questo momento e rispettare le regole, essere rispettosi e restare uniti. È troppo importante in questo momento non mollare, andare avanti nonostante le regole imposte adesso siano molto, molto dure. Ma ci rialzeremo, ne sono più che sicura. È molto importante che in questo momento che si rimanga a casa e io dalla Spagna non ho dubbi. Fallo anche tu”.

Algarve Cup 2020: migliori e peggiori della compagine azzurra femminile

E’ un vero peccato! L’Italia ha dovuto abbandonare l’Algarve Cup proprio sul più bello. La richiesta, pervenuta dalla FIGC femminile, di lasciare il torneo, è la dimostrazione lampante di quanto il Coronavirus stia ormai danneggiando tutto il calcio europeo.
La spedizione in terra lusitana è stata comunque positiva per le Azzurre di Milena Bertolini che confermano quanto di buono emerso dall’esperienza mondiale. All’interno del gruppo c’è chi ha saputo distinguersi positivamente e chi invece ha deluso le aspettative, vediamo chi:

CHI CI HA CONVINTO
Katja Schroffenegger
L’estremo difensore del Florentia San Gimignano merita sicuramente una menzione d’onore. Chiamata a sostituire Laura Giuliani nel match contro la Nuova Zelanda, “Scioffi” si è resa protagonista di una prestazione superba che le ha permesso anche di mantenere la porta inviolata per tutta la gara. Senza togliere il rigore splendidamente parato alla White. Tra le ragazze che più si sono distinte nel torneo, Katja Schroffenegger è sicuramente la ragazza di cui si parlerà di più anche in chiave futuristica

Alia Guagni
Ufficialmente il progetto Concorde è stato chiuso nel 2003. Eppure alcuni esemplari ancora sono in grado di volare. Tra loro c’è il capitano della Fiorentina, titolare inamovibile sulla fascia. Chilometri e chilometri macinati a gran velocità uniti ad una quantità industriale di cross. Da uno di questi, Girelli ha siglato il goal del vantaggio contro la Nuova Zelanda. Nonostante le quasi 33 primavere, non si può fare a meno di Alia Guagni sul terreno di gioco

Marta Mascarello
Chiamata a sorpresa nel gruppo a seguito della rinuncia della compagine milanista, il centrocampista viola si dimostra un elemento di sicura affidabilità. Giunta a Firenze dopo una difficile annata nel Tavagnacco, la mediana si è dimostrata costante nel rendimento anche con la maglia della Viola. Una sprazzo di partita con il Portogallo e titolare nella sfida contro le neozelandesi; Mascarello dispensa sicurezza e lucidità in un centrocampo in cui spiccano presenze di rilievo. Eppure lei la sua buona figura è riuscita a farla

Cristiana Girelli & Barbara Bonansea
Ci sembra giusto metterle insieme. Il tandem d’attacco della Juventus capolista ha regalato spettacolo anche in questa Algarve Cup. Sempre letale la numero 10, leggermente fuori forma la compagna che, comunque, contro la Nuova Zelanda, è riuscita a trovare anche un ottimo goal. Non c’è molto da dire, quando loro due si avvicinano all’area di rigore avversaria è sempre meglio prepararsi ad esultare

Stefania Tarenzi
Convocata dalla ct azzurra a seguito della sua ottima stagione in corso con l’Inter. Non c’è Gloria Marinelli al suo fianco ma anche con le attaccanti della Juventus, l’ariete interista dimostra di poter giocare senza alcun problema. Bonansea le regala l’assist per il suo primo goal in Nazionale che chiude definitivamente le marcature contro la Nuova Zelanda


CHI CI HA CONVINTO MENO
Daniela Sabatino
Promossa titolare al centro dell’attacco azzurro nell’esordio contro il Portogallo, l’attaccante del Sassuolo non è riuscita a confermare quanto di buono fatto in patria. Sabatino è stata spesso lontana dalla porta e rarissime volte l’abbiamo vista potenzialmente pericolosa. Ciò non toglie che, in campionato, si è resa protagonista di una stagione personale importante. Peccato che in Nazionale non abbia saputo trovare la quadratura del cerchio che ha raggiunto con le compagne emiliane

Laura Giuliani
Evidentemente fuori forma. E’ stata una delle protagoniste fondamentali della cavalcata in Francia, ma in Portogallo Laura Giuliani ha lasciato spazio ad un clone negativo. Un errore in uscita all’esordio contro il Portagallo e Silva ancora ringrazia. Qualcosa non andava e Milena Bertolini le ha preferito Schroffenegger nella gara successiva. Chissà che magari non avrebbe giocato la finale contro la Germania; sarebbe stata l’occasione per rifarsi. Dispiace inserirla tra le peggiori, ma purtroppo a questa tornata andata così

Aurora Galli
Abbiamo ancora davanti agli occhi il suo siluro siglato contro la Cina al Mondiale ma come le colleghe bianconere, anche lei sembra essere una controparte della calciatrice ammirata al mondiale. Match non all’altezza del suo nome contro il Portogallo e conseguente bocciatura contro la Nuova Zelanda (entrata al 70′ esimo). Anche per lei vale quanto detto sulla Giuliani

Martina Rosucci
Titolare in entrambi i match disputati nella competizione, eppure rimane difficile ricordarsi azioni salienti in cui è protagonista. Tra chi non ci ha convinto lei è sicuramente quella che ha fatto meglio. Ma svolgere il compitino senza incidere particolarmente su una gara non la rende salvabile. Paradossalmente, gran parte della compagine juventina presente alla competizione ha evidenziato momenti non idilliaci

Martina Rosucci: “La nostra maglietta ora è Verde… come la speranza che tutto questo finisca presto”

Con un post sul proprio account “Instagram”, Martina Rosucci, centrocampista classe 1992 della Juventus Women e della nazionale femminile, si sofferma sulla mancata possibilità di giocare la finale dell’Algarve Cup contro la Germania:
martinarosucci

La finale contro la Germania l’abbiamo desiderata e giocata nelle nostri menti… avremmo voluto incollarvi alla tv (un modo per stare a casa) e regalarvi una vittoria di quelle nostre, inaspettate e sorprendenti, di quando vinci con l’anima contro i mostri… Ma la vittoria più grande ora è essere (finalmente) NELLE NOSTRE CASE, dalle nostre famiglie e nella nostra Italia… a combattere con l’anima contro un mostro.
La nostra maglietta ora è Verde… come la speranza che tutto questo finisca presto…

È tutto nelle nostre mani Italiani… Io confido in NOI💙🇮🇹
#DistantiMaUniti

Credit Photo: Pagina Instagram Martina Rosucci

Maria Alves, Juventus Women: “Voglio vincere tutti i titoli”

Maria Alves, brasiliana ultima arrivata alla Juventus Women, dai microfoni di Juventus TV ci parla della sua esperienza in bianconero e nel campionato italiano:
“La prima persona che mi ha parlato dell’offerta è stata la mia agente, mi ricordo che mi ha chiamato e le prime parole che mi ha detto sono state: “Sei preparata a fare la storia?”. A Torino mi trovo bene, mi piace la città. È abbastanza tranquilla, bella. All’inizio era difficile con il freddo e una lingua sconosciuta, ma ora mi sento a casa e mi sento bene.
Sono nata in una piccola città, si chiama Cristalandia e ha pochi abitanti. Li giocavo insieme ai ragazzi. E’ stata una mia cugina ad aiutarmi all’inizio, abitava a Brasilia e mi ha invitato ad andare da lei per giocare e studiare visto che nella mia città non c’era il campionato femminile. Ho accettato subito, sono sempre stata avventuriera e seguivo il sogno di giocare a calcio. Obiettivi? Spero di vincere tutti i titoli, sono ambiziosa. Voglio ritornare in Brasile in ferie con tutti i trofei in tasca”.

Credit Photo: Pagina Instagram Maria Alves

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