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Lo Sporting Locri e l’anno nero del calcio femminile in Italia

Il mondo dello sport italiano si mobilita per chiedere allo Sporting Locri di non cedere alle minacce e di scendere in campo il prossimo 10 gennaio cancellando l’annuncio del ritiro. Un’ondata di sdegno e solidarietà che ha coinvolto tutti, dal presidente del Coni Malagò fino al numero uno del calcio italiano Tavecchio: tutti uniti per dire che non si può cedere al ricatto e darla vinta a chi non vuole che la squadra di calcio a 5 della città calabrese smetta di partecipare al proprio campionato.

Una storia che ha fatto il giro d’Italia in poche ore e che è finita anche sul prestigioso Telegraph inglese, spingendo il prefetto di Reggio Calabria a predisporre un servizio di scorta per i dirigenti della società finiti sotto i riflettori. Il pressing nei confronti del presidente Ferdinando Armeni è forte, perchè il ritiro della squadra sarebbe un segnale di resa inaccettabile.

La vicenda di Locri è, però, solo l’ultimo episodio di un anno nero per il calcio femminile in Italia. Polemiche, scandali, proteste e uno sciopero saltato: tappe vissute in dodici mesi in cui le donne del pallone hanno cercato di affermare la propria dignitià e di far diventare realtà le promesse elettorali di Tavecchio che proprio al calcio femminile aveva dedicato un capitolo del suo corposo programma di governo. Gli esiti? Ancora da verificare anche se qualcosa si è mosso.

Belloli e i “soldi alle quattro lesbiche”
Il 2015 del calcio femminile passerà alla storia per la frase pronunciata dall’allora presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Felice Belloli, nel corso di un Consiglio finito su tutti i giornali: “Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche“. Tredici parole messe a verbale e costate la sfiducia a Belloli dopo una settimana di improbabili difese. Tra i primi a scaricare Belloli proprio Tavecchio, che sulle donne era scivolato anni prima nella gaffe sulle “handicappate” ritirata fuori nell’estate rovente dell’elezione a presidente Figc. Polemiche, accuse e difese, ma anche il tentativo di fare qualcosa di concreto per un settore in perenne crisi, dove le atlete sopravvivono a suon di rimborsi spese e pochissime ricevono uno stipendio. Dell’idea di costringere i club a costituire anche una sezione femminile, però, al momento non c’è traccia.

Lo sciopero (rientrato) e la multa per lo striscione
Temi finiti dentro il calderone dello sciopero proclamato e poi rientrato a metà ottobre, in concomitanza dell’inizio del campionato. Le donne del pallone non volevano scendere in campo, spalleggiate dal sindacato calciatori, per chiedere che la Figc facesse qualcosa di concreto per loro. Questione di soldi (mezzo milione di euro per l’attività), garanzie per chi gioca in club a rischio e regole da scrivere per un settore alla perenne ricerca di stabilità e visibilità. Vertenza momentaneamente chiusa con un pareggio. Poi si vedrà.
Sui giornali, però, le donne erano finite per l’assurda ammonizione con multa alle calciatrici di Brescia e AGSM Verona, colpevoli di aver mostrato uno striscione di protesta (“Ci sono punti da conquistare che valgono più di quelli in classifica”) prima della finale della Supercoppa italiana a Castiglione delle Stiviere.

La finale di Coppa Italia senza linee del campo…
Se si vuole uno spaccato di quale sia la condizione femminile nel calcio italiano, però, è sufficiente leggere le cronache della finale di Coppa Italia tra Brescia e Tavagnacco ad Abano Terme. Partita già preceduta dalle polemiche dopo che le semifinali era state disputate con un ritardo di 15 minuti per chiedere le dimissioni di Belloli causa frasi sulle lesbiche. Chi c’era racconta (e scrive) di un match giocato su un campo in condizioni limite, con l’erba non tagliata e le linee tracciate mentre già le calciatrici si stavano sfidando. Cronache da terzo mondo calcistico, insomma. Un po’ come questo orribile 2015 chiuso con una storia che di sportivo ha poco ma che, ancora una volta, investe proprio il pallone in rosa.

Fonte: www.panorama.it

Mondiali Under 20 Femminili 2016, decise le 16 finaliste

Con la fine del torneo CONCACAF di qualificazione si sono delineati i nastri di partenza dei Mondiali Under 20 Femminili 2016 che si disputeranno in Papua Nuova Guinea dal 13 novembre al 3 dicembre.

L’Africa ha deciso le sue due partecipanti nel maggio di quest’anno con Nigeria e Ghana che si sono assicurate i due posti per i Mondiali Under 20 Femminili 2016 dopo aver trionfato nella terza fase di qualificazione.
L’Asia sarà rappresentata dal Giappone, dalla Corea del Sud e dalla Corea del Nord: il Giappone ha vinto il torneo di qualificazione che si è tenuto ad agosto di quest’anno battendo in finale la Cina.
L’Europa ha deciso le sue finaliste questo luglio in Israele: le quattro semifinialiste Francia, Germania, Svezia e Spagna si sono qualificate, con la Svezia che ha battuto in finale la Spagna e ha vinto il torneo.
Il Nord America ha deciso attraverso il torneo CONCACAF che si è tenuto a San Pedro Sula, Honduras chi fossero le sue finaliste: alla fine l’hanno spuntata USA, Canada e Messico.
L’Oceania aveva un solo posto e se lo è assicurato la Nuova Zelanda nel torneo di qualificazione di questo ottobre tenutosi in Tonga mentre il Sud America ha da poco tenuto il suo torneo di qualificazione che ha visto vincenti le nazionali di Brasile e Venezuela.

Appuntamento quindi al prossimo anno per le fasi finali.

Prima allenatrice araba di maschi. Per la Bbc è tra le 100 donne più influenti dell’anno

Non ha rinunciato al velo che le impone il suo credo religioso, ma neppure al sogno di sedere in panchina. Selma Al Majidi è la prima allenatrice araba di una squadra maschile. In Sudan a soli 25 anni è riuscita a sovvertire i pregiudizi e dirigere sul campo un gruppo di uomini, in un Paese a forte tradizione islamica, dilaniato dalla guerra civile e dalla povertà. Ma nel calcio contano i risultati, in ogni parte del mondo. E lei ha dimostrato di non essere seconda a nessuno.

SOGNO DI BAMBINA — Quando ha assistito al suo primo allenamento di pallone, Selma aveva 11 anni: aveva accompagnato il fratellino al campo della squadra locale, e invece di annoiarsi memorizzò in maniera ossessiva tattiche e parole del mister. “Tornati a casa, la sala da pranzo divenne un campo da calcio, gli strumenti da cucina i birilli, sulla lavagna disegnavo i miei schemi. E cominciai a vedere tutte le partite con la mia famiglia”, ha raccontato alla Fifa che ha raccolto la sua storia. Quel giorno decise che il suo futuro sarebbe stato in panchina.

TERZA SERIE — Ha iniziato con le giovanili dell’Al Hilal di Omdurman, squadra della sua città. Maschile, perché il calcio femminile in Sudan praticamente non esiste. “Quell’esperienza mi ha insegnato a essere paziente”. E i risultati sono stati tanto positivi da attirare su di lei l’attenzione delle squadre vere. Fino alla chiamata dell’Al Nasr, club di terza divisione del Sudan. “All’inizio era difficile. Molti giocatori non volevano lavorare con me semplicemente perché sono una donna. Mi è tornata utile l’esperienza precedente: non mi ascoltavano, proprio come dei bambini”. Lei non si è arresa, nonostante l’ostilità generale: “Anche in città guardavano male a ciò che facevo, per fortuna la famiglia mi ha sempre incoraggiato. E col tempo hanno imparato a rispettarmi e ad apprezzare il mio lavoro”. Anche perché il campo le ha dato ragione, come sempre: “È stata una grande sfida e l’abbiamo vinta centrando la salvezza”.

ICONA — Essere un’icona dei diritti femminili nel mondo arabo (è stata anche citata dalla Bbc nella lista delle 100 donne del 2015) non le basta. “Sono orgogliosa di essere un modello” afferma, mentre pensa già ai prossimi obiettivi: prendere il patentino B per salire di categoria, continuare a vincere, arrivare sempre più in alto. In un ambiente, quello del pallone, che troppo spesso è riservato ai soli uomini anche in Occidente. “Spero di poter allenare presto in prima divisione, e magari un giorno di guidare la nazionale femminile del mio Paese”. In Sudan ancora non esiste, ma il c.t. è già pronto.

Lorenzo Vendemiale
Fonte: www.gazzetta.it

Al Tavagnacco arriva Roberta Filippozzi

Nuovo acquisto per l’Upc Graphistudio Tavagnacco. In Friuli è arrivata Roberta Filippozzi, difensore veronese classe 1992. Nata a Bussolengo, la scorsa stagione ha vestito la maglia del San Zaccaria, in serie A. Nella sua carriera ha giocato con Verona, Roma e Napoli.
Un rinforzo importante per il Tavagnacco, che potrà rappresentare una valida alternativa per l’allenatrice Sara Di Filippo.

La nuova arrivata ha grande voglia di fare e di riprendersi dopo un brutto infortunio che l’ha tenuta lontana dai campi per diversi mesi. «Alla fine della scorsa stagione mi sono rotta il crociato del ginocchio – racconta Filippozzi –. Ho completato il percorso di riabilitazione e ora sono pronta a rimettermi in gioco».
Sulla chiamata della squadra friulana aggiunge: «Penso che il Tavagnacco sia la squadra che ogni giocatrice, fin da bambina, sogna. E’ una delle formazioni più importanti d’Italia: sono contenta di questa chiamata dopo i tanti sacrifici fatti durante l’estate. Spero – conclude – di dare il mio contributo alla società, e sono certa che potrò ricevere molto dalle mie nuove compagne».

Il direttore sportivo del Tavagnacco, Glauco Di Benedetto, spiega la scelta della società: «Pur essendo molto giovane, Filippozzi ha una grande esperienza e ci potrà tornare utile nel corso del Campionato. Ha giocato ad alti livelli a Verona, a Roma, a Napoli e con il San Zaccaria. Con le sue caratteristiche, mancina centrale di difesa che può giocare anche esterna, rappresenta sicuramente un rinforzo importante per la nostra squadra. Ovviamente le scelte su chi far giocare spettano all’allenatrice», chiude Di Benedetto.

Fonte: www.upctavagnacco.com

Mister Longega (Agsm Verona): 2015 anno eccezionale! Ora ci confronteremo con le grandi corazzate… Io sono fiducioso!

A pochissimi giorni dalla conclusione dell’anno solare 2015 chiediamo al tecnico dell’Agsm Verona di tracciare un bilancio di questi 12 mesi che hanno visto il ritorno dello Scudetto in riva all’Adige.

Mister Longega, un anno che si chiude con il tricolore sulle maglie non può che definirsi positivo!
“Direi proprio di si, anche perché è stata un’annata che ci ha rivisto protagonisti ai massimi livelli, siamo rimasti in testa alla serie A per quasi tutto l’anno, sia in questa che nella passata stagione, quindi direi che è stato un anno eccezionale, un anno con i fiocchi!”.

Qual’è stato il momento di questo 2015 che ricorda con più piacere e quello più negativo?
“Quello negativo lo ricordo perfettamente, credo che sia rappresentato dalla sconfitta subita a Brescia nello scorso campionato. Arrivammo allo scontro diretto in vantaggio di parecchi punti e dopo quella giornata arrivarono ad un solo punto da noi facendoci soffrire nelle ultime giornate. Il momento più bello, anche se non fu la migliore partita, è sicuramente la vittoria tre a uno sul campo del San Zaccaria all’ultima giornata, con i conseguenti festeggiamenti per lo scudetto”.

In Champions League si poteva fare qualcosa di più o corazzate europee come quella svedese sono per il momento inarrivabili?
“No,  non sono di un altro livello. Io credo che se fossimo riusciti a giocare le due gare con il Rosengard con la rosa al completo ce la saremmo giocata e forse avremmo anche avuto discrete possibilità di passare. Purtroppo non è stato così, noi abbiamo questo problemino di rosa piuttosto ristretta, e quando vengono a mancare giocatrici di primissimo livello gli effetti si fanno sentire”.

Alla ripresa del campionato vi aspetta un mese difficilissimo con tutti gli scontri diretti uno in fila all’altro!
“E’ vero. Direi che il calendario del campionato è stato benevolo nei nostri confronti fino a questo momento, ci siamo confrontati con tutte le formazioni di media e bassa classifica, ma è stato importante vincerle tutte senza buttare via punti. Ora ci confronteremo con le grandi corazzate e vedremo se saremo all’altezza. Io sono fiducioso, ma poi sarà sempre il campo che dovrà dirci il reale valore della nostra squadra”.

Qual’è il suo augurio di fine anno per i tifosi gialloblù e per tutti gli estimatori del calcio femminile?
“Per i nostri tifosi è sicuramente quello di poter vivere un 2016 positivo sia a livello personale che per la squadra, sperando di poter offrire a tutti loro soddisfazioni simili a quelle del 2015. Per il calcio femminile in generale che si possano vedere finalmente tangibili segnali di crescita del nostro movimento nazionale e che si passi ai fatti concreti”.

Fonte: www.veronacalciofemminile.com

Nazionale Under 16: ll 10 gennaio primo storico raduno a Coverciano

Dopo i quattro stage di selezione di inizio stagione, dal 10 al 13 gennaio il Centro Tecnico Federale di Coverciano ospiterà il primo raduno ufficiale della Nazionale Under 16 Femminile, la più giovane delle sei squadre nazionali femminili (compresa quella di futsal) e ultima nata insieme con l’Under 23 nell’ambito del programma di sviluppo del calcio in rosa avviato quest’anno dalla FIGC.

Sono 25 le Azzurrine convocate dal Coordinatore delle Nazionali Femminili Giovanili Antonio Cabrini, tutte ragazze classe 2000 e 2001 visionate in occasione dei raduni di selezione Nord Est, Nord Ovest e Centro Sud e dell’ultimo raduno di martedì scorso a Coverciano.

L’elenco delle convocate

Portieri: Roberta Aprile (Asd Pink Sport Time), Camilla Forcinella (Asd AGSM Verona), Lia Lonni (Asd Anima e Corpo Orobica);

Difensori: Ginevra Costantino (Asd Reggiana Calcio Femminile), Elena Crespi (Us Villa Cortese), Maria Luisa Filangeri (Asd Femminile Nebrodi), Sofia Meneghini (AGSM Verona), Nadine Nischler (Nurnberg), Francesca Quazzico (Pink Sport Time), Martina Sclavo (Ssd Res Roma), Elena Simone (Asd Bologna);
Centrocampisti: Bianca Bardin (Asd Vicenza Femminile), Miriam Longo (Asd Dreamers), Elena Nichele (Asd AGSM Verona), Marem Ndiongue (Asd Femminile Catania), Carolina Poli (Cf Sudtirol Damen Bolzano), Angelica Soffia (AGSM Verona), Martina Tomaselli (Usd Levico Terme);
Attaccanti: Sara Baldi (Asd Mozzanica), Veronica Benedetti (Graphistudio Tavagnacco), Federica Cafferata (Scd Ligorna 1922), Anita Coda (Asd Real Meda), Margherita Giubilato (Asd Calcio Padova Femminile), Francesca Imprezzabile (Asd Reggiana Calcio Femminile), Noemi Visentin (Asd Roma Calcio Femminile).

Staff: Allenatore: Rita Guarino; Segretario: Daniela Censini; Preparatore atletico: Franco Olivieri; Preparatore dei portieri: Gianluca Foglia; Medico: Antonio Ponzo; Fisioterapista: Andrea Mangino; Magazziniere: Emanuele Esposito.

Fonte: www.lnd.it

Sporting Locri: la solidarietà della LND

La Lega Nazionale Dilettanti esprime tutta la sua vicinanza alla società Sporting Locri, al suo presidente Ferdinando Armeni ed alle giocatrici, vittime di minacce da parte di ignoti che potrebbero causarne il ritiro dal campionato di Serie A di calcio a 5 femminile.
Il presidente LND Antonio Cosentino, in contatto costante con il presidente della Divisione Calcio a 5 Fabrizio Tonelli e con il presidente del Comitato Regionale Calabria Saverio Mirarchi, chiede alle autorità competenti di fare luce al più presto sui fatti accaduti e lancia il suo appello a tutto il calcio italiano affinché si stringa al fianco dello Sporting Locri, dei suoi dirigenti e delle sue atlete.
“Oggi pomeriggio, insieme al presidente del CR Calabria Mirarchi, farò visita alla società ed alla squadra portando loro l’abbraccio di tutto il nostro movimento – ha dichiarato il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti – ed incontrerò il sindaco e l’amministrazione comunale di Locri per avere un quadro completo della situazione. Pur comprendendo pienamente lo stato d’animo ed il peso della responsabilità del presidente Armeni, mi auguro che possa desistere dal proposito di ritirare la squadra dal campionato: sarebbe un segnale in grado di dare coraggio a tutti quelli che non vogliono cedere alle minacce ed alla prepotenza”.

Fonte: www.lnd.it

Elio Aielli, allenatore Napoli Dream Team Femminile: Nel 2016 vedremo un NDT al top!

Il 2015 per il Napoli Dream Team si è chiuso positivamente. Finalmente è arrivata la tanto attesa prima vittoria in Serie B, la prima della sua storia. La neo promossa fino ad oggi ha collezionato solamente sei punti frutto di tre pareggi e una vittoria. Ed è proprio sul finire di questo straordinario 2015, che ha visto il Napoli Dream Team stravincere il campionato regionale e festeggiare i primi tre punti stagionali, che abbiamo raggiunto prima del ponte di Capodanno l’artefice di tutto questo: Elio Aielli.
Il tecnico partenopeo, il più giovane del campionato cadetto, fa il punto della situazione in vista del 2016 che vedrà le sue ragazze impegnate in un grande girone di ritorno.

Mister prima vittoria in Serie B che sapore ha?
“Devo dire che per 45 minuti ho visto la squadra che lo scorso anno ha stravinto il Campionato di C. Tranquillità, serenità e bel gioco. La partita contro il Salento ci ha fatto prendere coscienza dei nostri mezzi, queste ragazze hanno la vittoria nel Dna e una grande voglia di vincere ma dobbiamo stare sempre in guardia e lavorare giorno dopo giorno per migliorare le lacune che abbiamo. È una vittoria che ci da morale e grande compattezza, la aspettavamo da tanto.”

Provenendo dalla Serie C quant’è pesato il salto di categoria?
“Bhe, diciamo che pesano parecchi fattori, dal livello tecnico a quello fisico, ma la differenza maggiore fino ad oggi l’ha fatta l’esperienza che hanno le altre squadre e quel pizzico di maliza/furbizia che hanno in più a noi. Stiamo cercando di acquisirla con il tempo perchè è un fattore fondamentale per ottenere risultati. Atleticamente siamo pronti, tecnicamente credo che abbiamo calciatrici importanti che stanno migliorando ma che non hanno ancora espresso il 100% delle loro potenzialità.”

Ti aspettavi un inizio cosi?
“Ad essere sincero ero un pó spaventato, i risultati delle Campane negli scorsi anni mi avevano messo in guardia ma poi ho notato che questa squadra ha margini di miglioramento importanti e una gran voglia di lavorare. Abbiamo conquistato 6 punti in 7 giornate, potevano essere tranquillamente 12 se quel fattore “inesperienza” non avesse fatto la differenza. Vabbene così, non abbiamo perso nessuno scontro diretto e manca un girone e mezzo alla fine. Abbiamo tanta voglia di lavorare!”

Ci sono dei pareggi che hanno il sapore amaro?
“Si, come ho detto prima pesano tutti e tre i pareggi. A Trani abbiamo creato 7/8 palle gol e loro non ci hanno mai calciato in porta, li però l’esordio per molte ha creato un pò di paura del risultato. Con la Lazio, abbiamo subito il gol del pareggio al minuto 50”, eravamo stanche e frettolose invece di addormentare il gioco. Ci è costato caro l’errore di non chiudere la gara nelle 3 occasioni precedenti. A Nebrodi eravamo avanti di 2 al’intervallo, poi la stanchezza del viaggio, il fattore campo e un pò di “inesperienza” (sempre lei) ci hanno fatto rimontare due volte. Nel finale potevamo vincerla ma non ci abbiamo creduto. Vabbene cosi, questa squadra ha bisogno di sbattere la testa contro il muro prima di rialzarsi, siamo un gruppo importante, chi è arrivato da fuori sa quanto conta la maglia prima del singolo.”

Nel 2016 che Napoli Dream Team vedremo?
“Sicuramente un Napoli Dream Team che andrà su tutti i campi cercando di fare risultato e cercando di dare sempre il massimo per la maglia. Cercheremo di migliorare tatticamente nella doppia fase, e soprattutto sulle palle inattive. Abbiamo le ultime del girone di andata e poi si ricomincia con il Trani. Siamo pronti e abbiamo fame!”

Infine, il tecnico partenopeo si sbilancia sulle piccole di casa Napoli Dream Team: “Abbiamo 24 ragazze tutte allo stesso livello e molte non hanno ancora esordito o dato tutto ciò che hanno da dare. Aspettiamo anche, e soprattutto loro, in particolare Parascandolo (classe 2000 seguita in passato dalla Roma) che se continua a fare i sacrifici che sta facendo può ambire a palcoscenici importanti, dipende da lei. Sappiamo bene che il futuro è nei giovani e abbiamo costruito un’ottima Under17 su cui sono sicuro di poter contare in futuro e regalare qualche soddisfazione a chi di loro fa sacrifici importanti e merita calcisticamente. Tutto però è nelle mani di queste ragazze e nella loro voglia di fare bene e impegnarsi sempre di più”.

La redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Elio Aielli per averci concesso tale intervista e auguriamo a lei e al club i migliori successi per la stagione in corso.

 

Giocare con le tette: un libro denuncia la discriminazione dello sport femminile

Giungerà nelle librerie di Brescia, come in quelle di tutta Italia, ad inizio gennaio il libro anonimo “Giocare con le tette” curato dall’allenatrice biancoblu Milena Bertolini per la Fondazione per lo Sport di Reggio Emilia, ente di cui è presidente.
Il libro, edito da Aliberti e impreziosito dalla postfazione di Carlo Ancelotti, è uno spaccato, in alcuni tratti anche irresistibilmente ironico, di arricchimento storico e culturale che attraverso il percorso di evoluzione dell’umanità arriva a spiegare l’ostracismo nei confronti del calcio femminile raccontandone gli inizi, le divisioni, le difficoltose rinascite e i difficoltosi riconoscimenti.
Senza cadere nello scontato e nel retorico, ma lasciando un segno tangibile dentro chi si immergerà nelle oltre cento pagine del libro traendone insegnamenti profondi prima ancora di civiltà che di pura storia calcistica femminile.

“Giocare con le tette”; Anonimo – Aliberti editore
Per maggiore informazioni: www.fondazionesport.it

Fonte: www.bresciacalciofemminile.it

Calcio femminile Locri, il capitano Borello: «Pronte a giocare»

REGGIO CALABRIA – “Siamo pronte, io e le mie compagne, a scendere in campo il 10 di gennaio. Abbiamo bisogno però di un sostegno concreto da parte di chi ce lo può dare, che vada oltre la semplice solidarietà“. Sara Borello, è il capitano in seconda dello Sporting Locri, la società di calcio a 5 femminile che ha annunciato la chiusura delle attività per minacce. Difensore e titolare da due anni, Sara, è a casa, a Taverna (Catanzaro), per trascorrere le festività con la famiglia dove il calcio è un comune denominatore (il fratello Giuseppe è una delle promesse delle giovanili del Crotone). Da giorni è in contatto telefonico costante con le compagne e la dirigenza dello Sporting Locri. “Ci sentiamo – dice – continuamente. È necessario, adesso, dopo le tante attestazioni di solidarietà, di cui siamo grati, che qualcuno rilevi la società e ci porti a concludere il campionato. La mia esperienza a Locri, con la società del presidente Armeni, è assolutamente positiva ed esaltante. Ci tengo a dire comunque – sottolinea Sara – che Locri è una città bellissima al di là di quello che chiunque possa pensare. Mi ci sono trovata benissimo e in due anni non ho avuto mai il minimo problema“.

L’APPELLO – Luci ed ombre. Due giorni dopo l’annuncio della società di calcio a 5 femminile di Locri “Sporting club” di ritirare la squadra dal campionato di serie A a causa delle minacce rivolte al presidente della società, Ferdinando Armeni, si fanno sempre più numerose le prese di posizione sulla vicenda da parte di una pluralità di soggetti, politici, sportivi e della società civile. Da un lato si moltiplicano le “luci”, e cioè gli attestati di solidarietà rivolti alla dirigenza della società e gli inviti a rivedere la decisione di ritirare la squadra dal campionato. Alla lunga lista oggi si sono aggiunti il sindato calciatori e l’olimpionica Valentina Vezzali. Ma accanto alle “luci” c’é anche qualche ombra e posizione improntata ad incertezza. É il caso, per esempio, della Lazio di di calcio a 5 femminile. “Domenica 10 gennaio – afferma in una dichiarazione il presidente della società capitolina, Valerio Piersigillinoi dobbiamo giocare a Locri, ma non sappiamo cosa fare. Stiamo chiamando in Divisione per conoscere nei dettagli la vicenda. Anche perchè, come sempre, noi dobbiamo organizzarci per andare in trasferta“. “Tuttavia – aggiunge significativamente Piersigilli – pur esprimendo la nostra solidarietà allo Sporting Locri Femminile Calcio a 5, noi abbiamo paura ad andare lì. Ho la responsabilità di tutelare 30 persone fra giocatrici, staff tecnico e dirigenza, per non parlare dei nostri tifosi. Spero si risolva al più presto la questione. Non è piacevole praticare uno sport, una passione, con un ambiente ed un clima intorno del genere. Una possibile soluzione? Fermiamo il campionato! Forse, in questo modo, si potrebbe provocare il giusto rumore…“.

I MESSAGGI – Solidarietà allo Sporting Club Locri, dunque, ma anche incertezze per un mondo, come quello del calcio a 5 femminile, che vive di puro sport, senza interessi di natura finanziaria o fini reconditi. Dopo l’annuncio del presidente federale Tavecchio, che intende portare la nazionale femminile a Locri, anche quella delle parlamentari-calciatrici si é detta pronta a giocare una partita a Locri “come modo – é detto in un comunicato – per sostenere tutte le donne costrette a fare sport in situazioni difficili“, mentre Valentina Vezzali, campionessa olimpica di fioretto e vicepresidente di Scelta civica, da parte sua esprime “sdegno e rabbia massimi, ma purtroppo non sorpresa per l’attacco subito dalla squadra femminile di calcio a 5 Sporting Locri“. Il coordinamento nazionale antimafia Riferimenti si é detto “pronto a rilevare la società che il presidente Armeni ha annunciato di voler cedere a costo zero“. Intanto i carabinieri del Gruppo di Locri hanno redatto un’informativa di reato che é adesso al vaglio del pm di turno della Procura della Repubblica. Sarà il magistrato adesso a valutare se aprire un’inchiesta sulla vicenda per accertare i fatti e valutarne l’eventuale rilevanza sul piano penale, individuando eventuali responsabilità.

Fonte: www.tuttosport.com

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