Zecira Musovic è esplosa sulla scena mondiale con una prestazione miracolosa nel trionfo della Svezia agli ottavi di finale della FIFA Women’s World Cup Australia & New Zealand 2023 sugli Stati Uniti. La 27enne ha compiuto una serie di parate mozzafiato per tenere a bada quasi da sola le statunitensi per oltre 120 minuti di azione a Melbourne.

Talenti di livello mondiale come Lindsey Horan, Alex Morgan e Sophia Smith sono state ostacolati dall’estremo difensore del Chelsea, la cui eroicità ha assicurato che la partita andasse ai calci di rigore. La Svezia ha prevalso dagli undici metri, diventando la prima squadra nella storia a eliminare gli Stati Uniti prima delle semifinali della Coppa del Mondo femminile.

Chi è Zecira Musovic?

Musovic milita nel Chelsea, dove lotta per un posto da titolare con la tedesca di livello mondiale Ann-Katrin Berger. È entrata a far parte delle Blues nel 2021, ma ha catturato per la prima volta l’attenzione dell’allenatore Emma Hayes quattro anni prima, quando il Chelsea ha disputato un’amichevole con l’allora club di Musovic, il Rosengard. La svedese ha parato un rigore nel pareggio per 2-2 e la sua prestazione consumata le ha assicurato di rimanere nel radar di Hayes. Si è trasferita a Londra dopo un periodo di otto anni con il Rosengard, dove ha vinto tre scudetti.

Musovic è nata nel maggio 1996 da genitori serbi, originari della città di Prijepolje. Si sono trasferiti in Svezia prima che lei nascesse per sfuggire alla guerra in Bosnia. Da ragazzina preferiva il ping pong al calcio e anche quando iniziò a praticare lo sport che l’avrebbe catapultata verso la celebrità, era un’outfielder. “Volevo segnare gol!” ha poi ammesso.

Il suo viaggio per diventare una vincitrice seriale di trofei ed eroina della Coppa del Mondo femminile è iniziato sul serio all’età di 12 anni. Alla giovane è stato chiesto di sostituire il portiere dopo che il titolare regolare della sua squadra giovanile si è ammalato. È stato subito evidente che era naturale nella sua nuova posizione e all’età di 13 anni aveva fatto il suo debutto da senior per la squadra locale Stattena IF. Seguì il passaggio al Rosengard e la progressione di Musovic proseguì a perdifiato. Ha iniziato a esibirsi regolarmente per le squadre della fascia d’età della Svezia e poi è diventata la prima scelta consolidata del suo club. Nel marzo 2018, Musovic ha fatto il suo debutto in nazionale maggiore con la Svezia, registrando una porta inviolata nella vittoria per 3-0 sulla Russia.

Un anno dopo è partita per la sua prima Coppa del Mondo femminile come supporto della leggendaria Hedvig Lindahl. Con l’esperta Lindahl ancora saldamente nell’inquadratura, la Musovic sarebbe apparsa sporadicamente per il suo paese negli anni successivi. La sua costante eccellenza l’ha ripagata con la fiducia dell’allenatore Peter Gerhardsson. Il portiere della Svezia ha subito solo un gol durante la fase a gironi per poi realizzare una delle prestazioni da portiere più memorabili di tutti i tempi ai Mondiali femminili nella vittoria agli ottavi di finale contro i campioni in carica degli Stati Uniti. È stata una prestazione, e una vittoria, che l’hanno lasciata quasi senza parole.

“Sono senza parole”, ha detto Musovic in un’intervista post-partita. “Non so cosa dire se non che sono estremamente orgoglioso che abbiamo perseverato contro una squadra USA estremamente forte che ha pressato per 120 minuti. Non torniamo ancora a casa”.

Chiara Frate
Chiara Frate, attualmente iscritta al corso di laurea triennale in Mediazione Linguistica e Culturale, coltiva la passione per il giornalismo sportivo ed il calcio, sia femminile sia maschile. Attualmente è redattrice di SportdelSud, un giornale sportivo innovativo di partecipazione popolare che le ha offerto l'opportunità di mettersi alla guida di un progetto imprenditoriale nel settore della comunicazione. Conosce l'inglese, il francese, lo spagnolo e sta imparando anche il portoghese. Sempre pronta a schierarsi a favore della parità di genere, il riscatto delle donne e l’impegno costante e instancabile verso un nuovo approccio culturale anche dal punto di vista sportivo.

1 commento

  1. Cara Chiara, un po’ di attenzione al genere, nell’articolo ci sono vari errori, ed è una costante per questo sito purtroppo, si parla di calciatrici e si usa il genere maschile e molte volte non si capisce di chi si sta parlando.
    Sarebbe fantastico leggere un linguaggio armonizzato al femminile, parlando di donne appunto, quindi: la capitana, la portiera, l’arbitra, ecc. Il calcio femminile ha bisogno di termini al femminile, anche nuovi. E voi giornaliste e giornalisti potete fare molto.
    Grazie

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