Il Chievo Verona Women FM è una delle rivelazioni della Serie B, visto che occupa la quinta posizione del campionato cadetto con diciannove punti. La squadra ha nel suo gruppo una giocatrice che conosce l’ambiente gialloblù più di qualsiasi altra persona: stiamo parlando di Rachele Peretti, centrocampista e attaccante classe ’92 e da vent’anni è un punto di riferimento della società clivense. La nostra Redazione ha raggiunto la bandiera del Chievo, al secolo Fortitudo Mozzecane, ai nostri microfoni.

Rachele cos’è per te vestire la maglia del Chievo/Fortitudo Mozzecane?
«Vestire la maglia del Chievo è come essere a casa. Vedo e conosco molte persone da vent’anni, e ciò diventa più bello. I valori che c’erano anni fa ci sono ancora adesso, e penso sia la cosa più bella che ha questa società».

Come sei entrata a giocare per questa società?
«Giocavo a calcio con mio fratello più grande a casa e coi miei amici dopo scuola, finché vicino a Povegliano (paese in cui abita Rachele, ndr) era nata una società di calcio femminile, e mio papà ha deciso di portarmi là: da lì è iniziata la mia carriera col Mozzecane».

C’è un momento top col Chievo/Fortitudo che ci vorresti condividere?
«Sono tanti, come vincere un campionato e raggiungere un obiettivo: per esempio centrare la salvezza dello scorso anno, o la promozione in Serie A nel 2012, che è stato l’apice della mia carriera».

Avresti mai immaginato di poter diventare in vent’anni anni una bandiera del Chievo?
«Non avrei mai immaginato, ma ci ho sempre sperato. Non nascondo che avrei voluto provare altre esperienze, ma sono rimasta comunque a Verona, perché volevo essere un punto di riferimento per questa società e lasciare il segno alle ragazzine che vorranno giocare qui in futuro».

In un calcio dove è cambiato tutto, c’è ancora spazio per l’attaccamento alla maglia?
«Penso sia un valore, soprattutto nel femminile, ci può ancora stare: spero che duri ancora per molto tempo, perché quando una società s’identifica in alcune calciatrici è significativo».

Tra le calciatrici che hai giocato al Chievo, qual è quella che ti ha colpito di più?
«Valentina Boni, perché tutte quelle che si allenano con lei si accorgono di quanta dedizione e professionalità introduca. Non si tira mai indietro, ci carica e ci motiva. Avere una figura così nella nostra squadra è importante anche per me».

Tu hai giocato sia a centrocampo che in attacco: che differenze hai notato tra questi due ruoli?
«Ho visto molte differenze, perché a centrocampo devi stare sul pezzo dal punto di vista mentale che fisico, non puoi concederti un attimo di riposo; in attacco devi farti trovare pronta a segnare».

In carriera hai realizzato 111 gol: qual è per te quello più bello?
«È difficile, perché fare un gesto, piazzare un colpo vincente sono importanti se hanno un significato a livello di classifica e di punteggio».

Nel 2015/16 sei stata al Valpolicella: cosa ti ha portato in quella stagione?
«Sono stata molto bene, ho trovato un bel gruppo, molto forte. Peccato non aver centrato, in quell’anno, la promozione in Serie A».

Parliamo della stagione in corso, dove per il momento siete: avresti pensato di trovati in questa posizione dopo undici giornate di campionato?
«No, perché pensavo di essere più in alto in classifica! In realtà volevamo fare meglio dell’anno scorso, ma trovarci in questa classifica ci fa tanto piacere. Purtroppo, abbiamo gestito male alcune partite e ci troviamo in questa posizione. Mi auguro che questo ci serva di lezione e chiudere bene il girone d’andata».

Tra pochi giorni il campionato riparte e affronterete, negli ultimi due turni di andata, Tavagnacco e Cortefranca: che partite ci aspetteremo?
«Dopo un mese di sosta penso che qualsiasi tipo di partita sia difficile e tosta. Iniziamo col Tavagnacco che è molto porte e preparato a livello fisico, poi non bisogna sottovalutare il Cortefranca. Dovremo dare il 200% per portare a casa i ter punti. Sarà comunque il campo a dirci se siamo ad un buon punto e possiamo concludere bene l’andata».

Secondo te quanto è cambiato il valore della Serie B?
«Tantissimo, perché ho visto la mutazione che ha fatto questo campionato. Basta vedere come sono costituite le società, che sono improntate sul professionismo. È normale averlo di un livello più alto, e ciò rende allettante alle giocatrici che vogliono fare un anno in Serie B».

Dimmi una squadra che ti ha sorpreso di più di questa prima parte di Serie B.
«Mi ha sorpreso, ma non più di tanto, il Como, perché ha delle basi diverse da noi, ha un impegno professionistico a livello societario, e quando giocato contro di loro, nonostante fosse finita in parità, si è vista molta differenza. Invece, mi aspettavo molto dal Cesena e dal Ravenna».

Come sta cambiando il calcio femminile italiano?
«Lo vedremo l’anno prossimo, quando ci sarà il professionismo, ma si vede che il calcio femminile sta cambiando, soprattutto a livello visivo, con i social network e con le televisioni. Il calcio femminile è uno sport che dà tanto, le ragazze possono sentirsi liberi di farlo sena nessun problema e le giovani hanno tantissime possibilità di poter sognare».

Che persona sei fuori dal campo?
«Sono un’insegnante alle scuole elementari e studio per diventare di ruolo. I bambini sono la mia fonte di gioia, non a caso sono diventata zia poco tempo fa».

C’è un obiettivo futuro che ti piacerebbe ancora raggiungere?
«Spero di concludere questa stagione calcistica nel migliore dei modi, ma mi piacerebbe fare in futuro anche un’esperienza in Serie A».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Chievo Verona Women FM e Rachele Peretti per la disponibilità.

Photo Credit: Rachele Peretti

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.