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Juventus Women, gli auguri di Natale di Rita Guarino: “Con la speranza che…”

«Per tutti noi sarà un giorno diverso, per molti di sofferenza e di solitudine, per altri di calore e di vicinanza. Con la speranza che da ogni piccolo gesto possiate riempire i vostri sorrisi e ritrovare la forza per superare questo periodo difficile, vi auguro un Sereno Natale».

Questi gli auguri di Natale di Rita Guarino, coach della Juventus Women, sui propri canali social.

Credit Photo: Bruno Fontanarosa

Natale 2020, gli auguri del presidente Cosimo Sibilia

Saranno delle festività natalizie molto diverse dal solito, quelle che andremo a vivere alla fine di questo tormentato 2020. Credo di non sbagliare nell’interpretare il desiderio comune affinché il nuovo anno ci possa restituire gradualmente la normalità perduta, così come le nostre attività e competizioni.

Di questi tempi, ci apprestavamo infatti a pregustare la meritata sosta ai campionati, a tracciare bilanci, a riunirci con i nostri atleti e le loro famiglie, ad immaginare così la ripresa. Quest’anno la pausa sarà invece forzata ed ovviamente condizionata dall’emergenza sanitaria.

Il 15 gennaio, ad oggi, è la data fissata per il termine di efficacia delle attuali restrizioni all’attività sportiva che, nel nostro ambito, ha significato la sospensione di tutti i campionati a livello regionale, consentendo alle sole competizioni nazionali, sia maschili che femminili, di poter proseguire non senza le difficoltà legate alla pandemia.

L’auspicio, virus permettendo, è che dall’inizio del 2021 sia finalmente possibile ripartire in modo definitivo, per poi mettere in atto tutte le misure necessarie per portare a compimento la stagione. E anche stavolta, come avvenuto in quella precedente, serviranno grande senso di responsabilità e tanta razionalità, da parte di tutti.

Rivolgo quindi un affettuoso saluto alla grande famiglia della Lega Nazionale Dilettanti, con la speranza di ritornare tutti al più presto in campo.

Cosimo Sibilia
Presidente LND

Credit Photo: LND – Lega Nazionale Dilettanti

Classifiche a confronto: Milan e Sassuolo, che upgrade

Come tutto il mondo calcistico, anche la Serie A femminile è stata sconvolta dalla pandemia. I cambiamenti rispetto alla scorsa stagione sono abissali, ma le squadre stanno mettendo tutto in campo per cercare di raggiungere i proprio obiettivi. Le sorprese in questa stagione sono state molte, come d’altronde le delusioni. In questo articolo metteremo a paragone la prima parte della scorsa stagione con quella attuale prendendo in esame le prime 10 giornate di entrambi i campionati. Le prime classifiche a confronto riguarderanno le quattro ai vertici della stagione 2020/2021, ovvero Juventus, Milan, Sassuolo ed Empoli.

Erano una corazzata lo scorso anno e, se possibile, lo sono ancora di più in questo. Le juventine non hanno fallito neanche un match: 30 sono stati i punti conquistati in altrettanti disponibili. Gama e compagne hanno sbaragliato la concorrenza ovunque hanno giocato. Si evince un miglioramento di due punti rispetto alla scorsa stagione. Per le reti, le subite sono rimaste le stesse (6), mentre nelle fatte si ha una perdita (30 nel precedente anno contro le 29 dell’attuale). Se si avevano dei dubbi sulla riconferma della truppa di Guarino, sicuramente ora sono stati cancellati.

Al seguito troviamo sempre il Milan. Come nel passato campionato, anche in questo caso il secondo posto è occupato dalle rossonere. A questo momento della lega, le ragazze di Ganz erano a +1 dalla Fiorentina che le avrebbe beffate al termine dell’anno. Prese le misure, il Diavolo sembra non avere rivali per l’Europa grazie ai 27 punti racimolati, frutto di 9 vittorie ed una sola sconfitta. Sono quattro i punti in più messi a confronto con i 23 dell’ultima stagione. Miglioramenti anche a livello di goal subiti: 5 in meno rispetto allo scorso periodo. Al contrario, c’è una diminuzione delle reti segnate passando dalle 24 alle 22 odierne.

Come assoluta sorpresa, il Sassuolo si ritrova al terzo posto sognando la Women’s Champions League. Un piazzamento ampiamente meritato frutto di duro lavoro e sacrificio. Un progetto che sta affascinando non solo l’Italia, ma tutta l’Europa. Le due classifiche a confronto portano alla luce gli otto punti in più che fanno ben sperare a Sassuolo. Superare corazzate del nostro calcio come Fiorentina e Roma è motivo di assoluto orgoglio per le neroverdi. Fondamentale è stato qualche puntellamento in attacco che hanno portato ad un upgrade di ben otto reti. Progresso su tutti i fronti comprese le reti subite: due in meno paragonandole a quelle della precedente stagione.

Chiudiamo con un’altra sorpresa di questo campionato: l‘Empoli. Le toscane hanno attuato una rivoluzione importante cambiando il mister e gran parte della rosa. Cambiamenti che hanno portato delle soddisfazioni raggiungendo il quarto posto in classifica. Il secondo incremento più sostanziale del campionato è proprio quello empolese con 5 punti in più e tre posizioni guadagnate. Sono ben 10 le reti in più realizzate in questa ultima parte di 2020. Ottima anche la fase difensiva che diminuisce le reti subite, passate da 15 a 12.

The 30 best female footballer of the world 2020: Sam Kerr

Seppur un anno da dimenticare, il 2020 ha dato spazio ai grandi talenti mondiali che meritano di essere celebrate. I campionati che sono stati interrotti e conclusi hanno rovinato l’atmosfera, ma non hanno perso l’occasione di dare spettacolo. Nonostante ciò, le assenze da questa speciale classifica sono molte e di grande spessore. Purtroppo per varie vicissitudini non potranno essere presenti Rapinoe (Covid), Morgan (gravidanza), Guagni (infortuni vari), Marta (Covid), Hegerberg (rottura crociato) e Lloyd (Covid). Hanno saltato gran parte della stagione, ma il loro talento rimane innegabile. Quindi vediamo insieme le migliori 30 giocatrici al mondo del 2020.  Al trentesimo posto si trova Samantha “Sam” Kerr.

Questo anno ha rappresentato una tappa importante per l’australiana che a gennaio ha ufficializzato il suo approdo al Chelsea. L’esordio in Europa alle prime battute non è stata dei migliori: è scesa in campo solamente quattro volte trovando la via della rete una volta. La pandemia ha interrotto il normale corso della sua permanenza inglese, ma il titolo è comunque arrivato. Si tratta del quarto campionato vinto nella carriera della classe 93. Al ritorno in campo, la giocatrice sembra essere soltanto una lontana cugina di quella vista precedentemente. Si è visto un cambiamento sostanziale ed Emma Hayes ha iniziato a dargli più fiducia. Nonostante l’arrivo di Pernille Harder, non si offusca e diventa il perno del reparto offensivo londinese. Attualmente è al secondo posto nella classifica marcatrici con sette reti in otto partite.

Goal che non mancano neanche nella Women’s Champions League. All’esordio assoluto nella competizione, insacca il pallone del 2-0 nel ritorno contro il Benfica. Il suo stile di gioco è perfetto per la UWCL ed il Chelsea potrà contare sulla sua bomber anche nel Vecchio Continente. Se per il club è fondamentale, in nazionale lo è ancora di più. Con le Matildas ha messo a referto un goal e tre assist in un trittico di partite. Match valevoli per le qualificazioni alle prossime Olimpiadi rimandate al 2021.

Il 2020 di Sam Kerr liofilizzato:
FA Women’s Super League: 8 goal in 12 presenze
UWCL: 1 goal in una presenza
AFC Olympic Qualification: 1 goal in 3 presenze
Trofei: 1 (FA Women’s Super League 2019/2020)

Ricordiamo che la classifica si basa su opinioni personali, il dibattito, se civile, è sempre aperto.

Fuga del Barcellona in classifica

Deportivo La Coruna-Barcellona
Deportivo La Coruna-Barcellona

Le catalane proseguono la marcia trionfale nella Primera Iberdrola. La vittima di turno è il Deportivo La Coruña, battuto per 6-1 con le doppiette di Jenni Hermoso, Asisat Oshoala e le reti di Aitana Bonmatí e Marta Torrejón.

Ecco le formazioni:

Deportivo La Coruña: Noe Bermúdez; Cris Martínez, Ainoa, Blanco (91′, Blanco), Villegas; Iris, Alba, Arbeláez, Lía (76′, Helena Torres); Gaby, Athenea (64′, Michelle).

Barcelona: Sandra Paños; Crnogorčević, Mapi León, Andrea Pereira, Melanie (62′, Leila); Patri (55′, Vicky Losada), Aitana (62′, Alexia), Mariona (76′, Marta), Oshoala; Martens (76′, Andrea Falcón), Jenni Hermoso.

Per la zona Champions improvviso passo falso del Granadilla che perde la vetta con la sconfitta per 2-1 a Siviglia. Le andaluse giocano bene e passano in vantaggio con l’ex Barcellona Claudia Pina. Le canarie non ci stanno e pareggiano con Ramos Álvarez ma Ana Franco de La Vega fissa il punteggio finale sul 2-1 per le padrone di casa.
Atlético Madrid e Real Madrid soffrono ma portano a casa la vittoria e i 3 punti. Le colchoneras sfidano una Real Sociedad in gran forma. Ludmila porta avanti le madrileñe ma Nerea Eizagirre e un’autorete ribaltano la sfida. Sale in cattedra Deyna Castellanos che con una doppietta stende le basche e mostra tutta la sua gioia e attaccamento al club.
Fatica il Real a Huelva: serve un goal di Jakobsson per portare a casa i 3 punti. Senza Asllani, Aznar lancia Ari, Ariana Arias, 17 anni al centro dell’attacco. Lo Sporting Huelva sta crescendo e lotta ma le blancas si prendono il secondo posto.

Sporting Huelva: Chelsea; Pau (Jeni Morilla, min.68), Ana Carol, Cinta Rodríguez, Kristina Fisher; Patri Ojeda, Vanesa Santana (Mikela Waldman, min.60); Claire Falknor, Dany Helena (Fatou Kanteh, min.60), Yoko Tanaka; Mayra Ramírez (Gey, min.88).

Real Madrid: Misa; Kenti Robles, Kaci, Olga, Oroz, Sofía Jakobsson, Cardona, Ivana, Teresa, Claudia Florentino (Peter, min.46), Ari (Thaisa, min.58).

Anche il Levante si avvicina alle posizioni che contano con una tripletta di Sandie Toletti, centrocampista francese di 25 anni. Il Madrid cff aveva ripreso la partita sul 2-2 ma si aggiunge al festival del goal anche la capocannoniera Esther Gonzalez per il quinto posto delle granotas. Gioisce anche l’altra squadra della Capital del Turia, il Valencia che batte 4-2 l’Eibar in rimonta. Arola e Kuki mandano due volte avanti le basche, ma Salmi e Asun pareggiano l’incontro. La stessa Asun Martinez, numero 9 blanquinegre manda avanti le padrone di casa, chiude il conto Jansen al 90°.

Valencia: Noelia Gil, Esther (B. Beltrán, min.81), M. Jiménez (C. Cubedo, min.81), Pujadas, M. Carro, Sandra (Alejandra, min.90), A. Torrodà, Bonsegundo (Kerlly R., min.46), Candela, Jansen, Salmi (Asun, min.46).

Eibar: Noelia, Puyi, Maria (Arene, min.66), Miriam (Ane, min.66), Ruth, Carla (Aida, min.66), Thembi, Arola (Charity, min.89), Jujuba (Nerea, min.34), Sara, Sheila.

In zona retrocessione importanti vittorie dell’Espanyol, del Rayo Vallecano e del Logroño. Le riojane battono 3-0 un Athletic in forte crisi e si rilanciano in classifica. Le catalane hanno la meglio del Betis grazie alla doppietta di Lombi, la grande lottatrice perica. Le andaluse avevano pareggiato con Mari Paz Vilas. In Extremadura, il Rayo si prende i 3 punti contro un Santa Teresa in grosso calo che deve cambiare marcia per restare nella Primera Iberdrola dopo un ottimo inizio.

Risultati 13a giornata:

LOGRONO-ATHLETIC CLUB 3-0
LEVANTE – MADRID CFF 4-2
DEPORTIVO ABANCA – BARCELONA 1-6
SANTA TERESA – RAYO VALLECANO 0-1
SPORTING HUELVA – REAL MADRID 0-1
SEVILLA – GRANADILLA 2-1
VALENCIA – EIBAR 4-2
ESPANYOL – REAL BETIS 2-1
ATLETICO MADRID – REAL SOCIEDAD 3-2

Classifica:
Barcellona*** 30
Real Madrid 28
Granadilla, Atlético Madrid 27
Levante* 25
Real Sociedad 23
Madrid CFF**, Sevilla fc 19
Valencia cf 17
Athletic, Eibar* 14
Espanyol, Rayo Vallecano** 13
Santa Teresa*, , Sporting Huelva, Logrono* 10
Real Betis, Deportivo La Coruna*  7
* una partita in meno
** due partite in meno
*** tre partite in meno

Classifica marcatrici:
Esther Gonzalez (Levante) 11
Ludmila (Atlético Madrid) 10
Kosovare Asllani (Real Madrid), Jennifer Hermoso, Asisat Oshoala 9
Lucia Garcia (Athletic) 8
Deyna Castellanos (Atlético Madrid) 7
Lieke Martens, Mariona Caldentey (Barcellona) 6

Photocredit: Barcelona Femenino

 

Ginevra Valgimigli, Aquila Montevarchi: “Ho messo il calcio da parte per combattere il virus. Non so se tornerò a giocare”

“Sognavo di diventare infermiera e ci sono riuscita”. Ginevra Valgimigli, difensore dell’Aquila Montevarchi, ha voluto raccontare la sua esperienza al fronte. L’ex Florentia CF ha messo via gli scarpini con i tacchetti per indossare il camice bianco da infermiera. “Non so se tornerò a giocare, dipende dal tempo che avrò a disposizione”, dice con un velo di tristezza. Tristezza che, comunque, non le toglie la voglia di sorridere narrando con orgoglio il cammino che l’ha portata fino a dov’è ora e che le ha fatto intraprendere la sua scelta: quella di combattere il virus mettendo da parte una sua grande passione: il calcio.

Da dove nasce la scelta di approdare all’Aquila Montevarchi?
Ho lasciato il Florentia CF prima di laurearmi perché non riuscivo a coadiuvare entrambi gli impegni. Avevo perso i miei stimoli, volevo tornare a divertirmi. Una sera a sorpresa mi è arrivata una telefonata da Montevarchi chiedendomi di sostenere un colloquio con la squadra. Ho preso la palla al balzo e sono andata. In precedenza avevo pensato di prendermi un anno sabbatico. Mi hanno fatto sentire subito a mio agio, sembrava di essere tornata ai primi anni col Florentia. Hanno avuto un approccio che mi ha colpito, così come il loro entusiasmo e la loro umanità. Così ho deciso di rimettermi in gioco trovando armonia tra gli impegni calcistici e gli studi.

Com’è stato il percorso con questo club prima dello stop causato dal grave infortunio che hai subito?
La prima stagione è stata una rinascita. Ho ritrovato quella leggerezza che mi mancava andandomi ad allenare. Ho legato subito con tutti: compagne, staff, tecnico. Il mister mi ha ridato fiducia e quando è reciproca ti senti importante. Essendo proveniente da un percorso diverso, dove già ero cresciuta e maturata, mi sentivo un po’ d’esempio. Al Montevarchi c’erano ragazze che avevano iniziato a giocare da poco e cercavo di trasmettere loro qualcosa di mio. Umanamente è stata una bellissima esperienza. Poi si sono verificati dei cambiamenti; è giunto un nuovo allenatore proveniente dal maschile. Anche con lui mi sono trovata ottimamente. Il campionato è iniziato male e dopo qualche partita è stato esonerato. Poi ho subìto un grave infortunio e col nuovo allenatore non mi sono praticamente mai allenata. Ho cominciato a rientrare proprio quando è scoppiata la pandemia e la domenica che sono stata convocata è arrivata la sospensione. Attualmente ho messo in naftalina la mia esperienza con l’Aquila Montevarchi.

Sei concorde con la decisione di sospendere le attività dalla Serie C in giù?
Direi di sì. Purtroppo le società dalla Lega C in giù sono state un po’ abbandonate a loro stesse. Dovevano sostenere i costi dei tamponi di tasca loro e molte società non sono potenze economiche. Credo che se fosse stato creato un protocollo a livello federale nazionale che garantisse test anti Covid regolari si sarebbe potuto andare avanti.

Come hai vissuto il primo lockdown?
Al lavoro, e mi è servito tanto perché mi teneva la testa occupata evitandomi di andare nel panico davanti al caos che era scoppiato. Sono rimasta impressionata quando uscivo di casa per andare al lavoro e mi ritrovavo in una Firenze deserta. Il mio impiego mi ha permesso di non restare chiusa in casa. Indubbiamente, le relazioni umane sono mancate. Non vedere per mesi gli amici o il fidanzato è stato difficile. Allo stesso tempo mi allenavo a casa per non perdere comunque il ritmo.

Come giudichi i provvedimenti presi dal Governo nei confronti della situazione pandemica?
Nessuno era preparato ad un evento di questa portata, perciò dico che è impossibile esprimere giudizi sulla questione. Col senno di poi siamo tutti bravi a parlare. Mi metto nei panni di chi sta soffrendo al livello economico. Questo sistema apri e chiudi non sta aiutando nessuno. Se la situazione impone una chiusura generale allora sia fatta. Ho trovato gli ultimi DPCM disorientati ma ripeto: nessuno può prevedere come si muove il virus. Certo dico che ad un qualcosa si deve pur arrivare.

Quanto ti infastidisce sapere che ci sono persone che non credono all’esistenza del virus ma a quella di una “dittatura sanitaria”?
Tanto! Sono persone che hanno paura di guardare in faccia la realtà. Non riconoscerlo dopo tutto quello che è successo e ancora avviene è folle. Io effettuo centinaia di tamponi quotidianamente; lo guardo in faccia questo virus. E’ assurdo continuare a sostenere che sia stato creato a tavolino per rinchiuderci. Non auguro il male a queste persone ma pensare in quel modo è ridicolo. Ho conosciuto colleghi che non sono potuti tornare a casa per mesi a causa dei turni massacranti. Che senso ha parlare di dittatura sanitaria? A cosa vogliono arrivare queste persone? Poi se vogliamo dire che alcune cose sono state ingigantite, magari è vero. Ma da qui a sostenere che è tutta una montatura mediatica assolutamente no.

Quando arriverà il vaccino anti Covid tu lo farai o eviterai?
Attualmente no, ma voglio spiegarmi. La sperimentazione di un vaccino è lunga, può durare anni. Tirare fuori un vaccino in pochi mesi quando sai che la durata per crealo è notevole non mi fa stare tranquilla. Oggi come oggi ha un’importanza strategica visto che dovrebbe mettere fine alla pandemia. Se fosse stato trattato come tutti gli altri vaccini creati in passato magari sarei stata più convinta. E’ una scatola chiusa che non si sa cosa contenga, che effetti collaterali abbia, cosa ti lascia. E con questo Covid infame non si sa nemmeno se avrà effetto. Magari in futuro lo farò ma prima vorrei aspettare e valutarne le prestazioni.

Cosa pensi del coming out di Carolina Morace?
E’ stata una decisione giusta. Ognuno ha diritto di essere come vuole e amare chi vuole. Purtroppo anche a me è capitato di ricevere domande stravaganti su situazioni di spogliatoio solo perché sono una calciatrice. Allo stesso tempo però penso che avrebbe potuto anche non dirlo. Mediaticamente ha sortito un effetto importante ma era necessario? Io sono più propensa nel non giudicare nessuno, chiunque voglia vivere come meglio ritiene ha il diritto di farlo. Non serve farlo sapere al mondo. Lei ha voluto rimarcare la presenza di stereotipi e tabù che devono ancora essere abbattuti, e per questo ha fatto bene. Ma se avessi avuto la possibilità di consigliarla le avrei detto di continuare ad essere chi è. Perché in fondo, che l’avesse detto o meno, non avrebbe cambiato nulla.

Cosa vedi nel tuo futuro?
Quando ho iniziato a lavorare come infermiera mi sono ripetuta: finché posso fare entrambe le cose continuo. Sinceramente non so cosa succederà. Forse ritornerò a giocare trovando il tempo, o magari metterò da parte il calcio definitivamente. Arriverà un momento in cui dovrò prendere una decisione. Ora sono concentrata sul lavoro per via del virus. Poi si vedrà.

Avvento del professionismo, cosa pensi che comporterà?
Avrà un lato positivo ed uno negativo per me. Positivo perché le atlete saranno riconosciute per quello che fanno. Ed è giusto; è assurdo che oggi non siano garantite tutele sanitarie. Dall’altra parte comporterà un esborso economico maggiore per coprire tali costi. Soltanto le società più blasonate potranno sostenere queste spese. Ciò comporterà sicuramente alla scomparsa di club storici del femminile. E’ un sacrificio doloroso ma ritengo sia necessario. Il professionismo serve, non possiamo continuare a negarcelo.

Credit Photo: Aquila Montevarchi

Benedetta Alessi dei Melancholia: dal campo di calcio al palcoscenico

Benedetta Alessi è parte del gruppo Melancholia, tra i protagonisti dell’ultima edizione di X-Factor. La giovane cantante del gruppo ha 22 anni e fino a poco tempo fa era una calciatrice: difensore del Perugia, attualmente in serie B.

L’Huffington Post ha intervistato la cantante che ha menzionato dell’esperienza:
“Ho smesso da un anno e mezzo perché ci sono stati disguidi con la società, il Grifo Perugia. Giocare in Serie B e lavorare nel mondo della musica in modo professionale è impossibile soprattutto frequentando anche l’Università. Ho iniziato a giocare a calcio a 15 anni, un anno dopo ho esordito in Serie A che non è riconosciuta come categoria professionistica. Ho dovuto fare una scelta e ho scelto la musica”. 

Prosegue poi parlando di come il calcio sia stato uno dei metodi per sfogarsi: “Ho sempre dovuto trovare un modo per sfogarmi come il calcio. Mia madre mi teneva continuamente occupata per sopportarmi (ride, ndr). Ero come una trottola. La musica mi ha aiutato a trovare la salute mentale e fisica che mi ha portato alla tranquillità emotiva almeno mentre canto. È come stare sola nel mio mondo. Sul palco infrango la bolla che mi creo intorno e riesco a comunicare.”

Credit Photo: Pagina Facebook Melancholia

Nuova Virtus: l’intervista alle calciatrici Federica Angioletti e Laura Gregoris

Nel campionato di Promozione veneto una delle due squadre iscritte del Friuli Venezia Giulia è il Nuova Virtus. La squadra nata in estate è presieduta da Sandro Puiutta e guidata in panchina da Eugenio Poletto, spalleggiato dal vice Alex Poletto. Due cardini della realtà friulana sono le calciatrici Laura Gregoris e Federica Angioletti. Abbiamo raggiunto Laura, capitano e difensore classe 2002 di Roveredo in Piano, e Federica, punta classe ’89 di Cordenons, per conoscere meglio il sodalizio biancoblù.

Come vi siete avvicinate a questo sport?
Laura: “Nella mia famiglia il calcio è sempre stato all’ordine del giorno e ricordo con gioia i primi tiri a pallone e le ginocchia sbucciate sulla strada davanti casa. Dopo un paio di anni di ginnastica artistica, cosciente del fatto che non facesse per me, finalmente nell’estate del 2011 ho partecipato ad un allenamento di prova con la società S.A. Porcia e, tornando a casa, ho esclamato, come ricorda sempre mio padre: ‘Mamma, papà, voglio giocare a calcio’. E così ho iniziato il mio primo anno di pulcini a 5, allenata da Carla Gerotto, che tutt’ora stimo molto. Ho giocato nelle formazioni maschili fino all’età di 12 anni, nella squadre del S.A. Porcia e Roveredo in Piano, il mio paese. Poi sono entrata nel mondo del calcio femminile, giocando per la Graphistudio Pordenone sia negli esordienti sia nei giovanissimi. La società è fallita, come molte altre realtà del calcio femminile in Friuli, allora mi sono tesserata con il Pordenone Calcio, la cui priorità però non erano le ragazze. A 16 anni ho disputato il mio primo campionato interamente femminile, giocando nella Juniores del Prata Futuro Giovani e ricevendo la prima convocazione per la rappresentativa del Veneto U23″.
Federica: “Avevo sei anni quando i miei genitori provavano a cercarmi al parco, a casa degli amici o all’oratorio, mentre io ero al Ponte del Vado, sede all’epoca dell’Usd. Cordenons, a giocare a calcio . Abitavo proprio attaccata alla recinzione della struttura quindi per me era facile sgattaiolarci dentro. Gianni Daneluz il primissimo uomo in assoluto a vedere che il calcio mi appassionava molto, un saluto sempre a lui lassù , decise, se pur a fatica di convincere i miei familiari a farmi giocare con i maschietti, e ci riuscì. Arrivarono i 13 anni e per una bimba il periodo maschile non può continuare, ne fui scioccata all’inizio perché mi chiesi, anche altre bimbe giocano a calcio? Eh sì proprio così. Iniziai a giocare con altre ragazze nelle rappresentative provinciali e regionali grazie a Marina Marcon, grande allenatrice e persona meravigliosa che con carota e bastone riusciva sempre a tirare fuori il meglio da me perché il peggio non lo sopportava. Arrivai alla Libertas Porcia a 15 anni ,con allenatrice Silvia Cerrato, e vincemmo la Coppa Regione prima della chiamata all’Upc Tavagnacco. Segui il mio esordio in Serie A a 17/18 anni. Da qui una testa molto molto calda, una vita piena di alti e bassi scelte sbagliate oppure no. I viaggi in altra città il calcetto, il lavoro, pensando che sia finita, invece eccomi qui, a ricominciare da zero con questa squadra in cui credo moltissimo anche perché la struttura in cui giocavo con Libertas Porcia era la stessa, e le ragazze sono fortissime e con tantissima voglia di crescere insieme a me”.

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Come è andata la passata stagione per voi?
Laura: Gran parte del gruppo della Nuova Virtus, tra cui anche l’allenatore Eugenio Poletto e il vice Alex Poletto, si era già formata nella scorsa stagione, sotto il nome di United. Quell’esperienza, a causa di problemi avuti con il presidente Antonio Piscopo, per noi si era conclusa ben prima della chiusura forzata per il Covid, poiché siamo state costrette a ritirarci dal campionato“.
Federica:Io la scorsa stagione vivevo a Rimini e iniziai gli allenamenti con l’asd Gatteo Mare femminile, squadra dove mi sono trovata alla grande sia con le ragazze, che con mister e dirigenza. Peccato perché era l’occasione perfetta per riprendere ma causa forza maggiore sono rientrata in Friuli. Ho giocato a calcetto con il Fustal Cellina con ex calciatrici e nuove compagne. La Nuova Virtus ancora non era stata creata, diciamo che il calcetto mi è servito per rimettermi in gioco ma preferisco il manto erboso”.

Come avete vissuto lo stop lo scorso anno?
Laura:Abbiamo lavorato ancora più duramente per cercare di perdere meno tempo possibile. Purtroppo allenarsi ognuno a casa propria è più difficile rispetto al ritrovarsi tutti insieme in campo, ma la motivazione era tanta e ognuna ha dato il proprio meglio. Lo stop lo abbiamo vissuto come un momento di crescita“.
Federica: “Lo stop l’ho vissuto sfruttando molte idee per il mio cambiamento, iniziando a lavorare e cercando di ricomporre i miei pezzi persi per strada. Arrivata in questa squadra posso dire di averne trovati molti. Credo di essere cresciuta molto ed ho Iniziato insieme a queste ragazze a lavorare come una squadra cercando di farlo sempre al meglio“.

Con quali obiettivi volevate affrontare questa annata?
Laura:L’obiettivo era chiaro fin da subito, vincere. Il coach ci ricorda sempre che il calcio è un gioco in cui bisogna divertirsi, ma il campionato di Promozione era alla nostra portata e lo abbiamo dimostrato. La voglia di riscattarsi dopo le difficoltà che, sia come società sia come squadra, abbiamo dovuto affrontare era ed è ancora tanta. Speriamo di poter tornare presto, in sicurezza, in campo per toglierci belle soddisfazioni”.
Federica:” Io in questa annata e parlo personalmente ho l’obiettivo di crescere ancora di più assieme a tutte le mie compagne con nessuna voglia di fermarsi. Ho molta stima del mio Capitano Laura Gregoris una ragazza di 18 anni, e io ne ho 31, da cui sto imparando calcisticamente molte cose. Come ho stima delle mie compagne che mi hanno dato fiducia e corrono al mio fianco”.

Ci sono stati nuovi innesti in squadra?
Laura:Certamente e ne siamo orgogliosi. Siamo riusciti a tesserare 25 calciatrici, formando due squadre molto unite. Una Prima squadra e una Juniores. Nuove atlete da contesti differenti si sono integrate benissimo in un gruppo già consolidato da quattro stagioni. Alcune molto giovani, alcune più esperte, chi della zona e chi deve fare diversi chilometri per potersi allenare con noi. Molte di loro volevano smettere di giocare e la Nuova Virtus si è impegnata a creare un clima sereno e trasparente in cui tutte le ragazze si sentissero parte del progetto che stiamo portando avanti”.
Federica:Io sono un innesto nuovo-usato, scherzo, siamo un bel gruppo che si è presto amalgamato. Squadra nuova, ragazze nuove, ma pur sempre un gruppo, e lo abbiamo dimostrato nelle prime due partite. Sul fattore ‘fare gruppo’ io tengo molto. Più un gruppo e unito e solido più lo si vede sul terreno di gioco in partita con complicità e rispetto. Ringrazio la società che mi ha accolta in questo nuovo progetto e sono davvero molto orgogliosa di farne parte”.

Come reputate i campionati di Eccellenza e Promozione in Veneto?
Laura:Il campionato di Promozione era la novità di questa stagione, che purtroppo non siamo ancora riusciti ad inquadrare bene. L’Eccellenza è sicuramente un campionato interessante e stimolante, soprattutto per le ragazze più giovani, secondo me è un buon banco di prova sotto diversi punti di vista. Purtroppo però, venendo dal Friuli, in cui le società di calcio femminile scarseggiano, le trasferte possono diventare piuttosto impegnative”.
Federica:Sono sincera io ho un pochino perso il giro di questi campionati femminili e ci sto rientrando in punta di piedi proprio perché sto cercando di capirci di più. Ddi sicuro sono belle e buone sfide da affrontare quindi procediamo con la speranza di poterlo scoprire presto nuovamente sul campo”.

Quale sono stati i momenti che reputate i più belli delle vostre carriere?
Laura: “Spero di non averlo ancora vissuto perché vorrei continuare a fare esperienze sempre più importanti, senza pormi limiti nel sognare in grande. Fino ad adesso il momento più emozionante è stata la convocazione con la Rappresentativa Under 23 del Veneto. La possibilità di scendere in campo con quella maglia, in un ruolo diverso dal mio solito, ha acceso in me una consapevolezza diversa nell’importanza del calcio nella mia vita”.
Federica: “Sicuramente ne ho parecchi ma il più bello in assoluto è il mio primo debutto in Serie A con il Tavagnacco. Giocammo allo stadio Assi di Cordenos, dove sono nata e cresciuta , appena entrata in campo segnai subito il primo goal e scoppiai in lacrime perché era come aver dato un omaggio alla mia città Natale ed è stato bellissimo”.

Costanza Molteni, Real Meda: “La mia unica fede è indossare questa maglia”

Cresciuta come centrocampista centrale, nel corso del tempo è stata reinventata come esterno d’attacco, posizione del campo nel quale riesce ad esprimersi al meglio, esaltando le sue caratteristiche.

Prodotto del vivaio brianzolo, ha percorso tutta la trafila, consacrandoci in questa stagione in prima squadra dove ha realizzato finora due reti (Caprera e Speranza Agrate).

Alla scoperta di Costanza Molteni, classe 199, esterno d’attacco del Real Meda, squadra lombarda, attualmente seconda in classifica nel girone A di serie C.

Ciao Costanza, per iniziare una breve descrizione del tuo ruolo
“Fino ai 16 anni circa ho giocato come centrocampista centrale, prima di ricoprire il ruolo di esterna d’attacco; quest’ultima è certamente la posizione che preferisco in quanto favorisce l’uno contro uno e gli inserimenti, caratteristiche che sono due dei miei maggiori punti di forza”. 

Esperienze pregresse in carriera
“Dall’età di 10 anni ad oggi ho solo una fede, il Real meda; ho percorso tutta la regolare trafila dalle giovanili alla prima squadra e poso dire con certezza che ho la fortuna di appartenere ad una società che ti insegna molti valori, uno tra tutti la capacità di condividere uno spogliatoio ed essere uniti verso un’unica direzione”.

Le persone che ti hanno sostenuto nel percorso
“Prima di tutto la mia famiglia che mi ha sempre aiutato ed è sempre stata sostenitrice delle mie decisioni, in particolare i miei due fratelli maggiori; allo stesso tempo l’altra mia seconda famiglia, le mie compagne di calcio, con cui ho un rapporto speciale, sia dentro che fuori dal campo; devo inoltre sicuramente ringraziare tutti i mister che ho incontrato durante il mio percorso calcistico, figure fondamentali nell’insegnarmi a lottare sempre per raggiungere gli obiettivi sia di gruppo che individuali”.

I ricordi più belli finora vissuti
“Essere la bandiera di questa squadra rappresenta per me un motivo di orgoglio e un forte senso di rappresentanza; ricordo con molto piacere la mia prima apparizione in prima squadra con l’Inter e la soddisfazione di bagnare l’esordio con una rete e una vittoria storica contro le nerazzurre”.

La ripresa del torneo
“Siamo tornate da poco ad allenarci in presenza, stiamo ultimando questa lunga ed anomala fase di preparazione in vista del ritorno in campo nella sfida ostica con le Azalee, avversario da sempre rognoso e difficile da affrontare”.

Obiettivi stagionali
“Siamo partite con l’obiettivo di vincere il campionato, consapevoli delle nostre capacità e della nostra forza; sono diversi anni che lottiamo per il vertice, daremo il massimo per poter raggiungere il traguardo auspicato; il girone appare equilibrato, non ci sono squadre favorite ma ogni gara presente delle insidie con qualunque avversario; abbiamo una rosa molto valida arricchita da nuovi innesti dalla Primavera ed acquisti di qualità come Longoni e Longo, pur consapevoli che la forza del collettivo resta comunque il nostro valore aggiunto da cui partire per costruire e raggiungere i risultati”.

Credit Photo: CalcioInRosa.it

Premi IFFHS 2020: Dzsenifer Marozsan miglior centrocampista

Dzsenifer Marozsan vince per la terza volta il premio di miglior playmaker nel 2020 attribuito dall’IFFHS. La centrocampista dell’Olympique Lyon e della nazionale tedesca ottiene la riconferma del titolo, continuando il trend iniziato nel 2016 (e ripetuto poi nel 2018).

Marozsan è nelle file del Lione dal 2016 e ha un contratto con la squadra francese fino al 2023. Precedentemente era in forza al Francoforte, club tedesco, con cui vinse una Champions League nel 2015. Dopo il suo trasferimento è iniziato il dominio europeo del Lione, che colleziona vittorie sia in patria che a livello internazionale. Il record di 5 Champions League vinte consecutivamente ha segnato la storia del calcio femminile, sancendo la squadra come la più forte al mondo. I traguardi però sono stati raggiunti anche con la maglia della Germania: una medaglia d’oro ai giochi olimpici nel 2016 e la vittoria dell’Europeo nel 2013.

Fondamentale è stata la sua costanza nel corso delle stagioni: dal 2013 è stabilmente nella top5 delle cinque migliori playmaker secondo la lista stilata dalla IFFHS, la Federazione Internazionale di storia e statistica del calcio. Inoltre ha ricevuto due nomination per l’edizione femminile del Pallone d’oro, due nomine su due edizioni fino ad ora svolte.

Per l’anno 2020 Marozsan vince dunque ampiamente il titolo di miglior playmaker, con un punteggio di 210. Distacco enorme dalla seconda classificata, Pernille Harder. Chiude il podio Megan Rapinoe, dell’OL Reign.

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