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Eleonora Franco, Hellas Verona : “Il calcio è un gioco in grado di unire chiunque, senza distinzione di sesso o età”

Alla scoperta di Eleonora Franco, classe 2001, preziosa risorsa del calcio italiano in forza all’Hellas Verona; attaccante esterno dal mancino potente e preciso, può rompere i ritmi della partita e diventare letale in dribbling quando prende velocità.

Ciao Eleonora, come ti sei avvicinata al mondo del calcio ?
“Mi è sempre piaciuto poter rispondere a questa domanda, perché per me è come raccontare la storia di una passione, che fa parte della mia vita ancora adesso, nella quale sono sempre stata appoggiata. Ho iniziato giocare a calcio all’età di 5 anni, nella squadra del mio quartiere, Saval. Vedevo i miei due fratelli più grandi che giocavano e si divertivano, cosi con mia cugina ho deciso di provare, buttarmi in questa avventura! L’allenatore di maggior rilievo che ho avuto è stato mio nonno, il quale poi mi ha anche costruito le basi per un vero futuro a livello calcistico. La passione è poi venuta da sé. Andavo con i miei fratelli, mio nonno e mia cugina, in un campetto vicino casa mia, non perché facessimo già abbastanza allenamenti per la nostra età, ma perché ci divertivamo a sfidarci (tutt’ora lo facciamo), crescendo insieme, con lo stesso amore per il calcio!”.

Le emozioni dei tuoi esordi in serie A con la maglia del Verona
“Emozioni penso indescrivibili ma entrambe le volte con lo stesso valore per me, mi spiego: mi hanno dato la stessa quantità di adrenalina per entrare in campo. Il mio primo esordio è stato quasi un sogno… ero molto piccola, quasi 15enne, una bambina in mezzo a persone con molta più esperienza. Quasi surreale vero? Ma nonostante la mia giovane età, diedi il massimo e le mie compagne lo notarono. Così, anche il secondo esordio è stato importante, contro la Juventus. Una grande soddisfazione, per la quale ancora adesso non smetterò di ringraziare il mio mister, Pachera, per la fiducia che ha riposto in me, per aver deciso di darmi questa opportunità”

Un bilancio della stagione del campionato Primavera e della Prima squadra
“Sulla stagione della Prima Squadra non posso dire molto, perché l’ho vissuta solo dall’arrivo in panchina di Pachera. Di certo quello che so dirvi è che sono stata felicissima di essere entrata in campo nell’ultima giornata disputata e che ho trovato un gruppo compatto. Sono certa che, negli impegni successivi, le ragazze si sarebbero tolte più di qualche sassolino dalla scarpa. Sulla Primavera, in quel caso, posso dirvi che c’è stato molto rammarico per non aver concluso la stagione. Quest’anno c’era davvero un grande gruppo, c’era voglia di stare assieme non solo come squadra, ma come una famiglia. Di sicuro l’aspetto più importante a questi livelli diventa poi il risultato sul campo, ed essere lì davanti con Juventus e Inter era sicuramente un orgoglio e uno stimolo: significa che quello è il posto che stavamo meritando noi come singole, come squadra e l’Hellas Verona come Società, perché il progetto è importante e non serve spiegare altro”.

Il significato ed i valori che si esprime giocando a pallone
“Il calcio secondo me, è un gioco che può unire chiunque. Unione, questo è proprio il valore che dò al calcio, senza distinzioni di sesso, di età, di bravura; io ho sempre giocato a calcio con chiunque e ovunque. Erba, sintetico, cemento, asfalto; con mio nonno, i miei fratelli, con i miei amici e amiche, SEMPRE! Probabilmente il simbolo che ognuno attribuisce al calcio è diverso, come per qualsiasi altra cosa; ma secondo me assume la stessa importanza nell’istante in cui lo si gioca, assieme!”

Dei buoni e validi motivi per consigliare ad una ragazza di giocare nell’Hellas Verona
“Questa, devo dirlo, non è una domanda semplice a cui rispondere, per il semplice fatto che il calcio è una passione che hai dentro. La mia storia è frequente: i miei genitori mi hanno fatto provare tutti gli sport di questo mondo, non pensando che magari quello giusto per me fosse proprio il calcio. Verona è stata la mia prima famiglia femminile, dopo la mia avventura vissuta dai 5 ai 12 anni circa, per la squadra del mio quartiere. Il mio consiglio penso possa essere questo: se hai dei sogni, mai niente e nessuno potrà impedirti di realizzarli, l’accettazione da parte degli altri verrà di conseguenza e questo l’ho imparato “facendomi le ossa” all’Hellas Verona. Il calcio, per come lo vedo io, è lo sport più bello di questo modo e non sono state un pò di sbucciature a fermare mai questo mio pensiero!”.

Credit Photo: Hellas Verona Women

Speciale calciomercato: il resoconto della giornata

Ilaria Mauro è sempre più vicina a diventare una nuova calciatrice dell’Inter Women. L’attaccante andrà ad arricchire il reparto offensivo di Attilio Sorbi orfano di Eleonora Goldoni. Proprio su quest’ultima, la nostra redazione ha raccolto voci di un prestito in definizione con la Juventus Women. L’ex nerazzurra andrebbe a fare la vice Girelli e avrebbe la possibilità di disputare la Uefa Womens Champions League in bianconero.

I dirigenti della Fiorentina Women’s sono volati a Londra oggi. Il club viola lavora sodo per piazzare i due colpi Tessel Middag e Louise Quinn in entrata, ma la concorrenza è forte. La Viola intanto si tutela dopo la perdita del proprio bomber con un colpo d’esperienza. Daniela Sabatino è ormai prossima a vestire la maglia delle toscane, come riportato da Sara Meini, giornalista della Rai. Manca ancora l’ufficialità ma l’affare è in dirittura d’arrivo. Sarà contratto annuale per l’ex Milan e Sassuolo.

Benedetta Glionna è ormai prossima a diventare una nuova giocatrice dell’Empoli Ladies. Il corteggiamento di Alessandro Spugna ha sorbito l’effetto sperato. Toscane che, secondo una nostra indiscrezione, potrebbero perdere la stellina svedese Jenny Hjolman sulla quale è forte l’interessamento di Milan Femminile, Roma Femminile, Sassuolo Calcio Femminile e Inter Women.

Prosegue la rivoluzione in casa rossonera. Lady Andrade e Stine Hovland sono prossime a lasciare Milano. In compenso, si profila il rinnovo per Rafiloe Jane. Secondo quanto riporta Donnenelpallone, anche Deborah Salvatori Rinaldi, recentemente operata, potrebbe estendere a breve il contratto con il Diavolo.

L’Hellas Verona Women punta a ottenere il prestito di Asia Bragonzi dalla Juventus Women. La calciatrice avrebbe già dato assenso positivo al trasferimento in Veneto.

Un ringraziamento a tutti i siti che, quotidianamente, contribuiscono alla diffusione di news legate al mercato e che, insieme alla nostra Redazione, sostengono il calcio femminile in Italia.

Amy Turner rinnova con il Manchester United

Il difensore Amy Turner ha firmato un nuovo contratto con il Manchester United che scadrà alla fine della stagione della Super League femminile del 2020-21.

La 28enne si è unita ai Red Devils a luglio del 2018 dopo la riforma della squadra femminile e ha segnato tre gol in 43 partite in tutte le competizioni. Turner ha quattro presenze nelle varie categorie inglesi e vanta presenze con il Notts County, lo Sheffield e il Liverpool tra i suoi ex club.

“Sono davvero felice di continuare il mio viaggio”, ha detto. “Quando ho aderito, sapevo che avremmo creato qualcosa di speciale qui e non vedo l’ora di tornare a giocare a calcio la prossima stagione”.

Casey Stoney, suo attuale tecnico ha aggiunto: “Amy è una leader fantastica da avere in squadra e funge da vero mentore per alcune delle giocatrici più giovani che continueranno ad essere importanti per tutta la prossima stagione”.

Amy Turner ha ricevuto la sua prima chiamata con la nazionale Inglese nel 2015 dopo che Casey Stoney, ora sua manager al Manchester United, ha subito un infortunio

Il Manchester United è arrivato quarto nel WSL nel 2019-2020 dopo che la stagione è stata prematuramente conclusa nel post coronavirus.

Credit Photo: Manchester United Women’s

Comunicazione efficace: coerenza, leadership e capacità motivazionale, le vere armi di un allenatore vincente

Si parla spesso di quali siano le principali differenze nella gestione tra squadre maschili e femminili, soffermandosi su dettagli di natura tecnica, tattica e, naturalmente, di struttura fisica.
Ma cos’è che può fare veramente la differenza una volta elaborati gli argomenti appena citati? Sicuramente il ruolo chiave in questo senso è quello della comunicazione.
Un allenatore che si approcci al femminile deve sapere sin da subito che con le ragazze è necessario utilizzare tono e linguaggio poco “aggressivi”, ma soprattutto è importante spiegare nel dettaglio il tipo di lavoro che si va a svolgere nelle sessioni di allenamento e la sua utilità ai fini della crescita tecnico-tattica in vista delle partite , dimostrando la propria competenza e risultando coerente tra quanto spiegato e quanto poi verificatosi.
Una comunicazione efficace dev’essere funzionale alle individualità della rosa (ogni giocatrice necessità di un contatto diretto e costruito “su misura” per lei) e al collettivo.
La gestione delle dinamiche di gruppo passa in primis proprio dalla cura che il tecnico ha nella comunicazione con le singole atlete e con il gruppo squadra, come ad esempio può avvenire in un discorso pre-partita, o al termine del primo tempo, o ancora durante lo svolgimento della partita stessa: coerenza, tono deciso ma misurato, capacità di motivare e mantenere alta la concentrazione delle giocatrici, anche singolarmente quando il caso lo richiede, senza incorrere nel rischio di sottoporle ad uno stress eccessivo; loro hanno bisogno del proprio allenatore, devono sentirlo vicino.
Il tecnico vincente, nel femminile, è colui che non necessita di urla, strilli, imprecazioni e quant’altro, ma bensì un uomo o una donna che sappia guidare la sua squadra grazie al proprio temperamento, che riesca a plasmarla a propria immagine, un leader silenzioso in grado di trovare la via migliore per giungere ad un’intima intesa con ciascuna delle proprie atlete.

Un’asta lanciata da Sofia Huerta a sostegno di The Loveland Foundation

Sofia Huerta, attaccante dell’OL Reign, ha venduto all’asta una delle sue maglie della Nazionale Femminile degli Stati Uniti e un paio di scarpe firmate a beneficio di The Loveland Foundation, che mira a rendere la terapia più accessibile per donne e ragazze di nere.

Oltre agli oggetti all’asta, gli offerenti vincitori hanno avuto l’opportunità di effettuare una videochiamata di 20 minuti con Huerta. Per gli altri senza offerta, Huerta ha anche promesso di inviare personalmente una fotografia firmata per chiunque le invii uno screenshot di una donazione di oltre $20 e includa il loro indirizzo. L’asta si è conclusa il 15 giugno dove è stata raccolta una somma di $15.585.

Sono messicana, ma quando mi guardi, sembro bianca a molte persone”, ha detto Huerta. “Mi sento piuttosto sensibile nelle ultime settimane. Il mio cuore era davvero pesante e mi sentivo molto in colpa perché non mi sentivo come se sapessi cosa è successo in passato con il razzismo sistemico e come esiste ancora e come non andrà via facilmente a causa di tutta la sua storia. Negli ultimi due giorni ho pensato “Ho questa piattaforma, so di avere alcuni fan che penso comprerebbero una maglia e dei miei tacchetti””.

L’opportunità di migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria mentale è una causa che è vicina al cuore di Huerta.

“C’erano così tante fondamenta e organizzazioni a cui ho pensato di donare”, ha detto Huerta. “Ho fatto molte ricerche, ma The Loveland Foundation mi ha davvero colpito perché sono una persona che pensa che la salute mentale sia davvero importante. Ho avuto i miei alti e bassi, amici e familiari che hanno affrontato problemi di salute mentale. Capisco l’importanza di ciò e come la terapia e la consulenza possano davvero aiutare chiunque a cambiare la propria percezione della vita e la traiettoria della propria vita. Quando ho visto questa fondazione, ho pensato “questo è perfetto”. Credo nella loro missione e voglio fare la mia parte per aiutare una donna di nera o una ragazza che non ha i fondi per permettersi la terapia”.

Huerta ha fatto la storia diventando la prima donna a giocare con e contro la Nazionale maggiore degli Stati Uniti, dopo aver effettuato un passaggio al Messico nel 2017. Le sue maglie della nazionale sono proprietà preziose.

“Non ne ho molte”, ha detto Huerta. “Inizialmente, ero titubante a rinunciarvi. Ma poi ho deciso sai cosa? Questo è più importante Se quello è quello che venderà di più, lo rinuncerò”.

Mentre la sua raccolta fondi continua a raccogliere fondi, Huerta spera che i suoi sforzi servano da esempio per gli altri: “Spero che ciò incoraggi altri atleti a farlo”.

Credit Photo: Pagina Twitter di @schuerta

Fabiana Vecchione: seconda promozione di fila per l’ex Sarno

Fabiana Vecchione è di sicuro uno dei nomi più gettonati del calcio femminile campano. La calciatrice partenopea, classe 1999, ha vestito la scorsa stagione la casacca del Sarno, capitanata da Fatima Vicedomini, contribuendo al salto dalla Serie C1 alla A2 di calcio a 5. Dopo la stagione sul parquet, con il team di mr. Francesco Manco e patron  Giancarlo Caiazzo, la Vecchione è tornata al manto erboso. In questa annata, infatti, esperienza nelle fila del Pomigliano, dove è arrivata un’altra promozione dalla Serie C alla B di calcio ad 11. Il club, caro al presidente Raffaele Pipola, ha dominato il gruppo D di terza serie grazie ad un ruolino di marcia impressionante. Sedici vittorie e due pareggi, senza alcuna sconfitta, per l’undici guidato dall’ allenatore Vittorio Esposito, sino allo stop delle attività agonistiche. Per la Vecchione, esterno d’attacco e trequartista, è il terzo salto di categoria visto che nella stagione 2017/2018 con le Afragirl aveva centrato il balzo in A2 di calcio a 5. Abbiamo raggiunto, cosi per qualche battuta la stessa Fabiana Vecchione, che si era legata, in precedenza, al Napoli, sia di calcio a 5 che ad 11.

Fabiana Vecchione nonostante la tua giovane età puoi vantare già tanta esperienza nel mondo del calcio femminile. Come ti sei avvicinata a questo sport?
«Mi sono avvicinata a questo sport, credo, come tante altre ragazze della mia età. Ho iniziato giocando per strada, cortili o ovunque capitasse con amici per puro divertimento. Ricordo, ad esempio, le porte allestite in fretta e furia con le bottiglie d’acqua, spesso trovate per strada. Nei nostri “campetti” non esistevano linee o schemi da seguire, l’unica regola era rimanere insieme rincorrendo quel pallone. Il tutto è iniziato quando avevo 5-6 anni, ad 8 i miei mi iscrissero ad una scuola calcio e a 10 cominciai la trafila con il Napoli».

Lo scorso anno hai militato nelle fila del Futsal Sarno trascinando la squadra alla promozione in Serie A2. Che ricordo hai di quella cavalcata? E della seguente partecipazione al Torneo delle Regioni?
«Della stagione passata, giocata con la maglia del Sarno, ho sicuramente ricordi bellissimi. Una grande cavalcata, culminata con il massimo dei risultati. Mi avevano acquistato per cercare il salto in Serie A2 e credo di aver soddisfatto società e staff tecnico. Credo di aver ricompensato anche la fiducia del grande Pasquale Vitter, con il quale avevo lavorato in passato, e che mi ha spinto nell’avventura che sicuramente mi  ha dato tanto.  Con la Rappresentativa Campania di calcio a 5, invece, c’è un po’ di rammarico perché avremmo potuto fare molto di più. Personalmente posso dire di aver dato tutto, avendo segnando in ogni partita del torneo».

Hai giocato sia a calcio a 5 che ad 11. Quali sono le principali differenze a tuo avviso tra parquet e manto erboso? Quale sono i ricordi più belli che leghi a loro?
«Tra il calcio a 5 e quello ad 11 le differenze sono tante, a partire dal modo in cui ti sposti. Nel futsal tutto è più veloce, gli spazi più stretti, non ci sono tempi morti e ci vuole tanta tecnica collegata ad una grande testa. Il calcio ad 11, invece, ti permette di giostrare su spazi differenti e muoverti con schemi diversi. Nel calcio a 5 il mio ricordo più bello è il campionato vinto con le Afragirl. In quello ad 11 i momenti belli sono tanti, in particolare con la maglia del Napoli. Se devo sceglierne uno non posso non citare il campionato vinto con il Pomigliano quest’anno».

Quest’anno stagione super a Pomigliano con un’altra promozione raggiunta. Stagione perfetta in pratica a chi dai i meriti maggiori? A livello personale come è andata?
«I meriti maggiori, a mio avviso, vanno divisi ugualmente tra  squadra e società. Non basterebbero mille parole per descrivere ciò che abbiamo fatto di buono in questo campionato, chi ci ha seguito ha potuto constatare che la promozione è strameritata. Personalmente mi sento soddisfatta per quello che ho espresso con questa maglia. Fare 21 goal dopo anni che non calpestavo il manto erboso non era facile , ma ho avuto un grande impatto, grazie anche ale mie compagne, e ne sono felice».

Dove sogni di arrivare Fabiana Vecchione?
«Non mi pongo un obiettivo preciso sinceramente. Ho tanta voglia di fare bene di sicuro e credo di aver disputato stagioni importanti negli ultimi anni. Posso dire che sogno di arrivare ai massimi livelli e spero di restarci per quanto più tempo è possibile, come credo sia normalissimo».

Che opinione hai rispetto all’interesse verso il calcio femminile?
«Lo reputo assolutamente un movimento in grande crescita. In particolare con l’ingresso di tanti club importanti nel calcio femminile l’interesse è aumentato. Anche i Mondiali di Francia dell’anno scorso hanno dato tanta visibilità al calcio femminile, sopratutto in Italia dove spero l’amore verso questo sport aumenti ancora».

Sei giocatrici dell’Orlando Pride trovate positive al Covid-19, ritiro per la Challenge Cup 2020

La National Women’s Soccer League ha annunciato che sei giocatrici e quattro membri dello staff dell’Orlando Pride sono risultati positivi per il COVID-19, seppur asintomatici per il momento. Seguendo il protocollo di test positivo NWSL, verrà effettuato un secondo ciclo di test per confermare i risultati iniziali. A causa del numero di test positivi e della tempistica necessaria prima di tornare all’allenamento e alla competizione, Orlando si è ritirato dall’imminente NWSL Challenge Cup.

La salute e la sicurezza delle giocatrici e dello staff sono della massima importanza e la NWSL e l’Orlando Pride stanno facendo tutto il necessario per garantire che le giocatrici e lo staff interessati ricevano le cure adeguate.

“Questo è stato ovviamente un risultato difficile e deludente per le nostre giocatrici, il nostro staff e i nostri fan, tuttavia questa è stata una decisione che è stata presa al fine di proteggere la salute di tutti i soggetti coinvolti nella Challenge Cup”, ha dichiarato Amanda Duffy, EVP di Orlando Pride. “Mentre eravamo tutti entusiasti di vedere il Pride nel 2020 sul campo questo fine settimana, la nostra priorità è ora garantire che le nostre giocatrici e il nostro personale si riprendano in sicurezza e forniscano supporto ovunque e comunque possibile”.

Daryl Osbahr, M.D., medico di squadra di Orlando Pride e capo di medicina dello sport di Orlando Health, ha dichiarato: “Mi congratulo con il Club per la sua diligenza e reazione dopo il test positivo iniziale, nonché per come la sicurezza delle giocatrici e dello staff è stata data la priorità durante questo periodo difficile e incerto. Tuttavia, le linee guida e il processo messi in atto, inclusi i protocolli e le tempistiche importanti per la tracciabilità dei contatti, rendono logisticamente impossibile per il Club partecipare alla Challenge Cup nello Utah”.

Un programma di tornei aggiornato verrà distribuito al più presto per un nuovo torneo a otto squadre.

La NWSL continua a incoraggiare fortemente tutte le giocatricii e il personale a seguire le linee guida CDC e i protocolli NWSL per rimanere sani e sicuri. Si sono verificati test affidabili con ogni club e non si sono verificati altri risultati positivi dei test confermati.

“La salute e la sicurezza delle nostre giocatrici e del personale è la nostra priorità numero uno e i nostri pensieri sono con quelle giocatrici e personale che combattono questa infezione, così come l’intero club di Orlando che sono stati colpiti di conseguenza”, ha dichiarato la Commissaria NWSL Lisa Baird“Siamo ovviamente tutti delusi, ma in questo momento, questa è una situazione per cui ci siamo preparati e ora adegueremo i nostri piani e i nostri programmi per riflettere le circostanze“.

Credit Photo: Pagina Facebook di Orlando Pride

ACF Arezzo: ufficiale l’accordo di collaborazione con l’Angers

L’ACF Arezzo A.S.D. è lieta di annunciare di aver raggiunto un accordo di collaborazione con la società francese del CBAF Croix Blanche Angers Football. Le due società, in piena sintonia e armonia negli obbiettivi, cercheranno in futuro di creare una sinergia per la crescita delle proprie tesserate e per lo sviluppo del calcio femminile in Europa.

Grande soddisfazione in casa amaranto con la prima pietra posta fuori dal territorio nazionale, segno della continuità e della coerenza del progetto sportivo presentato ai tifosi e alla città negli anni. Silvio Bogliari, responsabile per l’Acf Arezzo dei rapporti con l’estero, commenta così la riuscita della collaborazione: << L’ Angers è un’importante squadra francese fondata nel 1963 e l’accordo è nato grazie alla grande disponibilità dimostrata dall’allenatore Ludovic da Cunha, che conobbi prima di entrare nell’organigramma dell’Arezzo. Con poche mail, si è raggiunto l’accordo tra le società diretto allo scambio di giocatrici, qualora ce ne sia la possibilità, e all’organizzazione di amichevoli internazionali >>.

L’ACF Arezzo A.S.D. a le plaisir d’annoncer d’avoir atteint un accord de partenariat avec le club français du CBAF Croix Blanche Angers Football. Les deux clubs, en pleine harmonie et syntonie dans leurs objectifs, chercheront à l’avenir à créer une synergie pour la croissance de leurs joueuses et pour le développement du football féminin en Europe.

Grande satisfaction dans la maison grenat avec la première pierre située en dehors du territoire national, signe de la continuité et de la cohérence du projet sportif présenté aux supporters et à la ville au fil des ans. Silvio Bogliari, responsable de l’ACF Arezzo des relations extérieures, commente ainsi la réussite de le partenariat : « l’Angers est une importante équipe française fondée en 1963 et l’accord est né grâce à la grande disponibilité montrée par l’entraîneur Ludovic Da Cunha, que j’ai connu avant d’entrer dans l’organigramme de l’Arezzo. Avec quelques emails, un accord a été conclu entre les clubs pour échanger les joueuses, s’il y en a la possibilité, et pour organiser des matches internationaux ».

Credit Photo: Arezzo Calcio Femminile

Grassroots Awards: il Settore Giovanile e Scolastico premia club, dirigenti e tecnici per l’attività svolta nel corso della stagione

Una cerimonia, anche se virtuale, per celebrare le best practice della stagione sportiva 2019-2020. Un riconoscimento rivolto a società, dirigenti, tecnici e alle loro attività, che rappresentano i modelli da seguire per una crescita sempre maggiore del calcio giovanile e della propria mission. Sono questi i presupposti dei Grassroots Awards 2020, l’evento organizzato dal Settore Giovanile e Scolastico, che mercoledì 24 giugno 2020 alle ore 17.00 sarà visibile in diretta streaming sul sito SGS (www.figc.it/giovani).

Cinque le categorie oggetto di premiazione nel corso kermesse – Best Grassroots Club, Best Grassroots Project, Best Grassroots Leader, Best Disability Football Initiative, Best Professional Football Club – con altrettanti vincitori che saranno successivamente comunicati alla UEFA per concorrere ai rispettivi riconoscimenti a livello europeo.

Ospiti dell’evento, il Presidente Vito Tisci, lo staff del Settore Giovanile e Scolastico e diversi testimonial del mondo dello sport, coinvolti nell’iniziativa per la consegna virtuale dei premi come Simone Perrotta, Cristiana Capotondi, Patrizia Panico, Josefa Idem e Filippo Galli.

Alla cerimonia, oltre ai tre candidati per ogni categoria, saranno invitate tutte le società sportive interessate alle attività Grassroots, per condividere e partecipare a un momento di festa del calcio giovanile

Credit Photo: FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio

Elisa Lecce, Riozzese: “Con il Napoli ho avuto un ottimo feeling, esistono delle differenze tra il calcio femminile al Nord ed al Sud”

Elisa Lecce, giocatrice della Riozzese, è intervenuta ai microfoni del Giornale del Cilento parlando delle differenze tra nord e sud anche nel calcio, dell’esperienza in Nazionale e della ripresa del campionato maschile

Hai vestito maglie importanti, come quella del Napoli, della Lazio e poi il grande debutto nella massima serie con l’Inter. Ti saresti aspettata questo tipo di carriera e, soprattutto, qual è l’esperienza che ricordi con maggior piacere?
Sicuramente il Napoli. Io sono cresciuta a Napoli e con quella maglia vinto la serie A2, e l’anno seguente, quando dovevamo salire in serie A, scelsi di trasferirmi a Milano. Nonostante i risultati raggiunti, quello per me è stato un ambiente positivo, c’era un ottimo feeling con le compagne di squadre. Poi mi ha permesso di andare in nazionale.”

Sei arrivata ad indossare anche la maglia della nazionale. Credo sia stata un’emozione indescrivibile. Puoi provare comunque a descrivercela?
La prima partita con l’under 17 è stata a Marina di Pisa contro la Scozia. L’emozione era molta. Tu pensa che durante l’inno i nostri pantaloncini si muovevano, non per il vento, ma perché ci tremavano le gambe. Quella è stata la partita del debutto. Quando realizzi che fino al giorno prima vedevamo la nazionale cantare l’inno mentre ora eravamo noi ad indossare quella maglia. L’emozione è stata forte e non ti ci abitui all’inno. La partita più bella negli europei del 2011, anche se poi perdemmo, è stata contro la Norvegia, quando realizzai il goal dell’1-1. Comunque in quegli europei ci qualificammo per il mondiale del 2012. Di quel mondiale mi ricordo che venivamo trattate come dei calciatori, quando prima non era così. Ci portavano le borse e trovavamo tutto sistemato.”

Il calcio femminile è praticato molto nella parte settentrionale d’Italia. Esiste questa grossa differenza, a tuo avviso, rispetto al nostro territorio?
Innanzitutto la differenza tra maschi e femmine esiste, e basta vedere come la serie A maschile può ripartire mentre quella femminile no. La serie B dove gioco io è stata sospesa. La differenza è nei fondi che non vengono investiti nel calcio femminile quanto nel calcio maschile. Non è giusto che le ragazze debbano chiedere dei rimborsi spese e molte società ritardano anche nei pagamenti. Per quanto poi riguarda la differenza tra nord e sud, al nord ci sono strutture, squadre e settori giovanili femminili. Pensa che al sud ci si sorprende ancora se vedono giocare una ragazza. Ma al sud esistono anche realtà positive, promettenti. come il presidente Lello Carlino del Napoli femminile appassionato,  che investe nel calcio femminile. il Napoli femminile è una di quelle realtà che sta crescendo.”

Tra circa 10 giorni riprenderà il campionato. Secondo te è stata la scelta giusta?
No, perché tutti gli sport si sono fermati e non capisco perché la serie A maschile non possa farlo. Questa è l’occasione per dimostrare che è solo business e non è sport. Ma se deve essere così, dico che dovrebbe riprendere anche la Serie A femminile.”

Purtroppo esiste ancora una cultura patriarcale e machista, spesso promossa anche a livello istituzionale e anche sportivo. Quanto quest’atteggiamento può favorire linguaggi e comportamenti discriminatori, soprattutto verso le donne?
Stiamo parlando sempre del calcio, comunque gli altri sport sono andati di pari passo. Hanno sospeso la pallavolo senza distinzione di sesso. Secondo me quest’idea di sport, esclusivamente legata al calcio, danneggia un po’ la figura femminile.”

Credit Photo: Alessandro Inglese

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