Partnership Master Sole 24 Ore
Home Blog Pagina 4433

È fatta: Lady Granata Cittadella si aggiudica il bando per la gestione del centro sportivo di tombolo

Adesso lo possiamo dire ad alta voce, con fierezza e tanto entusiasmo: l’assegnazione del bando per la gestione del Centro sportivo di Tombolo trasforma la nostra società nella più importante realtà di calcio femminile dell’intero Nordest.
Investire nel domani, credere in un ideale, è il modo migliore per diventare protagoniste di quello che sarà il futuro non solo dello sport nostrano ma di tutta la filiera socio-economica della zona.

Il progetto è nato in vista della crescita esponenziale che sta avendo e, soprattutto, che avrà il movimento calcistico femminile in Italia. Ben consapevoli delle difficoltà del momento e della necessità di anteporre a qualsiasi interesse quello della tutela della salute, questo progetto avanguardistico si inserisce proprio nell’ottica di offrire un servizio ai massimi livelli di fruibilità e sicurezza per la pratica dello sport di tutte le fasce d’età.

Il fulcro dell’attività sportiva sarà promuovere e potenziare ogni aspetto del calcio femminile, dove contiamo già oltre 120 atlete e 6 squadre che coprono tutta la filiera del settore giovanile calcistico.
Gestire il Centro sportivo di Tombolo significa anche colorare di granata il mondo del sociale, coinvolgendo associazioni locali e promuovendo iniziative benefiche e di utilità alla comunità.

«Questo è solo l’inizio del percorso che vogliamo intraprendere – dichiara il DG Alessandro Nurziacontiamo di diventare stabilmente il punto di riferimento del calcio femminile del Nordest. Il progetto è ambizioso e stimolante».

Credit Photo: Nicolò Meneghetti

Posticipati al 2021 i campionati del Mondo Under 20 e 17 femminili e Futsal

L’Ufficio di Presidenza del Consiglio Fifa ha oggi comunicato lo spostamento delle date relative allo svolgimento al 2021 dei due Campionati Under 20 e Under 17 femminile e del Campionato Mondiale di Futsal, La decisione è stata presa dopo la valutazione espressa dal gruppo di lavoro formato dalle diverse Confederazioni sull’impatto pandemico provocato dall’insorgenza del Coronavirus. Le nuove date proposte e indicate di seguito, saranno comunque  soggette a nuovo monitoraggio.

Il Campionato Mondiale Under 20, che si sarebbe dovuto svolgere quest’anno in Costa Rica e Panama, si terrà nelle stesse località tra il 20 gennaio e il 6 febbraio del 2021, mantenendo i criteri di ammissione originali (giocatrici nate tra il primo gennaio del 2000 e il 31 dicembre del 2004); il Campionato del Mondo Under 17  si svolgerà in India dal 17 febbraio al 7 marzo del prossimo anno, sempre conservando gli stessi criteri di ammissibilità che prevedevano giocatrici nate tra il primo gennaio del 2003 e il 31 dicembre del 2005. La Coppa del Mondo di Futsal,  in programma  in Lituania, si terrà dal 12 settembre al 3 ottobre del 2021. Infine,  l’ultima comunicazione rilasciata riguarda il 70mo Congresso della Fifa  che si sarebbe dovuto svolgere ad Addis Abeba e invece si terrà invece online il 18 settembre del 2020.

Le Azzurrine dell’ Under 19 e Under 17 dovranno aspettare la fine degli Europei per sapere se saranno della partita iridata: le due Nazionali giovanili debbono ancora superare la seconda fase di qualificazione continentale,  rimandata a data da destinare a causa del coronavirus. L’Italfutsal invece è fuori dai giochi, essendo stata eliminata a febbraio in Portogallo nella fase élite di qualificazione ai Mondiali.

Credit Photo: FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio

Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport: “Via libera dal CTS per la ripartenza in sicurezza”

Il Ministro per le politiche sportive Vincenzo Spadafora ha eseguito un doppio intervento quest’oggi in Parlamento. Il titolare del dicastero ha annunciato l’accettazione del protocollo della FIGC aggiornato da parte del Comitato Tecnico Scientifico. E’ stata indetta anche la data di una possibile ripartenza: il 13 giugno. Intanto però si potranno ricominciare gli allenamenti in gruppo a partire dal 18 dello stesso mese.

Spadafora ha poi proseguito parlando anche delle attività dilettantistiche. Oltre al supporto economico, garantito da un fondo specifico, sarà avviato lo studio di un secondo protocollo di sicurezza. Le parole del rappresentante del Governo lasciano presagire grande fiducia. Spadafora è consapevole che la ripartenza sarà gestita in maniera graduale garantendo la massima sicurezza.

L’informativa del Ministro, tanto attesa, alla fine è giunta. La Serie A è prossima al riavvio e, forse, anche il calcio femminile. La curva epidemiologica sta calando visibilmente e i presupposti per una ripresa del campionato sembrano evidenti. Spadafora ha anche annunciato di voler attuare una riforma del settore sportivo utilizzando la Legge Delega approvata dal Governo Conte I. In quel disegno di legge c’è anche il paragrafo che riguarda il professionismo nel mondo femminile.

Se non assisteremo ad una nuova impennata dei contagi, l’Italia sportiva si prepara a tornare nuovamente in campo. Il Ministro ha anche asserito che lo sport è un’occasione per provare a tornare alla normalità. La palla quindi passa ora al Governo che dovrà approvare il decreto legge nel prossimo Consiglio dei Ministri contenente tutte le misure. Il via libera è a un passo.

Leah Blaney, Sally Shipard, Danielle Brogan e Kim Carroll: l’importanza dell’esperienza a livello internazionale

Leah Blaney, Sally Shipard, Danielle Brogan e Kim Carroll hanno raccontato quanto per la loro carriera sia risultato determinante il percorso affrontato con le Young Matildas. Il trio ha partecipato alla Coppa del Mondo U20 del 2006 e ha raccontato, al podcast della FFA, l’importanza dell’esperienza a livello internazionale (rappresentando l’Australia) in così giovane età.

“Penso che dall’età dei 16-20 anni la maggior parte di noi (giocatrici delle Westfield Young Matildas) abbia viaggiato in almeno in cinque o dieci paesi”, ha detto Blayney.

“Siamo state molto fortunate a poter fare tutte queste esperienze con la squadra nazionale, sia a livello giovanile che senior, ma quando sei giovane viaggiare così tanto significa aprirsi non solo al calcio ma al resto del mondo”.

Brogan, ha giocato per le Matildas a livello internazionale e nel campionato australiano per diverse squadre come il Sydney FC, l’Adelaide United e il Perth Glory. Come ricordo migliore del progetto Young Matildas ha ricordato l’esperienza di apprendimento culturale svolta in Malesia.

“Un giorno siamo dovute andare in banca e indossavamo tutte la divisa da allenamento.  Camminando per la strada ci siamo accorte che tutti ci stavano fissando”, ha ricordato Brogan “Giovani e ingenue, ci chiedevamo perché tutti ci guardassero. Era perché eravamo caucasiche? O perché indossavamo una divisa da calcio?”

“Probabilmente quell’esperienza ci ha insegnato davvero cosa significa portare rispetto verso le culture degli altri. Non credo che siamo mai state irrispettose, ma stavamo  imparando a capire un modo diverso di vivere.”

Interrogata in merito ai loro viaggi all’estero, Shipard è stata veloce nel raccontare l’esperienza in Papua Nuova Guinea e il clima politico “unico” in cui si è ritrovata la giovane squadra.

“Direi che il viaggio in Papua Nuova Guinea è stato probabilmente il più grande shock culturale che abbia mai provato, i primi giorni con la squadra li abbiamo passati ad osservare la società e la cultura, camminando per le loro strade.

“Ricordo di aver viaggiato in autobus con dei tizi che indossavano enormi pistole. Probabilmente non ho più rivisto pistole del genere da quel fatidico viaggio. Per non parlare dei campi che non erano nemmeno “campi”… non credo che ci fosse un solo ciuffo d’erba in vista.”

Credit Photo: thewomensgame.com

Giuseppe Mammoliti: “A Vinovo le mura trasudano di serietà, lì capisci perché la Juventus vince””

Il preparatore dei portieri della Juventus Women, Giuseppe Mammoliti, è intervenuto in diretta Instagram con la pagina Apport2002. Di seguito riportate le sue dichiarazioni.

ARRIVO ALLA JUVE
«Mi ha contattato la Juventus e mi ha fatto la proposta del calcio femminile. Rita Guarino aveva espresso il desiderio che il preparatore dei portieri avesse avuto un minimo di esperienza nel femminile. Trattandosi di Juventus, quando scendono in campo non lo fanno mai a caso, quindi sono salito su questo carro vincente. Il primo giorno fu il 10 agosto, mi cambiai e andai a guardare Buffon e gli altri portieri. A Vinovo le mura trasudano di serietà, lì capisci perché la Juventus vince. Tutti i giorni sei a contatto anche con i maschi, sono disponibili per ogni consiglio e confronto. Dall’anno scorso Braghin mi ha incaricato di coordinare le figure per il femminile».

GUARINO – «Rita è stata bravissima a coordinare il gruppo, in cui si sono create delle dinamiche come in ogni squadra. Ci sono stati momenti difficili, ma questa trasparenza nei rapporti quotidiani ha pagato e ci ha portato a vincere».

PORTIERI JUVE – «Laura ha fatto 5 anni in Germania poi è tornata. Bacic, nonostante la giovane età, ha giocato in diversi Paesi già. È arrivata con un mix di culture tecniche incredibile. Ha un carattere duro, ma è una persona che ti dà veramente il cuore. Si sta completando, il suo potenziale è ancora inespresso».

COLLEGHI – «Mi sento spesso con due collaboratori di Psg e Barcellona, e c’è un legame che ci unisce. Apprezzo il confronto con loro, perché è sempre costruttivo e non c’è mai un attacco a quella che è la cultura del Paese. Tutti e tre abbiamo esperienze diverse, ma vivendo un’altra metodologia ci si può confrontare su spunti diversi».

ESPERIENZA ALL’ESTERO – «Dall’Italia non me ne andrei mai. Se dovessi andarmene, mi affascinano Francia e Spagna. Mi piace il Psg, non dico Lione perché è scontato… In Spagna è un altro calcio, ma sarei curioso se la mia indole riuscisse ad adattarsi al calcio spagnolo».

GIULIANI IN NAZIONALE – «Con Cristiano (preparatore dei portieri in Nazionale ndr) c’è un legame che ci unisce da tanti anni. C’è una costante crescita per entrambi e Laura ci lega. A lui trasmetto quello che fa alla Juve, lui quello che fa in Nazionale. È una cultura che ci rafforza, c’è massima collaborazione altrimenti sarebbe dura».

PAUSA NAZIONALI – «Sono ottimi momenti in cui puoi fare un lavoro specifico sulle carenze che ha un portiere. Spesso voglio coinvolgerle e chiederle su cosa si sentano meno preparate. Non posso essere sempre impeccabile, qualcosa posso perdere per strada. Quindi chiedo anche a loro quale aspetto tecnico vogliono approfondire».

CONFRONTO CON LE BIG EUROPEE«Manca ancora tanto, ma la strada è quella giusta. Si sono aggiunte in tre anni tante squadre importanti in Serie A femminile, con realtà strutturate. Mi auguro che tra 10 anni in Italia ci possa essere un campionato tra i più competitivi in Europa».

GIULIANI – «È cresciuta tantissimo sotto l’aspetto dello slancio. In Germania saltava a piedi pari, ora è maturata tanto e ci sentiamo più sicuri. Ho adattato le condizioni del gioco a quelle che erano le caratteristiche di Laura. Partendo un metro avanti».

ADATTAMENTO MISURE DELLA PORTA – «Per me adattare spazi e porte al calcio femminile non è una questione stupida, perché negli altri sport le misure sono differenti tra maschi e femmine. Nel calcio il problema è che ormai è tutto partito, non ci sono i fondi per rifare stadi, strutture adatte al mondo femminile. Le ragazze occupano bene la porta a 11, i 90′ li giocano bene, però dovresti andare a riformulare l’intero movimento. Oggi non puoi farlo e non giocheresti mai negli stadi veri».

DIETA – «C’è una figura che segue le ragazze: viene dato un programma specifico, una dieta per ogni atleta. Non c’è un lavoro superficiale neanche su quell’argomento».

STOP PER CORONAVIRUS«Insieme al prof. abbiamo fatto un programma specifico. Giuliani e Tasselli avevano un campetto sotto casa, Bacic solo il terrazzo. Con lei abbiamo sviluppato la giocoleria, la tecnica analitica. Abbiamo potenziato l’aspetto fisico, in modo da non partire da una posizione ferma alla ripresa. Spero già di tornare in campo la prossima settimana, perché la mia paura è che gli step di crescita raggiunti vadano un po’ persi. Sono atlete, stare tutto il giorno a casa può essere pesante alla lunga. Ho cercato di portare le dinamiche relazionali tra di noi ad un livello più confidenziale».

RIPRESA – «Dovessimo riprendere il campionato, le prime tre partite sono contro Milan, Roma e Fiorentina. Dovremmo fare un lavoro per far trovare pronte le ragazze. Il rischio di infortuni è molto alto, quindi la differenza la farà l’organico della squadra».

Credit Photo: Elia Caprini

Un amore unico: Francesca Stolfi tra calcio e fusta

C’era caldo, tanto caldo in quel giorno di maggio del 2010. Le ragazze della Prima Squadra sammarinese si presentarono a Forlì con tanti pensieri in testa. Bisognava tornare in Serie C, senza ombra di dubbio. Due anni prima erano state promosse “triturando” il proprio girone di Serie D, ma poi non era riuscito loro di mantenere la categoria. Il campionato, in quella stagione 2009-2010, aveva detto terzo posto: piazzamento più che dignitoso, senz’altro, ma insufficiente per il salto di categoria. Però c’era quella finale Coppa Emilia. La stessa Coppa Emilia che due anni prima, a dispetto di un cammino dominante sul fronte del campionato, era sfuggita loro proprio all’atto conclusivo. Bene, le ragazze di Eraldo Reggini, in quel torrido pomeriggio di Forlì, avrebbero potuto provare a prendere due piccioni con una fava: ritentare l’assalto alla coppa e ritornare in Serie C. Già, perchè quella finale aveva il potere anche di schiudere le porte della categoria perduta.

Caldo, si diceva. Ma anche un altro tipo di ostacolo, affatto trascurabile. Un avversario, il San Paolo, che era partito fortissimo. Dopo poco tempo, infatti, il risultato  recitava già 0-2. Un brutto colpo per il morale. Ma poi quella storia finì bene. E lo ricorda con dovizia di particolari Francesca Stolfi, una delle due giocatrici che guidò il ribaltone sammarinese.  “Il ricordo di quella vittoria rimane indelebile. Quella stagione è stata buona nel complesso: il campionato andò bene, ma la coppa fu quella che ci regalò le maggiori soddisfazioni. Tra le titolari, quell’anno, c’erano molte giovani, tutte di grandi potenzialità. Quella finale fu davvero al cardiopalma. Fu come un bel film con un finale inaspettato, ma ancora più bello proprio perchè sofferto. Sotto di due reti fin da subito, abbiamo trovato un’incredibile rimonta. Ricordo il missile di Silvia Casali chiuso bene dal portiere in uscita al limite dell’area: quella ribattuta mi finì tra i piedi e io riuscii a tirarne fuori un pallonetto che finì nel ‘sette’. Diciamo che fu il classico gol della domenica. Ricordo di essere andata a festeggiare frettolosamente e con il cuore pieno di gioia, in panchina con il mister, per poi tornare subito a centrocampo, perché nella mia e nella nostra testa quello era solo l’inizio. Il resto della partita è stato sudore e sogno. Gol del pareggio di Sara Tamagnini e poi, a tempo quasi scaduto, il 3-2, sempre di Tamagnini. Poi ricordo solo che lei è caduta a terra stremata e tutta la squadra le si è riversata sopra. Fu davvero un’impresa eccezionale.”

Quelli non erano esattamente i primi passi del calcio femminile sammarinese, che esisteva già da alcuni anni. Ma fu proprio in quel periodo, iniziato con la grande prova in campionato di due stagioni prima, che le ragazze biancoazzurre iniziarono a prendere davvero consapevolezza del proprio potenziale. E la stessa Stolfi, presente sin dall’inizio, può ben testimoniare questa evoluzione. “Era da tanto tempo che aspettavo una squadra femminile a San Marino, come anche molte delle mie compagne all’epoca. Prima si poteva fare qualche partita con i ragazzi, ma ti guardavano un po’ male. E ovviamente non ti sentivi parte di una squadra. Forse per questo, dal momento in cui è nata la squadra, è subito nata anche una famiglia. Per quella voglia di appartenere a un qualcosa che prima non pensavamo nemmeno di poter vivere e condividere. Penso sia stato il periodo più bello della mia vita.

Ovviamente non avevamo grandi obbiettivi, per noi era tanta roba anche solo poter giocare e migliorarci; le condizioni degli impianti erano a volte precarie, soprattutto quando si giocava fuori. Ma per ragazze che come me avevano sempre giocato sull’asfalto, era bellissimo anche solo essere in undici contro undici ed avere due porte.”

Il primo, vero salto di consapevolezza, probabilmente, si può far risalire a quella stagione in Serie D (2008-2009) dai numeri davvero straordinari: 134 gol segnati a fronte di 12 subiti, 25 vittorie, due pareggi, una sola sconfitta. Qualcosa non sceso dal cielo ma costruito sul campo e nello spogliatoio. “Dopo i primi anni di euforia per la soddisfazione di avere una squadra, si è incominciato a pensare che oltre a questo potevamo avere di più. – prosegue Stolfi –  Grazie ad alcune ragazze, tra cui senza alcun dubbio un pilastro come capitan Balacchi, si era creato uno spogliatoio meraviglioso che includeva e motivava anche le nuove arrivate. Grazie a questo e al lavoro a 360 gradi e pieno di passione da parte dello staff, quell’anno potevamo contare su una rosa spettacolare e una gran voglia di toglierci finalmente delle soddisfazioni.”

Fu una bella storia, quella di Francesca Stolfi e la formazione sammarinese biancoazzura. Una storia che ad un certo punto, però, finì. O meglio: dovette finire.  “Quando entri in questo mondo, uscirci è veramente dura. Ma purtroppo non ho avuto molta scelta. Il mio fisico non è mai stato dalla mia parte; ho avuto diversi infortuni: legamenti, menisco, strappi muscolari e, per ultimo, il collaterale che non si è mai più ripreso. Dovendo anche fare i conti con il lavoro, dal quale non potevo più permettermi di assentarmi per altri eventuali infortuni e operazioni, ho dovuto dire basta. Ed è stata una vera sofferenza: dopo la salvezza raggiunta nel 2012/2013, che è stata un po’ come quella finale di coppa ma lunga un’intera stagione, è stato un grosso dispiacere non poter arrivare in serie B con le mie compagne qualche anno dopo. Diciamo che all’improvviso la mia vita è diventata vuota.”

L’assenza del calcio, però, non è rimasta totale nella vita di Francesca. Che ha continuato a seguire la squadra anche in seguito. Per esempio accompagnando lo scorso anno la cavalcata delle Titane con cori e striscioni dagli spalti; e proseguendo anche nella stagione attuale, quella del grande sogno in Serie B. Ma se da una parte, per Francesca, sostenere i colori sammarinesi significa far parte di una sorta di tifo organizzato sugli spalti di Acquaviva, dall’altra vuol dire avere anche un ruolo attivo nell’altra metà del pallone a tinte rosa: quelloa del futsal. È lei, infatti, la Team Manager della formazione di calcio a 5 della San Marino Academy: un ruolo accettato sull’onda dello stesso amore che, prescindendo dalle specificità di due sport solo apparentemente simili, la lega con forza a quella che ai suoi occhi rappresenta un’unica, grande famiglia.  “Le ragazze del calcio, in realtà, non le ho mai lasciate, benchè la prima squadra di oggi sia molto diversa da quella di qualche anno fa.

Il mio cuore da tifosa vede la San Marino Academy come un’unica grande entità, che ha vita da quando quella squadra ha messo piede per la prima volta in un vero campo da calcio. E che continua a vivere ora mentre tutte noi sogniamo la serie A grazie alle splendide atlete che scendono in campo. Proprio per questo senso di appartenenza sono felice di essere stata inclusa nel progetto del futsal femminile.

Ringrazio Rosita Fratti, anche lei una ex della prima squadra e ora capitano del futsal. E poi ringrazio Corrado Selva per avermi proposto questo ruolo. Penso sia un’altra grande opportunità che il settore femminile della FSGC propone alle ragazze: un progetto e un mondo nuovi, perchè il futsal è molto diverso dal calcio, ma che ha trovato seguito e che sta dimostrando di poter dare i suoi frutti. D’altronde, se si prende esempio dal percorso che ha fatto la prima squadra del calcio a 11 negli anni, non si può che essere certi che il connubio ragazze-FSGC porti a grandi cose. Bisogna solo aver pazienza e perseverare.”

Credit Photo: Federazione Sammarinese Calcio Femminile

Player focus: Camilla Forcinella

Passata all’Hellas Verona nell’estate del 2018, per quella che è la prima stagione assoluta delle gialloblù, Camilla Forcinella ha il compito di affiancare la svizzera Nicole Studer. Gli infortuni del portiere ‘titolare’ offrono però una grande possibilità a ‘Forci’, che la sfrutta ritagliandosi finalmente un ruolo da prima scelta in Serie A. Le suo buone prestazioni aiutano l’Hellas nella salvezza del primo anno, così da poterla riconfermare nella coppia di estremi difensori per la stagione 2019/20, quando al suo fianco arriva l’esperto portiere Alessia Gritti. Classe 2001, è una delle giocatrici più presenti nel massimo campionato fra quelle della sua età: già 35 partite disputate.

#12 CAMILLA FORCINELLA
Data di nascita: 22 giugno 2001
Luogo: Trento
Altezza: 170 cm
Nazionalità: italiana
Ruolo: portiere
Piede preferito: destro
Caratteristiche: ambiziosa
Presenze in Serie A: 35
Presenze Hellas Verona: 37

«Camilla Forcinella, giovane ambiziosa e determinata. È un profilo sicuramente di prospettiva, con enormi possibilità di crescita. Nonostante la giovane età ha già disputato tante partite di Serie A e questo la aiuta sicuramente nel suo percorso. Con la mentalità e l’attitudine al lavoro che la caratterizzano può certamente togliersi tante soddisfazioni»
Cit. Matthias Castiglioni

LA PRIMA ESPERIENZA NEL CALCIO FEMMINILE
Nel 2015, ancora quattordicenne, Camilla Forcinella affronta la sua prima esperienza in una società esclusivamente femminile, scegliendo di proseguire l’attività con il Verona CF. Qui ha già la possibilità di confrontarsi con le giocatrici della Serie A durante gli allenamenti, cercando di carpire i segreti dei due portieri della Prima Squadra Stéphanie Öhrström e Rachel Harrison. “Quell’anno iniziai davvero a conoscere il calcio femminile, ma da un altro punto di vista rispetto a quello che si poteva vedere da spettatrice. Far parte di una squadra come quella fu una cosa incredibile. Io mi sono affezionata tantissimo a Öhrström, la ammiro molto ancora oggi e cerco di prendere da lei tutto ciò che mi possa migliorare, sia come persona che come giocatrice. Fu un onore mettermi a confronto con calciatrici e persone che ricordo ancora con grande piacere: Melania Gabbiadini, Tatiana Bonetti, Marta Carissimi, Veronica Belfanti, Claudia Squizzato, Carlotta Baldo e Camilla Pavana per dirne alcune che ho conosciuto in quegli anni, a cui voglio assolutamente aggiungere anche Valeria Pirone, Michela Ledri e Silvia Fuselli che ho ritrovato quest’anno all’Hellas Verona“.

L’EMOZIONE DELLE PRIME CONVOCAZIONI AZZURRE
Nonostante avessi quattordici anni e fossi alla mia prima esperienza con una squadra femminile, già quell’anno riuscii a entrare nel giro delle nazionali giovanili. Per me è stato tipo ‘Wow, la Nazionale!’. Per una giocatrice è una bella soddisfazione. Già lì conobbi Rita Guarino, che è stata importante per me e mi ha convocata poi in Under 17, dove ho condiviso lo spogliatoio con Beatrice Merlo, Sofia Cantore, Alice Regazzoli, Elena Nichele, Roberta Aprile, Nicole Lauria o Arianna Caruso, solo per fare qualche esempio. Io ero giovane anche in quel gruppo, ma fu una bellissima avventura e riuscimmo ad accedere anche alle fasi finali“.

UNA STAGIONE CHE NASCONDE UN GRANDE GRUPPO
Questo è il secondo anno all’Hellas Verona, ma ormai è il quinto in questa città. Non mi nascondo e dico di sentirmi un po’ veronese ormai, quindi per me è un grande stimolo vestire la maglia della città che mi ha adottata. Ho scelto di parlare della corrente stagione 2019/20 per sottolineare quanto ci stiamo trovando bene fra compagne, instaurando un gruppo veramente forte, anche se abbiamo fatto fatica a dimostrarlo in campo e questo è sicuramente uno degli aspetti da migliorare. Volevo anche evidenziare quanto sia importante avere al mio fianco Alessia Gritti, che è un portiere di lunghissima esperienza, che gioca in Serie A da tantissimo tempo e ha anche vestito la maglia della Nazionale maggiore. Lei mi ha sempre aiutata e non è una cosa scontata. Sono stata felicissima di ritrovare anche alcune calciatrici che avevo conosciuto negli anni passati o Silvia Fuselli, non più nel ruolo di compagna bensì di vice allenatrice“.

Credit Photo: Hellas Verona Women

Chelsea: Millie Bright ambasciatrice del The Children’s Hospital Charity di Sheffield

La 26enne è nata nel sobborgo di Sheffield a Killamarsh e ha iniziato la sua carriera giovanile con lo Sheffield United prima di raggiungere il Chelsea da Doncaster nel dicembre 2014. Per Bright, il nuovo ruolo di beneficenza le consente di ringraziare per le cure ricevute in precedenza all’ospedale pediatrico di Sheffield.

“Sono così onorata ed entusiasta di lavorare con un’organizzazione straordinaria come il The Children’s Hospital Charity. È una causa che mi è molto vicina, dopo aver trascorso molto tempo da bambina allo Sheffield Children’s. Gli ospedali possono sembrare molto spaventosi da bambino, ma mi sono sempre sentita a mio agio grazie ad ogni membro del personale che ho potuto conoscere.

Sono uscita ogni volta più forte, credendo di poter fare qualsiasi cosa, ma soprattutto con un sorriso sul mio viso. Non vedo l’ora di essere più coinvolta e supportare il The Children’s Hospital Charity per aiutare ancora più giovani a realizzare i propri sogni”, ha affermato Bright.

Uno dei soli tre trust dedicati all’ospedale pediatrico nel Regno Unito, l’ospedale pediatrico di Sheffield vede oltre 276.000 pazienti ogni anno da tutto il paese e da tutto il mondo.

Sede di una serie di dottori leader mondiali nella cura e nella ricerca, insieme ad alcuni dei migliori servizi medici e chirurgici disponibili per i bambini, la domanda per i suoi servizi continua a crescere ogni anno.

La giocatrice del Chelsea sosterrà gli imminenti sforzi di raccolta fondi per trasformare le strutture dell’ospedale pediatrico di Sheffield e lavorare per costruire un futuro migliore. Ha lo scopo di raccogliere £ 14,25 milioni per costruire un nuovo dipartimento di emergenza, eliporto sul posto e trasformare il reparto per il cancro e la leucemia.

Credit Photo: Millie Bright Facebook

Giovanni Carnevali, AD Sassuolo: “La Serie A traina anche la B, le giovanili, il calcio femminile…”

L’AD del Sassuolo, Giovanni Carnevali, ha parlato a Ceramicanda: queste le parole del dirigente neroverde.

RIPARTENZA
«Ripartire con gli allenamenti è stata una decisione di buon senso anche se è più un percorso di riadattamento fisico che un allenamento. L’interruzione alla serie A costa più di 200 milioni, al Sassuolo tra i 10 e 12. Non si ricominciasse il danno sale a 800 milioni e diverse società porterebbero i libri in tribunale: la A traina anche la B, le giovanili, il calcio femminile…».

SPADAFORA
«Mi sembra viva un momento di confusione, ma nel Governo vedo emergere nuove consapevolezze e la massima disponibilità dei club a soddisfare le condizioni di sicurezza richieste».

Credit Photo: CalcioNews24

Olivier Echouafni, coach Paris Saint-Germain: “Grande frustrazione per la brusca interruzione… ma decisione logica”

Il quotidiano francese l’équipe ha intervistato l’allenatore del Paris Saint-Germain soffermandosi su più aspetti in relazione al brusco stop del campionato. Olivier Echouafni ha parlato della definitiva sospensione della D1 Femenine, del suo futuro e dei rumors che circondano alcune stelle della squadra.

Lo stop del calcio giocato: le incertezze
Prima di tutto racconta di una grande frustrazione per la brusca interruzione, ma allo stesso tempo sottolinea come la decisione sia stata perfettamente logica. Afferma infatti che sarebbe del tutto impensabile ipotizzare a una ripresa, anche alla luce dei numerosi decessi avuti sia in Francia che negli altri paesi europei.

A fronte però di una interruzione della D1, è ancora solo rimandata la Coppa di Francia (dove il PSG è in semifinale) e la Women’s Champions League, dove il PSG è ai quarti di finale contro l’Arsenal. L’unica cosa che richiede, e su questo c’è sostanziale unanimità con tutto il mondo calcistico, è chiarezza. Riguardo la coppa di Francia, è possibile una ripresa durante il mese di agosto, ma nulla è ancora certo da parte della FFF. Discorso diverso per la Champions League, che invece è subordinata alle decisioni della UEFA.

Capitolo contratti: tra scadenze e addii
L’allenatore inoltre aveva il contratto in scadenza al termine della stagione, tuttavia si suppone un prolungamento di un anno, quantomeno per terminare le competizioni in cui la squadra è ancora in gioco.
Si tratta di supposizioni però, dal momento che Bruno Cheyrou (il direttore sportivo della sezione femminile) ha annunciato l’imminente partenza. Questo trasferimento, afferma l’allenatore, sarà parte delle valutazioni che farà per decidere il suo futuro.

Riguardo i rumors sulle calciatrici pronte all’addio, l’allenatore si preoccupa di smorzare i toni. Vicki Becho e Alice Sombath, giovanissime ma promettenti, sembrano vicine all’OL ma a precisa domanda non conferma nulla. Tuttavia un “preferisco non parlare” sembra sintomo di un trasferimento già vicino alla conclusione.

Credit Photo: Pagina Facebook PSG Féminines

DA NON PERDERE...