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Diede Lemey, numero uno del Sassuolo, base del futuro neroverde

Una difesa solida, un centrocampo ispirato e un attacco affidabile: questi sono i segreti per far si che una squadra possa puntare in alto. Nello specifico il Sassuolo, quest’anno – improntato l’attacco sul fiuto del gol di Daniela Sabatino, arrivata a dar manforte a Claudia Ferrato – sembra abbia il proprio punto di forza soprattutto nella fase difensiva. Di solito subire pochi goal aiuta a vincere i campionati. I neroverdi hanno in dote questa caratteristica anche per merito del suo portiere Diede Lemey. Se il Sassuolo staziona a metà classifica, dietro le quattro grandi e quasi attaccato alla targa del Florentia, deve grandi elogi a una linea arretrata quasi imperforabile e al suo estremo difensore belga.

La nativa di Tielt, infatti, è stata una grande protagonista nella Serie A 2019-20 tra le fila del Sassuolo. La numero uno è partita sempre titolare, raccogliendo 16 presenze, subendo soli 19 goal ed evitandone molti: impossibile non citare il rigore sventato a una specialista come Kelly nella vittoria per 3-0 contro il Florentia. Nonostante la giovane età, essendo una classe 1996, ha dimostrato fin da subito grande affidabilità a mister Piovani e al suo staff. Lemey è molto precoce e lo ha manifestato anche in passato esordendo a soli 13 anni nella Serie B belga. Un lustro all’Anderlecht e le due passate esperienze italiane tra AGSM Verona e Mozzanica l’hanno aiutata ad essere protagonista tra i pali in quest’annata neroverde specialmente in casa.

La grande forza del Sassuolo, di fatto, è stato l’Enzo Ricci. Tra le mura casalinghe Lemey e compagne hanno giocato più partite di tutte le altre 11 di Serie A, risultando la seconda miglior difesa del torneo dietro solo l’inarrivabile Juventus. Solo 7 reti subite, di cui 3 proprio dalle bianconere e ben 18 punti raccolti (terzo posto in questa speciale graduatoria casalinga) dimostrano come il Sassuolo sia avversario ostico nell’impianto di casa. Quasi una macchina perfetta il team di Piovani in casa che curiosamente è l’unica formazione a non aver mai pareggiato nelle gare interne.

C’è da migliorare il rendimento esterno per i neroverdi e di questo Lemey ne è consapevole. In casa o fuori, però, va constatata una grande capacità del Sassuolo di rimanere concentrato e in partita visto che la squadra di Piovani ha subito solo sconfitte di misura con un’unica eccezione (vs Juventus 1-3). Anche questa skill si può ricondurre alla giovane belga che in carriera ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili fino a racimolare qualche presenza tra le fiamme rosse.

Un’ulteriore motivo d’orgoglio è l’essere convocata con costanza in nazionale e aver preso parte alla spedizione belga nell’Algarve Cup 2020. Se una squadra si costruisce dalle fondamenta, il club emiliano è partito bene: con una difesa solida e un portiere di sicurezza come Lemey può considerarsi a metà dell’opera.

Credit Photo: IlCalcioFemminile

Arriva il parere positivo del Comitato Tecnico Scientifico, ma le donne rimangono in stand by

Si aspettava solo il parere della commissione scientifica per riavviare l’attività agonistica e finalmente è giunto. A darne l’annuncio sono stati, con una nota congiunta, i Ministri di Sport e Salute. “Il parere richiesto dal Governo sul protocollo presentato dalla FIGC è stato espresso oggi dal Comitato Tecnico Scientifico e conferma la linea della prudenza sinora seguita dai ministeri competenti.

Il comunicato prosegue: “Le indicazioni, che sono da considerarsi stringenti e vincolanti, saranno trasmesse alla Federazione per i doverosi adeguamenti del Protocollo in modo da consentire la ripresa in sicurezza degli allenamenti di squadra a partire dal 18 maggio”. Da questa data quindi sarà possibile per tutte le squadre di ricominciare gli allenamenti in gruppo. Le questioni legate a tamponi e test seriologici sembra essere quindi definitivamente superata.

Il calcio femminile in tutto questo, rimane spettatore interessato. Per la ripartenza delle ragazze, servirà un’ulteriore protocollo di sicurezza da approvare. Mancano solo sei partite al termine della stagione più le gare di Coppa Italia. Il provvedimento dovrà tenere anche conto degli aiuti economici per quei club senza società forti alle spalle. Queste società potrebbero essere costrette presto ad arrendersi al coronavirus. Il primo round è concluso, ora inizia la ripresa, e stavolta tocca alle donne sapere quando torneranno in campo.

Berglind Björg lascia il Milan: “Mi sono davvero divertita, anche se per poco tempo”

Attraverso il suo profilo Instagram l’islandese del Milan Berglind Björg Thorvaldsdottir dopo pochi mesi lascia il club, l’attaccante islandese era arrivata in rossonero in prestito dal Breidablik per giocare in Italia vista la pausa dei campionati nordici. Un’avventura durata poco, ma che le ha lasciato un segno indelebile: “Ringrazio il Milan, mi sono davvero divertita, anche se per poco tempo”.

berglindbjorgGrazie mille AC Milan ❤️🖤 I really enjoyed my time here even though it was short on the pitch! #SempreMilan @acmilan

Credit Photo:Federico Fenzi.

Le parole di Elisabetta Bavagnoli alla webinar dell’Associazione Italiana Allenatori di Calcio

Sul sito dell’Associazione Italiana Allenatori di Calcio (A.I.A.C) c’è stata una interessantissima webinar di confronto con Elisabetta Bavagnoli – allenatrice della Roma, Attilio Sorbi – mister dell’Inter, Antonio Cincotta – allenatore della Fiorentina – ed Elizabeth Spina – direttrice del progetto Milan Femminile.
Qui di seguito riportiamo, a sostituzione dell’articolo precedente in cui erano state “riportate” solo delle parti che non rispecchiavano le sue reali dichiarazioni, l’intervista completa della coach giallorossa.

Come avete vissuto questo momento e come le calciatrici hanno vissuto questo momento di criticità?
Abbiamo affrontato questo momento con grande senso di responsabilità. Stiamo monitorando le atlete giorno per giorno, settimana in settimana, e c’è stato un grande senso di responsabilità che hanno avuto nell’allenarsi, perché questo è stato chiesto loro. Noi abbiamo preparato dei programmi da svolgere a casa e questa è stata forse la cosa più difficile. È stato difficile organizzare tutto e potersi allenare in spazi ridotti ma, tenendole monitorate, ho visto una grande attenzione e una grande volontà indomita nel volersi continuare ad allenare e fare tutto il possibile. Non era facile perché ovviamente non ci sono certezze e questo è stato l’aspetto sicuramente più difficile, però l’abbiamo fatto e lo stiamo facendo. Aspettiamo adesso che ci sia anche per noi una seconda fase. 
 
Tu sei stata una giocatrice in tempi molto diversi, l’interesse per il calcio femminile non era lo stesso…
Quando giocavo io la mia generazione era ricca di grandissimi talenti, ma non c’erano tutte quelle opportunità che ci sono oggi; a partire dagli addetti ai lavori fino alla competenza delle gente che ruota attorno al nostro mondo e che ha permesso di continuare a crescere e che ci permette di continuare ad allenare le giocatrici in strutture adeguate. Penso che se ci fosse stato questo tipo di interesse all’epoca, probabilmente ci saremmo tolte anche più soddisfazioni, soprattutto in riferimento alla Nazionale. Io credo che l’attenzione che è stata data con il tempo al calcio femminile sia dovuta proprio ai tanti sacrifici e alle tante lotte che la mia generazione, quella precedente e successiva alla mia, hanno continuato incessantemente a fare per cercare di conquistare un posto all’interno di una federazione e per ottenere quella visibilità. Adesso con quello che ci viene messo a disposizione riusciamo a presentare e a proporre uno spettacolo importante e questa cosa deve essere solo un’ascesa. 
 
Il calcio è cambiato nel tempo, anche negli allenamenti la metodologia è cambiata? Ci sono stati cambiamenti radicali?
Io penso proprio di si, ci sono stati cambiamenti radicali. Quando io ho iniziato a giocare si faceva un calcio fatto di marcature a uomo, non c’era un’evoluzione come è avvenuta in questi anni. Io ricordo con piacere, ma allo stesso tempo con sofferenza, che ogni volta che incontravamo le nazionali più forti era sempre una guerra, un continuo rincorrere queste avversarie fortissime e ricordo la tanta fatica perché non eravamo ancora preparate in un certo modo. Probabilmente non ci eravamo ancora evolute anche nei metodi di allenamento, perciò quello che è successo in questi ultimi venti anni è stato davvero qualcosa di fondamentale. Io sono un’allenatrice a cui piace proporre un calcio propositivo, mi piace avere sempre la palla tra i piedi, mi piace gestire la palla e cercare di costruire gioco, eppure io non lo facevo quando ero una giocatrice perché c’erano comunque delle difficoltà immense, dal punto di vista dell’allenamento e del metodo, quindi ben venga l’evoluzione.
 
Con riferimento ai gesti tecnici… nel calcio femminile si notato alcune criticità, come nei colpi di testa, i contrasti, i tiri tesi, che opinione hai?
Si sente tanto parlare di passaggio forte, di passaggio veloce, e questo non perché non sia nelle capacità di una ragazza. Io credo che molto dipenda dal fatto che non siamo state per tanti aspetti abituate a sviluppare determinati gesti tecnici o alla ripetitività di alcuni gesti che sono molto importanti, come l’abitudine di calciare forte il pallone. Questo perché magari fino a tanti anni fa nessuno lo chiedeva. C’è veramente un mondo da scoprire, tantissime cose che ancora dobbiamo e possiamo migliorare e per questo che il calcio femminile può ancora diventare davvero una realtà fondamentale in tutto il mondo.
 
E il ruolo del portiere?
Non voglio prendere il posto di un allenatore dei portieri, posso fare una semplice considerazione. Sicuramente le donne hanno un deficit di forza che può esistere anche in una misura del 25% negli arti inferiori, di questo dobbiamo tenerne conto. E’ ovvio che per esempio in un tiro da fuori, un portiere uomo attacchi lo spazio in avanti leggermente di più rispetto a quello che può fare una donna quando però pensa di ricevere un tiro che, anziché essere teso e forte, può essere un tiro a scavalcare. Quindi quello spazio che c’è tra il punto di partenza del tiro e la linea di porta, se il portiere donna esce e immagina che venga fatto un tiro a parabola, viene recuperato con più difficoltà. Credo che in questo discorso c’entri sempre la nostra capacità di avere una spinta diversa, probabilmente inferiore di forza, ma ci possono essere anche tante piccole differenze. Ad esempio se parliamo del rilancio con le mani, immagino che le donne manchino un po’ nella forza degli arti superiori rispetto all’uomo. Nel rilancio con i piedi penso che però ci sia anche un equilibrio tra forza, coordinazione e tecnica, e quindi magari le differenze si assottigliano molto.
 
Secondo te sarebbe importante nel programma degli allenamenti inserire partite con squadre di settore giovanile maschile?
Questa situazione non l’ho ancora presa in considerazione se non nella preparazione precampionato perché ci sono stati momenti in cui non siamo riusciti a trovare amichevoli di un certo livello, quindi io sono ancora per fare partite nel precampionato importanti anche con squadre di settori giovanili maschili. Non l’ho ancora presa in considerazione durante un microciclo settimanale perché non vorrei mai trovarmi con infortuni all’interno di una settimana.
L’ho preso in considerazione magari nei periodi di sosta, perché ovviamente noi facciamo amichevoli con la nostra Primavera ma ovviamente, per aumentare il livello di intensità soprattutto durante i periodi in cui ci sono alcune atlete impegnate con la nazionale, facciamo amichevoli con squadre di settore giovanile.
Il rischio infortunio ci può essere, ci sono squadre che si comportano benissimo, ma questa è una cosa che non puoi mai prevedere, non puoi calcolare un impatto che può avvenire in maniera diversa e che può essere anche involontario.
Quando incontriamo le squadre di settore giovanile maschile è evidente che appartengono a società che mettono a disposizione squadre non solo pronte, ma di un certo livello anche da un punto di vista mentale. Sono sempre stati ragazzi che si sono comportati benissimo e che però hanno sempre fatto la loro partita, anzi devo dire che vedendo le nostre ragazze particolarmente agguerrite e toste, in alcuni momenti si sono anche arrabbiati. Ma sono stati anche molto cavalieri.
 
È più facile resistere alla fatica in campo o resistere ai pregiudizi?
Quando ero ragazzina c’erano tanti pregiudizi, era ovviamente un’epoca diversa, c’era tanto scetticismo. È molto più facile affrontare la fatica in campo, rispetto a questo. Io ero una ragazzina e c’erano tanti problemi da affrontare ma questo ti fa crescere e ti fortifica, ti permette di capire quanta volontà e forza hai per arrivare a quello che sogni, quindi ha fortificato il mio carattere e quello di tutte le bambine che hanno dovuto affrontare queste cose. Grazie a Dio oggi è un’epoca diversa e lo dimostrano le persone e gli uomini che si stanno avvicinando al calcio femminile che lo guardano con un rispetto diverso.
 
Quali sono le differenze principali di comportamento che un allenatore deve avere con le proprie calciatrici rispetto ai colleghi uomini?
 È evidente che c’è da parte dell’opinione pubblica che guarda al calcio femminile, l’idea che chi lavori in questo campo debba avere un approccio emotivo, abbastanza profondo, un atteggiamento che possa mettere le giocatrici nella condizione migliore per poter lavorare. Devo dire che per me l’aspetto umano nei confronti delle mie giocatrici e delle persone che lavorano con me è fondamentale, lo considero di grande importanza.  
 
In cosa si appassionano di più le giocatrici?
Le ragazze straniere, in particolare, hanno una cultura un po’ diversa rispetto alla nostra, sono sempre molto attente e incuriosite e cercano sempre un feedback per quanto riguarda l’aspetto e l’allenamento condizionale. Più in generale, c’è sempre quella voglia di giocare con la palla, stare in campo e fare esercitazioni con la palla piuttosto che fare un lavoro a secco. Non credo ci siano grandi differenze con quello maschile da questo punto di vista. 
 
Dal punto di vista tattico che tipologie di strategie ci sono nel sistema italiano?

Credo ci sia abbastanza varietà di tipologia di gioco. Io cerco sempre di costruire il gioco da dietro, questo in generale viene meglio a noi donne. Viene meglio il fatto di cercare di tenere il pallone tra i piedi e cercare di avanzare e di superare le linee, di avanzare palla al piede e palla a terra. Questo non significa che noi calciatrici non abbiamo la possibilità di eseguire un lancio lungo o di fare un attacco diretto dalla prima linea difensiva, ma dipende dagli avversari che si vanno ad affrontare e da quelle che sono le strategie da affrontare all’interno di una partita. Credo che forse quello che ci può accomunare un po’ tutti sia la voglia e la volontà di giocare con la palla, di costruire gioco. Questo ci accomuna nel calcio femminile.

Ringraziamo Camilla Spinelli AS Roma Femminile Communication and Press Office per il materiale.

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva

Lady Granata Cittadella, la tua crescita deve passare dalla salvezza

Secondo anno per la Lady Granata Cittadella che, dopo il buon sesto posto ottenuto nella sua stagione d’esordio, ha deciso di puntare nuovamente sulla permanenza in cadetteria.

La rosa è stata puntellata con acquisti mirati: sono perciò arrivati alla corte della confermata Fabiana Comin le attaccanti Isabel Cacciamali e Romina Pinna, e il difensore  Caterina Ambrosi, quest’ultime due arrivate nel mercato di riparazione.

La stagione è stata più o meno come quella precedente, ovvero cercare di battere le dirette avversarie per la salvezza, come il doppio successo sulla Novese e i tre punti conquistati contro la Roma CF all’andata e il Permac Vittorio Veneto al ritorno, per poi togliersi qualche soddisfazione con le big, su tutte la vittoria ottenuta contro il San Marino Academy alla seconda e il pari col Ravenna alla decima.

Entrando nelle statistiche, l’attacco è tra i peggiori della Serie B con diciotto gol fatti, di questi quattro sono di Edona Kastrati e Pinna, ma a compensare il tutto è la difesa che ha subito in quattordici turni venti reti: è da questo numero che la Lady Granata Cittadella dovrà ripartire (ammesso che si ritorni a scendere in campo), perché per restare ancora in B, ed evitare i playout, serviranno i gol delle attaccanti. Perché la permanenza in cadetteria è l’unico modo per crescere ancora di più e alzare di anno in anno l’asticella delle ambizioni di questa società.

POSIZIONE IN CLASSIFICA
8a (con due partite in meno).

PUNTI ATTUALI
17 (10 in casa e 7 in trasferta).

RISULTATI
5 vittorie, 2 pareggi e 7 sconfitte.

GOL FATTI
18 (9 in casa e 9 in trasferta).

GOL SUBITI
20 (7 in casa e 13 in trasferta).

MIGLIOR TOP SCORER
Edona Kastrati e Romina Pinna (4 reti).

GIOCATRICI CON PIU’ PRESENZE
Edona Kastrati e Ilaria Rigon (14).

Elena Linari, Atletico Madrid: “Vogliamo vivere il sogno chiamato Europeo”

Ieri sera durante la trasmissione “La Domenica Sportiva”, di Rai 2 è intervenuto il difensore dell’Atletico Madrid Elena Linari sul momento del calcio femminile e sulla situazione di pandemia. 

“Prima o poi dovremo riprendere, siamo professioniste e la squadra ci paga, anche se siamo in cassa integrazione. Non è stato semplice per me restare da sola a Madrid (isolamento). Per fortuna l’affetto dei miei genitori e della mia ragazza, sono stati importanti per me, senza dimenticare i vicini che ormai mi hanno adottato, oltre che mi cucinano il pranzo tutti i giorni”.

La crisi fermerà i progressi del movimento?
“Noi ragazze siamo partite da zero, e sappiamo quanto abbiamo dovuto sacrificarci per arrivare dove siamo. Poniamo che siamo arrivate a cinque, non vogliamo tornare a uno… Vogliamo vivere comunque questo grande sogno chiamato Europeo”.

Credit Photo: Instagram Elena Linari

Tavagnacco, sondaggio per Miriam Picchi del Ravenna Woman, ma occhio alla concorrenza

Grazie all’ottima stagione con la maglia del RavennaMiriam Picchi ha attirato su di sé gli occhi di alcuni club di Serie A. Nelle ultime ore, infatti, secondo le indiscrezioni raccolte da Il Calcio Femminile, la 22enne ex Lazio sarebbe stata sondata da vari club di massima categoria, su tutti il Tavagnacco. Occhio, però, alla ricca concorrenza!

Giovane, ma già molto esperta, Picchi conta già varie esperienze in A tra Lazio e Res Roma. Quest’anno ha preso in mano il centrocampo del Ravenna, in Serie B ed è pronta al grande salto.

Credit Photo: Corriere Romagna

Nadia Nadim prolunga fino al 2021 con il Paris Saint Germain

Nadia Nadim, calciatrice afghana naturalizzata danese, attaccante del Paris Saint-Germain e della nazionale danese, ha recentemente rinnovato con il club di Parigi. Nonostante l’arrivo nel mercato invernale del 2019, l’atleta 32enne sembrava pronta ai saluti al termine di questa stagione (sospesa definitivamente ora). Invece no, l’attaccante ha inaspettatamente rinnovato fino al 30 giugno 2021. Durante la sua esperienza a Parigi ha fino ad ora messo insieme 30 presenze condite da 15 reti, con una buona media gol.

Al momento le uniche competizioni a cui potrebbe prendere parte in questa stagione sono la Coppa di Francia e la UEFA Women’s Champions League, ma non ci sono ancora date certe.

Credit Photo: Pagina Facebook Nadia Nadim

Benedetta Glionna: «Momenti migliori? La chiamata della Juve e la Nazionale»

Benedetta Glionna, attaccante del Verona in prestito dalla Juventus, in diretta Instagram, ha parlato dei suoi momenti migliori in carriera. Ecco le sue parole.

MIGLIOR MOMENTO
«La prima convocazione in Nazionale. Era il primo anno in Serie A con la Juve, prima ero in Serie C, quindi prima la chiamata in bianconero e poi la convocazione: è stato un anno particolare e bellissimo. Poi sicuramente dico il primo Scudetto, sempre quell’anno». 

SERIE A
«Ho giocato solo nella Juventus e nel Verona. Ovviamente la Juventus è più forte, ma in tutte e due mi sono trovata bene».

Credit Photo:Pagina Instagram Benedetta Glionna

Federica Russo, Napoli: “Bisogna investire su di noi, se crei una squadra femminile solo per non pagare una multa, non ci siamo”

In diretta a Punto Nuovo Sport Show, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Federica Russo, portiere Napoli Femminile:

“Noi calciatrici siamo sulla carta delle dilettanti, lo stipendio è quello che è. Non possiamo ancora purtroppo vivere solo di calcio, non tutte almeno, come succede con i nostri colleghi uomini. Collaborazione tra uomini e donne? E’ una scelta che dovrebbero fare le squadre professionistiche, il problema è far capire di investire su di noi, non devono lasciarci a noi stesse. La Juventus ha voluto investire nel progetto femminile e ci hanno creduto, ci deve essere un pensiero di investimento. Se crei una squadra femminile solo per non pagare una multa, non ci siamo: questo è quello che devono capire le squadre maschili. Questo Covid non ci voleva, il Mondiale di Francia ha aperto allo sviluppo del calcio femminile, spero non sia un arresto, io ci credo. Da una parte ci meritiamo il professionismo, al 2020 mi fa strano che l’Italia sia ancora ferma sul dilettantismo per quanto riguarda il calcio femminile”.

Photo Credit: ilnapolionline.com

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