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Distanti ma… comunicanti: a casa di Giorgia Motta

Noi #RestiamoACasa, ma le rubriche di Hellas Verona Channel non si fermano. Perché comunicare, parlare e ascoltare, in un momento come questo dove le relazioni umane sono fisicamente ridotte al minimo, è socialmente utile.

Nell’ottava puntata di ‘Distanti ma… comunicanti’ – la seconda dedicata alle Women dopo quella che aveva visto come protagonista Sofia Meneghini – siamo andati a fare visita, virtualmente, a un grandissima tifosa e calciatrice gialloblù come Giorgia Motta. Una fede per questi colori che la accompagna da quando era bambina e una maglia, quella del Verona, che per lei è come quella di una nazionale… con una grandissima voglia di tornare al Bentegodi.

Credit Photo: Hellas Verona Women

Arkaitz Coca: “Dominika Conc può fare un ulteriore salto di qualità…”

Ai microfoni della redazione di Milannews24.com ha parlato Arkaitz Coca, noto volto spagnolo e agente di tre giocatrici del Milan femminile tra cui Dominika Conc. Ecco le sue parole: 

Innanzitutto volevo chiederle come le sue assistite stanno vivendo il momento legato all’emergenza coronavirus, in modo particolare Conc
«In Italia abbiamo quattro giocatrici: tre nel Milan e una nella Juventus. Entrambi i club lavorano a stretto contatto con le giocatrici per mantenerle in piena salute: Conc sta in Slovenia, nel suo Paese la situazione è diversa rispetto all’Italia ma non è grave. Può allenarsi in strada e anche se non è una vita normalissima al 100%, sta comunque abbastanza bene, riesce ad allenarsi con più serenità».

Per Conc questa è stata una stagione fantastica, ritenuta da molti il colpo Champions in mediana, dopo gli addii di Thaisa Moreno e Manuela Giugliano. Il suo rinnovo appare una formalità, è così?
«Il Milan è una squadra di enorme livello ma con la situazione coronavirus tutti i top club stanno soffrendo molto, soprattutto a livello economico. Bisogna prima aspettare l’evolversi della situazione con il calcio maschile e poi toccherà a quello femminile. Il Milan ha già iniziato a muoversi sul mercato. Settimana prossima inizieremo a parlare di Conc ma non abbiamo ancora ricevuto nessuna proposta dal club».

Quanto può dare ancora al Milan, nel senso siamo giunti al limite delle sue potenzialità o può dare ancora molto di più?
«Conc è solamente all’inizio del proprio percorso di crescita, perché è una giocatrice un po’ timida di carattere. Iniziando al Milan con una lingua diversa e un sistema tattico all’italiana non è stato facile per lei abituarsi ma sta piano piano maturando questa idea. Contro Roma, Inter e Juventus ha disputato partite eccellenti, perché lei sa esaltarsi molto in questi momenti e ha delle ottime qualità. Penso che il prossimo anno, essendo entrata in confidenza con la serie A, possa fare un ulteriore salto di qualità. Vedremo se al Milan o in un altro club».

Credit Photo: Andrea Amato

Mettiti alla prova: speciale Inter Femminile quiz

Appuntamento speciale con un quiz dedicato interamente alla nostra squadra femminile. In collaborazione con Opta, ecco le domande e le risposte sulle curiosità delle giocatrici nerazzurre.

Per quante gare di campionato l’Inter ha tenuto la porta inviolata? Si tratta di un record per una squadra neopromossa in una singola stagione dal 2015/16.
L’Inter femminile non ha subito reti in sei incontri di questo campionato.

Il 55% dei gol dell’Inter in questo campionato portano la firma di quale coppia di giocatrici?
Il 55% dei gol delle nerazzurre portano la firma di Gloria Marinelli (sei) e Stefania Tarenzi(cinque).

Con quante maglie differenti – Inter compresa – Stefania Tarenzi è andata a segno in Serie A femminile in carriera?
L’Inter è la quinta squadra differente con cui Stefania Tarenzi va in rete in Serie A femminile, dopo Atalanta Mozzanica, Brescia, Sassuolo e Chievo.

In quale stagione Gloria Marinelli ha segnato la prima rete in Serie A femminile in carriera?
Prima di questa stagione, Gloria Marinelli era già andata a segno in Serie A femminile, con le maglie di Perugia e Chieti. La sua prima marcatura nella competizione risale al dicembre 2012, doppietta contro il Fortitudo Mozzecane a soli 14 anni e 264 giorni.

Quante sono le marcatrici in questa Serie A femminile per l’Inter?
Per la squadra di mister Sorbi, sono otto le giocatrici andate in rete in questa Serie A femminile. Due di queste sono straniere: Eva Bartonova e Julie Debever.

Qual è l’unica giocatrice dell’Inter sempre in campo dall’inizio e mai sostituita in questa Serie A femminile?
Anna Auvinen

Quante sono le giocatrici impiegate dall’Inter in questo campionato?
L’Inter ha impiegato ben 24 giocatrici nel campionato 19/20, e tra queste, cinque sono nate negli anni 2000.

Credit Photo: Federico Fenzi

Carolina Morace: “Serie A femminile? Non ci sono le premesse per ripartire”

Una ripresa per la Serie A femminile non è pensabile: non ha dubbi Carolina Morace, ex giocatrice e allenatrice, reduce dall’esperienza dello scorso anno sulla panchina del Milan. In esclusiva a Juventusnews24.com, il coach ha parlato della situazione del calcio femminile, alle prese con l’emergenza Coronavirus.

Il calcio sta vivendo un periodo di crisi e anche molte società femminili potrebbero risentirne economicamente. Quali misure dovrebbe adottare la Figc?
«Non è questo il mio ruolo. Mi aspetto però che qualcuno indichi la strada per le società e per le giocatrici».

Il protocollo della Figc per la ripresa degli allenamenti le sembra attuabile in Serie A femminile?
«Nella Serie A femminile un protocollo del genere è impensabile. Nessuno parla del calcio femminile ma lo sanno tutti che è impensabile, la Serie A femminile non ha le forze economiche né è stato messo in budget un evento del genere. Mi viene da ridere pensare che anche laddove le società professionistiche abbiano centri sportivi, non le dividerebbero con le squadre femminili, per cui per il femminile non c’è assolutamente nulla».

Ludovica Mantovani ha detto che l’obiettivo è quello di portare a termine Serie A e Serie B…
«Secondo me per il calcio femminile, sia in Serie A sia in Serie B, non ci sono le premesse che ci sono per il maschile. Il maschile vogliamo farlo ripartire perché altrimenti ci sarebbe un buco di 600 milioni. In Serie A vogliono far ripartire il calcio per liquidità e diritti tv, premesse che non esistono in Serie A o Serie  femminile. Ci sono più interessi per la pallavolo, per la pallacanestro, che hanno già chiuso. Non riesco a capire perché si parli di campionato femminile come se non giocando il femminile si perda chissà che cosa. Si è perso di più bloccando la pallavolo maschile e femminile o la pallacanestro. È assurdo».

Lo scudetto andrebbe assegnato?
«Non lo so, ma le premesse per far ripartire il calcio femminile non ci sono. Se ripartissee il calcio femminile tutti gli altri sport si lamenterebbero e avrebbero ragione. Il rischio contagio è troppo alto. Laddove ci sono problemi di sopravvivenza del calcio italiano bisogna fare il tutto per tutto, magari rischiando un po’. Ma credo che il Governo stia prendendo tempo anche perché non siamo fuori pericolo e se ci fosse un contagio cosa si fa? Si dovrebbe interrompere tutto. Allora vedere questo nel femminile sarebbe assurdo. Se il rischio può esserci per il maschile… Per una questione anche di etica morale i calciatori stanno cominciando a dire: “Fanno i tamponi a noi, e gli altri?”. Leggevo le parole di Gravina: a fronte di tanti tamponi i club dovrebbero acquistarne il doppio per farli fare alle persone che hanno bisogno e questa la ritengo un’iniziativa intelligente».

È preoccupata di un eventuale stop del passaggio al professionismo?
«C’è un semplice decreto fiscale fatto sulla Legge di Stabilità. Si è parlato di professionismo che non c’entra nulla perché questo emendamento prevede il pagamento tre anni di contributi del Governo alle giocatrici. Dopo questi tre anni, chi pagherà questi contributi? Il diventare professioniste dipende dalla Figc, che deve dire sì. È chiaro che ci sono dei costi di sostenibilità. Ci sono diversi campionati professionistici per i maschi e nemmeno uno per il femminile. Non c’è sostenibilità neppure per la Lega Pro che ha un costo altissimo. Nel femminile non ce n’è uno. I numeri del calcio femminile sono troppo bassi».

Negli ultimi anni mediaticamente il calcio femminile ha conosciuto uno sviluppo importante. Qual è stata la vera svolta?
«Sky e Tuttosport, che parlano sempre di calcio femminile e sono sempre sul pezzo. E il fatto di aver fatto i Mondiali in quel periodo. Società maschili professionistiche? Anche questo è stato assolutamente un grande incentivo per il calcio femminile, un grosso passo avanti».

Lo spostamento dell’Europeo al 2022 garantirà una fascia esclusiva al movimento. La ritiene una decisione giusta e crede che l’Italia possa beneficiarne in termini di esperienza?
«Non c’era altro da fare. Esperienza in più? Bisogna vedere se possono essere fatte amichevoli nel resto del mondo, ho dubbi sulle attività internazionali visto che tutti i Paesi sono in Stati diversi».

Nel 2022 a Torino si disputerà la finale di Champions League. Quanto tempo ci vuole affinché la Juventus Women raggiunga un traguardo simile?
«Fino a quando non si diventa professioniste e non si lascia il libero mercato in Italia non verranno mai le calciatrici più forti. Finché non ci sarà questa apertura al professionismo, le finali le squadre femminili italiane non le vedranno da protagoniste».

Credit Photo: Facebook Carolina Morace

Lazio Women, Claudia Palombi: “Questa maglia è un sogno, vogliamo la Serie A”

Claudia Palombi, attaccante della Lazio Women, intervenuta ai microfoni del Corriere della Sera ha raccontato come sta vivendo questo periodo di stop dal calcio:
«Sembra di vivere in un tunnel al termine del quale non si vede la luce. Ho la fortuna di avere il preparatore che mi segue a mezzogiorno perché la sera lavoro, faccio le consegne per il nostro ristorante».

LA SQUADRA
«Mi manca tutto. Le compagne, il campo, l’allenamento, le partite. Spero si possa riprendere, anche a settembre e con tanti turni infrasettimanali, perché vorremmo chiudere la stagione e andare in serie A meritandocelo sul campo, ma vedendo il protocollo non è semplice. Nessuna di noi potrebbe stare quarantacinque giorni in ritiro: lavoriamo tutte». 

LAZIO WOMEN
«Meraviglioso. Dopo tanti anni con la Res Roma, giocare con questa maglia è come aver realizzato un sogno. Quando durante la presentazione della squadra ci hanno detto che avremmo giocato le nostre partite a Formello, quasi non ci credevo». 

Credit Photo: OfficialSSLazio

Vincenzo Spadafora: siamo entrati nella Fase 2 ma non è sicuro che riprenderanno i campionati

Il Ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha rilasciato una lunga dichiarazione in diretta dal suo profilo Facebook. La conferenza stampa di ieri del Premier Conte, è stata piuttosto confusa e male interpretata. Il ministro ha deciso di provare a chiarire meglio  le  cose apparendo sui social e spiegando cosa succederà ora che L’Italia si appresta ad entrare nella nuova fase.

Sulla difficoltà del ripartire, Spadafora ha sottolineato che nessuno era pronto ad affrontare una simile emergenza. Il numero dei morti è altissimo e il problema principale è tenere d’occhio la curva dei contagi. Da qui fino al 17 maggio possono succedere molte cose ha dichiarato il titolare del dicastero sportivo. Dopo che saranno ripresi gli allenamenti di gruppo, bisognerà vedere se la FIGC presenterà un piano sicuro per lo svolgimento della competizione. Spadafora ha lanciato però un paio di stoccate agli organi federali. Secondo alcuni sondaggi, gli italiani sarebbero disposti a chiudere qui la stagione in anticipo per ripartire a settembre. Sulla mancata chiusura quando il contagio era alla massima espansione, il ministro ha ravvisato un comportamento poco opportuno da parte delle federazioni.

Sul protocollo bocciato dal comitato tecnico scientifico, Spadafora si è detto pronto a risentire i vertici calcistici per migliorarlo e approvarlo. Ma questo non implicherà una ripresa certa del campionato visto che, di mezzo, c’è un tempo lunghissimo per la preparazione. In conclusione, il ministro ha voluto smentire con forza le voci che portavano ad un complotto contro la Serie A da parte del Governo. Spadafora ha messo a tacere le voci asserendo che si muoverà seguendo le regole.

In sostanza, il decreto del Premier ora c’è ma dovrà, per forza di cose, arrivarne un altro entro il 17 maggio che sbroglierà definitivamente la situazione. Al momento vige una situazione di totale incertezza.

#Distantimauniti: lo sguardo sull’Under 19 di Luca Bittante e Fabio Tommasi

Tutte le giovani calciatrici del Settore Giovanile gialloblù sono a casa, #IORESTOACASA cede il passo a #DISTANTIMAUNITI se si parla di una squadra. Si può continuare ad allenarsi, anche fra le mura domestiche, seguendo i consigli dei propri allenatori, nonostante la stagione sia stata sospesa definitivamente e, allo stesso modo, gli allenatori ne possono approfittare per studiare e prepararsi al meglio per il futuro. Chiudono questa rubrica, tracciando il percorso compiuto nel corso della stagione, l’allenatore Luca Bittante e Fabio Tommasi per la formazione Under 19.

LUCA BITTANTE
Under 19, un gruppo ‘nuovo’ nella realtà dell’Hellas Verona Women: come lo ha trovato?
Ho trovato un gruppo composto, innanzitutto, da ragazze di età diverse: una squadra che sicuramente dimostra di avere delle buone qualità su cui lavorare e di questo va dato merito al lavoro svolto da Bendinelli e da Tommasi“.

Si è creato un gruppo solito e unito, con il tempo?
Sicuramente. Le ragazze arrivano da realtà calcistiche diverse, per questo all’inizio non tutte si conoscevano. Credo che mettere insieme un gruppo nuovo sia in effetti la difficoltà maggiore da affrontare, al di là dell’aspetto tecnico-tattico: per questo motivo il lavoro fatto all’inizio è stato importante e fatto bene. Si tratta di una squadra giovane e tecnicamente valida, che sicuramente darà tante soddisfazioni a tutto l’ambiente gialloblu, ma senza dimenticare quanto lavoro ci sia da fare“.

Gli aspetti da migliorare e quelli positivi da implementare?
Nel calcio c’è sempre da migliorare e lo si deve fare in qualsiasi categoria. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico si stavano impegnando non poco attraverso le indicazioni di Fabio Tommasi, mentre tra gli aspetti da migliorare sicuramente quello della mentalità è il fattore meno trascurabile“.

Gli obiettivi di questo gruppo: quali erano e quali saranno?
Il nostro obiettivo primario deve essere quello di mettere le ragazze nelle migliori condizioni per migliorare, perché possano fare il massimo mettendo in pratica le indicazioni che noi diamo loro in settimana. Di conseguenza è importante lavorare sui punti meno consolidati, dati ricavati dopo un’analisi puntigliosa post-partita. Vedere le ragazze consapevoli della propria crescita personale e di gruppo credo sia la soddisfazione maggiore“.

È rimasto in contatto con le ragazze nonostante la situazione presente e che tipo di lavoro era stato predisposto?
Le ragazze hanno un punto di riferimento per la parte atletica che è Tommasi, si basano dunque sul programma che viene loro fornito e su cui ci siamo accordati. Per il resto io non posso che augurarmi che questo momento se ne vada velocemente e che, all’inizio della prossima stagione, si possa riprendere il percorso interrotto“.

FABIO TOMMASI
Il tuo lavoro di supporto all’allenatore?
In campo mi adatto a seconda delle esigenze del mister, secondo l’aspetto della preparazione atletica o secondo il profilo del maestro di tecnica. L’importante, quindi, una volta individuata la figura di cui ha più bisogno la squadra, è trovare l’equilibrio secondo cui essere più efficaci possibile nel lavoro con loro. Al momento del cambio d’allenatore abbiamo deciso di mantenere un metodo non troppo distante a quello a cui erano abituate le ragazze e, in questo, ho trovato la collaborazione di mister Bittante“.

I progressi della squadra durante l’anno?
Questa squadra è stata capace di affrontare diversi cambiamenti, all’inizio devo ammettere che non è stato semplice perché si trattava di un gruppo completamente nuovo e abbiamo cercato di farle sentire unite attraverso il gioco, la convivialità e lo spogliatoio. Il nostro lavoro è focalizzato alla preparazione di un gruppo di ragazze che possano essere pronte, un domani, ad affrontare al meglio un campionato Primavera. La sfida non sta molto, dunque, nella crescita, ma nell’adattamento in una rosa anagraficamente variegata, nel lavoro settimanale o nel confronto con Under 17 e Primavera stessa. A questa età la scelta di mantenere l’attività in questo sport è una scelta importante, considerati gli impegni scolastici, quindi può gestire al meglio questo doppio impegno solo chi veramente ha grande passione per il calcio“.

La collaborazione con gli altri membri dello staff?
È stato un lavoro che ha portato i suoi frutti: non conoscevo nessuno di loro ad inizio anno e posso dire che tutti mi hanno dato molto a livello umano, da Sofia a Matteo. Ho conosciuto Raffaele prima e Luca poi, posso dire che ci siamo impegnati moltissimo tutti per le ragazze, ognuno con il proprio specifico lavoro. Non abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati, ma non possiamo che essere soddisfatti sapendo che tanti aspetti comportamentali, tecnici o tattici, come abbiamo potuto vedere partita dopo partita, siano andati sempre migliorando“.

Le raccomandazioni in questo periodo?
Non è stato facile per nessuno rimanere a casa fino a qui, specie nel lavoro che si doveva svolgere. Noi abbiamo offerto alle ragazze un lavoro tecnico, a seconda degli spazi a disposizione con il pallone, e un lavoro fisico, per mantenere una buona condizione, visto che ancora non sapevamo se avremmo o meno ripreso a giocare. Le ragazze hanno adattato il loro lavoro in base alle loro disponibilità. Noi però sappiamo che la cosa più importante è la speranza di rivederci presto in campo, lo faremo sicuramente quando ci sarà la possibilità di farlo in massima sicurezza, perché l’Hellas è una bella famiglia“.

Credit Photo: Hellas Verona Women

Ilaria Mauro, Fiorentina Women’s: “La maglia azzurra è il sogno di ogni calciatrice”

Ilaria Mauro, attaccante della Fiorentina Women’s e della nazionale italiana, ha parlato in una diretta Instagram  ripercorrendo la sua carriera:

“Sto bene sono a casa come tutti, ormai da un mesetto abbondante. In casa faccio più o meno sempre le stesse cose, riesco a mantenermi in forma anche se sarebbe meglio per noi poter uscire per correre. Ma naturalmente ci atteniamo alle regole e speriamo che arrivi il giorno in cui Conte ci dirà che potremo uscire”.

“Io ho iniziato a giocare a calcio nel cortile di casa con mio fratello, anche perchè i suoi amici venivano sempre a giocare a casa nostra, io avevo voglia di giocare e quindi mi univo a loro. E loro erano gentili perchè mi accoglievano pur essendo io molto più piccola. È iniziato tutto da li. Io poi piano piano sono cresciuta e sono però andata a giocare a pallavolo, che ho svolto per due anni. Ma siccome a pallavolo io giocavo con la testa e con i piedi (ride ndr) ho smesso e dall’età di 7 anni sono tornata al calcio. Fino ai 13 anni ho giocato con i maschi ed è stata una bella esperienza, secondo me ti da una marcia in più fare qualche anno con loro”.

“Dai maschietti sono passata al Tavagnacco e a 14 anni ho fatto il mio esordio in prima squadra, contro il Milan. Io sinceramente all’inizio non volevo andare con le grandi, volevo restare con le mie coetanee a divertirmi. In prima squadra cambiava tutto, gli allenamenti erano molto diversi e molto più faticosi, ma piano piano mi ci sono abituata e da li è partito tutto”.

“A 25 anni son passata dall’Italia alla Germania (al Sand in seconda divisione ndr), volevo intraprendere una nuova esperienza. Nuove calciatrici, nuove amicizie, volevo fare una crescita non solo dal punto di vista calcistico ma anche personale. L’estero è un’esperienza che consiglierei a tutte, seppur io abbia incontrato tante difficoltà essendo da sola e non sapendo bene la lingua. Ma la rifarei molto volentieri. Li abbiamo vinto il titolo perchè la società era molto ambiziosa e aveva fatto un mercato importante con giocatrici della prima liga tedesca. È stato veramente un bel campionato ed una bella vittoria”.

“L’anno dopo invece abbiamo disputato un campionato di medio livello nel massimo campionato e a fine stagione è arrivata la chiamata del Potsdam. Io sono una calciatrice che ha bisogno di stimoli continui e quindi ho voluto cambiare. Al Potsdam, che è conosciuta come una realtà dove gli allenamenti sono molto duri, all’inizio è stato molto difficile ma anche questa è stata un’esperienza che rifarei”.

“Poi l’arrivo in Viola. Ricordo ancora la chiamata, ho accettato subito perchè avevano un bellissimo progetto. La società acquistò molte giocatrici importanti per vincere lo Scudetto ed è stato veramente uno degli anni più belli in assoluto. Abbiamo vinto tutto, mi sono divertita ed è stato davvero bello. Sono quattro anni che sono qui, la città è stupenda e sto molto bene”.

“La Nazionale? La maglia azzurra è il sogno di ogni calciatrice e non è scontato arrivarci. Io ho avuto la fortuna di fare l’Under 17, 19 e poi approdare in quella maggiore. Che dire, quando indossi questa maglia ti senti addosso un pò tutte le responsabilità degli italiani, ma allo stesso tempo ti esce quella voglia di vincere che nessuno ti può togliere. È un’emozione pazzesca solo indossarla poi giocarci anche un Mondiale è la ciliegina sulla torta. In Francia abbiamo raggiunto un risultato che nessuno si aspettava ed è merito di tutti, dallo staff alle ragazze. Abbiamo fatto una cosa pazzesca secondo me!”

“Il mio idolo? Senza ombra di dubbio Ibrahimovic. Al Tavagnacco le mie compagne mi dicevano anche che assomigliavo a lui per qualche movenza. È in assoluto il mio calciatore preferito e mi piacerebbe incontrarlo”.

Credit Photo: Alessio Boschi

Elena Linari: “Giocare un Mondiale? È una figata pazzesca”

Elena Linari, giocatrice dell’Atletico Madrid e della nazionale, ha parlato in una diretta Instagram raccontando come passa le sue giornate e ricordando il Mondiale in Francia.

“Per ora sono a Madrid. Ho un cortile qui davanti così posso allenarmi un pochino, l’Atletico mi ha lasciato qualche peso e inoltre ho un Tapis Roulant quindi non mi lamento”.

“Giocare un Mondiale? È una figata pazzesca. È una bella emozione. Li per li non realizzi al 100% perché devi giocare in campo la partita come se fosse un’altra alla fine. Anzi, meglio non pensare troppo che si sta giocando ai Mondiali sennò l’adrenalina può fare brutti scherzi e invece va incanalata al meglio per andare a fare ciò che si deve fare senza pensare al contesto. Affrontare Marta (contro il Brasile ndr), nonostante sia “invecchiata”, è stato emozionante. Quando tocca la palla lei, c’è poco da fare”.

“Ho un preparatore mio, lavoro direttamente con lui e finchè non siamo entrate in cassa integrazione avevo un programma specifico che ci dava l’Atletico Madrid da seguire. Ovviamente ora l’Atletico non può fare nulla di specifico nei nostri confronti e quindi proseguo il mio percorso con il mio personal”.

“Poi sto studiando spagnolo dal lunedì al mercoledì con una professoressa (sempre online) e inoltre, essendo iscritta all’università di Firenze di scienze motorie, sto approfittando di questa pausa per portarmi avanti con gli esami. Le mie giornate quindi sono pienissime, però comincio diciamo a stancarmi di allenarmi senza un perché, senza avere un obiettivo. Io sono abituata ad allenarmi per la competizione del fine settimana, quindi la mia testa è abituata a quello. Ci sta che ora ci si senta sospesi diciamo, però vabbè andiamo avanti e speriamo di uscirne al meglio”.

“I miei ricordi da bambina? Non ho un dettaglio particolare legato al calcio, ma quando c’è stato il Mondiale del 2006 mi sono innamorata di Cannavaro, dunque decisi di ispirarmi a lui. E se penso a quel Mondiale ho i brividi. La vita in Spagna? Si pranza tardissimo (ride ndr). Ora comincio ad abituarmi, ma a cena mangio sempre un po’ prima perché senno mi rimane tutto sullo stomaco”.

Credit Photo: Facebook Elena Linari

Calcio femminile, 125 anni… Brunella Ciullini: “Rimane l’ultima battaglia da conquistare: il professionismo”

Il 23 marzo è una data scritta nella storia del calcio femminile. Esattamente 125 anni fa, il 23 marzo 1895, le «British Ladies Football club» davano vita alla prima ufficiale per squadre di sole donne mai disputata a Londra.

Queste le parole di Brunella Ciullini di Tuttosport in merito all’importante anniversario:
“Questa ricorrenza cade in uno dei momenti più bui per il nostro Paese, ma anche nella stagione iniziata sotto la spinta dell’exploit dell’Italia di Milena Bertolini al Mondiale di Francia, contrassegnata da un campionato (fino allo stop) quanto mai avvincente e dalla partecipazione delle azzurre, dopo 12 anni, al prestigioso torneo Algarve Cup dove avrebbero dovuto disputare la finale con la Germania. L’emergenza ha sospeso tutto, salvo la consapevolezza di quanto sia cresciuto e quanto ancora crescerà il movimento. E’ la vittoria del calcio ma soprattutto della tenacia e della passione di tutte le giocatrici che hanno calcato i campi da gioco in questi 125 anni, sfidando scetticismo, ostracismo, pregiudizi. Rimane l’ultima battaglia da conquistare: il professionismo. Ed è questo, in occasione di tale ricorrenza, l’augurio per quando il calcio di ogni genere e colore, insieme al Paese, ripartirà”.

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