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Carolina Tironi, Cesena: “Vittoria sull’Hellas che volevamo sia noi che per Noemi Battilana. Siamo una squadra con un grande potenziale”

Photo Credit: Andrea Vegliò - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Il Cesena ha battuto 3-2 l’Hellas Verona nella decima giornata di Serie B, centrando la quinta vittoria stagionale che permette di consolidare il settimo posto in classifica, piazzamento condiviso con Chievo e Brescia.
Tra le bianconere guidate da Alain Conte, che nel prossimo turno incroceranno l’Orobica, ci è una calciatrice che, nonostante sia all’esordio nel calcio delle grandi, si sta facendo notare: stiamo parlando di Carolina Tironi, attaccante classe ’06 che con la maglia delle cavallucce ha totalizzato cinque gol nel campionato cadetto, di cui l’ultimo giunto domenica contro le scaligere.
La nostra Redazione ha raggiunto Carolina, che in passato ha giocato nelle giovanili dell’Inter, per risponderci ad alcune domande.

Carolina, come hai scoperto la passione per il pallone?
«La passione per il pallone l’ho scoperta grazie ai miei cugini: a casa ero l’unica femmina e in giardino si giocava solo a calcio, senza di loro non mi sarei mai iscritta alla Scuola Calcio».

Cosa ti ha portato a diventare un’attaccante?
«Mio nonno e mio papà hanno sempre giocato a calcio e tutti e due erano attaccati; quando da piccola non sapevo che ruolo volevo fare mi hanno messa anche a centrocampo ma l’istinto era sempre quello di far gol quindi mi hanno spostata davanti».

La tua carriera nelle giovanili è legata all’Inter. Cosa ti ha dato la maglia nerazzurra?
«Ho giocato all’Inter per quattro anni e grazie al club nerazzurro sono cresciuta molto come atleta e come persona; resterò sempre legata a questo club e spero un giorno di poter indossare ancora quei colori».

Restando sempre in tema Inter, pensi che la Beneamata possa centrare un importante risultato nella Serie A di quest’anno?
«Quest’anno l’Inter si è rinforzato molto e credo che possa raggiungere grandi obiettivi; le seguo ancora tanto e si vede che stanno lavorando bene».

Quest’anno hai deciso di far parte del Cesena. In che modo la società ti ha convinto ad accettare quest’opportunità?
«Il club mi ha fatto subito una bellissima impressione e lo staff è molto professionale, che crede molto nella crescita delle giovani per questo ho deciso di giocare per questi colori».

Il Cesena, dopo dieci partite di Serie B, si trova al settimo posto con Chievo e Brescia. Come valuti il piazzamento?
«Credo che siamo una squadra con un grande potenziale e stiamo lavorando giorno dopo giorno per raccogliere tutto quello che abbiamo seminato finora».

Parliamo della vittoria arrivata domenica contro l’Hellas: quanto vale questo 3-2?
«Volevamo fortemente questo risultato sia per la classifica sia per noi; soprattutto per Noemi Battilana che si è infortunata al ginocchio due settimane fa: abbiamo giocato tutte per lei».

Tra l’altro, nel match vinto contro l’Hellas, hai messo a referto il tuo quinto gol in campionato. Mica male per una che è da poco entrata nel calcio delle grandi.
«Sono molto contenta di aver iniziato bene il campionato e di essermi ambientata velocemente al mondo delle grandi; lavoro tutti i giorni per aiutare la squadra e senza di loro non riuscirei ad ottenere questi risultati».

Tra pochi giorni il Cesena andrà in casa dell’Orobica. Secondo te, che partita ci possiamo aspettare?
«Sarà una partita molto dura, perché giochiamo fuori casa, ma noi daremo il massimo per fare una prestazione di livello e a portare casa i tre punti».

Che impressioni hai su un campionato importante come quello della Serie B?
«Quest’anno il livello del campionato di Serie B si è alzato molto: penso che sia molto competitivo, dove ogni partita bisogna dare il massimo per vincere, perché nessuna squadra regala niente».

Com’è la tua vita extracalcistica?
«Oltre al calcio ovviamente studio: frequento il quinto anno del liceo scientifico sportivo all’Inter College; infatti, non studio in presenza ma da privatista e a fine anno svolgerò la maturità a Milano. Nel tempo libero, mi piace molto giocare alla Playstation oppure andare a fare una passeggiata al mare con le altre compagne di squadra».

Quali sono i sogni che vorresti realizzare?
«In ambito sportivo sono riuscire ad arrivare a giocare in serie a e vestire la maglia della Nazionale: penso che sia sempre un onore vestire i colori della propria nazione. Il mio obiettivo personale, invece, è quello di continuare a studiare e laurearmi in Scienze Motorie, cercando di rendere sempre fieri i miei genitori che hanno fatto grandi sacrifici per me».

Cosa vorresti dire alle tue compagne del Cesena in vista della gara contro l’Orobica?
«Vorrei dire loro di continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto. Sappiamo di avere una partita importante per il proseguimento del campionato e sono sicura che arriveremo a giocarla nel migliore dei modi».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Cesena FC Femminile e Carolina Tironi per la disponibilità.

Benedetta Alessi, voce dei Melancholia: il calcio come passione, la musica come liberazione

Photo Credit: Paola Gio Ferri

Nota al pubblico per il percorso compiuto sul grande schermo alla corte di X Factor, Benedetta Alessi ad oggi è la frontwoman dei Melancholia.
Classe ’98, umbra doc, ed una carriera variegata, fatta di passione, dedizione, ma anche resilienza, date le molteplici cadute sportive, musicali e di vita.
Di Alessi sono di facile intuizione sensibilità e spirito combattivo, aspetti che che attualmente la vedono fare a pugni con il tratto più vulnerabile di sé.
Questo e tanto altro nel piacevole racconto esclusivo della giovane artista, coinvolta nella nostra rubrica “Calcio&Musica“.

Ben trovata, Benedetta! Quello per il calcio è stato un amore a prima vista: ti va di raccontarne l’evoluzione?

Una passione tutta di famiglia: in particolar modo sono stati mio zio e mio papà ad aver contribuito a trasmettermi l’amore per questo sport.
Inizialmente, come tante altre, per potermi affermare in questo mondo ho dovuto faticare, visti i muri dettati da una corsia sportiva preferenziale non esattamente rivolta alle ragazze, pian piano, però, sono riuscita ad uscirne: il mio primo approccio, infatti, è stato con una squadra prettamente maschile; un’esperienza che mi ha dato tanto, preziosa anche per le tante figure che mi hanno permesso di viverla nel modo più naturale e spontaneo possibile, proteggendomi dagli inevitabili e futili giudizi.

Il mio unico intento è sempre stato quello di divertirmi e coltivare la mia passione, cosa resa possibile all’interno di tale società fino ai 14/15 anni.

Poi le prime possibilità, quelle offerte dai club femminili umbri…

Esattamente. Il mio percorso ha preso il via nella formazione Primavera della Grifo Perugia (ora Perugia Calcio Femminile), un percorso culminato con la vittoria del campionato nell’annata 2014/15. 
Col passaggio in Prima squadra, poi, sono iniziate le prime ansie ed il tempo e la formazione, in questo, sono stati fondamentali; le compagne di squadre già navigate, inoltre, mi hanno dato una grossa mano nel prosieguo e da loro ho potuto solo che imparare!

La mia è un’anima da terzino destro che ha provato anche l’emozione della convocazione nella Nazionale under 16 e dell’ascesa in serie A: traguardi importantissimi che porterò sempre con me.

Quindi da queste esperienze sembra di capire che ti porti dietro un grande bagaglio, non solo sportivo ma anche umano…

Inevitabilmente quello che sembra essere solo un gruppo squadra diventa una vera e propria seconda famiglia. Con tante ex compagne tutt’ora ho un rapporto di amicizia, nonostante la distanza che ci separa.

Poi ti sei dedicata alla musica: davanti a te un bivio che ti ha imposto di fare una scelta o un passo fortemente voluto, indipendentemente da quello che è stato il percorso precedente in altro ambito?

Il mio è stato uno stop forzato: quella che per me fino ad allora aveva funto da valvola di sfogo era diventata totale insicurezza sul campo e disordine psicologico. Per tantissimi anni ho conciliato pallone e musica, ma alla fine, proprio per il motivo sopra citato, ho dovuto fare una scelta.
Ad ogni modo, dopo qualche tempo, ho ricominciato col calcetto.

Quindi ritrovi un po’ della Benedetta di prima in quella attuale?

Sono felice di essere rimasta fedele alla mia energia ed alla mia personalità. La politica mentale del “nulla ti viene regalato” ha sempre fatto parte di me ed ancora oggi che faccio musica è così.
Posso dire, però, che il calcio e la musica hanno in comune l’importanza della performance che necessita di un costante allenamento e di una imponente preparazione fisica, ma lavorare su ciò che piace e dare tutto per questo è importante e prescinde dalla professione esercitata.

Ed a proposito di cambiamenti, se da una parte è andata così, dall’altra i Melancholia ora sono una bella realtà. Un nome importante, che pesa: cosa intende raccontare, in fin dei conti, e cosa intende, invece, raccontare Benedetta come voce insieme al gruppo?

“Melancholia” deve la sua definizione ad uno dei quattro umori di Ippocrate, motivo scatenante di pensieri riguardanti lo stato depressivo.
Il nostro è un legame speciale e l’aver vissuto tutti e tre la parte più triste di noi stessi ha fatto da collante nella scelta del nome che portiamo, pesante quanto pesante è il nostro volere di abbattere questo dolore.

Dando uno sguardo alle tue esibizioni sul palco è immediata l’impressione di un mondo interiore che ha necessità di farsi sentire: lo si capisce dalle movenze, dall’intensità, dal sentimento. Pensi che anche nel mondo del calcio ci sia bisogno di più cuore e meno contorno?

Assolutamente si! Dal mio punto di vista credo sia innaturale non mettere il cuore in ciò che si fa. Ovviamente, al di là di questo, non tutto può sempre andare bene: da artista sei continuamente esposto a migliaia di persone e capitano i momenti no, e nello sport il discorso è molto simile.
Quando la squadra risponde bene tutto va per il verso giusto, al contrario ripartire pare difficile, ma è proprio nel momento in cui la rotta si perde che bisogna cercare di andare avanti e continuare a dare tutto.

Proseguendo sulla scia della realtà femminile, da sempre la donna si rivela protagonista in tantissimi brani (vedi Sally di Vasco Rossi od altri interpretati e scritti da artisti di spicco quali Cocciante, Battisti, ecc.). Pensi sia importante raccontarla anche in questi aspetti e quanto c’è di questo nei vostri testi dove sembra prevalere l’introspezione e la verità nuda e cruda, quella che non ha filtri?

I nostri testi sono completamente a-gender, ma sono convinta che la musica debba diventare sociale e parlare di tutti ed a tutti.
È sicuramente importante dare spazio alla figura femminile in generale, e ne avrebbe bisogno anche in ambito musicale: un semplice esempio? È rarissimo trovare una tour manager od una fonica. Dispiace perché sembra quasi che la donna debba sempre lottare un po’ di più per stare alla pari.

Quindi dei brani che rispecchiano te, in primis, e che includono tutte le generazioni…

Ci sono testi in cui molto spesso viene descritta la percezione del mio corpo come una gabbia, un continuo conflitto tra le due parti: quella del “sembro” e quella del “cosa sono realmente”.
Indubbiamente declinare un sentimento con tutte le sfumature che può avere permette di agganciare un bacino di persone molto più ampio, ma fin quando anche solo una persona si ritroverà in ciò che è stato scritto sarò ben felice di continuare a parlare.

Per me la musica è un’esigenza, il mio modo per dire proprio tutte quelle parole che normalmente non riesco a dire e per creare un contatto vero con le persone che ho intorno; è la via che mi libera dai pesi più duri.
Con certi temi, poi, non c’è età che regga; i testi sono un confronto aperto che ha l’obiettivo di far sentire gli altri un po’ meno soli.

In base alla tua esperienza, da ragazza quanto è difficile oggi farsi spazio nel mondo dello sport e cosa manca in Italia perchè si arrivi a non fare più distinzione tra calcio maschile e femminile?

Negli ultimi anni ci sono stati degli evidenti miglioramenti con l’introduzione del professionismo grazie anche ad atlete che hanno lottato per avere una risonanza, ma credo sarà difficile eliminare una volta per tutte queste barriere inutili. Introdurre una figura femminile che possa anche solo parlare di sport penso possa aiutare gli altri ad adattarsi a questo cambiamento.

Personalmente seguo ed apprezzo particolarmente il Barcellona Femminile e noto quanto in paesi come la Spagna la cultura calcistica in rosa sia differente e le stesse calciatrici siano diventate, ormai, delle vere e proprie icone. Certo è che viviamo in una società patriarcale dove la donna, purtroppo, viene spesso posta in secondo piano.
Al momento, per quanto riguarda la crescita del movimento in Italia, credo si stia andando verso la giusta direzione, ma mancano gli investimenti e viene naturale chiedersi “perché nel maschile si e nel femminile no?”.
Per arrivare ad una concezione professionista è necessario offrire a tutti gli stessi mezzi, senza distinzioni.

Gli imminenti progetti musicali di gruppo, invece, quali sono?

È un periodo di nuovi inizi: dopo una parentesi da indipendenti stiamo procedendo affiancati da una etichetta genovese che presenta idee molto simili rispetto al percorso artistico che vorremmo fare.
Diversi, quindi, i progetti in ballo, tra cui un mini-tour fissato per dicembre 2024 che ci vedrà fare tappa a Palermo, Siracusa e Messina. Non vediamo l’ora!

Un messaggio ai lettori di Calcio Femminile Italiano, a chi dà tanto per questo movimento ed a chi vorrà farlo per la sua crescita e valorizzazione generale.

È importante che ognuno esponga il proprio pensiero in merito, per il resto…mai smettere di credere nei propri sogni e lavorare per ciò cui vale veramente la pena!

Si ringrazia Benedetta Alessi e staff per la gentile concessione.

La LND in campo per la prevenzione con una nuova tappa con Komen Italia

Credit Photo: Federico Fenzi - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Un percorso condiviso da tempo quello dell’Area Responsabilità Sociale della Lega Dilettanti e Komen, promotrice del programma itinerante, Carovana della Prevenzione, con un comune denominatore: la prevenzione.

Domenica 17 novembre, infatti, si è svolta una nuova iniziativa, legata alla prevenzione del tumore al seno, nel corso della partita di calcio femminile, Montespaccato-Catania con la carovana di Komen che ha offerto, grazie al supporto della LND, 50 screening gratuiti per la prevenzione del tumore al seno.

Erano presenti anche Massimiliano Monanni, presidente dell’Asilo Savoia, Riccardo Masetti, che guida Komen e Luca De Simoni.

“Come LND  siamo impegnati in un percorso con Komen Italia che sottolinea da una parte quanto lo sport si associ alla prevenzione- dichiara Luca De Simoni, coordinatore Area Responsabilità Sociale della LND- e dall’altra, vuole essere anche un gesto di vicinanza al Montespaccato e alla sua comunità.”

“Siamo davvero grati e orgogliosi che la LND abbia scelto il Montespaccato Calcio quale sede di questa bellissima iniziativa a riconoscimento del ruolo sociale del Programma Talento & Tenacia. Promuovere la salute attraverso la prevenzione ha un grande valore educativo e in questo senso l’iniziativa di oggi rappresenta un esempio per tutte le nostre ragazze e ragazzi”, ha aggiunto Monnanni.

 

Primavera 2: Le capoliste giocano a tennis, ma Brescia e Lazio non le mollano

Credit Photo: Alessandra Marrappese - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

È cominciata la seconda fase del campionato di Primavera 2: un girone di ritorno che dovrebbe attrezzare le classifiche per quello ‘sprint’, che dovrebbe poi essere espletato nel corso del terzo periodo (dove le partecipanti saranno chiamate a giocare ancora tre partite in casa e tre in trasferta). In questa ottava giornata, comunque, non si sono registrate sorprese eclatanti, con risultati abbastanza prevedibili (almeno nell’esito finale, se non nel risultato specifico) alla vigilia.

Non hanno infatti avuto problemi le due capolista, Genoa e Cesena, che si sono imposte con divari alquanto ampi. Le “grifoncine” liguri non hanno rischiato nulla, nel testa-coda che le portava ad ospitare la cenerentola Pavia, nel girone A. Se ci trovassimo nel tennis, si potrebbe affermare che le rossoblù hanno stravinto un set. Il risultato finale parla infatti di un 6-0 in loro favore, con le marcature di altrettante protagoniste differenti: Ilaria Matzedda, Valeria Russo, Carlotta Lai, Asia Rota, Serena Mignini ed Arianna Juganaru.

Sempre restando nello sport caro a Jannik Sinner e Matteo Berrettini, il Cesena (primo della classe nel plotone B) di set se ne sarebbe aggiudicato addirittura due. Si è infatti chiusa sul 12-1, la trasferta bianconera in casa del fanalino di coda Vis Mediterranea: com’era purtroppo prevedibile (per la formazione di casa), con il contributo di ben tre triplette (ad opera di Bianca Grossi, Adele Pedrelli e Francesca Caligiuri) ed una marcatura singola (di Ambra Valbonesi), sulle spalle delle avellinesi è arrivata un’altra goleada, che le stesse ragazze di casa hanno però contribuito a completare con due autoreti.

Detto delle due reginette, possiamo passare ad analizzare i successi delle loro più immediate inseguitrici, Brescia e Lazio, che hanno invece prevalso di stretta misura sulle rispettive avversarie. Il Brescia, nel raggruppamento settentrionale, ha infatti restituito al Lumezzane la sconfitta per 1-0 che aveva patito all’avvio della stagione. La rete delle ‘rondinelle’, è arrivata per merito di Siria Menassi, una classe 2005 temporaneamente prestata all’under 19 per recuperare la forma dopo un infortunio.

La Lazio, nel concentramento centro-meridionale, è anch’essa andata a vincere in trasferta, ma allo stadio Moreno Gubbiotti di Narni (TR) il successo biancoceleste è arrivato per 2-1: è stata la rete di Gioia Livignani, a regalare la vittoria alle ragazze della mister Pamela Pace, dopo che la rossoverde Benedetta Senigaglia aveva pareggiato il primo vantaggio della “aquilotta” Sofia Mancini.

Nei restanti confronti di questo weekend (ricordiamo che, nei rispettivi gruppi, il turno di riposo spettava al Chievo Verona ed alla San Marino Academy), si sono vissuti i due brillanti successi casalinghi di Freedom Cuneo e Bologna. Nel primo, le ragazze piemontesi hanno avuto la meglio sull’ospitata Orobica Bergamo per 5-3, rafforzando così la loro terza posizione in classifica: trascinate dalle doppiette di Aurora Marengo e Nicole Sarale (la cinquina è stata poi completata dal gol di Martina Macagno) le padrone di casa hanno rimandato indietro, a mani vuote, le comunque combattive ospiti (a segno con Rebecca Medolago, Augustine Atobrah e Sara Amoroso).

Nel secondo caso, è stato invece il Bologna a regolare la visitante Res Roma VIII: le rossoblù emiliane, si stanno specializzando nel dominare i primi tempi, senza però riuscire a sfruttare il loro predominio: contro le capitoline, a siglare la rete del successo (1-0 sugli sviluppi di un calcio di punizione) è stata Gaia Djamine Benedetti, al 59’ di una ripresa molto più equilibrata rispetto alla prima frazione. Con questa vittoria, le ‘petroniane’ hanno anche agganciato le rivali al terzo posto della classifica.

A parte proprio il balzo in avanti del Bologna, le graduatorie non hanno subito grandi variazioni ed il compito di iniziare a sciogliere i dubbi, legati a promozioni e retrocessioni, sarà destinato alle prossime giornate di campionato.

Risultati Primavera 2 – girone A

Freedom CN            –         Orobica BG             5-3

Genoa                    –         Pavia                      6-0

Lumezzane             –         Brescia                   0-1

Riposa: Chievo Verona

Classifica

Genoa pt 19; Brescia 16; Freedom CN 13; Lumezzane 9; Orobica BG 7; Chievo VR 6; Pavia 0

 

Risultati Primavera 2 – girone B

Ternana                 –         Lazio                      1-2

Vis Mediterranea    –         Cesena                   1-12

Bologna                 –         Res Roma               1-0

Riposa: San Marino Academy

Classifica

Cesena pt 17; Lazio 14; Bologna e Res Roma 10; San Marino 9; Ternana 7; Vis Mediterranea 0

 

L’allenatrice Renée Slegers ed Emily Fox introducono il loro Arsenal in attesa della Juventus

In conferenza stampa alla vigilia di Arsenal Women vs Juventus, con il fischio d’inizio fissato alle ore 21 all'”Emirates Stadium”, l’allenatrice Renée Slegers e la calciatrice statunitense Emily Fox hanno rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti il match imminente contro le bianconere, che verrà giocato a distanza di pochissimi giorni dall’andata a Biella, al termine del quale le inglesi hanno firmato la sentenza di un sonoro 4 a 0 ai danni delle padrone di casa, salendo in cattedra nell’ultimo quarto d’ora, vissuto come un sogno da parte loro e come un incubo dalle Juventus Women.

L’allenatrice olandese, sulla panchina dell’Arsenal come tecnico ad interim, ha preso le redini di un formazione disorientata e bisognosa di cambiamenti, e ha dato una svolta al loro gioco e permesso altresì alla squadra di ritrovare quella fiducia che era venuta meno. Slegers ha innanzitutto dato molto spazio alle sue ragazze e dimostrato quanto si trovi bene alla loro guida con parole di apprezzamento: «Mi piace moltissimo lavorare con il Club e le ragazze, e sono felice dell’ambiente, delle ragazze stesse, dei fan e del fatto che al momento stiamo facendo bene”, ha rotto il ghiaccio, per poi focalizzarsi nello specifico su quanto fatto a Biella e su cosa si aspetta da domani a Londra: «Abbiamo analizzato il modo di giocare della Juventus, loro avranno fatto lo stesso con noi. Domani sarà difficile, la fase a gironi è al giro di boa, e giocare contro la stessa squadra dopo così poco tempo sarà impegnativo. La Juventus giocherà in un altro modo, sarà una partita totalmente diversa rispetto a quella dell’andata. Adesso ci conoscono molto bene, e noi conosciamo molto bene loro, è diventato anche un “tirare a indovinare” su cosa le nostre avversarie potrebbero fare, visto che dobbiamo prevedere come vorranno raggiungere il loro obiettivo. Abbiamo tre o quattro possibili scenari nella nostra testa, siamo pronte a tutto. Credo che, dal punto di vista di un’allenatrice, sia interessante sfidare lo stesso avversario dopo così poco tempo e pensare a come porsi per non farsi sorprendere. La partita contro la Juventus in trasferta è stata molto difficile. Hanno avuto la chance di segnare subito all’inizio, e le cose si sarebbero potute complicare. Sì, alla fine abbiamo portato a casa un bellissimo risultato, ma ci è costato davvero tantissimo ottenerlo, sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista psicologico, e quindi è stato un match molto, molto difficile per noi.»

Alcune parole sono poi state rivolte all’Arsenal come Club e al lavoro che la Società sta facendo per promuovere il calcio femminile e aiutarlo nel suo lento, ma costante, processo di crescita del movimento, prima di analizzare quei punti in cui la sua squadra, pur essendo molto competitiva e dalla rosa profonda, deve migliorare: «L’Arsenal Women è una squadra che mi ha sempre affascinato sin dalla sua fondazione, e uno dei motivi per cui sono venuta in Inghilterra; penso che dal punto di vista storico la squadra abbia aiutato moltissimo il movimento a crescere, e che continuerà a farlo anche in futuro. Ci saranno sicuramente delle sfide lungo il percorso di crescita, però siamo molto soddisfatti di quanto l’Arsenal ha fatto e sta facendo per il calcio femminile. Noi come squadra lavoriamo sempre sulle cose che non funzionano o che si potrebbero migliorare. Cerchiamo di studiare il nostro gioco e di valutare dopo quanto tempo si riuscirà a colmare qualche nostra mancanza. Stiamo lavorando moltissimo sulla lucidità sotto porta e in area di rigore, in allenamento stiamo cercando di concentrarci molto su questa fase di gioco, e penso che le ragazze stiano migliorando a vista d’occhio. Non siamo ancora al top, ma sono fiduciosa che in futuro le cose andranno ancora meglio.»

Anche Emily Fox, titolare nella partita di andata contro le Juventus Women, ha avuto occasione di esprimere parole di riconoscenza nei confronti dell’allenatrice e del gruppo squadra che si è creato: «Abbiamo molta fiducia in noi stesse e l’una nell’altra e viviamo insieme, come squadra, ogni match. Tutte le partite sono difficili, e ogni partita è una sfida di per sé. Dobbiamo sfruttare le occasioni e giocare la nostra partita facendo tutto il possibile. Renée e ci ha restituito molta fiducia, come squadra lavoriamo molto meglio e sempre insieme, non c’è nessuna di noi che pensi soltanto a se stessa. Al momento, siamo concentrate sul presente e sulla partita che avremo domani.»
In ultimo, la calciatrice ha sottolineato quanto la presenza di un “fuoco amico” sugli spalti di uno stadio così importante possa ulteriormente dare una spinta alla squadra in una partita difficile e dal peso che ha quella contro la Juventus in ottica Champions e qualificazione: «Giocare agli Emirates è stato sensazionale. Al nostro debutto avevamo già molti tifosi a sostenerci, e la volta dopo erano quasi raddoppiati, ma alla fine il numero di tifosi non conta. Non è importante quanti tifosi hai, perché loro fanno sempre e comunque la differenza per noi, e di certo giocare a casa, nel nostro stadio, davanti a chi ci sostiene ci darà la carica di cui abbiamo bisogno. Sarà un match difficile per tutte e due le squadre, e quindi avere il plus del sostegno da parte dei tifosi sarà importantissimo.»

Milan ospite al Soccerex Miami 2024 tra policy di maternità, giovanili femminili e crescita del movimento

Photo Credit: AC Milan

Per celebrare il 125° anniversario dell’AC Milan, la società è stata protagonista del Soccerex Miami 2024, principale evento globale dedicato al business del calcio, svoltosi il 13 e il 14 novembre.

Durante il contesto del panel “Game Changers” è intervenuta sul palco la Head of Women Football dei rossoneri, Elisabet Spina. L’ex calciatrice ha trattato diversi argomenti che riguardano la visione e i progetti del Settore Femminile della società milanese: dall’innovativa policy di maternità per le calciatrici e le responsabili dello staff tecnico alla tutela e lo sviluppo delle giovanili femminili fino ad arrivare all’analisi delle nuove opportunità di crescita per tutto il sistema calcistico femminile italiano.

All’inizio di questa stagione, il Milan ha introdotto una nuova politica che tutela le gravidanze delle tesserate e la crescita dei figli grazie al rinnovo contrattuale alle stesse cifre, in modo che le giocatrici o i membri dello staff non debbano sacrificare la propria carriera per sostenere la loro vita privata. Spina ne ha parlato così: “In quanto Milan, sentiamo la responsabilità di rappresentare un Club leggendario, non soltanto sul terreno di gioco. Per questo, ogni anno il nostro Settore Femminile si propone di realizzare un progetto speciale per contribuire a un’evoluzione positiva per tutto il mondo del calcio. In questo caso, il nostro obiettivo era quello di mettere le tesserate in condizione di non essere obbligate a scegliere tra la loro vita privata e quella professionale, ed è la prima volta in assoluto che un club di calcio garantisce formalmente il rinnovo automatico alle calciatrici che iniziano una gravidanza con il contratto in scadenza. Oggi, con questa nuova policy, si può finalmente pensare di avere dei figli senza dover abbandonare la propria carriera: così si rivoluziona il modo in cui le future generazioni potranno concepire e programmare la propria vita dentro e fuori dal campo”.

Per quanto riguarda i settori giovanili, la società rossonera è stata finalista agli ECA Awards, una manifestazione che premia i club che hanno avuto un’influenza positiva anche extracalcistica. Spina è intervenuta in questo modo: “Per il calcio femminile italiano, un momento di svolta è arrivato nella stagione 2015/16, quando la Federazione ha stabilito che tutti i club che avessero voluto iscrivere la propria squadra maschile a una competizione professionistica avrebbero dovuto investire nel proprio Settore Giovanile femminile. Oggi, grazie a un percorso virtuoso, abbiamo sei squadre tra l’under 10 e l’under 19 che utilizzano le stesse strutture dei coetanei maschi – quando ero giovane io, sarebbe stato impossibile da immaginare –, la nostra Primavera lo scorso anno ha vinto lo Scudetto e quest’anno tante di quelle calciatrici sono arrivate a giocare nella nostra Prima Squadra. Le barriere sono cadute. Abbiamo scelto di offrire loro le stesse opportunità dei ragazzi in termini di professionisti, infrastrutture, educazione, e attraverso il nostro progetto di tutela e sviluppo del talento giovanile attraverso pari opportunità abbiamo rilevato come questo abbia portato grandi benefici non soltanto alle nostre calciatrici, ma anche ai nostri calciatori. Nel quotidiano, a scuola, e chiaramente il tutto si riflette anche sul campo. Siamo davvero felici che ECA abbia riconosciuto il valore di questo progetto. Il calcio femminile ha provato a lungo a seguire i passi del maschile, ma in futuro potremo aiutarci a crescere a vicenda. Per le generazioni più mature potrà sembrare strano, ma per i giovani è qualcosa di normale: dopotutto, questi ragazzi vivono insieme, utilizzano gli stessi centri sportivi, sono seguiti dagli stessi professionisti, e così via”.

Infine, la Head of Football Women del Milan, Spina, ha voluto esprimere le proprie opinioni sulle ulteriori opportunità di crescita del movimento calcistico femminile, che ha sostenuto poter essere la base per lo sviluppo di altri sport femminili in Italia: “Nel nostro paese, le calciatrici sono ancora oggi le uniche atlete professioniste. Questo significa che in questo momento il calcio può diventare un modello da seguire per gli altri sport. Stiamo crescendo, ma c’è ancora del lavoro da fare su alcune tematiche specifiche. Rispetto ad altre nazioni, per esempio, in Italia manca una lega che si prenda cura delle necessità delle squadre. Anche il format del campionato è in discussione e nella prossima stagione cambierà rispetto a quello a cui siamo stati abituati di recente. Poi c’è il regolamento sulle calciatrici cresciute all’interno del proprio Settore Giovanile, che probabilmente non lascia abbastanza spazio per le calciatrici internazionali che vorrebbero giocare nel nostro campionato. Ci sono i diritti tv, che negli ultimi anni sono stati divisi in parti uguali, a prescindere dagli investimenti effettuati. Possiamo dire che, in questo periodo, si sta cercando di trovare un equilibrio su molti aspetti diversi e che, se nei primi anni avere un Settore Femminile non era un progetto sostenibile, ora lo si inizia a considerare un vero e proprio investimento. Come Club, noi investiamo sempre per raggiungere risultati a lungo termine. Non soltanto in campo, ma anche per costruire qualcosa di importante per le future generazioni”.

Alessandro Spugna, AS Roma: “Fino al 75′, abbiamo gestito bene la situazione, poi non ci siamo riuscite”.

Credit Photo: Emanuele Colombo- Photo Agency Calcio Femminile Italiano
Alessandro Spugna, tecnico della Roma, al termine della gara di Women’s Champions League svoltasi a Lione, che ha visto le capitoline uscire sconfitte dopo una buona gara, attraverso i canali ufficiali del Club, ha dichiarato: “Siamo molto contenti di questi 75 minuti, perché sono stati 75 minuti di grande attenzione, di grande applicazione, di grande coraggio. Abbiamo gestito meglio la palla rispetto all’andata, e questo ci ha permesso di limitare le azioni del Lione, ma soprattutto di creare qualcosa in più. Abbiamo sviluppato un’azione quasi perfetta, che ha portato al gol. Sono stati 75 minuti di ottimo livello. Poi è chiaro che loro hanno spinto, hanno creato tanto dalle palle inattive, come all’andata. Questo ci è costato caro. Quando hanno tanti centimetri in più, tanti chili in più, diventa tutto difficile. Nel primo tempo, e fino al 75′, abbiamo gestito bene la situazione. Poi non ci siamo riuscite”.
Una gara che ha visto un buon primo tempo, magari con poco gioco ma finalizzato a portare a casa anche un risultato di parità (che non avrebbe guastato) ed un secondo tempo che le ha viste, anche solo per un attivo, in vantaggio con Giulia Dragoni (grande merito). C’è più rammarico per un risultato che avrebbe potuto essere diverso o soddisfazione per una squadra che ha saputo tenere testa al Lione? “Quando perdi, c’è sempre un po’ di rammarico. Ma portiamoci via questi 75 minuti giocati a un ottimo livello. Ci fanno ben sperare per la partita di Wolfsburg, perché penso che diventerà decisiva per il girone”.

Ora c’è un altro match per chiudere questa parte di stagione: con il Sassuolo. Sarà anche quella una gara importante. “Sì, afferma Spugna in chiusura, in campionato dobbiamo continuare a fare 3 punti. Il Sassuolo ha fatto un ottimo risultato a Biella contro la Juventus, e sarà quindi motivato, carico. Dobbiamo portarci via questi 75 minuti. Non dobbiamo abbassare la testa, ma alzarla: dobbiamo arrivare a Sassuolo con grandi motivazioni per fare un grande risultato e continuare la rincorsa”.

Federica Clerici, Bellinzago: “La nostra forza? Il gruppo. Stiamo trovando un equilibrio”

Photo Credit: Bulé Bellinzago

La formazione neopromossa sta facendo i conti con la complessità della categoria: una partenza lenta che non sta, però, scalfendo la lungimiranza di un progetto basato sulla crescita generale dove il risultato è importante ma non prioritario.
Negli ultimi due week-end la novarese ha recuperato terreno dopo la caduta davanti alle lombarde della Pro Sesto, tra le navigate del girone. Sei i punti raccolti in tali circostanze che hanno portato la squadra direttamente a chiudere la decima posizione in classifica.

Con grande piacere abbiamo coinvolto una delle pedine del Bellinzago nel discorso campionato: ecco, infatti, cosa ci ha svelato la classe ’94 Federica Clerici, confermatissimo contributo di centrocampo per la stagione in corso.

La competitività rispetto allo scorso anno in Eccellenza è totalmente differente; nel campionato di serie C ci sono squadre molte attrezzate che partecipano a questo campionato già da molti anni e quindi sono sicuramente più abituate ai ritmi di questa categoria. Noi inizialmente abbiamo faticato a prendere il ritmo ma ora stiamo trovando un buon equilibrio che ci permetterà sicuramente di toglierci tante soddisfazioni“.

La stessa calciatrice ha poi proseguito con le ambizioni individuali per l’annata 2024/2025: “Il mio obiettivo personale è quello di dare sempre il 100% per aiutare la squadra ad arrivare il più in alto possibile in classifica.
La nostra forza in questi anni è sempre stata il gruppo ed in questa stagione abbiamo creato un bellissimo ambiente anche con le nuove arrivate“.

A concludere la chiacchierata le osservazioni sulle ultime dispute archiviate e gli obiettivi per quella imminente:Domenica scorsa con il Pietrasanta abbiamo preparato la partita nei minimi dettagli e siamo riuscite a mettere in pratica tutte le cose provate in settimana, siamo state aggressive ciniche e abbiamo sbagliato veramente poco; sicuramente è stato un segnale di ulteriore crescita della squadra.
Con il Sedriano sarà sicuramente una partita importante in quanto vogliamo dare continuità alle ultime prestazioni positive e distanziarci dalla zona play out!“.

Si ringrazia Federica Clerici e la società tutta per la gentile concessione.

La Roma sfiora l’impresa a Lyon, in vantaggio con Giulia Dragoni, ma cede nel finale

Credit Photo: Emanuele Colombo - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

La AS Roma femminile ritorna a giocare in Champion’s League, a sette giorni dal primo incontro contro l’ Olympique Lyon, e questa volta sul difficilissimo campo esterno dello “Groupama Stadium”. Dopo la sconfitta per 3-0 dell’andata, l’obiettivo è fare risultato per tenere a distanza il Wolfsburg (attualmente a pari punti), per poi giocarsi tutto in Germania e chiudere contro il Galatasaray.

In una gara dove la Roma non ha nulla da perdere, l’obbiettivo è giocare a viso aperto, e le ragazze di Alessandro Spugna leggono benissimo il gioco: affondo di Di Gugliemo, dopo una cavalcata di sessanta metri, che viene stesa al limite; punizione di Manuela Giugliano fuori di un soffio. Ottimo approccio, senza paura, con un centro campo che chiude ogni manovra delle padroni di casa. Solo alla mezz’ora Chawinga riesce a portare il suo destro veros la porta di Ceasar, ma la sfera è sotto controllo. Poco dopo è ancora la fuori classe francese a colpire di testa un cross teso in area piccola ma la palla vola alta sulla traversa. Le giallo rosse riescono a manovrare bene il pallone ma peccano nelle finalizzazioni: un solo tiro di Thogersen, a lato, impensierirà Endler; ma la cosa più importante è che il primo tempo si chiude sullo 0 a 0.

La ripresa parte con le stesse undici, ma con la stessa grinta e determinazione dei primi quarantacinque minuti, ottimi giri palla ed un gioco più di testa che di gambe a fare correre il pallone ed avversarie cercando di tenere alto il baricentro. Al giro dell’ora il possesso palla è pari, come il risultato, ed il tecnico giallo-rosso sempre in piedi ordina la calma. Le capitoline sembrano stanche, ed a volte regalano palla alle avversarie sulle ripartenze, ma l’ottima chiusura delle retrovie da parte di Linari e Di Guglielmo mantengono tutto in equilibrio. Il pubblico carica le sue ragazze, nella fredda serata di Lione, ma a scaldare gli italiani ci pensa al 74′ Giulia Dragoni (subentrata a Giacinti): prima sua rete in Champions, e vantaggio della Roma.

Il Lyon assedia l’area giallorossa, e dopo appena tre minuti, riporta con Diani il punteggio sulla parità. Gol che pesa, poichè sull’azione sucessiva al 79′, dapo un calcio d’angolo, la sfera giunge è ancora Kadidiatou Diani, quarta  rete in due gare, porta in vantaggio le padrone di casa. Allo scadere, affaticate e sopra tutto affrante le capitoline concedono la terza rete, alla neo entrata Le Sommer; ed a Wendie Renard il definitivo 4 a 1.

Una sconfitta che pesa, con una Roma guerriera che esce a testa alta, ma che poteva fare l’impresa sul difficile campo francese. Lyon qualificato al turno successivo e Roma che dovrà andare in Germania, contro il Wolfsburg, a giocarsi il passaggio turno.

IL TABELLINO:

Lyon 4 – Roma 1

Reti: 74′ Dragoni (R), 77′ 79’Diani (L), ’89 Le Sommer, 90+2′ Renard.

LIONE (4-4-2) Endler; Carpenter, Gilles, Renard, Svava: Horan, Marozsan, Egurrola, van de Donk; Chawinga, Dumornay. All.: Joe Montemurro

A disp.: Belhadj, Ammar, Huerta, Bacha, Majri, Dabritz, Le Sommer, Diani, Sombath, Sylia, Becho, Mendy.

ROMA (4-5-1) Ceasar; , Linari, Cissoko, Minami; Thøgersen, Giugliano, Kumagai, Troelsgaard, Di Guglielmo, Giacinti, Haavi. All.: Alessandro Spugna

A disp.: Kresche, Merolla, Viens, Aigbogun, Dragoni, Corelli. Glionna, Hanshow, Greggi, Pandini.

Max Canzi, Juventus Women, alla vigilia della partita contro l’Arsenal: “Dobbiamo dimostrare che non siamo il risultato dell’andata!”

Photo Credit: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Le Juventus Women, dopo il pareggio casalingo contro il Sassuolo che ha lasciato loro l’amaro in bocca, si apprestano ad affrontare l’Arsenal per il primo match di ritorno nel girone di Champions, che all’andata, meno di due settimane fa, ha vinto in casa delle bianconere a Biella dopo una prova di forza che ha portato le inglesi a segnare 4 reti senza incassarne nessuna, di cui tre nell’ultimo quarto d’ora di gioco dopo il blackout generale della squadra.

Il tecnico della Juventus Massimiliano Canzi ha dunque rilasciato alcune dichiarazioni alla vigilia. In primo luogo si è soffermato sul pareggio in campionato, arrivato al termine di una prestazione nient’affatto brillante di tutta la squadra, che può dunque vedere il pareggio come una risorsa per imparare: «Le ragazze hanno capito che avrebbero potuto gestire la partita in maniera diversa. Uno dei pochi vantaggi, quando le cose non vanno per il verso giusto, è che s’individuano più facilmente gli errori, e quindi ci si può lavorare meglio», ha detto in apertura, per poi ammettere che la formazione è ancora in divenire, nonostante ci sia qualche idea: «Come sempre, quando ci sono delle partite ravvicinate, bisogna vedere chi recupera: una partita ha un impatto molto forte sul fisico delle atlete. Detto questo, una formazione ce l’ho in mente, ed è comunque possibile che qualcosa si cambi.»

La gara d’andata contro l’Arsenal è stata fortemente compromessa da un ultimo quarto d’ora infernale per le bianconere, che hanno sofferto un evidente calo mentale capace di portarle a un tracollo sia nel risultato, sia nell’atteggiamento, e la squadra si è preparata, nonostante il poco tempo che intercorre tra le due gare, perché non succeda la stessa cosa a Londra: «Rispetto alla gara del girone d’andata dovremo essere molto più concreti e sfruttare le occasioni che e se si presenteranno; allo stesso tempo, dovremo essere bravi a rimanere in partita per più tempo. All’andata siamo rimasti in partita per 75 minuti, dopodiché dopo il goal del 2 a 0 e adesso dobbiamo, nonostante la forza dell’avversario, riuscire a farlo.»

L’allenatore ha dunque provato a ipotizzare i papabili “assi nella manica” delle londinesi per fare risultato: «Per il modo di essere e per la loro filosofia di gioco, mi aspetto un Arsenal che faccia il suo calcio, quindi una partita simile a quella dell’andata come impostazione, proprio perché hanno un’identità ben precisa e vorranno mettere in gioco tutti i loro punti di forza» ha dichiarato, e contro una squadra così forte e dalla rosa così importante, è dunque fondamentale non farsi prendere dalla frenesia, non lasciare scoperta nessun centimetro di campo, e concedere il meno possibile: «Non la dobbiamo affrontare all’arrembaggio, la forza delle nostre avversarie ci ha fatto capire che quello non è il modo giusto. Dobbiamo affrontarle cercando un equilibrio, facendo attenzione alla fase difensiva e sfruttando le nostre armi, che sappiamo bene quali sono, soprattutto in campo aperto. Nella partita contro il Paris Saint-Germain sapevamo di avere un doppio vantaggio, e l’abbiamo vissuta diversamente. Siamo consapevoli che sia da dentro o fuori, come saranno anche le successive, se il risultato dovesse essere positivo, però siamo anche consapevoli della nostra forza, delle nostre qualità.»

«Dopo il goal del 2 a 0 abbiamo perso un po’ l’autostima, e le due reti ci hanno messo in ginocchio. All’andata abbiamo avuto un’occasione importantissima al 65′. Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, ma se avessimo fatto quel goal probabilmente la partita sarebbe andata diversamente», ha affermato convinto, riponendo nuovamente fiducia nelle sue ragazze, prima di dedicare qualche parola allo stadio che accoglierà la Juventus e al desiderio di riscatto, conscio del ruolo chiave del match per il futuro nella competizione: «Siamo molto desiderosi di giocare questa partita importantissima, che ha una serie di significati molto importanti per noi, non ultimo che non siamo quelli del risultato dell’andata, e sicuramente giocare in questo stadio per tutti noi credo che sia un’esperienza importantissima sia per chi l’ha già fatto, sia per chi non l’ha mai fatto. Fare allenamento qui stasera è una scelta ben precisa che va in questa direzione.»

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