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L’egemonia del Città di Falconara prosegue: travolto lo Statte, Supercoppa-bis in bacheca

Annata nuova, vita vecchia. La stagione 2022-23 dei trofei inizia esattamente come era finita, con il Città di Falconara ad esultare per un altro titolo in bacheca, la sua seconda Supercoppa consecutiva, sesto trofeo in appena due anni, sette considerando lo scudetto di un Under 19. Un’autentica egemonia.

IL CAMPIONATO ERA STATO CHIARO con una classifica che non ammetteva molte repliche, e i 19 punti di distacco si sono visti tutti al PalaCesaroni di Genzano. Le campionesse d’Italia, che in campionato devono recuperare tre punti alla capolista TikiTaka Francavilla, sono in palla, le finaliste della scorsa Coppa Italia, terzultime, in crisi piena: così la finale comincia e di fatto termina nell’arco di 18”, il tempo che intercorre fra l’1-0 di Taty e il raddoppio dell’Azzurra Ferrara. L’uno-due mette in discesa la diciassettesima finale dell’ambito trofeo, il guizzo di Pato – già donna della Provvidenza in Coppa Italia – cala il tris all’intervallo.

NEL SEGNO DI PATO anche la ripresa. Passa dai piedi di Nona la risposta che salva l’orgoglio dello Statte, ma il “papero” non ammette repliche e fa subito bis. Stoccata e allungo, questa volta definitivo. Neanche il power-play rossoblù, infatti, si rivela efficace: le citizens continuano a collezionare occasioni che l’eterna Margarito sventa in collaborazione con i legni(tre quelli centrati nel corso del match), fino alla doppietta ravvicinata di Pato che esulta braccia al cielo. Il 6-1 alla sirena dà il via alla festa di un Falconara pigliatutto sotto gli occhi dell’Under 19 delle Falchette, che domani avrà la possibilità di imitare Ferrara & co.
La Supercoppa non si muove dalle Marche, sede dell’imminente European Women’s Futsal Tournament in cui sarà proprio il Falconara a portare in alto il grande futsal italiano.

CITTÀ DI FALCONARA-ITALCAVE REAL STATTE 6-1 (3-0 p.t.) 
CITTÀ DI FALCONARA: Dibiase, Taty, Pereira, Ferrara, Dal’Maz,
 Scoponi, Praticò, Rozo, Sabbatini, Pirro, Taina, Polloni. All. Neri

ITALCAVE REAL STATTE: Margarito, Pascual, Schmidt, Nona, Bruninha, Russo, Gutierrez, Convertino, Marangione, Discaro, Bergamotta, Linzalone. All. Marzella

MARCATRICI: p.t. 4’18” Taty (F), 4’36” Ferrara (F), 19’32” Dal’Maz (F), s.t. 1’28” Nona (I), 7’36” Dal’Maz (F), 16’56” Dal’Maz (F), 18’34” Dal’Maz (F),

AMMONITE: Schmidt (I)

ARBITRI: Martina Piccolo (Padova), Simone Zanfino (Agropoli), Fabio Pozzobon (Treviso) CRONO: Angelo Bottini (Roma 1)

ALBO D’ORO 2005 Real Statte, 2006 Real Statte, 2007 Pescara, 2008 Real Statte, 2009 Real Statte, 2010 ISEF Poggiomarino, 2011 Montesilvano, 2012 Pro Reggina, 2013 Sinnai, 2014 Lazio Femminile, 2015 Ternana, 2016 Montesilvano, 2017 Olimpus, 2018 Montesilvano, 2019 Kick Off, 2020 non assegnata, 2021 Città di Falconara, 2022 Città di Falconara

Serie A TIM: la Juventus batte 4-2 la Roma e si porta a -3 dalla vetta, il Como espugna il Ferraris

Credit Photo: Maurizio Marocco

La 12ª giornata di Serie A Tim, l’ultima del 2022, si chiude con la vittoria della Juventus nel big match con la Roma e quella del Como sul campo della Sampdoria. Alla vigilia della sosta natalizia si accorcia la classifica del campionato 22/23, che ora vede le giallorosse sempre in testa a 30 punti, con le bianconere che inseguono a 27. Anche nella parte bassa, in virtù del successo del Como, gli equilibri cambiano: fanalino di coda resta il Parma a sei, ma sono quattro ora le formazioni che occupano la penultima posizione a 10: Como, Sampdoria, Pomigliano e Sassuolo.

Nel big match del Tre Fontane parte forte la Roma, che sblocca il punteggio al 2’: cross di Giugliano dalla destra, retroguardia bianconera scavalcata e rasoterra millimetrico di Serturini, che deposita il pallone alle spalle di Peyraud-Magnin. La Vecchia Signora però, dopo una traversa di Gunnarsdóttir, pareggia il conto con Beerensteyn, che sfrutta una spizzata di testa dell’islandese, brucia Minami e batte Ceasar al 14′. La gara è vivace e il fronte si capovolge velocemente, ma al 38’ la Juve completa la rimonta grazie alla zampata vincente di Girelli sugli sviluppi di un calcio di punizione molto contestato. A inizio ripresa le padrone di casa trovano subito il 2-2: traversone di Haavi da destra, Peyraud-Magnin respinge con i pugni e il pallone arriva a Minami che scarica per Giacinti; palo dell’ex Milan, ma sulla ribattuta Andressa non sbaglia. Lo stadio gremito si infiamma e accompagna il forcing giallorosso, ma al 67’ è di nuovo la Juve ad andare a bersaglio: Grosso imbecca Beerensteyn in profondità, l’olandese salta Wenninger e con un destro a giro supera Ceasar. Le capitoline, tentando di sfruttare le forze fresche dalla panchina, provano a riportare il punteggio in parità; ma al 79’ l’indomabile Grosso mette il sigillo sulla gara battendo Ceasar dopo una serie di rimpalli. Termina 4-2 lo scontro diretto tra la squadra di Spugna e quella di Montemurro, che salutano al primo e secondo posto il 2022 e in settimana affronteranno gli impegni in Women’s Champions League prima della sosta natalizia.

Si chiude nel peggiore dei modi quest’anno solare invece per la Sampdoria, che nella prima storica gara al “Ferraris” perde il lunch match contro il Como. Le blucerchiate, davanti a più di 1000 tifosi che per tutti i 90’ hanno accompagnato le giocatrici in campo con cori e bandiere, vanno due volte vicino al vantaggio con Baldi nei primi 20′, ma al 26’ subiscono la rete delle lariane: flipper sulla trequarti e dopo una serie di tentativi va a segno Karlernäs, che non sbaglia e porta avanti le compagne.

Al 39’ le undici di Cincotta hanno un’occasione d’oro per riportare il match in parità: l’arbitro vede un tocco di mano molto dubbio nell’area comasca e indica il dischetto tra le proteste delle ospiti. Rincón si incarica della battuta ma la conclusione della colombiana è fuori misura e il pallone si impenna sopra la traversa. Nella ripresa, nonostante i cambi di Cincotta, sono le lombarde a costruire le chance più nitide – a partire dalla traversa di Pavan al 54’. Per le liguri invece le offensive più pericolose arrivano nel quarto d’ora finale – sempre con Baldi e Rincón protagoniste – ma il punteggio al triplice fischio premia il Como, che conquista il primo successo in trasferta in Serie A e il primo clean sheet nel massimo campionato.

Ma gli anticipi del sabato si sono rivelati ricchi di spunti e di gol pesantissimi che hanno continuato a cambiare la parte alta della classifica, in attesa della sfida tra prima e seconda della classe.

In tal senso è da sottolineare il poker della Fiorentina contro il Parma al Tardini. Successo largo ma soprattutto fondamentale per la squadra viola che si è portata momentaneamente al secondo posto, a +1 sopra la Juventus. Un risultato interessante anche per ribadire che in vetta nulla è scontato, anzi. La Fiorentina non segnava almeno quattro gol in una trasferta di Serie A dal 26 settembre 2021 (6-1 vs Lazio); non solo, non vinceva due trasferte di fila in una singola stagione di Serie A dall’ottobre 2021 (vs Lazio e Verona). Insomma, la Fiorentina non poteva chiudere meglio questo 2022. E al Tardini la squadra viola ha iniziato la gara subito forte, con le crociate presto impegnate a chiudere tutti gli spazi per provare a contenere le iniziative delle ragazze di Patrizia Panico. Ma anche il Parma non ha rinunciato ad offendere e dopo nemmeno dieci minuti è stata la difesa viola a dover respingere un tentativo di Bordin. Tuttavia le ripartenze della Fiorentina sono state più concrete e al 12′ si è registrato il primo vero brivido per il Parma con la traversa colpita da Parisi. Non sono mancate le chance di andare in vantaggio ma a volte la concretezza sotto porta sì. Anche in un’altra occasione, quando Johannsdottir (servita da Boquete) ha inquadrato bene lo specchio della porta ma ha trovato la pronta risposta di Capelletti. Ma è stata solo questione di minuti e l’islandese ha trovato la rete al 38′, di precisione, ottenendo il massimo dall’assist di Longo.

Il primo tempo dunque è terminato con il vantaggio viola e la seconda frazione ha visto ancora la Fiorentina protagonista, con un Parma a tratti in difficoltà sia nel contenere le avversarie, sia nel rendersi davvero pericoloso. Infatti al 57′ ecco il raddoppio delle ospiti su calcio di rigore. Jelencic ha atterrato in area Kajan ed è poi stata proprio la numero 11 a prendere il pallone e a calciarlo dal dischetto. L’esterna viola ha così battuto Capelletti e permesso alla Fiorentina di portarsi sul 2-0 al Tardini. Kajan si è confermata una garanzia in esterna: la giocatrice viola infatti ha segnato fuori casa quattro delle sue cinque reti in questo campionato e, per la prima volta in Serie A, ha trovato la rete in due presenze di fila. Non solo, al 70′ ha anche fornito l’assist per il tris firmato da Boquete. Statistiche aggiornate nuovamente: dopo questo match Kajan ha preso parte a otto gol finora (cinque reti, tre assist), tra le giocatrici straniere meno solo di Tabitha Chawinga (13) in questo campionato. Ma la sfida si è chiusa con il poker viola e con la doppietta di Johannsdottir, in gol per la seconda volta al 75′. Un bel momento per la calciatrice islandese che dunque ha segnato due reti e fornito un assist nelle ultime due presenze in Serie A mentre nelle prime 10 gare giocate nella competizione non aveva partecipato ad alcuna rete. Si è aggiunta inoltre alla lista di marcatrici viola della stagione, diventando la decima diversa della Fiorentina in questa Serie A; le viola sono due delle tre squadre (con Juventus e Milan) con almeno 10 giocatrici in rete. Fiorentina dunque seconda in classifica al momento e cooperativa del gol, a differenza del Parma che non è riuscita ad abbandonare l’ultimo posto della graduatoria.

Ma la 12ª giornata di Serie A Tim si è aperta al Comunale di Palma Campania per il match tra Pomigliano e Inter. Nel primo tempo, nonostante si sia chiuso sullo 0-0, non sono mancate le occasioni da entrambe le parti ma nessuna delle due squadre è riuscita a concretizzarle. Dopo appena 5 minuti di gioco il primo tiro nello specchio è stato dell’Inter con Kristjansdottir che ha girato in porta di testa un cross partito da calcio d’angolo ma Cetinja ha parato senza troppa apprensione. Poi un altro brivido per il Pomigliano, stavolta per la conclusione liberata da Pandini; ma ancora una volta Cetinja si è fatta trovare pronta su questo tiro e sulla successiva ribattuta di Ajara Njoya (anche se in questo caso l’arbitro aveva fermato tutto per posizione di fuorigioco). Momento brillante dell’Inter con Pandini ispirata che al 15′ ha provato a servire Simonetti ma la compagna non è riuscita ad agganciare il pallone. Ribaltamento di fronte e dopo 20 minuti di gioco è arrivato il primo tiro in porta del Pomigliano con Taty che ha liberato la conclusione dalla distanza, trovando tuttavia la risposta puntuale di Durante. L’Inter comunque ha continuato ad essere propositiva, anche se nella prima frazione è mancata la giusta concretezza sotto porta. E al 28′ le nerazzurre hanno costruito un’altra potenziale occasione con Robustellini che ha girato il pallone in area ma van der Gragt non è riuscita ad impattare la sfera. Possibilità sciupata dalla squadra di Guarino come quella costruita con un’azione bella e corale ma non concretizzata al 40′ da Karchouni che sotto porta ha fallito l’occasione del possibile 1-0 nerazzurro.

Il secondo tempo si è aperto con gli stessi ritmi della prima frazione ma l’Inter è riuscita a trovare la via del gol con la solita Chawinga. E al 54′ è arrivata la rete dello 0-1 grazie ad una girata precisa nel cuore dell’area del Pomigliano prima di concludere con il mancino che ha spiazzato Cetinja. Chawinga dunque si è rivelata ancora una volta decisiva per la squadra di Guarino. Al 65′ è andata di nuovo vicina al gol facendosi trovare ancora nell’area del Pomigliano ma, servita da Njoya, ha voluto tentare un dribbling di troppo e ha perso il pallone poi spazzato via dalla difesa avversaria. Ma la doppietta era nell’aria ed è arrivata puntuale al 76′, grazie all’assist di Sonstevold e ad una spizzata di testa repentina e imprendibile. Una conclusione su cui Cetinja non ha potuto nulla e che di fatto ha consegnato la vittoria all’Inter. Da sottolineare le statistiche di Tabitha Chawinga che è diventata la prima giocatrice capace di segnare in ciascuna delle prime cinque trasferte giocate in Serie A, tra le calciatrici che hanno esordito nelle ultime tre stagioni nel massimo campionato italiano. L’attaccante nerazzurra è arrivata a quota 9 reti realizzate in Serie A, sette delle quali sono arrivate in trasferta. Non solo, Chawinga è diventata inoltre la prima nerazzurra in grado di realizzare due marcature multiple fuori casa nella competizione, dopo quella dell’11 settembre 2022, contro la Juventus.

Inutile ai fini del risultato infatti il gol di Martinez al quarto minuto di recupero ma bella l’azione, innescata da Amorim che con la punta dello scarpino ha servito la compagna che prima si è sistemata il pallone e poi ha lasciato partire il destro a giro imprendibile per Durante. L’Inter è diventata così l’unica avversaria contro cui Ana Martinez ha messo a segno più di una rete in Serie A (2). Una rete che tuttavia è arrivata tardi e non è bastata al Pomigliano per evitare il ko. L’Inter invece ha ritrovato il successo che le mancava in Serie A dallo scorso 15 ottobre contro il Milan; inoltre, si è confermata l’unica formazione imbattuta fuori casa nel torneo in corso, grazie a tre successi e quattro pareggi.

E ha sorriso anche l’altra sponda di Milano, quella rossonera grazie al successo di misura contro il Sassuolo. Alla squadra di Maurizio Ganz è bastata la rete di Asllani, al volo e col destro su assist di Mascarello, dopo poco più di 40 secondi di gioco. Un gol-lampo (il suo settimo stagionale) che ha inizialmente stordito il Sassuolo, al quale comunque non sono mancate le occasioni per poter riaprire la sfida. Il gol fulmineo di Asllani però è stato solo il secondo gol del Milan segnato al primo minuto di gioco nella Serie A femminile, dopo quello realizzato da Valentina Giacinti il 29 gennaio 2020 contro la Pink Bari. Non una novità insomma per le rossonere ma sicuramente un sigillo pesante che ha permesso al Milan di tenere il passo di Inter e Fiorentina e di staccare ancora il Sassuolo in classifica (ora a -9). Il primo tempo è proseguito senza altre reti ma soprattutto con il tiro di Piemonte che si è stampato sul lato esterno della rete. A conferma che il Milan ha più volte provato a chiudere definitivamente la partita. Nella seconda frazione il gioco è proseguito con guizzi da entrambe le parti e al 55′ un altro brivido ha impensierito non poco la difesa rossonera con un pallone pericoloso che ha attraversato tutta l’area di rigore e sul quale Monterubbiano non è riuscita ad avventarsi con i tempi giusti. Al 70′ poi è stata la traversa ad impedire al Milan di raddoppiare. Soffia è andata a un passo dal realizzare un eurogol: dalla destra la numero 20 rossonera ha lasciato partire un tiro-cross insidiosissimo che stava per spiazzare clamorosamente Lonni ma il pallone si è stampato sul legno alto che di fatto ha salvato il Sassuolo. Questa sfida del Ricci si è chiusa dunque con l’1-0 del Milan che per la prima volta ha vinto una trasferta contro il Sassuolo in Serie A; tutti i tre precedenti match in casa delle neroverdi nel torneo erano terminati in pareggio. Non solo, il Milan ha mantenuto la porta inviolata in cinque partite di Serie A contro il Sassuolo: solo contro il Verona (sei) le rossonere contano più clean sheet nella competizione. E a proposito di partite chiuse con la porta inviolata, il Milan non ha subito gol in una gara di Serie A per la prima volta dallo scorso 24 settembre contro il Parma.

La Serie A Tim tornerà in campo nel weekend del 14 e 15 gennaio, con le gare della 13ª giornata del torneo 22/23.

Risultati dei posticipi della 12ª giornata di Serie A Tim 2022/23

  Sampdoria-Como Women 0-1

26’ Karlernäs (C)

 Roma-Juventus 2-4

2’ Serturini (R), 14’ Beerensteyn (J), 38’ Girelli (J), 49’ Andressa (R), 67’ Beerensteyn (J), 79’ Grosso (J)

Pomigliano-Inter 1-2
53′, 76′ Chawinga (I), 94′ Martinez (P)

Parma-Fiorentina 0-4
38′, 75′ Johannsdottir (F), 57′ rig. Kajan (F), 70′ Boquete (F)

Sassuolo-Milan 0-1
1′ Asllani (M)

Programma della 13ª giornata di Serie A Tim 2022-23

  Sabato 14 e domenica 15 gennaio

Como Women-Pomigliano

Fiorentina-Roma

Inter-Sampdoria

Juventus-Sassuolo

Milan-Parma

 

Serie A Pure Bio: ufficializzate le gare in diretta su Sky Sport per il girone di ritorno

Nei giorni scorsi la Divisione Calcio a 5 ha reso note le gare che saranno diffuse su Sky Sport per il girone di ritorno della Serie A femminile.
L’emittente satellitare, che dallo scorso anno detiene i diritti del massimo campionato, trasmetterà diverse gare dal 15 gennaio sino al 7 maggio. Ecco il quadro completo.

15.01 Genzano di Roma
ore 18.15 | FEMMINILE PESCARA FUTSAL – LAZIO C5 GLOBAL
12.02 Salsomaggiore Terme
ore 18.15 | ROVIGO ORANGE – KICK OFF C5 FEMMINILE
19.02 Salsomaggiore Terme
ore 18.15 | 1998 AUDACE C5 VERONA – PELLETTERIE CALCIO A5 ASD
05.03 Salsomaggiore Terme
ore 18.15 | KICK OFF C5 FEMMINILE – LAZIO C5 GLOBAL
ore 20.45 | TIKITAKA PLANET – ROVIGO ORANGE
12.03 Salsomaggiore Terme
ore 20.45 | KICK OFF C5 FEMMINILE – CITTA DI FALCONARA
12.04 Salsomaggiore Terme
ore 18.15 | V.I.P. C5 – PELLETTERIE CALCIO A5 ASD
16.04 Sede da definire
ore 18.15 | FUTSAL IRPINIA FEMMINILE – KICK OFF C5 FEMMINILE
ore 20.45 | BITONTO CALCIO A 5 – TIKITAKA PLANET

“Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce”: la prima squadra di calcio femminile italiana

Credit: "Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce", Federica Seneghini, Marco Giani, Solferino Editore

Milano,1933. Il Fascismo imperversa in ogni dove da più di dieci anni come conseguenza della famosa Marcia su Roma. Quell’anno un gruppo di ragazze (alcune giovanissime) decidono, quasi per scherzo, di voler dar vita a una delle loro passioni più grandi: giocare a calcio. Non bastava più tifare dagli spalti, gridare i nomi dei loro giocatori preferiti e incitare le loro squadre, volevano anche loro vivere questo splendido sport in maniera attiva, da protagoniste. Ma non avevano fatto i conti con un periodo storico che ben presto avrebbe tarpato loro le ali. Queste ragazze, avevano un sogno, all’epoca irrealizzabile, che ha permesso però a tante donne al giorno d’oggi di vivere il calcio serenamente, volendo anche tentare, se volessero, la via del professionismo.
Sognatrici, pioniere ma prima di tutto donne che non hanno fatto altro che cercare di abbattere dei pregiudizi insensati legati al binomio “calcio-donna” che vedevano in questa disciplina sportiva l’emblema di quello che per il fascismo era sinonimo di “virilità”…
2019, Mondiali di Calcio Femminile, Francia. In quella calda estate, Barbara Bonansea ha appena messo a segno il suo secondo goal che farà portare a casa la vittoria all’Italia contro l’Australia: é la prima partita delle azzurre in questa competizione, il sogno di quelle #RagazzeMondiali era appena iniziato. Federica Seneghini, giornalista del “Corriere della Sera”, decide di scrivere un articolo che ripercorra le tappe della storia del calcio femminile. Chiede aiuto a Marco Giani, storico e insegnante (suo il saggio molto interessante in fondo al libro sul calcio femminile), che la indirizza verso quelle eroine che fondarono il Gruppo femminile calciatrici milanese, la prima squadra di calcio femminile italiana, facendo nascere così il libro “Giovinette. Le calciatrici che sfidarono il Duce” che vuole mantenere viva la memoria di queste prime giocatrici.
Abbiamo incontrato Federica Seneghini per una chiacchierata su questa incredibile avventura di queste donne che, giocando, volevano solo divertirsi ma soprattutto volevano esprimere sé stesse.

Federica, raccontaci di com’è nata l’idea di questo libro?
“É nata nell’estate del 2019 durante i mondiali femminili: io dovevo fare un articolo per il Corriere della Sera che ripercorresse un po’ le tappe della storia del calcio femminile nel nostro paese e ho trovato la storia di queste ragazze, poi ho conosciuto Marco Giani, storico dello sport . L’ho intervistato, in seguito abbiamo iniziato a collaborare per sviluppare il progetto di quello che poi è il libro. Il libro è un romanzo che contiene anche un saggio che ha fatto lui e contiene quindi questa doppia veste di narrazione e di approfondimento, l’idea è nata da lì, il voler cercare di capire l’origine dei pregiudizi legati al calcio femminile e ripercorrere anche la storia del calcio femminile nel nostro paese.”

Buona parte del lavoro del libro si è basato su dei documenti d’archivio.
“Sì, Marco Giani aveva già raccolto tutto il materiale cartaceo, quindi gli articoli usciti tra il 1932 e il 1933 . Il mio compito è stato quello di dargli un senso logico di narrazione perché ovviamente si è dovuto poi ricostruire la storia, mettere le cose in ordine, creare la narrazione, i personaggi…Il materiale a disposizione erano i suoi studi accademici e gli articoli di giornale. In seguito abbiamo anche avuto modo di conoscere Grazia Barcellona, nipote di due giocatrici protagoniste di questa vicenda, siamo andati proprio a casa sua nel 2019, all’epoca aveva novant’anni ma si ricordava bene della storia di queste ragazze: abbiamo fatto una chiaccherata e ci ha mostrato le foto della sua famiglia. Purtroppo la signora Grazie è venuta a mancare due mesi dopo il nostro incontro per cui non ha mai visto l’uscita del libro, ma lei era l’ultima testimone oculare di questa storia. É stato molto emozionante conoscerla.”

Possiamo dire che il calcio italiano è nato nel 1933 a Milano grazie a queste ragazze. Fino a che punto è romanzato il tuo libro?
“Sì, per essere più precisi era tra il 1932 e il 1933. Il libro è un romanzo storico, basato su documenti reali per cui le lettere, gli articoli di giornale sono tutti assolutamente autentici. I personaggi sono tutti realmente esistiti , chiaramente i dialoghi sono inventati, altri dettagli anche sono stati ricreati con la fantasia per dare un senso al romanzo. Ma i fatti su cui si basa sono reali come i campi dove giocavano le ragazze, le date, i personaggi sono tutti reali, tutti tranne il personaggio della Lucchese (che nel libro ho chiamato “Lucchi”) ma per il semplice fatto che su di lei non abbiamo molte informazioni.”

Una cosa che mi ha colpito molto, e che mi sono quindi chiesta in seguito, è stato: perché tutto questo accanimento proprio su questa disciplina sportiva? Il Fascismo accettava uno sport come poteva essere il basket che anch’esso è molto di contatto dopotutto.
“Sì esatto, il basket era accettato e addirittura incoraggiato dal regime. La spiegazione che ci siamo dati sia io che Marco (Giani) è che molto probabilmente il basket non era uno sport di contatto come lo è oggi, aveva regole diverse. Poi se si vanno a vedere i filmati autentici dell’epoca si può notare che a quel tempo giocare a basket non prevedeva contatti, ossia al minimo contatto l’arbitro fischiava e interrompeva il gioco, era uno sport quindi con meno scontri come può invece essere oggi. Invece il calcio ha sempre avuto le regole che ha oggi, per cui si tratta di uno sport che prevede anche spintoni, scivolate…Era quindi visto come uno sport in cui la donna perdeva la grazia: “graziosa” è l’aggettivo che rincorre sempre la donna fascista, giocare a calcio avrebbe secondo loro fatto perdere questa caratteristica.”

Si tratta quindi di una pura costruzione culturale che non ha né capo né coda: se si volesse vedere un’altra ottica andando oltre Oceano negli Stati Uniti il primo sport per le donne è praticamente il calcio.
“Assolutamente sì, è una forzatura sociale e legata all’ambiente storico del paese in cui avvengono questi eventi. La storia delle nostre “Giovinette” é totalmente italiana e legata  al contesto, se andiamo appunto negli Stati Uniti troviamo una concezione totalmente diversa: qui è quasi uno sport “da donne” .”

Io sono cresciuta negli anni ’90 e non ho mai capito perché nell’ora di educazione fisica le femmine dovessero per forza giocare a pallavolo e i maschi a calcio. A proposito di contesto scolastico: ho visto che avete portato il libro anche in diverse scuole italiane, immagino non solo per promuovere il vostro lavoro ma anche per dare ai ragazzi, futuri adulti un domani, una visione più inclusiva dello sport e in particolar modo del calcio femminile. Come sono andati questi incontri?
“Sì, abbiamo fatto molte presentazioni in diversi contesti tra cui appunto anche le scuole; abbiamo presentato il libro sia a bambini delle elementari, a ragazzini delle medie e ragazzi delle superiori. Sono stati davvero attenti e interessati, hanno posto anche domande non banali…Andare nelle scuole ti mette a contatto con le nuove generazioni, anche io come te ho vissuto questa differenza nell’ora di educazione fisica dove le femmine dovevano giocare a pallavolo e i maschi a calcio. In Italia il calcio é ancora visto come uno sport da maschi, di sicuro non come trent’anni anni fa, ma in molti ambienti, già solo  per quanto riguarda la differenza tra nord e sud Italia la differenza è notevole. É una storia che si presta bene anche per spiegare ai ragazzini che cos’era il fascismo, cosa significava anche essere bambini e ragazzi durante questa dittatura perché lo sport è una materia che viene vissuta molto da vicino. Sapere che le donne non potevano continuare con la loro passione è qualcosa che li ha sorpresi, oggi i pregiudizi sì esistono ancora ma diciamo che nessuno ti vieta di giocare a calcio.”

Leggendo il libro vengono fuori delle definizioni o affermazioni, a mio avviso, abominevoli sul calcio femminile: “l’antisport“, “il calcio non è sport per signorine” giusto per citare Guido Ara, che fu mediano della Pro Vercelli e uno dei giocatori italiani più forti di sempre e che visse proprio in quell’epoca. In un’intervista tu stessa hai dichiarato che nel ventunesimo secolo persone anche vicine a te hanno dichiarato che il calcio femminile non è “né calcio né femminile”. I preconcetti esistono ancora purtroppo anche se le cose stanno migliorando. Tornando al libro, volevo chiederti chi erano le cosidette “tifosine”?
“Era un termine che veniva usato allora per indicare quelle donne che hanno iniziato in quel periodo ad andare allo stadio per appunto fare il tifo dagli spalti. Potevano andare con delle amiche, da sole, non necessariamente accompagnate da qualcuno che fosse il padre, il fratello o il fidanzato. Le potevi ritrovare in curva, dotate di sciarpa e stemmi vari della squadra del cuore e la parola con la quale si indicavano era una sorta di vezzeggiativo per far capire che comunque erano un qualcosa di nuovo. Il calcio era lo sport per eccellenza in Italia già da tanti anni ma il fascismo diede una grande spinta per farlo diventare sport nazionale facendo costruire ad esempio degli stadi: molti degli stadi che esistono tutt’ora nacquero nel Ventennio, si pensi solo al Dallara di Bologna che fu costruito per volontà di Leandro Arpinati, uno dei gerarchi fascisti più vicini a Mussolini. Il Fascismo puntò molto sugli sport di massa anche su altre discipline che avrebbero poi concorso in vista delle olimpiadi del ’32 e del 36- Le nostre “Giovinette” ebbero vita breve però perché furono indirizzate verso discipline come la corsa ad ostacoli, la corsa campestre…Il calcio sicuramente non era previsto. Una delle cose interessanti è anche che amavano giocare a calcio ma erano al tempo stesse molto tifose e questo lo sappiamo perché  come dicevo prima abbiamo intervistato delle persone e giusto settimana scorsa io e Marco siamo andati a casa del figlio di Nina Voltoni che nel romanzo non c’è perché non siamo mai riusciti a contattare gli eredi, mentre ora siamo riusciti a contattate il figlio che ci ha accolto in casa sua e ci ha mostrato le foto della mamma: la signora è mancata vent’anni fa e ci ha detto che fino all’ultimo è stata tifosissima dell’Inter e amava dire alla nipote (anch’essa presente al nostro incontro) che grazie a lei le donne ora possono giocare a calcio( ride)!”

Queste giovinette hanno accettato dei compromessi pur di poter giocare.
“Queste ragazze avevano tutti tra i 16 e i 26 anni. Conoscevano la vita della dittatura, non avevano mai vissuto in un paese libero, quindi le regole che gli vennero date le sorpresero ma fino ad un certo punto. Era una necessità che ovviamente non faceva piacere ma sopportavano al tempo stesso per poter fare quello che volevano fare loro.”

Ad un certo punto sembrava che le cose stessero prendendo una piega positiva perché iniziano ad avere un presidente, un allenatore, un sponsor: l’11 giugno del 1933 ci fu la prima partita pubblica tra GS Cinzano e GS Ambrosiano ma per il regime tutta questa situazione inizia a diventare un po’ troppo. Il calcio femminile veniva visto come un” esperimento” che doveva pur sempre avere dei limiti. In seguito a questa partita altre ragazze hanno voluto iniziare a giocare a calcio e voler creare delle squadre, è corretto?
“Esatto, loro tentarono di farsi conoscere in tutti i modi e vollero far capire che il loro non era un esperimento, volevano qualcosa di concreto con delle regole. Sperarono di avere anche l’approvazione del Coni ed ebbero effettivamente così tanta attenzione che questa cosa infastidì il regime tanto che appunto il regime le bloccò a meno di un anno dalla nascita della squadra. Riuscirono a farsi conoscere così bene e questo fu la loro rovina.”

Paradossalmente sì. Arriva poi anche l’idea di regolamentare il tutto attraverso una federazione che però non porterà a nulla a seguito anche dell’arrivo di Achille Starace.
“Sì loro tentarono la via del CONI e della Figc per avere le approvazioni dai maggiori organi sportivi che all’epoca erano fascisti ma l’approvazione non arrivò mai. Poterono giocare fino ad un certo punto e con delle limitazioni: giocare senza pubblico, palla a raso terra, usare gonne lunghe alle caviglie…L’avere pubblicato delle lettere corredate anche delle loro foto fece parlare molto di loro tanto da contagiare come dicevamo prima altre donne con la stessa passione e nacque ad esempio la squadra dell’Alessandria ma ad esempio a Roma o in centri più grandi non nacque nulla. Milano invece in questo senso fu un’avanguardia come lo è tutt’ora, a Milano nacque qualcosa di veramente nuovo. Infatti il Comune di Milano l’anno scorso ha raccolto il nostro appello di voler inaugurare una via per queste ragazze e ora esiste una via chiamata “Via Calciatrici del 1933” e una targa in Parco Sempione. É la prima volta che esiste in Italia una via dedicata a delle giocatrici di calcio.”

Volevo proprio chiederti com’è andato il vostro incontro con Giuseppe Sala quando ha saputo di questa vostra richiesta.
“Quando è uscito il libro abbiamo fatto un appello tramite il settimanale “Sette” del Corriere della Sera e lui non tanto tempo dopo ha risposto tramite Instagram con un post dicendo che Milano avrebbe avuto una strada intitolata a queste donne che hanno fatto grande questa città e che l’hanno resa diversa da tutte le altre. Si temeva che la cosa a causa del Covid avrebbe potuto avere dei tempi molto lunghi e invece l’inaugurazione c’è stata praticamente subito. Sala ha fatto un discorso durante il quale  ha detto che è una squadra che ha fatto grande Milano e che merita quindi di essere ricordata.”

Grazie a questo libro e anche a questa via intitolata la loro memoria continuerà a vivere. Questa storia non si è fermata al libro stampato ma è diventata anche un’opera teatrale.
“Sì, è stata messa in scena da un tris di attrici bravissime che sono Rita Pelusio, Rossana Mola e Federica Fabiani per la regia di Laura Curino presso il Teatro della Cooperativa. L’adattamento drammaturgico è di Domenico Ferrari che è stato bravissimo ad adattare un romanzo che non è comico, ma è riuscito ad inserire delle battute che creano risate amare che però permettono al tempo stesso di far arrivare al pubblico questa vicenda con leggerezza ma anche con una certa profondità. Ha fatto il tutto esaurito, erano previste sei repliche ma siamo giunti alla settima replica anche tanti ragazzini delle scuole che sono venuti a vederlo. Sicuramente non ci fermeremo qui, non sappiamo ancora bene dove ma per ora è andato benissimo. Il teatro è stato una delle forme più belle per raccontare questa storia, poi dopo il Covid è stato bello anche tornare in sala.”

Assolutamente sì, il teatro porta con sé un contatto ancora più diretto col pubblico. Mi hai detto all’inizio di questa nostra intervista che hai iniziato a seguire il calcio femminile grazie anche alla splendida impresa di quelle che sono poi state ribattezzate le #RagazzeMondiali ovvero quella nazionale che ha partecipato al Mondiale 2019 e che ha fatto innamorare di sé l’Italia. Riflettendoci bene queste ragazze non erano ancora professioniste, e si scontravano con Nazionali nelle quali le giocatrici magari erano già professioniste nel loro paese d’origine. Senza dubbio la situazione cambia poi quando si è professioniste rispetto a quando non lo si è. Ci credevi che il professionismo sarebbe mai arrivato? Inoltre , il calcio femminile italiano sta finalmente prendendo la via giusta a tuo avviso?
“Il professionismo era una cosa attesa ma le cose inizieranno a cambiare soprattutto per le nuove generazioni: una ragazzina di 15 anni che ora gioca e vorrebbe intraprendere una carriera da professionista in futuro, andando così a trasformare la sua passione in un lavoro, non solo lo potrà fare ma lo farà anche con delle tutele come il diritto alla maternità, potranno avere tutele a livello pensionistico. Le ragazze che ora sono a fine carriera non beneficeranno più di tanto di questa cosa. É la ragazzina di oggi che vedrà le cose cambiare. Il professionismo alzerà anche la qualità: potrebbe attirare talenti anche dall’estero che sicuramente troverebbero più interessante e anche più competitivo un campionato basato sul professionismo. Attirare nuovi talenti significa anche avere un campionato di livello superiore. Si veda anche solo la Juventus quest’anno: pare che il suo dominio non sia più così scontato come poteva esserlo l’anno scorso, abbiamo più squadre che hanno delle speranze di giocarsi lo scudetto. Il professionismo tocca sia la parte calcistica ma anche quella mediatica la cui esposizione per queste ragazze è sempre più in crescita: prima del 2019 era impossibile vedere partite in chiaro ,ora non ci sono tantissime partite ma si è iniziato a metterne qualcuna su La7, tutto ciò da prestigio e attira tifosi.”

Per concludere, ti chiedo segui il calcio femminile? Tifi per qualche squadra?
“Sì, tifo la Sampdoria Women. Sono milanese di adozione ma genovese di nascita per cui tifo per le blucerchiate.”

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la gentile disponibilità di Federica Seneghini per questa intervista.

No Sassuolo! Questo ko contro il Milan proprio non ci voleva

Photo Credit: Marco Montrone

Il Sassuolo ha chiuso il 2022 come aveva cominciato, ovvero con una sconfitta dura da digerire. Ma se il ko subito a gennaio nella semifinale di Supercoppa ai rigori contro la Juventus è stato facile, ma non troppo, da digerire, l’1-0 ricevuto ieri dal Milan ha un sapore troppo amaro per quello che si è visto nei novanta minuti.

Partiamo dal fatto che la gara ha avuto un binario ben preciso al primo minuto di gioco, quando Asllani è stata brava a sfruttare una clamorosa ingenuità difensiva sassolese, e lì l’incontro per la formazione di Gianpiero Piovani è diventata una montagna da scalare. Solo che questa volta la reazione c’è stata, basti pensare alle numerose occasioni apportate da Clelland e Goldoni, ma anche da parte di Sciabica che, quando è entrata nella ripresa, ha mandato fuori giri le difensori rossonere in alcune occasioni. Anche Monterubbiano ci ha provato, ma solamente in un paio di opportunità, su tutti quella al minuto 55, quando si divora con un diagonale destro, nonostante abbia controllato non bene il passaggio servito da Sciabica, il gol dell’1-1. Coach Piovani però non ha voluto mollare, mettendo in campo Popadinova, ma non è bastato per scalfire la retroguardia del Diavolo Rosso. Diciamo che se la palla fosse andata in rete il Sassuolo avrebbe potuto ottenere un punto meritato, ma il calcio non è fatto si sé e di ma, e il Milan si porta via, giustamente, il bottino pieno.

Quindi possiamo dire che non ci voleva proprio questa sconfitta, perché termina la striscia positiva sassolese fatta di sei risultati utili consecutivi tra Serie A e Coppa Italia, ma ancora una volta il Sassuolo ha dimostrato di essere veramente una squadra rispetto all’inizio di campionato. Ora c’è la pausa natalizia, e chissà se sotto l’albero di Natale mister Piovani possa trovare qualche bellissimo regalo da scartare…

Jessica Marques, Lazio C5: “Abbiamo fatto una bella partita, non ci dobbiamo fermare e pensare subito alla prossima”

Al termine della sfida tra Lazio e Falconara finita 1-1, valevole per la decima giornata di Serie A Puro Bio, parla l’autrice del goal per parte laziale Jessica Marques. Sulla partita giocata e la buona prova della Lazio questo il commento della Marques: “è un punto importantissimo visto la forza dell’avversario che avevamo di fronte. Abbiamo fatto una bella partita, ma non ci dobbiamo fermare e pensare subito alla prossima.” La Marques è nuova tra le file laziali all’inizio di questa stagione e si sta abituando gradualmente all’ambiente: “Quando ho cominciato non è stato facile, però più passa il tempo e più mi abituo a capire quello che il mister mi chiede di fare.” Nella prossima sfida di campionato la Lazio sarà attesa in trasferta a Bitonto, una delle candidate alla conquista del titolo, la Marques ne è consapevole: “Sarà una partita molto difficile, il Bitonto è un ottima squadra, però noi dobbiamo fare la nostra partita e seguire sempre le indicazioni di mister Chilelli per migliorare.”

Serie A: come cambia la classifica dopo i match di oggi

Credit: Fabrizio Brioschi

Ultimo turno del 2022 per la Serie A femminile che nella dodicesima giornata di campionato, la terza del girone di ritorno, vedeva la chiusura con il botto. Al “Tre Fontane” infatti la Roma capolista ospitava la Juventus distante sei punti in classifica.  Le giallorosse nonostante il vantaggio iniziale di Serturini cedono 2-4 alle bianconere che replicano il successo dell’andata infiggendo la seconda sconfitta in campionato alle capitoline che guidano la massima serie con 30 punti tallonate ora a 27 dalle piemontesi. Al terzo posto si conferma la Fiorentina che con il successo di ieri per 0-4 sul Parma sale a quota 25 lasciando a -3 l’Inter, che alle 12:30 di ieri aveva regolato 1-2 il Pomigliano con doppietta della ritrovata Chawinga. Non perde contatto nemmeno il Milan, sempre quinto, che con il successo per 0-1 sul Sassuolo griffato Asllani balza a 19 punti. Sono ben quattro, poi, le squadre a quota 10: la Samp che perde di misura con il Como, gol di Karlenas, venendo raggiunta proprio dalle lariane mentre non si schiodano Pomigliano e Sassuolo sconfitte ieri dalle due milanesi. Chiude la classifica il Parma a quota 6. La Serie A tornerà in campo nel weekend del 14 e 15 gennaio, con le gare della tredicesima giornata del torneo.

 

Classifica
Roma 30, Juve 27, Fiorentina 25, Inter 22, Milan 19, Sampdoria, Sassuolo, Como e Pomigliano 10, Parma 6.

Finisce con una sconfitta il 2022 delle giallorosse che perdono 2-4 contro la Juve

Credit Photo: Paolo Pizzini

Si chiude con una sconfitta il 2022 delle ragazze di Spugna che, nella gara del Tre Fontane contro la Juventus perdono per 2-4 mantenendo però il primo posto in classifica in un gara che, per quasi un’ora di gioco, è stata abbastanza equilibrata. Partono infatti molto forti le giallorosse che già al 3′ trovano l’1-0 con un gran tiro di Serturini su assist di Giugliano e tentano il raddoppio pochi minuti dopo con Greggi prova un tiro a giro finito di poco fuori. Al 14′ è la Juventus a trovare il pareggio con un tiro di Berensteyn lanciata da Gunnarsdottir. Le occasioni da questo momento non mancano per nessuna delle due squadre, le gialloresse, in particolare, non sono brave a sfruttare una doppia occasione da corner al 31′ prima con Giacinti e poi con Andressa ma è la squadra bianconera a trovare il raddoppio al 37′ con un tiro di Girelli che ha fatto molto discutere in campo a causa della presunta posizione di fuorigioco dell’attaccante. Si va negli spogliatoi sul punteggio di 1-2.

Nella ripresa il copione inizialmente è molto simile a quello del primo tempo con la Roma che trova il pareggio al 48′ con Andressa che ribatte un tiro di Giacinti e ha più di un’occasione, sopratutto con le giocate di Serturini e Haavi per andare in vantaggio senza riuscire, però, a concretizzare. Al 66′ Berensteyn in contropiede punta Wenninger e tira a giro sul secondo palo per il 2-3 della Juventus e al 78′ la squadra ospite chiude definitivamente la partita con Caruso che, dopo una serie di rimpalli, segna il 2-4 finale.

Samp Women superata di misura: al “Ferraris” passa il Como

Photo Credit: U.C. Sampdoria

La prima storica uscita al “Ferraris”, dinanzi ad oltre 1000 tifosi giunti a sostenerci nonostante il freddo, non porta in dote punti alla Sampdoria Women. Le ragazze di Cincotta sono superate di misura, 0-1, dal Como. Prima frazione in sostanziale equilibrio: meglio il Como nella prima fase, meglio la Samp nella seconda. Al 4′ Pavan dalla distanza spedisce alto, mentre, un minuto dopo, Picchi di testa impensierisce Tampieri. Il primo squillo doriano porta la firma di Baldi che in spaccata intercetta un rilancio di Beretta e lambisce il montante. La stessa attaccante blucerchiata, al 21′, calcia a lato da ottima posizione.

Ma, proprio nel momento migliore delle nostre ragazze, al 26′, il Como la sblocca con Karlernäs che ribadisce in rete un tentativo sottomisura di Lipman respinto da Tampieri. La reazione della Samp non si fa attendere e al tramonto dei primi 45′ si procura la ghiotta chance per pareggiare dagli undici metri, ma Rincón spedisce alto. Nella ripresa, dopo l’iniziale spavento corso per via della traversa centrata da Pavan, le blucerchiate si propongono con insistenza dalle parti di Beretta.

Al 20′ Rincon non centra lo specchio dal limite, mentre quattro minuti dopo, Baldi, da posizione defilata, spedisce largo. Nuovamente quest’ultima pericolosa al 32′, quando, dopo aver seminato il panico sull’out di destra, converge e calcia a giro sfiorando l’incrocio. La Samp non demorde ma gli ultimi tentativi di Pisani prima (colpo di testa a lato), della solita Baldi poi non sortiscono gli effetti sperati.

Sampdoria     0
Como                1              
Reti
: p.t. 26′ Karlernäs.

Sampdoria (4-3-1-2): Tampieri; De Rita (15′ s.t. Giordano), Pettenuzzo (20′ s.t. Pisani), Spinelli, Oliviero; Regazzoli (15′ s.t. Cuschieri), Re (42′ s.t. Panzeri), Fallico; Rincón; Seghir (15′ s.t. Tarenzi), Baldi.
A disposizione: Odden, Fabiano, Battistini, Lazzeri.
Allenatore: Cincotta.

Como (4-3-3): Beretta; Cecotti, Rizzon, Lipman, Borini; Karlernäs, Hilaj (37′ s.t. Pastrenge), Picchi (37′ Beil); Beccari, Kubassova (16′ s.t. Di Luzio), Pavan (28′ s.t. Rigaglia).
A disposizione: Korenčiová, Vergani, Cavicchia, Bianchi, Carravetta.
Allenatore: De La Fuente.

Arbitro: Bordin di Bassano del Grappa.
Assistenti: El Filali di Alessandria e Rignanese di Rimini.
Quarto ufficiale: Ammannati di Firenze.
Note: ammonite al 26′ p.t. Tampieri per proteste, al 28′ p.t. Pettenuzzo, al 36′ p.t. Karlernäs, al 5′ s.t. Re, al 26′ s.t. Oliviero, al 42′ s.t. Spinelli per gioco scorretto; recupero 3′ p.t. e 6′ s.t.; spettatori 1000 circa; terreno di gioco in buone condizioni.

L’Ungheria ospiterà le fasi finali di Women’s Futsal EURO a marzo 2023

Photo Credit: https://www.debrecen.hu/

Il Comitato Esecutivo UEFA ha deciso che l’Ungheria ospiterà la fase finale di UEFA Women’s Futsal EURO in programma dal 16 al 19 marzo 2023.

L’evento a quattro squadre a eliminazione diretta si svolgerà alla Főnix Arena di Debrecen, impianto che ha ospitato alcune partite di UEFA Futsal EURO 2010 maschile, compresa la finale. L’arena, che ha una capienza di 6.738 posti, è stata inaugurata nel 2002 e ha ospitato anche importanti concerti ed eventi di ginnastica, basket, pattinaggio e pallamano.

Questa è la terza edizione della competizione; entrambe le precedenti fasi finali si sono tenute al Pavilhão Multiusos de Gondomar, nel 2019 e nel 2022 (rinviato dal 2021), e in entrambe le edizioni la Spagna ha battuto in finale il Portogallo, padrone di casa. Queste due squadre si sfideranno di nuovo a marzo insieme all’Ucraina (terza classificata nel 2022) e all’Ungheria (quarta classificata a luglio a Gondomar). Le date esatte delle partite e del sorteggio saranno confermate a tempo debito.

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