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Prima riunione tra RFEF e LPFF per definire le regole del primo campionato professionista spagnolo

prima riunione tra LPFF e RFEF

Lunedì c’è stato il primo contatto tra la LPFF e la RFEF, la Federazione Spagnola, per porre le norme per il prossimo campionato professionale.
María Tato dell’area internazionale della Federazione, Ana Álvarez, Direttrice del Dipartimento di Calcio Femminile RFEF e Patricia González del Dipartimento Giuridico sono le tre donne che compongono la delegazione della RFEF nelle negoziazioni con la LPFF.
Per quanto riguarda il nuovo campionato hanno partecipato Pablo Vilches, Direttore Generale e Santiago Nebot, Assessore legale.
Tra le proposte c’è l’iscrizione dei club entro il 18/7/22 alle 14 ed essere in regola con i pagamenti con la Federazione.
Ci saranno due periodi per tesserare le calciatrici: dall’1/7 al 7/9/2022 e dal 2/1 al 31/1/2023. Si potranno tesserare un massimo di 25 calciatrici per squadra (prima erano 18) con 2 giocatrici extracomunitarie che potranno essere schierate assieme.
Inoltre le squadre dovranno avere un medico sociale che dovrà partecipare a tutte le partite. Il Rayo Vallecano ad esempio non aveva il medico in 2 occasioni ed era stato aiutato dalle squadre rivali.
Le partite dovranno essere giocate con il pallone ufficiale della competizione, le squadre dovranno avere il logo della RFEF sulla manica destra e si potrà inserire l’anagramma della LPFF non più grande di quello della RFEF.
LPFF significa Liga profesional de Futbol Femenino, quindi campionato professionale di calcio femminile, le cui partite si terranno sabato (dalle 12 alle 21), domenica (dalle 11 alle 13 o dalle 17 alle 21) o mercoledì e giovedì. Anche i campi di gioco dovranno essere omologati dalla Federazione e ci saranno sempre 5 sostituzioni.
Il Var sarà introdotto dal campionato 2023-24 mentre già da questa stagione ci saranno 5 retrocessioni dalla 12a posizione alla 16a mentre ci saranno tre promozioni dalla Prima Divisione, che fino alla scorsa stagione si chiamava Reto Iberdrola. Tutte queste innovazioni devono essere approvate dalla LPFF quindi vedremo nelle prossime settimane come andrà la negoziazione per definire la formula del nuovo campionato, il primo professionista nella storia del calcio femminile spagnolo.

Lisa Dal Bianco, Vicenza Calcio Femminile: “Aver vinto la Coppa ci ha, in parte, ripagate del campionato perso per un soffio”

Il Vicenza Calcio Femminile ha vinto la Coppa Italia di Serie C, sconfiggendo in finale la Ternana per 1-0. Nel gruppo allenato da Moreno Dalla Pozza c’è un elemento che conosce molto l’ambiente vicentino: si tratta di Lisa Dal Bianco, centrocampista classe ’96 e veste la maglia biancorossa da quattro stagioni. La nostra Redazione ha raggiunto Lisa, autrice di sette gol stagionali, per risponderci ad alcune domande.

Lisa cos’è per te vestire la divisa del Vicenza?
«Per me è un onore vestire la maglia del Vicenza, in questo modo posso rappresentare la provincia in cui vivo. È un orgoglio indossarla, in quanto sono in molti che vorrebbero essere al mio posto».

Tu sei biancorossa da quattro anni e sei diventata, ormai, un punto di riferimento per le tue compagne. Avresti immaginato tutto questo?
«Quando ho iniziato questa esperienza con il Vicenza non mi sarei mai immaginata di rimanere così tanto e riuscire a tornare a giocare a questi livelli, perché ero reduce da un brutto infortunio che mi ha tenuta fuori dal campo per due anni. Sono molto felice di aver ottenuto questi risultati e di essere stata punto di riferimento per la squadra. In quest’ultimo anno si è creato un gruppo più coeso in cui ognuna aveva un ruolo importante e ci si sosteneva a vicenda».

In che modo hai capito di essere una centrocampista?
«Quest’anno sono stata un jolly per la squadra, da un lato è stato importate perché mi sono adattata nei diversi ruoli (terzino, centrocampista e attaccante) e questo mi ha permesso di crescere come calciatrice, dall’altra parte ho sacrificato il mio ruolo originale per far fronte alle necessità della squadra. Spero che questo sia stato apprezzato dal mister e dalle compagne. Pertanto, non mi sento molto una centrocampista, ma preferirei giocare più in attacco come ho fatto fin da piccola».

Lisa Dal Bianco con la Coppa Italia Serie C vinta domenica scorsa contro la Ternana

Parliamo del successo in Coppa Italia di domenica. Quanto è importante, per te, aver vinto questo trofeo?
«Le emozioni provate domenica sono indescrivibili: al fischio finale ho provato una grande gioia ma allo stesso tempo ho realizzato che era finita anche questa stagione e questo mi dispiace. La gioia è stata doppia perché a Firenze sono venuti inaspettatamente i miei genitori e un gruppo di amici che hanno tifato animatamente per me e la squadra».

La finale vinta contro la Ternana è stata tirata, ma alla fine avete vinto voi.
«È stata una partita molto combattuta ma alla fine abbiamo avuto la meglio noi. Il caldo, la stanchezza e la tensione hanno tenuto le squadre sul filo del rasoio, anche se le occasioni più nitide le abbiamo avute noi. Quando abbiamo avuto il rigore a nostro favore, avevo il cuore che batteva a mille come se fossi io a doverlo tirare. Nel momento in cui abbiamo segnato ho tirato un sospiro di sollievo. Ho temuto quando c’è stato il rigore a nostro sfavore, ma per fortuna il destino è stato dalla nostra parte».

A chi dedichi questa vittoria?
«Questa vittoria la dedico a mio papà Fabrizio che per molti anni ha fatto molti sacrifici per portarmi agli allenamenti e alle partite ed è sempre stato il tifoso numero uno per me. Lo dedico anche a mia mamma Daniela che nonostante non fosse molto amante del calcio mi ha sempre supportato e tifato».

Il successo in Coppa cancella, in parte, l’amarezza di non aver vinto il Girone B di Serie C. Cosa è mancato per fare doppietta?
«Aver vinto la Coppa ci ha, in parte, ripagate del campionato perso per un soffio. Il rammarico per non aver vinto il campionato è ancora molto sentito. Questo ci dovrà spronare per l’anno prossimo per riuscire ad essere ancora più determinate per raggiungere i nostri obiettivi. Quest’anno abbiamo tentato di dare il massimo però a volte la fortuna non è stata dalla nostra parte e ci è mancato un po’ di cinismo in più».

Tra l’altro, nella stagione appena trascorsa, c’è stato anche il Padova, squadra in cui tu hai militato…
«Le partite contro il Padova per me sono state molto sentite, sono molto contenta di essere riuscita a segnare all’andata e questo è stato motivo di orgoglio per me».

Torniamo al Girone B di Serie C: secondo te che campionato è stato? Qual è stata la squadra rivelazione del torneo?
«Secondo me è stato un campionato molto combattuto, infatti la vincitrice è stata decretata solo all’ultima partita. Più squadre ambivano alla vetta e avevano i requisiti per farlo, noi abbiamo lottato fino alla fine e abbiamo perso poche partite. La squadra che ci ha messo più in difficoltà e che forse abbiamo sottovalutato è stato il Trento».

Il professionismo può fare al calcio femminile italiano il salto di qualità?
«Aver raggiunto il professionismo anche nel calcio femminile è stata una tappa molto importante. Finalmente questo movimento inizia ad espandersi e ad avere voce in capitolo. Questo porterà a una maggiore visibilità, a diminuire i pregiudizi nei riguardi delle donne calciatrici e a permettere anche alle atlete di praticare questo sport come un lavoro e non solo per passione».

Che persone sei fuori dal campo?
«Fuori dal campo rispecchio le qualità da calciatrice: sono determinata a raggiungere i miei obiettivi, so mettermi in gioco e provare nuove esperienze. Non mi piace stare ferma e quando è possibile mi diletto in altri sport, mi piace stare con gli amici e condividere nuove esperienze. Attualmente lavoro come insegnate e sto finendo la magistrale in scienze pedagogiche. Mi piacerebbe coniugare la mia passione calcistica con la mia capacità di stare con i bambini».

Cosa ci aspettiamo dal tuo futuro?
«Nel mio futuro vorrei finire di laurearmi, fin quando è possibile continuare a giocare a calcio e trovare un lavoro che mi permetta di mantenere le mie passioni».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Vicenza Calcio Femminile e Lisa Dal Bianco per la disponibilità.

Photos Credits: Ufficio Stampa Vicenza Calcio Femminile

Juventus Women Rewind; Treble Winners e il grande viaggio in Europa

Gran parte delle giocatrici sono in questo momento focalizzate sugli Europei, dove ci sarà tantissima Juve, ma la nuova stagione è già alle porte per le Juventus Women, il cui primo impegno ufficiale sarà il 18 agosto in UWCL contro il Racing FC Union Luxembourg. Prima di gettarci a capofitto sulle sfide che ci attendono, però, facciamo un passo indietro. Riviviamo una stagione indimenticabile.

Tre date, tre inizi.

8 giugno 2021: Joseph Montemurro diventa il nuovo allenatore delle Juventus Women.
8 luglio 2021: le bianconere si ritrovano per cominciare a preparare la nuova stagione.
18 agosto 2021: prima partita ufficiale.

In quel momento in pochissimi si sarebbero immaginati quello che l’annata avrebbe riservato. C’era l’entusiasmo di una stagione chiusa con il quarto scudetto consecutivo e un cammino incredibile di sole vittorie, accompagnato però dalla consapevolezza di quanto ripetersi potesse rivelarsi difficile. C’era la grande incognita del cambiamento con il primo cambio di guida tecnica della storia del club. C’era la fame delle nuove arrivate e c’era la voglia di non smettere di scrivere la storia di chi, in bianconero, aveva già vinto tantissimo.

Il calendario non offre troppo tempo per oliare i meccanismi: si parte il 18 agosto a Vinovo con la UWCL. Il Kamenica Sasa viene superato agevolmente e anche la finale del primo turno, contro il St. Pölten, regala un grande sorriso: 4-1 tutt’altro che scontato fatto apparire semplice e avanti in Europa. Secondo turno superato altrettanto agevolmente: Vllazina sconfitto all’andata e al ritorno.

Credit Photo: Paolo Pizzini

Antonio Cincotta, Sampdoria Women: “Oggi è il giorno dell’innovazione… ma conserviamo la storia che fu per non perdere mai il senso”

Venerdì primo luglio 2002 è una data che lo sport italiano al femminile non dimenticherà perché segna lo storico passaggio di status delle calciatrici: da dilettanti a professioniste, cioè meritevoli di considerare il pallone un vero lavoro e non un passatempo con simbolici rimborsi spese. Su questo tema il mister Antonio Cincotta della Sampdoria Women ha voluto condividere a tutti gli appassionati la sua importante riflessione sul tema.
“Alleno nel calcio femminile da ben 13 stagioni, oggi ho 37 anni, iniziai a 24… una lunga lunga gavetta.

Esisteva ancora la Serie A2, trasferte in giornata, allenamenti serali post lavoro, spinti solo ed esclusivamente dalla gioia che il calcio può generare.
Ho superato affrontato e respinto gli infiniti sorrisini di chi mi definiva uno scarso perché allenavo delle squadre femminili e non maschili.
Ho visto pian piano le calciatrici lottare come poche per prendersi dignità, rispetto e civiltà respingendo valanghe di ingiustizie morali.
Il Verona, la Torres e il Brescia a dare lustro anche in Europa anni fa…
La Fiorentina che apri il concetto professionismo dentro un club maschile.
L’arrivo delle altre big.
Juventus Fiorentina Sold Out.
Le ragazze mondiali.
Il riconoscimento di anni duri e diversi.
Oggi è il giorno dell’innovazione.
Ma conserviamo la storia che fu per non perdere mai il senso.”
1 7 2022
#professionismocalciofemminile

 

Conosciamo le squadre di Women’s EURO 2022: Svezia

Il reporter della Svezia per UEFA.com, Alexandra Jonson, ci racconta sogni e aspirazioni della nazionale svedese.

Profilo squadra
Soprannome: Blågult (blu e gialli)
Migliori piazzamento Women’s EURO: campione (1984)
Women’s EURO 2017: quarti di finale

Perché la Svezia può vincere Women’s EURO 2022?
Perché ha una squadra forte e unita con un mix perfetto di giovani e meno giovani.

Chi e quando affronterà la Svezia?
09/07: Paesi Bassi – Svezia (21:00 CET, Sheffield)
13/07: Svezia – Svizzera (18:00 CET, Sheffield)
17/07: Svezia – Portogallo (18:00 CET, Wigan & Leigh)

Chi ha convocato la Svezia per la fase finale?
Portieri: Jennifer Falk (Häcken), Hedvig Lindahl (free agent), Zecira Musovic (Chelsea)
Difensori: Jonna Andersson (Hammarby), Nathalie Björn (Everton), Magdalena Eriksson (Chelsea), Hanna Glas (Bayern), Amanda Ilestedt (Paris Saint-Germain), Emma Kullberg (Brighton), Amanda Nildén (Juventus), Linda Sembrant (Juventus)
Centrocampiste: Filippa Angeldahl (Man. City), Hanna Bennison (Everton), Sofia Jakobsson (San Diego Wave), Elin Rubensson (Häcken), Johanna Rytting Kaneryd (Häcken), Caroline Seger (Rosengård)
Attaccanti: Kosovare Asllani (Real Madrid), Stina Blackstenius (Arsenal), Rebecka Blomqvist (Wolfsburg), Fridolina Rolfö (Barcelona), Lina Hurtig (Juventus), Olivia Schough (Rosengård)

Chi è l’allenatore della Svezia?
Peter Gerhardsson

Chi è il capitano della Svezia?
Caroline Seger

Lo sapevi?
Il cognome Seger in svedese significa “Vittoria” ed è un nome tradizionale da soldato. Storicamente, i soldati svedesi ricevevano nuovi nomi di famiglia al momento dell’arruolamento e questi spesso seguivano determinate convenzioni, come caratteristiche personali o nomi di animali. L’antenato del capitano svedese condivideva senza dubbio il suo gusto per la vittoria.

Giusy De Marco, Molfetta C5: “Ho questi colori nel cuore, desideravamo la Serie A”

Nei giorni scorsi in casa Molfetta è arrivato il primo annuncio ufficiale sul parco calcettiste.
In vista della prossima stagione da giocare in Serie A la compagine pugliese, infatti, ha reso noto  infatti la permanenza di Giuseppina De Marco.
La classe ’00  che resterà cosi biancorosso per la terza stagione consecutiva ai microfoni del club pugliese ha dichiarato:
“Abbiamo inseguito a lungo questo sogno e finalmente l’abbiamo coronato. Devo ammettere che è proprio vero ciò che si dice: più desideri qualcosa, più la voglia di farla tua aumenta. Ecco perché comincerò questa serie A con la volontà e la dedizione di fare sempre meglio, personalmente e collettivamente, e con l’obiettivo di vincere tutte le sfide che incontreremo.
È la mia terza stagione qui a Molfetta  e mi aspettavo di rimanere così a lungo perché sono una persona che quando ha degli obiettivi da raggiungere resta finché non vengono raggiunti e finché non si gioisce tutti insieme dei risultati ottenuti. In più, non mi ritengo mercenaria e l’attaccamento alla maglia per me è tutto. Infine, la cosa più importante: qui a Molfetta si sta bene.
Con il Molfetta si vivono milioni di emozioni, spesso contrastanti. Rimarranno impresse sicuramente la delusione della sconfitta dell’anno scorso a Padova nella finale play-off e la gioia immensa della vittoria di quest’anno.
Ringrazio il mister che mi ha sempre appoggiata e voluta in questa grande famiglia, le mie compagne di squadra, con le quali ho raggiunto questo grande traguardo, tutto lo staff tecnico e sanitario che sono sempre disponibili ed eccellenti e, ovviamente, l’intera società. Ma, soprattutto ringrazio la mia famiglia che mi asseconda sempre: ormai anche loro hanno il Molfetta nel cuore, proprio come me”.

Cesena: la salvezza è arrivata tra le mura di casa…

La Romagna può festeggiare: anche il cavalluccio bianconero ha ottenuto la salvezza nel campionato di Serie B e il prossimo anno potremo goderci ancora il derby contro il Ravenna.
Il Cesena ha totalizzato 31 punti, 23 dei quali ottenuti nelle partite casalinghe, con una differenza reti pari a zero. In casa, al campo di Martorano, è stata una macchina da guerra: 22 gol segnati e solo 10 subiti hanno permesso alle bianconere di collezionare i punti necessari alla permanenza in Serie B. Il punto debole è rappresentato dalle partite giocate in trasferta: solo 8 punti collezionati con 25 reti subite e solo 13 realizzate, vincendo solo due partite, contro la Roma Calcio nella gara di andata e contro la Pink Bari nel ritorno.
Un bottino di 9 punti nelle prime 5 giornate faceva presagire ambizioni di alta classifica per il Cesena, invece l’andamento altalenante e l’alto livello competitivo del campionato (alla fine della stagione, a metà classifica, risulteranno ben 9 squadre in 13 punti) hanno ridimensionato i progetti bianconeri: alle 3 vittorie di fila conseguite nel girone di ritorno contro Roma Calcio, Pink Bari e Palermo che avevano portato le ragazze del subentrato tecnico Michele Ardito al settimo posto in classifica, sono arrivate altrettante sconfitte consecutive contro Sassari, Cortefranca e Ravenna.
La condizione fisica non è mancata quest’anno al Cesena: 4 dei gol segnati sono arrivati allo scadere della prima frazione di gioco e ben 8 negli ultimi 10 minuti più recupero quando, fisiologicamente, le forze vengono a diminuire.
Tra le più presenti in campo figurano Elena Casadei e Camilla Pavana per il reparto difensivo, la centrocampista greca Tatiana Georgiou e l’attaccante Fabiana Costi che, per distacco sulle compagne, è risultata la miglior marcatrice con 12 gol.

Katia Serra: “Professionismo? Trasformata una visione in realtà, ho i brividi a pensarci”

Non ha nascosto, nelle ore scorse, la sua soddisfazione per il passaggio al professionismo del calcio femminile italiano Katia Serra.
La commentatrice della Rai, ex calciatrice nata a Bologna che ha calciato i campi di Serie A vestendo anche la maglia Azzurra, tramite sui propri profili social a riguardo a ha infatti postato:
Ho i brividi, e pure gli occhi lucidi e commossi a pensare al 1 luglio 2022….Si, perché è una data che tutte noi del calcio femminile aspettavamo, si perché da sindacalista ne no vissuto in prima linea la costruzione, si perché in decenni e decenni tante persone, soprattutto donne ma, sempre più uomini col passare del tempo, ci hanno creduto trasformando una visione nella realtà.
Oggi parte una nuova epoca, in cui giocare è un lavoro tutelato a tutto tondo, in cui le resistenze delle famiglie ad avvicinare le bimbe al calcio avranno ottimi motivi per scomparire, in cui auspico pure agli altri sport femminili di diventare professionisti al più presto.
Le calciatrici di ieri e oggi sono sempre state professioniste di fatto, quelle di domani lo saranno pure di diritto!
Una conquista di civiltà, per una cultura sempre più paritetica e internazionale.
Vamos”.

Jana Janssens, Sassari Torres: “Giocare nella Serie B italiana è una grande opportunità”

Jana Janssens, 25 anni, centrocampista belga: è lei il nuovo e primo acquisto annunciato nei giorni scorsi della Sassari Torres Femminile.
Dopo il benvenuto nel club sardo la calciatrice si è presentata a tifosi e stampa con le seguenti parole:
“Voglio ringraziare davvero la Torres Femminile e il presidente Budroni per avermi dato l’opportunità di competere nel campionato di Serie B in Italia! Non vedo l’ora di raggiungere la squadra e di vivere in prima persona lo stile di vita italiano“.
La società e il popolo sardo non vedono l’ora di vederla entrare in campo con le nuove compagne.

Credit Photo: Sassari Torres

Antonella Carta: “Europei? So cosa si prova, le Azzurre ci daranno emozioni forti”

Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Antonella Carta, ex calciatrice che durante la sua carriera ha vissuto tante gare importanti con la maglia della Nazionale italiana che apre la sua chiacchierata sull’Europeo alle porte:
Si riparte con gli Europei, so cosa significa e cosa si prova in queste occasioni”.

Per la Carta l’Azzurro è di famiglia avendo vestito la casacca della Nazionale 120 volte con 31 marcature all’attivo:
“Di manifestazioni come queste ne ho disputate ben 7 arrivando 2 volte in finale, con il premio di miglior centrocampista europea.
Si tratta di un prestigioso appuntamento per mettersi in mostra e dare a tutto il movimento la visibilità che merita. Spero che la Nazionale dia il meglio di se stessa regalandoci emozioni ancora più forti del Mondiale”.


L’ex calciatrice con 6 scudetti e 7 Coppe Italia in bacheca sul percorso inglese di Sara Gama e compagne ammette:
“Il girone sembra difficile anche se niente è impossibile. Non bisogna pensare di essere superiori o inferiori ma bisogna sempre avere rispetto degli avversari. Per capire se siamo competitive servono questo tipo di gare, sono particolarmente ottimista perchè vedo  ragazze motivate, cariche, mature ed orgogliose di vestire questa maglia. Sarà un’ occasione importante per il nostro movimento che può appagare la delusione del maschile”.
La manifestazione in Inghilterra arriva dopo il consenso in ascesa verso il calcio femminile sul quale la classe ’67 sarda sottolinea:
“La gente si sta innamorando del lato femminile di questo sport e della Nazionale.
Mi fa piacere che se ne parli come meritano queste ragazze ricordando che ai miei tempi, senza social, le partite erano comunque trasmesse in RAI. Il calcio femminile sta crescendo sempre di più basti pensare all’obbligo dei settori giovanili femminili che aiuta a poter lavorare e a costruire il futuro di questo sport”.

La Carta, inserita a maggio nella Hall of Fame del calcio italiano, sul professionismo raggiunto chiosa:
“Finalmente si è raggiunto quell’obiettivo tanto rincorso che ripaga tanti i sacrifici fatti. Il professionismo cambierà un po’ la vita alle calciatrici con la stabilità economica, un futuro garantito e delle sicurezze sui fini pensionistici. Per me e tante ex calciatrici vuol dire tanto viste le nostre battaglie nel passato con poche certezze alla fine di ogni stagione”.
L’ex calciatrice, in campo ai massimi livelli tra gli anni ’80 e ’90, non chiude alle tante calciatrici spesso straniere in Serie A:
“Apro all’arrivo delle straniere ma fisserei un numero massimo per ogni squadra. Ricordo che ai miei tempi erano solo 3’o 4 ma capaci di fare la differenza. Loro alzavano il livello di squadra e allo stesso tempo c’era la possibilità per le giovani leve di poter giocare con i propri club t fare più esperienza e magari arrivare in Nazionale”.

 

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