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“Soccer Mom”: la difficolta’ di essere madre e calciatrice

Le atlete madri, che portano avanti una carriera negli sport, sono sempre più numerose al mondo. Ma se questa figura di “giocatrice mamma” stereotipa della donna del ceto medio urbano  impegnata la maggior parte del tempo a seguire i figli nelle loro attività extrascolastiche, tra cui il calcio, è l’espressione concreta di chi riesce a portare avanti una vita parallela tra le due difficili realtà.

Ma si può veramente essere madri e calciatrici? Quali garanzie hanno le giovani calciatrici dilettanti italiane, e non professioniste, che in Italia intendono avere un figlio? Negli Stati Uniti, avendo uno stipendio ed essendo già riconosciute giocatrici professioniste, le calciatrici madri che iniziano la gravidanza hanno tutti i diritti di maternità: stipendio garantito, asilo, ferie e congedi retribuiti fino al termine della gravidanza. In Italia, nei casi più fortunati, ma non sicuramente tutte, puoi ottenere un reintegro in squadra al termine del periodo di fermo-maternità; perché essendo dilettanti il rimanere incinta significa il “recesso del contratto”.

 Ed è soprattutto per questa penalizzazione che molte atlete devono scegliere tra la carriera e la gioia di crearsi una famiglia. La bella novella inizia sempre con molta “paura”: una settimana prima ci si trova in campo con le compagne ad allenarsi e di colpo si legge un comunicato, dove la ragazza risulta essere “infortunata”. Ma come, stava benissimo che le è successo? Solo dopo dirà, sono incinta!
Le prime settimane sono molto dure, poiché tra visite mediche e affaticamento, non si è capito da subito dello stravolgimento che stava per compiersi. L’avventura nella nuova mamma, come tutte le donne, inizia sempre tra i pianti di gioia del lieto evento e la tragedia di dover abbandonare il gruppo e le compagne amiche, per un certo periodo di tempo: forse, per sempre. E poi, la squadra che credeva nella ragazza che starà per diventare madre come prenderà la notizia, la società che sta per perdere una figura importante sul terreno di gioco come potrà rimediare alla sua assenza?
Tutte queste domande scorrono velocemente nella testa della giovane calciatrice: come se il lieto evento fosse divenuto una tragedia alla quale non era preparata senza contare le enormi difficolta che dovrà affrontare con il neo nato.
Le paure sono sempre molte, sopra tutto perché non avendo con le società veri e propri contratti di lavoro, ma scritture private che prevedono la recessione nel caso in cui l’atleta resti incinta.

Eleonora PETRALIA, centrocampista e capitano di serie A con il San Zaccaria di Ravenna, nonostante l’affetto delle sue compagne e società alla bella notizia, al termine della sua maternità dovrà trasferirsi al Castelvecchio per giocare in serie B. Questo esempio sarà una scelta di vita e certamente soggettiva, forse dettato dalla volontà della singola atleta di vivere con la propria famiglia, condividendo il calcio e lo sport come una passione e/o lavoro part time, ma è l’esempio chiave dove le ragazze hanno difronte una scelta: la carriera o la famiglia.

 Ma quali sono le risposte delle Società alla notizia che una sua atleta rimarrà bloccata dal campo? Alcune restano molto vicino alla ragazza, rimborsando tutti i costi come se stesse giocando in forma attiva con le compagne, ma non tutte le squadre possono permettersi questo gesto di umanità e civiltà. La gravidanza non deve essere una “penalità” ma un completamento dell’atleta.
Da qui l’idea di mantenere i contatti con la squadra, le compagne e atlete, è assolutamente fare gruppo e mantenendo il posto in società sia in campo che fuori è incoraggiare tutte a vivere l’evento in modo sereno e bello.
In Spagna le calciatrici hanno un salario minimo, ferie pagate, e garanzie per infortuni e maternità mentre in America vi sono asili nido gratuiti per le giovani madri che giocano a pallone. Quando in Italia si potranno avere tutte queste garanzie? La strada è ancora lunga, e non saremmo noi a prendere le scelte giuste, ma è giusto sottolineare queste difficoltà di modo che il mondo del calcio femminile possa anche da noi affermarsi in modo chiaro e concreto a livello mondiale.

Credit Photo: Pagina Instagram Alex Morgan

Alessandro Spugna, coach Empoli: “La classifica ci piace, stiamo facendo bene”

È intervenuto ai microfoni di Radio Toscana il mister dell’Empoli Ladies Alessandro Spugna. Nel corso dell’intervista durante la nota trasmissione “Artemio” il mister si è così espresso sulla Fiorentina Women’s:

“La classifica attuale? Dimostra un inizio positivo da parte dell’Empoli Ladies: una squadra rivoluzionata e giovane composta da giocatrici di talento, non ne sono poi così stupito. La classifica ci piace, stiamo facendo bene ed abbiamo sostanzialmente raccolto quello che volevamo. L’Empoli è la più giovane in Serie A e tra le più giovani in Europa. Questo è un progetto che il club ha voluto fortemente. La Fiorentina Women’s? Per me è solo un po’ in calo ultimamente, ma ha tutte le carte per fare un buonissimo campionato”

Credit Photo: Alessio Boschi

Vincenzo Spadafora, Ministro dello sport: “Il calcio dilettantistico non ripartirà a breve. Aiuti economici estesi fino a dicembre”

“Non sono ottimista per un riavvio delle attività calcistiche dilettanti a breve durata”, sottolinea Vincenzo Spadafora. Il Ministro per le politiche sportive è intervenuto alla trasmissione Porta a Porta. “L’attuale DPCM scadrà il 3 dicembre prossimo, nel nuovo è difficile inserire la norma per riaprire le attività”. Spadafora chiude purtroppo al ritorno del calcio dilettantistico. Pertanto, la Serie C Femminile vedrà prolungarsi il proprio stop alle attività. “In questo momento non abbiamo certezze assolute di quello che sarà l’andamento del contagio. Non vogliamo replicare agli errori commessi in estate lasciando liberi tutti. Si tornerà a fare sport solo quando avremo un ampio margine di sicurezza”, ha dichiarato il Ministro.

“Se i dati miglioreranno nelle prossime due settimane, potremo sicuramente rivedere la questione. Se le misure adottate finora dovessero dare gli effetti sperati allora ci faremo trovare pronti. Il prossimo DPCM del 4 dicembre però non conterrà la norma che porterà al riavvio delle attività”. Spadafora chiude ma lancia allo stesso tempo segnali di speranza. Ma i lavoratori delle ASD e SSD cosa faranno? “A loro verrà esteso il bonus fino a dicembre – continua il titolare del dicastero – Tutti gli operatori, allenatori e tecnici del calcio dilettantistico saranno pagati. Allo stesso tempo, tutte le utenze delle società sportive attualmente ferme saranno coperte dai soldi messi dal Governo”.

Nel corso del suo intervento in Rai, Spadafora ha poi toccato l’argomento “Riforma dello sport”. “C’è la necessità di dare un cambiamento sostanziale al mondo sportivo e renderlo al passo con la modernità. Tra gli argomenti c’è senza dubbio l’inserimento del professionismo nel calcio femminile. Abbiamo un accordo quasi totale e per questo ringrazio le forze politiche che hanno lavorato alla stesura del testo. Resta un piccolo scoglio da superare ma penso che entro fine novembre la Riforma sarà completata”, conclude l’esponente del Governo.

Manuela Giugliano sempre più al centro della Roma: “Orgogliosa di aver indossato la fascia da capitano”

Manuela Giugliano esulta sul proprio profilo Instagram dopo la vittoria per 5-0 della Roma Femminile contro il Tavagnacco. Giornata speciale per la centrocampista della formazione giallorossa, che ha indossato la fascia da capitano nel corso del match. Ecco le sue parole:

“La sensazione che si prova ad indossare la fascia da Capitano è indescrivibile! Sono orgogliosissima e ancor più onorata di averla avuta al braccio con questo numero e questa maglia.
@elibartoli13 GRAZIE😍spero di averla onorata al meglio.
Complimenti alla squadra per aver portato a casa la partita”😍
TAVAGNACCO-AS ROMA 0-5
#asroma #asromaofficial #capitano #10 #francescototti #coppaitalia #tavagnacco
Credit Photo:Pagina Instagram Manuela Giugliano

Da Karen Menzies a Kyah Simon, le australiane indigene che hanno avuto un impatto significativo nelle Westfield Matildas

C’è una profonda ironia nelle pagine della storia del calcio australiano. Mentre il gioco è stato introdotto nel 19° secolo dalle stesse forze coloniali che hanno negato il riconoscimento alle comunità native australiane, il calcio è diventato uno dei pochi spazi sportivi in ​​cui gli aborigeni sono stati accettati – e persino celebrati – come parte della vita culturale australiana.

In effetti, le persone provenienti dalle cosiddette “First Nations” sono state coinvolte nel calcio per molto più tempo di quanto le storie ufficiali riconoscano.

“L’Australia aborigena aveva sviluppato una cultura sportiva molto prima che gli europei arrivassero nel continente australiano”, scrive il professor John Maynard nel suo libro The Aboriginal Soccer Tribe.

“William Blandowski, uno dei primi scienziati pionieri che esplorò la regione del fiume Murray vicino a Mildura nell’angolo nord-ovest di Victoria, vide una partita di baseball degli aborigeni giocata dal Nyeri Nyeri, nel 1857”.

Anche le donne aborigene sono sempre state al centro di questa storia. Già dalla metà del XX secolo, secondo Maynard, le donne delle First Nations partecipavano al gioco del calcio insieme alle loro coetanee: uno spazio dove potevano scappare, anche solo per un’ora alla settimana.

Karen Menzies, ad esempio, ha usato il calcio come supporto per elaborare il dolore intergenerazionale dovuto al far parte della “generazione rubata” dopo essere stata sottratta alla madre naturale all’età di otto mesi. Crescendo, Menzies iniziò a capire cosa fosse successo e a fare i conti con la sua complessa storia ed identità. Identità di donna aborigena la cui famiglia era stata distrutta. Ma mentre la sua identità culturale era in continua evoluzione, qualcosa per lei è rimasto costante, il calcio.

Come molte ragazze all’inizio degli anni ’70, Menzies ha iniziato a giocare con il fratello adottivo e altri ragazzi a scuola. Nonostante gli impedimenti tentati dagli adulti intorno a lei, come insegnanti, genitori affidatari e assistenti sociali, Menzies ha continuato a giocare comunque. E dopo il suo trasferimento a Newcastle nel 1976, ha partecipato alla sua prima competizione femminile in assoluto.

“Non c’è dubbio che il calcio sia diventato un’ancora di salvezza per me.”

E da lì in poi la sua carriera ha fatto solo passi da gigante, è stata chiamata a giocare nel NSW State Open l’anno successivo, dove sarebbe rimasta per altri 13 anni. Nel giorno del suo 21° compleanno, Menzies è stata informata di essere stata scelta per rappresentare la squadra nazionale, la prima donna aborigena a farlo nella storia del calcio australiano.

Menzies è stata la prima donna australiana indigena a indossare la maglia della nazionale nel 1983, ma non è stata l’ultima.

Kayleen Janssen è diventata la prima donna indigena a rappresentare l’Australia in una Coppa del Mondo femminile FIFA nel 1995.

Anche l’attaccante mancina Belinda Dawney, orgogliosa donna Bundjalung di Tweed Heads, è stata un’altra sportiva estremamente dotata e impegnata. Dopo aver vinto una borsa di studio alla Queensland Academy of Sport, per tre sere alla settimana per due anni e mezzo, Dawney ha fatto il viaggio di andata e ritorno (di 250 chilometri) da Tweed Heads a Brisbane solo per potersi allenare.

Per molto tempo, Bridgette Starr è stata una delle giocatrici indigene con più presenze nelle Westfield Matildas. Un talento immenso, Starr rappresentato l’australia in diverse Coppe del Mondo femminili e ai Giochi olimpici.

Poi sono arrivate Lydia Williams e Kyah Simon. Un’altra giocatrice dotata di un innato talento per sport è senz’altro Kyah Simon, che ha scritto il suo nome nei libri di storia australiana molte volte. Da adolescente, l’attaccante ha segnato il rigore vincente che ha portato l’Australia a vincere la Coppa d’Asia femminile 2010 organizzata dall’AFC. Un anno dopo ha aggiunto un altro record diventando la prima australiana indigena a segnare in una Coppa del Mondo FIFA con la sua doppietta contro la Norvegia nel 2011. Quattro anni dopo, ancora una volta è stata Simon a segnare contro il Brasile per registrare la prima vittoria a eliminazione diretta dell’Australia a una Coppa del Mondo senior. Con 92 presenze, Simon è sulla buona strada per un altro pezzo di storia: la prima calciatrice indigena a registrare 100 presenze con l’Australia.

Lydia Williams è ad oggi tra i migliori portieri femminili del mondo, gioca per uno dei migliori club del mondo e ha il maggior numero di presenze tra i portieri delle Westfield Matildas. Dentro e fuori dal campo, Williams è sempre stata influente per le sue compagne.

“Negli ultimi 40 anni le donne aborigene hanno lasciato un’impronta indelebile nel gioco mondiale e nel suo sviluppo in Australia”, ha affermato il professor Maynard.

Con il numero crescente di ragazze indigene che iniziano a giocare a calcio, non c’è motivo per cui non sperare che possano lasciare un’impronta ancora più grande in futuro.

Photo Credit: Westfield Matildas

Valeria Monterubbiano, Sassuolo: “Obiettivi? Migliorare il piazzamento in classifica e restare sempre umili”

Il campionato di serie A femminile è fermo per gli impegni di Coppa Italia e della Nazionale che giocherà in Danimarca. Nel frattempo si stanno giocando le gare del torneo nazionale e tra i successi spicca quello del Sassuolo a Pontedera. Le neroverdi sono terze in classifica e domani si giocheranno il passaggio del turno a Napoli. Ilnapolionline.com ha intervistato la centrocampista Valeria Moterubbiano.

Di recente avete battuto l’Hellas Verona e il Pontedera, davvero un ottimo inizio per la squadra di mister Piovani.
“Siamo contente del nostro inizio di stagione dove è venuto alla luce il nostro valore. Dopo la sconfitta con la Juventus era importante far bene con l’Hellas Verona in campionato, ci serviva per ripartire e l’abbiamo fatto. Contente anche del successo in Coppa Italia contro il Pontedera e anche a livello personale per aver trovato il goal contro le toscane”.

Parlavi dello stop contro la Juventus, era per voi uno scontro importante per la classifica. Cosa manca per essere al loro livello secondo te? 
“La Juventus ha indubbiamente una rosa molto forte, con elementi di grande esperienza. Ecco su questo aspetto forse noi pecchiamo un po’, siamo un gruppo molto giovane che deve saper gestire i momenti, curando i particolari. A Vinovo ce la siamo giocata per un tempo, ma alla lunga è venuta fuori la loro esperienza nei momenti chiave del match”.

Nonostante gli infortuni subiti ad inizio stagione, il Sassuolo è nelle prime posizioni. Cosa ne pensi in merito?
“L’inizio non è stato dei più semplici, a causa degli infortuni che sono stati gravi per noi. Per fortuna ci siamo riprese grazie alla forza e alla compattezza del gruppo e siamo al momento terze in classifica, tra buone prestazioni e risultati positivi”.

Oltre all’esperienza di Valeria Pirone si sta mettendo in mostra la classe 2002 Bugeja. Ce ne potresti parlare?
“Valeria (Pirone), assieme ad Alice Parisi, è l’elemento con maggior esperienza nel nostro gruppo. Lei si sta confermando davvero una calciatrice fondamentale in zona gol e il suo contributo è davvero determinante. Haley Bugeja, come si è visto già dal suo esordio, è una delle giovani di più prospettiva. Nonostante la sua giovane età si è inserita subito bene nella squadra e ha dimostrato non soltanto di avere delle ottime qualità fisiche e tecniche ma di avere la testa sulle spalle, e penso sia proprio questo che le farà fare la differenza”.

Vedendo le partite di serie A femminile, si nota non solo una crescita sul piano tecnico ma anche sull’intensità. Sono passi importanti per il vostro movimento?
“Il nostro movimento sta crescendo e davvero tanto, non solo sul piano mediatico, ma anche sugli aspetti che tu hai detto. Ora si vede una maggior intensità nelle partite di campionato e una crescita a livello tecnico. Tutto ovviamente ci rende felici, in attesa del passaggio al professionismo, ma sicuramente la strada è quella giusta”.

Domani affronterete a Napoli le azzurre per il passaggio del turno in Coppa Italia. Come vi state preparando per la sfida di Barra?
“Sarà per noi una sfida importante, perché il Napoli è una squadra ben organizzata e nella gara di campionato ci ha messo in difficoltà. Dovremo giocarcela come sempre, al meglio delle nostre forze. Gli obiettivi? Sicuramente migliorare la classifica della passata stagione, sapendo che dovremo sempre restare con i piedi per terra seppur con la consapevolezza di quelli che sono i nostri mezzi”.

Credit Photo: Arnaldo Cavallotti

Il PSV perde di vista l’Ajax a causa della sconfitta contro l’FC Twente

Domenica il PSV ha subito una costosa sconfitta nell’Eredivisie femminile. La squadra di Eindhoven ha perso l’ultima partita per 3-2 contro l’FC Twente, e ora si trova a sei ben punti di distanza dalle leader dell’Ajax.

Il PSV è andato in vantaggio dopo soli dodici minuti di gioco. La capocannoniera Joëlle Smits è riuscita a centrare la porta dopo un lungo passaggio di Aniek Nouwen. Renate Jansen ha poi pareggiato segnado l’1-1 dopo mezz’ora. L’FC Twente è passato a sua volta in vantaggio nove minuti dopo, con Anna-Lena Stolze che ha sorpreso il portiere Sari van Veenendaal. Ma il Twente non ha potuto godersi a lungo il gol della centrocampista tedesca, perché Smits ha realizzato la sua seconda rete del pomeriggio con un tiro a giro: 2-2 prima dell’intervallo. Il primo tempo a Enschede è stato anche segnato da un infortunio apparentemente grave per la belga Elena Dhont. La 22enne attaccante ha subito una rottura alla rotula del ginocchio destro ed è stata portata fuori dal campo in barella. La compagna di squadra Kika van Es, scioccata per l’infortunio dell’amica è stata inconsolabile per alcuni minuti.

Dopo la pausa, la squadra di casa ha conquistato i tre punti. Su cross di Bente Jansen, Fenna Kalma al 54′ ha intercettato la palla da distanza ravvicinata alle spalle di Van Veenendaal.

Photo Credit: FC Twente Twitter

Bragonzi Golden Girl, Haaland Golden Boy: complimenti Asia!

Sono stati annunciati i vincitori del premio di Tuttosport “Golden Boy”, dedicato ai migliori calciatori europei Under 21. L’edizione Golden Girl, al terzo anno, vede vincitrice la gialloblù Asia Bragonzi, attaccante classe 2001 dell’Hellas Verona. Al suo fianco un altro attaccante, il norvegese classe 2000 del Borussia Dortmund Erling Haaland.

Il premio verrà consegnato lunedì 14 dicembre a Torino. Da parte di tutto l’Hellas Verona i complimenti ad Asia Bragonzi per questo prestigioso riconoscimento.

Credit Photo: Fenzi Federico

Rita Guarino, Juventus: “600 giorni da imbattute? Guardiamo avanti. La Pink Bari…”

Rita Guarino ha parlato ai microfoni di Juventus TV alla vigilia del match di Coppa Italia con la Pink Bari.

FLORENTIA
«È stata una partita sofferta, combattuta in cui abbiamo dovuto resistere per poi rientrare in gara dopo essere partite in svantaggio. È venuta fuori la caparbietà e la concentrazione che ti permette di restare in partita. Le ragazze sono state molto brave e sapevamo che sarebbe stato questo tipo di partita». 

REAZIONE
«Nel primo tempo non abbiamo fatto una brutta gara, ma non abbiamo finalizzato almeno tre occasioni che potevamo sfruttare meglio. Ho detto alle ragazze di restare tranquille, perché l’interpretazione alla gara era quelle anche avevamo preparato. Sono stati necessari dei cambi per dare maggiore pericolosità in avanti. Siamo state brave ad entrare col piglio giusto nella ripresa».

HYYRYNEN
«È una ragazza estremamente intelligente che si mette a disposizione della squadra. Se le chiedessi di fare la centravanti si impegnerebbe per farlo. È umile e sa gestire i vari momenti e le situazioni della partita».

600 GIORNI DI IMBATTIBILITA’
«Non amo i numeri, ma soprattutto non amo guardarmi indietro. Tutto quello che abbiamo fatto sinora non conta se non portiamo avanti gli stessi risultati. È però un numero importante che ci dice quale percorso abbiamo intrapreso sinora e che ci dà maggiore consapevolezza. Ma dobbiamo tenere i piedi ben saldi a terra e continuare a lavorare per intraprendere una squadra sempre più vincente».

PINK BARI
«La gara contro di loro in campionato è ormai archiviata. Non crea nessun effetto particolare se non quello di disputare una partita in un campo non semplice. Il fattore trasferta può giocare u brutto scherzo, cercheremo di fare del nostro meglio».

COPPA ITALIA
«Siamo in balia di un periodo di incertezza. Si vive alla giornata: pensiamo al Bari e poi vediamo quando recuperare la prossima con il Pomigliano. Siamo abituate ad avere poche certezze in questo momento. Noi possiamo solo lavorare e aspettare le varie decisioni».

SORTEGGIO CHAMPIONS
«È un capitolo totalmente a parte. La formula della competizione non ci fa partite avvantaggiate. Vedremo il sorteggio, analizzeremo la squadra avversaria e cercheremo di capire a che punto siamo e come poter affrontarla. Cercheremo di fare sempre meglio ma, ahinoi, il sorteggio giocherà un ruolo fondamentale».

Credit Photo: Alessio Boschi

Nakihari Garcia rompe l’inviolabilità del Barça

Nakihari Garcia - Real Sociedad
Nakihari Garcia - Real Sociedad

Nakihari Garcia, una delle giocatrici più interessanti dell’ultimo calciomercato, poi rimasta alla Real Sociedad rompe l’inviolabilità della porta del Barcellona che viene fissata a 961 minuti, nuovo record. La sfida tra catalane e basche è più equilibrata del previsto e nel primo tempo la numero 7 biancoblu pareggia il vantaggio di Leila Ouahabi. Prima della fine della prima frazione, un’autorete delle ospiti però riporta avanti le blaugrana. Nella ripresa occasioni da entrambe le parti e servono i minuti finali per gonfiare lo score: Alexia Putellas, Marta Torrejón e Mariona Caldentey in meno di 7 minuti fissano il risultato sul 5-1, che inganna perché la partita è stata equilibratissima fino al goal del 3-1.

Formazioni:

Barcellona: Cata Coll; Torrejón, Pereira, Mapi, Leila Ouahabi; Hamraoui (Patri, 81’), Alexia (Aitana, 81’); Graham Hansen (Crnogorcevic, 86’), Mariona, Martens (Losada, 70’); Oshoala (Jenni Hermoso, 70’).

Real Sociedad: Nanclares; Lucía, Mendoza (Iraia, 81’), Tejada, Núria Rábano; Cecilia (Leire Baños, 46’), Maitane (Itxaso, 46’), Gemma Gili (Kiana, 66’), Nerea Eizaguire; Franssi, Nahikari Garcia.

Nell’altra sfida di cartello, il Real Madrid vince 3-0 sul Betis e scappa in classifica. Kaci, Marta Cardona e la bomber Asllani decidono la sfida nella prima frazione fissando lo score definitivo.

Formazioni:

Betis: Méline; Paula (Otermín , 53′), Dorine, Nana (Mari Paz, 53′), Ana G.; A. Medina, Eva Llamas (Laura G., 35′), Ángela Sosa, Rosa Márquez, Aixa García, Altuve.

Real Madrid: Misa; Kenti (Olga Carmona, 61′), Peter, Ivana (Claudia F., 55′), Marta Corredera; Jessica Martínez (Lorena, 76′), Kaci, Teresa; Cardona, Asllani, Jakobsson (Ubogagu, 77′).

A Siviglia, 0-0 tra le andaluse e il Valencia cf. Un buon punto per entrambe le squadre che lottano fino alla fine ma non trovano i tre punti. Al Sevilla vengono annullati due goal tra uno per un fuorigioco molto dubbio. Il portiere andaluso Noelia Ramos para anche un rigore a Marta Carro e difende il pareggio. Entrambe le squadre salgono in classifica.

Risultati:
Sabato 21 novembre:
h. 12
REAL BETIS – REAL MADRID 0-3
FC BARCELONA-REAL SOCIEDAD 5-1
h. 14
SEVILLA FC-VALENCIA CF 0-0

Domenica 22 novembre:
h. 11.00
ATHLETIC CLUB-GRANADILLA TENERIFE
h. 12.00
12:00 SPORTING DE HUELVA-SD EIBAR
RAYO VALLECANO-MADRID CFF
EDF LOGROÑO-RCD ESPANYOL
CD SANTA TERESA-LEVANTE UD
h. 16.15
DEPORTIVO ABANCA-ATLÉTICO DE MADRID

Classifica:
Granadilla 19
Barcellona*** 18
Atlético Madrid 17
Real Madrid* 16
Real Sociedad* 15
Valencia cf 13
Sevilla fc** 12
Athletic 11
Levante***, Santa Teresa* 10
Madrid CFF***, Espanyol 9
Eibar**, Real Betis 7
Rayo Vallecano**** 3
Logrono 2*
Sporting Huelva 1**
Deportivo La Coruna* 0

* una partita in meno
** due partite in meno
*** tre partite in meno
**** quattro partite in meno
in grassetto le squadre che hanno già giocato questa giornata

Classifica marcatrici:
Kosovare Asllani (Real Madrid) 8
Esther Gonzales (Levante), Lucia Garcia (Athletic), Angela Sosa (Betis), Ludmila (Atlético), Alexia Putellas (Barcellona) 4

Photo: Nakihari Garcia, Instagram

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