Partnership Master Sole 24 Ore
Home Blog Pagina 4085

Marika Beleffi, centrocampista Cesena FC Femminile: “Un onore indossare questa maglia, voglio portarla in A”

Il Cesena, dopo un inizio stentato, si ritrova ai vertici della Serie B grazie a tre vittorie e un pareggio. Il merito va ad una squadra che sta pian piano crescendo, in particolar modo Marika Beleffi, centrocampista classe ’98 e che in questo campionato ha messo a segno quattro reti.

Marika com’è iniziata la tua avventura nel mondo del calcio?
«Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo sei anni nel Castelvecchio, dalle Pulcine alla Prima Squadra e poi nel Cesena».

Cosa vuole dire per te essere una giocatrice del Cesena?
«Cesena è la mia città ed è una squadra storica che ha fatto gradi risultati in Serie A, quindi indossare quella maglia è un onore per me».

Tu oltre ad essere un difensore hai anche doti da attaccante: ci sveli i tuoi segreti?
«Diciamo che le mie doti sono più di quantità che qualità, ho caratteristiche fisiche come la corsa e vincere i contrasti. Negli anni passati riuscivo ad esprimermi meno in fase realizzativa, ma quest’ano riesco con più facilità a segnare grazie all’aiuto delle mie compagne, e queste reti stanno aiutando la squadra».

Il Cesena è momentaneamente sul podio: posizione giusta?
«Penso che sia una posizione più che giusta: siamo un gruppo molto affiatato, siamo una squadra giovane, e avevamo bisogno di amalgama, ma credo che la compattezza che abbiamo nello spogliatoio possiamo ottenere importanti risultati».

Che Serie B ci aspetteremo nelle prossime giornate?
«Quest’anno sarà un campionato molto combattuto, perché molte squadre sono molto competitive e un buon livello».

Che opinione hai sul calcio femminile italiano? E sul professionismo?
«In Italia il calcio femminile è poco sviluppato, ma grazie ai Mondiali e alle prestazioni della Nazionale qualcosa è cambiato nella mentalità, spero che con l’avvento del professionismo il movimento cambi sotto un altro punto di vista e cresca ancora di più».

Che cosa fai fuori dal campo?
«A dicembre mi laureerò in Infermieristica, quindi cerco di bilanciare lo studio con il calcio».

Hai qualche obiettivo da raggiungere prossimamente?
«Spero che la squadra cresca e migliori il punteggio dell’anno scorso. Mi piacerebbe portare il Cesena in Serie A».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Cesena FC Femminile e Marika Beleffi per la disponibilità.

Photo Credit: Cesena FC Femminile

Fatma Samoura inserita nell’International Women’s Forum Hall of Fame

La segretaria generale della FIFA Fatma Samoura è stata inserita nella Hall of Fame dell’International Women’s Forum (IWF) come riconoscimento per il suo contributo trasformativo alla società.

Fatma ha lavorato ai progetti delle Nazioni Unite per 21 anni prima di diventare la prima africana in assoluto e donna a ricoprire il ruolo di Segretario generale della FIFA. Inoltre ha preso parte come Delegato generale FIFA per assistere la CAF nel suo viaggio di riforma. Per lei tolleranza zero per il razzismo e il comportamento razzista e i suoi consigli hanno ispirato molte donne.

“Signore, dovete ricordarlo, se vi è stata data abbastanza fiducia da ricevere una posizione è perché avete le capacità e le qualifiche necessarie per svolgere il lavoro. Cerca sostegno nelle tue sorelle e conta su di loro” ha detto la segretaria generale alla conferenza che in questo 2020 si è tenuta online per i problemi legati al Covid-19.

Altre donne incluse nell’International Women’s Forum Hall of Fame
Maya Angelou
, poetessa e scrittrice americana; Phumzile Mlambo-Ngcuka, sottosegretario generale delle Nazioni Unite; Rosa Parks, madre del movimento americano per i diritti civili; Ellen Johnson Sirleaf, presidente della Liberia; Nawal El Moutawakel, prima donna marocchina e prima musulmana africana a vincere l’oro olimpico; Ella Fitzgerald, artista jazz americana; Ruth Bader Ginsburg, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti; Louise Arbor, procuratrice capo, tribunali penali internazionali dell’Aia; Hillary Rodham Clinton, ex First Lady degli Stati Uniti, Senatore degli Stati Uniti, Segretaria di Stato; Mary Robinson, presidente dell’Irlanda; Wilma Mankiller, capo della nazione Cherokee; Audrey Hepburn, star del cinema internazionale; Shirley Temple icona per la comunità dei neri e diplomatica degli Stati Uniti.

“Nei miei 21 anni come attrice per lo sviluppo e umanitario ho incontrato persone di diversa cultura, religiosa, etnica o anche basata sul genere e ho potuto guardare come stavano reagendo di fronte a situazioni difficili e stressanti…Quindi questo bagaglio di esperienza l’ho portato decisamente alla FIFA dove, come dicevo, l’essere umani è un aspetto chiave in i tutto ciò che facciamo. Che tu sia un allenatore, un calciatore o un tifoso, hai a che fare con gli esseri umani. I valori fondamentali che ho portato con i miei 21 anni all’ONU sono il rispetto della diversità, la lotta alla discriminazione, la lotta per le pari opportunità e un mondo più giusto ed equo per tutti” sono state le parole della Segretaria FIFA alla conferenza.

L’IWF è stata fondata negli Stati Uniti da Elinor “Elly” Guggenheimer, presidente della New York City Planning Commission, nel 1974. Il suo scopo è riunire donne di diverse realizzazioni e fornire loro un forum per lo scambio di idee ed esperienze, oltre a promuovere la leadership delle donne a livello globale e locale.

Credit Photo:

Juventus femminile, Laura Giuliani dottoressa: laureata con 110 in Scienze Motorie

Le paure.
Le ansie.
I silenzi da affrontare, dentro i quali non ci si può nascondere, perché in mezzo al silenzio si sente tutto, compresi i battiti del proprio cuore. L’io resta io, il noi su cui basa la forza di qualsiasi squadra, di qualsiasi gruppo, rischia di diventare un concetto astratto. Un domani che non si sa quando nascerà.

E poi le sirene, all’improvviso. Le ambulanze che urlano, che strepitano, che squarciano il nulla, quando meno te l’aspetti. Il segnale acustico di una resa che non vuole arrivare. L’antifurto a cui si sono aggrappate chissà quante vite, oltre alle speranze di chi insegue. Spesso, sono i nostri nonni in viaggio, combattendo perché non sia l’ultimo. Purchè non sia l’ultimo.

Lo sport al tempo del Covid è anche questo, una collezione di attimi – lunghi attimi – e di solitudine. L’uno contro uno, allo specchio, dei protagonisti a cui ad un certo punto hanno chiuso i centri di allenamento, i campi da gioco, gli stadi, le piste, le piscine, le palestre. Un mondo sbarrato, ingiusto, popolato da campioni in esilio dal proprio domani e da gente come noi. Uomini, donne, bambini che ascoltano ciò che succede fuori, tenendo sotto controllo il concerto di emozioni che sentono dentro. Spesso, controllando il tumulto.

Il vuoto va riempito e, proprio ai confini del vuoto, Laura è diventata Laurea. Laur(e)a Giuliani. Portiere della Juventus, portiere della Nazionale, ora dottoressa. Durante il lockdown in qualche modo è riuscita ad allenarsi, arrangiandosi come poteva. Un paio di flessioni, una corsetta intorno a se stessa, il pallone che per quanto siano grandi un salone o un giardino, fuori dal cancello non poteva rotolare. Ha parato sul posto, lei contro nessuno e tutti contro il virus.

E poi ha studiato. Tanto, molto, sempre di più. Mentre il mondo considerava il 2020 un anno nero, Laura provava ad essere ottimista: “Per me – pensava, magari ad alta voce – questo è l’ultimo del percorso universitario”. Iscritta al corso triennale in Scienze Motorie – curriculum Calcio – dell’Università San Raffaele, progetto nato da un’idea dell’Associazione Italiana Calciatori, si è data un obiettivo: prepararsi per gli esami, verso un traguardo diverso. Lei, i suoi guanti, i suoi libri.

Lei, che ha sempre lavorato su due fronti: per mantenere la porta inviolata e la media dei voti intorno al 30.

Lei, che quando è partita per la Francia per giocare il Mondiale del 2019, in valigia ha messo anche i testi universitari.

Lei, una delle 23 donne che proprio in Francia hanno compiuto un miracolo sportivo, portando l’Italia fra le prime otto squadre del mondo. Un viaggio insperato, dal nulla al tutto.

Lei, e la Nazionale italiana, che hanno ridato la giusta dignità al calcio femminile, un movimento in cui si era visto e sentito di tutto. Si era giocata una finale di Coppa Italia su un campo con l’erba altissima e senza righe, con premiazione avvenuta intorno ad un tavolo di plastica. Si erano raccolti i cocci della coppa destinata alle vincitrici dello scudetto, portata al campo in mille pezzi, e consegnata così alle Campionesse d’Italia. Un presidente della Lega Nazionale Dilettanti, a proposito dei contributi da elargire alle ragazze, aveva commentato: “Basta. Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”. Altri, sogghignando, avevano sussurrato: “Il calcio è solo per maschi”.

Lei, che con i risultati ha demolito i pregiudizi e i luoghi comuni, uno dopo l’altro.

Lei che una notte è atterrata a Milano di ritorno proprio dal Mondiale, e poche ore dopo era sui banchi a sostenere un esame.

Lei che ha studiato materie come Scouting e match analysis o Management dello Sport.

Lei che da giovane, per inseguire il suo destino, è emigrata in Germania, ma siccome i sogni costano, oltre a giocare in serie A tedesca lavorava. In una catena di montaggio. In un panificio alzandosi alle 3 del mattino. In un bar. Nello shop ufficiale del Colonia.

Lei che ha discusso una tesi sulla psicologia del portiere.

Lei che si è appena laureata con 110 su 110.

Lei, la dottoressa calciatrice.

Lei, Laur(e)a Giuliani.

Lei che nel silenzio ha trovato la forza.

Lei che ha dato un senso anche al lockdown.

Lei. E un po’ anche noi.

Alessandro Alciato

Willie Kirk, Everton: “Sono orgoglioso delle mie ragazze”

Nella giornata di domenica è andata in scena la finale di FA Women’s Cup tra Manchester City ed Everton. La partita ha regalato emozioni e soddisfazioni per le giocatrici, ma anche per i telespettatori. Il trofeo è stato alzato dalle Citizens solo dopo una partita combattuta andata a finire ai supplementari. Buona la prova delle Toffees che nonostante la sconfitta escono dal campo consapevoli di aver dato tutto. Il goal di Gauvin nel secondo tempo ha portato il match ai tempi supplementari ed il concepibile calo fisico e mentale hanno regalato la vittoria alle avversarie. Nelle considerazioni post partita, è intervenuto Willie Kirk, coach dell’Everton.

“Sono davvero tanto orgoglioso delle giocatrici, dello staff e del club”, apre lo scozzese. “La preparazione che abbiamo fatto per questa partita è stata assolutamente azzeccata. I due o tre giorni che abbiamo passato insieme sono stati un’esperienza fantastica ed anche la sconfitta ci aiuterà”.

Mister che non si fa abbattere dalla sconfitta e già pensa all’anno prossimo. “Torneremo qui a Wembley, ve lo garantisco, torneremo qui. Sono rimaste in partita e fino a un minuto ai supplementari abbiamo avuto la possibilità di pareggiare. Come manager per me è un orgoglio”.

“I tifosi possono essere orgogliosi delle ragazze in campo e il Club può essere orgoglioso di come le giocatrici si sono applicate. La società ci sta dando molto in termini di investimenti e ci permette di crescere. Vogliamo restituirgli qualcosa. Ci sarebbe piaciuto dare loro un trofeo, ma di sicuro abbiamo dato loro tutto il resto”.

Ashraf Seleman, Lazio Women: “Vogliamo tornare ai tre punti, domenica gara importante con il Pomigliano”

Ashraf Seleman, allenatore della Lazio Women, è intervenuto quest’oggi ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3 FM:

“L’ultima domenica è stata di relax visto che abbiamo riposato in campionato. Se fossimo stati più concentrati nelle ultime due gare, saremmo arrivati alla pausa primi in classifica. Il gruppo si è compattato ancora di più, ora siamo pronti per la gara di domenica contro il Pomigliano che sarà molto importante.

Si sfideranno due squadre imbattute nel prossimo weekend. Il Pomigliano si difende molto bene e cerca lo sfogo offensivo in contropiede. Verranno a Roma con quest’idea di gioco provando a limitare al massimo il nostro gioco. Noi andremo a cercare i tre punti. Nelle gare che abbiamo disputato nessun’avversaria ci ha messi sotto, dobbiamo essere solo più concreti.

Stiamo svolgendo un percorso diverso rispetto allo scorso anno, in questa stagione siamo partiti con un’idea diversa. Gli avversari ci conoscono e abbiamo più pressioni. Le ragazze hanno bisogno di stare tranquille senza avere l’ansia di raccogliere il risultato: ci serve continuità per dare la svolta all’annata”.

Credit Photo: Lazio Women

Accordo tra KNVB e governo olandese: l’Eredivisie Women ricomincia ufficialmente

L’Eredivisie Women è ripresa definitivamente venerdì 30 ottobre. Dopo che il governo olandese ha dato il permesso di proseguire il campionato, a patto che tutte le condizioni di prevenzione fossero state soddisfatte da parte delle squadre.

Secondo la KNVB, il protocollo introdotto a seguito della seconda ondata di Covid-19 per l’Eredivisie (campionato maschile) doveva essere lo stesso per le loro controparti femminili in Eredivisie Vrouwen . In questo modo anche le claciatrici hanno avuto la possibilità di ricominciare a giocare dopo la sospensione di una settimana.

“Questo protocollo richiede molto sia da parte dei club che dalla federazione, ma abbiamo sempre avuto la convinzione che ce l’avremmo fatta. Siamo molto felici che la le ragazze potranno scendere di nuovo in campo anche nel massimo campionato femminile olandese”, spiega Kirsten van de Ven, responsabile della sezione femminile presso la KNVB.

In molti altri sport (di alto livello) c’è stato molto clamore sulla decisione del governo, perché il calcio, maschile e femminile, non poteva soddisfare le rigide condizioni che inizialmente sono state imposte alla “bolla” degli sportivi.

“Da quando abbiamo ricevuto il via libera dal ministro per continuare con l’Eredivisie femminile, abbiamo fatto tutto il possibile per rendere tutti i processi ulteriormente sicuri”.

Photo Credit: Ajax Vrouwen

Ladispoli Femminile: l’intervista ad Aurora Gobbi e Giulia Perigli

Il Ladispoli Femminile è un club laziale che sta portando avanti un progetto davvero interessante. La società guidata da Umberto Paris, infatti, ha allestito una formazione con tante giovani che si sono avvicinate al mondo del calcio con delle ragazze, con esperienze in categorie maggiori, trasferitesi a Roma per studio. Tra rossoblù, allenate da Daniele Severini e Marco Trovato, ci sono il capitano Giulia Perigli e la giovane Aurora Gobbi. Abbiamo raggiunto per qualche battuta sulla realtà laziale Giulia, difensore classe ’98 di Ladispoli, al quarto anno con le rossoblù e la nuova arrivata Aurora laterale sinistro classe 2001, originaria di Verona.

Ragazze come vi siete avvicinate a questo sport e quali sono state le esperienze precedenti a questa annata?
Giulia: “Da piccola per me il calcio non esisteva, pensavo a tutt’altro, finché un giorno grazie ad una compagna di scuola ho fatto il mio primo allenamento con una squadra maschile di Cerveteri. Ho iniziato a 11 anni con l’Ars Roma per poi giocare 3 anni con la DM 84, una seconda famiglia. Sono stata ferma 3 anni e ho ripreso con il Ladispoli calcetto femminile. Dopo due anni finalmente, grazie soprattutto al nostro dirigente Giorgio Agostini è nata la realtà femminile calcio a 11 della quale faccio attualmente parte“.
Aurora:Questa passione per il calcio è nata con me, fin da bambina prendevo a calci qualsiasi cosa che mi capitava a portata di piede. Così dopo aver convinto mio papà, all età di 7 anni ho iniziato la mia esperienza in un campo verde. Ho iniziato con una squadra maschile in cui già giocava mio cugino, a 13 anni sono passata al femminile e sono approdata all’allora Arcobaleno Bardolino, ora Hellas Verona in cui ho giocato fino alla scorsa stagione prima del mio approdo al Ladispoli”.

Giulia il Ladispoli si è affacciato da qualche stagione sul calcio femminile. Come è sono andati i primi mesi di questa squadra?
La realtà femminile calcio a 11 è nata lo scorso anno, la maggior parte delle ragazze non avevano mai giocato prima d’ora, mentre altre avevano già esperienze alle spalle. Sin da subito ci siamo mostrate determinate e volenterose di imparare, tanto da portare a casa il secondo posto. Durante gli allenamenti ci aiutavamo l’una con l’altra e ognuno metteva a disposizione le proprie esperienze, soprattutto chi veniva da una categoria più alta. È nato un bel gruppo, abbiamo stretto tanto tra di noi e giocavamo per la squadra, non per noi stesse. Quest’anno ci sono stati un po’ di cambiamenti, alcune ragazze sono andate via ma, allo stesso tempo, ci sono stati nuovi arrivi, e aldilà della situazione che stiamo vivendo a livello mondiale che ci impedisce di praticare questo sport come vorremmo, sono certa che abbiamo le potenzialità per ottenere buoni risultati“.

Aurora sei arrivata a Ladispoli grazie ad un progetto molto interessante che interessa al squadra laziale giusto?
“Si la mia esperienza in questa regione è legata ad un progetto di College Life Italia che mi porterà a giocare e a studiare in un college americano nel prossimo 2021. Trovandomi a Roma per studio ho accettato l’opportunità di poter continuare la mia passione nel mondo del calcio qui a Ladispoli, società che appoggia lo stesso progetto”.

Giulia sei il capitano della squadra. Cosa significa per te indossare quella fascia al braccio?
Indossare la fascia da capitano non è una cosa da poco, per me significa molto. Indossare la fascia vuol dire una maggiore responsabilità, vuol dire trascinare la squadra e supportarla in tutto e per tutto anche quando le cose non vanno. Significa dare una pacca sulla spalla ad una tua compagna quando sbaglia, essere sempre disponibile per tutta la squadra e la società. È il secondo anno che sono capitano dell’Academy Ladispoli e spero di essere stata all’altezza di questa fascia lo scorso anno. L’unica cosa che chiedo alle ragazze è giocare unite e giocare come una squadra, aiutarsi l’una con l’altra, che poi è quello che ci ha contraddistinto la scorsa stagione“.

Aurora che ambiente hai trovato e come ti sei integrata nel gruppo?
L’ambiente laziale è davvero accogliente e lo paragono a quello di una famiglia. Mi sono trovata alla grande, sia con le coinquiline che con le compagne di squadra, fin da subito. Questo ha sicuramente contribuito a farmi sentire meno la distanza da casa, essendo questo il mio primo anno qui a Ladispoli. Come per la squadra anche con i mister mi sono trovata subito bene. Hanno fin da subito dimostrato la loro voglia di far crescere la squadra e di trasmettere la loro esperienza calcistica a tutte noi. La preparazione è stata diversa rispetto a quelle cui ero abituata a Verona con l’obiettivo di arrivare pronte all’inizio del campionato. Ora la speranza è quella di poter iniziare davvero a giocare e dimostrare sul campo ciò che valiamo”

Giulia come reputi si stia muovendo il calcio femminile nel Lazio?
Riguardo al calcio femminile in generale, e spostando poi lo sguardo nel Lazio, credo sia un movimento che sia solo all’inizio. Ci sono molti step da fare per innalzare e ampliare questo movimento ma ritengo che le basi siano state messe tutte. Nel Lazio sono nate moltissime nuove squadre, fatta di passione e di tante ragazze che si avvicinano al calcio per la prima volta con il desiderio di realizzare quel piccoli grande sogno di tante, tantissime ragazze che non hanno mai avuto l’occasione in precedenza. Quindi ritengo che il movimento del calcio femminile nel Lazio stia facendo un ottimo lavoro, si stia collocando molto bene all’interno delle società e stia crescendo ogni giorno di più“.

Aurora come avete preso la notizia dello stop delle attività?
Ovviamente abbastanza male, anche se capiamo la difficoltà del momento e la criticità del periodo che stiamo vivendo. Sul lato sportivo avendo già affrontato l’anno di quinto superiore e la conseguente maturità con le restrizioni speravo di potermi vivere a pieno questa nuova avventura. Tuttavia, almeno per il momento, con l’osservanza delle regole imposte è possibile fare un minimo di allenamento quindi riesco ancora a vedere il bicchiere mezzo pieno”.

Katherine Reynolds annuncia il suo ritiro

Il difensore del Portland Thorns FC Katherine Reynolds ha annunciato il suo ritiro, dopo un decennio di calcio professionistico, di cui le ultime cinque stagioni giocate in NWSL con il Portland Thorns FC (2016-20).

“Giocare per i Portland Thorns è stato un sogno che si avvera, ha detto Reynolds. “Sono così grato che Mark, Gavin e Merritt mi abbiano dato l’opportunità di far parte di questo club negli ultimi cinque anni. Ho giocato per molte squadre fantastiche in molte grandi città in tutto il mondo negli ultimi undici anni, ma Portland è davvero speciale. Sono così fortunato ad aver giocato per un’organizzazione così professionale con standard e aspettative elevati.”

Una straordinaria carriera college a Santa Clara, per poi passare al professionismo con Philadelphia Independence nel 2010, Atlanta Beat nel 2011 e volare per due anni tra Germania e Australia rispettivamente con SC Freiburg e Newcastle Jets. Dal 2013 il ritorno in America con il Western New York Flash (2013-14), Washington Spirit (2015) e infine con il Thorns FC.

“Per le mie compagne di squadra, ognuno di voi ha avuto un impatto su di me, e sono fortunata di aver avuto modo di giocare al fianco e imparare da così tante giocatrici incredibili nel corso della mia carriera. E ai fan, grazie per aver reso così facile innamorarsi della città di Portland. Questa sensazione è certamente strana, ma non vedo l’ora che arrivi il prossimo capitolo e sarò un fan di Thorns per il resto della mia vita”.

Credit Photo: https://www.timbers.com/

Michela Catena, Fiorentina Femminile: “Test importante. A Roma per fare il massimo possibile”

“E’ stato un test difficile ma allo stesso importante”, Michela Catena risponde ai media ufficiali dopo la vittoria con la Riozzese Como. “Sapevamo che non sarebbe stato facile – sottolinea la centrocampista viola – all’inizio siamo partite un po’ in sordina ma poi abbiamo dilagato”. La numero venti è una delle note positive di questa stagione della squadra toscana. Da diverse settimane si sta dimostrando solida e decisa ogni volta che viene chiamata in causa. Una crescita esponenziale per la marchigiana frenata spesso da diversi infortuni.

Sulla gara con la Roma in arrivo a giorni: “sarà una partita tosta. Sappiamo cosa dobbiamo migliorare e siamo consapevoli di chi siamo. Lavoreremo sodo tutta la settimana per andare nella capitale e dare il massimo possibile” conclude la calciatrice gigliata.

La Fiorentina Femminile si presenterà a Roma il prossimo fine settimana. Sarà una gara interessante da vedere visto che per le giallorosse non è un periodo proprio florido. La Viola giungerà nella capitale con la voglia di vincere ed una Michela Catena in più.

La storia del gioco e il calcio femminile, il saggio di Francesca Di Giuseppe

Si intitola “L’evoluzione del gioco e il calcio femminile” il primo lavoro editoriale della giornalista pescarese

Pescara. E’ disponibile su Amazon il primo lavoro editoriale della giornalista pescarese Francesca Di Giuseppe. Si tratta della sua tesi di laurea che la Lupi Editore ha permesso di trasformare in un saggio dal titolo “L’evoluzione del gioco e il calcio femminile”.

Un viaggio nella storia del movimento calcio donne dal punto di vista sociologico dai primi albori del movimento fino ai primi anni 2000 (anno di discussione della tesi).

Non solo: la prima parte del libro sviluppa anche un’analisi sul concetto di gioco prendendo in considerazione i principali sociologi che hanno studiato l’argomento.

Nella sinossi del libro infatti si legge:

L’evoluzione del gioco, dal semplice “ludens” al professionismo attraverso le voci di grandi sociologici come Allen Guttmann e il suo “Dal rituale al record”. Lo studio che si intraprende tratta un argomento che solo negli ultimi anni ha avuto un’attenzione più ampia da parte di sociologi, psicologi e luminari in genere; ci riferiamo al mondo dello sport e in particolare al calcio nei suoi aspetti socio-culturali.

“E’ un sogno che si avvera – dichiara Francesca – pensavo sempre di poterla pubblicare ma probabilmente non era il momento giusto. Ora invece, grazie anche a Jacopo Lupi della Lupi Editore che ha creduto nel progetto, il momento è scoccato. Il saggio è per tutti coloro che vogliono approfondire il mondo del calcio femminile, la sua storia e le sue radici italiane ed europee; un saggio altresì nel quale si approfondisce il concetto di gioco. Il tutto sotto l’aspetto socio-culturale”.

DA NON PERDERE...