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Maria Carleo, Picerno: “Spero il calcio possa crescere anche in Basilicata”

Nella stagione 2019-2020 il Picerno ha giocato per il terzo anno di fila nel torneo d’Eccellenza lucana. La formazione rossoblù, legata alla società maschile, è stata guidata dal tecnico Carmine Filiani. A capitanare la formazione picernese è stata Maria Carleo, difensore classe ’86 al suo secondo anno in rossoblù. Abbiamo raggiunto, per qualche battuta, la calciatrice originaria di Picerno.

Maria quale è stato il tuo approccio al mondo del calcio?
Sin da bambina mi sono sempre dilettata a giocare con un pallone. Il mio primo vero passo verso il calcio femminile è arrivato all’età di 12 anni: nel mio paese si formò la squadra del Picerno e mia cugina Angela mi trascinò in questa nuova realtà. Ero la più piccola e per due anni potevo solo allenarmi con il gruppo non avendo un’età adeguata per scendere in campo in gare ufficiali”.

Una volta giunta a 14 anni poi hai cominciato la tua carriera da calciatrice. Hai calcato anche i campi anche in Serie B giusto?
“Si, ho iniziato a giocare nel mio peaese. Con il Picerno ho giocato per 6 anni circa, nella vecchia Serie C regionale. Qui mi sono formata come calciatrice raggiungedo poi la B, per due anni, con il Marsico Nuovo, dove ho giocato per 5 campionati. Prima del mio ritorno a Picerno, dove ho giocato per altri due anni, ho avuto esperienze nel futsal dove putroppo mi infortunai gravemente”.

Hai giocato anche in A2 di calcio a 5, come è stata la tua esperienza sul parquet?
“Nel futsal ho giocato a 5 Rionero, due anni in Serie C ed uno in A2., prima del mio passaggio al Potenza Lions, dove ho giocato altre 3 stagioni in Serie C. Purtroppo qui mi sono femrata per un grave infortunio al ginocchio che mi ha lasciato ai box per un anno circa. Di quegli anni ricordo gli incroci con un club storico del calcio a 5 come lo Statte Taranto. Non posso dimenticare la prima rete in A2, rara per me che giocavo in difesa, contro il Benevento. Su uno schema provato e riprovato in allenamento mi trovai libera per concludere dalla distanza, ricordo l’abbraccio di tutte le mie compagne una volta entrare la palla in porta. Sicuramente il calcio a 5 è molto seguito dalle nostre parti, con palazzettti dello sport spesso gremiti e tanta gente che si fa sentire il suo calore durante la partita”.

Che differenza hai trovato tra calcio a 5 e quello a 11?
“Sono sicuramente sport diversi: più rapido il futsal dove nonostante gli spazi brevi corri di molto di più rispetto a quello ad 11 dove si ha modo di ragionare e pensare sul da farsi. Entrambe le discipline hanno il loro fascino, ma sssendo cresciuta sul manto erboso mi trovo a più a mio agio su quel terreno di gioco, dove credo sia più facile crescere e maturare anche per le puiù giovani. Nel calcio a 5 i margini di errore sono ridotti e se sbagli consenti, in pratica, alla squadra avversaria di concludere in porta”.

Come si sta muovendo il movimento femminile in Basilicata?
“Credo che nel calcio ad 11 sia ancora lontano della media che si vede in Italia, siamo una piccola regione che sicuramente ha dalla sua ancora margini di crescita. Quando ho iniziato eravamo addirittura con 15 squadre in Eccellenza, poi man mano il tutto è andato scemando. Dopo che si sciolse il Marsico Nuovo tante realà passarono al futsal, mettendo in stand-by il calcio ad 11. Negli ultimi anni qualche segnale di rirpesa si nota, ma anche se a molte giovani il calcio piace, a mio avviso, restano intimorite da una mentalità ancora un poco chiusa. Con il Picerno si è costrutito, negli ultimi tre anni, un gruppo molto giovane con tante ragazze del paese, speriamo che il tutto possa continuare visto che lo trovo un segnale positivo per il nostro movimento”.

Come vedi l’intrecco visto in passato tra le Eccellenze di Calabria e Basilicata?
“Secondo me dobbiamo ancora crescere in Lucania. In Calabria noto maggiore organizzazione rispetto a noi e quindi partiamo, a mio avviso un pochino indietro. Vedo molte squadre calabresi piene di giovani, con settori giovanili più rodati rispetto a quello che offriamo noi alle nostre ragazze”.

Quali ricordi leghi al mondo del calcio?
“Sicuramente gli anni di Marsico sono stati importanti, siamo state allenate da mister Pappagallo, con trascorsi al Pink Bari, ed in squada avevamo ad esempio Maria Vucinic, capitano del Montenegro. Ricordo in particolare una gara di Coppa Italia dove ci trovammo opposte al Napoli, in quella gara come avversaria avevamo Patrizia Panico, cosa che non capita tutti i giorni. Nel nostro girone erano presenti piazze importanti come Bari, Napoli e Roma sicuramente una bella esperienza. Altra calciatrice che ho avuto modo di vedere vicina è stata Elisa Bartoli, che qualche anno fa stranamente si trovò ad assistere ad una partita di Eccelllenza. Tra le emozioni piacevoli anche una gara amichevole, ad Agropoli in un torneo internazionale, dove con il Marsico affrontammo la nazionale del Canada”.

Emanuela Schioppo, Pomigliano : “Contro il Bari, cercheremo di onorare la maglia granata”

Si sono disputate due giornate di serie B femminile, mai come quest’anno incerta per via del valore delle squadre, comprese le neo promosse. Buono inizio del Pomigliano femminile che ha già 4 punti in classifica, ora si prepara per la sfida di Coppa Italia contro il Pink Sport Bari. Ilnapolionline.com ha intervistato il difensore centrale Emanuela Schioppo.

Inizio positivo per il Pomigliano femminile. Pari con il Tavagnacco e il successo di Cesena. Cosa ne pensi in merito?
“Siamo contente di questo inizio di stagione, visto che abbiamo fornito una buona prestazione contro il Tavagnacco, tra le favorite per la promozione. A Cesena non solo abbiamo giocato bene, ma abbiamo anche vinto, la prima nella storia del Pomigliano in serie B. Sicuramente sono segnali incoraggianti per il prosieguo della stagione, l’importante è proseguire su questa strada, in campionato e anche da domani in Coppa Italia”.

In passato hai giocato come terzino di fascia, da un paio di anni ora come difensore centrale. In quale dei due ruoli ti esprimi al meglio?
“In passato ho giocato come terzino, mentre da 4/5 anni da difensore centrale e devo dirti la verità, è il ruolo dove riesco ad esprimere il mio valore. Al centro non solo riesco ad avere più sicurezza, ma sulle palle inattive do una mano alla squadra con i colpi di testa e copro al meglio. Anche come terzino ho dato il massimo, ma come difensore centrale sono cresciuta a livello tecnico”.

In questo momento state giocando senza pubblico, per via del Covid-19. Per voi quanto sarebbe importante al “Gobbato” poter contare sull’affetto dei vostri tifosi?
“Come sostengo da sempre avere i tifosi al nostro fianco è avere il dodicesimo sul terreno di gioco. Per noi il pubblico è una parte essenziale, perché ci sostiene nei novanta minuti e ci trasmette la giusta carica. Ovviamente siamo in periodo di Covid-19, quindi conta che la gente stia bene e in salute, nel frattempo ci sono le dirette facebook delle nostre sfide, in attesa di riavere i tifosi dalla nostra parte”.

Cosa ne pensi del campionato di serie B, c’è tanto equilibrio e con squadre che possono dire la loro per i primi posti.
“Sarà un campionato molto equilibrato, ci sono diverse squadre che possono dire la loro per i primi posti. Dal Tavagnacco, alla Lazio, passando per Cittadella e Brescia, quindi davvero regna l’equilibrio. Noi cercheremo ogni gara di dire la nostra e solo a fine stagione si tireranno le somme”.

Quanto conta secondo te nel Pomigliano che ci siano tante di voi che hanno giocato assieme in passato e l’arrivo anche di elementi di esperienza per la serie B di quest’anno?
“Conta davvero tanto, visto che molte di noi hanno giocato per anni nella stessa squadra. Ho giocato con Riboldi e Moraca ai tempi del Napoli, ma anche Pinna che conosce molto bene la categoria ed è importante in zona gol. Nel complesso siamo un gruppo molto coeso e desideroso di fare bene in serie B. L’importante è proseguire su questa strada rimanendo umili, aspetto davvero fondamentale per il resto della stagione”.

Domani infine esordio in Coppa Italia contro il Pink Spor Bari. Come vi state preparando contro una compagine che gioca da un paio di anni in serie A?
“Il nostro obiettivo è dare il massimo contro qualsiasi avversario, dall’ultima in classifica, alla prima della graduatoria, l’atteggiamento deve essere lo stesso. Sappiamo che il Bari è una compagine di serie A, quindi non sarà semplice, inoltre ha elementi di esperienza. Noi cercheremo di onorare la maglia, dare il massimo, poi al di là del risultato, non ci potremo rimproverare nulla”.

Credit Photo: Luca Bottaro – Pagina Facebook Asd Calcio Pomigliano

Sandy Dorador: il Perù verso la sfida contro le grandi squadre

Un modello nel calcio femminile per la sua storia, una calciatrice che ne ha passate molte tra stereotipi culturali, gravidanza, condizioni di vita, il sogno di giocare a calcio. Sandy Dorador ora ha 31 anni, è mamma, per vivere vende vestiti e gioca a calcio per la Nazionale Femminile del Perù dopo il suo esordio nella Nazionale Maggiore a soli 15 anni.

“Avevo sei anni. Li (i ragazzi) guardavo in campo o nel parco e sentivo che mi divertivo. Volevo essere lì a calciare il pallone, ma loro non ne volevano sapere. C’era molto sessismo e discriminazione nei confronti delle donne in generale, non solo di me”, ha spiegato Dorador, volto della campagna per l’uguaglianza di genere #QueremosSerVistas“La situazione ora è migliore, ma stiamo ancora combattendo contro le cose negative”.

Supportata dalla madre, passa la gioventù a scappare tra un quartiere e l’altro pur di calciare un pallone, inoltre nonostante restii sul fatto che fosse una ragazza, una squadra locale le chiede di prendere parte nel team all’età di dieci anni. A 12 anni debutta grazie ad un’amica in prima divisione con l’Universidad Catolica ma si trova ostacolata dall’età in quanto troppo piccola. Sei mesi dopo è entrata a far parte della JC Sport Girl, club che diventa la sua seconda casa, dove vince un titolo e disputa la prima Copa Libertadores Femenina nel 2009. A livello di Nazionale entra nelle giovanili a 13 anni e due anni dopo esordisce con la maggiore del Perù.

Non si può ancora parlare di professionismo per il calcio femminile in Perù, ma la situazione è sicuramente migliorata. Dorador racconta di aver giocato una partita in un mattatoio e come premio in palio: un toro.

Proprio dopo quella partita scopre di essere incinta di quattro mesi: “All’epoca c’erano meno informazioni e non conoscevo i sintomi. Non sapevo come l’avrebbe presa la mia famiglia. Stavo giocando il mio miglior calcio: avevo vinto il titolo con il mio club ed ero in Nazionale. Avevo paura ma non ho mai pensato di andarmene. Ed avere Uciel è stata una benedizione di Dio“.

Dorador ha giocato nella Copa America Femenina 2006 e 2010, ma ha saltato le competizioni 2014 e 2018, una per prendersi cura di suo figlio e l’altra per impegni di lavoro. Inoltre, ha anche giocato per la squadra di futsal femminile del Perù nei Giochi Panamericani del 2019.

“Avevo già rinunciato a due lavori per la Nazionale e questa volta ho messo al primo posto la famiglia, il che la dice lunga sul calcio femminile peruviano. Chiedono risultati da noi qui ma non sanno com’è la nostra vita, cosa facciamo prima di andare ad allenarci, se facciamo una colazione adeguata, se lavoriamo, se ci prendiamo cura dei bambini, se abbiamo una pranzo. Devono pensare alle ragazze più giovani. C’è una competizione ma non è professionistica.

Dorador sta prendendo il suo patentino da coach, è anche interessata all’arbitraggio. Ha pensato di ritirarsi dal gioco nel 2019 quando era allo Sporting Cristal: “Mio figlio mi ha chiesto più tempo per lui e suo padre, ma poi è arrivata l’offerta in da Alianza Lima. Siamo tutti grandi fan del club e sono stati loro a dirmi di andare a realizzare il mio sogno. Alianza sta investendo più della maggior parte dei club in questo sport. La squadra non è professionista ma ci hanno pagato un’indennità durante la pandemia. Ho fatto un viaggio fantastico per arrivare qui, ma è stato anche lungo e difficile. Spero che storie come la mia rendano più facile chi verrà poi”.

Credit Photo: https://www.fifa.com/

FIFA e Commissione Europea: uniti per agire contro il razzismo

La Commissione Europea con il sostegno della FIFA, ha lanciato il suo nuovo piano d’azione contro il razzismo. Svelato durante la sessione di formazione di una squadra femminile locale allo stadio Sippelberg di Molenbeek in Belgio, il piano d’azione delinea come la Commissione intende affrontare nuovamente le disuguaglianze nella società europea. All’evento, la FIFA è stata rappresentata dall’attaccante e leggenda belga Mbo Mpenza, che ha condiviso la sua esperienza di razzismo in Europa. Inoltre, presente anche la calciatrice belga Aline Zeler che ha condiviso la sua esperienza nell’affrontare la discriminazione e le sue opinioni sui passi da compiere nel sistema educativo.

“Ho 15 anni di esperienza su questo argomento come giocatrice e sei anni come insegnante di educazione fisica qui a Bruxelles”, ha detto Zeler. “Ho visto molti esempi di razzismo e discriminazione in quel periodo. Dobbiamo iniziare a insegnare l’antirazzismo fin dalla tenera età. Il rispetto è la chiave per far sì che il cambiamento avvenga”.

“Questa iniziativa è molto importante per me”, ha spiegato Mpenza, “Sono orgoglioso di essere un vero belga, un belga di colore. Lo sport mi ha dato tante cose nella vita. Ma sfortunatamente, il razzismo esiste nello sport. Quando ho iniziato a giocare a calcio professionistico intorno ai 17 anni, la gente faceva suoni di scimmia ogni volta che ricevevo la palla. Quando vedi che la Commissione Europea è coinvolta, insieme alla FIFA, dimostra che lo sport può fare la differenza. Insieme possiamo fare grandi cose“.

La commissaria europea per l’uguaglianza Helena Dalli è stata chiara sugli obiettivi del piano d’azione: Nessuno nasce razzista. Dobbiamo porre l’accento sullo sport e sul programma scolastico. Dobbiamo lavorare con le scuole in modo che i bambini possano “disimparare” gli stereotipi che sentono dalla società e dalle persone che li circondano”.

La vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, Vĕra Jourová, che ha chiesto misure decisive per porre fine al razzismo.

La FIFA sta attualmente rafforzando il proprio programma globale contro la discriminazione, che è una pietra miliare nella fondazione dell’organo di governo delle misure proattive per promuovere l’uguaglianza nel calcio, che includono il Codice Disciplinare, il Sistema di Monitoraggio Anti-discriminazione e il Diversity Award.

Credit Photo: https://www.fifa.com/

Linda Sembrant, Juventus Women: «Vogliamo andare avanti in Champions. Bello tornare a Vinovo»

Linda Sembrant, difensore della Juventus Women, ha parlato ai microfoni di Juventus TV. Ecco le sue parole sulla stagione, tra lockdown e ritorno in campo.

LOCKDOWN
«Un momento difficile durato a lungo. Per un periodo ho dovuto viaggiare molto, dovevo andare in Nazionale ma poi non sono potuta andare, sono tornata qui e ci sono rimasta una settimana, sembrava quasi che vivessi in Germania in quella settimana mi fermo sempre lì per viaggiare. E’ stato un momento particolare. E’ stato un momento difficile ma tornare a Vinovo è stato speciale è stato bello rivedere la squadra e ricominciare a lavorare con le mie compagne. E’ stato bello tornare alla quotidianità e fare quello che amiamo»

ITALIA
«Mi piace Torino così come Moncalieri, sono felice di vivere qui, ogni giorno dopo l’allenamento faccio due passi in piazza. Mi piace il cibo e se lo comparo a quando stavo in Francia, credo che qui in Italia la buona cucina sia nel quotidiano. Quando vengono a trovarmi familiari e amici gli faccio sempre provare il cibo italiano».

PRECAMPIONATO
«Abbiamo fatto due buone partite e abbiamo dimostrato di poter tenere testa a due ottime squadre, abbiamo vinto contro il Montpellier e giocato una buona partita con il Lione, siamo più avanti della scorsa stagione ed è una buona sensazione perché dobbiamo giocare contro le migliori per migliorare».

CHAMPIONS LEAGUE
«Vogliamo andare avanti, voglio essere più pronta quest’anno. L’anno scorso contro il Barcellona era la mia prima partita ed è arrivata presto, quest’anno abbiamo più tempo, credo che abbiamo dimostrato di avere un livello alto ma per me dobbiamo migliorare ancora».

VERONA
«La scorsa stagione si è conclusa a Verona. Ricordo la mattina di quella giornata, di febbraio quando avevamo iniziato a parlare del coronavirus. E’ stato speciale riprendere da dove abbiamo lasciato, è stato bello entrare in campo per il riscaldamento, stare nello spogliatoio, mi era mancato».

HYYRYNEN
«Solitamente gioca più distante da me, ma contro il San Marino ce l’avevo vicina. E’ andata bene anche perché la conosco bene, cerchiamo di comunicare in modo diretto e intenderci sul campo. Parliamo un po’ di inglese, un po’ di italiano e svedese, è divertente e credo stia andando bene».

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva

Marika Bonomo, Parma: “Vorrei diventare un grande portiere per proseguire il sogno interrotto di mio padre”

Estremo difensore moderno, capace di giocare indifferentemente con le mani ed i piedi in egual modo, si distingue tra i pali per le sue doti tecniche nonché per il suo coraggio ed intraprendenza nel guidare la retroguardia difensiva.

Cresciuta nel vivaio gialloblù, si appresta a vivere un anno di personale riscatto dopo essere stata lontana dai campi di gioco per infortunio, ritornando ad essere protagonista come due stagioni fa quando trionfo da titolare in campionato e coppa.

Vetrina della giornata per Marika Bonomo, classe 2002, portiere di qualità e prospettiva del Parma, squadra militante nel campionato di Eccellenza tra le candidate alla promozione in serie C.

Ciao Marika, per iniziare, se ti era possibile descrivere il tuo ruolo 
“Se devo spiegare che cos’è un portiere e quali sono le sue caratteristiche, posso solo dire che l’estremo difensore è l’unico uomo o donna solitaria; indubbiamente ho i difensori che mi coprono ma dove non ci arrivano loro, ci devo arrivare io con le mie mani. 
Ho il compito di trasmettere sicurezza alle mie compagne che devono avere fiducia in me. Mi piace giocare con i piedi avendo avuto un passato da attaccante oltre che da difensore; da lontano mi sentono gridare, non perché ho qualcosa da rimproverare, è solo per incitarle, per dare loro forza e carica, per aiutarle a mantenere alta la concentrazione. Vedo il campo meglio di tutti e se mi accorgo di qualcosa che non va, mi sostituisco al mister e cerco di dare indicazioni e se sei dall’altra parte del campo e senti qualcuno urlare, senti una voce che grida tutto il tempo e ti dice di non mollare o di marcare stretto il 10 perché è veloce ed è meglio non lasciargli troppo spazio…ecco questa sono io, un portiere che ha tecnica e passione ma sa anche comandare, non avere paura, giocando con tanta passione ed amore”.

Differenze tra calcio a cinque ed undici
“Ho avuto qualche esperienza a calcetto, Sono due cose molto diverse tecnicamente, in quanto in una porta a 11 devi avere molta spinta nei tuffi ed hai tempo di pensare a chi darla e cosa fare mentre nel calcio a cinque non hai la possibilità di fare grandi tuffi, devi essere super veloce a pensare, in quanto il gioco è molto rapido”.

Le sensazioni e le emozioni di giocare a calcio
“Per me il calcio è vita, sono 14 anni che gioco a calcio e non ho mai saltato un allenamento. Sono andata con la febbre alta, con il mal di pancia, con dolori fisici, con la neve alta 5 cm, con la pioggia, con il campo pieno di fango, non sono mai mancata, ho detto no ad ogni compleanno, cene ed uscite con gli amici per essere sempre presente. Per me fare il portiere è tutto, è il mio mondo, la mia favola, il mio sogno.  La sensazione di buttarmi sull’erba o sulle pozzanghere mi fa emozionare e sentire viva, unica e speciale; ambisco a diventare un grande portiere, realizzando un sogno personale, degna continuazione di quello interrotto da mio padre, estremo difensore che ha giocato a buoni livelli fino in serie C con la maglia del Trapani” 

Le persone più importanti della tua carriera agonistica
“Ci sono quattro persone in particolare che sono state determinanti nella mia carriera, l’allenatore dei portieri Luca Bevilacqua, sempre presente e disponibile ad incoraggiarmi in ogni circostanza, William il primo che mi ha allenato da piccolina, un nonno, il migliore amico, una persona speciale; citazioni di merito infine per mio padre, il mio modello di riferimento, capace di capirmi in ogni circostanza e per la mia compagna di squadra Francesca Alfieri”.

I ricordi più belli
“I momenti più felici sono legati a due circostanze vissute due stagioni fa : la vittoria del campionato vissuta con la maglia da titolare con la promozione in terza categoria e il trionfo in Coppa Italia con il Pievecella, al termine di una gara giocata ad alti livelli; i momenti più brutti sono legati all’infortunio della scorsa stagione che mi ha costretto a restare fuori dai campi di gioco per un intero anno ed una gara sfortunata con la Spal, dove non mi sono certo distinta per i miei interventi”.

Obiettivi stagionali personali e di gruppo
“Puntiamo a vincere il campionato e a ritornare in serie C, dopo un anno sfortunato che ci ha visto retrocedere, anteponendo l’obiettivo di gruppo ad esigenze personali; disputare una buona gara o parare un rigore è tanta roba ma contribuire a far vincere la propria squadra è più importante, bisogna tralasciare gli aspetti soggettivi al cospetto dell’obiettivo della squadra pur consapevoli che il nostro non è un ruolo semplice, se sbagli se lo ricordano in tanti e non sempre hai la possibilità di riscattare gli errori commessi”.

Credit Photo: Calcio in Rosa

Danielle Hayden dagli USA al Rayo Vallecano

Danielle Hayden Rayo Vallecano
Danielle Hayden Rayo Vallecano

Il Rayo Vallecano si rafforza nel mercato con Danielle Hayden, 22 anni, proveniente dai Baylor Bears, negli Stati Uniti. Nata a Indianapolis, nello Stato dell’Indiana, maglia numero 2, ha giocato 19 volte nell’ultima stagione andando a segno 2 volte contro il TCU e il Gonzaga nell’NCAA 2019-20.
La squadra franjirroja è riuscita a mettere a segno un bel colpo di mercato dopo gli arrivi dal Barcellona B di Zaira Flores e Tere Morató e di Ana de Teresa dal Levante.

Ecco la rosa del Rayo Vallecano che al momento si compone di 19 elementi:

P: Patricia Larqué, Natalia Expósito
D: Camila Sáez, Paula Andújar, Danielle Hayden
C: Cristina Auñón (C), Pilar García, Paula Fernández, Zaira Flores, Tere Morató
A: Sheila García, Iris Ponciano, Sladjana Bulatovic, Ana de Teresa
Dalla seconda squadra del Rayo sono arrivate Patri Hidalgo, Mónica, Lorena y Carmen

La dirigenza franjirroja cerca gli ultimi colpi di mercato per completare una rosa giovanissima con i punti di forza che sono il portiere Larqué, la neoarrivata Hayden, la montenegrina Bulatovic e la capitana Cristina Auñón.

Si è ritirata invece Alicia Gómez, storico capitano del Rayo Vallecano. Ve lo abbiamo raccontato su Calcio Femminile Italiano.

Photo: Instagram, Danielle Hayden

Ad ottobre il primo campionato di calcio femminile in Arabia Saudita

L’Arabia è stata famosa per molti motivi: i giacimenti di petrolio, le guerre ma non è mai arrivata alla ribalta dei media per l’emancipazione femminile. Una società troppo spesso misogina limitava la donna agli stessi ruoli del medioevo. Finalmente la mentalità araba sembra aver subito una svolta e pian piano le ragazze si stanno affermando nel proprio Paese. L’Italia anche ha fatto la sua minuscola parte: la prima volta in cui alle donne è stato concesso di entrare allo stadio è stato in occasione della Supercoppa Italiana disputatasi a Gedda.

Ora anche il calcio femminile si sta conquistando il suo spazio nelle gerarchie nazionali. A due anni di distanza dall’inizio delle riforme avviate dal principe Muhammad ben Salman, il calcio in rosa avrà un campionato riconosciuto anche in Arabia.

Il primo campionato di calcio femminile in Arabia Saudita riconosciuto dalla Federcalcio locale comincerà ad ottobre, molto probabilmente la seconda settimana del mese. La ripartenza avviene dopo che quello precedente è stato forzatamente bloccato a marzo causa Covid.

Essendo finalmente riconosciuto come un campionato a tutti gli effetti, sono state redatte una serie di regole per il corretto svolgimento del torneo. La più importante è quella di un’età minoritaria limite, ovvero quella dei 17 anni. I club devono avere almeno 20 giocatrici disponibili e bisogna presentare tutti i documenti per l’iscrizione entro la fine di settembre. Per ora sono solamente tre le squadre che rispettano tali parametri: Riyad, Gedda e Dammam.

Sofia Cantore, Florentia S.G: “Il calcio è vita”

Calcio, una singola parola che racchiude milioni e milioni di emozioni. Sofia Cantore, giocatrice della Juventus in prestito alla Florentia, ha voluto esprimere il proprio amore per questo sport tramite un post su Instagram. Queste le sue parole.

“La gioia dei festeggiamenti dopo aver vinto una partita. La rabbia che ti lascia una sconfitta. L’adrenalina prima di giocare. La paura di sbagliare. Il coraggio di provare. La frustrazione per un infortunio. La soddisfazione nel raggiungere un obiettivo. Sogni infranti. Sogni realizzati. Sacrifici. Passione. Pazienza. Determinazione. Indipendentemente da qualsiasi variabile, ti dà la possibilità di sognare in grande, l’occasione di rimetterti in discussione offrendoti sempre una seconda possibilità. Ti fa sentire completamente viva, ogni giorno, ogni allenamento, ogni partita, ogni attimo. Questo è il calcio per me, questa è vita.”

Campionato troppo serrato? La Damallsvenskan raggiunge il record di rotture del crociato delle sue atlete

A pochi mesi dalla ripresa del campionato ci sono già stati 12 infortuni ACL, ovvero lesioni ai legamenti crociati anteriori, sei dei quali si sono verificati solo durante la pre-season e gli altri nei cinque primi turni. E si sta iniziando a pensare che il calendario serrato possa essere una delle ragioni più probabili per questo aumento elevato di infortuni ACL nella massima serie svedese.

“Se guardi cosa sta succedendo in Damallsvenskan da un punto di vista medico… è completamente folle”, ha detto lunedì mattina Matilda Lundblad, medico della squadra del Göteborg FC, in un’intervista.

“Ci sono già dodici giocatrici con infortuni al legamento crociato anteriore in questa stagione, e abbiamo giocato solo la metà dei turni. Un picco così c’è stato solo nel 2012 quando abbiamo avuto ben 18 infortuni durante l’intero campionato. Sfortunatamente, sembra che stiamo cercando di battere una sorta di record indesiderato in questa stagione”.

La causa del perché si verificano le lesioni del legamento crociato anteriore non è del tutto nota, ma secondo Lundblad, il fitto programma di gioco dopo l’inizio ritardato della stagione potrebbe essere una delle ragioni principali:

“Il collegamento potrebbe essere il fatto che le atlete sono passate da una lunga pre-season a giocare molte partite. È stata una pre-season incerta, e non è facile fare un buon piano di allenamento quando non sai quando e come si riprenderà a giocare una qualsiasi partita di campionato. Il fatto che non si abbia abbastanza recupero tra le partite potrebbe essere una ragione per cui il picco è aumentato quest’anno”, dice Lundblad.

Lundblad ritiene inoltre che non sia stata data alcuna considerazione significativa al problema dell’infortunio al ginocchio (che già esisteva nel calcio femminile) quando è stato deciso il programma del campionato svedese femminile.

“E’ chiaro che non lo avessero considerato quando è stato stabilito il programma delle partite. Certo, nessuno poteva prevedere che il COVID-19 sarebbe accaduto e tutte le persone coinvolte hanno cercato di fare tutto nel miglior modo possibile, ma da un punto di vista puramente medico è completamente folle passare dal non poter giocare tutte le partite del campionato al giocare ogni partita a distanza di pochi giorni”.

Photo Credit: VAVEL UK

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