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Calcio femminile, se l’ancora di salvezza è il territorio

Quella dei tifosi di calcio era una specie in via di estinzione ben prima del lockdown. Era già stata creata una razza geneticamente modificata. I teleutenti da salotto, inchiodati davanti a ogni possibile device a vedere distrattamente partite virtuali, spesso su schermi (quelli dei telefonini) decisamente improbabili per dare un senso alle cose che si stanno osservando. Come la mettiamo con la natura nazional-popolare di uno sport diventato bellissimo proprio grazie a stadi colorati e alla partecipazione dal vivo della gente?

A questo quadro di fondo, nell’ambito del calcio femminile, si è progressivamente aggiunta una serie di criticità economiche e organizzative legate alla scarsa partecipazione del movimento a risorse capaci di renderlo sostenibile a prescindere dal mecenate di turno. Salvo rassegnarsi al ruolo di clone sbiadito dei club della serie A.

Il rischio, se non interverranno fatti nuovi, è un flop sistemico che potrebbe coinvolgere a breve scadenza le poche società autonome e virtuose che ancora cercano di resistere sulle barricate.

Il calcio femminile, salvo sprazzi contingenti come il Mondiale di Francia al quale ci si attacca ciclicamente per sedare gli attacchi ansiogeni, è una categoria oggettivamente sprovvista di visibilità a livello mediatico.

Questo pianeta dal sapore vagamente kafkiano si appresta a dare il via alle attività agonistiche del calcio professionistico italiano in una data improbabile, soffocata dal torpore ferragostano che nonostante tutto attanaglia ancora l’Italia.

Il compito degli addetti ai lavori sarebbe (è) informare sullo stato delle cose, per consentire un cambiamento epocale del movimento che non può che partire dalle fondamenta.

Im questa prospettiva i tifosi vanno sempre e comunque coinvolti. Sono il lato etico del calcio. Rimangono la sola ancora di salvezza alla quale attaccarsi per sperare in un futuro sostenibile.

In un momento di grave crisi economica il calcio femminile, per crescere e per sopravvivere a certi livelli, non ha bisogno di eroi ma di un vero radicamento sul territorio. Si deve puntare su risorse economiche e umane che contribuiscano a incardinarlo nelle strutture sociali del contesto. Al di là di ogni questione di genere.

Credit Photo: Elia Caprini

Elena Govetto, qualità e dinamismo per il nuovo attacco rossoblù

Elena Govetto, secondo colpo in ordine di tempo del mercato estivo rossoblù, rappresenta il promettente prosieguo della generosa tradizione di bomber in casa Permac Vittorio Veneto. Classe 2000, pronta a dimostrare tutto il proprio valore nel grande salto dal settore giovanile del Tavagnacco alla Prima Squadra della Città della Vittoria, Elena si è già distinta per spirito di sacrificio e feeling con la squadra sin dal primo giorno agli ordini di mister Massimo Zoni.

Proviamo dunque a conoscere meglio una delle nuove, imminenti protagoniste della stagione rossoblù 2020-2021, ufficialmente al via domenica 20 settembre con l’esordio nel girone quadrangolare di Coppa Italia.

Cosa ti ha spinto ad abbracciare, sin da piccola, il calcio come sport preferito?
Per quanto ricordo sin da piccolissima trascorrevo molto tempo con mio papà, un ex calciatore, a guardare le partite in televisione cercando di capire cosa accadesse in campo, con particolare curiosità nei confronti della figura del portiere. Avvicinarmi al calcio giocato è stato dunque uno step piuttosto naturale, incoraggiato dalla mia famiglia e supportato dalla squadra del mio comune, Lestizza, nella quale ho condiviso l’esperienza con i maschietti sino all’età di 13 anni.

Quali sono state le tappe fondamentali della tua crescita calcistica sinora?
Dopo i primi passi a Lestizza, mi si è presentata la possibilità di disputare alcuni tornei in prova al Tavagnacco. Da lì sono stata tesserata con le Giovanissime ed è cominciato ufficialmente il mio percorso in gialloblù sino agli allenamenti con la prima squadra. Sul campo, dai primissimi esordi sulla fascia sono stata dirottata in attacco seguendo i dettami di uno dei primi mister, secondo cui giocando in un ruolo più offensivo mi sarei potuta togliere con il tempo delle belle soddisfazioni.

Quali partite disputate, sino a questo punto della tua carriera, ricordi con maggiore piacere ed emozione? 
La partita più bella è sempre la prossima! Scherzi a parte, nella mia breve carriera sin qui ricordo in particolare un torneo disputato con il Tavagnacco a Klagenfurt, all’interno di uno stadio enorme, nel quale abbiamo vinto in finale ai calci di rigore. Oltre alla soddisfazione di arrivare fino in fondo in una cornice così prestigiosa, è stata una grande emozione poter essere protagonista calciando uno dei “penalty”: era una delle mie prime esperienze in maglia gialloblù e mi sono sentita davvero responsabilizzata.

Come ti definiresti dal punto di vista tecnico? 
Come attaccante nasco con idee e movimento da prima punta, ma con il tempo ho naturalmente imparato ad adattarmi come giocatrice di supporto ad un’altra compagna più offensiva. Questo mi ha portato a riuscire a dare il mio contributo sia dal punto di vista realizzativo sia in quota assist, chiaramente sarà poi il mister a decidere come impiegarmi nello scacchiere offensivo che ha in mente.

Cosa ti aspetti da questa prima annata con i colori rossoblù della Città della Vittoria?
A Vittorio Veneto ho trovato un ambiente positivo e molto accogliente, da tutto lo staff alle mie compagnie di squadra. Mi aspetto un buon campionato, tanto a titolo personale quanto particolarmente come collettivo: giusto pensare in primis alla salvezza, ma credo sia nelle nostre possibilità ambire a qualcosa di più, da metà classifica in su, senza porci limiti secondo i nostri meriti e l’entusiasmo che riusciremo a coltivare.

Photo Credit: Permac Vittorio Veneto

La nazionale irlandese chiede la parità salariale

La conquista dell’equità dello stipendio per le ragazze brasiliane ha dato la scossa necessaria per una svolta di tutto il movimento. Ora anche le giocatrici irlandesi vogliono lo stesso stipendio che la Federazione riserva per i colleghi della maschile.

Da anni The Girls in Green chiedono un miglior comportamento nei loro confronti. Sono decenni che prendono le ragazze a pesci in faccia trattandole come l’ultima ruota del carro. L’iceberg della frattura con la Federcalcio era stata la conferenza stampa convocata tre anni fa dove le giocatrici portavano alla luce il loro essere “cittadine di quinta classe” rispetto alla squadra maschile. La questione della parità salariale è ora sulla bocca di tutti e le irlandesi voglio prendere la palla al balzo.

Il portavoce della divisione femminile irlandese Chris Andrews ha chiesto che i membri della squadra femminile irlandese ricevano dall’associazione lo stesso reddito della selezione maschile. Un provvedimento del genere porterebbe ad una consapevolezza nazionale per l’uguaglianza sociale, come detto da Chris Andrews: “La FAI [Federcalcio irlandese] ha l’opportunità di mettere l’Irlanda in primo piano nell’uguaglianza di genere in tutta Europa. Scriverò alla FAI chiedendo che venga stabilita la parità salariale per le calciatrici che rappresentano la nazionale.” Il movimento calcistico femminile in Irlanda sta avendo una piccola involuzione, aspetto in controtendenza rispetto al resto del mondo: “Per sviluppare una maggiore partecipazione allo sport da parte delle donne, la parità di retribuzione e il sostegno mentre rappresentate il vostro paese devono essere un principio fondamentale.”

Mr Pachera, Hellas Verona: “Sappiamo come affrontare l’Inter”

Alla vigilia di una sfida che vale già molto in termini di classifica in Serie A Femminile tra Verona e Inter, entrambe appaiate ancora a zero punti in classifica, ha parlato il tecnico delle gialloblu Pachera che si è mostrato fiducioso in vista del match con le nerazzurre.

Il tuo morale e quello della squadra in settimana?
“Il morale della squadra è buono, si sono allenate bene come sempre. Poi è normale che nei primi giorni dopo la sconfitta c’era ancora un po’ di amarezza, ma è giusto che sia così: l’importante, come infatti è avvenuto, è che sul campo, reagiscano positivamente, a partire dagli allenamenti. Per quanto mi riguarda ci tengo invece a ripetere che bisogna saper gestire ogni tipo di situazione ed essere pronti per affrontare la prossima.”

Inter già affrontata in amichevole?
“L’amichevole è una cosa, il campionato è completamente diverso. Noi sappiamo che dobbiamo affrontarla bene come fatto prima dell’inizio della Serie A. Loro sono una squadra forte, ma è chiaro che anche noi siamo consapevoli di cio che possiamo fare.”

L’ultima prima della lunga sosta, in ogni caso è un campionato ancora lungo?
“Io sinceramente non ho mai pensato a quanto avremmo dovuto raccogliere in queste prime due partite. Non è il mio modo di pensare, io guardo solo all’obiettivo da raggiungere. Dobbiamo guadagnarci tutto a lungo termine, ma senza essere sotto pressione per una singola partita, perché questo ci frenerebbe senza farci esprimere al meglio.”

Sabato con la Florentia sono entrate due ragazze che l’anno scorso hai avuto in Primavera?
“Pensiamo che queste ragazze, non solo le due che sono entrate, ma in generale le ragazze aggregate dalla Primavera, possano crescere tantissimo con questo gruppo e non solo, penso che possano dare una mano al Verona per ottenere la salvezza. Sabato scorso sono entrate bene in campo, ma non solo loro: tutte le giocatrici che sono subentrate in queste prime due partite si sono comportate bene e hanno contribuito, per un allenatore significa tanto sapere di poter contare su ragazze che, quando entrano, possono essere determinanti.”

Mancuso e Zoppi – due ragazze che hai conosciuto in Primavera ancora prima che in prima squadra – alla Partita del Cuore: le ha viste in tv?
“Vederle in diretta, a casa, alla televisione, è stata un’emozione anche per me. Sono sicuro che, insieme a tutti gli altri ospiti, abbiano vissuto un’esperienza unica! Sono felice per questo.”

Credit Photo: Hellas Verona Women

Alex Morgan torna in campo dopo il parto!

La stella della Nazionale degli Stati Uniti e giocatrice dell’Orlando Pride, Alex Morgan torna in finalmente in campo ad allenarsi dopo il parto di maggio ed essere diventata neomamma di Charlie Elena.

Per ora con il Pride gli allenamenti sono stati solo di tipo individuale, ma con l’inizio della prossima settimana dovrebbe aggregarsi al gruppo. Nel frattempo le compagne prenderanno anche inizio alla NWSL Fall Serie 2020, un’edizione speciale d’autunno del campionato americano.

“Penso e spero che possiamo avere Alex in campo per alcune partiteha affermato il coach del Pride Marc Skinner“Dipende come procede e reagisce agli allenamenti”.

Credit Photo: Pagina Facebook di Alex Morgan

Natasha Dowie è la vincitrice del TAC Golden Boot Award

In Italia ha dato già prova delle sue grandi doti in zona realizzativa e le conferme arrivano dall’altra parte del mondo. Natasha Dowie, neo acquisto del Milan e già con tre gol all’attivo, ha conquistato il TAC Golden Boot Award. Il premio è riservato alla miglior marcatrice del Melbourne Victory ed è il giusto onore per la splendida scorsa stagione disputata dall’inglese.  I sette gol messi a segno dall’ex Liverpool le hanno permesso di vincere il trofeo come miglior marcatrice del campionato, era invitabile la sua vittoria anche per il TAC GBA.

L’attaccante due volte campionessa inglese ha rilasciato un video messaggio sul sito web del club australiano. Per una goleador, l’aiuto delle partner è imprescindibile: “Ringrazio le mie compagne che mi hanno permesso di vincere questo premio. Grazie per aver creato le opportunità per me in campo per avermi aiutato a diventare una giocatrice migliore”. Il premio è sicuramente il più ambito a livello individuale, i ragazzi delle giovanili lo sognano da sempre: “Come attaccante il tuo obiettivo è sempre provare a conquistare questo premio ed è un vero onore

Credit Photo: Marco Montrone

Penelope Riboldi, Pomigliano: “La Serie B è cresciuta di livello, siamo sicure di poter fare bene”

 Il Pomigliano è reduce dal successo, dello scorso anno, ottenuto nel girone D di Serie C. La società napoletana, capeggiata dal patron Raffaele Pipola, ha centrato cosi il salto in Serie B. La squadra campana, guidata dal tecnico Salvatore Esposito, ha rinnovato in parte il suo organico per farsi trovare pronta alla nuova categoria. Uno dei nuovi innesti, della formazione capitanata da Gaia Apicella, è Penelope Riboldi, estrosa calciatrice classe ’86. Abbiamo raggiunto la talentuosa centrocampista bresciana, assistita dalla Musicsportmanagement, per qualche battuta a pochi giorni dallo start ufficiale della prossima stagione.

Penelope hai esordito giovannissima con la maglia dell’Atalanta, come è nata la tua passione per questo sport?
“Si ho iniziato molto presto a muovere i primi passi ad alti livelli. A questo sport mi sono approcciata sin dalla tenera età, onestemante nessuno ha spinto per farmi avvicinare al calcio, è stata semplicemente una passione che ho coltivato da  sin bambina. Non esagero se dico che da piccola prendevo a calci qualsiasi cosa mi capitasse vicino”.
 
Hai vissuto tantissime stagioni nella massima serie femminile. Come è cambiato nel corso degli anni, dal tuo punto di vista, il movimento rosa?
“Nel corso degli anni sono cambiate, a parer mio, molte cose. Nelle ultime stagioni siamo più tutelate grazie all’avvicinamento di stampa e televisioni, questo ha permesso di acquisire un maggiore interesse in tutta Italia. L’ingresso di società importanti, del panorama maschile, ha poi ulteriormente messo sotto il riflettore il nostro movimento. Le giovani che si avvicinano oggi al calcio sono più fortunate di chi lo ha fatto in passato,  calciatrici che non hanno visto ripagati a dovere i tanti sacrifici. Il seguito e gli interessi che esistono ora erano  impensabili sino a qualche stagione a ritroso, mi sarebbe piaciuto viviere di più questo periodo di crescita del calcio femminile”.
 
Nel mese di luglio hai sposato la causa Pomigliano. Cosa ti ha spinto a vestire la maglia del team campano?  Che ambiente hai trovato al tuo arrivo?
  “Il semplice interesse di una squadra  ti fa capire che è pronta a puntare su di te. Il Pomigliano, che durante la trattativa si è dimostrata una società professionale, mi ha convinto vista la bontà del suo progetto. Tornare a Napoli, che è una città che adoro, mi ha dato poi nuovi stimoli. Mi piace il loro modo solare di vivere le cose, spero di fare bene e togliermi parecchie soddisfazioni”.
 
Quanta voglia avevate di ripartire dopo un periodo cosi lungo di sosta? Come è stato tornare a sudare su un manto erboso con il tuo nuovo gruppo?
“La voglia di tornare a giocare era tanta, ed il periodo trascorso a casa è stato, a tratti, stressante. Cercare di tenersi in forma in posti chiusi, in garage o comunque da soli non è stato di certo bellissimo. Tornare a fare quello che amiamo è stato grandioso, e poter condividere con un gruppo nuovo ha creato indubbiamente un sacco di nuovi stimoli”.
 
Il prossimo sarà il tuo secondo anno consecutivo in Serie B. Che campionato ti aspetti? Il Pomigliano dove può arrivare?
“Si questo sarà il mio secondo anno in B. La stagione scorsa, come la definisco io l’anno Covid, è stata negativa sotto tanti punti di vista. Il mio approccio con la nuova categoria, dopo 15 anni di Serie A, non è stato proprio come me lo aspettavo. Avevo abitudini e ritmi completamente diversi e questo ha inciso molto su tante cose. Sono partita con 3 giornate di squalifica da scontare che, sommata a qualche noia fisica, mi hanno permesso di scendere poco in campo. Questo campionato sarà difficile, per me il più qualitativo di sempre, con tante squadre ben attrezzate presenti. La società, nonostante sia una neopromossa, punta in alto, l’organico è stato rinforzato quindi sta a noi farci trovare pronte in campo”.  
 
Hai alzato trofei importanti e vestito la maglia della Nazionale italiana. Quale è il tuo ricordo più bello che leghi al mondo del calcio?

“Si mi sono tolta diverse soddisfazioni in carriera. Se devo citarne una, tra le tante, mi piace ricordare la mia rete in  Champion’s nel match vinto per 2-1 dal  Tavagnacco sulle svedesi del Malmo. Ricordo una vera atmosfera magica, partita in serale disputata davanti ad oltre 2000 spettatori. E’ stata una grandissima emozione, che mi è scoppiata dentro, che trovo davvero difficile spiegare a parole”.

Rumors: Nicole Billa verso il Wolfsburg?

Secondo alcuni rumors di mercato, la stella del TSG 1899 Hoffenheim, Nicole Billa potrebbe approdare a breve nella squadra campione di Germania, ovvero l’VfL Wolfsburg. Nel 2019, la calciatrice ha vinto il premio miglior giocatrice d’Austria e con l’addio di Pernille Harder al Wolfsburg, Billa sarebbe un importante ingaggio per la squadra.

Classe 1996 e originaria dell’Austria, Billa approda in Frauen-Bundesglida nel 2015/16. A livello di settore giovanile gioca con l’SV Angerberg, per poi passare nel 2010 al FC Wacker Innsbruck dove ha debutta all’età di soli 14 anni nella ÖFB-Pokal (Coppa d’Austria). La stagione successiva, si trasferisce nella squadra rivale del FSK St. Pölten, dove conquista il secondo posto in campionato e la ÖFB-Pokal, ma soprattutto è capocannoniera del campionato con 22 reti e di coppa con 8. Esordisce in UEFA Women’s Champions League nel 2013 contro la squadra italiana dell’ASD Torres Calcio, segnando due reti.

A livello di nazionale, esordisce con l’Austria nel 2011 con l’Under 17, poi nel 2013 con l’Under 19 per le qualificazioni agli Europei. Con la Nazionale maggiore conta 43 presenze e 14 goal realizzati, con lei la squadra è si qualifica per la prima volta nella storia agli Europei ed arriva in semifinale nel 2017. Inoltre nel 2016, vince la Cyprus Cup.

Credit Photo: Pagina Facebook di TSG Hoffenheim Frauen

Tatiana Bonetti, Fiorentina Femminile: “Siamo l’anti Juve. Voglio chiudere la carriera in viola”

Tatiana Bonetti, fantasista della Fiorentina Femminile, ha rilasciato una lunga intervista a La Nazione.

“Bellissimo poter riprendere, anche se ora ci mancano i tifosi”, esordisce la calciatrice viola, che racconta le sue sensazioni su questo momento particolare ed elegge la Neto come colei che l’ha sorpresa di più. “Sì, siamo l’anti-Juve, ma dobbiamo dimostrarlo in campo”, dice, a cominciare dalla sfida toscana contro il Florentia San Gimignano: “Sono una squadra pericolosa, non ti lasciano giocare facile. Come tutte le altre: il livello si è alzato molto”. Se per lei, come confessa, la 10 è un’abitudine, non vale altrettanto per Castrovilli: “Bella responsabilità. Sarà uno stimolo ulteriore, un incentivo”. Infine, il suo futuro: “Se tutto va secondo i piani, spero davvero di chiudere la carriera a Firenze”.

Credit Photo: Alessio Boschi

Giada Di Camillo, Chieti: “Prossima annata? Siamo un bel gruppo, non ci poniamo limiti”

Il Chieti nella prossima stagione parteciperà al torneo di terza serie. Le abruzzesi, inserite nel gruppo D, sono reduci da un campionato di Serie C concluso ad una sola lunghezza dal terzo posto. Il club, presieduto da Tommaso Gubbiotti, è guidato in panchina da Lello Di Camillo, padre di Giada capitano delle nero-verdi. Abbiamo raggiunto il difensore classe 1990, originario di Chieti, per conoscere meglio la realtà abruzzese, che vede in rosa anche Giulia Di Camillo, centrocampista e sorella maggiore di Giada.

 Giada come è nato il tuo amore per il mondo del calcio?
 “Credo che il calcio fosse destinato a me, a  prescindere da tutto. L’ho sempre interpretata come una passione innata. Sono cresciuta con il pallone tra i piedi e questo anche grazie al mio papà, che sicuramente ha contribuito a trasmettermi l’amore per questo sport. E’ fondamentale sottolineare che il calcio è sempre stato motivo e fonte di condivisione importante con mia sorella Giulia. Abbiamo sempre giocato insieme, non ci siamo mai divise e questo penso sia stato uno dei nostri maggiori punti di forza”.
 
Giulia e Giada sorelle e compagne di squadra da una vita. Cosa ci puoi raccontare a riguardo?
“Condividere il calcio con mia sorella è tra le cose più belle che rappresentano il nostro rapporto. Siamo cresciute praticamente in simbiosi, e l’essere insieme in campo ci ha sempre dato una forza incredibile. Abbiamo fatto esperienze irripetibili con club che in noi hanno lasciato il segno. Due anni bellissimi in Serie A2 con il Grifo Perugia e altri 2 anni a Siena. L’ultimo di questi due coronato da una promozione in Serie A, che purtroppo per motivi societari il Siena non ha mai disputato. Evento doloroso che però poi ci ha portate a riavvicinarci a casa per vestire i colori della nostra città. Quando condividi una passione così forte con una sorella è tutto più intenso. Insieme ci siamo sempre compensate molto e anche se a volte litighiamo non possiamo stare l’una senza l’altra”.
 
Nella passata stagione vi siete inserite a ridosso delle primissime, soddisfatte del campionato?
“La prima cosa che mi viene in mente è l’arresto forzato che ci ha costrette alla sosta brusca e inaspettata. Il campionato stava andando bene, eravamo vicini alle primissime, sicuramente non lo avremmo vinto perché il Pomigliano era già avanti di diversi punti. Con le altre, invece, era ancora tutto aperto secondo me, si poteva lottare tranquillamente per un secondo o terzo posto con Palermo e Sant’Egidio”.
 
Con quali aspettative affronterete il torneo di Serie C alle porte?
“Il nostro obiettivo è sicuramente quello di fare bene in campionato. La società è stata protagonista di un buon mercato estivo, partendo da un gruppo di base consolidato negli anni. Crediamo molto in noi e il club punta sempre al massimo delle proprie possibilità, siamo in ritiro dal 3 settembre e ho visto le mie compagne molto cariche. Il girone è sicuramente molto complicato, speriamo di poter dire la nostra per i vertici del raggruppamento”.
 
Hai maturato anche esperienze da  tecnico con il settore giovanile, come ti sei trovata dall’altra parte del campo?
“La scuola calcio e il settore giovanile sono il cuore di una società. Dopo aver preso la Licenza Uefa C ho deciso di mettere subito in pratica le competenze acquisite sul campo. Adesso abbiamo circa 40 bambine e ragazzine dai 5 ai 17 anni. Amo poter insegnare calcio e amo trasmettere gli insegnamenti di vita legati a questo sport. Ammetto di essere una mister esigente e alle volte un pò severa, ma queste ragazze sono veramente in grado di regalarti delle emozioni che puoi comprendere solo vivendole. Speriamo che il vivaio neroverde negli anni continui a crescere, questo sarebbe veramente un sogno che si realizza”.
 
Infine quali ricordi leghi maggiormente al mondo del calcio?

“Non ho dubbi: la promozione in Serie A con il Chieti. Vincere un campionato con papà in panchina come allenatore, con mia sorella in campo, con mia mamma e mio fratello sugli spalti a tifare per noi insieme ad altre 3000 persone arrivate allo stadio per sostenerci. Un campionato perfetto, portato avanti da un gruppo fantastico senza subire una sconfitta. Il 22 maggio 2016 è un ricordo indelebile nel cuore, quello della promozione in serie A con il Siena., bello quanto inaspettato. Il prossimo, invece, sarà l’istante in cui farò il primo ingresso in campo mano nella mano con la mia nipotina Benedetta”.

Credit Photo: Pagina Facebook Giada Di Camillo

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