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Cinque calciatrici americane a supporto di #ShareTheMicNow

#ShareTheMicNow è un’iniziativa per dare voce alle donne di nere a supporto del grande lavoro che stanno facendo per incrementare il cambiamento, con l’obiettivo di ascoltare gli altri.

Ideata dalla scrittrice e speaker Luvvie Ajayi, dall’amministratore delegato di Alice+ Olivia Stacey Bendet e dalla scrittrice e fondatrice dell’associazione no-profit Together Rising Glennon Doyle.

50 famose donne bianche hanno aderito all’iniziativa consegnando le loro piattaforme social a 50 donne di nere per l’intera giornata del 10 giugno. Tra le calciatrici coinvolte ci sono state le americane: Ashlyn Harris, Ali Krieger, Alex Morgan, Megan Rapinoe e Abby Wambach.

“Quando il mondo ascolta le donne, ascolta le donne bianche. Per troppo tempo, la voce delle donne di nere è rimasta inascoltata, nonostante abbiano usato la loro voce fortemente per secoli per mettere in atto un cambiamento. Oggi più che mai è così NECESSARIO che creiamo un’azione unificatrice per focalizzarci sulle vite, sulle storie, sulla chiamata all’azione delle donne nere. Abbiamo bisogno di ascoltare le donne nere”, hanno affermato i post sui profili social a supporto dell’iniziativa.

Consegna dei profili Instagram:

  • Ashlyn Harris a Tiffany Aliche, educatrice finanziaria personale, ex insegnante e autrice di 6 libri di educazione finanziaria.
  • Ali Krieger a Candace Marie, fondatrice di Black In Corporate per sostenere e spronare le persone di nere nelle aziende, dove sono i primi posti dove si creano muri.
  • Alex Morgan alla schermitrice e imprenditrice Ibtihaj Muhammad, prima donna musulmana a competere a livello internazionale per gli Stati Uniti e prima musulmana statunitense a vincere una medaglia olimpica a Rio (bronzo nella sciabola a squadre)
  • Megan Rapinoe a Fresco Steez, curatrice culturale, attivista e stratega creativa. Recentemente ha disegnato mascherine con le scritte “Stop Killing Black people” e “Defund Police”.
  • Abby Wambach a Yaba Blay, editrice e caporedattrice di BLACKprint Press, professoressa e co-direttrice di studi africani alla Drexel University.

I profili Instagram delle 50 donne bianche hanno permesso alle donne nere di raggiungere un totale 300 milioni di followers.

Credit Photo: Pagina Instagram di Ashlyn Harris – Ali Krieger – Alex Morgan – Megan Rapinoe – Abby Wambach

Diego Costa dedica un suo gol a Virginia Torrecilla

Il calcio è fatto di battaglie, alcune più importanti altre meno. Probabilmente è proprio perché assomiglia così tanto alla vita quotidiana che il calcio è lo sport più amato al mondo; da fuori appare tutto rose e fiori ed è per questo che è più facile impersonarsi in vicende di tutti i giorni. Il problema è solo che “appare”, purtroppo anche chi vive di calcio ogni giorno deve fare i conti con la vita.

Virginia Torrecilla è una centrocampista dell’Atletico Madrid; il 21 maggio è stata operata per un tumore al cervello diagnosticato lo scorso anno. Nell’occasione della prima partita della Liga per i colchoneros contro l’Athletic Bilbao, Diego Costa, firmando il gol del pareggio, è andato verso la panchina, ha preso la maglietta della centrocampista spagnola e l’ha esposta a tutti mostrando tutta la sua vicinanza nei confronti della collega.

È più che vero che il calcio non è la gioia assoluta, ma su una cosa non ci piove: avrai sempre la vicinanza di tutti. È proprio questo il bello del calcio, nonostante gli sfottò, le battute e i cori, si è sempre uniti, soprattutto nei momenti di difficoltà.

Queste sono le sue parole sul gesto dell’attaccante spagnolo: “La vita mi ha colpito perché sa che posso gestire questo e altro!! Grazie a dettagli come questi, non ti fa paura di nulla. Sei Incredibile!”

Frauen Bundesliga: campionato rimane ancora aperto tra Wolfsburg e Bayern

La FLYERALARM Frauen Bundesliga continua con la terza giornata disputata dopo la ripresa del campionato che era stato messo in pausa a causa del Covid-19.

Il Wolfsburg batte l’Essen per 3 a 0 (Ewa Pajor, Pernille Harder e Ewa Pajor) nella gara di anticipo con una vittoria che avrebbe garantito alle bianco-verdi la vittoria del campionato 2020 se il Bayern avesse perso contro FF USV Jena. Invece a Monaco, a trionfare è proprio la squadra di casa che lascia così ancora aperta la competizione.

Arrivano invece due cinquine per l’1.FFC Frankfurt e il Turbine Potsdam che battono rispettivamente MSV Duisburg e Bayer 04 Leverkusen col risultato di 5-1.

Vittorie stravolgenti arrivano anche per il TSG Hoffenheim che batte l’ESC Sand per 6-0 in trasferta. A segno una tripletta firmata Katharina Naschenweng, una doppietta di Isabella Hartig e la rete di Tabea Wassmuth.

Infine, il Friburgo stende l’FC Cologne per 6-1 in un match che ha visto la squadra perdente segnare il primo gol della partita con Isabelle Linden, ma dopo solo 10 minuti di gioco è arrivata la botta e risposta del pareggio con Stefanie Sanders. Ma è nel secondo tempo che il Friburgo si scatena insaccando le altre 5 reti dominando la partita dopo il vantaggio raggiunto con Greta Stegemann al 51′. I gol successivi sono di Klara Buhl, Hasret Kayikci e doppietta della svizzera Naomi Megroz.

Mancano solo 3 partite alla fine del campionato. Rimane ancora aperto il titolo del campionato tra Wolfsburg e Bayern Münich. Inoltre, la contesa per la seconda squadra che potrebbe retrocedere riguarda ancora FC Cologne, Bayer 04 Leverkusen e MSV Duisburg. Unica conferma da tempo, è l’FF USV Jena che sicuramente retrocederà.

Risultati
1. FFC Frankfurt – MSV Duisburg   5-1
SGS Essen – VfL Wolfsburg   0-3
SC Freiburg – 1. FC Cologne   6-1
Sc Sand – TSG Hoffenheim   0-6
Bayern Münich – FF USV Jena   2-0
Bayer 04 Leverkusen – Turbine Potsdam   1-5

Classifica
VfL Wolfsburg   55
Bayern Münich   47
TSG Hoffenheim   43
1. FFC Frankfurt   33
Turbine Potsdam   30
SGS Essen   28
SC Freiburg  28
SC Sand   22
1. FC Cologne   14
Bayer 04 Leverkusen   13
MSV Duisburg   13
FF USV Jena   2

Credit Photo: Pagina Facebook di VfL Wolfsburg Frauenfußball

Giulia Bursi firma un biennale!

La Florentia San Gimignano è lieta di comunicare che Giulia Bursi, difensore, classe ’96, ha firmato un rinnovo che la legherà alla città delle torri ancora per due anni.

In questa stagione, quando ancora mancavano 6 partite al termine del Campionato, più la Coppa Italia, Giulia è stata tra le più presenti scendendo in campo 14 volte, sempre da titolare.

Queste le sue parole alla firma:
“La realtà Florentia San Gimignano mi è rimasta a cuore, per questo non ho esitato a dire di sì.  Sono davvero contenta di continuare il mio percorso di crescita in questa società, spero di ripagare la fiducia che mi è stata data.
Non vedo l’ora di tornare a lottare in campo con questa squadra e a scrivere la nostra storia.
Forza Sangi!”

Credit Photo: Alessio Boschi

Fiorentina Women’s – Un’altra big potrebbe lasciare Firenze, destinazione Roma?

Si muove anche il mercato del calcio femminile, dopo la conferma della chiusura anticipata del campionato. La Fiorentina che sembra destinata a partecipare alla Champions League anche la prossima stagione deve difendere le sue giocatrici dall’assalto delle, big italiane ed europee. Dopo le voci riguardanti la capitana Guagni, di cui ha parlato mister Cincotta, è il turno della spagnola Paloma Làzaro. Secondo quanto riporta donnenelpallone.com, infatti l’attaccante gigliata sarebbe finita nel mirino della As Roma, in cerca di tasselli per rafforzare la propria rosa. La trattativa per la classe ’93 sembra ben avviata, staremo a vedere se prenderà la via per la capitale, dopo una sola stagione in riva all’Arno.

Credit Photo: Alessio Boschi

Chloe Morgan, Tottenham Hotspur, scende in campo al fianco del movimento Black Lives Matter

La morte di George Floyd è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso; gli afroamericani subiscono violenze di ogni tipo da secoli ed ora è il momento di dire basta. Lo sport ed il calcio nello specifico è sempre stato uno strumento di lotta sociale che ha quasi sempre portato i suoi frutti. Il movimento Black Lives Matter ha “arruolato” gente da ogni parte del mondo ed il movimento calcistico femminile non è stato esente da ciò. Chloe Morgan, portiere del Tottenham, è stata la prima giocatrice ad esprimere pubblicamente ad un quotidiano (Guardian) il suo sostegno al Black Lives Matter.

Morgan, oltre ad essere coinvolta in prima persona nel BLM protestando all’ambasciata statunitense, ha a cuore la questione dato che una sua carissima amica nonché compagna di squadra è sta vittima di razzismo proprio in campo: Renee Hector. La giocatrice delle Spurs in una partita di campionato della scorsa stagione è stata vittima di commenti razzisti dalla sua collega Sophie Jones, giocatrice dello Sheffield United. La vicenda venne fuori da un’inchiesta della FA che dichiarò il caso come primo abuso razzista nel calcio femminile. Da quel giorno Hector fu vittima di insulti razziali sui social media cadendo in un vortice di depressione.

Morgan inizia ricordando proprio questa vicenda che l’ha segnata profondamente: “Abbastanza ingenuamente, ho pensato che Renee avrebbe parlato dell’esperienza e tutti sarebbero stati d’accordo e avrebbero condiviso le nostre stesse opinioni: che il razzismo è disgustoso, disgustoso e completamente sbagliato. Ma dopo aver visto quel gran numero di commenti che affermavano il contrario è stato scioccante. Come giocatrice di colore, mi ha sicuramente messa a disagio il fatto che ci fosse ancora un aspetto così grande della società che condivideva queste opinioni.” afferma Morgan. “In un certo senso ha dato vita alle procedure e ai processi di denuncia del razzismo. Prima di ciò, se fosse successo qualcosa, forse l’avremmo spazzata via, non avrei detto nulla. Ci avrebbe influenzato, ma non sarebbe stato necessariamente qualcosa che avremmo segnalato. Ma andando avanti, soprattutto ora, conosciamo le procedure corrette. “

Anche Chloe è sta vittima di abusi del genere. All’età di otto anni, frequentava una lezione di ginnastica quando una ragazza si rifiutò di lavorare con lei perché era di colore: “Ricordo che me lo aveva detto e non si registrava come un commento razzista, ma solo una cosa cattiva da dire”, dice Chloe. “Ricordo che mia mamma mi parlava. Ricordo di non aver davvero capito perché fosse così arrabbiata. Ma stava spiegando quanto fosse significativo, come dovrei sempre riferire cose del genere. Ha avuto una grande discussione con il club di ginnastica, con la mamma dell’altra ragazza. “

Morgan fa parte anche del movimento BAME (Black, Asian and minority ethnicity):“Mi piacerebbe vedere sempre più che le ragazze BAME si avvicinino al sistema e siano incoraggiate a dedicarsi allo sport e a provare lo sport. In generale, sto iniziando a vedere che c’è una vasta gamma di personaggi nella comunità e le ragazze BAME più giovani vengono coinvolte nello sport. Voglio assolutamente vederlo continuare.” spiega Morgan. “Altri allenatori BAME sarebbero una cosa fantastica. Sicuramente, avere quei modelli come allenatori, insegnanti di educazione fisica, è un modo molto efficace di incoraggiare i bambini più piccoli a vedersi in quei ruoli un giorno.”

Morgan conclude citando anche l’accaduto che più sta smuovendo le masse rispetto a questa causa: “Con l’incidente di George Floyd, sto iniziando a vedere una massiccia revisione di persone che vogliono educare se stesse e riflettere su come si sono comportate in passato. Non è solo quel tipo di cultura di stare in disparte e guardare più, è coinvolto e difeso da altre persone. ”

Credit Photo: Profilo Instagram Chloe Morgan

Josephine Carinci: “Non è possibile che in un paese civile le donne che praticano sport non hanno le stesse tutele dei colleghi maschi”

Continua il vortice di opinioni riguardo le decisioni del Consiglio Federale ed oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare Josephine Carinci, giornalista di Juventusnews 24, che ha parlato della nuova Serie B a 14 squadre, della lettera delle calciatrici e di come può ripartire il movimento femminile.

Ciao Josephine, è notizia di pochi giorni fa quella che vede la Serie A femminile data per terminata, secondo te è stata presa la giusta decisione?
“A malincuore, credo che il Consiglio Federale abbia preso la giusta decisione. La possibilità di andare avanti con la Serie A avrebbe sicuramente fatto fare un ulteriore passo avanti al movimento, eppure sarebbe stato impossibile per tanti club che non si appoggiano a società professioniste e che non avrebbero potuto rispettare il protocollo per gli allenamenti e le partite. Inoltre, non bisogna dimenticare che già tante società, a causa dell’emergenza, stanno facendo fronte ad una crisi economica. Ricominciare e avere ulteriori spese avrebbe complicato ancor di più la situazione. Credo comunque che quanto successo debba farci riflettere e soprattutto far riflettere chi di dovere: il movimento del calcio femminile ha bisogno di riforme, di incentivi e soprattutto di maggiore attenzione.”

Con il blocco della massima serie, è stata apportata la tanto attesa riforma della Serie B che da 12 passerà a 14 squadre. Credi che con questo cambiamento la serie cadetta possa essere valorizzata al massimo?
“La Divisione ha solamente anticipato quanto avrebbe sicuramente fatto nei prossimi anni. L’idea di allargare la Serie B a 14 squadre c’è infatti già da qualche tempo e sicuramente sarebbe accaduto a partire dalla stagione 2021/22. Penso che sia una decisione ragionata per aumentare la visibilità e soprattutto la competitività. Ad esempio in Coppa Italia ho notato un grande gap tra le formazioni di Serie B e di Serie A. Questa nuova formula potrebbe aumentare proprio il livello della seconda divisione, e me lo auguro per la crescita del movimento.”

Con una lettera uscita alla vigilia del Consiglio Federale, le calciatrici ci hanno messo la faccia ed hanno espresso il loro sconforto per la situazione attuale. Questo schierarsi duramente quanto potrebbe smuovere le coscienze di chi di dovere?
“Il gesto delle calciatrici mi ha colpito molto. Oltre ad averci messo la faccia, sono andate contro una decisione che paradossalmente avrebbe potuto favorire molte di loro. Penso ad esempio alla Juventus Women, che con i playoff avrebbe potuto vincere il campionato, o al Milan che avrebbe potuto raggiungere un posto in Champions. Il loro gesto è stato molto forte sia sul piano pratico quanto in quello simbolico: hanno mostrato di essere un movimento unico, al di là dei club e delle singole convenienze. Si sono unite in una scelta scomoda, ma necessaria: spero che possa servire per far luce su questo mondo.”

Un anno fa eravamo in estasi per l’inizio del Mondiale in Francia ed oggi ci troviamo ad affrontare una delle crisi più nere del calcio femminile in Italia. Credi che il movimento possa rialzarsi da questo brutto periodo?
“Credo che l’errore sia stato fatto proprio in quest’ultimo anno.  Il Mondiale ha messo in luce il movimento del calcio femminile ma non è stato accompagnato da riforme e aiuti concreti. L’aumento della visibilità, è innegabile, c’è stato, ma la situazione attuale ci sta dimostrando che non basta ancora. Tuttavia sono certa che il calcio femminile saprà rialzarsi da questo delicato momento. I progressi sono stati tanti dal punto di vista della visibilità, della mentalità e anche del gioco: adesso è il momento di ricominciare a lottare, come abbiamo fatto contro l’Australia e in tutte le altre sfide di quello splendido Mondiale. “

Nonostante le difficoltà del momento, bisogna immediatamente pensare al futuro di questo sport. Quali credi siano le misure da prendere affinché il calcio in rosa possa vedere un futuro proficuo?
“Il primo passo da fare è quello tanto auspicato da tutti: il passaggio al professionismo. Dopo l’apertura da parte del Senato, adesso la Figc deve prendere questa decisione. Se ne è parlato tanto e c’è stata un’assunzione di responsabilità da parte di tanti personaggi, da Gravina a Spadafora, che mi fa ben sperare. Ovviamente non dobbiamo far finta che sia tutto semplice, che basti una firma: dopo i 3 anni di esonero contributivo previsti dall’emendamento, saranno i club ad avere le spese maggiori per i contratti di lavoro sportivo previsto dall’articolo 91/81. Eppure non è possibile che in un Paese civile, nel quale si è combattuto e si combatte ogni giorno per avere pari diritti nel mondo del lavoro e non, le donne che pratichino sport non abbiano diritto a contributi pensionistici e tante tutele che invece gli uomini hanno.”

Il sogno americano delle sorelle Kristie & Sam Mewis

Nel 2008, Kristie e Sam Mewis hanno raggiunto insieme una finale di Coppa del Mondo. Se fosse stato detto a quella FIFA U-17 Women’s World Cup che solo una di queste sorelle avrebbe continuato a celebrare una finale globale a livello senior, sarebbe sembrato facile dire quale tra le due.

Dopotutto, Kristie era il gioiello della corona di quel giovane team americano. La centrocampista ha lasciato la Nuova Zelanda con il premio Bronze Ball – l’unica americana a salire sul podio del torneo – e ha concluso l’anno come US Soccer’s Young Athlete of the Year. La celebrità sembrava quasi certa.

Ma quando la USWNT (United States women’s national soccer team) è diventata campione del mondo in Francia lo scorso luglio, Sam era la star e Kristie la spettatrice. La spiegazione per il cambio di status delle sorelle è una storia che si è svolta negli 11 anni che hanno separato quelle finali della Coppa del Mondo del 2008 e del 2019.

Per Kristie, la maggiore delle due sorelle, quegli anni contenevano frustrazione, stagnazione, una serie di mosse di trasferimento e, nel 2018, un infortunio al crociato.
Fortunatamente, Mewis Snr preferisce l’autoanalisi all’autocommiserazione e ha usato quella battuta d’arresto per ripristinare la sua carriera su una traiettoria ascendente.

“Penso che quando succede qualcosa del genere, può permetterti di vedere dove erano i tuoi punti deboli e forse anche il motivo per cui si è verificata la lesione. Nel mio caso, mi ha sicuramente mostrato dove stavo sbagliando e dove ero debole. Quell’infortunio e il timeout sono stati uno dei periodi peggiori che abbia mai visto. Ma nonostante sia stato miserabile, è stato anche gratificante perché mi ha insegnato così tanto – sul mio corpo e sull’apprezzare ogni momento sul campo – che ora mi sta rendendo più forte. “

La prova di ciò è arrivata nelle partite di Mewis per Houston Dash la scorsa stagione e la ricompensa per coloro che sono arrivati ​​a dicembre con un atteso richiamo all’allestimento USWNT. Per una giocatrice che ha trovato l’ultima delle sue 15 presenze nel 2014, è stato un momento da assaporare.

“È stato fantastico”, ha detto Kristie, 29 anni. “Essere là fuori, indossando di nuovo lo stemma degli Stati Uniti. Ho anche ricevuto un ottimo riscontro da Vlatko [Andonovski, allenatore USWNT] su ciò che deve vedere da me nella NWSL. Ho giocato per lui [per l’FC Kansas City] alcuni anni fa e so che non ha paura di darti quel feedback, nel bene o nel male. Quindi è stato bello venire via con un paio di cose su cui lavorare.
Sono ben consapevole di quanto sarà difficile, perché è la squadra a cui è più difficile accedere in questo momento. Le ragazze che ci sono sono incredibili: ogni singola giocatrice è di classe mondiale.”

Mewis non ha certo esitazioni nell’applicare con orgoglio quell’etichetta alla sorella minore. E quando è stato suggerito che l’esperienza di guardare Sam conquistare il mondo – realizzando da solo il loro sogno condiviso – deve aver avuto una sfumatura agrodolce, è stata rapida da obiettare:

“Onestamente, non c’era niente di amaro al riguardo”, ha insistito. “Guardare Sam giocare ai Mondiali e non solo giocare ma vincere il trofeo e avere il torneo più incredibile, è stato fantastico. Ha mostrato a tutti che fantastica giocatrice di classe mondiale, e la guardo così tanto.
Sam non ha avuto la corsa più semplice per essere in Nazionale – ci sono stati sicuramente dei bassi. Ma è semplicemente incredibile, e il modo in cui gioca sotto pressione mi lascia senza fiato. Le parole non possono esprimere quanto fossi orgogliosa. Nessuno al mondo se lo merita più di lei.
Mi sarebbe piaciuto giocare accanto a lei, ovviamente. Ma non era davvero amaro perché sapevo di non meritare di essere lì. Sarebbe stato diverso se avessi sentito che avrei dovuto far parte della squadra. Ma ero tornata dal mio infortunio e non ero all’altezza delle ragazze di quella squadra.”

La candidatura di Kristie deriva dal sapere cosa serve per essere tra le élite mondiali. Essendo stata una delle migliori giocatrici della sua fascia di età dieci anni fa, si sente ispirata a dimostrare di poter tornare a tali livelli.

“Mi spinge perché, essendo stato a quel livello, so che è dove voglio essere, ha detto. “Non mi arrenderò sicuramente per il mio sogno. Credo ancora di poter giocare per la squadra nazionale e so per esperienza cosa serve per arrivarci.
Non ho ancora mostrato tutto il mio potenziale, ma negli ultimi due anni mi sento come se avessi fatto grandi passi in avanti. La squadra nazionale sarà la prossima sfida. Ma se riuscissi a raggiungere gli obiettivi che ho fissato per il mio club e per me personalmente, mi darò le migliori possibilità di farlo”.

Credit Photo: Pagina Facebook di Sam Mewis

Antonio Cincotta, Fiorentina Women’s: “il professionismo sarebbe un grande passo in avanti”

Antonio Cincotta, tecnico della Fiorentina Women’s è intervenuto con una dichiarazione rilasciata al Tgr Rai. L’allenatore milanese ha parlato di situazioni legate al movimento pur non disdegnando qualche parola sul mercato. La squadra tornerà a giocare in Champions League per la quarta volta consecutiva e non si può più nascondere la soddisfazione: “siamo orgogliosi. Le ragazze hanno disputato una stagione ad altissimo livello”.

Il coach ha voluto dire la sua anche sullo stop del campionato: “è un peccato. Dovremo abituarci a convivere col virus. Pensiamo alla prossima stagione”. Sirene da Madrid mettono in allerta i tifosi viola per quanto concerne Alia Guagni. Antonio Cincotta non si espone più di tanto: “spero che resti. Ma qualora decidesse di andare via la sosterremo. Ha la mia stima e quella della società”. 

L’argomento di punta in questi giorni è il professionismo per le ragazze. Anche il tecnico della Viola ha voluto esprimere il suo punto di vista sulla questione: “ci consentirebbe un passo in avanti. E’ giusto che alle ragazze venga riconosciuto questo status. Ci sarebbe delle garanzie anche in termini di contratti con le calciatrici straniere nel caso di situazioni emergenziali” conclude l’allenatore gigliato.

Carolina Morace: “L’occasione persa è il non intervenire nel calcio femminile”

Carolina Morace è stata una delle personalità più attive sul fronte delle calciatrici con dichiarazioni ed interviste. Conclusa la questione, l’ex allenatrice del Milan ha affidato le sue riflessioni sul suo profilo Facebook facendo un confronto anche con le leghe femminili estere.

“Leggo che non riprendere il campionato femminile è una occasione persa. L’occasione persa è il non intervenire nel calcio femminile come è stato fatto in Europa.
Invece di addossare la responsabilità della non ripresa alle giocatrici, ricordo che tutti i medici dei club femminili erano contrari, guardiamo cosa succede in Europa:

-La Federcalcio tedesca ha stanziato 700 mila euro a squadra per società femminili e 300 mila per quelle che hanno anche la maschile.
-La Francia ha stanziato 10 milioni di euro per il calcio femminile.
-La Spagna per la Serie A e B femminili ha destinato rispettivamente 500 mila e 100 mila euro a club.
Progetti, servono progetti. Per quanto riguarda la Nazionale, momento ideale per fare i raduni!”

Credit Photo: Pagina Facebook Carolina Morace

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