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L’UEFA considera Agosto e Settembre per completare la Women’s Champions League

La UEFA Women’s Champions League 2019/20 è ormai ferma da ottobre. L’ultima partita è stata giocata nella competizione il 31 ottobre 2019 con gli ottavi di finale. Il 25 marzo 2020 avrebbero dovuto essere disputati i quarti di finale: Olympique Lyonnais – Bayern München, Atletico Madrid – Barcelona, Arsenal – Paris Saint-Germain e Glasgow City – Wolfsburg.

Alcune leghe di calcio femminile nel mondo hanno già dichiarato e preso posizione sul continuare o meno i campionati per la stagione 2019/20: stop per FA Women’s Super League (ENG), Division 1 Feminine (FRA), Primera División Liga Femenino (ESP), Nationalliga A (CHE), Eredivisie Women (NED), mentre al via a Flyeralarm Frauen Bundesliga (DEU), Serie A Femminile (ITA).
Ovviamente, tutto ciò è da ricollegarsi al Covid-19 che ha portato a difficili scelte sui campionati. Ma per quanto riguarda la UWCL, l’UEFA non si è ancora espressa.

Si stanno esaminando una serie di opzioni per completare la competizioni, probabilmente qualcosa in più si saprà quando il comitato esecutivo UEFA si riunirà il 17 giugno e sicuramente un consulto con i club rimasti in gara verrà preso in considerazione.

Un portavoce della UEFA ha dichiarato: “È stato istituito un gruppo di lavoro con la partecipazione di rappresentanti delle leghe e dei club per esaminare soluzioni di calendario e opzioni di formato che consentirebbero il completamento della competizione in corso.”

In previsione dell’inizio dei campionati 2020/21 che potrebbero iniziare a settembre, l’UEFA può usufruire dei mesi di agosto e settembre per concludere l’UWCL 2019/20 e di conseguenza posticipare lievemente rispetto al solito l’inizio della competizione 2020/21.

Credit Photo: Pagina Facebook di Arsenal Women

Domenico Bonanni, vice Presidente Tavagnacco: “Protocollo e contributo FIGC i nodi per ripartire”

“La ripartenza del calcio rappresenta un messaggio di speranza per tutto il Paese. È un progetto di serietà che coinvolge tutto il mondo del calcio professionistico, Serie A, B e C. E mi auspico anche il calcio femminile”. Così ha parlato nella giornata di ieri il presidente della FIGC Gabriele Gravina. Per capire a che punto è la situazione della Serie A femminile e quali sono le prospettive di ripartenza la redazione di Tuttomercatoweb.com ha sentito il vice presidente del Tavagnacco Domenico Bonanni: “Ieri non si è parlato di calcio femminile, ma solo delle tre serie maschili, lo si evince anche dalle parole di Gravina che ha auspicato una ripartenza della nostra Serie A e credo che neanche il Consiglio Federale sia sufficiente. Al momento ci devono ancora passare il protocollo sanitario che sul lato della sicurezza delle atlete dovrà essere uguale a quello previsto per gli uomini, ma che dovrà cambiare per quanto riguarda l’organizzazione. E poi la FIGC dovrà definire l’aiuto che intende darci per poter portare a compimento il campionato. – continua Bonanni – Il tempo stringe e ogni minuti che passa è un minuto perso. Più si va avanti e più diventa complicato continuare a giocare”.

Cosa vi attendete dalla FIGC?
“Che il protocollo previsto sia gestibile innanzitutto e che gli aiuti siano commisurati al suo costo. Il Tavagnacco non può rischiare di fallire per giocare le ultime sei gare di campionato. No ci siamo fatti i conti in tasca e se il protocollo prevede il ritiro della squadra, che a star stretti è composta da 24 calciatrici e 6 membri dello staff, dovremmo spendere una cifra tra i 150mila e i 250mila euro, una fetta importante del budget a nostra disposizione. Mentre senza ritiro e con i componenti della squadra che possono dormire a casa propria i costi scenderebbero a 50-60 mila euro. Poi dobbiamo capire che tipo di sanificazione ci chiederanno, se potremmo farla noi giornalmente e affidarla a una ditta specializzata una volta a settimana o altro. Ritiro, sanificazione e personale aggiunto, perché parte del nostro staff ha anche altri impegni oltre a quello col Tavagnacco, sono i tre punti cardine su cui avere chiarezza. E servirebbe avere presto risposte perché il tempo non è poi molto”.

Oltre al rischio Coronavirus c’è anche il rischio infortuni?
“Sì e quando mi riferisco alla sicurezza sanitaria non penso solo al Covid-19. Dopo 98 giorni lontani dal campo, allenandosi in casa e da sole, c’è da tener conto degli infortuni a cui si potrebbe andare incontro senza un’adeguata preparazione. C’è il rischio che una società possa perdere un patrimonio o che un’atleta veda fermata la propria crescita nel fiore dell’età. Gli allenamenti fatti finora sono stati quasi ridicoli perché sono serviti solo a mantenere la forma, ma mancano del tutto della parte agonistica e mentale. Anche i gli allenamenti individuali servono a poco in questo senso, per riabituarsi alla partita servono quelli di gruppo. Per quanto ci riguarda al momento le calciatrici che sono rimaste qui vanno al campo una alla volta per sedute personali di mezzora, mentre le altre si allenano a casa, chi in giardino, chi nel garage e chi in appartamento, seguendo i piani dei nostri preparatori”.

Sperate comunque nel ritorno in campo
“La buona volontà c’è e devo dire che nessun club ha provato fughe in avanti. Stiamo lavorando tutti assieme, ma il protocollo deve essere chiaro e i costi ragionevoli”.

Con le calciatrici straniere come vi state comportando?
“Abbiamo calciatrici sparse in mezzo mondo e alcune faticano a capire cosa sta succedendo. Io ho iniziato ad avvertirle di un possibile ritorno in campo, di prepararsi mentalmente e stiamo cercando di capire le tempistiche per farle rientrare in Italia”.

Voi siete anche in una posizione precaria di classifica
“Si siamo a rischio perché penultime a -1 dalla terzultima. È ancora tutto aperto anche perché negli ultimi tempi prima dello stop avevamo recuperato quattro punti e per qualche minuto dell’ultima giornata avevamo anche scavalcato due squadre. c’è da capire in caso di stop definitivo cosa si penserà di fare, se procedere alle retrocessioni per merito sportivo o fare come in Spagna e bloccarle aumentando di due squadre la massima serie”.

Anche il mercato in questa situazione è complicato
“Non sappiamo ancora se faremo la Serie A o la Serie B e quindi non posso fare progetti o contattare ragazze. In più rischio di perdere le mie. Inoltre la Serie B è stata già fermata, all’estero va avanti solo la Bundesliga e questo complica ulteriormente i piani non solo miei e del Tavagnacco, ma anche delle grandi che magari puntavano calciatrici all’estero. Molte di loro sanno già che dal 30 giugno possono accasarsi altrove, ma noi giocheremo fino ad agosto e saremo impossibilitati o quasi a fare mercato nell’incertezza di dove giocheremo o nel caso di Fiorentina, Milan e Roma se giocheranno in Champions o meno”.

Credit Photo: Alessio Boschi

La clausola Under 23 rallenta il mercato del Real Madrid

Continua il lavoro dello Staff del Real Madrid femenino per costruire una squadra che possa competere con Barcellona, Atletico Madrid e Levante. Angel Villacampa ha rinnovato con l’Athletic Bilbao e quindi non sarà il nuovo allenatore blanco nella prossima stagione.

Uno dei maggiori problemi che sta incontrando il Real nel calciomercato è la “clausola under 23”: un club che abbia provveduto alla formazione delle ragazze con meno di 23 anni deve ricevere una ricompensa per i diritti di formazione.

Siamo assolutamente a favore di questa clausola dato che le ragazze hanno ricevuto la formazione dai club di appartenenza e quindi gli stessi club hanno giustamente diritto ad una ricompensa. Ma questa clausola può impedire alle ragazze di spiccare il volo in un mercato in cui finalmente stanno arrivando più capitali che permettano anche una maggiore parità di stipendio e opportunità.

Ma dato che il Real Madrid è nuovo nel calcio femminile potrebbe essere costretto a pagare i diritti per giocatrici come Teresa Abelleira del Deportivo La Coruña o Damarís Egurrola e Maite Oroz dell’Athletic Bilbao.

Sicuramente il mercato del Real Madrid si muoverà anche sulle giocatrici di esperienza come Olga García che ha annunciato che andrà via dall’Atletico Madrid. I dirigenti blancos tentano anche la francese del Barcellona Kheira Hamraoui e l’attaccante della Real Sociedad Nakihari García, basca, 23 anni, già vincitrice l’anno scorso della Coppa della Regina e promessa della Nazionale spagnola nei prossimi anni.

Seguiteci per capire come il Real costruirà il suo Dream Team.

Credit Photo: Pagina Facebook Nakihari Garcia

Enrica Bassi, Bologna: “Con la fascia da Capitano ho realizzato un sogno”

Riproponiamo la rubrica di 1000 Cuori Rossoblu, alla scoperta del Bologna Calcio Femminile. Oggi vi presentiamo Enrica Bassi, portiere della prima squadra e Capitano. 

Partiamo dagli inizi. Come è nata la passione per il calcio?
Io sono patita di qualsiasi sport, calcio, dove tramite mio padre ho ereditato la passione per il Bologna, ma anche altri sport. Sono nata durante i mondiali negli Stati Uniti, e mia mamma scherzando ha sempre detto che la passione è nata da lì dato che durante le partite ero sempre tranquilla.
Ho iniziato a giocare a calcio a 6 anni a Sala Bolognese, il mio paese. Successivamente ho fatto anche 2 anni a Bologna, dove uno dei miei primi allenatori è stato Corazza.
Mi ricordo sempre il primo allenamento, dove mi sono presentata con la maglia di Oliver Kahn. Sicura di voler giocare in porta fin dal primo momento, era qualcosa che avevo dentro.

Dopo l’esperienza a Bologna dove hai continuato?
Dopo la scuola calcio di Bologna, sono tornata a Sala fino a 15 anni. Poi, tramite l’allenatore dei portieri, mi sono unita alla rappresentativa regionale femminile, nel 2009, quando abbiamo anche vinto. Poi ho iniziato definitivamente con il calcio femminile, prima con il Montale, che era in A2. Quell’anno arrivammo terze, io ero il secondo portiere, e portiere della primavera. Dopo quella stagione sarei dovuta andare a Reggio Emilia, dove la Reggiana disputava la Serie A. Purtroppo dopo qualche settimana di preparazione mi sono rotta il crociato e il menisco, terminando così la stagione. L’anno successivo, dopo essermi ripresa con calma, sono andata a giocare a Vignola, ancora in Primavera e A2, dove ho trascorso 3 anni. Dopo di che altri 3 anni, questa volta a Imola, e poi Bologna. Sono qui da 3 anni e mezzo.

Come è arrivata la chiamata del Bologna?
Io ero già allenatrice, e nel campo con me c’era Veronica Gotti, fisioterapie dei bimbi, che era capitano della squadra. Il Bologna aveva bisogno di un portiere dato che la Lauria, era molto impegnata con la Nazionale. Alla fine, dopo le insistenze anche da parte dell’allenatore e Daniela Tavalazzi, ho deciso di accettare.

Come è il rapporto con le tue compagne di squadra?
Oltre a Gaia Mastrovincenzo, che purtroppo si è fatta male ad inizio stagione, sono al momento la più grande. Le mie compagne mi prendono in giro per questo, anche se ho solo 25 anni! (ride ndr). In verità sono abbastanza abituata ad essere una delle più grandi, almeno tra i portieri. Io sono molto scherzosa e cerco sempre di creare gruppo, interessandomi sempre di tutte. Ma questo è qualcosa che faccio per come sono fatta io, non solo per il ruolo che occupo all’interno della squadra.
Quest’anno abbiamo creato delle piccole multe (da 1 euro o 2) al fine di creare più spirito di squadra. Per esempio se ci si presenta con l’abbigliamento sbagliato si deve pagare un euro. Questo oltre alle classiche tradizioni legate ad eventi. Per esempio i dolci da portare ad allenamento in caso di tripletta, o dopo il primo gol. Questo soprattutto perché per molte ragazze è il primo anno nella categoria.
Giulia Arcamone ha detto che io e lei siamo il poliziotto buono e quello cattivo. Confermo (ride ndr). Io cerco di legare, mentre quando c’è da bastonare…ci pensa lei, questo anche perché ci conosciamo molto bene anche fuori dal campo.

So che tu sei anche un’allenatrice. Ci racconti qualcosa in più?
Sì, è vero. Sono anche allenatrice della scuola calcio. Alleno i 2012. In questo periodo di chiusura della scuola, cerchiamo di mantenere i bimbi attivi, con qualche quiz, anche sul Bologna. Lo scopo è cercare di mantenere un filo diretto con i bimbi, tramite i genitori. Essendo piccoli è fondamentale il ruolo del genitore, altrimenti loro non sarebbero in grado di restare in contatto con gli amici della scuola calcio.
Oltre a questo, lavoro in una piccola palestra, dove pratichiamo ginnastica posturale.

Da quanto tempo sei allenatrice?
Da 4 anni. Quando ho finito la triennale in scienze motore, ho contattato la squadra, per mettere a disposizione quello che avevo appreso.

Torniamo a parlare di te e della squadra. Come valuti questa stagione, sia individualmente che a livello collettivo?
Quest’anno, con la fascia da capitano, ho raggiunto uno di quei sogni che, probabilmente, hanno tutti i bimbi quando iniziano a  giocare a calcio.
Mi è dispiaciuto tantissima per la sospensione, e cancellazione del campionato. Quest’anno avevamo uno staff completo, competente e preparatissimo. Spero che nessuno abbia visto come lavorano, altrimenti ce li ruberebbero! L’auspicio è che l’anno prossimo si possa ripartire da dove eravamo arrivate quest’anno, sia come squadra che come staff. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo cambiato frequentemente giocatori e allenatori. Sarebbe importante riuscire ad avere un po’ di continuità.

Cosa pensi possa servire per fare il definitivo salto di qualità e confermare quanto di buono si è visto nel finale di stagione? 
A mio parere, per raggiungere obbiettivi sempre più elevati, che è il desiderio di tutte noi ragazze, sarebbe importante avere una spinta da parte del settore maschile, magari non tramite l’acquisto del titolo di un’altra squadra come fatto da alcuni club più blasonati. Sicuramente il club, sta dimostrando più positività verso la squadra femminile, con aiuti di vario tipo. Le squadre giovanili sono già sotto il Bologna FC, tuttavia, per noi sarebbe molto importante ricevere questa affiliazione. Anche perché altre squadre, con capacità economiche minori rispetto a quelle del Bologna, hanno dimostrato un interesse maggiore, almeno dal punto di vista filosofico, nei confronti del calcio femminile. 

Credit Photo: 

Sara Ketiš, Pink Bari: “Difficile stare senza calcio”

Face to face con Sara Ketiš
Oggi abbiamo il piacere di avere ai microfoni di Sport Paper Sara Ketiš centrocampista slovena attualmente in organico alla Pink Sport Time Bari formazione militante nella Serie A Femminile. Sara vanta nel suo palmares un campionato sloveno ed una coppa nazionale, sempre della Slovenia. Ecco cosa ci ha raccontato

Le parole di Sara Ketiš
Come stai vivendo questo periodo lontano dai campi?  “Una situazione inusuale, indubbiamente difficile stare senza calcio ma dall’altro lato ho avuto tempo per godermi la famiglia e gli amici, tutto ciò ha compensato il vuoto”. 

Che ambiente hai trovato a Bari ?
Posso dire di aver trovato un ambiente rilassato e accogliente. La gente è ospitale, la città bellissima e con un mare spettacolare, Bari mi piace molto. Anche con la squadra andiamo d’accordo, mi trovo molto bene nel gruppo”.

Come è nata questa passione ?
Da piccola giocavo sempre a calcio con mio padre e mio fratello oppure sulle strade con i ragazzi del mio quartiere. E’ sempre stato il mio sogno giocare a calcio ma sfortunatamente il calcio femminile era diciamo “tabù” in Slovenia in quel tempo quindi ho iniziato prima con il karate. Dopo 9 anni ho lasciato le arti marziali e finalmente iniziato giocare a calcio, ciò che desideravo”.

Il tuo giocatore preferito ?
Senza dubbio ammiro Messi, per me un mago del pallone, mi affascina il suo modo di giocare”.

Cosa pensi del calcio femminile in Italia ?
In questo primo anno in Italia ho notato che si lavora molto per portare il calcio ad un livello più alto e professionale. Forse una cosa che mi ha sorpreso un po’ è dal punto di vista atletico, un calcio molto fisico”.

Meglio il calcio Italiano o quello sloveno ?
Il calcio Sloveno non è male, abbiamo una o due squadre che sono competitive al livello del calcio Europeo ma non si può comparare con il calcio Italiano, sotto molti aspetti più competitivo”.

Il tuo gol più bello ?
Impossibile dimenticare un gol da 30 metri per la mia squadra in America, un ricordo indelebile che porto dentro di me”.

Credit Photo: Vanni Caputo

Roberto Salterio, coach Riozzese: “Tutte le storie calcistiche hanno un inizio e una fine, bisogna capire quando è giusto voltare pagina”.

La ASD Riozzese ha comunicato con Mister Roberto Salterio la decisione di interrompere il rapporto di collaborazione al termine della corrente Stagione Sportiva. Sui social la società ha ringraziato l’operato del tecnico e lo stesso ha espresso tutte le emozioni che gli ha lasciato questa esperienza.

Immensamente grazie..MISTER”.

Due anni che ne valgono dieci.
Siamo partiti con una rosa di cinque giocatrici e siamo arrivati a vivere emozioni che nemmeno lo scrittore più creativo avrebbe potuto immaginare.
Un paese di due mila abitanti, una piccola realtà che senza i falsi Abramovic di provincia e senza fingere di essere il Real Madrid ha saputo tornare nel calcio che conta con umiltà, passione, impegno ed organizzazione.
Una storia che fa bene al calcio.
Ritengo, però, che tutte le storie calcistiche, anche le più belle, abbiano un inizio ed una fine e bisogna capire quando è giusto voltare pagina.
Ringrazio tutte le ragazze che ho avuto il piacere di allenare in questi due anni, ringrazio i miei collabori sempre disponibili e professionali, ringrazio la Società che mi ha accolto e supportato sempre e ringrazio il DS Germano Sessa con il quale ho potuto vivere quotidianamente questa incredibile storia”.
Roberto Salterio
 
Credit Photo: Pagina Facebook Roberto Salterio
 
 

Come ci eravamo lasciati con la Frauen Bundesliga?

Finalmente riparte il meccanismo, finalmente riparte il calcio. È il caso della Germania, uno dei primi Paesi europei ad uscire dall’emergenza Covid-19. Questa uscita permette ai vertici calcistici tedeschi di dare il via libera per la ripresa del calcio, sia maschile (ripartito il 16 maggio) che femminile. La Frauen Bundesliga ripartirà proprio domani con la capolista Wolfsburg che affronterà il Colonia alle ore 14. Ma come era la situazione della Frauen Bundesliga prima dell’emergenza?

Come è stato appena detto, al primo posto si trova il Wolfsburg, assoluto protagonista del campionato a +8 dalla seconda. L’ancora imbattuta in campionato, possiede il miglior attacco (74 gol fatti) e la miglior difesa (solo 4 gol subiti), senza contare il fatto di avere in squadra una macchina da gol come Pernille Harder, forte di 22 gol e 8 assist. Ovviamente la squadra non è solo la Harder ma anche grandi esponenti del calcio tedesco e mondiale come Alexandra Popp, Ewa Pajor e Noelle Maritz, e questi sono solo pochi nomi rispetto all’altissima caratura della squadra. Titolo che sembra destinato a ritornare in Bassa Sassonia per la quarta volta consecutiva, la sesta in totale.

Se negli ultimi anni ci è stata una capolista indissolubile, c’è anche stata un’eterna seconda rappresentata dal Bayern Monaco. La squadra bavarese si ritrova ancora una volta al secondo posto con 38 punti a cercare di rincorrere un Wolfsburg che sembra irraggiungibile, nonostante l’alto livello della rosa che può vantare giocatrici del calibro di Melanie Leupolz, destinata al Chelsea, Jovana Damnjanovic e Lineth Beerensteyn. La vera forza della squadra è l’ottima qualità nel giro palla che riesce sempre a far rompere gli schemi alle avversarie andando a pressare alte e puntando tanto sull’impostazione dal basso. Se all’inizio della stagione sembrava la stagione giusta per provare l’attacco definitivo, i risultati hanno dimostrato il contrario e sicuramente il testa a testa con le ragazze dell’Hoffenheim, che dovranno affrontare proprio nella prima giornata dopo la ripartenza, non ha per niente aiutato.

Al terzo posto si trova la vera sorpresa del campionato, ovvero l’Hoffenheim. Per capire l’innalzamento del livello delle bianco azzurre basti pensare che con 6 partite in meno rispetto alla scorsa stagione hanno raccimolato un bottino di 37 punti, +4 dalla scorsa stagione. Numeri che danno dimostrazione del grandissimo lavoro fatto da Jurgen Ehrmann, allenatore della squadra, e dalle sua ragazze. Meriti anche della dirigenza che ha deciso di non stravolgere la squadra e di mantenere più giocatrici possibili della scorsa stagione colmando le partenze della Zeller e della Abt e puntando sull’unità del gruppo. Sono in piena corsa per la qualificazione alla prossima UWCL ed il sogno si sta sempre più facendo realtà.

Dal quarto al sesto posto si trovano situazioni molto simili con tutte squadre che hanno fatto la storia del calcio femminile tedesco ed europeo, però non più protagoniste del campionato. Infatti al quarto posto con 28 punti c’è l’SGS Essen, società poco vincente ma dorsale importante del calcio tedesco. Squadra che rappresenta un ibrido perfetto tra esperienza, con giocatrici come Marina Hegering, e giovani pronte ad esplodere, come Lena Oberdorf, nominata come miglior U-19 del mondo da Goal.

Sotto di un punto troviamo a parimerito il Turbine Potsdam ed il FFC Francoforte. La prima detiene sei titoli nazionali, tre DFB Pokal e, ciliegina sulla torta, due Champions League. Palmarès di tutto rispetto che non ha nulla a che vedere con le non buone prestazioni che hanno offerto in questa stagione subendo un calo drastico rispetto alla scorsa. Prestazioni che tutti si augurano di veder risalire di livello.

La seconda è la società più vincente di Germania con sette scudetti, nove coppe nazionali e quattro Champions League che la fanno posizionare al secondo posto nella speciale classifica per UWCL vinte. Squadra bianconera che ha rispettato le aspettative date dai risultati ottenuti nella scorsa stagione.

Prendendo in considerazione un altro blocco, è presente il Sand, il Friburgo ed il Bayer Leverkusen, rispettivamente settimo, ottavo e nono. Sand che sta disputando una stagione fondamentalmente anonima offrendo uno stile di gioco basato più sulla forza fisica e sulla cattiveria agonistica che sul piano tecnico ottenendo comunque dei buoni risultati guadagnandosi una posizione di tranquillità in termini di salvezza.

A parimerito si trova il Friburgo che si è visto esplodere in casa il gioiellino Klara Buhl, attaccante classe 2000 con otto reti all’attivo che le hanno permesso di entrare nel giro della Nazionale. Purtroppo per le bianconere, l’attaccante tedesca ha firmato per la prossima stagione con il Bayern Monaco che si è assicurato un ottimo prospetto per il futuro che può dare supporto alla squadra fin da subito. Se in attacco sono messi bene, la difesa è il vero problema con 40 gol subiti; terza peggior difesa.

Con 13 punti, il Bayer Leverkusen ha confermato i limiti evidenziati nella scorsa stagione dove solo per una manciata non retrocedeva. La squadra della Renania si trova in un limbo tra la salvezza tranquilla la zona retrocessione. Per ora sembra una delle papabili a rimanere in Frauen Bundesliga, ma lo squilibrio del numero di giocatrici tra difesa/attacco ed il blocco di centrocampo (in due reparti non fanno neanche la metà del numero delle centrocampiste) potrebbe rendere la vita più difficile alle ragazze di Leverkusen per l’alta frequenza con la quale verranno giocate le partite.

In piena lotta salvezza si trova il Duisburg, il Colonia e lo Jena. Il Duisburg ha l’ultimo slot disponibile per rimanere nella massima serie tedesca  e raggiungerebbe la seconda salvezza di fila per pochi punti. Gioco forza del Duisburg è stata la netta differenza di livello tra la squadra bianca azzurra e le due neopromosse che occupano gli ultimi due posti della classifica. Nonostante il livello non altissimo della squadra, il ravvicinarsi delle partite potrà portare dei vantaggi alla squadra di Thomas Gerstner grazie alla copertura di giocatrici in ogni ruolo ed alla duttilità di molte di loro.

Al penultimo posto e a -2 dalla salvezza, c’è il Colonia che ha evidenziato una scontata inesperienza nella lega ma che nel suo piccolo sta lottando con il coltello tra i denti per non lasciar volare via quella piccola speranza che le potrebbe riservare una gioia immensa. Una salvezza insperata potrebbe rappresentare una svolta per la società convincendo il patron Spinner nell’investire di più nella squadra femminile.

Come fanalino di coda c’è lo Juna, che in questo periodo si è vista piovere sul bagnato. Oltre ad una retrocessione quasi certa, la squadra allenata da Chris Heck dovrà aspettare giugno per giocare la prima partita dopo la ripresa. Infatti la regione della Turingia, porzione di Paese dello Juna, ha bloccato gli allenamenti di gruppo e le partite fino alla fine di maggio concedendo quindi di scendere in campo solo per allenamenti individuali. Situazione non proprio ottimale per la quale la Federazione tedesca ha dovuto prendere provvedimenti facendo spostare le partite della squadra a giugno obbligandole a giocare con un ritmo ancora più straziante di quello abituale in questo periodo per finire il campionato prima del 30 giugno, giorno ultimo per i contratti in vigore.

Alessandro Pennestri: “L’Inter Women ha un progetto concreto. Sul Toro femminile dico che…”

Alessandro Pennestri è uomo mercato di rilievo nel calcio femminile italiano. Queste le sue parole in esclusiva ai microfoni di CalcioNews24:

Uno sguardo alla Serie A: Milan e Fiorentina sullo stesso livello della Juve?
«Da un punto di vista strutturale sono in grado di competere con la Juventus, hanno dimostrato di potersela giocare ad armi pari, ma oggi la Juve è ancora un passo avanti. Credo che le scelte fatte negli ultimi anni abbiano portato a questo stato delle cose. Vi posso dire che, però, com’è giusto per il movimento, è condizione indispensabile, che loro come le altre facciano di tutto per colmare il gap e rendere maggiormente avvincente un campionato. Chi vorrebbe vedere un campionato già scritto? La competizione è l’anima dello spettacolo calcio, ed il femminile non può farne a meno»

Cosa è mancato all’Inter nella sua prima stagione in Serie A?
«L’Inter a mio avviso ha fatto una scelta giusta, primo anno in A, ha scelto una linea “verde”, molto giovane, con tante calciatrici di talento, puntellate da qualche giocatrice di esperienza. Non sono partiti per lottare per lo scudetto, ma per costruire delle basi per il futuro. L’esperienza maturata in questa stagione è servita a tutti per modulare diversamente scelte e prospettive. Sono convinto che a breve saranno protagonisti e dovranno tutti considerarli rivali temibili per i grandi traguardi. Hanno un progetto concreto e dirigenti con esperienza internazionale, questo peserà nel prossimo futuro».

Si parla del possibile ingresso del Torino, la Serie A femminile sarà sempre più gemella del campionato maschile?
«Un progetto Torino nel calcio femminile “dei grandi”, penso sia indispensabile. Abbiamo visto quanto interesse ha portato al movimento il derby di Milano, e credo che Torino meriti il proprio derby anche nel femminile. E’ una strada lunga, piena di investimenti da fare, ma il presidente Cairo si è dimostrata persona saggia e lungimirante nel maschile, c’è bisogno di persone del genere nel femminile. Poi, li c’è una “vecchia conoscenza” del calcio femminile Italiano, quella Tatina Zorri, ex numero 10 della nazionale italiana, e grande allenatrice, con lei il salto in categoria sarebbe più semplice con la sua competenza e conoscenza».

Che aria tira negli ambienti del calcio femminile italiano?
Si riparte?
«A mio avviso si dovrebbe, ma non si ripartirà. Ritengo che il “prodotto” calcio femminile abbia bisogno di ripartire, che sia necessario per renderlo fruibile, che si debba partire, e quindi ridare la possibilità a tutti gli appassionati di poter vedere calcio femminile in TV (per ora) ed un giorno, negli stadi. Ma ritengo anche che non tutte le componenti del mondo del calcio femminile siano in grado di sopportare e supportare l’emergenza, con i protocolli necessari, quindi non credo si riesca a ripartire. Meglio programmare la prossima stagione e renderla fruibile e sempre più interessante».

Chiudiamo con uno sguardo sull’attività giovanile: cosa serve ancora per la crescita del movimento italiano?
«Io sostengo che la professionalità di chi segue il movimento femminile, sia l’unica strada per il raggiungimento di grandi traguardi. Avere allenatori, dirigenti, preparatori, fisioterapisti etc, professionalmente validi fa la differenza. Costruire un settore giovanilie non è facile, ci vuole tanto lavoro, ma grandi dirigenti come Uva (ora in UEFA) hanno mostrato che si può fare, e fare bene nel femminile, con un progetto chiaro. Ora al movimento serve questo, chiarezza di un progetto, per gli investitori, per gli addetti ai lavori, e soprattutto per tutte quelle giovani leve (anche future) che con passione amano il calcio».

Credit Photo: CalcioNews24
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Capitan D’Amico operata al ginocchio destro

Il Lecce Women informa che il capitano della prima squadra, Serena D’Amico, è stata operata questa mattina presso la Clinica “Villa Bianca”, a Lecce. L’intervento, effettuato dal dottor Paolo Latino, è servito per ricostruire il legamento crociato anteriore del ginocchio destro. L’intervento è perfettamente riuscito a già nei prossimi giorni il Capitano comincerà la fase di riabilitazione che le consentirà di ritornare in campo tra circa sei mesi. “Sto bene e non vedo l’ora di giocare con la maglia della mia squadra, il Lecce Women – ha detto Serena D’Amico –. Colgo l’occasione per ringraziare il dottor Latino e l’anestesista Gaballo, seri professionisti e persone di grande spessore umano”.

Ricordiamo che Serena D’Amico si era infortunata il 1° marzo scorso durante la gara di campionato giocata dalle giallorosse sul campo dell’Aprilia. L’attesa per l’intervento è stata più lunga del solito a causa dell’emergenza coronavirus.

Credit Photo: Lecce Women

Tatiana Bonetti, Fiorentina Women’s: “sono per la ripartenza. Mercato? Parlerò con la società”

La numero dieci della Fiorentina Tatiana Bonetti ha partecipato ad un diretta social di News Calciomercato Live. Nel corso del suo intervento, l’attaccante viola ha affrontato temi che riguardano la sua carriera, la pandemia e il mercato. Di seguito le sue dichiarazioni:

Sulla quarantena e il periodo che stiamo vivendo:  Non eravamo abituate. Sono felice per aver avuto l’occasione di passare del tempo con la mia famiglia ma vorrei tanto ricominciare. Mi manca il pallone e mi manca il campo. Mi mancano anche le emozioni che ti regala il calcio.

Cosa ne pensi della situazione che si è venuta a creare a causa del Covid-19?  Noi siamo considerate come dilettanti ma a tutti gli effetti agiamo da professioniste. La mia speranze è che il protocollo approvato per il calcio maschile venga utilizzato anche per noi donne. Non è giusto che usiamo protocolli differenti. Vogliamo ripartire in massima sicurezza. Aspettiamo novità. Io sono a favore della ripartenza ma bisogna valutare se è possibile. Ci sono dei pro e anche dei contro, motivi che spingono affinché si riavvii tutto e perché la si chiuda qui.

Qual è il tuo calciatore preferito?  Da piccolina stravedevo per Alessandro Del Piero. Oggi mi piacciono moltissimo Lionel Messi e Paulo Dybala, sono due fenomeni e due straordinari numeri 10. 

Cosa ricordi del tuo esordio in Serie A?  Volevo a tutti i costi giocare nella massima serie. Stare ai massimi livelli significava allenarsi di più e avere maggiori possibilità anche per raggiungere la Nazionale. Feci un provino con la Riozzese e andò talmente bene che mi inserirono subito in prima squadra. Sfortunatamente però siamo retrocesse data la presenza di formazioni più forti della nostra. In seguito arrivò la chiamata del Tavagnacco e con il sostegno dei miei genitori mi sono trasferita a Udine. Lì ho giocato 5 anni, ho vinto uno scudetto, due Coppe Italia e ho esordito in Champions League. Poi mi giunse la chiamata dal Verona e sono partita per il Veneto.

E a proposito del Verona? Ho avuto la fortuna di giocare con delle calciatrici fortissime come Patrizia Panico e Melania Gabbiadini. Abbiamo vinto lo scudetto al primo anno e questo mi ha reso felicissima. Nel secondo anno si sono palesati problemi a livello societario e siamo vistosamente calate. Al termine della stagione ho deciso di cambiare aria.

Cosa ne pensi del Movimento calcistico femminile in Italia? Stiamo crescendo moltissimo e questo spinge molte ragazze e bambine a iscriversi nelle scuole calcio. Tutto ciò è merito del Mondiale 2019 che ha permesso al nostro Movimento di farsi conoscere agli italiani i quali si sono appassionati alla nostra disciplina. Il Mondiale in Francia deve essere un punto di partenza e non un punto di arrivo secondo me. 

Cosa ne pensi della stagione attuale? Purtroppo non siamo partite benissimo. Non siamo riuscite a trovare quell’equilibrio che ci aveva contraddistinto nelle stagioni passate. Sono arrivate tante calciatrici nuove e abbiamo impiegato molto tempo a conoscerci e a formare un gruppo coeso. Alla fine però c’eravamo anche riuscite; è stato un vero peccato dover interrompere tutto così a causa del virus. 

Cosa puoi dirci a proposito del Presidente della Fiorentina Rocco Commisso? Sono contenta della dirigenza che abbiamo. Sono persone gentilissime che ci fanno sentire molto importanti aiutandoci a crescere. Commisso punta forte anche su di noi e questo ci dà motivazioni e grande orgoglio.

Quali differenze percepisci tra il mondo maschile e femminile nel calcio? Penso che nel calcio femminile sia molto più evidente la passione che ci mettiamo. A differenza degli uomini noi non guadagniamo cifre da capogiro e questo ci permette di mostrare molto di più il sentimento che noi proviamo quando siamo in campo e giochiamo. A livello tecnico io sinceramente non vedo tutta questa grande differenza. 

A proposito di mercato? Ho avuto diverse offerte da altre squadre ma prima di prendere una decisione parlerò con la Fiorentina. Decideremo insieme il mio futuro. Per il momento mi sento un calciatrice viola a tutti gli effetti. 

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