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Milena Bertolini, CT Nazionale Femminile Italiana: “Servono le riforme, il calcio femminile non va lasciato indietro”

Il ct dell’Italdonne, Milena Bertolini, ha rilasciato un’interessante intervista al quotidiano romano Leggo. Nel corso della chiacchierata col giornale capitolino, l’allenatrice della Nazionale azzurra femminile ha toccato diversi temi. Il coronavirus ha costretto anche lei a rimanere chiusa in casa nella sua Reggio Emilia. Tuttavia la coach azzurra ha anche ammesso che questa pandemia potrebbe lasciare qualcosa di positivo ad ognuno di noi.

Bertolini ha evidenziato il gran seguito riscontrato dalla categoria a cui appartiene a seguito dell’esperienza mondiale e ha optato affinché si attuino le riforme sulla disciplina al più presto. Sa che la compagine maschile conta molto di più, ma è anche consapevole della costante emersione del movimento femminile. La ct azzurra ha poi rivolto un augurio ai media affinché, nel prossimo futuro, inizino a guardare con maggior attenzione anche al mondo femminile.

Sulla questione dell’annullamento dei campionati giovanili, Bertolini si è detta favorevole alla decisione. Insiste però sul fatto che la Serie A femminile venga portata a termine entro il mese di luglio. Il numero inferiore ed esiguo di squadre e le poche partite rimaste, consentono di concludere la stagione senza problemi per poi ripartire a settembre. In chiusura, il tecnico ha parlato delle atlete Azzurre chiuse anch’esse in quarantena. La coach è soddisfatta del lavoro casalingo attuato dalle sue ragazze e spera in una ripresa imminente delle attività per proseguire la strada che porta a Euro 2021 (2022).

FIFA: un lungo applauso per dire “grazie” al personale sanitario di tutto il mondo

In un momento come questo anche un piccolo gesto conta. Molti tra celebrità e personaggi famosi hanno voluto far sentire la loro vicinanza ed il loro sostegno verso gli operatori sanitari che stanno dando tutto per permetterci di tornare alla normalità.

Molti sono anche gli sportivi di ogni disciplina e di ogni nazionalità che hanno espresso il proprio appoggio, sia con messaggi che con donazioni economiche, verso coloro che stanno combattendo questa guerra in prima linea. La FIFA ha voluto racchiudere la grandissima parte dei calciatori e delle calciatrici in un video con i protagonisti che fanno un lungo applauso verso le vere stelle di questa situazione. Le figure di spicco di questa iniziativa sono i campioni calcistici del passato, come Maradona, Pelè e Zidane, e del presente, come Buffon, Piquè ed Harry Kane. Ovviamente non mancano le colleghe al femminile a dimostrare la propria solidarietà: da Alexia Putellas e Vivianne Miedema, da Marta a Lucy Bronze fino ad arrivare a Carli Lloyd.

Proprio la centrocampista dello Sky Blue Carriera ha rilasciato dichiarazioni sull’argomento ringraziando i medici e gli infermieri per il durissimo lavoro che stanno facendo:“Per riconoscere i rischi che medici, infermieri e altri lavoratori essenziali devono affrontare quotidianamente, il calcio vuole mostrare il proprio sostegno, sono in prima linea nella battaglia contro il coronavirus, lavorando come una squadra per difenderci, proteggerci e mantenerci in salute. È grazie alla loro dedizione e professionalità, supportati dall’impegno assoluto di tutti nel seguire le regole di ogni autorità sanitaria nazionale, che vinceremo. ”

A sostegno della statunitense è intervenuto David Beckham: “Come calciatori, siamo abituati a ricevere applausi, ma questa volta abbiamo l’opportunità di mostrare il nostro apprezzamento per le molte persone che stanno rischiando la vita per proteggere la nostra. Sei un eroe dell’umanità e vogliamo dimostrare che tutto il calcio ti sostiene e tutto ciò che fai per difendere tutti noi”.

 

 

Gabriele Gravina, Presidente FIGC: “Se il calcio non riparte ha un grande impatto negativo per il futuro”

Gabriele Gravina, Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ha parlato su Rai 2 della situazione dei campionati:

“In questo momento ci sono due gruppi apparentemente contrapposti: la corrente di pensiero di chi ritiene che si debba chiudere tutta l’attività sportiva, e l’altra, che io porto avanti di continuare. E ci sono diverse ragioni: in primis l’opportunità, che si rifà ad elementi oggettivi come il tempo, e io spero che a giugno l’Italia viva un momento di sollievo diverso da questo momento, ma anche ai contenziosi e ciò che potrebbero generare per la confusione, e poi penso alla passione”.

“Se il Governo mi desse lo stop? Questa è una responsabilità che lascio a loro. Io personalmente sì, accoglierei una loro scelta con sollievo: potete immaginare il dramma che sto vivendo nel reggere questa mia battaglia. Il calcio italiano non è una monade che vive in maniera separata rispetto alle altre categorie del paese o a istituzioni internazionali, facciamo parte delle federazione europee e mondiali. Ma c’è il sentimento della speranza, anche. Chiedo di essere considerato come movimento d’impatto socio-economico per il paese alla pari di ogni altro settore”.

“Non voglio entrare nel merito delle scelte fatte da alcuni presidenti di federazione, ma rilevo che l’unico sport professionistico che abbia fermato tutto sia il basket. Il calcio muove 5 miliardi di euro: siamo preoccupati perché se il calcio non riparte ha un grande impatto negativo per il futuro. Come ripartirei? Abbandonerei la falsa retorica.
Esiste una procedura, un protocollo che abbiamo inviato ai ministri Spadafora e Speranza: ne aspettiamo la validazione. Per quanto riguarda tamponi e test ci sono cliniche organizzate per mettersi a disposizione, non può essere questo l’ostacolo per non far ripartire un movimento come il calcio”.

“L’ipotesi di chiudere? No, non posso prenderla in considerazione. Una scelta di questo tipo comporterebbe responsabilità di una gravità inaudita. Non posso essere il becchino del calcio italiano. Difendo il movimento calcistico, ma in generale quello sportivo. Non capisco la resistenza nell’avviarne una valorizzazione”.

Credit Photo: FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio

Player focus: Madison Solow

Madison Solow arriva all’Hellas Verona nell’estate del 2019, dopo che aveva già giocato, per tre stagioni di cui l’ultima in Serie A, con la maglia del Valpo. Torna dunque a Verona dopo un solo anno in Svizzera, con la maglia del Basilea. Centrocampista che unisce una corsa infinita a generosità e potenza fisica, è dotata anche di una discreta tecnica. Può agire sia da mediano che da mezzala, osando nelle percussioni.

#5 MADISON SARAH SOLOW
Data di nascita: 30 maggio 1992
Luogo: Toronto, Canada
Altezza: 1,65 m
Nazionalità: canadese
Ruolo: centrocampista centrale
Piede preferito: destro
Caratteristiche: cruiser tank
Presenze in Serie A: 37
Presenze Hellas Verona: 16

«Quando eravamo compagne di squadra ci trovavamo al campo alla mattina per allenarci, per migliorare la tecnica, oltre agli allenamenti standard. Lei arrivava in bici o di corsa, credo abbia un serbatoio di energie infinito. Da allenatrice ogni tanto le dico di fermarsi, di riposare un po’, ma è impossibile che accada: la sua volontà di migliorarsi è superiore a qualsiasi tipo di fatica»
Cit. Silvia Fuselli

 

COME I POKEMON
È una storia divertente quella che portò Madison a giocare a pallone: quando era piccola, all’età di 5 o 6 anni, giocava insieme ad alcuni compagni di classe in una squadra che indossava divise completamente azzurre. Erano chiamati gli Squirtles dato che erano dello stesso colore del Pokémon. A quel tempo era ovviamente solo un divertimento e, a turno, un genitore era incaricato di portare la giovanissima comitiva in pulmino alla partita. Un giorno, durante una gara, un uomo che Madison non ha mai conosciuto andò dai suoi genitori e disse loro: “Lei dovrebbe provare a giocare a calcio per davvero“. Quel giorno iniziò la sua carriera. L’anno successivo la piccolissima Solow decise di iniziare a giocare con una squadra maschile un po’ più seria. Anche a distanza di anni Madison ricorda bene quella vicenda, ma tuttora non sa chi fosse quell’uomo che vorrebbe tanto ringraziare.

DISNEY CUP
All’età di 15 anni Madison Solow partecipa con la propria squadra, la IMG, alla ‘Disney Cup’ – un’importante competizione a livello giovanile negli USA – dopo aver vinto molti tornei grazie a un gruppo solido, molto unito e anche molto forte. La squadra inizia alla grande ed è vicinissima a vincere il proprio girone di qualificazione, ma Madison subisce un infortunio all’ultima giornata del raggruppamento, cadendo male sul gomito. Una volta concluso il match, con la qualificazione alle fasi finali, l’allenatore invita Madison ad andare in ospedale a causa dell’infortunio, ma ovviamente lei non ci pensa nemmeno e, anzi, si fa stabilizzare il braccio fasciandolo al corpo per continuare a giocare. La squadra supera gli ottavi di finale, poi supera anche i quarti. Madison continua a giocare nonostante il braccio le facesse male, ma per lei in quel momento era più importante vincere con le sue compagne. In semifinale la partita è molto equilibrata, ma a 5′ dalla fine, ancora sullo 0-0, l’attaccante avversario calcia verso la porta trovando l’opposizione di Solow: lei finisce a terra dolorante, perché il pallone aveva colpito proprio il suo braccio fasciato al corpo e, proprio per questo motivo, si accendono le proteste delle compagne per il calcio di punizione concesso dall’arbitro a causa di un presunto fallo di mano. Punizione: gol. Madison e compagne escono così dal torneo. Poi si avvicina il mister: “Adesso puoi andare in ospedale?“.

IL GOL DI SQUADRA
C’è una bellissima fotografia che ritrae Madison Solow, Silvia Fuselli, Debora Mascanzoni e Valentina Boni: le quattro calciatrici stanno esultando per un gol negli ultimi minuti di Fimauto Valpolicella-Ravenna San Zaccaria, 9 dicembre 2017 e 8a giornata di Serie A, poi terminata 2-1. È rimasta impressa nella mente di Madison quella rete, per la bellezza corale di quel gol di squadra. Solow, che già aveva aperto la gara nel primo tempo con un preciso mancino valso l’1-0, va a pressare il mediano avversario Linda Casadio strappandole la sfera, poi alza la testa e serve Boni in area di rigore. La compagna sembra aver perso il tempo, ma portatasi quasi sul fondo riesce a girare e scaricare nuovamente in mezzo da Madison. “Ricordo che stavo per calciare, quando da dietro ho sentito la voce di Debby che urlava ‘È mia, è mia!’ e allora ho lasciato la palla. Lei è arrivata con il destro e ha tirato all’angolino opposto: perfetta… and the rest is history“.

Credit Photo: Hellas Verona Women

La FA WSL studia come ridurre gli infortuni al crociato

La crescente preoccupazione per un significativo aumento del numero di calciatrici che soffrono di infortuni al legamento crociato anteriore (ACL) ha portato la Football Association a lanciare una serie di studi rivoluzionari per affrontare il problema.

Dodici giocatrici nei 23 club dei due principali campionati inglesi, sono cadute vittima in questa stagione di problemi ACL, che possono essere pericolosi per la carriera, mentre la ricerca ha suggerito che le donne hanno fino a otto volte più probabilità di subire l’infortunio rispetto agli uomini.  

Nel tentativo di comprendere meglio il normale verificarsi dell’infortunio nel gioco femminile, le linee guida sono:  

  • Conduzione di audit su infortuni e malattie nella Super League femminile (WSL) 
  • Elaborazione di esperti per fornire strategie di prevenzione e riabilitazione da infortuni ACL per club e giocatori
  • Esaminare le caratteristiche fisiche richieste per giocare nel WSL e nel campionato.   

Oltre agli studi specifici sull’ACL, la FA sta ampliando le sue ricerche per esplorare altre questioni chiave che colpiscono le donne nel gioco di oggi.

Tra gli altri argomenti esaminati figurano la mancanza di energia relativa nello sport, una sindrome riscontrata nelle donne che hanno sintomi di un’alimentazione disordinata, periodi assenti e perdita di densità ossea.

Il prof. Mark De Ste Croix, membro del nuovo gruppo di consulenza scientifica dell’atleta femminile, ha dichiarato: “Dato che ci sono risorse diverse in club diversi, anche nella WSL, c’è una disparità tra i club in termini di risorse che essi possono avere. Quei club che sono strettamente allineati alle loro squadre maschili tendono ad avere più risorse. Molti di loro non hanno scienziati sportivi a tempo pieno che monitorano quotidianamente i dati GPS in modo che possano guardare il carico di lavoro sulle giocatrici, essere sotto il livello di preparazione o non pronte. ”

Il Bristol City è l’unico club WSL noto a condurre attivamente ricerche sul ciclo mestruale nella prevenzione degli infortuni con ACL. Nel tentativo di capire meglio perché le calciatrici sono sensibili, il club del West Country ha avviato uno studio a febbraio per determinare come la lassità articolare e la rigidità degli arti inferiori sono influenzate dalle diverse fasi del ciclo mestruale.

Lo studio sta inoltre esaminando come gli ormoni fluttuanti, in particolare gli estrogeni, possano influenzare il collagene, la struttura che fornisce stabilità a un legamento.

Si ritiene che anche il Manchester City, che ha difeso il difensore Aoife Mannion dopo aver subito un infortunio al crociato mentre giocava in Champions League lo scorso ottobre, è impegnato in studi riguardanti gli infortuni dell’ACL.

Un certo numero di fattori, come le differenze ormonali e neuromuscolari, è considerato un ruolo nel rendere le giocatrici più inclini alle lesioni ACL.

 

Credit Photo: WSL Facebook

Federica Cafferata per NapoliSoccer.NET: “Meritiamo la promozione in A più di chiunque altro”

La calciatrice del Napoli Femminile, Federica Cafferata, intervenuta in Live Istagram con NapoliSoccer.NET, ha risposto alle domande dei tifosi circa la sua esperienza calcistica anche spiegando come affronta l’attuale delicato momento. Di seguito le sue risposte.

Come procede la quarantena?
“Sono tornata a casa a Genova, relativamente subito e prima che scoppiasse il caos del Cornavirus. Sto bene, le miei giornate tra studio ed allenamenti vari riesco a viverla bene”.

Come si cerca di mantenere la forma fisica in questi giorni?
“Si cerca di mantenere la forma fisica per non perderla mai, altrimenti dopo per riprenderla bisogna ricominciare tutto da capo. In questo periodo ci si allena per mantenersi in forma, si fanno gli stessi allenamenti che si sono fatti durante l’anno e si ripete da sole ed in privato quello che si è fatto fino ad oggi. Tra pesi ed attrezzi vari ci si arrangia un po’, tuttavia mi sono comprata un tapis roulant per poter correre. Non mi faccio mancare nulla, sono anche riuscita a comprare i pesi, tuttavia se devo usare una pesatura inferiore adopero le bottiglie. In casa siamo molto creativi e mio fratello ha costruito un bilanciere. Ha preso come asta un manico di scopa, ha preso due casse d’acqua da sei bottiglie l’una e le ha posizionate ai lati ed ha fatto così un bilanciere. Con le bottiglie puoi avere il problema dell’oscillazione del peso, tuttavia la bottiglia più è piena, meno spazio c’è per far oscillare l’acqua e più equilibrato è il peso. L’ideale sarebbe utilizzare i pesi ma se non si ha questa possibilità vanno bene anche le bottiglie”.

Come procede la stagione?
“La stagione procede bene, siamo partiti a luglio con grande entusiasmo, facendo 10 giorni di ritiro per raggiungere l’obiettivo prefissato che è il raggiungimento della Serie A . Ora con il fatto del Virus, speriamo di guadagnare in qualche modo la Serie A, o sul campo se si dovesse riprendere, o in altro modo. Siamo la squadra che ha dimostrato di meritare di più la Serie A, dato che abbiamo vinto entrambi gli scontri diretti con San Marino e Lazio. Speriamo di salire. La mia stagione procede bene, solo che a differenza delle altre è stata caratterizzata da diversi infortuni; quindi sono stata costretta a fermarmi. Mi spiace perché ora che sono sana da diverso tempo ci siamo fermati a causa del Coovid”.

Oltre al calcio studi anche?
“Studio grafica e web design. Sto portando avanti un progetto bello importante da diverso tempo. Purtroppo, essendo una persona molto creativa ma, essendo costretta a restare a casa a causa di questo virus, sto perdendo un po’ di ispirazione. La creatività è di famiglia, anche se io sono diametralmente opposta a mio fratello, io sono più solare mentre lui è più cupo. Nonostante ciò gli voglio bene lo stesso.

Come ti trovi a Napoli?
“Mi trovo molto molto bene. Napoli la reputo molto la mia città. Per come sono fatta caratterialmente Napoli è la città giusta per me. Sono solare e calorosa come voi napoletani. Queste, oltre ad essere le miei principali caratteristiche, sono anche quelle della maggior parte di voi napoletani. Ho fatto amicizia con tante persone che abitano vicino casa: macellaio, pollivendolo, il salumerie, il panificio ed il ferramenta, che saluto dato che ogni tanta passa a controllare se tutto va bene”.

Qual è il bilancio di questa stagione?
“C’è sempre qualcosa da migliorare, punto sempre a fare di meglio ma il mio bilancio non è del tutto negativo. È stata la prima stagione lontano da casa ma in tutta onestà non ho patito questa cosa. Purtroppo ho avuto qualche infortunio di troppo che mi ha costretto a stare ferma ma sono stati infortuni di sfortuna e non fisici. Ad inizio settembre mi ha punto il ragno violino, che mi ha gonfiato il gomito in maniera pazzesca e non mi sono potuta allenare per due settimane. Il veleno mi ha colpito i nervi e non riuscivo a muovere il braccio. La stagione scorsa mi sono fatta male al flessore, quest’anno ho avuto improvvisamente una ricaduta e sono stata di nuovo ferma. Ho avuto tanti piccoli infortuni che sono durati pochi ma sommando tutto il tempo che sono stata ferma sembra che sia stato tanto. Infortuni a parte, che hanno reso la mia stagione altalenante, mi sento di aver fatto bene. A livello personale sto imparando tanto; poiché il mister mi sta dando la possibilità di imparare tanti ruoli diversi. Quest’anno mi sono fatta la fascia, dato che ho fatto, l’esterno, il terzino e la mezzala”.

Sogni nel cassetto?
“Portare avanti le mie due passioni, quella dello studio e del calcio. Sono le miei due più grandi passioni e spero di portarle avanti entrambe. Sono due impegni importanti ma volere è potere, quindi riesco a conciliare bene entrambe le passioni. A Napoli mi sono trovato in una realtà ribaltata rispetto a quella dell’anno prima: se l’anno scorso c’era prima la scuola e poi il calcio, adesso stando giù per il mio lavoro viene prima il calcio e poi lo studio. Mi devo adattare di conseguenza ma quello che faccio mi impegna tanto, sono fortunata dato che lo posso fare in qualsiasi posto portandomi dietro il mio hard disc ed il pc. In questo momento stando a casa mi dedico di più allo studio, mentre prima era più difficile; poiché avendo meno tempo libero, studiavo molto di meno. Il tempo che dedico allo studio è il tempo che tolgo a me. Ho sempre lezioni 3 volte alla settimana di mattina e non avendo allenamenti potrei riposare ma invece adopero quel tempo per seguire le lezioni. Anche il Lunedì è il giorno di libertà dagli allenamenti ma lo sfrutto per studiare”.

Immagini una carriera alla Giacinti, che partendo dal Napoli ha calcato palcoscenici molto importanti?
“È un obiettivo che mi posso prefissare, fare una carriera come l’ha fatta lei. Mi farebbe piacere partire da questa maglia per fare una carriera di tutto rispetto come quella della Giacinti. Tuttavia sta a me lavorare, migliorare, non mollare e dimostrare tutto il mio valore”.

Ci spieghi il significato del tatuaggio che hai sul braccio?
“È un aneddoto divertente questo del tatuaggio. È un tatuaggio che ho con il mio papà ed abbiamo la scritta “siamo come siamo”.  Questa frase rappresenta noi, che siamo come siamo: semplici, leggeri, estroversi e che prendiamo la vita così. Affianco alla scritta ci sono due chicchi di caffè che rappresentano me e lui. Noi di cognome facciamo Cafferata; perciò i due chicchi di caffè sono un richiamo al nostro cognome. Intensità alta perché porto la gente allo sfinimento, ma bevo caffè ad intensità leggera.

Il gol più bello e quello che ti ha dato più gioia?
“Il gol più bello l’ho fatto due anni fa su punizione da lontano, devo dire molto molto bello. Quello che mi ha dato più gioia e soddisfazione è fatto durante la finale scudetto con il Ligorna. Vincevamo 2-1 ma la squadra avversaria attaccava, la partita era in bilico ma con il mio gol del 3-1 abbiamo chiuso e vinto la partita.

Una parola per descriverti?
“Estroversa. Sembra banale e scontato ma è così”.

Enzo Capano – NapoliSoccer.NET
Photo Credit: @fede_caffe (@enzopinellifotografo)

Federica Di Criscio, AS Roma: “Finché mi diverto in quel rettangolo verde non smetterò: è passione”

Federica Di Criscio, giocatrice della Roma Femminile, ha risposto alle domande poste via Instagram:

Da piccola eri da sola a credere nel tuo sogno o qualcuno ti ha appoggiato?
“Devo tutto ai miei genitori, per fortuna mi hanno sempre sostenuta”.

A che età hai iniziato a giocare?
“Avevo 4-5 anni”.

C’è una partita della quale hai un ricordo speciale?
“Una partita che ricordo sicuramente è Verona-Mozzanica 1-0, decisa da un mio gol al novantesimo”.

(Domanda di Angelica Soffia, sua compagna di squadra) Quando mi farai un’altra pizza buona come quella di ieri?
“Giuro che continuerò a viziarti”.

Ti trovi bene nel ruolo in cui giochi? Ce ne sono altri che preferisci?
“Il mio ruolo mi piace da morire, anche se mi piace molto anche fare il centrocampista centrale”.

Come va il ginocchio?
“Me lo state chiedendo in tanti, dico che sto bene e che presto tornerò in campo. Intanto continuo a lavorare”.

Cosa pensi di Manuela Giugliano?
“Oltre a essere una grande compagna di squadra è anche una grande amica. Abbiamo un bellissimo rapporto”.

Da quando non entri in campo?
“La mia ultima partita è stata l’8 dicembre scorso, però posso dirti che sono tornata a sentire il profumo dell’erba”.

La squadra con cui sei cresciuta di più maggiormente e professionalmente?
“Verona è stata la mia casa per tanti anni e ho imparato tanto. A Roma, però, qualcosa in me è cambiato sia caratterialmente che mentalmente”.

Cosa consiglieresti a una giovane calciatrice?
“Credere e sempre nei propri sogni; impegno, costanza e determinazione tutti i giorni; avere passione; essere disposti a sacrificarsi”.

Hai mai pensato di mollare il calcio?
“Ci sono state delle delusioni che mi hanno demoralizzata e ho pensato di mollare, ma la passione è stata più forte delle delusioni”.

Chi ti manca di più durante la quarantena?
“Curiosi eh? Posso dirvi che è una persona speciale”.

Prossimi obiettivi? Nazionale?
“Il prossimo è sicuramente tornare in campo. Nazionale? Mai dire mai, io continuo a lavorare”.

Ti piace Roma?
“Mi piace tantissimo, è il mio secondo posto del cuore (Verona rimane casa)”.

Come va la quarantena?
“Bene, non ho tempo per annoiarmi”.

Pizza o sushi?
“Bella lotta, ma la pizza vince sempre”.

Come è stato per te conciliare gli studi con il calcio?
“Non è stato semplice, ma ci vuole buona volontà e si riesce a fare tutto. Studiate!”.

Quanto è bello indossare la maglia della Roma?
“Posso dire che è una grande emozione, è una maglia di cui ti innamori”.

Cosa pensi di Capitan Bartoli? (Attuale compagna di squadra)
“Abbiamo due caratteri molto forti e spesso siamo andate allo scontro, ma entrambe abbiamo fatto un passo verso l’altra per comprenderci. Posso dirvi che è una gran bella persona e sono fiera di poter giocare con lei”.

Cosa pensi di Lisa Boattin? (Ex compagna di squadra)
“Sempre con il sorriso ed una persona positiva. Mi manca giocare con lei, ma mai dire mai”.

È facile gestire l’alimentazione senza glutine quando siete in ritiro?
“Non ho mai avuto grandi problemi per il senza glutine, per fortuna si trovano sempre più prodotti”.

Cosa studi?
“Scienze motorie”.

Seguite qualche programma di allenamento? Vi allenate tutti i giorni?
“Assolutamente sì. Abbiamo tutte le settimane dei programmi di allenamento divisi anche in doppia seduta”.

Ti piacerebbe andare in Brasile?
“Sì! L’ho anche promesso ad Andressa (Attuale compagna di squadra alla Roma)”.

In che città sei cresciuta?
“Sono cresciuta in un piccolo paese abruzzese, ma a 14/15 anni sono andata via di casa per il calcio”.

Quando è il tuo compleanno?
“Il 12 maggio”.

Come passi il tempo durante questa quarantena?
“Mi alleno e studio, e nel fine settimana impasto”.

Quanti tatuaggi hai?
“12”.

Che significato hanno i tuoi tatuaggi?
“Ne ho tanti da spiegare, ma tutti hanno un significato”.

Non vedo l’ora di rivederti in campo insieme alle altre
“Anche noi non vediamo l’ora”.

Qual è il tuo sogno calcistico?
“Giocare le Olimpiadi e perché no un Mondiale con la Nazionale A”.

Che infortunio hai subito al ginocchio?
“Crociato anteriore, menisco esterno e collaterale”.

Sei così tenace perché sei abruzzese. Sei di Lanciano?
“No, ma ho iniziato a giocare proprio nella Spal Lanciano”.

Cosa ti dà la forza di continuare?
“Finché mi diverto in quel rettangolo verde non smetterò: è passione”.

A fine carriera ti piacerebbe allenare?
“Non mi dispiace l’idea. Mai dire mai”.

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva

Ilaria Sarsilli: “Non doveva finire cosi’…eravamo forti, rispettati e con una bella storia”.

Non era  bastato l’innamoramento degli italiani per il calcio femminile, in occasione degli ultimi Mondiali. Nel luglio del 2019 per l’Atalanta Mozzanica  squadra  presieduta da Ilaria Sarsilli che da nove stagioni militava in serie A , l’avventura nella massima categoria italiana si fermava. Ora a quasi un anno di distanza la ex presidentessa ha ribadito sul proprio profilo Instagram il rammarico per la mancata conferma di un grande progetto sportivo:

Non doveva finire cosi’…non doveva.

Eravamo forti, rispettati e con una bella storia.

Arriverà il giorno in cui riusciro’ a non provare più rabbia, delusione o chiedermi come sarebbe stato diventar un grande club. Nel frattempo mi godo i ricordi, quelli belli, quelli che ci hanno fatto diventare grandi, quelli che ti ricordano giornate che non riuscivi a dormire per l’adrenalina, quelli che festeggiavi per una grande vittoria o quelli che vorresti cancellare…mi manca tutto..e manchi tu!”.

Credit Photo: Sergio Piana

Il Valencia femminile lotta per la salvezza nella Liga

José López Bargues è il nuovo allenatore del VCF femenino dal 15 febbraio 2020. Bargues ha esperienza negli USA come allenatore dell’Orlando City SC under 19 ed era anche Responsabile del Dipartimento di analisi del rendimento alla Montverde Academy.

Bargues desidera regalare la salvezza nella Liga al Valencia cf. Con 8 partite mancanti alla fine del campionato, l’allenatore sta lavorando su tre aspetti: a livello nutrizionale in collaborazione con i medici del club che cercano che le giocatrici non ingrassino e non perdano massa muscolare.
A livello fisico, per prevenire gli infortuni ed a livello psicosociale animando le ragazze perché non stiano da sole o senza la famiglia, chiamandole e stando al loro fianco per ogni necessità.

Per Bargues è un grande ritorno a Valencia: era stato direttore del Dipartimento di metodologia e scienze dell’allenamento prima di diventare Direttore tecnico del Valencia cf Academy Bermudas e coordinatore d’alto rendimento del Valencia CF Femminile. Gli incarichi più importanti sono stati: primo allenatore del Valencia cf Femminile B e formatore degli allenatori delle accademie internazionali del Valencia. Tutti questi incarichi sono stati svolti da Bargues tra il 2006 e il 2015 con alcune pause in cui è stato allenatore del CD DSV Colegio Alemán e dell’Huracán Valencia.

Si tratta quindi di un allenatore stimato a Valencia, che dopo l’esperienza americana, ha deciso di tornare nella Capital del Turia portando l’esperienza dei college e degli istituti americani in Spagna.

Bargues sa che la squadra deve tornare ad allenarsi il prima possibile e riuscire ad evitare gli infortuni una volta tornate in campo. Molte ragazze hanno adottato progetti di solidarietà e non vedono l’ora di giocare assieme.

Mancano 9 partite e Bargues sa che il campionato potrebbe essere portato al termine tra giugno e luglio se la Federazione dà l’ok. Bargues crede nella salvezza e sa che la sua squadra può raggiungerla dato che la classifica recita: UD Granadilla Femenino 24, Tacon 23, Sevilla Femenino 22, Real Betis Féminas 20, Madrid CFF 19, Sporting Huelva Femenino 18, Valencia CF Femenino 17, Espanyol Femenino 5.

Se in cima la lotta tra Barcelona e Atlético Madrid sarà combattuta fino alla fine, in fondo ci sono tante squadre che si giocheranno la retrocessione. Sempre che il campionato riprenda. Bargues non prende infatti neanche in considerazione che il campionato si chiuda così come è perché sarebbe una vera ingiustizia per il Valencia femenino, con una rosa che merita ben altre posizioni in classifica.

Una storia per spiegare il calcio femminile: “Oggi andiamo a scrivere la storia”

Correva l’anno 2017, era il 25 Giugno di un estate caldissima e mi ritrovavo per il terzo anno consecutivo con la maglia della Res Roma a giocare una finale scudetto Primavera.
Potevamo entrare alla storia, quell’anno davvero. Nessuno mai aveva vinto tre scudetti consecutivi in questa categoria.


Eravamo a Firenze dal giorno prima per prepararci al meglio e stavamo andando col pullman al campo, quello stesso stadio, il Gino Bozzi, che già l’anno prima ci aveva regalato la stessa emozione: diventare Campionesse d’Italia.
Entrammo dentro gli spogliatoi, la pressione era tanta; era tutto l’anno che ci allenavamo per quello, ed arrivavamo alla finale da imbattute. Eravamo le favorite.
Entrammo in campo per il riscaldamento insieme alle calciatrici dell’Inter, la nostra rivale, una squadra molto forte, tra le altre le nerazzurre schieravano Merlo e Bonfantini per citarne solo due. Si percepiva tanta tensione. Gli spalti erano pieni, c’erano tante bandiere della Roma che sventolavano con i nostri tifosi che ci acclamavano, e c’erano i miei genitori che mi hanno sempre sostenuto e seguito ovunque nel mio percorso.
Dopo il riconoscimento il mister, Fabio Melillo, ci disse “Oggi andiamo a scrivere la storia” ed entrammo in campo con il fuoco dentro.
All’entrata ci fu un boato dalle tribune, c’erano tante telecamere e tantissima gente a vedere questa partita. Ricordo ancora il lungo respiro che feci appena l’arbitro mise in bocca il fischietto.
Ci fu il fischio d’inizio e tutta l’ansia e le paure scomparvero: correvo solo con adrenalina pura in corpo. Il primo tempo andò benissimo, tanto che pensavamo di avere in pugno la vittoria grazie alla doppietta di Claudia Palombi. Nel secondo tempo arrivarono i problemi: l’Inter non aveva nulla da perdere e ci mise sotto sfruttando delle nostre disattenzioni. Fecero il 2-1 all’ottantesimo e la situazione si fece critica. Faceva caldissimo ed eravamo parecchio stanche; i minuti sembravano non passare mai. Minuti di recupero. Ultima occasione per loro: pareggio, 2-2. Ci crollò il mondo addosso, tutti gli sforzi sembravano vanificati. Andammo direttamente ai rigori, ci sembrava surreale. Salì la paura di fallire. Iniziarono i rigori: le undici ancora in campo di entrambe le squadre erano abbracciate in mezzo al campo per difendere un sogno. Mi ricordo ancora che dal centro del campo guardai mia madre e mio padre insieme agli altri genitori che soffrivano più di noi. Non ne sbagliammo nemmeno uno, l’Inter prese un palo e un altro lo parò il nostro portiere.


Eravamo Campionesse d’Italia, per la terza volta consecutiva.
Avevamo scritto la storia di questa competizione e di questo club.
Alzammo il trofeo tra cori e abbracci. Chiamale se vuoi emozioni.

Claudia Natali
Credit Photo: Florentia Calcio Femminile

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