Giada Di Camillo, Chieti: “Contro il Lecce partita difficile, invitiamo tutti allo stadio per passare una bella domenica di sport”
Giuseppe Lanzolla, Matera: “La classifica ci sorride, dobbiamo tenere i piedi a terra”
Nel nono turno di Serie C, nel girone C, il Matera ha superato per 1-4 le siciliane del Sant’Agata. A segno per le lucane, che nella prossima giornata riceveranno l’altra sicula del raggruppamento cioè il Palermo, Dalmedico e Benzaquen oltre ad una doppietta di Paolini.
Nelle ore successive alla gara a parlare in casa Matera è stato il tecnico Giuseppe Lanzolla che ai canali del club ha dichiarato: “La classifica ci sorride, però dobbiamo restare con i piedi per terra. Domenica prossima abbiamo una sfida casalinga molto importante contro il Palermo e vogliamo ben figurare. Ma, se giochiamo in questo modo, niente ci è precluso”.
Raffaella Caputo, Pegaso: “Continuando su questa strada ci toglieremo soddisfazioni”
Torna a vincere la Pegaso, squadra dell’Eccellenza campana, che nel terzo turno di campionato batte per 3-1 il Dream Team per 3-1. Squadra a punteggio pieno quella di Michel Dorini che ha cominciato nel migliore dei modi la stagione.
In casa Pegaso a lasciare qualche battuta sul momento è stata la promettente Raffaella Caputo che ha dichiarato: “Quella con il Dream Team è stata una gara tirata contro delle ottime avversarie. Noi siamo state determinate e convinte sin dalle battute inziali, questo ci ha permesso di portare a casa i tre punti. Siamo un bel gruppo coeso con ragazze con tantissime qualità, bisogna lavorare su alcuni aspetti ma continuando su questa strada ci toglieremo soddisfazioni. Per quanto riguarda il ruolo che mi ha assegnato il mister sono molto contenta, visto che sento di esprimere al massimo le mie potenzialità. Ora puntiamo a centrare il quarto successo in campionato”.
Chiara Poli, Sambenedettese: “Un plauso ad Orlandi, ci ha messo in difficoltà da grande giocatrice che tutti conosciamo”
Nell’ultimo turno del girone B di Serie C la Sambenedettese ha ceduto in casa alle toscane del Centro Storico Lebowski. Nelle ore successive al match abbiamo raggiunto Chiara Poli, giocatrice classe ’86 delle marchigiane che negli anni scorsi aveva già calcato i campi di C con la Vis Civitanova.
Queste le parole della stessa centrocampista, impegnata domani nel match contro il Vicenza: “Quella di domenica scorsa è stata una gara combattuta dove meritavamo sicuramente di più, l’arbitro ci ha negato nella ripresa due rigori netti tagliandoci le gambe. Venivamo da un ottimo pareggio contro la Jesina e volevamo vincere, siamo scese in campo con un modulo molto difensivo e abbiamo occupato meglio gli spazi, creando anche più occasioni in avanti rispetto alle altre partite. Purtroppo abbiamo subito i gol negli ultimi dieci minuti di gara e nel recupero sicuramente alcune delle nostre ragazze erano molto stanche. Devo fare i complimenti alle avversarie per la grinta e la tenacia con cui sono scese in campo la stessa che tutte le squadre che lottano per la salvezza come noi dovrebbero avere. Un plauso anche a Orlandi che ci ha messo davvero in difficoltà da grande giocatrice che tutti conosciamo. La prossima gara sarò ancora più difficile in trasferta a Vicenza cercheremo di affrontarla a viso aperto sarà molto dura ma ci stiamo preparando al meglio.”
Giorgia Michelon, Padova: “Stiamo crescendo e dimostrando che possiamo dire la nostra in questo girone”
Marta Vergani, Como Women: “Ci tenevo a giocare in Serie A con questa squadra”
Il Como Women si sta avvicinando, a piccoli passi, al ritorno alla Serie A con la sfida al Milan che chiuderà il girone d’andata della prima fase del massimo campionato. Le lariane hanno al loro interno una delle artefici della promozione dello scorso anno: stiamo parlando di Marta Vergani, difensore classe ’97, ex Real Meda, Inter e Ravenna, e da veste la divisa biancazzurra da tre anni. La nostra Redazione ha raggiunto Marta, che tra l’altro ha ottenuto con la Nazionale Under 17 un bronzo Europeo nel 2013 e un terzo posto al Mondiale nel 2014, per risponderci ad alcune domande.
Marta perché hai deciso di vestire, ancora una volta la maglia del Como?
«Dopo aver conquistato sul campo la promozione dell’anno scorso, ci tenevo a giocare in Serie A con questa squadra».
Torniamo a maggio di quest’anno, dove col Como hai avuto la possibilità di vincere la Serie B. Avresti mai immaginato di raggiungere questo risultato?
«Siamo partite consapevoli che l’obiettivo dichiarato era giocarsela fino alla fine, forti dell’idea di un percorso di crescita che nei piani della società prevedeva la promozione in due o tre anni. Partita dopo partita però, dopo ogni tre punti conquistati, abbiamo acquisito sempre più consapevolezza, realizzando che questo traguardo avremmo potuto raggiungerlo prima di quanto ci si aspettasse, anche quando sembrava che il Brescia stesse scappando via. Noi non abbiamo mollato, e alla fine ci siamo meritate il primo posto».
Siamo quasi alla fine del girone d’andata, e il Como è ottavo con cinque punti. L’andamento è in linea con le aspettative?
«L’obbiettivo è la salvezza. La prima cosa da fare quindi è allontanarsi dagli ultimi due posti. E anche se adesso non siamo in quelle posizioni, c’è forse un po’ il rammarico di aver lasciato per strada alcuni punti. Infatti, in certe partite, curando più i dettagli, potevamo sicuramente fare meglio».
Quanto è fondamentale, dal tuo punto di vista, la pausa delle Nazionali?
«La pausa delle nazionali ha come al solito i suoi pro e contro. Da un lato permette di recuperare un po’ di energie e riprendersi dai vari acciacchi, ma d’altra parte molte compagne in squadra sono nei loro rispettivi ritiri e questo impedisce di lavorare bene, con il gruppo al completo».
Tra sette giorni la Serie A riprenderà e si andrà in casa del Milan. Che incontro possiamo aspettarci secondo te?
«Sarà una gara difficile e impegnativa, perché il Milan è una buona squadra. Però questo campionato è molto equilibrato e imprevedibile, e noi faremo di tutto per cercare di fare risultato».
Che Serie A sta uscendo al primo giro di boa?
«Come ho detto prima, sembra che il campionato sia molto equilibrato, quasi imprevedibile; nessuna partita è scontata, infatti, per esempio il Milan ha perso contro il Pomigliano e la Juve per il primo anno non comanda la classifica».
Il format di quest’anno potrebbe rendere interessante il campionato?
«Secondo me è molto interessante; rende sicuramente più avvincenti la corsa scudetto e la lotta per non retrocedere».
Qualche turno fa hai incontrato l’Inter, che per una stagione è stata la tua ex squadra. Credi che le nerazzurre di Guarino possano dire la loro per la vittoria finale?
«L’Inter è una buona squadra che ha intrapreso un importante percorso di crescita chiaramente visibile quest’anno. Sono sicura che possano competere per il titolo fino all’ultime giornate».
In passato hai anche fatto parte del Ravenna e del Real Meda e sono, rispettivamente, in B e in C. Pensi che entrambe le formazioni possano fare una buona stagione quest’anno?
«Il Real Meda, nonostante una partenza sottotono, sono sicura che riuscirà a dire la sua, perché conosco molte ragazze e so quanto valgono. Mentre il Ravenna è una squadra giovane, ma con buone giocatrici; quindi, penso possano fare una buona stagione. Colgo l’occasione per fare un in bocca al lupo ad entrambe».
Tu hai anche avuto l’opportunità di far parte della Nazionale ottenendo, nel giro di un anno, un terzo posto europeo e mondiale con l’Under 17, e alcune di loro sono nel giro della maggiore…
«Si, indossare la maglia della nazionale è sempre un onore e sono ricordi che porterò sempre con me. Ovviamente sono felice per le mie ex compagnie e il loro percorso. D’altro canto, però, provo un po’ di rammarico per quello che è stato il mio. Gli infortuni e la sfortuna mi hanno un po’ frenata, ma sono motivata e determinata a rimettermi in fretta e riprendermi il posto, alzando sicuramente il livello delle mie prestazioni».
Il professionismo potrebbe aiutare a far crescere il calcio femminile italiano?
«Si certo, il professionismo è stato un passaggio fondamentale, facendo fare un gran passo in avanti a tutto il movimento calcistico femminile. Ed è importante adesso continuare in questa direzione, perché solo in questo modo noi donne potremo crescere professionalmente, avvicinandoci al livello di altri campionati europei sicuramente più preparati e all’avanguardia del nostro».
Che persona sei fuori dal campo?
«Sono una ragazza solare, vivace e determinata. Non amo la vita notturna, alla quale preferisco serate più tranquille in casa o in compagnia di amici. Studio architettura al Politecnico e presto conseguirò la laurea magistrale. Mi piace viaggiare e ho una passione per i film, soprattutto quelli di animazione».
Quali sono i tuoi obiettivi che vorresti ancora raggiungere in futuro?
«Crescere come calciatrice e togliermi altre soddisfazioni con la squadra. E perché no, magari anche con la nazionale».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Como Women e Marta Vergani per la disponibilità.
Martina Redaelli, Minerva Milano: “Io sono perché noi siamo: è il nostro motto che unisce me e le mie compagne”
“Tukiki” in lingua malgascia (del Madagascar) significa sorriso ed è quello che Martina ha sul suo volto ogni volta che scende in campo per poter vivere la sua passione più grande. Giocare a calcio è una delle cose che la rendono più felice, fina da bambina ha espresso il desiderio di poter indossare quelle scarpe coi tacchetti e di prendere a calci un pallone e quando ci è riuscita, nonostante il timore iniziale dei genitori, ha coronato il suo sogno. Martina Redaelli, classe ’88, dopo svariate esperienza calcistiche, è arrivata tra le file difensive del Minerva Milano e noi l’abbiamo raggiunta per una chiacchierata sul suo percorso fin qui, sul progetto “Tukiki” e la sua filosofia basata sul sorridere perché ,come lei stessa ha sottolineato qui, il calcio prima di tutto va vissuto con serenità.
Raccontaci di come hai iniziato a giocare a calcio: che cosa ti ha spinto verso questo sport? Hai incontrato qualche difficoltà nel tuo percorso fino ad ora?
“Ho iniziato a giocare a calcio quando facevo la seconda media prima, ho fatto ginnastica artistica per tanti anni e poi danza moderna. Ho due fratelli più piccoli quindi praticamente la maggior parte del tempo condiviso con loro lo passavo giocando a calcio sul balcone o in cortile e a volte c’era anche mio cugino, diciamo che è così che mi sono appassionata. Quando ero più o meno in quinta elementare volevo giocare a calcio e sono dovuta andare contro la volontà di mio papà, mentre l’anno dopo contro quella di mia mamma. In seguito si sono convinti, mi hanno portato dove giocava mio fratello Andrea e avendo 13 mesi di differenza siamo anche riusciti a giocare insieme e io ero una felicissima! Non ero l’unica ragazza perché dopo pochi mesi anche la sorella di un altro ragazzo ha deciso di venire quindi eravamo in totale due ragazzine e giocavamo nella stessa squadra avendo anche la stessa età. Passati i due anni mi hanno portato una squadra femminile: la più vicina all’epoca era Mariano che però era una squadra a 7 se no c’era Monza ma era un po’ troppo lontano e i miei facevano già un sacco di sacrifici per portarmi e li ringrazierò sempre tantissimo per questo perché mi hanno permesso comunque di seguire quella che poi è la mia passione, il mio sogno. Quindi ho iniziato a giocare con le ragazze, sono partita dal Mariano poi Meda poi sono passata a Tabiago, Lissone e ora sono al Minerva. Nel mio percorso calcistico a volte ho smesso di giocare perché volevo dedicarmi allo studio però alla fine la passione ha sempre vinto quindi tutt’oggi, che ho 33 anni, mi trovo a giocare ancora nonostante negli ultimi tempi, a causa di alcuni problemi fisici, ho pensato che “questo sarà l’ultimo anno” e invece…Del resto dopo una certa età per recuperare, anche dopo una partita quando sei sovraccaricato, ci metti più tempo rispetto a una giovane. MA nonostante tutto però diciamo che me la cavo ancora!(ride)”.
Come sei arrivata alla Minerva Milano e come ti trovi in questa società?
“Ho conosciuto questa realtà tramite il progetto “Tukiki” (che significa sorriso), progetto che conosciuto tramite una mia amica e ho iniziato a essere volontaria di questa cosa che poi è tutto collegato al Minerva. L’anno seguente ho deciso di andare a giocare a Minerva.”
Che significato ha per te vestire questa maglia?
“Ho un forte senso di appartenenza a questa maglia, condivido pienamente tutte le basi, i valori, gli obiettivi di questa società. Qui tutti i giorni ci sono persone che lavorano e lottano per permettere a ad ogni ragazza di inseguire il proprio sogno e lo fanno trasmettendo quei valori che sono fondamentali anche nella vita in generale come il rispetto per gli altri, il rispetto per sé stessi, la fiducia in sé stessi, negli altri, la condivisione, il senso di appartenenza ad una squadra ovvero ad un gruppo e tutto ciò si coltiva proprio stando in mezzo ad un gruppo di persone, valori che sono sani e genuini. Il motto del Minerva abbraccia la filosofia Ubuntu: “Io sono perché noi siamo” e io sposo in pieno questo motto, ha in sé qualcosa di filosofico… Siamo tutti legati da un filo, ciò porta alla condivisione, all’essere connessi con l’umanità. Sono molto fiera di indossare questa maglia, di far parte di questa squadra e anche quando non giocherò più vorrei comunque stare all’interno della società per poter dare il mio contributo. É una società che è in forte crescita però come spesso accade ci sono problemi economici… Questo accade perché ci sono sempre pochi sponsor e sempre tante spese quindi si cerca sempre di trovare degli aiuti esterni. Noi avremmo anche bisogno di rifare il centro quindi più aiuti ci sono meglio è, il problema è trovarli.”
Come vedi la situazione del calcio femminile italiano? Su cosa, secondo te, si dovrebbe far maggiormente leva per rendere la situazione sempre migliore?
“Sicuramente il calcio femminile italiano è in forte espansione e crescita, c’è da dire che le squadre che sono state inglobate o comunque sono supportate da squadre maschili sono quelle che si trovano ai livelli più alti. Sarebbe bello se anche le squadre, come il Minerva e tante altre dove dietro c’è un grande lavoro ,potessero avere la possibilità di crescere senza essere “inglobate” da una squadra maschile di modo da poter fare il loro percorso, avere degli appoggi finanziari e riuscire ad arrivare a livelli sia alti che non ma pur sempre in autonomia, senza dipendere da altre squadre. In Italia a livello di cultura dello sport, ma così come nel lavoro, per quanto riguarda la figura della donna stiamo facendo dei miglioramenti però c’è ancora tanta strada da fare, purtroppo ci sono degli stereotipi che partono anche dalle famiglie stesse e ci vuole tanto tempo per scalfire questa situazione.”
Parliamo del campionato: siete partite col piede giusto, poi una sorta di black out per qualche settimana e poi ieri, finalmente di nuovo la vittoria per 2-1 col Vighignolo fino ad arrivare alla giornata di domenica scorsa dove avete dominato nella partita con la Riozzese portandovi a casa un bel 4-0. Puoi raccontarci come lo stai vivendo tu personalmente questo campionato insieme alle tue compagne? Avete riacquistato un po’ di fiducia dopo le ultime prestazioni?
“Noi siamo un gruppo eterogeneo di età diverse e con ragazze che giocano a Minerva da anni e altre invece sono “nuove” quindi abbiamo un percorso di crescita da fare. Abbiamo avuto un “blackout” per un periodo ma siamo riuscite a ribaltarlo questa domenica con un bel 4-0 e quindi questo ha sicuramente tirato su il morale e abbiamo riacquistato fiducia. Speriamo di continuare a far bene, crescendo tutte insieme ovviamente.”
Qual è la squadra che temete maggiormente?
“Non c’è una squadra che temiamo…Sicuramente ci sono delle squadre più forti, più esperte e squadre che magari lo sono un po’ meno. Ogni partita é a sé quindi bisogna sempre affrontare tutte le partite con la stessa grinta, determinazione, testa e lo stesso impegno non sottovalutando nessuno perché poi quando si sottovalutano le squadre è lì che si incappa nei grandi errori.”
Qual è la squadra che ti ha colpito di più nel tuo campionato fino ad ora e perché?
“Il Calcio Lecco mi incuriosisce molto e anche la Monterosso secondo me è una grande squadra: contro di noi non ha fatto una prestazione ottima nel senso che quella dell’anno scorso secondo me è stata migliore, ma nonostante questo si vede che sono un gruppo unito ed esperto, giocano da squadra, giocano un bel calcio poiché sanno costruire delle azioni di una certa importanza, sanno dove possono “far male” alle altre squadre. Ma ho molta fiducia nella mia squadra quindi so che possiamo fare molto bene.”
Che rapporto hai con le tue compagne di squadra e l’allenatore?
“Un po’ per la maturità che ho acquisito negli anni, un po’ per il mio carattere diplomatico grazie al quale faccio sempre un paso indietro nelle situazioni per leggere meglio una situazione, riesco ad avere un bel rapporto sia con le compagne che col Mister. Il dialogo non manca , quando qualcosa non va ci si confronta rispettandosi a vicenda e rispettando anche il ruolo di ognuno.”
L’11 ottobre la tua squadra si è unita alla campagna “In difesa” di Terre des Hommes Italia, in occasione della Giornata mondiale delle Bambine e delle Ragazze per cercare di garantire a tutte i propri diritti. Esistono ancora troppi pregiudizi nei confronti delle donne in generale, purtroppo anche e soprattutto, verso coloro che giocano a calcio. Come combatti tutto questo ogni giorno e che consigli ti senti di dare a riguardo alle giocatrici future, magari ad una bambina che vorrebbe realizzare il suo sogno di poter giocare a calcio un domani?
“Come lo combatto? Ogni giorno anche solo nelle scelte che faccio e di come mi comporto nella vita. Consiglierei di inseguire il proprio sogno quello che fa brillare gli occhi e ad oggi ci sono più possibilità per poterlo realizzare poiché in passato era molto più difficile se non impossibile. Una società tipo Minerva ti dà proprio l’opportunità di fare questa cosa e di farla sempre col sorriso ,anzi, col “Tukiki”.”
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la società Minerva e Martina Redaelli per questa intervista.
Greta Ghilardi, Kick Off: “Molto contenta per il mio primo gol stagionale”
Subito dopo la vittoria contro il Rovigo Orange al Pala Seven Infinity, in casa Kick Off a parlare è stata Greta Ghilardi.
Queste le parole della calcettista che veste la casacca dell’ambizioso team lombardo nella massima serie del calcio a 5 femminile: “Sono molto contenta per il mio primo gol stagionale, sono riuscita a sfruttare il tiro perfetto di Madeleine. Finalmente è arrivata la nostra prima vittoria in casa, ci voleva, soprattutto dopo due partite in cui abbiamo perso punti a causa di nostri errori. Anche contro il Rovigo ci sono stati alcuni errori, ma stiamo lavorando sodo e sono sicura che più avanti andiamo e meno ne faremo.”
Lisa Falcocchia, Chieti: “Siamo una squadra che non si arrende mai, ora testa al Lecce”
Nonostante una vittoria schiacciante per 3-0 nel derby con la Cantera Pescara, l’estremo difensore del Chieti Calcio Femminile, Lisa Falcocchia, non è soddisfatta della prestazione della squadra. Queste le parole del numero uno delle abruzzesi rilasciate ai canali del club neroverde ai vertici del girone C di Serie C.
“Non è stato un bel Chieti. Il Mister ci aveva avvisato che non sarebbe stata una partita come le altre, un derby non lo è mai. Loro venivano da prestazioni negative e cercavano una rivalsa contro di noi. Anche il vento e il campo pesante hanno condizionato la partita: non sono certamente scuse da prendere visto che non abbiamo giocato bene e non è stato il miglior Chieti visto nella stagione. Rispetto a domenica scorsa è un passo indietro, ma siamo una squadra che non si arrende mai e guardiamo subito oltre. Ora pensiamo al Lecce: è una bella squadra, ma noi non temiamo nessuno. Lavoreremo bene in settimana per dare il meglio poi in campo domenica prossima”.
Lucrezia Calabrese, Torino Women: “Il nostro obiettivo è quello di ottenere la promozione in serie C e non possiamo permetterci passi falsi”
Al termine di Torino Women-Cit Turin, partita dalle due facce almeno per quanto concerne la squadra di casa, è Martina Capello a spiegare il perché del nervosismo palesato dalle granata nel corso della prima frazione di gioco: “Ad inizio partita ci è mancata un po’ la testa, siamo state un po’ deconcentrate” sostiene la numero 5 della compagine torinista “io, poi, mi sono arrabbiata per alcune situazioni di gioco, rispondendo male ad alcune compagne e finendo per confondere ancor più l’intera squadra”. Un’ammissione di colpa in piena regola e profondamente onesta.
Nonostante il balbettante avvio, però, è comunque arrivata una buona vittoria: “Certamente, perché dopo esserci chiarite negli spogliatoi, nel secondo tempo abbiamo saputo reagire di squadra” è ancora il pensiero della regista granata “recuperando concentrazione e portando a casa un risultato importante”.
Anche la capitana della Torino Women, Lucrezia Calabrese, ci tiene a sottolineare l’importanza del successo: “Non era una partita facile, in quanto la Cit Turin ha già dimostrato di saper cogliere risultati di prestigio, ma il nostro obiettivo è quello di ottenere la promozione in serie C e non possiamo permetterci passi falsi”.
Lo svolgimento del gioco, però non è stato così fluido come in altre occasioni ma “il gruppo deve ancora amalgamarsi meglio” è la giustificazione della condottiera di casa, che poi specifica come “in estate è arrivato qualche volto nuovo e cinque partite sono ancora poche, per riuscire a creare dei meccanismi perfetti”.
Ciò nonostante, nelle cinque gare disputate, sono arrivate tre vittorie, un pareggio ed una sola sconfitta, per una classifica di tutto riguardo…
In ultimo, raggiungiamo una delle protagoniste assolute della compagine torinista: quella Arianna Lombardo che, con una doppietta, ha ribaltato l’iniziale svantaggio. In particolare la seconda segnatura, nata da una sua insistita iniziativa personale, conclusa poi con una parabola perfetta e spettacolare, ha entusiasmato il pubblico presente. Ma come nasce un’azione del genere?
“Sono numeri che ho già fatto anche in altre occasioni, che mi riescono quando mi partono quelli che io chiamo ‘i miei 5 minuti’, ovvero quando mi sale la cosiddetta carogna e non vedo nient’altro…” ci risponde, senza false modestie.
La sua, comunque, è stata anche una partita disputata a tutta fascia: prima come esterno alto a destra, poi terzino sia a destra che a sinistra. Qual è però, il suo ruolo preferito?
“Il mio ruolo effettivo è quello di terzino, ma oggi avevamo molte assenze e l’allenatore mi ha chiesto di adattarmi a giocare un po’ più alta” almeno sino a quando proprio mister Barone non ha deciso di modificare lo schieramento in campo, riportandola più arretrata dove si è espressa ancora meglio: “Io preferisco partire da dietro, perché ho una maggiore visione su tutta la fascia e riesco così a scegliere meglio come giocare la palla e l’eventuale momento in cui cercare l’affondo”. Ovviamente, aggiungiamo noi, sperando che siano scattati i suoi cinque minuti!















