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L’Italia pareggia in Danimarca e continua a sperare nella qualificazione diretta all’Europeo

Trentacinque giorni dopo la sconfitta di Empoli, la Nazionale Femminile ritrova il sorriso e riesce – con personalità e spirito di sacrificio – a fermare la corsa della Danimarca, guadagnando un prezioso punto che le permette di continuare a sperare nella qualificazione diretta all’Europeo del 2022. Gama e compagne, rispettando le indicazioni della Ct Milena Bertolini, sono scese in campo con grande grinta, aiutandosi a vicenda e bloccando sullo 0-0 le vicecampionesse d’Europa in carica, che avevano vinto tutte le partite del Gruppo B disputate finora.

Grazie a questo importante risultato, per l’Italia aumentano le possibilità di ottenere il pass per l’Europeo senza dover passare dai play off. Per qualificarsi come una delle tre migliori seconde, le Azzurre dovranno battere Israele nell’ultima gara del girone – che verrà recuperata nei primi mesi del 2021 – cercando di realizzare il maggior numero di gol per avere una miglior differenza reti rispetto alle altre nazionali in corsa.

La partita. Per la gara più importante dell’anno, nel tentativo di arginare la fisicità delle esterne danesi, Milena Bertolini decide di abbandonare il tradizionale 4-3-3 per affidarsi a un più prudente 3-5-2. In difesa giocano Gama, Fusetti e Bartoli, sulle fasce ci sono Bergamaschi e Bonansea, mentre Giugliano avanza il suo raggio d’azione per fornire supporto e assist a Giancinti, schierata dal primo minuto al posto di Girelli. Il tecnico della Danimarca, costretto a rinunciare a quattro titolari risultate positive al COVID-19 (tra loro anche Nadia Nadim, autrice di una doppietta nella partita d’andata), affida le chiavi del centrocampo alla bianconera Pedersen, schierando in attacco Madsen e la ‘calciatrice dell’anno’ Pernille Harder.

Le Azzurre partono forte e al 5’ creano la prima occasione da gol con Giacinti, ma il suo colpo di testa da posizione ravvicinata non impensierisce la 20enne Christensen, al suo debutto in Nazionale. Due minuti dopo alle scandinave viene annullata una rete per fuorigioco di Harder, che prova a riscattarsi al 22’ servendo a Snerle la palla del possibile vantaggio, evitato grazie a un doppio salvataggio sulla linea di Bonansea. Nel primo tempo la Danimarca prova a controllare il gioco, ma i ritmi sono blandi e l’Italia riesce a chiudere gli spazi e a difendersi con ordine.

Nella ripresa la Danimarca rientra in campo con più determinazione, schiacciando l’Italia nella propria metà campo e tentando di sorprendere Giuliani, sempre ben posizionata e reattiva, con un paio di conclusioni dalla distanza della solita Harder, fermata solo dalla traversa e dalla sfortuna. A quel punto Milena Bertolini decide di aumentare il peso offensivo della sua squadra inserendo Girelli al posto di Galli, e al 70’ le Azzurre al termine di una bella azione condotta sull’asse Giugliano-Giacinti sfiorano il gol con Bonansea, fermata sul più bello da un ottima uscita del portiere avversario. Negli ultimi minuti un intervento prodigioso del numero 1 azzurro nega l’1-0 alle danesi, che tentano il forcing finale senza però riuscire a scardinare il fortino azzurro.

Danimarca-Italia 0-0

DANIMARCA (4-4-2): Christensen; Andersen (88’ Thomsen), S. Pedersen, Sevecke, Svava (74’ Holmgaard); Sorensen (88’ Thogersen), Troelsgaard, J. Pedersen, Snerle (74’ Moller); Madsen (58’ Christiansen), Harder. A disp.: Thisgaard, Larsen, Holdt. Ct: Sondergaard

ITALIA (3-5-2): Giuliani; Gama, Fusetti, Bartoli; Bergamaschi, Galli (57’ Girelli), Caruso (72’ Rosucci), Cernoia, Bonansea; Giugliano, Giacinti (90’ Cantore). A disp.: Aprile, Baldi, Di Guglielmo, Linari, Tucceri Cimini, Boattin, Mascarello, Tarenzi, Sabatino. Ct: Bertolini

ARBITRO: Hussein (GER). Assistenti: Biehl (GER) e Joos (GER). IV Ufficiale: Wildfeuer

NOTE – Ammonite: Girelli, J. Pedersen, Sevecke, Troelsgaard, S. Pedersen

Credit Photo: fodboldbilleder.dk 

Aurora Missiaggia, difensore e capitana Vicenza Calcio Femminile: “Dobbiamo continuare a lavorare per centrare immediatamente la salvezza”

Il Vicenza Calcio Femminile sta facendo un buon inizio di campionato, visto che occupa attualmente l’ottava posizione con otto punti. Il gruppo vicentino può contare su un punto di riferimento: stiamo parlando del difensore e capitana delle biancorosse Aurora Missiaggia.

Aurora cosa vuol dire essere capitana del Vicenza?
«Essere capitana del Vicenza è per me un onore. È stata la prima squadra femminile in cui sono approdata e guidare ora la prima squadra con la fascetta al braccio è un’emozione unica. Non sono una persona che vuole mettersi in mostra, sono abbastanza silenziosa. Cerco di rendermi disponibile il più possibile per le mie compagne, consigliandole e cercando di confortarle nei momenti no».

Com’è partita la passione per il calcio?
«Non so dove sia partita di preciso. Vengo da una famiglia in cui il calcio veniva sempre seguito e mio padre giocava a calcio. Forse da lui.  Un giorno ho detto a mamma “voglio giocare a calcio”, e lei mi ha iscritta a danza. Un anno dopo ha visto anche lei che quella non sarebbe stata la mia strada e mi ha iscritta nella società del mio paese e da lì non ho mai smesso».

Perché hai scelto il ruolo di difensore?
«Non ho mai scelto nessun ruolo. Quando cominci, quando si è piccoli tutti vogliono fare l’attaccante così da poter far tanti gol. Il mio primo allenatore conosceva mio papà, ci ha giocato assieme e mi ha messo in difesa nel suo ruolo. E da lì non mi sono mai mossa. Negli ultimi anni sono stata impiegata anche a centrocampo. Cerco di mettermi a disposizione del mister e della squadra. Se c’è bisogno di coprire un ruolo piuttosto che un altro, cerco di dare il massimo anche se a volte non è semplice. Cambiamo tutte le dinamiche e i tempi di gioco ma cerco di adattarmi per aiutare la squadra».

Qual è stata l’emozione più bella con la maglia vicentina?
«L’emozione più bella è stata la vittoria dello scudetto Juniores contro il Bologna. Eravamo un gruppo stupendo e degli elementi fanno ancora parte ora della squadra».

Il gol più bello che hai segnato?
«Credo sia stato quello contro il Padova. C’era tensione nonostante fossimo in vantaggio, se non ricordo male. Mi è arrivata palla fuori area, senza pensarci ho tirato in porta e la palla è entrata. Ce ne sono stati altri di carini, ma segnare al derby ha sempre un suo perché».

Quest’anno dove può arrivare il Vicenza?
«L’obiettivo prefissato di questa stagione è la salvezza, ma in campo più volte abbiamo dimostrato di poter fare anche meglio. È un campionato tosto e dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, se non di più, per raggiungere in primo luogo l’obiettivo prefissato, per poi poterci togliere diverse soddisfazioni».

Qual è la tua opinione sulla Serie B?
«Come detto prima quest’anno il campionato è tosto. Non esistono squadre materasso. Ogni squadra in campo da tutto, e noi non siamo da meno».

Il campionato, come se non bastasse, sta affrontando il problema del Covid-19…
«Diciamo che la questione Covid-19 è abbastanza ambigua. Confrontandomi con altre squadre ho percepito maggiormente la preoccupazione delle ragazze. Chi non può usufruire gli impianti, a chi tocca la quarantena, chi non si allena per paura di “portare a casa” il virus. Il continuo rinvio delle partite di sicuro non gioca a nostro favore ma cerchiamo sempre di mantenere alto il livello degli allenamenti per non perdere la concentrazione e il ritmo partita».

Come lo stai vedendo il calcio femminile in Veneto?
«Il calcio femminile è in continua evoluzione e crescita. Ci sono sempre più bambine che approdano a questo sport. Merito anche della visibilità data dai mondiali dell’estate scorsa».

Il calcio femminile diventerà tra due anni professionistico: giusta la scelta?
«Penso sia la scelta giusta. Non abbiamo niente in meno rispetto ai compagni maschi, anzi. Ci alleniamo, mettiamo da parte impegni e famiglia per fare ciò che poi ci piace!».

Com’è la tua vita fuori dal campo?
«Non è di certo piatta. Lavoro in una fabbrica del mio paese per potermi mantenere gli studi e per guardare al mio futuro. Il poco tempo libero che ho cerco di sfruttarlo al meglio con la mia famiglia».

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
«Di sicuro la laurea. Tra poco dovrei iniziare il terzo anno di scienze motorie, percorso che per certo porterò avanti anche in futuro. Sicuramente continuerò a giocare a calcio, a Vicenza. È casa mia, il bianco e il rosso sono i miei colori».

Come capitana del Vicenza ti va di lanciare un messaggio alle tue compagne?
«Il messaggio che voglio lanciare è quello di andare forte, sempre, in qualunque momento, sia nel calcio che nella vita in generale. E di non aver paura, mai. In merito ho tatuata una frase sulla caviglia: “Chi ha paura resti nello spogliatoio”».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Vicenza Calcio Femminile e Aurora Missiaggia per la disponibilità

Photo Credit: Vicenza Calcio Femminile

Silvia Zanni e Giada Pilato salutano il Ravenna Women

Il Ravenna Women FC comunica che il prestito di Silvia Zanni è terminato il 30 novembre e la giocatrice rientrerà al Sassuolo. Con la maglia giallorossa, Zanni ha totalizzato 7 presenze in campionato e 1 in Coppa Italia.

Si comunica anche per la giocatrice Giada Pilato verrà ufficializzato lo svincolo in data 1 dicembre.

La società ringrazia Silvia e Giada e augura il meglio ad entrambe le atlete per il proseguimento della loro carriere.

Credit Photo: Riccardo Coatti

Nasce il primo campionato di calcio femminile in Arabia Saudita

Il calcio femminile arriva ufficialmente in Arabia Saudita con la creazione e nascita di un campionato, la Saudi Women’s Football League (WFL).

La lega include più di 600 giocatrici e 24 squadre, presenti anche in città come Riyadh, Jeddah and Dammam. Il campionato è gestito dalla Saudi Sports for All Federation (SFA) con l’obiettivo di incoraggiare e supportare le donne per svolgere un ruolo importante nella comunità tramite lo sport.
Il premio finale per la squadra vincitrice della competizione è di 500.000 riyal sauditi, pari a poco più di €110.000.

“Questo è un giorno molto felice per tutti gli atleti, maschi e femmine – ha detto il coach e giornalista sportivo, Abdullah Alyami, al sito Arab News – E sulla base di ciò che abbiamo visto e di quanto sia amato il calcio in tutto il Regno, credo che vedremo molte altre nostre sorelle impegnate nello sport professionistico”.

Era solo il 2018 quando venne concesso alle donne di guardare il calcio negli stadi per la prima volta. Ora, due anni dopo, le donne hanno un vero e proprio campionato da giocare. La competizione avrebbe dovuto iniziare a marzo 2020, ma a causa del COVID-19 tutto è stato rimandato a novembre dello stesso anno.
Credit Photo: https://wfl-sa.com/

Concita Ferla, Santa Lucia Siracusa: “Qui progetto ambizioso, la Serie C nei nostri obiettivi futuri”

Nell’ Eccellenza sicula il Santa Lucia Siracusa si sta ritagliando uno spazio importate. La società siciliana, cara al presidente Simone Di Stefano, è nata nell’estate del 2019 raggiungendo subito un livello competitivo. La squadra neroverde, allenata da Luigi La Rosa e Luciano Burgio e capitanata da Simona Guardo, è infatti al suo secondo anno di vita. Uno dei perni della società è la dirigente Concita Ferla, originaria di Palazzolo Acreide, sempre vicina alla squadra dalla sua nascita datata estate 2019, che abbiamo raggiunto per qualche una breve intervista sulla realtà sicula.

Concita come e quando ti sei appassionata al mondo del calcio?
“No, in realtà non è da molto tempo che seguo il calcio. Per via del mio lavoro mi sono avvicinata a questo sport partendo da una squadra professionistica, il Siracusa. Questa esperienza mi ha fatto amare sia il calcio giocato che quello dietro le quinte”.

Ti sei avvicinata al mondo del calcio all’interno della società maschile del Siracusa come è andata?
“Come dicevo prima per motivi di lavoro ho avuto contatti con dirigenti e presidente del Siracusa Calcio, poi insieme ad altri colleghi abbiamo presentato un progetto di marketing che è piaciuto molto e sono entrata nel mondo del calcio professionistico di Lega Pro con l’incarico di direttore commerciale”.

Che ricordi hai di quel periodo, la tua passione si è rafforzata ancora di più?
“Si, una bellissima esperienza che mi ha permesso di confrontarmi anche con altre società importanti come la Reggina, attualmente in Serie B, ho avuto modo di seguire molti corsi di formazione a Coverciano che mi hanno permesso di crescere professionalmente e personalmente. Sono stata, cosi, completamente assorbita da questo mondo con mio grande stupore, e come per i grandi amori questo mi ha dato il coraggio di buttarmi in una nuova e difficile sfida che è il calcio femminile a Siracusa”.

 Siracusa Santa Lucia

Concita Ferla

Il passaggio al femminile è datato ‘estate del 2019. Cosa ti ha spinto a sposare il progetto?
“Un po’ per i Mondiali di calcio femminile, che mi hanno entusiasmato molto, un po’ spinta dai miei colleghi del Siracusa Calcio. Ha influito anche il mio carattere da sognatrice, cosi ho deciso di farmi coinvolgere in questa nuova ed affascinante avventura”.

Come è stato il passaggio tra maschile e femminile?
“Non è stato traumatico dal punto di vista dei rapporti, qui è più facile integrarsi e legare con le ragazze, abbiamo una bella sintonia e questo ci aiuta molto; mentre il mondo maschile è ancora pieno di preconcetti, e non è facile muoversi all’interno della società essendo tutta proiettata al maschile”.

Come è andata la scorsa stagione per la squadra e dal punto di vista societario?
“Il nostro obiettivo era giocare bene e misurarci con questo nuovo sport e questa categoria tutta nuova per noi. Alla fine abbiamo centrato le prime posizioni della classifica, e devo dire che è stata una grande soddisfazione soprattutto per le ragazze. Se il Covid non ci avesse fermato non so come sarebbe andata, magari avremmo vinto il campionato. Noi come società vogliamo in primis che le ragazze si divertano sempre, questo è il nostro spirito, e se il primo obiettivo è fare bene da ogni punto di vista il secondo è sicuramente vincere”.

Quest’anno che obiettivi avevate?
“Facendo tesoro degli errori della scorsa stagione, l’obiettivo di quest’anno è molto ambizioso e puntiamo in alto ma dobbiamo ancora lavorare. Abbiamo una rosa di giocatrici che costituisce il nostro zoccolo duro, ma quest’anno abbiamo voluto fare degli innesti che ci permettono di migliorare qualche handicap che avevamo l’anno scorso. Molte di queste sono ragazze giovanissime e che si sono integrate con le altre di maggior esperienza”.

Come avete vissuto la fase di stop della scorsa primavera e come state vivendo questa?
“Non molto bene. Eravamo pronti carichi e lo stop ci ha un po’ demoralizzati. Poi una ripartenza ci dato la speranza, ma adesso stiamo cercando di stare uniti aspettando che la situazione migliori e si possa tornare alla normalità”.

Come sta crescendo il calcio femminile in generale nella tua regione?
“Devo dire che il calcio femminile che sta crescendo sempre più, in termine di numeri e attenzione del pubblico e dei media in generale. Ci sono alcune società che cominciano a parlarne nel nostro territorio, mi auguro poi che nascano sempre più scuole calcio”.

Matteo Ingrosso, Responsabile Organizzativo Riccione Femminile: “Siamo una delle poche società di categoria con un protocollo interno anti Covid”

Il Dipartimento calcio femminile della LND con comunicato numero 34 ha ufficializzato l’annullamento delle competizioni della Coppa Italia di serie C e della fase nazionale del campionato Juniores, stabilendo la ripresa del campionato al 24 Gennaio 2021 e la disputa dei recuperi nelle date del 10 e 17 Gennaio con il relativo calendario che sarà ufficializzato con successive comunicazioni.

Ne parliamo con il dirigente romagnolo Matteo Ingrosso, responsabile organizzativo della prima squadra nonchè della juniores regionale.

Ciao Matteo, un commento sulla decisione di riprendere il campionato a Gennaio

“La decisione intrapresa dalla Lnd è un per certo verso giusta perché ricominciare a giocare da Gennaio consentirebbe alle squadre di poter completare la stagione agonistica ma allo stesso tempo rimane incompleta perchè restano diverse incognite, in quanto, al momento, non è stato ancora adottato un protocollo per la categoria, essendo assente alcun obbligo di prevenzione e tutela sanitaria nei confronti delle atlete”.

Annullamento della fase nazionale del campionato juniores

“La scelta appare quanto mai saggia ed inevitabile ma occorre trovare delle soluzioni perlomeno per far ripartire la fase regionale, consentendo alle giovani ragazze di disputare anche un numero di partite superiori alle 10 previste. Si potrebbe adottare una soluzione che consentirebbe di disputare gare di Coppa ed altre di campionato, un’idea che garantirebbe alle atlete di fare esperienza e proseguire il percorso di crescita, aspetto fondamentale per la loro età, dopo i numerosi stop forzati di questa stagione”.

Programmi di allenamento

“Continueremo a seguire ed osservare le linee guide del Dpcm, sostenendo allenamenti di gruppo a distanza o individuali, consentendo alle ragazze di poter scegliere la modalità, se da casa o al campo sportivo, pur consapevoli del mancato utilizzo degli spogliatoi; almeno nelle prossime due settimane continueremo su questa linea d’onda, rispettando la tabella stilata dal nostro preparatore atletico Manzaroli, proponendoci purtuttavia di effettuare un richiamo generale della squadra in prossimità della ripresa delle gare”.

Analisi della stagione della prima squadra

“Non siamo stati affatto fortunati in questo avvio di stagione, siamo stati costretti a giocare in formazione rimaneggiata senza diverse pedine importanti, pur apprezzando chi è sceso in campo per onorare la maglia; possiamo e dobbiamo fare meglio con l’auspicio di poter contare finalmente sulla quasi totalità della rosa in organico”.

Il protocollo Covid in casa Riccione

“Siamo state una delle prime società sportive ad aver adottato nella categoria un protocollo interno con test sierologici, uso di mascherine, gel e sanificazione degli ambienti; lo scorso 13 Novembre, su indicazione del nostro medico sociale, il dott. De Siena, abbiamo effettuato dei test sierologici collettivi su 40 persone del gruppo con esiti tutti negativi; purtroppo in settimana si è verificato il primo caso di positività al Covid di una nostra tesserata e a tal proposito abbiamo subito provveduto, come da protocollo, ad avvisare l’Asl, provvedendo allo stop di ogni attività sportiva all’interno dell’impianto nonché a far effettuare i tamponi alle persone venute in contatto con il soggetto positivo con gli esiti dei test che per fortuna sono risultati negativi”.

Credit Photo: Asd femminile Riccione

Calcio, intervista ad Umberto Calcagno, il nuovo presidente dell’Associazione calciatori

Umberto Calcagno è il nuovo presidente dell’Associazione calciatori. Lo ha appena eletto l’assemblea Aic a Milano, come successore di Damiano Tommasi. “Dopo esser stato calciatore e aver vissuto tanti anni nell’Associazione, questo e’ il coronamento di un sogno”, ha detto Calcagno. Eccolo appena eletto in un’intervista a Repubblica:

STIPENDI – «Quello degli stipendi è uno specchietto per le allodole: chi negli ultimi 10 anni ha fatto scelte sbagliate le paga oggi. Va bene ridurre i costi, ma non sento mai parole come progettualità e sostenibilità».

DISTRIBUZIONE RISORSE – «La sensazione è che il sistema sia capace di generare nuova ricchezza. Ma la vera sfida è capire come ridistribuire queste risorse. Non dobbiamo ostacolare lo sviluppo della nuova Champions, ma monitorare sì: anche il negoziato dei diritti tv in Serie A. Va tutelato il sistema solidaristico: in caso di retrocessione non può esserci la morte del club. E i calciatori della Nazionale hanno già donato 4 milioni al fondo di solidarietà dei calciatori».

CLUB IN RITARDO PER PAGARE GLI STIPENDI – «Non è vero. Più della metà dei club professionistici paga mese per mese e a fine ottobre aveva già versato anche settembre: si deve partire da questo».

102 CLUB PROFESSIONISTICI – «Il perimetro non deve deciderlo una riforma dei campionati, ma norme certe sulle iscrizioni, che dicano chi può fare calcio e chi no. Basta casi come quello del Trapani, che appena iscritto in Serie C quest’anno non aveva la forza per fare il campionato: norme per iscriversi larghe come quest’anno, in futuro minerebbero la regolarità dei campionati».

MENO GIOVANI – «Il rischio è concreto: questa fase amplifica il problema già diffuso dell’abbandono adolescenziale. Il vincolo sportivo è stato un altro ostacolo: oggi i decreti sul lavoro sportivo aumenteranno la professionalizzazione, ma insieme servono sgravi fiscali per tutelare le società dilettantistiche. Formula che aiuterà anche il professionismo nel calcio femminile».

CALCIO FEMMINILE – «Col professionismo ci sarà un salto di qualità. Ora però la questione riguarda la base: il numero di ragazze e bimbe tesserate è in grande aumento. Pochissimi anni fa molti genitori ostacolavano le ragazzine, mia figlia ha giocato per quattro anni e ho notato la difficoltà di altri genitori a percepirla come un’ambizione. Ma oggi le calciatrici di A offrono un modello eccezionale».

Credit Photo: goalsicilia.it

La giocatrice che rifiuta l’omaggio a Maradona: “Era un molestatore”

La morte di Diego Armando Maradona della scorsa settimana ha scosso il mondo intero e non solo quello calcistico. Il suo talento è sicuramente innegabile, difficilmente si ripeterà nella storia, ma ciò che si cela dietro al giocatore è dalla dubbia morale. Molti hanno celebrato il calciatore, ma non certamente la sua persona. Proprio per questo motivo, Paula Dapena non ha reso omaggio al Pibe de Oro.

L’accaduto è successo in una partita amichevole tra Deportivo Abanca ed il Viajes Interrias FF, la sua squadra. La giocatrice si è sempre contraddistinta per le sue battaglie femministe in giro per i campi spagnoli. Un giorno sogna anche di diventare insegnante per far recepire ai bambini il suo messaggio. Come quello della Cidade Deportiva de Abedongo, teatro del match in questione. Nel consueto minuto di silenzio, Dapena ha rivolto le spalle alla tribuna sedendosi per terra in segno di protesta. Opposizione contro un calciatore “con spettacolari qualità e abilità calcistiche”, ma anche uno “stupratore, pedofilo, un putt*niere e molestatore”.

La giocatrice continua: “Per essere un giocatore, devi avere dei valori al di là delle qualità. Sia che abbia segnato gol o vinto una Coppa del Mondo, la sua storia di abusi non può essere dimenticata”. Il fatto paradossale è che sia morto proprio il giorno contro la violenza sulle donne. “Per le vittime di violenza non è stato osservato alcun minuto di silenzio. Quindi non ero disposta ad osservare un minuto di silenzio per un aggressore e non per le vittime”. Paula non è stata l’unica ad appoggiare la causa: anche il suo allenatore e le sue compagne hanno sostenuto la tesi, seppur in modo diverso. “Lo avevo già detto alle mie compagne nel tunnel, come mi sarei comportata in campo. Quando l’ho spiegato al mio allenatore all’intervallo, ha capito e ha sostenuto le mie motivazioni”.

Serie A Femminile, posticipo: Lazio, riscatto e podio. Ora comanda il Montesilvano

Riscatto Lazio nel posticipo della sesta giornata della regular season di Serie A Femminile. Le biancocelesti archiviano gli stop con Montesilvano e Statte mostrando i muscoli al Cagliari: al PalaGems Alessia Grieco è la protagonista assoluta, con due reti per tempo e un poker da urlo. Il definitivo 9-2 porta le ragazze di Chilelli momentaneamente al terzo posto, insieme all’Italcave Statte; sarde sempre ferme a tre.

LA SITUAZIONE vede in testa il Montesilvano di Lucileia (già 12 reti all’attivo) a punteggio pieno. Anche il Città di Falconara ha vinto tutte le partite fin qui disputate, ma è seconda a una lunghezza dalle pescaresi a causa del punto di penalizzazione. Nella sesta giornata, spicca il sorprendente blitz di un Bisceglie che passa a Gorgonzola superando il Kick Off e la bella sestina di uno Statte da clean sheet col Granzette.

Credit Photo: https://www.divisionecalcioa5.it/

Stephanie Frappart, il primo arbitro donna in Champions League

La consapevolezza delle donne nel mondo del calcio passa anche attraverso gli arbitri. Sempre più ragazze stanno intraprendendo la carriera da direttrice di gara arrivando anche ai massimi livelli. Un esempio più che plausibile è Stephanie Frappart. L’arbitro francese, in occasione di Juventus-Dinamo Kiev, sarà la prima donna ad arbitrare una partita di Champions League.

Non è la prima volta che la nativa di Herblay registri un record. Nell’aprile del 2019 è stata la prima arbitra a dirigere un match della massima serie francese. Match che l’ha portata a scendere in campo in occasione della finale della Supercoppa Europea del 2019. Un Liverpool-Chelsea a dir poco rovente che la ragazza d’Oltrealpi ha tenuto egregiamente. Con questa assegnazione, la sua storia divenne leggenda ed iniziò a fare il giro del mondo. Nell’edizione in corso di Europa League, è stata ancora una volta lei a mettere la divisa nella sfida tra il Leicester e lo Zorya. Anche Granada-Omonia Nicosia, incontro della scorsa settimana, ha visto Stephanie Frappart coordinare il confronto. Tutta una serie di record a livello internazionale e non che hanno portato la direttrice di gara a livelli esorbitanti.

Anche le massime competizioni mondiali hanno fatto affidamento sulle sue capacità. Dai Mondiali femminili del 2015 fino agli Europei di calcio femminile del 2017, fino ad arrivare alla finale del Mondiale U-20 del 2018. Sorprende non solo per l’essere donna, ma anche per la sua giovane età e per il ruolo che ricopre. Ad appena 37 anni è una degli arbitri più giovani che siano mai arrivati a questi palcoscenici e speriamo che possa crescere sempre di più per aiutare le sue colleghe.

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