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Le Matildas non avranno più soste dai maggiori tornei fino al 2025

Sam Kerr afferma che il rinvio delle Olimpiadi avrà un forte impatto su di lei e le sue connazionali, le australiane potranno fermarsi e avere una pausa (più che necessaria) poiché a partire dal 2021 dovranno affrontare ben quattro anni consecutivi di importanti tornei.

Il capitano delle Matildas ha spiegato che l’interruzione causata dalla pandemia di COVID-19 per loro significherà poter fare uno stop ora, ma anche non avere più soste dai maggiori tornei fino al 2025.

Le migliori calciatrici australiane avrebbero dovuto fermarsi dopo Tokyo 2020, per poi riprendere con il loro normale ciclo di tornei – che comprende la Coppa d’Asia, la Coppa del Mondo e le Olimpiadi, insieme alle varie partite di qualificazione e amichevoli. Ma con le Olimpiadi rimandate all’anno prossimo, le Matildas affrontano un ciclo costante di importanti competizioni e tornei, che si concluderà solo dopo Parigi 2024.

“Ovviamente sappiamo già cosa vorrà dire per noi giocare non-stop per i prossimi 5 anni, ma dobbiamo entrare nella mentalità di dover affrontare le Olimpiadi del prossimo anno, poi la Coppa d’Asia, poi la Coppa del Mondo, e poi di nuovo le Olimpiadi. E questo spaventerebbe chiunque.”

“Non c’è spazio per gli infortuni, non c’è spazio per commettere errori nelle qualificazioni, non c’è spazio per il tempo libero e per la propria famiglia, e non c’è spazio per le ragazze della nostra squadra che saranno in gravidanza – questo è quello che ci preoccupa maggiormente. La gente con capisce quanti sacrifici dobbiamo fare nel calcio femminile.”

Le Matildas si sono già qualificate per Tokyo 2021 grazie alla sfida di andata e ritorno con il Vietnam giocata a marzo, e dopo le Olimpiadi, si recheranno in India per la Coppa Asiatica femminile del 2022. Inoltre l’Australia è in lizza per ospitare la Coppa del Mondo femminile del 2023.

“Cerco di non pensare troppo in là, non voglio sentire la pressione, avevo già programmato il mio intero 2021 ma ora le cose sono cambiate radicalmente”, ha detto Kerr a Fox Sport.

“Pensare che i prossimi cinque anni saranno solo lavoro, lavoro e lavoro ci mette in difficoltà, so che la gente dirà che avremo quest’estate per riposarci e ricaricarci, ma questa non la considero una pausa perché siamo in lockdown e continuiamo ad allenarci. E’ ovviamente una cosa diversa.”

Photo Credit: thewomensgame.com

Settore Giovanile: Desiree Palombi

Settore Giovanile, conosciamo Desiree Palombi.

“È stata la mia prima Stagione con una squadra femminile ed è stato emozionante viaggiare e stare tutte insieme. Nella Roma Calcio Femminile più, che una squadra, ho trovato una seconda famiglia che c’è sempre, sia in campo che fuori.

L’emozione più bella è stata quella di aver segnato nella partita con il Frosinone il mio primo gol della stagione.”

Credit Photo: Roma Calcio Femminile

Netflix annuncia un film sulla Nazionale Femminile degli Stati Uniti 1999

Netflix ha annunciato che realizzerà un lungometraggio sulla squadra della Nazionale Femminile statunitense del 1999 che ha vinto la FIFA Women’s World Cup sul terreno di casa. Il film seguirà la squadra che ha preceduto il torneo, culminato in una vittoria ai rigori contro la Cina al “Rose Bowl”.

La vittoria del 1999 è stata la seconda della USWNT dopo che hanno anche portato a casa l’evento inaugurale nel 1991. La squadra ha continuato a vincere altre due Coppe del mondo, nel 2015 e nel 2019.

Il gigante dello streaming ha acquisito i diritti del libro di Jere Longman, “The Girls of Summer: The US Women’s Soccer Team and How It Changed The World” (Le ragazze dell’estate: la squadra di calcio femminile degli Stati Uniti e come ha cambiato il mondo).

Produzione del film: Liza Chasin (Darkest Hour, Baby Driver, Love Actually) insieme a Hayley Stool e Ross Greenburg.
Produttori esecutivi: Marla Messing (presidente, CEO FIFA Women’s World Cup 1999), Jill Mazursky e Krista Smith

La Coppa del Mondo femminile del 1999 è vista come un momento di trasformazione nella storia del gioco femminile:
– ha dato il via a importanti conversazioni sul genere negli sport
– ha portato a maggiori finanziamenti e riconoscimenti per il calcio femminile in tutto il mondo, incluso il contributo alla creazione della prima lega di calcio femminile nordamericana professionista
– ha ispirato un’intera generazione di giovani ragazze a sognare in grande, aprendo così la strada ad Alex Morgan, Megan Rapinoe e tanti altri aspirare a rappresentare il Team USA
– il difensore della USWNT Brandi Chastain ha prodotto un momento immediatamente iconico quando si è tolta la maglia dopo aver segnato il rigore per la Coppa del Mondo.

“Guardare la squadra americana quell’estate mi ha fatto dimenticare che non avevo soldi e poco più di un sogno per nutrirmi”, ha dichiarato Tendo Nagenda, vice presidente di Netflix Films.

Credit Photo: https://www.90min.com/

Cecilia Salvai, Juventus Women: “Quando è nata la Juventus Women non ho potuto dire di no”

Cecilia Salvai, giovane difensore della Juventus Women, reduce da un infortunio, ha parlato in una diretta Instagram, rispondendo alle domande dei suoi tifosi:

“Ho continuato ad allenarmi nei pochi spazi che avevo a disposizione abitando in appartamento. Mi ritengo fortunata perché convivo con mio marito e il mio cane, qualcosa da fare l’abbiamo sempre trovato. Il preparatore ci inviava costantemente programmi di allenamento personalizzati e ogni giorno si preoccupava dei nostri allenamenti. Ho trasformato la casa in una palestra.
Il mio percorso? Ho iniziato a 14 anni con i ragazzi, poi sono passata in una squadra solo femminile prima di arrivare al Torino ed esordire in Serie A. Poi è arrivato il Verona dove ho vinto il mio primo Scudetto e ho imparato a vivere lontano da casa. Quando è nata la Juventus Women non ho potuto dire di no. Ruolo? Sono nata come terzino, poi Cabrini mi ha spostato al centro della difesa perché mi vedeva meglio li. Mi ispiro a Chiellini e Bonucci anche se mi rivedo più in Barzagli.
Mondiale? Non posso dire che non mi sia dispiaciuto non giocarlo, ma bisogna sapersi adattare e reagire nel modo giusto. Le mie compagne mi hanno regalato gioie immense e mi hanno fatto sentire parte del gruppo anche se ero infortunata.
Campionato? Il discorso da fare sul nostro campionato è diverso da quello che si fa sul calcio maschile, non possiamo viaggiare di pari passo, ma se veniamo messe in condizione di stare in sicurezza secondo me si può riprendere. Da giocatrice dico che vorrei giocare anche perché sono molti mesi già che non giochiamo.”

Credit Photo: Giancarlo Dalla Riva

Valentina Giacinti, Milan: “Io, Morata, i nonni e la mia Bergamo”

Ospite di Casa Sky Sport, il capitano del Milan Valentina Giacinti ha parlato a tutto tondo della sua storia e di temi attuali, tra videomessaggi e dichiarazioni. Dalla sua avventura a Napoli, da giovanissima, ai Mondiali, fino a parlare della sua città, Bergamo, profondamente colpita dal virus. Queste alcune delle riflessioni dell’attaccante rossonero. (Fonte virgolettati: Sport.Sky.it)

NAPOLI
“A 18 anni andare via da casa non è stato facile e questo mi ha fatto crescere sotto tanti punti di vista, anche perché per la prima volta mi sono dovuta gestire da sola. Ma è stata un’esperienza importante che mi ha fatto crescere molto”.

NONNI
“Mio nonno mi manca tantissimo, soprattutto quando torno a casa la domenica. Mi mancano le sue prediche e il fatto che non mi abbia potuto vedere con la maglia del Milan. Se ne è andato il giorno della mia prima partita in rossonero contro il Bari. Per me è diventato un appuntamento particolare perché quando incontro la squadra pugliese faccio sempre 3-4 gol. Sembra quasi che lui sia lì con me. Non li dimenticherò mai i suoi insegnamenti e quelli della nonna, che parla con me anche se non sono lì con lei. Ha messo la mia figurina gigante sulla sua poltrona e guardano la tv insieme (sorride, ndr).“È bello avere i nonni, ora ne ho solo una, ma li porto tutti nel cuore”.

MONDIALE
“Il Mondiale è stato un momento fantastico. Siamo un grande gruppo e lo abbiamo già dimostrato in Francia la scorsa estate, ma all’Europeo vogliamo fare ancora meglio“.

QUARANTENA
“Mi sono allenata tutti i giorni; ho seguito la dieta della nostra nutrizionista, ma ho anche scoperto…nuove ricette. Ovviamente mi è mancato moltissimo il campo, il Vismara, le mie compagne e il fatto di non poter correre su un prato. Mi è mancato molto anche vedere il mio portiere che raccoglie la palla dietro alla porta, perché significa che ho appena segnato un gol”.

GANZ
“Il mister è malato di calcio e ogni giorno ci invia video dei suoi gol. Ormai li conosco a memoria. Con lui ho un bellissimo rapporto, ed è stato fondamentale per noi. Ci ha trasmesso la sua grinta e la mentalità vincente. Con lui non si molla mai”

MORATA
“Sono innamorata di lui calcisticamente e come persona. Ho avuto il piacere di scambiare con lui dei messaggi e devo dire che è una persona davvero speciale. Non vedo l’ora di poter vedere una sua partita allo stadio, potergli regalare la mia maglia e fargli autografare la sua!”

BERGAMO
E’ stato un periodo davvero difficile. Le prime settimane facevo fatica ad addormentarmi per paura di ricevere telefonate che contenessero brutte notizie. In questo periodo ho perso tante persone che conoscevo: questa cosa mi ha fatto stare molto male. Poi ho capito che era necessario andare avanti. Sta nella forza di ognuno andare avanti e cercare di capire. Io ho avuto la fortuna di avere vicino persone che mi hanno aiutato. E ora sono ancora più legata a Bergamo. I bergamaschi hanno dimostrato ancora una volta di essere persone eccezionali. Orgogliosa di essere una di loro”.

Credit Photo: Andrea Amato

La FIGC: nel ‘decreto rilancio’ risposte concrete al mondo del calcio

“Un passaggio fondamentale per tutto il calcio italiano”, commenta così il Presidente della FIGC Gabriele Gravina l’approvazione da parte del Governo del cosiddetto ‘Decreto Rilancio’, al cui interno sono contenute misure urgenti proposte dalla Federcalcio per attutire il danno economico generato dall’emergenza Covid-19 e porre le basi per il rilancio dell’intero settore. “Con l’adozione di questi importanti provvedimenti – continua Gravina -, per i quali ringrazio il premier Conte, l’intero Esecutivo e in particolare i ministri Spadafora e Gualtieri, possiamo guardare al futuro con maggiore fiducia”.

Sono 5 le determinazioni, entrate nell’articolato del decreto governativo licenziato dal Consigli dei Ministri di oggi, che hanno un diretto impatto sul movimento calcistico: 1) l’ulteriore rinvio dei pagamenti contributivi e fiscali al mese di settembre; 2) la sospensione dei canoni di locazione e dei diritti di superficie per gli impianti sportivi (anche di Serie A); 3) il riconoscimento della Cassa Integrazione per i contratti dei lavoratori sportivi fino ad un massimo di 50 mila euro lordi; 4) l’istituzione del Fondo Salva Sport con una quota percentuale sul totale della raccolta per le scommesse sportive; 5) l’abbreviazione dei gradi e dei tempi della giustizia sportiva (direttamente il Collegio di Garanzia dello Sport e successivamente il Tar e il Consiglio di Stato) in caso di contenziosi generati dalle decisioni che sono possibili adottare in deroga alle vigenti disposizioni dell’ordinamento federale sulla determinazione delle classifiche in caso di interruzione dei campionati della stagione 19/20 e quindi sulla determinazione degli organici per la stagione 20/21.

“Come tutti gli altri settori produttivi e occupazioni del nostro Paese – conclude il presidente della FIGC –, il calcio italiano sta pagando un costo altissimo a causa del Coronavirus, ma grazie al lavoro svolto di concerto con le istituzioni, confidando in una graduale ripresa, stiamo gettando le basi per impedire che diventi un’emorragia insanabile”.

Credit Photo: FIGC – Federazione Italiana Giuoco Calcio

Andrea Firrincieli presenta la Viterbese Castrense Femminile

La Viterbese Castrense è una società che milita in Serie C maschile, e nella stagione corrente ha chiuso all’undicesimo posto del girone C. A partire da quest’anno la società gialloblù può avvalersi anche della sezione in rosa: a spiegarci tutti i dettagli è il direttore sportivo e responsabile Viterbese Castrense calcio femminile Andrea Firrincieli.

Andrea come è nata la sezione femminile della Viterbese?
«Sono stato contattato dal responsabile delle giovanili della Viterbese Daniele Piccioni e con quella che poi sarebbe diventata coordinatrice del settore giovanile nonché capitano della prima squadra, Veronica Di Cerbo, abbiamo iniziato un percorso insieme per la costruzione della squadra femminile. Siamo partiti in ritardo a causa del passaggio di proprietà, da Piero Camilli a Marco Arturo Romano, ma la volontà della nuova dirigenza di creare la Viterbese femminile non è cambiata, e quindi abbiamo iniziato questa nuova avventura, creando due poli per l’Under 15: uno a Vignanello (Viterbo) e l’altro a Roma a Tor Lupara, con la prima squadra che gioca sul campo del Pro Roma».

Che tipo di giocatrici avete cercato per creare la prima squadra?
«Abbiamo contattato delle ragazze che potessero condividere con noi un momento di sport, un gruppo ambizioso ma di prospettiva, fatto di importanti valori. Abbiamo cercato prima di tutto ragazze che condividessero un certo tipo di progetto: ma oltre alle giovani abbiamo puntellato la rosa con giocatrici d’esperienza, come la nostra bomber Flavia Palescandolo, la nostra capitana Veronica Di Cerbo, ex Roma CF, il portiere Marina Marescalchi. Alla fine possiamo ritenerci soddisfatti, perché la squadra si è amalgamata nel modo giusto».

A settembre avete deciso di iscrivervi al girone B di Eccellenza Lazio: come stavate andando?
«Stavamo facendo un buon percorso, visto che eravamo in seconda posizione davanti solamente alla capolista Real Cassino Colosseo, che possiede una squadra di giocatrici che si conoscono da anni. Abbiamo avuto momenti di flessione a dicembre-gennaio, causato dalle numerose assenze delle nostre giocatrici e del nostro staff, poi ci siamo ripresi meglio di prima fino ad arrivare alla vittoria ottenuta nell’ultima partita prima dello stop proprio contro il Real Cassino. Nel complesso riteniamo che questa stagione sia stata in crescendo, e questo è davvero soddisfacente per noi, ma allo stesso tempo è stato anche un peccato».

L’emergenza Covid19 ha fermato tutto: come state affrontando questa situazione?
«Noi giorno per giorno ci interfacciamo con lo staff tecnico e cerchiamo di sentire le nostre giocatrici quotidianamente con programmi di allenamento quotidiano per non far perdere la condizione che avevano maturato, a dimostrazione che la società è vicina a loro, ma allo stesso tempo le ragazze si sono mostrate unite. Si vede che a tutti noi manca la voglia di tornare in campo».

Secondo te i campionati femminili ripartiranno?
«Per questa stagione penso di no, ma per la prossima spero di sì,  purché venga attuato un protocollo che sia consono non solo per il mondo professionistico, ma anche per quello dilettantistico».

Cosa ne pensi della situazione attuale del calcio femminile italiano?
«Il calcio femminile italiano è in rampa di lancio, grazie anche al Mondiale francese dello scorso anno, e sarebbe un errore madornale fermarlo, perché è un movimento in ascesa, e la Federazione e gli organi di competenza devono stare vicino alle società che stanno investendo tanto per queste ragazze e per quelle bambine che vogliono giocare a calcio, non a caso quest’anno si sono iscritte venti squadre nel campionato laziale di Eccellenza. Spero che la FIGC aiuti il movimento, poiché in questo momento si sente parlare ancora poco, mi auguro che qualcuno si faccia sentire per creare un tavolo di lavoro per farlo ripartire».

Il professionismo nello sport femminile verrà attuato presto?
«Credo di no, perché ho due paure. La prima è che gli sport femminili vengano messi nel dimenticatoio, la seconda è che questa battaglia venga messa da parte: le ragazze fanno grandi sacrifici per esserci agli allenamenti. Ma io sono fiducioso e speranzoso nelle istituzioni sia governative che sportive».

Quale e come sarà il futuro della Viterbese Castrense Femminile?
«Abbiamo fatto una riunione informale con la società e siamo stati rassicurati sul futuro del femminile, ma noi abbiamo già un piano preciso, a prescindere dalla categoria che disputeremo il prossimo anno: la nostra strada è tracciata e noi saremo pronti a tutto, per far sì che la Viterbese diventi una realtà importante e di livello anche nel calcio femminile».

Informazioni:
AS Viterbese Castrese
Sede Sociale: Via della Palazzina, 01100 Viterbo
Stadio Principale: Vittiglio Danilo – Via Verrio Flacco, 41, Roma
https://viterbesecastrense.it/
viterbesecastrense@gmail.com

Credit Photo: Pagina Facebook Andrea Firrincieli

Katie Rood: come trasformare il mondo attraverso il calcio

Lo sport ed il calcio femminile nello specifico è spesso usato per portare avanti battaglie sociali capaci di muovere masse di persone e sensibilizzare il pubblico a quel determinato problema. Basti pensare a quel leggendario pugno verso il cielo di John Carlos e Tommie Smith sul podio olimpionico del 1968 e, tornando al calcio in rosa, l’esempio massimo della protesta è globalmente ritrovato in Megan Rapinoe, nota antagonista del governo Trump ed una delle prime sportive a sostenere la causa di Colin Kaepernick (il playmaker dei San Francisco 49ers nel settembre del 2016 durante l’inno americano si inginocchiò facendo quel gesto per sensibilizzare la gente sui frequenti casi di violenza nei confronti dei cittadini di colore, stessa cosa fece Megan). E visto che il mezzo sportivo e calcistico ha sempre portato i suoi frutti, Katie Rood, centrocampista del Lewes, sta portando avanti i suoi ideali sostenendoli anche tramite il calcio.

È ben noto a tutti quanto l’australiana tenga  alla sua politica vegana, suo tema principe che porta avanti principalmente da cinque anni a questa parte. Katie fa parte di quella sempre più crescente percentuale di atleti vegani e, a differenza di ciò che dicono in molti, l’introduzione nella sua vita di una cultura vegana ha completamente cambiato il suo modo di giocare migliorando il suo stile di gioco e migliorandosi come persona. La neozelandese racconta come il veganismo abbia dato un’impronta fondamentale alla sua vita calcistica: ”Sono passata da cinque anni di infortuni continui a cinque anni con quasi nulla. Ora posso riprendermi dallo sforzo fisico più velocemente. Così ho iniziato ad allenarmi in palestra molto duramente e sono diventata molto più forte, il che mi ha reso più veloce, il che mi ha fatto prendere decisioni migliori in campo perché ero più in forma. Mi ha aiutata in tutto”. Dalle sue dichiarazioni ai microfoni del “The Guardian” si evince il fatto che, nonostante lo scetticismo generale nei confronti del veganismo, questa cultura può concretamente aiutare la vita di un’atleta rafforzando se stesso e le sue capacità; e Katie ne è l’esempio lampante.

Un’altra grande battaglia sostenuta dall’ex juventina è quella dei cambiamenti climatici. Katie è particolarmente legata a questo tema e più di una volta ha veicolato il suo ideale tramite i suoi social cercando di indirizzare i suoi seguaci verso una vita più rispettosa nei confronti della Terra, come lei fa da anni. È scesa anche personalmente in campo al fianco di Extinction Rebellion, il movimento ambientalista nato negli ultimi anni in Inghilterra che sta attirando persone da tutto il mondo. Katie ha anche proposto un’idea irrealizzabile quanto funzionale per il fine ambientalista: la calciatrice neozelandese ha più di una volta espresso il suo “senso di colpa” per tutti gli spostamenti che compie in aereo sia con il club che con la nazionale. Per sopperire a questa problematica, la proposta è quella di piantare degli alberi a spese dei club per compensare le emissioni di Co2 causate dai loro spostamenti in volo.

Questo periodo di reclusione ha anche fatto ragionare la Rood che ha avuto tutto il tempo per rivedere il rapporto tra la società e la natura: “Penso che sarà abbastanza profondo il fatto che molte persone si connettono con la natura per la prima volta, o per la prima volta dopo un po’, e in un modo in cui non hanno mai fatto prima. Dev’essere un cambiamento piuttosto pesante per molte persone. Non credo che tu possa negare cose del genere. Questo sta accadendo in tutto il mondo, dove stiamo assistendo alla dispersione dell’inquinamento atmosferico. Non sono del tutto sicuro di come si manifesterà, ma spero che colleghi persone, organizzazioni e le nostre azioni quotidiane all’ambiente. Dev’essere un cambiamento piuttosto pesante per molte persone. Questo sta accadendo in tutto il mondo, dove stiamo assistendo alla dispersione dell’inquinamento atmosferico. Non sono del tutto sicura di come si manifesterà, ma spero che colleghi persone, organizzazioni e le nostre azioni quotidiane all’ambiente”.

Credit Photo: Karen Ballers Wallpapers

Fabio Melillo, AS Roma: “C’è grande rammarico per non aver potuto concludere la stagione”

Quasi un mese dall’ufficialità della sospensione definitiva del campionato Primavera Femminile, abbiamo parlato con Fabio Melillo, tecnico della Roma che stava dominando il proprio girone.
“C’è grande rammarico per non aver potuto concludere una stagione che stavamo portando avanti con grandi risultati proseguendo nell’ottimo lavoro della scorsa stagione che ci aveva viste protagoniste fino in fondo, con la finale Scudetto persa solo ai rigori contro l’Inter”.

“In campionato abbiamo vinto con merito tutte e 17 le partite disputate e avevamo 13 punti di vantaggio sulla Fiorentina, anche se loro avevano una partita in meno. Eravamo ansiose di arrivare a una rivincita della finale dello scorso anno. Mancavano le tre partite del girone, i quarti e la Final Four. Potevamo arrivare fino in fondo vista la qualità delle nostre ragazze. Questo stop però non pregiudica il percorso di crescita delle ragazze e di quanto di buono hanno dimostrato in questa stagione”.

Ci sono delle vittorie che ricorderai con più piacere?
“Sicuramente il derby di andata. Si trattava della prima sfida tra Roma e Lazio a livello femminile visto che la loro prima squadra è in Serie B. L’abbiamo interpretato in maniera completa, con tanta qualità. Abbiamo vinto 4-0 ed è la soddisfazione più bella di questo campionato, seguita dalla vittoria per 3-2 in casa della Fiorentina seconda in classifica”.

Nel derby è arrivato il bis al ritorno…
“Sì, dopo il 4-0 in casa, abbiamo vinto anche in trasferta per 3-0. Sono stati giocati a distanza ravvicinata visto che il primo era stato rinviato per motivi di calendario”.

Oltre al campionato, anche nel torneo di Viareggio sono arrivate delle soddisfazioni.
“Sì, anche quella è stata una bella avventura. Abbiamo condiviso una decina di giorni tutti insieme, una situazione alla quale le ragazze non erano abituate. È stato come un piccolo mondiale, ritiro, hotel, allenamenti e partite ogni due giorni. È stato un momento di unione importante e formativo. Sono grato alla Società che ha fatto questo ulteriore sforzo per garantirci una vetrina importante. Credo che le qualità e il senso di appartenenza dimostrati dalla squadra abbiano ripagato questo sforzo.

Purtroppo abbiamo perso la finale contro la Juventus per 3-2 con una certa sfortuna. Abbiamo giocato un primo tempo equilibrato creando diverse occasioni ma siamo tornati negli spogliatoi sul 3-0 per loro con due calci di punizione e un contropiede. Era difficile da credersi visto che ci sentivamo ancora in partita. Le ragazze hanno avuto una grande reazione dominando la ripresa creando anche l’occasione del pareggio in dieci. Una prova importante contro un’altra grande squadra”.

In generale qual è il giudizio sul percorso della squadra?
“In campionato in due anni abbiamo giocato 35 partite raccogliendo 32 vittorie e 3 pareggi. È stata una squadra costruita bene sin dall’inizio”.

Si sente la differenza da quando c’è stato l’ingresso delle società professionistiche?
“Sì, c’è la differenza che c’è tra il giorno e la notte. Ci sono strutture che fino a 4 o 5 anni fa erano impensabili. Vedo anche per le under 17, under 15 o le bambine delle metodologie nuove di lavoro e la differenza si vede anche nelle gestualità delle ragazze. Abbiamo a disposizione campi, strutture, personale per la fisioterapia. Le bambine prima crescevano nelle scuole calcio maschili ma poi si perdevano.

A livello di Primavera abbiamo potuto aumentare il carico di lavoro e migliorare la gestione degli allenamenti. Le società dilettantistiche spesso faticavano anche a trovare campi disponibili, ci si allenava in orari scomodi o addirittura su metà campo. C’è stato un salto notevole nella crescita dell’atleta donna”.

Il vostro lavoro prosegue nonostante sia finita in anticipo la stagione?
“La notizia per noi è arrivata presto ma nonostante questo sono sorpreso di vedere come le ragazze seguono il programma settimanale di allenamenti, con 5 giorni di lavoro e 2 di riposo. Fortunatamente ora possono correre all’aperto. Abbiamo cercato di far capire loro che anche a stagione conclusa abbiamo bisogno di dati certi sull’evoluzione del loro fisico. La costruzione del fisico femminile va curata in maniera mirata e la loro risposta è stata in linea alle loro prestazioni sul campo. Non le abbiamo mai lasciate da sole e loro non vedono l’ora di collegarsi con noi. Sono un grande gruppo”.

Qual è l’età media delle ragazze della Primavera?
“Copriamo una fascia molto ampia. Quest’anno le fuoriquota consentite erano le 2000 ma noi non ne avevamo per scelta societaria. Abbiamo ragazze dal 2001 al 2004 più una del 2005 particolarmente predisposta dal punto di vista fisico”.

Quanto è grande il passo per salire dalla Primavera alla Prima Squadra?
“Nel calcio femminile è più semplice accorciare i tempi perché il passaggio è più fluido, e anche in questa stagione alcune delle nostre ragazze si sono allenate stabilmente con la Prima Squadra. Al termine di questi due anni di lavoro faremo le analisi necessarie per strutturare al meglio questa fase di passaggio, cercando di dare alle ragazze anche il giusto senso di appartenenza e amore per la maglia che indossano. Abbiamo quattro o cinque talenti che arriveranno in Serie A e l’obiettivo è quello di continuare a formarne con regolarità”.

Quanto ti manca il campo?
“È stato un periodo duro, iniziato all’improvviso in un giorno in cui eravamo in partenza per Bari per una trasferta. Ho letto quello che succede in queste situazioni a chi è abituato a lavorare all’aperto, a condividere passioni ed emozioni: io sono un animale da campo e posso confermare che questa chiusura è stata veramente dura, ho sofferto tutto quello che si poteva soffrire. Nel primo mese facevo fatica a fare tutto. Più avanti, iniziando a programmare la prossima stagione, è tornato un po’ di sprint lavorativo ma non vedo l’ora di tornare ad avere contatto con la squadra, con la formazione delle ragazze e con i concetti da trasmettere in campo”.

Credit Photo: Fabio Cittadini

Linda Sembrant: «Sono tornata in Italia, 14 giorni e poi posso tornare a Vinovo»

Linda Sembrant, difensore della Juventus Women, ha annunciato attraverso il proprio profilo Instagram di essere rientrata in Italia: ora la svedese dovrà osservare 14 giorni di quarantena prima di potersi allenare.

SITUAZIONE – «Rientro in Italia dopo aver trascorso 63 giorni in Svezia. Sembra così tanto tempo e allo stesso tempo è come se non me ne fossi mai andata. I prossimi 14 giorni saranno di quarantena e dopo potrò finalmente andare a Vinovo! In attesa di andare di nuovo in campo con le mie compagne di squadra».

lindasembrant «Back in Italy after spending 63 days in Sweden. It feels like such a long time ago and at the same time like i never left. The coming 14 days will be in quarantine and after that I can finally go to Vinovo! Looking forward to step out on the pitch with my teammates again!». 🤍🖤 #juventus #liveahead #juventuswomen
Credit Photo:Pagina Instagram Linda Sembrant

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