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“Non è calcio femminile, è calcio”: la FIGC celebra la Giornata internazionale della donna

Credit Photo: Stefano Petitti - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

“Non è calcio femminile, è calcio”. La frase pronunciata dal Ct della Nazionale femminile Andrea Soncin nel dicembre 2023, dopo la vittoria dell’Italia sulla Svizzera in UEFA Women’s Nations League, è stata scelta dalla FIGC per celebrare la Giornata internazionale della donna e accompagnare l’immagine di un’esultanza delle calciatrici Azzurre con la nuova maglia adidas, la prima appositamente ideata per la Nazionale femminile.

La grafica, pubblicata sul sito e sui canali social della Federazione, intende sottolineare la necessità di portare avanti una vera e propria rivoluzione culturale e linguistica, volta ad accompagnare la crescita del movimento femminile.

“La FIGC e l’intero movimento sono impegnati in un profondo e radicale processo evolutivo che attraversa il nostro Paese nel campo dei diritti e delle pari opportunità – dichiara il presidente federale Gabriele Gravina – il calcio può e vuole fare la sua parte nel contribuire a rendere la nostra società più moderna e inclusiva. Lo storico riconoscimento dello status di professioniste alle calciatrici e il continuo investimento nello sviluppo del calcio di base praticato dalle bambine rappresentano dei punti fermi della mission federale, affinché i principi che ispirano una giornata come questa siano vissuti tutto l’anno in maniera sempre più responsabile e condivisa”.

L’8 MARZO SUI CAMPI DI SERIE A E B FEMMINILE. La Giornata internazionale della donna, sui campi di Serie A Femminile, verrà celebrata dedicando attenzione al tema della violenza digitale di genere, fenomeno che – attraverso commenti sessisti e denigratori – continua a essere ancora troppo diffuso, soprattutto sui social network. Prima delle quattro gare di Serie A (due di poule scudetto e due di poule salvezza), le capitane e la squadra arbitrale poseranno per una foto con un cartello predisposto per l’occasione, contenente alcuni commenti negativi ‘virtuali’ che finiscono però per avere un impatto reale nella vita delle donne, e in questo caso, delle calciatrici che li ricevono. L’attività, che si aggiunge a #MAIPIÙ, la campagna permanente istituita contro la violenza di genere nel settembre 2023, sarà promossa anche tramite la lettura di un testo dello speaker degli stadi di Serie A e Serie B Femminile prima delle gare in programma nel weekend.

Rossella Vitolo: “Italia mina vagante all’Europeo, mi piacerebbe intervistare Eleonora Goldoni”

Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Rossella Vitolo apprezzata giornalista che sul momento calcio femminile ci dice: “Credo che la nascita dell’album Panini dedicato al femminile rappresenta, da parte di Panini, un grande attestato di crescita verso il calcio femminile. L’azienda modenese cosi riserva le stesse attenzioni che da anni dedica soprattutto alle calciatrici della Liga spagnola”.
Sull’amore per il calcio, poi, la conduttrice ci dice: “Da piccola spesso giocavo a calcio con il mio cuginetto. Trascorrevamo tutti i sabati del tempo insieme e, tra i giochi da ‘bimba’ e quelli da ‘maschietto’, prediligevamo i secondi: calciare i rigori e guardare le highlights delle partite”.
La classe ’92 originaria di Salerno poi sposta l’attenzione su una calciatrice che vorrebbe incontrare in particolare: “Mi piacerebbe incontrare Eleonora Goldoni, tra l’altro amica di un amico e collega Andrea Pulcini, opinionista sportivo e grande appassionato di calcio femminile. Le chiederei se memore dell’esperienza di studi all’estero come pensa si evolverà in Italia il calcio femminile. Sarei curiosa di chiedergli anche come affronta i ‘pregiudizi’ sul suo aspetto fisico, vedendo puntare l’attenzione più sui tuoi interessi ‘extra calcio’ , come la moda per esempio, che sulla calciatrice”. 

La competente redattrice ed opinionista, laureata in giurisprudenza, sul momento del calcio femminile poi evidenzia: “Il passaggio al professionismo è un risultato che ripaga gli sforzi fatti da queste ragazze negli ultimi anni, sia a livello di club che di nazionale. Per quanto riguarda il coinvolgimento dei club maschili è un segnale evidente della crescita e dello sviluppo, a medio lungo termine, di questo sport. Come ci dimostra la serie cadetta del campionato femminile a breve avremo molte squadre che in Serie A possono contare sul supporto di una squadra maschile”.
Il volto della trasmissione OnlyFrans, in onda tutti i venerdì sera dalle ore 21 alle 23 su Cittaceleste Tv, poi sull’interesse sul movimento sottolinea: “La fruizione da parte del grande pubblico, e soprattutto la visibilità ad ampio raggio, è sempre stato un problema per il calcio femminile che ora sembra, grazie al supporto principalmente di DAZN e della Rai essersi stabilizzata, ottenendo in particolare per quanto riguarda la serie A e la Champions League una sua visibilità. Grazie a Sky gode della copertura anche della Coppa Italia e della Supercoppa italiana. Manca forse un piccolo sforzo per dare anche alla B la visibilità che, per la qualità e per l’impegno delle ragazze della serie cadetta, meriterebbe”.

La giornalista, iscritta all’Ordine, poi  parla della Nazionale del CT Soncin: “La sua nomina è arrivata un po’ a sorpresa, in quanto in molti si aspettavano tecnici già a loro agio con il femminile, quindi allenatori di grandi club della Serie A. Bisogna dare merito all’attuale tecnico di essere stato in grado di creare un buon gruppo e una buona alchimia. La sua bravura è stata quella di creare una connessione con gli allenatori delle selezioni ‘under’ che il mondo del femminile ha. Si nota, quindi, l’intelligenza e la bravura nel saper selezionare delle ragazze e saper dialogare con chi le ha allenate nelle selezioni minori prima di lui.”
Sulle Azzurre, invece, Rossella poi ci confida: “Potrebbero recitare il ruolo di mina vagante al prossimo Europeo. La classica squadra da evitare, perché come si sta dimostrando anche la Nations League giocare contro l’Italia non è facile e Soncin è stato bravo a portare a casa risultati importanti contro nazionali ben più blasonate della nostra”.

Sul tema ex calciatori approdati nel calcio femminile Rossella rincara la dose continuando: “Gli ex calciatori che si approcciano a questo mondo possono portare e portano il loro bagaglio di esperienza a livello tecnico tattico. Da pochissimi anni in Italia esistono scuole calcio in cui le bambine si allenano fra di loro, poiché le calciatrici di questa generazione hanno vissuto il loro percorso in parallelo con i maschi fino ai 12-13 anni per poi dedicarsi esclusivamente ad allenamenti mirati fra di loro”.
In chiusura di chiacchierata la stimata giornalista aggiunge: “Questo ha fatto sì che molti concetti, a livello di tecnica individuale, non siano stati in età infantile sviluppati in maniera corretta per cui ex giocatori professionisti, danno l’opportunità a queste ragazze di poter apprendere certi movimenti e certi dettami tattici nel miglior modo possibile. Ed è in errore chi pensa che molti ex calciatori entrano nel femminile perché non hanno trovato il loro spazio nel maschile in quanto quasi tutti lo fanno per godere dell’entusiasmo, della gioia e del piacere che hanno queste ragazze nello stare in campo. Molti vivono il femminile come un’esperienza rigenerativa della propria anima”.

More Women in Football: la Juventus si schiera al fianco della donna in occasione dell’8 marzo

Credit Photo: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

La Giornata Internazionale per i Diritti della Donna viene ricordata tutti gli anni nelle scuole, in buona parte dei posti di lavoro, nella vita quotidiana delle persone. La mimosa la fa da padrona, e riempie con il suo profumo particolare quasi tutte le case: viene quindi ricordata come una festa, un qualcosa di bello da festeggiare. Si sa, però, che la storia realmente accaduta ha delle sfumature tutt’altro che positive e, come qualsiasi giornata così importante, non bastano 24 ore per renderle giustizia. 24 ore sono solo una piccola goccia in un oceano d’insulti, minacce e, soprattutto, ipocrisia mascherata da perbenismo.

Purtroppo emerge ancora a profusione nei commenti, negli stadi, sotto ai post, nelle chiacchiere da bar, che certe cose sono considerate soltanto appannaggio degli uomini, tra cui il calcio, simbolo della virilità e, soprattutto in Italia, lo sport cardine della vita quotidiana. Non c’è posto, per le donne, in quest’ambiente o, se c’è, è tale solo in ruoli marginali, di poco conto: una donna non può permettersi di rubare la scena agli uomini e, in ogni caso, quello che lei gioca con gli scarpini ai piedi non è calcio, perché “anche il calciatore maschio più scarso è più forte della donna più brava”, secondo buona parte dei commenti e delle persone che, fondamentalmente, il calcio femminile non l’hanno mai guardato neanche per sbaglio.

In questa giornata che ha sempre un retrogusto un po’ amaro, la Juventus si schiera al fianco delle donne, come fa da dieci anni a questa parte. Sulla pagina Instagram ufficiale della Juventus Women è stato pubblicato un post che ritrae Lisa Boattin insieme ad altre due bambine e lo slogan “More Women in Football”, più donne nel calcio. La squadra bianconera, dopo aver innescato i percorsi delle giovanili, ha lentamente costruito un vero e proprio impero che, grazie al suo impegno nella crescita del settore femminile, ora conta squadre che vanno dalla U-10 alla U-19, un traguardo davvero importante e con un occhio verso al futuro del movimento, considerato anche il grande numero di calciatrici che ricevono la chiamata in Nazionale.
Sempre sul sito ufficiale della squadra piemontese è stato riportato un dato allarmante: una grande percentuale di ragazzine smette di praticare sport prima dei 15 anni un po’ per la pressione scolastica, un po’ per le insicurezze, un po’ per il disagio nel vedere il proprio corpo che cambia, un po’ perché mancano i modelli di riferimento. Solo la visibilità e il giusto rispetto nei confronti delle calciatrici e del loro lavoro (tale solo se giocano in Serie A, poiché unica categoria con il professionismo) potranno, con il tempo, cambiare le cose e la mentalità degli italiani, ancora fossilizzata sull’importanza del maschio e del bisogno della donna in cucina, o a stendere i panni.

Lisa Boattin ha speso qualche parola per raccontare quanto il calcio sia importante per lei, e che cosa significhi avere il privilegio di aver realizzato il suo sogno: «Da grande tifosa della Juventus, giocare con questa maglia è sempre stato per me un sogno. A questo si aggiunge anche l’orgoglio di far parte di un club che sta facendo veramente tanto per il calcio femminile e per le nuove generazioni di giovani calciatrici. Grazie al lavoro e alla crescita quotidiana in un ambiente professionistico e ben organizzato, oggi le ragazze del nostro settore giovanile possono provare sin da piccole a realizzare il mio stesso sogno, cosa che per me alla loro età era impensabile», ha dichiarato dopo aver posato per la foto citata poc’anzi insieme a due giovani calciatrici del vivaio bianconero.

Una canzone recitava, nel suo testo, che sarebbe bello avere Natale tutto l’anno. Per quanto il messaggio di condivisione del Natale sia bello, speciale e veritiero, forse, sarebbe più bello avere rispetto nei confronti della donna tutto l’anno, e smettere di leggere o ascoltare certe notizie ai telegiornali in cui le donne sono direttamente coinvolte per colpa “dell’altro sesso”. Solo allora la “Giornata Internazionale dei Diritti della Donna” sarà soltanto un rafforzativo di qualcosa che c’è già e potrà essere a tutti gli effetti una “festa”. Fino a quel momento, ancora molto, molto lontano, si può solo fare in modo che le cose cambino, in meglio.

Buona Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, con l’augurio che presto diventi un qualcosa che caratterizza la normalità e non 24 ore di flussi infiniti di post, frasi fatte e dichiarazioni volte a lavarsi la coscienza.

Ci siamo anche noi donne: le calciatrici nel mondo sportivo e pubblicitario

Il calcio femminile è ormai una realtà che si è diffusa a livello mondiale. Tante sono le bambine che esprimono desiderio di praticare questo sport che, per lungo tempo, si è erroneamente pensato fosse riservato soltanto agli uomini. Il mondo occidentale ha accettato, anche se non sempre di buon grado, l’introduzione di un settore femminile che, con tutte le difficoltà del caso, è riuscito ad oggi ad avere un suo spazio di crescita.  I nomi di campionesse come Sam Kerr, Alexia Putellas e Aitana Bonmatì (solo per citarne alcuni), sono diventati ormai di dominio pubblico sia per le loro gesta sul rettangolo verde che per le loro forti prese di posizione in materia di diritti umani e parità tra uomo e donna.

Mentre i paesi nordici ma anche Francia, Inghilterra e Spagna (nazione vincitrice dei mondiali 2023) hanno goduto di un grande incremento sia di sponsor che del numero delle tesserate (più di 200.000 a fine 2022), l’Italia si trova, per diverse ragioni, in una posizione  più arretrata rispetto agli altri paesi europei. La prima di queste è sicuramente di tipo cronologico: in Italia il movimento calcistico femminile è partito più tardi, e in questi anni ci sono stati diversi passi avanti. Sarebbe, inoltre, necessario un cambio di mentalità talvolta ancora troppo ancorata alla convinzione errata che le ragazze non possano giocare a calcio oppure non possano giocare un buon calcio. Se è vero che il calcio femminile non è paragonabile al maschile a causa della diversa costituzione fisica delle donne e degli uomini, è pur vero che per l’attaccamento alla maglia, per la passione e l’impegno impiegato dalle atlete giorno dopo giorno, per i risultati ottenuti  nel tempo le ragazze meritano di dire la propria anche in questo ambito. Ogni conquista e ogni traguardo raggiunto, avendo iniziato quando nessuno credeva possibile che le donne potessero vestire dei pantaloncini e scendere in campo, ha un grande un significato. Ecco perché quando si è saputo che finalmente le nostre calciatrici avrebbero potuto affrontare il campionato da professioniste la notizia è stata accolta con gioia da tutti coloro che tengono al movimento e si sentono emotivamente coinvolti dalle gesta delle atlete.

Le ragazze, ormai meno disposte a cedere ai tabù e ai retaggi culturali, si mostrano con orgoglio vestendo i propri pantaloncini da calcio nell’intento di urlare il proprio messaggio di inclusione. Lo fanno quando scendono in campo a difendere i propri colori, lo fanno in Nazionale e utilizzano anche i social e le pubblicità. Ne è un esempio la pubblicità uscita nel  dicembre 2023 che mostra una squadra della Serie C bergamasca, la Polisportiva Monterosso, sponsorizzare il noto marchio di intimo che fa da sponsor principale alla società. Al di là dello sponsor in se, utilizzare i mass media e i social per parlare di calcio femminile è un utile strumento per farsi conoscere, dato che la comunicazione multimediale ad oggi è la cassa di risonanza di qualsiasi messaggio si voglia veicolare e nel maschile questo si fa da parecchi anni.

Vorrei concludere questo articolo in modo diverso dagli altri. Vorrei lasciare la parola a voi che nei commenti, se vi va, potete rispondere ad una domanda: quali sono i punti di forza del messaggio che le ragazze vogliono veicolare? Nel prossimo articolo sull’argomento pubblicherò alcune delle vostre risposte, l’intento è un dialogo sull’argomento “inclusione” che coinvolga tutti perché credo sia importante per creare un legame che esuli dalla pagina scritta in argomenti di forte attualità come questo tema.

Max Canzi, Juventus Women, in finale di Coppa Italia: “Sono orgoglioso delle ragazze e di come sta andando la stagione!”

Credit Photo: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Il primo anno da tecnico della Juventus Women, per Massimiliano Canzi, è cominciato bene e potrebbe, visti i risultati ottenuti dalla squadra fino a questo momento, finire ancora meglio. Con l’unico rammarico della Champions League, le bianconere hanno disputato un torneo di Coppa Italia a tratti difficile, come si è visto contro la Lazio, ma che le ha condotte, partita dopo partita, alla finale contro la Roma di Alessandro Spugna. Un risultato positivo, che infonde fiducia nella squadra e permette alle ragazze di credere ancora di più nelle loro capacità.

Al termine della vittoria di misura per 1 a 0 contro la Fiorentina, l’allenatore della Juventus ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza. Si è dapprima soffermato sull’importanza della partita, sul suo valore e su quello dell’avversaria contro cui le sue ragazze sono scese in campo. Il tecnico non ha però dato adito a quanto si vocifera già riguardo lo scudetto, una parola che non viene ancora pronunciata forse un po’ per scaramanzia, e un po’ perché mancano altre decisive partite prima di decretare l’eventuale vittoria con la matematica, perché è sempre meglio aspettare fino all’ultimo prima di festeggiare. Sull’altro fronte, quello della Coppa Italia, era importantissimo centrare la Finale e tenerlo aperto fino alla fine, un obiettivo che la squadra aveva all’inizio della stagione e che, grazie alla bravura della rosa, al gruppo che si è creato e alla gestione dei momenti della partita, è stato possibile raggiungere: «Era una partita importantissima, di quelle che non si potevano sbagliare: abbiamo centrato l’obiettivo della finale. Siamo contenti di come sta andando questa stagione e innanzitutto va dato merito a chi ha fatto inserimenti di qualità nella rosa, che è il primo aspetto fondamentale. Noi cerchiamo di dare concetti semplici e chiari, il gruppo è coeso e accogliente, e questa è una cosa importante. Dopodiché non è tempo di fare nessun tipo di bilancio, perché come al ristorante, il conto arriva alla fine.»

In chiusura, Canzi ha posto la sua attenzione sulla futura finale contro la Roma, l’unica formazione della Serie A che, in campionato, è riuscita a superare le bianconere. La squadra piemontese preparerà la partita al meglio per provare ad aggiudicarsi il trofeo, ma è ancora lontana, ed è importante concentrarsi su ogni singola partita di quelle che attendono le ragazze di qui alla fine della stagione su tutti e due i fronti per non perdere la bussola; l’allenatore non ha poi nascosto di ritenersi soddisfatto di quanto fatto fino a questo momento dalla sua squadra e del cammino che le ragazze stanno portando avanti giorno dopo giorno: «La finale? Come sempre una partita a sé stante, intanto siamo felici di essere in finale, e ora resettiamo e da domani si pensa al campionato. Speravo, però, di essere in questo momento della stagione in ballo in due competizioni, e così è.»

All’asta le maglie dell’Hellas Verona Women per la Giornata Internazionale della donna

Credit Photo: Stefano Petitti - Photo Agency Calcio Femminile Italiano
Sabato 8 marzo, si celebra la Giornata internazionale della donna. In occasione del prossimo turno di campionato, Hellas Verona Hellas Verona Women hanno deciso di scendere in campo, per le rispettive partite contro Bologna e Orobica, con una patch dedicata a questa ricorrenza. Le maglie andranno poi all’asta e il ricavato sarà destinato a HV Foundation.

Entrambe le formazioni, in occasione delle rispettive gare, indosseranno delle maglie con una patch dedicata che riporta la scritta ‘Kick-off respect‘, con un piccolo logo rappresentante un tacco e una scarpa da calcio uniti da un filo. Il claim riprende lo slogan utilizzato già nelle due scorse stagioni dall’Hellas Verona Women per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e mira a dare continuità all’imprescindibile valore del ‘rispetto’, filo conduttore che lega le due Giornate.

ragazzi di mister Zanetti affronteranno domenica alle ore 12.30 il Bologna e giocheranno con il Third Kit. La patch dedicata alla Giornata internazionale della donna verrà posizionata all’interno della maglia, appena sotto il colletto. Nella stessa giornata, alle ore 14.30, l’Hellas Verona Women sfiderà in trasferta l’Orobica. Le ragazze di mister Venturi indosseranno sempre il Third Kit, con la patch in questo caso posizionata sul fronte della maglia.

In entrambi i casi, le maglie delle calciatrici e dei calciatori gialloblù saranno messe all’asta su Matchwornshirt già al fischio d’inizio delle rispettive partite. Il ricavato sarà destinato a ACISJF Protezione della Giovane.

Una maglia con una patch speciale, dedicata a tutte le donne, per una causa altrettanto importante.

Vero Boquete, Fiorentina femminile: “Sono due sconfitte, ma veramente ci devono dar fiducia”

Credit photo: Emanuele Colombo - photo agency Calcio Femminile Italiano

La partita di ritorno delle semifinali di Coppa Italia tra Fiorentina e Juventus, giocatasi in trasferta a Biella si è conclusa con il risultato di 1-0 per le padrone di casa. Finisce, dunque, ad un passo dalla finale l’avventura delle gigliate nell’ambita competizione.

Vero Boquete, per l’occasione capitano Viola, intervistata nel post partita sull’andamento della gara, ha esposto le motivazioni della propria squadra. La Fiorentina, sotto di un gol anche nella gara di andata, aveva la necessità di vincere per poter passare il turno. Quello che è successo in campo, però, ci ha offerto un altro scenario perchè, per quanto le gigliate si siano mosse bene sul rettangolo verde, non sono riuscite a concretizzare mandando la palla in rete. Ci è mancato il gol. Sapevamo che dopo il 2-3 dell’andata dovevamo vincere e per quello devi fare gol. Quando loro hanno segnato la rete dell’1-0 è stata dura, ma la squadra è rimasta a testa alta e ci ha provato fino all’ultimo. Credo che questa sia la nota positiva di oggi“. 

Cercando un lato positivo, questo è sicuramente l’atteggiamento in entrambi gli scontri della semifinale che hanno mostrato una squadra combattiva e intenzionata a dare il massimo. Lo stesso stato d’animo dovrà servire per proseguire in maniera fruttuosa la poule scudetto in modo da riuscire ad essere una delle prime tre squadre nella classifica di serie A  e tornare a competere in Europa.
Sì, sicuramente pensiamo a questa eliminatoria. Abbiamo fatto un 2-3 all’andata e un 1-0 al ritorno. Sono due sconfitte, ma veramente ci devono dar fiducia perché abbiamo giocato contro una buona squadra e abbiamo saputo combattere, essere una squadra competitiva. Questo per la poule scudetto è fondamentale. Manca ancora tanto e dobbiamo pensare partita dopo partita per fare tutti i punti necessari da poter restare tra le tre prime in classifica“.

Nadia Nadim al convegno “Giusti nello Sport”: “Il calcio è stato fondamentale per me. Me ne sono innamorata nel campo profughi in Danimarca.”

Photo Credit: Francesco Passaretta - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Giovedi 6 marzo, alle 15:30, si è svolto un convegno in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 26 a Palazzo Marino a Milano organizzato dalla Fondazione Gariwo, in collaborazione con il Comune di Milano, le Nazioni Unite e il CONI. Questo evento, intitolato “Giusti nello Sport” in occasione delle Giornata Mondiale dei Giusti, ha voluto sottolineare l’importanza dello sport nell’influenzare positivamente i rapporti che si possono creare anche tra avversari.

Al convegno ha partecipato il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente del consiglio comunale, Elena Buscemi, il presidente della Fondazione Gariwo, Gabriele Nissim, e altri relatori anche provenienti dal mondo del calcio come Zvonimir Boban e il centravanti rossonero Nadia Nadim.
La numero 9 danese classe 1988 è entrata nella storia del calcio femminile italiano grazie alla rete segnata nel primo Derby di Milano giocato a San Siro e terminato 1-1. Quella è stata anche l’unica marcatura nelle 13 apparizioni stagionali e in tutta la sua avventura milanista. A Nadim, con il passare delle partite, è stata preferita Evelyn Ijeh ma il ruolo dell’ex Paris Saint-Germain va oltre alla sua presenza in campo dato che ha nel proprio bagaglio un’infinita esperienza che le permette di essere assolutamente utile nello spogliatoio del Milan ricco di giovani promesse che hanno bisogno di queste personalità per crescere nel migliore dei modi.
Durante il convegno “Giusti nello Sport”, come riporta MilanPress.it, è intervenuta così riguardo al suo difficile passato e a come si è avvicinata a questo sport: “Prima di tutto grazie a tutti e buon pomeriggio, sono onorata di essere qui. Il calcio, come è stato detto, ha giocato un ruolo fondamentale nella mia vita. Io sono nata in Afghanistan dove le ragazze non avevano la possibilità di praticare questo sport, non c’erano diritti. Solo quando sono arrivata in Danimarca, nel campo profughi, per la prima volta ho visto il calcio, ho visto una ragazza che giocava e in quel momento mi sono innamorata di questo gioco. Volevo sentire quello che sentiva questa ragazza, gioia, fedeltà, queste sensazioni. In questi anni mi sono dedicata a questo gioco e non ho mai lasciato andare il pallone. Mi ha insegnato tutto quello che so su di me, sulla mia vita, ed è stato un vero e proprio portale che mi ha permesso di entrare in questa società, di girare il mondo ed essere qui oggi”.

Federica Cafferata, Lazio: “Dare il massimo per dimostrare che meritiamo di più”

Photo Credit: Giuseppe Fierro - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

La Lazio affronta oggi il Napoli Femminile nella seconda giornata della Poule Salvezza di Serie A. In casa biancoceleste a parlare, ai microfoni del club, è stata Federica Cafferata che sul match ha dichiarato:  “C’è davvero grande entusiasmo nello spogliatoio. Noi siamo positive, l’obiettivo più importante è arrivare come sesta forza del campionato”.

Il difensore classe 2000, in prestito dalla Juve, ha poi aggiunto sull’avventura nella Capitale: “Per me è uno stimolo avere compagne di alto livello, spesso anche a fine allenamento lavoriamo insieme. Mi sto trovando bene in questo gruppo e sono molto felice di avere avanti un allenatore come Grassadonia. Mi sta dando qualcosa di importante”.

Sul match alle porte, invece, l’ex della sfida, che ha giocato anche con Fiorentina, Sampdoria e Genoa, ha sottolineato: “Il fatto che abbia cambiato allenatore ci fa capire che ci tengono e l’attenzione è alta. Hanno dimostrato di essere un’altra squadra, non è una gara facile e da non sottovalutare. A noi mancano quattro punti alla salvezza. Proviamo ad arrivarci quanto primo, cercheremo di dare il massimo perché vogliamo dimostrare che meritiamo di più”.

La Serie A e la Serie B Femminile celebrano la Giornata internazionale dei diritti delle donne. Le attività del weekend sul tema della violenza digitale

L’ultimo episodio, in ordine di tempo, ha riguardato una giovane arbitra di 16 anni, invitata ad ‘andare a fare gli gnocchi’. Quello dell”hate speech’ nei confronti delle donne impegnate su un campo di calcio è infatti un fenomeno ancora troppo diffuso. Ed è proprio alla violenza digitale di genere che la Divisione Serie A e la Divisione Serie B Femminile hanno scelto di dedicare le attività relative alla Giornata internazionale dei diritti delle donne: 8 marzo, non ‘festa’, perché in questo caso c’è poco da festeggiare, ma ‘giornata’, di sensibilizzazione sul tema dei messaggi sessisti e denigratori che da virtuali finiscono per avere un impatto reale nella vita delle donne e, in questo caso, delle calciatrici che li ricevono.

Prima delle quattro gare di Serie A (due di poule scudetto e due di poule salvezza) in programma tra sabato e lunedì, le capitane e la squadra arbitrale dopo il sorteggio poseranno per una foto con un cartello predisposto per l’occasione, contenente alcuni commenti negativi di natura sessista come se ne rintracciano con facilità sotto molti contenuti social dedicati al calcio giocato dalle donne.

L’attività, che si aggiunge a #MAIPIÙ, la campagna permanente istituita contro la violenza di genere nel settembre 2023, sarà promossa anche tramite la lettura di un testo dello speaker degli stadi di Serie A e Serie B Femminile prima delle gare del weekend, con l’invito a sfruttare tutti gli strumenti messi a disposizione dalle piattaforme per segnalare tutti i commenti inopportuni e gli account che se ne rendono protagonisti.

“L’8 marzo è una data e una giornata che non può rimanere isolata nel ricordare le donne, metterle al centro dell’attenzione mediatica, sollevare le loro necessità e le ingiustizie e disuguaglianze che ancora, purtroppo, le riguardano e ci riguardano – ha dichiarato la presidente della Divisione Serie A Femminile, Federica Cappelletti -. Quotidianamente siamo costrette a leggere frasi denigratorie e spesso sessiste che ci fanno capire quanto ancora la problematica sia radicata all’interno del nostro sistema e quanta strada ci sia ancora da fare. Fare campagne sporadiche serve a poco, anche se può essere utile a portare alla luce una disparità di genere che ancora esiste e insiste e che nel 2025 non è più accettabile. Diciamo basta. Diciamo MaiPiù”.

“Continuando a chiamare l’8 marzo ‘festa’, sembra che la questione dei diritti passi in secondo piano – ha sottolineato la presidente della Divisione Serie B Femminile, Laura Tinari -. Il nostro intento invece è celebrare questa Giornata perché il diritto delle ragazze e delle bambine di giocare a calcio, il diritto di divertirsi correndo su un campo e calciando un pallone, il diritto di farlo serenamente e senza dover essere oggetto di scherno e violenza verbale sia ribadito su tutti i campi e in tutte le categorie”.

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