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Elena Linari, Fiorentina Women’s: “Sogno la vittoria con la Juve nel loro momento migliore. Nazionale? La svolta è ora”

“Per una vita dietro ad un pallone, per quelli che hanno avuto un occasione” cantavano i Finley nella loro ‘Undici‘ qualche anno fa. Un’esistenza dedicata al rettangolo verde, prima da tifosa (ovviamente viola), quindi da autentica protagonista per la squadra della sua città. L’occasione che ha avuto – e che sta avendo – Elena Linari è di quelle irripetibili: conquistare lo scudetto con Firenze nel cuore e cullare il sogno di andare ai Mondiali di Francia dopo 20 anni di assenza nell’anno del clamoroso fallimento dei colleghi maschi. Tuttavia, la settimana che attende le ragazze con il tricolore sul petto è di quelle al cardiopalma: venerdì il calendario le metterà di fronte per la prima volta alla Juventus, non solo capolista, non solo a punteggio pieno, ma che per la città di Firenze rappresenta sempre una partita a sé. In esclusiva per Violanews.com, Elena ci ha raccontato a tuttotondo le sue sensazioni di una vita e di un sogno chiamati calcio.

La Fiorentina viene da un successo incoraggiante sul Valpolicella. Qual è attualmente lo stato di forma della squadra?
“Secondo me siamo una squadra forte. Loro erano in un momento ottimo, ma eravamo noi più che altro ad essere in un periodo negativo. Sabato ho rivisto lo spirito che era mancato ultimamente, probabilmente dovuto ai tanti impegni o ad altri fattori. Avevamo bisogno di fare ‘un passo indietro’ e rimetterci a disposizione del gruppo. Per noi è stata molto importante quella vittoria”.

A livello di gruppo come sta andando il rapporto con le nuove giocatrici, che sono spesso straniere?
“Indubbiamente, quando ci sono ragazze straniere, queste devono adattarsi in tutti i sensi a partire dalla lingua. A parte questo, riconfermarsi è sempre difficile sia per le giocatrici – con tanti allenamenti in più e impegni europei – sia per la società. All’inizio è stato un po’ difficile per tutti, mentre ora la situazione si è evoluta. Penso che da ora in poi vada a migliorare”.

A proposito di straniere: il fatto che comincino ad essercene molte è un bene per il nostro campionato?
“Sicuramente la loro mentalità è diversa rispetto alla nostra. Deve essere la società che la accoglie e sviluppa le loro caratteristiche. Purtroppo nel nostro Paese non possono ancora arrivare delle Top Player, ma quelle che vengono da noi sono comunque ottime giocatrici nei loro club. Loro ci possono insegnare qualcosa su allenamenti e professionismo, mentre da noi possono imparare la tattica. Questo permette anche di far conoscere all’estero il nostro calcio”.

La prossima partita è quella con la Juventus: che effetto ti fa affrontare le tue compagne di Nazionale e del Brescia? Quella con le bianconere sarà senza dubbio una partita speciale…
“La maggior parte delle ragazze che erano con me a Brescia sono di fede juventina, quindi sentiranno molto la partita. Ho un ottimo rapporto con loro, ma per una fiorentina come me che ancora si ricorda l’incredibile 4-2 al Franchi, giocare con la Juve è una delle partite più belle ed emozionanti che ci possa essere. Penso quasi di aver coronato un sogno, oltre allo scudetto e alla Champions al Franchi. Sarebbe importante vincere, perché ci rimetteremmo in gioco: voglio vedere la Fiorentina determinata e convinta e fare una bella prestazione. Come è successo a noi l’anno scorso, ora loro sono nel momento clou e hanno tutti i riflettori puntati addosso. Ci saranno anche la diretta tv e tanti tifosi: un’ottima occasione per provare a interromperlo”.

A proposito di diretta tv: Rai Sport ha scelto di dare spazio al calcio femminile. Quanto è importante per voi?
“Questo è quello che speravamo. È un piccolo passo verso l’apertura dei media nei nostri confronti. Se la comunicazione non passa dal calcio femminile non riusciremo mai ad avere visibilità e fondi. Il fatto che la Rai abbia scelto di investire nel nostro movimento e trasmetterlo per noi deve essere un motivo di orgoglio e responsabilità: dobbiamo farlo al meglio e mi auguro che venerdì sera possa essere una bella occasione”.

Ieri Patrizia Panico ha detto che secondo lei quella con la Juve è l’ultima chiamata in chiave scudetto. Sei d’accordo?
“I punti parlano da soli, la distanza con la Juve è tanta. Il campionato è equilibrato e lo sappiamo. Se perdiamo è normale che dovremo ridimensionare qualcosa. Penso che la cosa principale debba però essere il pensare prima a giocare bene al di là del risultato, perché la serenità mentale porta poi a fare bene indipendentemente dal risultato. Non vincere ti esclude da tante cose e lo sappiamo, ma penso che dovremo andare là consapevoli della nostra forza e che la più grande pressione ce l’hanno loro”.

Sei una delle colonne della Nazionale, che da 20 anni non centra la qualificazione ai Mondiali. Nell’anno in cui la formazione maschile ha clamorosamente fallito l’accesso in Russia siete ancora più determinate nel raggiungere il traguardo?
“Nessuno si sarebbe aspettato l’eliminazione degli uomini e ci ha lasciato molto dispiacere. Per noi è il momento della svolta. Dobbiamo raggiungere quell’obiettivo che già era nel mirino prima. Lo vogliamo tutti quanti: 20 anni di assenza sono tanti, ma raggiungerlo ora potrebbe permettere al calcio femminile di essere visto con un altro occhio e con molta più gente che può seguirci”.

A livello di avversarie, è il Belgio l’avversario più duro sul vostro cammino verso la Francia?
“Era difficile anche il Portogallo. Avevamo la squadra dimezzata a causa di alcune indisponibilità e non era semplice fare risultato pieno. Non è scontato vincere con loro, ma ora l’attenzione va verso il Belgio, che ha vinto 1-0 con le lusitane. Questo fa capire che sono avversarie alla nostra portata e che possiamo farcela. Ad aprile affrontiamo le belghe e speriamo di avere un grande supporto e continuare il trend di risultati positivi”.

Tu sei abituata agli impegni europei con l’Azzurro, ma farlo per la prima volta con la Fiorentina che sensazione ti ha dato?
“Avevo già affrontato il Fortuna Hjorring e il Wolfsburg con il Brescia e avevo ben chiara la forza di entrambe. Non era scontato passare contro le prime e per noi è stato un grande risultato. Quando giochi la Champions è un sogno che si realizza, specie se lo fai con la maglia della squadra per cui tifi e nello stadio in cui sei stata tante volte a tifare. Io ho veramente pianto quando sono entrata con il pullman sotto allo stadio, lacrime di emozione e incredulità”.

Credit Photo: Cristiano Luca Martini

Barbara Bonansea e il throwback di Brescia: “Quel campo…”

Sono passati alcuni giorni dal big match tra Brescia Femminile e Juventus Women ma i brividi e le emozioni non sono passate inosservate. Diverse erano le ex del match che durante il mercato estivo sono passata da Leonesse a giocatrici bianconere. Per citarne alcune Valentina Cernoia, Sara Gama, Martina Lenzini, Martina Rosucci, Cecilia Salvai e Barbara Bonansea.

Proprio quest’ultima ha condiviso sui social diversi momenti:

Per il prepartita: “‘Tremano le gambe mentre ride il cuore’ 🔺Una partita che sa di casa.. Brescia – Juve #campionato diretta RaiSport ore 12.30 🔊 #ricordi#emozioni #bb”

La soddisfazione del risultato finale che ha visto le bianconere portarsi a casa la vittoria con un poker: “Brescia 0-Juventus 4 ⚪️⚫️ che partita ragazze. Concentrazione e coraggio per 90’. #bravetutte #bb #juve #beautiful 💪🏻😍”

Infine nonostante l’addio a Brescia, il pezzo di cuore e la memoria dei passi mossi al “Club Azzurri”: “Quel campo.. 😍 sono state emozioni, profumi, sguardi, abbracci, ricordi. Tutto in un solo cuore. #remember #heart #bcf #juve #bb 

Ora invece tutto sarà focalizzato per il prossimo incontro e grande match che vedrà la Juventus ancora protagonista, ma questa volta come avversaria ci sarà la Campionessa in carica Fiorentina Women’s.

Credit Photo: Federica Scaroni

Ingrid Spord è una calciatrice della Fiorentina Women’s FC

La Fiorentina Women’s FC comunica di aver aggiunto al proprio organico la calciatrice norvegese Ingrid Spord. Nata il 21 Luglio 1994 a Bergen (NOR), centrocampista, la Spord è titolare della Nazionale Norvegese femminile e sarà a disposizione di Mister Fattori e Mister Cincotta a partire dal match di venerdì sera contro la Juventus. Nella stagione passata ha giocato con la squadra norvegese del Lillestrom Kvinner.

Credit Photo: Getting Images

Brescia lavoro al De Paoli e testa al Mozzanica. Martina Tomaselli, Paola Boglioni e Serena Magri in U17

Terzo giorno di lavoro al De Paoli di Sant’Eufemia per le leonesse, che dopo il doppio di martedì fra palestra e campo, hanno svolto mescoli una seduta contraddistinta da una breve riunione tecnica per poi passare ad esercizi di attivazione e lavoro con il pallone. 

Ranghi ridotti quelli al soldo di mister Piovani date le partenze alla volta del ritiro dell’Italia under 17 del ct Migliorini all’Acquacetosa di Tomaselli, Boglioni e Magri. 

A queste si aggiungono gli stop di Di Criscio per affaticamento, Marchitelli (ai box per un taglio al ginocchio che le impedisce il corretto movimento della gamba) e Mendes, che nella giornata di ieri ha rimediato una testata in un contrasto in allenamento e che dovrà osservare qualche giorno di riposo. Per la portoghese difficile il recupero per il sentito derby contro il Mozzanica, anche se i nodi saranno sciolti solo nelle prossime ore.

Giovedì 7 dicembre allenamento alle 14.30 con rifinitura della sfida di sabato 9 dicembre contro le bergamasche (valida per l’ottava giornata di serie A I Dolci Sapori, calcio d’inizio ore 14.30), venerdì previsto riposo per le festività dell’8 dicembre.

Credit Photo: http://www.bresciacalciofemminile.it/

Mozzanica: tu per tu con…Margherita Salvi

Il ruolo del portiere è da sempre nell’immaginario collettivo tra i più affascinanti. Si dice che per diventare un buon portiere bisogna essere un po’ pazzi ed esempi di questo tipo non ne mancano sicuramente: Walter Zenga, Peter Schmeichel, Bruce Grobbelaar, René Higuita, ma soprattutto Jean Marie Pfaff, indimenticabile portiere del Belgio che conquistò il suo storico quarto posto ai mondiali di Mexico 1986. Pfaff era un personaggio incredibile, uno dei migliori interpreti del suo ruolo, ma divenne famoso anche per i suoi atteggiamenti irriverenti e sdrammatizzanti sul terreno di gioco. Sempre sorridente, venne soprannominato El Simpatico dai giornalisti messicani. Con la nazionale fu protagonista di un episodio in particolare che ne fa capire il carattere: preso di mira dai tifosi avversari viene fatto oggetto di un lancio in campo di ortaggi. Lui raccoglie da terra una mela e inizia a mangiarla appoggiato al palo. Forse non arriverà a questi livelli, ma la nostra Margherita Salvi, arrivata in estate dall’Orobica, quanto a essere sorridente non è di certo meno del grande portiere belga. Fisico statuario, riccioli biondi e occhioni azzurri che le illuminano il viso, Margherita incarna alla perfezione la versone femminile (di gran lunga migliorata) di Jean Marie Pfaff.

Nome: MARGHERITA SALVI
Ruolo: IL PIU’ BELLO E DIFFICILE
Soprannome: JEAN-MARIE PFAFF

Verona, il tuo esordio col Mozzanica in una partita delicata. Al 93’ blocchi l’ultimo tiro delle avversarie, forse la tua parata più importante fino ad oggi, sei d’accordo?
Forse sì, ma non era una parata particolarmente difficile e poi un portiere è lì per quello no? Diciamo che esordire in campionato proprio in una gara così particolare è stata una bella emozione. Venivamo da un periodo non roseo e quella vittoria ci ha dato una bella spinta nel morale, perché è arrivata su di un campo da sempre ostico, contro una rivale storica. Alla vigilia il mister mi ha tenuto sulle spine, comunicandomi che probabilmente Gaelle non ce l’avrebbe fatta, ma la conferma l’ho avuta solo alla lettura delle formazioni. Sono entrata in campo con un po’ d’ansia, ma l’ho affrontata nel modo giusto e le compagne mi hanno tutte aiutato molto.

Facciamo qualche passo indietro. Quando inizi a giocare a pallone?
Avevo otto anni. Ho iniziato col nuoto, una disciplina che ho portato avanti anche in seguito. Poi un giorno stavo accompagnando al campo della squadra del mio paese (Villa d’Almé) mio fratello di due anni più giovane, dove avrebbe iniziato la scuola calcio. Tra i maschietti c’era anche un’altra ragazzina e allora una signora mi ha chiesto se volevo provare anch’io… così al campo ci siamo fermati entrambi. Lì restai fino ai tredici anni, cioè fino a quando ho potuto giocare con i maschi. All’inizio ho provato un po’ tutti i ruoli, ma nelle partitelle alla fine finivo sempre in porta, forse anche perché stessa sorte toccava a mio fratello. Da lì non ho più cambiato ruolo, lui invece divenne un difensore in seguito.

La tua prima squadra femminile è l’Atalanta del presidente Maraglino.

Con l’Atalanta feci la trafila nelle selezioni giovanili, giocando prima con le esordienti, poi con le giovanissime ed infine con la primavera, con la quale conquistammo un trofeo Beppe Viola al torneo di Arco di Trento nel 2010, in finale con il Bardolino. A 16 anni passai direttamente in prima squadra per disputare il campionato di A2, alla guida della squadra c’era Samantha Ceroni, che già mi aveva allenato nella primavera e che ho ritrovato qui, come anche Eleonora Piacezzi che faceva parte di quel gruppo. Andrea Scarpellini invece l’ho avuta solo come compagna di allenamenti, poiché prima di approdare alla prima squadra spesso lavoravo con le più grandi, ma venne qui a Mozzanica l’anno che io salii in prima squadra. Disputammo due campionati di A2, ma purtroppo dopo la seconda stagione la società si sciolse.

In quegli anni sei stata chiamata a vestire la maglia azzurra nelle selezioni giovanili.
Quando ero ancora con i maschi del Villa d’Almé feci parte della rappresentativa della Lombardia al torneo delle regioni, mentre con l’Atalanta fui convocata prima in under 17 e poi con la 19. Con l’under 17 disputai il primo girone di qualificazione agli europei in Bulgaria, avrei dovuto partecipare anche alla fase successiva, ma mi infortunai e non fui chiamata. Con la 19 ho disputato il torneo di “La Manga” e la seconda fase del campionato europeo in Olanda. In ultimo ho partecipato a qualche raduno con l’under 23 in tempi più recenti.

C’è una nazionale che è ancora in lotta per partecipare il mondiale e non è quella maschile…

Sì l’Italia è in corsa per una qualificazione che darebbe gran visibilità al movimento. Negli ultimi anni credo che ci sia stato qualche passo in avanti, ma partecipare al mondiale sarebbe davvero la ciliegina sulla torta. Hanno ricominciato a trasmettere le gare del nostro campionato su RaiSport e anche quello è un piccolo segnale che c’è più attenzione verso il calcio femminile.

Dopo l’Atalanta sei andata all’Orobica, con la quale hai giocato per cinque anni, uno dei quali nella massima serie.

Sì andai all’Orobica che avevo diciotto anni, il primo anno non giocai molto, ma nel secondo trovai più spazio e continuità, il che mi aiutò molto nella crescita sotto il profilo tecnico. Quella stagione oltre alle soddisfazioni personali arrivarono anche quello collettive, con la vittoria del campionato e la promozione in serie A. Durante quel torneo, in una delle prime gare, giocavamo con il Mozzecane e al 94’, con noi in vantaggio di un solo goal, viene assegnato un calcio di rigore alle nostre avversarie. Sono riuscita a pararlo e con quella parata ci ha permesso di ottenere tre punti che al termine del campionato si sono rivelati decisivi. Un momento così è di quelli che si sognano per una vita… Purtroppo però non eravamo pronte ad un campionato così difficile come la serie A e l’anno seguente retrocedemmo ancora in B, ma resta comunque un’esperienza molto positiva per me.

Chi è la giocatrice più forte con la quale hai giocato?
Direi senza dubbio Gaelle Thalmann, davvero tanta roba. Da una come lei si impara tanto solo a guardarla, sia in allenamento che in partita. Dall’inizio si è rivelata non solo un esempio, ma anche un sostegno vero e proprio, sia in campo che fuori. Essere la sua riserva non è assolutamente un problema, anzi è un’esperienza stimolante, ma bisogna anche essere pronte a doverla sostituire quando se ne presenta l’occasione. Il nostro è un ruolo delicato, non puoi permetterti mai di sbagliare purtroppo.

Quello di venire a Mozzanica è stata sicuramente una decisione coraggiosa.
E’ stato sicuramente un bel passo, perché voleva dire passare da una B ad una A, ma non solo. Si sa quel che si lascia e non quel che si trova come si suol dire. Venire qui vuol dire giocare con giocatrici che per anni hanno vinto scudetti e coppe. Non è stata una decisione facile, perché sapevo che rischiavo molto, ma alla fine tutto sta andando bene. Con il mister e le compagne mi trovo bene. Devo lavorare tanto per crescere, in particolare so di poter migliorare nella rapidità.

Cosa c’è oltre il calcio nella tua vita?
Lavoro in piscina come istruttrice di nuoto, una passione che non ho mai lasciato perdere del tutto e poi sto studiando per diventare assistente nelle scuole per bambini con disabilità. Mi piace lavorare con i bambini e per il mio futuro mi vedo su questa strada.

Credit Photo: Sergio Piana

Il calcio come sport di contatto: anche per le ragazze?!

Sono molti e diversi i quesiti che le persone si pongono sul calcio femminile, sul fatto che possa essere uno sport solo per maschi in quanto scontri, contatto fisico sono alla base del gioco e la donna è vista per alcuni ancora troppo vulnerabile e poco adatta. L’allenatore del Versilia Calcio Femminile, Antonio Rossi si pone una riflessione sul fatto che il calcio è sia sempre calcio in rosa o meno:

“Il calcio è uno sport di squadra a carattere invasivo, uno sport di contatto.
Il calcio è uno sport di situazione, dove le variabili e le scelte che ogni singola giocatrice viene chiamata ad eseguire non sono mai le stesse.
Il calcio è uno sport di contatto e anche il calcio femminile non sfugge a questa norma.
Duelli, contese, contrasti, spinte di spalla ecc. ecc., fanno parte integrante di questo sport.
È quindi indispensabile allenare l’agonismo, la “giusta” determinazione, la “cattiveria” nelle entrate. Ciò significa insegnare anche il rispetto delle avversarie senza perdere di vista l’obiettivo principale del difendente e cioè la riconquista della palla e la trasformazione di un’azione da difensiva in offensiva.
Questo per accadere deve prevedere due tipi di situazione:
La riconquista della palla tramite intercetto;
La riconquista della palla tramite contrasto.
Mentre nel primo caso raramente si avrà un contatto con l’avversaria, nel secondo caso si avrà certamente una situazione di contatto più o meno forte a seconda della determinazione messa dalle atlete nell’azione.
Quando sento affermazioni del tipo: ”Il calcio è un gioco maschio, inorridisco!” Il calcio è un gioco di gruppo, di squadra, un gioco dove sono previste ripartenze dinamiche, dove sono previsti contatti leciti e il più delle volte non leciti, questi si chiamano falli di giuoco
Nel calcio femminile, sopratutto nelle serie minori (C, D) questo tipo di gioco (la riconquista della palla tramite il contatto) è estremamente detestato dalle calciatrici.
Giocatrici che non amano particolarmente rischiare un contatto.
Alcuni giorni fa disquisivo con il Mr di una squadra di calcio femminile sostenendo che pur essendo CHIARAMENTE falli alcune azioni oltre il limite fissato dal regolamento, queste stesse azioni facessero parte integrante del gioco.
Starà poi alla bravura, saggezza, intelligenza de l’arbitro sanzionare le azioni oltre il regolamento ma da lì passare a sentire durante la gara continue lamentele di squadra d di panchina preclude al gioco la sua natura di gioco di contatto.
A mio parere non si può giocare a calcio senza il contatto.
Contatto che dovrebbe essere duro, intenso, determinato ma sempre e comunque leale.
Altrimenti spiegatemi cosa facciamo a fare il lavoro su l’1 contro 1 e tutte le sue variabili, il lavoro per aumentare l’agonismo e altri lavori che prevedono gesti tecnici e atletici legati alla riconquista della palla.
Ogni contributo, sereno e pacato, é ben accetto e la discussione potrebbe essere proficua e propedeutica per un gioco altamente agonistico.”

Antonio Rossi allenatore Versilia Calcio Femminile

Credit Photo: Pagina Facebook ACD Versilia Calcio Femminile

Elisabetta “Betty” Vignotto entra nella “Hall of fame del calcio italiano”

La Presidentessa del Sassuolo Femminile, Betty Vignotto, è entrata a far parte della “Hall of fame del calcio italiano”, il riconoscimento istituito nel 2011 dalla FIGC e dalla Fondazione Museo del Calcio per celebrare giocatori, allenatori, arbitri e dirigenti capaci di lasciare un segno indelebile nella storia del nostro calcio.  Questa la lista dei dieci campioni che vanno ad aggiungersi alla rosa della “hall of fame”: Alessandro Del Piero (Giocatore italiano), Ruud Gullit (Giocatore straniero), Osvaldo Bagnoli (Allenatore italiano), Sergio Campana (Dirigente italiano), Bruno Conti (Veterano italiano), Elisabetta Vignotto (Calciatrice italiana), Stefano Farina, Italo Allodi, Renato Dall’Ara e Arpad Weisz (Premi alla memoria).

Come si legge sul comunicato ufficiale della FIGC, la cerimonia di premiazione si terrà nella prossima primavera e, come da tradizione, i vincitori saranno chiamati a consegnare un cimelio simbolico della loro carriera che andrà ad arricchire il Museo del Calcio di Coverciano. La ‘Hall of Fame’ è infatti allo stesso tempo un luogo ideale, una galleria di campioni e personaggi che hanno dato lustro al movimento calcistico italiano resa visibile una volta l’anno con la consegna del riconoscimento durante una cerimonia ufficiale e un luogo fisico all’interno del Museo del Calcio di Coverciano, dove conservare e tramandare, attraverso i cimeli donati dai protagonisti che ne fanno parte, la memoria storica del football italiano.

A decretare nella sede della FIGC i vincitori della settima edizione, alla presenza del direttore generale della Federcalcio Michele Uva, è stata la giuria composta dal Presidente dell’Ussi Luigi Ferrajolo e dai direttori delle testate giornalistiche sportive nazionali Andrea Monti (La Gazzetta dello Sport), Alessandro Vocalelli (Il Corriere dello Sport/Il Guerin Sportivo), Paolo De Paola (Tuttosport), Gabriele Romagnoli (Rai Sport), Federico Ferri (Sky Sport), Matteo Marani (Sky Sport 24), Alberto Brandi (Sport Mediaset) e Piercarlo Presutti (Servizi sportivi Ansa).

Di seguito la composizione della ‘Hall of fame del calcio italiano’

Giocatori italiani: Roberto Baggio (dal 2011), Paolo Maldini (dal 2012), Franco Baresi (dal 2013), Fabio Cannavaro (dal 2014), Gianluca Vialli (dal 2015), Giuseppe Bergomi (dal 2016), Alessandro Del Piero (dal 2017).

Giocatori stranieri: Michel Platini (dal 2011), Marco Van Basten (dal 2012), Gabriel Batistuta (dal 2013), Diego Armando Maradona (dal 2014), Ronaldo (dal 2015), Paulo Roberto Falcão (dal 2016), Ruud Gullit (dal 2017).

Allenatori italiani: Arrigo Sacchi (dal 2011), Marcello Lippi (dal 2011), Giovanni Trapattoni (dal 2012), Fabio Capello (dal 2013), Carlo Ancelotti (dal 2014), Roberto Mancini (dal 2015), Claudio Ranieri (dal 2016), Osvaldo Bagnoli (dal 2017).

Dirigenti italiani: Adriano Galliani (dal 2011), Giampiero Boniperti (dal 2012), Massimo Moratti (dal 2013), Giuseppe Marotta (dal 2014), Corrado Ferlaino (dal 2015), Silvio Berlusconi (dal 2016), Sergio Campana (dal 2017).

Arbitri: Pierluigi Collina (2011), Luigi Agnolin (dal 2012), Paolo Casarin (dal 2012), Cesare Gussoni (dal 2013), Sergio Gonella (dal 2013), Stefano Braschi (dal 2014), Roberto Rosetti (dal 2015).

Veterani italiani: Gigi Riva (dal 2011), Dino Zoff (dal 2012), Gianni Rivera (dal 2013), Sandro Mazzola (dal 2014), Marco Tardelli (dal 2015), Paolo Rossi (dal 2016), Bruno Conti (dal 2017).

Calciatrice Italiana: Carolina Morace (dal 2014), Patrizia Panico (dal 2015), Melania Gabbiadini (dal 2016), Elisabetta Vignotto (dal 2017).

Premi alla memoria: Giovanni Ferrari, Giuseppe Meazza, Silvio Piola, Gaetano Scirea, Enzo Bearzot, Fulvio Bernardini, Vittorio Pozzo, Ferruccio Valcareggi, Ottorino Barassi, Artemio Franchi, Giovanni Mauro (dal 2011), Valentino Mazzola, Angelo Schiavio, Nereo Rocco, Concetto Lo Bello (dal 2012), Eraldo Monzeglio (dal 2013), Ferruccio Novo, Carlo Carcano, Giacomo Bulgarelli (dal 2014), Giacinto Facchetti, Helenio Herrera, Umberto Agnelli (dal 2015), Nils Liedholm, Giulio Campanati, Cesare Maldini (dal 2016), Stefano Farina, Italo Allodi, Renato Dall’Ara, Arpad Weisz (dal 2017).

Complimenti Presidentessa!

Credit Photo: http://www.calcioscout.com/

Women: verso Juve-Fiorentina, parola a Laura Giuliani

Laura Giuliani, classe ’93, numero uno delle Juventus Women e della Nazionale Italiana, è una delle protagoniste della squadra di Rita Guarino al comando solitario della classifica del massimo campionato femminile, in virtù della grande vittoria in casa del Brescia nell’ultimo turno.

Da un big match all’altro: in vista del prossimo affascinante scontro, valido per l’ottava giornata, contro la Fiorentina sul campo Ale & Ricky di Vinovo (8 dicembre alle 20.45) Laura, ai microfoni di Antonio Romano ha raccontato la sua nuova esperienza e ha fatto il punto sulla prossima sfida al canale ufficiale bianconero.

Nessun dubbio: Juve!

«Quando mi hanno comunicato che ero stata selezionata per entrare nella squadra, ho detto immediatamente di sì, senza pensieri. Con le mie compagne formiamo un bellissimo gruppo, molte di loro le conoscevo da diversi anni e anche le straniere si sono ambientate bene. Siamo una squadra molto giovane, ma unita sia in campo che fuori»

«Con Rita Guarino non avevo mai avuto il piacere di lavorare, quando ho saputo che sarebbe stata lei la guida tecnica sono rimasta molto contenta, ora abbiamo un rapporto molto bello. Una cosa che mi piace molto di lei è l’attenzione con cui spiega la tattica e l’impostazione del gioco, molto offensivo»

Il mestiere di portiere: la preparazione

«Le mie caratteristiche tecniche? Sono un portiere abbastanza aggressivo sul campo, mi piace guidare la difesa ed essere partecipe dell’azione. Giuseppe Mammoliti è il preparatore con cui mi alleno da quest’anno, rispetto alla mia precedente esperienza in Germania, c’è molta più cura per l’aspetto tecnico e quello della posizione. Alla Juve si curano il dettaglio e la tecnica di base»

Che emozione, quel rigore…

«E’ stata un’emozione unica parare il rigore in casa. Nel turno precedente, contro l’Empoli, avevo subito il primo gol su calcio di rigore e sinceramente ero un po’ infastidita dal pensiero di subire un altro gol nella stessa maniera. Inoltre il rigore lo avevo provocato io, facendo anche male alla mia avversaria – e me ne scuso pubblicamente – Ho pensato che dovevo pararlo assolutamente, ed è andata bene»

La prossima sfida 

«Siamo prime in classifica, la squadra sta crescendo molto bene, ma può fare ancora meglio. Ci sono ancora tante cose su cui lavorare, fondamentale è portare a casa la partita di venerdì, perché quello che si è fatto ormai è passato. Quando vinci una partita come quella contro il Brescia, anche con un grande gap, il pericolo è rilassarsi e sedersi, quindi dobbiamo mantenere alta la concentrazione. Anche la Fiorentina ha tante giocatrici di talento, hanno avuto qualche difficoltà all’inizio del campionato e quindi tenteranno di fare punti per risalire la graduatoria: sarà una sfida molto calda». 

Credit Photo: Juventus Women

Fiorentina Women’s, Elisa Bartoli: “Le campionesse siamo noi. Contro la Juve per fare la storia”

Venerdì 8 dicembre alle 20.45 (diretta su Rai Sport) la Fiorentina Women’s affronterà a Torino la Juventus. Sul Corriere Fiorentino troviamo un’intervista al difensore viola Elisa Bartoli:

“Sono prime in classifica, hanno vinto sette partite su sette, ma proprio per questo hanno da perdere più loro che noi. Sarà dura giocarci contro, ma noi abbiamo ancora lo scudetto sul petto e siamo determinate a farle tornare un po’ sulla terra. Bisogna difendere sul campo quello che abbiamo conquistato l’anno scorso. Vincere a Torino contro la Juve cambierebbe la nostra stagione. Conosco bene la rivalità tra le due squadre: da romana dico che è un po’ come quella che c’è tra Roma e Lazio. Per questo vincere con loro varrebbe doppio. Vogliamo battere la Juve per noi, per rilanciarci in classifica, ma anche per la gente di Firenze. Vogliamo dimostrare che siamo ancora noi le campionesse d’Italia.”

Credit Photo: http://www.violanews.com/

Serie A Futsal: Pescara e Olimpus continuano la loro cavalcata in solitaria

Nella tredicesima giornata di Serie A Futsal il Pescara aggancia l’Olimpus in testa alla classifica. Le ragazze di Segundo, che in uscita registrano la partenza di Jessica Exana passata al Salnis, battono 6-1 il Locri.  L’Olimpus risponde alle abruzzesi con il netto 9-0 al Real Grisignano. Il Montesilvano, che ha riposato, resta terzo, ma si vede marcato stretto da ben quattro squadre. Ossia Ternana, Real Statte, Cagliari e Kick Off.

La Ternana batte 4-2 il Breganze che vede allontanare la qualificazione alla Coppa Italia. Manita del Real Statte contro la Bellator, mentre il Cagliari pareggia in casa della Lazio per 3-3.  Le all-blacks di mister Russo passeggiano sul Rambla imponendosi per 11-6. Chiude la vittoria del Salinis per 3-1 nel derby contro il Fasano.

Credit Photo: Adamo Di Loreto

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