Partnership Master Sole 24 Ore
Home Blog Pagina 4031

Marta Longoni, centrocampista Real Meda: “Abbiamo lavorato per fare un buonissimo campionato. Il mio sogno? Diventare Vigile del Fuoco”

Il Real Meda si trova in seconda posizione del Girone A di Serie C con sette punti. Le pantere vogliono salire in Serie B e hanno deciso di puntare su giocatrici di categoria superiore, tra cui Marta Longoni, centrocampista classe ’97 e che quest’anno ha voluto sposare il progetto della società bianconera.

Marta cosa vuol dire per te essere una centrocampista?
«Essere una centrocampista vuol dire sacrificarsi per tutta la squadra, sia difendendo che attaccando, muovendoti in mezzo al campo e dando una soluzione alla tua compagna».

Com’è iniziato il tuo percorso nel mondo del calcio?
«Ho cominciato a otto anni, giocando con i miei amici nel cortile del palazzo in cui abitavo».

Con il Milan Ladies hai giocato per tre anni: qual è il ricordo più bello con la divisa rossonera?
«Ne ho due in realtà: il primo la promozione in Serie B, il secondo quando abbiamo mantenuto la cadetteria tramite spareggi».

Lo scorso anno hai avuto un importante cambiamento: passi al Napoli.
«Ho ricordi belli di Napoli: mi sono trovata benissimo sia come città che come squadra. È stata un’occasione d’oro per me, perché sono cresciuta calcisticamente e non. Napoli rimarrà sempre nel mio cuore, così come le mie ex compagne».

Perché quest’anno hai scelto il Real Meda?
«Ho scelto il Real Meda perché conoscevo i due mister (l’allenatore Mario Reggiani e il suo vice Max Germinario, ndr) e tornando a Milano non sapevo cosa fare, quindi la dirigenza mi ha spiegato il progetto e uno delle preferenza che ho è avere un’ambiente bello e sano: loro me l’hanno dato, e io mi sto trovando bene anche con le mie compagne».

Il secondo posto che stai ottenendo con le pantere è in linea con le aspettative?
«Assolutamente perché abbiamo lavorato per fare bene sin da subito per disputare un buonissimo campionato. Ovviamente dobbiamo lavorare tanto, ma siamo veramente contente: stiamo dando tutto».

Cosa pensi della Serie C sospesa fino al 3 dicembre?
«C’è un grande dispiacere per tutte, ma visto che non ci sono controlli e viviamo in una situazione delicata, credo sia giusto sospendere il campionato. Speriamo di riprendere il prima possibile».

Che opinione hai sul Girone A di Serie C?
«Non lo conosco benissimo perché non ho mai affrontato queste squadre, ma penso che sia un campionato difficile e tosto, dove c’è sempre uno scontro diretto ad ogni partita. Non c’è un’avversaria da prendere sottogamba, altrimenti rischi».

Cosa pensi del calcio femminile in Lombardia?
«Secondo me si è sviluppato tanto, così come in tutta Italia. In Lombardia ci sono tante squadre in ogni categoria, dalla Serie A alla Promozione, passando per la C ed Eccellenza».

Professionismo nel calcio femminile dal 2022: scelta giusta?
«Speriamo di essere pronti, perché sarebbe un bel sogno anche per le giocatrici più piccole».

Com’è la tua vita fuori dal rettangolo di gioco?
«Grazie al calcio sono una persona solare, che si trova bene con tutte. Non faccio fatica a conoscere e scherzare con le persone. Ho iniziato a lavorare in un ufficio amministrativo».

Che obiettivi hai nel tuo futuro?
«Vorrei continuare con il calcio, indipendentemente dalla categoria. Ho un sogno: diventare Vigile del Fuoco».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Real Meda e Marta Longoni per la disponibilità.

Photo Credit: Facebook Real Meda

Sinisa Mihajlovic: “Ci sono calciatrici più brave di certi maschi in Serie A”

Sinisa Mihajlovic è sempre stato un personaggio controverso. In mezzo al campo incantava con il suo mancino e le sue punizioni dovrebbero essere patrimonio dell’Unesco. Ma fuori dal campo spesso ha fatto qualche uscita a vuoto di troppo. Come una dichiarazione riguardo il calcio femminile dove secondo lui certe donne non dovevano parlare di calcio. Però in occasione del suo nuovo libro, è ritornato sull’argomento dimostrando umanità verso questo sport.

Il serbo ha speso parole anche d’amore verso questo sport ammettendo anche un fatto interessante. “Non possono definirmi un maschilista solo perché ho detto che certe donne non devono parlare di calcio. Anche mia moglie non capisce niente di calcio. Se seguo il calcio femminile? Come no, e mi piace anche. Ci sono calciatrici più brave e intelligenti di certi maschi in Serie A”.

Federica Cafferata e Isotta Nocchi: “Sarà la prima volta contro la capolista Juventus, la rivale storica del Napoli”

Federica Cafferata è stata intervistata insieme a Isotta Nocchi, in vista della gara di Coppa Italia domenica 22 novembre a Barra con il Sassuolo (già incontrato in campionato nel terzo turno: 3-1 per le emiliane) e il big match del 5 dicembre contro la Juventus (ore 14.30 allo stadio Caduti di Brema).

Entrambe esibiscono con fierezza la maglia azzurra: numero 20 e 7. «Siamo concentrate, per affrontare al meglio le neroverdi. Domenica ci aspetta una partita molto importante», afferma Isotta. Dopo il primo punto colto in campionato (0-0 con il San Marino), si sogna la rivincita ai danni del Sassuolo.

«Dobbiamo fare di più. Sono a disposizione del tecnico Giuseppe Marino», dichiara Nocchi. Non nasconde le sue ambizioni di vestire un’altra divisa azzurra Cafferata. «Primo scalino salito. Mi sto ritagliando spazio e qualche soddisfazione con il Napoli in serie A. Spero che il lavoro paghi presto, perché in allenamento e in partita stiamo dimostrando un bel gioco. Non so ancora quanto sia lunga la scalinata», osserva la studentessa di arti digitali.

Si gioca ancora a porte chiuse allo stadio di Barra ma non manca il tifo dai balconi. «Gara sentita contro le bianconere. Lo scorso anno pareggiai», ricorda Nocchi. «Sarà la prima volta contro la capolista. Juventus rivale storica del Napoli», evidenzia Cafferata. La sfida con Sara Gama e compagne offrirà molti spunti e aggiungerà un tassello ulteriore verso il professionismo. «Sono stati compiuti passi in avanti. A fare la differenza le strutture sportive e le figure qualificate che stanno impreziosendo il movimento. Si spera a breve il salto di qualità», conclude fiduciosa Nocchi. L’impasto è destinato a lievitare.

Photo Credit: Napoli Femminile

Ludovica Mantovani e Marta Carissimi: “Il calcio femminile sta facendo dei passi avanti importanti”

Il Social Football Summit è un appuntamento internazionale dedicato a digital e social media marketing, alla brand strategy ed all’innovazione nella Football Industry. Questa iniziativa è organizzata da Social Media Soccer, la startup del gruppo Go Project, specializzata nei servizi dedicati al calcio. Per questa edizione sono stati invitati protagonisti del mondo calcistico di ogni ambito: da Federico Pastorello per la procura sportiva a Gianluca Di Marzio e Luca Marchetti per il giornalismo. In tutto ciò, anche il calcio femminile ha avuto il suo spazio con Ludovica Mantovani, presidentessa della Divisione Femminile, e Marta Carissimi, ex Milan, Fiorentina ed AGSM Verona.

Il numero uno della DF è intervenuta su un fattore economico e di valori, due cause sempre fortemente sostenute da lei. “Stiamo aspettando il DPCM per ricevere fondi. I contributi saranno per il 2020, 2021 e 2022 e ci permetteranno di effettuare certi investimenti. Il calcio femminile porta grandi valori a questo sport, aspetti molto apprezzati anche dagli uomini”.

Aspetti su cui ha rilasciato qualche commento anche l’ex nazionale italiana Marta Carissimi. “Nel 2015 la Federazione ha dato due importanti asset di sviluppo per il calcio femminile. Le licenze nazionali e l’obbligo del settore giovanile femminile per le squadre maschili con obbligo di tesseramento di ragazze Under 12. Oltre alla possibilità data alle squadre di élite di entrare nella massima serie comprando i titoli sportivi di altri club. Vedere le ragazze di quest’età arrivare al calcio femminile è stato un momento bellissimo”.

Avviso per i criteri di accesso ai contributi forfettari a fondo perduto per le ASD

Il Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato sul proprio sito istituzionale un nuovo avviso per la presentazione di domande di contributo forfettario a fondo perduto riservato alle Associazioni Sportive Dilettantistiche che non siano intestatarie di contratti di locazione.

All’atto pratico, le Associazioni Sportive Dilettantistiche potranno fare richiesta utilizzando la piattaforma online messa a disposizione dal Governo a questo indirizzo: https://bit.ly/2HedasO

I REQUISITI – I requisiti richiesti per accedere ai contributi sono descritti nell’avviso pubblico disponibile sul sito del Dipartimento per lo Sport e consultabile anche al seguente link: https://bit.ly/3fe9jIN, tra i quali è specificato che non potranno fare richiesta le ASD che hanno già usufruito del precedente contributo a fondo perduto erogato dal Dipartimento per lo Sport (11 Giugno 2020, Decreto n. 5098).

I TERMINI E LE MODALITA’ – La presentazione delle domande avverrà esclusivamente attraverso l’utilizzo della già citata piattaforma gestita dal Dipartimento per lo Sport e che è attiva dalle ore 16:00 del 18 novembre sino alle ore 16:00 del 24 novembre 2020.

Oltre alle autocertificazioni da produrre, è presente, sul sito del Dipartimento per lo Sport del Governo, un modulo inerente la dichiarazione sul numero dei “tesserati atleti” al 31 ottobre 2020 della Società interessata che, su indicazione della FIGC, dovrà essere redatto e sottoscritto dai Comitati Regionali LND territorialmente competenti. Per le Società dei Campionati Nazionali della LND tale dichiarazione dovrà essere redatta e sottoscritta, a seconda delle rispettive competenze, dai Dipartimenti Interregionale e Calcio Femminile e dalla Divisione Calcio a Cinque.

Al termine della procedura verrà rilasciata una ricevuta a conferma del buon esito della richiesta, e che dovrà essere conservata.

Tutti gli aggiornamenti relativi alle fasi di valutazione e assegnazione dei contributi, così come tutte le comunicazioni, saranno pubblicate esclusivamente sul sito istituzionale del Dipartimento per lo Sport (www.sport.governo.it).

Per l’assistenza tecnica è attivo esclusivamente l’indirizzo di posta elettronica ordinaria fondoperduto@sportgov.it.

Al fine di poter effettuare un’assistenza completa, è necessario indicare nel corpo della mail il Codice Fiscale della ASD/SSD per la quale si richiede assistenza.

Credit Photo: LND – Lega Nazionale Dilettanti

Intervista a Marie Bayol: “Rischi per la nostra salute e di chi ci sta vicino troppo elevati”

In un momento in cui l’Italia vede intensificarsi la gravità dell’epidemia a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali, la Serie B femminile procede il suo campionato con numerosi rinvii di gare a data da destinarsi. Dopo la decisione della Figc di sospendere il campionato Primavera, le grifoncelle di mister Luciano Mancini, con alle spalle già tre gare rinviate esprimono ora la loro perplessità sul contesto attuale.

Credo che il campionato dovrebbe essere interrotto – riferisce Oceane Marie Bayol, portiere dell’AC Perugia Calcio Femminileanche temporaneamente, il tempo di capire come si evolverà la situazione e di attuare un protocollo di controllo comune a tutta la Serie B.  Ad oggi i rischi per la salute nostra e di chi ci sta vicino sono troppo elevati, e il campionato comunque è completamente falsato da varie settimane. È già la seconda domenica di fila che di sette partite, solo due si sono svolte normalmente, le altre cinque sono saltate. Non vedo proprio come la situazione possa migliorare a breve termine”.

La calciatrice di nazionalità francese racconta poi come l’attuale situazione stia inficiando anche le prestazioni della squadra “Il momento è molto complicato. Non ci alleniamo con una rosa al completo da un mese e l’ultima gara risale al 18 ottobre, quindi stiamo perdendo il ritmo partita. C’è abbastanza perplessità e preoccupazione da parte di tutti soprattutto sul fatto di andare avanti conoscendo la situazione attuale.”

In campo però c’è ancora tanta voglia di giocarsela fino in fondo, conclude la Bayol, con la cognizione che dopo un avvio così difficile ci saranno ancora possibilità di dimostrare il valore di una squadra giovanissima “Anche se l’inizio stagione è stato molto tosto, varie ragazze si sono comportate molto bene. Spero che questa consapevolezza possa essere un aspetto positivo dal quale ripartire, quando sarà possibile ripartire…

Credit Photo: AC Perugia Calcio – Settonce

Grazia Bugatti, Responsabile Lumezzane VGZ Women: “Il calcio femminile a Lumezzane rappresenta i valori della società”

Quando il Lumezzane ha deciso di rinascere, ha scelto di farlo ad ampio respiro con l’obiettivo di dare valore non soltanto al movimento calcistico maschile ma anche a quello femminile. Il Lumezzane è infatti una delle poche società bresciane ad avere un’intera filiera maschile e femminile con entrambe le prime squadre iscritte a campionati ufficiali FIGC. Per conoscere nei dettagli il settore femminile rossoblù, abbiamo fatto qualche domanda a Grazia Bugatti, Responsabile del Calcio Femminile del Lumezzane. Di seguito l’intervista:

Il calcio femminile rappresenta un movimento in grande espansione. Quanto è importante avere un settore femminile anche in una Società storica come il Lumezzane?
“Il calcio femminile a Lumezzane rappresenta in pieno questa nuova società. Tanta voglia di rilancio, d’innovazione e far avvicinare a questo sport ogni ragazzo e ragazza”.

Com’è composto il settore femminile del Lumezzane?
“Abbiamo circa 80 tesserate e un ampio movimento di base che parte dal progetto scuole e si finalizza con la scuola calcio che si allena regolarmente allo stadio Saleri. Per il settore agonistico abbiamo una squadra iscritta al campionato regionale Under 15, una al campionato regionale Juniores e la prima squadra iscritta al campionato regionale di Promozione. Ogni squadra si avvale di uno staff completo composto di allenatore, vice-allenatore, preparatore atletico, preparatore dei portieri e accompagnatori”. 

Quali sono gli obiettivi del settore giovanile rossoblù?
“L‘obiettivo primario è quello di far crescere più ragazze con i valori prefissati dalla società con la speranza di farle innamorare di questo sport. Solo portando ragazze in prima squadra attraverso la filiera del nostro settore giovanile potremo ritenerci soddisfatti del lavoro svolto”.

Il calcio dilettantistico è stato costretto a fermarsi per l’emergenza sanitaria. Come stanno vivendo questo periodo le atlete del Lumezzane?
“Le atlete son tutte ovviamente tristi e dispiaciute. Oltre a mancare l’attività sportiva, mancano i contatti diretti, le amicizie e il poter vivere uno spogliatoio, che è quasi come una seconda famiglia”.

Purtroppo la Prima Squadra ha potuto disputare una sola partita. Come pensi che possa riprendere il campionato?
“Le nostre ragazze hanno solo un obiettivo in testa dal punto di vista sportivo. Non appena riprenderanno, sono sicura che ritroveranno subito la mentalità della prima partita”.

Che cosa suggerisci alle ragazze, soprattutto alle più giovani, per affrontare nuovamente un periodo di pausa forzato?
“Stiamo cercando di star loro il più vicino possibile organizzando video call una volta a settimana. Abbiamo inoltre consegnato a tutte le squadre un programma di allenamento individuale. Il consiglio è di tenere duro perché le vittorie più belle son quelle più sofferte, non appena sconfiggeremo questo virus, torneremo a esultare per un gol e quell’urlo sarà di pura gioia”.

Spinelli-Giacinti: il Milan vince a Cesena

Positivo l’esordio delle rossonere di Maurizio Ganz in Coppa Italia. A Cesena, nella seconda giornata del Gruppo F (il Milan ha riposato nel primo turno), arriva una vittoria per 0-2, firmata Spinelli e, al solito, Giacinti. Senza esagerare ma, al contempo, permettendosi di far rifiatare molte giocatrici, la formazione di Maurizio Ganz mette in cascina tre punti importanti, in attesa della terza giornata prevista per domenica contro l’Orobica, sfida già decisiva per il passaggio ai Quarti di Finale. La trasferta romagnola si è resa molto utile anche per avere segnali e indicazioni da chi finora aveva giocato poco e, in alcuni casi, mai. Julia Simic ha vissuto il suo esordio ufficiale in maglia rossonera, dal primo minuto, dopo tanti mesi ai box per recuperare. Lidija Kuliš, invece, si è resa protagonista di due assist e nel complesso di una bellissima prestazione personale. Spazio e gloria anche per le due giovanissime, Carolina Morleo (esordio assoluto) e Maria Vittoria Nano, che invece aveva già giocato qualche minuto nel Derby di ottobre.

LA CRONACAIl primo sussulto della partita è firmato Dowie, che al 5′ colpisce il palo esterno dopo un bel movimento in area. La pressione rossonera è costante ma si ferma ancora sul legno al 18′: la punizione di Kuliš colpisce la parte alta della traversa. Il gol è nell’aria e arriva alla mezz’ora: corner di Kuliš e Spinelli al volo di sinistro insacca il vantaggio. Nel finale della prima frazione, Salvatori Rinaldi va vicina al raddoppio in due occasioni: di testa al 42′, alto, e al 44′, quando il suo tentativo a botta sicura viene fermato sulla riga da Pignagnoli.

Due cambi a inizio ripresa: al posto di Rizza entra Bergamaschi, che torna in campo dopo oltre un mese di stop. Staffetta invece tra Dowie e Giacinti, un tempo a testa. Ed è proprio Valentina a trovare il gol del raddoppio al 72′, sempre su azione di corner e sempre su assist di Kuliš. Per le rossonere, da quel momento in poi, la partita è in controllo. Spazio, come detto, a Morleo e Nano nell’ultimo quarto d’ora di partita. Ora testa all’Orobica. 

IL TABELLINO

CESENA-MILAN 0-2

CESENA (5-3-2): Pignagnoli; Pavana, Carlini, Simei, Del Francia, Pastore; Georgiu, Cuciniello, Cotrer (21’st Beleffi); Casadei, Petralia. A disp.: Pacini, Siboni, Orlando, Costi, Gallina, Paolini All.: Rossi.

MILAN (3-5-2): Piazza; Vitale, Fusetti (23’st Agard), Spinelli; Rizza (1’st Bergamaschi), Rask, Mauri, Simic (30’st Morleo), Kuliš (40’st Nano); Dowie (1’st Giacinti), Salvatori Rinaldi. A disp.: Babb; Jane, Grimshaw, Premoli. All.: Ganz.

Arbitro: Bianchini.
Gol: 28′ Spinelli (M), 27’st Giacinti (M).

Credit Photo: AC Milan

Bilancio in casa Vis Civitanova: parla mister Giordano Perini

Tempo di bilanci per la Vis Civitanova dopo la sospensione del campionato di calcio femminile di Serie C nazionale. La squadra di mister Giordano Perini ha strappato un solo punto nelle prime uscite di campionato, ma ci sono anche diversi lati positivi da analizzare, come sottolinea lo stesso allenatore.

Un’esperienza molto importante sia per le nostre ragazze che per tutto lo staff ed allenatori – esordisce il mister. Siamo partiti con un solo punto conquistato contro l’ottima squadra del Ducato Spoleto con un calendario abbastanza in salita per noi. Ci ha messo di fronte squadre molto quotate e di esperienza, che militano in questo campionato ormai da anni, con giocatrici di altissimo livello.

Noi allenatori cerchiamo di migliorarci, dal punto di vista tecnico-tattico e del comportamento perchè non si finisce mai di imparare. Cerchiamo di migliorare le nostre ragazze sotto tutti i punti di vista e ripeto possono solo che crescere. Per noi è un campionato sicuramente difficile ma da giocare a testa alta in ogni partita.

Sperando che il campionato riprenda il prima possibile – prosegue Perini – dobbiamo continuare il nostro percorso come abbiamo fatto nell’ultima di campionato con la Jesina: un risultato che non rispecchia la prova delle ragazze, in cui abbiamo pagato magari i nostri errori sotto porta ed abbiamo subito la tonicità delle avversarie che hanno sfruttato ogni nostro piccolo errore.

Con i nuovi innesti sono convinto che potremmo giocarcela alla pari con squadre come il Riccione. Con altre come la Pistoiese e l’Arezzo, compagini di tutto rispetto e sulla carta davanti a noi, sono convinto che affronteremo queste partite a viso aperto, giocando a pallone e divertendoci, consapevoli dei nostri mezzi.

Il nostro obiettivo comunque rimane sempre quello di inizio stagione: dobbiamo credere nella salvezza che rimane difficile, ma non impossibile, e giocarcela fino alla fine soprattutto con le squadre che hanno il nostro valore tecnico.

Un ringraziamento particolare va alle ragazze – conclude Giordano. Sono sempre concentrate negli allenamenti, nel migliorarsi e ad aiutarsi tra loro. Lo spirito è quello giusto e sono convinto che ci toglieremo molte soddisfazioni, nonostante il periodo non sia dei migliori.

Credit Photo: Pagina Facebook Vis Civitanova

Alice Valgimigli, portiere Arezzo Femminile: “Sono positiva al Covid da oltre 20 giorni. La società ci ha permesso di effettuare dei tamponi, un caso unico in Serie C”

“Ieri (17 novembre ndr) ho fatto il terzo tampone. Sono ancora positiva”, risponde Alice Valgimigli, portiere dell’Arezzo Calcio Femminile, con un evidente velo di tristezza. “L’isolamento è un’esperienza tosta. Sei sola nella tua stanza e parli con te stessa”; proprio dalla sua camera ci parla in videocall. I suoi occhi riflettono un’evidente voglia di tornare in campo. Filtra speranza, coraggio e voglia di indossare i guantoni da portiere per tornare tra i pali delle citte amaranto. “L’Arezzo mi ha fatta innamorare di nuovo del calcio. Prima di questa chiamata avevo pensato al ritiro”, racconta. Non solo il calcio ma soprattutto il Covid; Alice Valgimigli ha messo a nudo la sua esperienza con questa malattia che, purtroppo, non sembra volerla lasciare in pace:

Tu sei una delle ragazze positive dell’Arezzo. Ci racconti della tua esperienza con il virus?
“La società ci aveva messo a disposizione la possibilità di fare un tampone. Lì per lì non pensavo neanche alle conseguenze, stavamo tutte bene, era solo routine. Ho fatto il tempone rapido assieme ad altre cinque compagne. Dopo il test è uscito il dottore che ha chiamato tutte tranne me; mi ha chiesto di andare assieme a lui e mi ha dato la notizia che ero positiva. In quell’istante mi è crollato il mondo addosso; non ci volevo credere. Mi sono sentita nuda, inerme. In seguito ho dovuto confermare il risultato con un tampone molecolare e l’ho fatto subito dopo a Firenze, sempre positivo. Speravo in un falso ma non è stato così. Così mi sono ritrovata in camera mia, senza poter avere contatti con nessuno. E’ stata dura. Chi dice che non lo è deve sperimentare la cosa su se stesso. Nei primi giorni ho assestato il colpo cercando di capire dove possa aver preso il virus, interrogandomi su cosa abbia fatto di sbagliato. Ho sempre indossato la mascherina e rispettato le regole. Alla fine però vai avanti. Sono venti giorni che sono isolata. L’ultimo tampone mi ha scosso ancora di più perché speravo di risultare negativa. Pensavo di esserne uscita dopo quasi un mese e invece… Alla fine hai tanto tempo per trovare un compromesso ed andare d’accordo con te stessa. Almeno per me è stato così”.

Vorresti dire qualcosa a chi pensa che questo virus non esista?
“Io gli augurerei di passare quello che sto passando io, senza cattiveria ovviamente. Però a chi sostiene che non esista dico “aprite gli occhi”. Possiamo protestare sul fatto che la cosa sia stata magari ingigantita, ma esiste. Io sono stata fortunata a non avere mai sintomi gravi. Le terapie intensive sono sempre più piene, questo è un dato di fatto. Il Covid esiste!”

La Serie C è stata sospesa fino al 2/12. Ritieni che sia una scelta giusta?
“Per me avrebbero dovuto sospendere prima. E’ stata una scelta dovuta, non si poteva fare altrimenti. Con la chiusura dei campionati dilettantistici maschili e delle categorie femminili inferiori alla nostra, dovevano fermare tutto. La Serie C non ha un protocollo che ti garantisce tranquillità. Alcune squadre sono monitorate ad alti livelli ma ce ne sono altre che non possono sostenere quella determinata spesa per mantenere alta la guardia. C’era un rischio troppo alto. Ognuno si è gestito come meglio ha potuto. Non avendo risorse elevate però, nelle ultime due giornate di campionato si potrebbe dire che si è giocato con la salute delle calciatrici”.

Come procede la tua avventura nell’Arezzo?
“Molto bene, siamo partite alla grande. Gli obiettivi erano chiari e li stiamo rispettando, la speranza è che possiamo continuare quando riprenderemo il campionato. I presupposti ci sono tutti. Il club quest’anno ha rimescolato le carte in tavola, siamo un gruppo che proviene da tre città diverse Firenze, Arezzo e Perugia. Già dai primi allenamenti ci sentivamo amalgamate. Sin dalle prime settimane non ci è mai mancato nulla. La società è fortemente presente, ci ha messe nelle condizioni di lavorare nel miglior modo possibile”.

Quando e com’è nasce il trasferimento in Amaranto?
“Il progetto era molto stimolante. A me deve scattare qualcosa dentro quando mi propongono qualcosa. Questa “molla” alla fine è scattata e quindi mi sono detta “rimettiamoci in gioco”. Ho scelto una squadra molto buona e l’ho ritenuta un’occasione da non farsi scappare”.

L’obiettivo quindi è la vittoria del girone, ma c’è una squadra che vedi come possibile concorrente?
“L’obiettivo non lo dico perché sono scaramantica ma si capisce. Delle squadre concorrenti penso alla Torres. Anche Bologna e Filecchio si sono rivelate ottime novità. Le squadre vanno poi affrontate sul campo. A fine girone d’andata potremo capire chi sono le nostre vere rivali. Il pallone è rotondo, puoi andare a vincere contro una formazione nettamente superiore alla tua come puoi perdere con una che giudicavi inferiore”.

Calcisticamente sei cresciuta nel Florentia, che ricordi hai di quelle stagioni?
“Bellissimi ricordi. E’ stata una favola. Avevamo appena iniziato in Serie D e il gruppo storico era rodato. I dirigenti ci permettevano ogni anno di affrontare campionati sempre più blasonati. Tutte le favole però alla fine finiscono. A livello personale è venuto a mancare qualcosa. Abbiamo ottenuto grandi soddisfazioni e grandi riconoscimenti; è stato bello ma brutto allo stesso tempo perché sono rimasta malamente per come è finita”.

Come mai hai scelto proprio il portiere come ruolo? Quando hai indossato i guantoni per la prima volta e che emozioni hai provato?
“Io giocavo terzino nella categoria pulcine. Poi è capitato che il portiere che avevamo a disposizione non rientrava più nei piani. Avevamo due scelte, o rinunciavamo al campionato oppure ci alternavamo in porta. Mi misi in porta sin da subito e vincemmo la prima partita, ne fui entusiasta e comunicai al mister la volontà di rimanere tra i pali. Ho fatto la scelta più giusta per me. Avevo dodici anni quando accadde. Non ho provato particolarmente qualcosa: diciamo che mi ci sono ritrovata. Poi l’istinto mi ha detto che era quello il mio ruolo e da allora sono rimasta portiere”.

Hai disputato anche una stagione nel futsal, come mai questa scelta? E perché il ritorno a undici?
“La scelta nasce in seguito al mio addio al Florentia. Ero molto amareggiata, i campi a undici non li volevo più vedere. Ero vicina alla decisione dolorosa di smettere almeno avrei avuto più tempo per me. Un giorno mi ritrovai a disputare un torneo estivo e mi chiesero di provare questa esperienza. In seguito mi convinsero ed ho accettato. Ho disputato un anno in Serie A2 futsal. Poi è arrivata la chiamata dell’Arezzo; dicevo a me stessa di darmi una seconda possibilità. Forse era proprio la chiamata che aspettavo per reagire”.

Qual è il tuo desiderio più grande come calciatrice?
“Non ho un particolare desiderio per me. Più che altro la mia speranza è rivolta alle generazioni future affinché possano giocare da professioniste. Mi auguro che possa esistere un mondo in cui le donne siano più valorizzate”.

Chi è Alice Valgimigli fuori dal campo?
“Sono una normalissima ragazza con un gruppo di amici che vede quotidianamente, quando possibile. Loro sono il mio punto di riferimento. Sono laureata triennale in scienze motorie all’Università di Firenze e attualmente sto prendendo la specialistica. Nel frattempo lavoro insegnando educazione fisica nelle scuole; attualmente sono ferma a causa della chiusura imposta dal Covid”.

Caratterialmente come sei in campo?
“Mi giudicherei insopportabile (ride). Sono molto istintiva. Quando in partita entro in trans agonistica tendo a parlare tantissimo. Mi definisco una tipa dal carattere molto impegnativo sul terreno di gioco”.

Il talento non è tutto, servono anche passione, dedizione e sacrificio. Come affronti la tua vita calcistica nel quotidiano?
“Spirito di sacrificio è la parola d’ordine per me. La giornata è scandita dai ritmi. Quando insegnavo a scuola mi alzavo prestissimo, poi fino a ora di pranzo ero a scuola e alle 18.30 andavo ad allenarmi. Tornavo a casa attorno alle 22 e alle 5 del giorno dopo si ricominciava. Quando dicono che il calcio femminile si basa sulla passione è la verità. Il talento poi fa la differenza solo negli sport individuali non in questo. Puoi essere la calciatrice più forte del mondo, ma senza una squadra che ti supporta non arrivi lontano”.

Qual è la giocatrice più forte con cui hai giocato o con o contro?
“Chiara Marchitelli, quando ho avuto la possibilità di giocarci insieme mi ha insegnato tanto. Mi ha preso molto in giro ma alla fine abbiamo costruito un rapporto duraturo. Ancora oggi se sbaglio o faccio qualche cappellata lei si “incazza” molto; mi chiama ed evidenzia quali sono gli errori che ho commesso”.

Come hai vissuto il primo lockdown?
“Male. Per noi ragazzi stare chiusi in casa e non avere la possibilità di giocare neanche in strada o in giardino è difficile. Per me è stato come privarmi dell’aria che respiro. Esiste la tecnologia certo, ma ha dei limiti. Sono un’amante dei rapporti umani, li ritengo importanti e mi piace coltivarli”.

Cosa comporterà l’avvento del professionismo per voi e per il movimento?
“Io penso che la crescita del movimento sia finalmente cominciata. Il livello dei campionati si sta alzando, sia in Serie A sia in Serie C. E’ un movimento che ormai va avanti da solo. Mi auguro che il professionismo avvenga e che non sia una cosa solo annunciata. Me lo auguro per le donne, per il calcio femminile e per gli altri sportivi non ancora professionisti. Sarebbe bello se, come Cristiano Ronaldo, anche le donne potessero vivere solo con il calcio. La maggior parte delle ragazze si allena la sera avendo un impiego; sono pochissime quelle che possono vivere solo di questo calcio. Il professionismo ci garantirebbe una maggiore concentrazione sulla competizione sportiva con il risultato di un notevole innalzamento del livello delle atlete. Siamo però davanti ad un processo molto lungo; non penso che la prossima stagione sia quella dell’avvento come tutti dicono. Per attuarlo bisogna cambiare parte di una legge e sappiamo bene che non è una cosa immediata. Secondo me il prossimo anno arriverà un neo-professionismo; servono fondi per attuarlo e ce ne sono pochi da mettere nel pallone, specialmente in questo periodo”.

Tutto questo sviluppo perché solo ora?
“Quando la Nazionale femminile è andata al mondiale e i maschi non ce l’hanno fatta, gli italiani si sono concentrati solo sulla squadra femminile. Essendo una nazione che vive molto il calcio sarebbe stato assurdo ignorare totalmente la rassegna femminile. Tutto ciò si è rivelato un big bang a livello mediatico che ha consentito al calcio in rosa di entrare nella cronaca sportiva”.

Dove ti vedi da qui ad un paio d’anni?
“Sempre in campo, nella speranza di tornaci presto e di vincere ancora. Più in là non saprei; vedremo. Ad un certo punto penso che ogni calciatrice debba prendere la sua strada. Se le esigenze che arriveranno mi consentiranno di proseguire l’attività calcistica io andrò avanti. Quando però arriverà il momento di mettere le cose da parte allora dirò addio al calcio giocato. Attualmente comunque non ci sto pensando minimamente”.

Credit Photo: Andrea Lisa Papini – Fotografa ufficiale Arezzo Calcio Femminile

DA NON PERDERE...