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In vendita, su prenotazione, l’album delle figurine del Brescia CF

Anche per quest’anno è in vendita l’album delle figurine dedicato alla stagione 2019/20 del Brescia Calcio Femminile, realizzato dai tifosi di Mio BCF.

L’album è composto di ventotto pagine e duecento figurine e tra queste, oltre alla prima squadra, ci sono anche le calciatrici del Settore Giovanile biancoblù.

Il costo dell’album, che verrà consegnato completo di tutto il set di figurine necessario per completarlo, sarà di 30 €.

Per informazioni e prenotazioni potete scrivere via messaggio privato sulle pagine Facebook e Instagram di Mio BCF oppure al 347/754121 (solo Whatsapp).

Campionato difficile per la Roma Calcio Femminile

La Roma Calcio Femminile sta disputando una stagione davvero difficile e inaspettata.

Le giallorosse, nonostante abbiano acquistato giocatrici d’esperienza come Valeria Testa, Chiara Lorè e Penelope Riboldi (scesa in campo solo alla quarta giornata causa squalifica), si son trovate sin dall’inizio in fondo alla classifica, senza riuscire mai a lasciare le ultime posizioni. Per tutto il girone d’andata è arrivata solamente la vittoria ottenuta in casa contro il Cesena, ma poi sono giunte solamente pareggi (importante quello ottenuto con la capolista Napoli) e sconfitte di misura. La musica è parzialmente cambiata anche con il cambio in panchina, visto che Marco Galletti è subentrato dall’undicesima giornata a Luigi Colantuoni: con lui alla guida tecnica la Lupa ha ritrovato il gusto dei tre punti, grazie alla vittoria sulla Novese e ai pareggi contro Riozzese e Permac Vittorio Veneto, prima di cadere in casa contro la Lazio.

Per quanto riguarda le statistiche le reti realizzare dalle giallorosse sono venti, di cui cinque sono opera della bomber di riferimento Lucia Conte, mentre la difesa romana è al settimo posto della classifica speciale sulle reti subite, ben ventitrè: in poche parole alla Lupa gli sono mancati quei risultati necessari per fare al meglio questa stagione.

La Roma CF può e deve ancora credere nella salvezza diretta, ma allo stesso tempo il distacco dal penultimo posto, ovvero Serie C senza il passaggio degli spareggi, non consente alle giallorosse di Galletti di abbassare la guardia, ma di moltiplicare ulteriormente gli sforzi finali.

POSIZIONE IN CLASSIFICA
10a (con una partita in meno).

PUNTI ATTUALI
13 (8 in casa e 5 in trasferta).

RISULTATI
2 vittorie, 7 pareggi e 6 sconfitte.

GOL FATTI
20 (10 in casa e 10 in trasferta).

GOL SUBITI
23 (11 in casa e 12 in trasferta).

MIGLIOR TOP SCORER
Lucia Conte (5 reti).

GIOCATRICI CON PIU’ PRESENZE
Lucia Conte, Serena Landa e Claudia Silvi (15).

Player focus: Laura Perin

Laura Perin arriva a vestire la maglia dell’Hellas Verona nel dicembre del 2018, confermandosi come un importante centrale difensivo nel panorama della Serie A, in grado di ritagliarsi da subito uno spazio importante. Difensore non sempre pulito, ma spesso molto efficace, ha trascorso l’intera carriera in Friuli tra Pordenone, Permac Vittorio Veneto e Tavagnacco, prima di spostarsi a Verona.

#4 LAURA PERIN
Data di nascita: 
15 luglio 1997
Luogo: Pordenone
Altezza: 1,70 m
Nazionalità: italiana
Ruolo: difensore centrale
Piede preferito: destro
Caratteristiche: roccioso
Presenze in Serie A: 55
Presenze Hellas Verona: 25

«Io e Laura abbiamo giocato insieme tanti anni, su una cosa sono certa: non molla mai»
Cit. Sara Mella

 

LA PRIMA PARTITA
Ricordo ancora molto bene la mia primissima partita giocata, quando avevo 12 anni. Ho iniziato a giocare in una squadra di calcio femminile, perché avevo la fortuna di averla vicina a casa: si chiamava ACF Pasiano, per me come una famiglia. A quell’età, anche se la tua squadra è tutta femminile, poi giochi contro i maschi. Di quella partita ricordo un’emozione fortissima, perché all’epoca il mio più grande sogno era davvero poter giocare delle partite. Non sapevo dove mi avrebbe portata il calcio, ma in quel momento pensavo solo che era bellissimo essere in campo con le mie scarpe bianchissime. Ricordo che in quella partita ho corso tantissimo, cercando di recuperare quanti più palloni possibili, anche se ero attaccante… Non era il mio forte quel ruolo, infatti sono durata poco (ride, ndr)”.

PORDENONE, VITTORIO VENETO E LE NAZIONALI GIOVANILI
Nella stagione 2013/14 Laura Perin esordisce, all’età di sedici anni, in Serie A, sostituendo Natasha Piai al 90′ di Como 2000-Pordenone 0-3. A partire dalla stagione successiva il suo impiego è molto più importante e Laura passerà a ben 17 presenze stagionali nel 2014/15. Già nel maggio 2013 riceve inoltre la prima inaspettata convocazione con la Nazionale Under 17 ed esordisce alla prima gara disponibile, un’amichevole giocata a Meda contro la Norvegia e finita 3-2 in favore delle azzurre: è l’inizio di un percorso che porta Perin, insieme alla compagna di allora al Pordenone e di oggi al Verona Sara Mella, alla conquista del bronzo europeo di categoria nel 2014. L’anno dopo Laura viene convocata anche in Under 19, nonostante non fosse riuscita a rientrare tra le convocate al Mondiale in Costa Rica. Tra i suoi ricordi, con particolare orgoglio, anche l’ultima gara giocata in azzurro contro la Svezia. Importantissimo, nella carriera di Perin, anche il biennio al Vittorio Veneto: arrivata nel 2015/16 nella storica stagione in Serie A delle rossoblù, le Tose non riescono però a mantenere la categoria. Rimarrà alla Permac anche l’anno successivo in Serie B.

L’HELLAS VERONA
Dopo una sola presenza in Coppa Italia al Tavagnacco, che l’aveva a sua volta prelevata dal Pordenone, Laura Perin si trasferisce nel dicembre 2018 all’Hellas Verona: “Personalmente venivo da un momento in cui avevo bisogno di conferme. Il fatto di poter arrivare in una Società come il Verona, conquistarmi un posto in squadra e poi ottenere la salvezza come l’abbiamo conquistata l’anno scorso, con orgoglio e felicità immensa, visto che mi ero praticamente data un ultimatum sulle mie possibilità di giocare in Serie A, è stato eccezionale. Verona mi ha dato la possibilità di fare questo e io gliene sono grata, oggi l’Hellas è una seconda famiglia“. L’esordio è del 22 dicembre 2018 in Juventus-Hellas Verona 5-1, ad oggi sono 25 le sue presenze in gialloblù.

Credit Photo: Hellas Verona Women

Eni Aluko: “Mio caro amico calcio, grazie”

Caro calcio,
ti scrivo questa lettera perché sta per chiudere un capitolo della nostra amicizia. Ho deciso di ritirarmi come calciatrice professionista. Quando ci siamo incontrati per la prima volta 25 anni fa, non avrei mai immaginato il viaggio folle e incredibile che mi avresti portato.

Come sai, allora non c’erano calciatrici professioniste.
Ed è difficile perseguire qualcosa che non puoi vedere.

Quando ci siamo incontrati, mi hai fatto innamorare del Manchester United. Ero solo una ragazza di una tenuta comunale di Birmingham, ma ogni volta che mi tiravo su il colletto mi trasformavo in Eric Cantona, con tutta la sua spavalderia e la sua superpotenza. Ogni volta che correvo lungo la fascia mi sentivo come Ryan Giggs. Potresti non saperlo, ma quando ho pianto davanti alla TV dopo che lo United ha perso la finale della FA Cup del 1995 contro Everton, la mamma era preoccupata che fossi troppo ossessionata da te. Mi ha detto di rimuovere i poster di Cantona e Giggs dalla mia camera da letto. Immagino che avesse ragione sul fatto che potrei essere un po’ distratta a scuola, e di certo non mi hai aiutato in questo senso.

Ma mi hai aiutato a ottenere cose incredibili, come giocare da professionista negli Stati Uniti, in Italia e per l’Inghilterra.

Ora collego i punti all’indietro e vedo tutti i momenti del cerchio completo che mi hai dato. Hai persino dato vita a uno dei miei poster.

Dopotutto, eri la ragione per cui ho viaggiato a Mosca per i Mondiali del 2018 per lavorare come commentatrice televisiva. E chi mi ha raggiunto lì in studio? Ryan Giggs. Devo ammettere che stavo impazzendo. Gli ho detto: “Uhm…Questo è molto strano per me perché ero leggermente ossessionata da te quando ero più giovane”. Lo ha semplicemente ignorato, sai? “Sì, davvero, okay”. Avevamo una palestra nel nostro hotel dove andavamo ogni mattina prima della trasmissione. Presto Giggs mi mandò un sms, dicendo: “Ehi Eni, vieni in palestra?” Ho provato a gestire la situazione elegantemente, ma dentro ero come tipo “Ryan Giggs mi sta mandando un sms per allenarmi con lui in palestra. Arghhh, questo è incredibile!!”. Mi hai costretto a pizzicarmi.

La stessa storia quando ho incontrato la Regina d’Inghilterra. In realtà, l’ho incontrata due volte! La prima volta che è venuta alla Brunel University per darmi un Outstanding Achievement come premio nello Sport. Che cosa surreale: la Regina mi ha assegnato un premio! Quando mi ha fatto una domanda, sono rimasta impappinata e ho invertito le mie parole. Perbacco. Fortunatamente è andata meglio la seconda volta, quando sono stata invitato a Buckingham Palace per i Queen’s Young Leaders Awards… di nuovo, surreale. Ricordo di essermi seduta accanto a David Beckham. Jimmy Choo, il designer, commentò le mie scarpe. Quali sono le probabilità? Mi sembrava di essere precipitata in un mondo fantastico.

Anche adesso, sono perplessa su tutto questo. In che modo una ragazza come me viene invitata a Buckingham Palace per vedere la Regina?

Come fa una ragazza come me ad essere in diretta sulla TV nazionale con Ryan Giggs?

Certamente sei pieno di sorprese, amico mio. Poi di nuovo, se qualcuno me ne avesse parlato di tutto ciò quando ero una bambina, non ci avrei creduto comunque.

Ricordi com’erano le cose per le femmine nel calcio allora?
Ricordo che mia mamma ha fatto una foto alla nostra squadra, ed ero l’unica ragazza. Sono sempre stati Eni e i ragazzi. Ma mentre avevano modelli di riferimento, io no. Non c’era il calcio femminile in TV. L’idea di diventare professionista al momento era impensabile. Così, qualche anno dopo, mentre andavo al college (che in Inghilterra è un po ‘come il liceo) e giocavo per Charlton (che non era affatto una squadra professionista), la mamma insisteva che andassi all’università. Ho accettato: il calcio non avrebbe sicuramente pagato le bollette. Ho dovuto ricevere un’istruzione adeguata.

Ancora una volta ti devo ringraziare per quello che hai fatto. Quando mi sono laureata e ho iniziato a fare domanda per un lavoro presso studi legali, ero disillusa. Charlton era appena fallito. Il Chelsea non era interessato a molto più che investire in bottiglie d’acqua per la squadra femminile. A nessuno importava davvero della lega inglese. Poi dal nulla, Jeff Cooper, il proprietario della St. Louis Athletica, squadra nella lega femminile professionistica negli Stati Uniti, mi chiamò e mi offrì un contratto con la squadra e un lavoro presso il suo studio legale. In un colpo solo hai portato via la mia preoccupazione e paura. È qualcosa che non dimenticherò mai.

E poi ci siamo quasi lasciati. Ricordi quando siamo caduti nel 2011? Bene, penso che sia il momento di spiegare il mio punto di vista delle cose. Quando St. Louis ha chiuso nel 2010, meno di due anni dopo il mio arrivo, e ho firmato per l’Atlanta Beat per un sacco di soldi, è stato bello che il calcio fosse così importante e che le somme coinvolte fossero così alte rispetto a ciò che ero mai stato pagata a casa. Ma la nostra relazione non ha mai riguardato solo i soldi. Quando volevo andarmene più tardi quell’anno e Atlanta accettò di commerciarmi, dissi: “Solo non trasferirmi nel New Jersey. Non volevo solo andare lì. Ma mi hanno comunque scambiato lì, con Sky Blue FC. Ero sbalordita, incazzata, persa.

Ricordo di aver incontrato il mio agente, Misha, a New York subito dopo e di aver detto: “Sto per ritirarmi. Ho finito con il calcio”. All’epoca avevo 25 anni – che peccato sarebbe stato. Avevi altri piani, però, e hai portato le Olimpiadi del 2012 a cambiare tutta quella negatività che stavo provando. Ero tipo “Ok, prima le Olimpiadi, poi ho finito”.

Naturalmente, ancora una volta, non avrei mai immaginato che le Olimpiadi sarebbero state un grande affare. Quello che è successo a Londra quell’estate, quando la Gran Bretagna è entrata per la prima volta in una squadra femminile alle Olimpiadi, ha cambiato tutta la mia passione per il gioco e il corso della mia carriera. Mi hai salvato. Abbiamo vinto tutte e tre le partite nella fase a gironi, battendo il Brasile a Wembley e raggiunto i quarti di finale. Era elettrizzante. All’improvviso la gente aveva interesse per il calcio femminile. E volevo farne parte.

Da allora ci sono stati altri momenti in cui ho pensato di lasciarti. Devo essere sincera al riguardo. Sto parlando del razzismo, dell’abuso sui social media, e tutto il resto. Le donne non guadagnano molto nel calcio, giochiamo perché amiamo il gioco. A volte ho pensato, Ne vale la pena? Ti amo abbastanza? E ogni volta la risposta è stata sì.

A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se non ci fossimo mai incontrati. Sono sempre stata una bambina intelligente, quindi penso che saresti stata OK in qualunque caso. Ma sarei stata così sicura di me stessa? Mi sentirei a mio agio a parlare in pubblico? Sarei un riferimento per altre donne? Sarei felice o appassionata della vita?

Non penso.

Alcune persone dicono che sei solo uno sport, ma mi hai insegnato tanto sulla vita. Mi hai mostrato come lavorare con gli altri, come fissare obiettivi e raggiungerli, come affrontare le sfide. Mi hai dato alti che non avrei mai creduto possibili e bassi che mi hanno sfidato nel profondo, ma che mi hanno anche resa forte e resistente. Mi hai dato amici che amerò a vita.

Ti ho visto sollevare le persone dalla povertà. Ti ho visto unire persone di tutti i paesi, culture e religioni. Ti ho visto offrire ai solitari una famiglia – con compagni di squadra a cui importa.

E mi hai dato il sogno di giocare negli Stati Uniti, l’orgoglio di rappresentare l’Inghilterra, l’emozione di vincere titoli con il Chelsea, l’avventura di giocare con la Juventus in Italia. Ogni volta che ho affrontato ostacoli, li hai distrutti. Ogni volta che ho avuto grandi aspettative, le hai superate.

Non molto tempo fa, ero fuori a Torino quando ho visto un poster. Su c’erano i calciatori maschi della Juventus che tutti conoscevano, Cristiano Ronaldo, Paulo Dybala e…io. Sai cosa mi ha ricordato? La foto che la mamma mi aveva fatto mentre giocavo per la squadra di ragazzi a scuola.

Era uno di quei momenti in cui sembrava che la vita fosse tornata al punto di partenza. Come se tutto ciò dovesse essere, come se la mia carriera fosse stata pianificata per la lettera molto prima che iniziasse – non da me, ma da Dio.

Perché sono stata scelto per farlo? Perché io?

Non conosco le risposte a queste domande, amico mio. In ogni caso, voglio dirti che mi sento molto soddisfatta della mia carriera. Ci sono alcune cose che non ho raggiunto, ma so che non posso avere tutto. Ho scelto l’opzione più difficile ogni volta e penso di essere stato premiata per questo.

Sento che le persone mi rispettano per la giocatrice che sono stata e gli obiettivi che ho raggiunto, ma anche per il modo in cui ho contribuito alla crescita del calcio femminile.

Le ragazze oggi hanno modelli di ruolo. Possono guardare le donne giocare a calcio in TV. La diversità e l’uguaglianza sono all’ordine del giorno. Le donne usano le loro voci e i loro piedi per rompere le barriere in tutto il mondo. Direi che le donne non sono mai state in una posizione più autorevole e sono orgogliosa di aver fatto parte della generazione che l’ha fatto accadere.

Ma non voglio fermarmi ora.

Le persone tendono a pensare che quando ti ritiri come giocatore, la tua storia finisce. Ma per me questo è solo un nuovo capitolo. E mentre non posso ancora parlarti del mio prossimo passo, posso dire che continuerò a lavorare per portare avanti il calcio femminile, proprio come ho provato a fare per tutti quegli anni come attaccante. Mi impegnerò a dare alle donne posizioni chiave nel calcio, per aiutare a ottenere maggiore copertura, finanziamento, crescita e nuove opportunità.

Credo sinceramente che il calcio femminile continuerà a raggiungere livelli ancora più alti nei prossimi anni. E voglio fare la mia parte per assicurarmi che ciò accada.

Ma anche mentre mi preparo per questa nuova sfida, non posso dimenticare quello che abbiamo fatto insieme. Non posso dimenticare gli allenatori, i mentori, i professori, i professionisti e i consulenti che mi hai fatto conoscere che hanno avuto un impatto significativo sulla mia vita. Ogni volta che guardo medaglie, fotografie e cimeli nel mio salotto, so quanto ti devo. Sei una parte di me.

Quindi ti ringrazio, caro calcio, per tutto quello che mi hai dato. Per i momenti a 360° e il viaggio inaspettato.

Ora tocca a me ripagarti.
Eni Aluko

Credit Photo: Sam Robles – The Players Tribune

Vivianne Miedema: la stella dell’Arsenal teme per il calcio femminile

L’attaccante dell’Arsenal e dell’Olanda Vivianne Miedema teme che i progressi compiuti dal calcio femminile possano essere persi mentre i club cercano di risparmiare sulla scia della pandemia di coronavirus.

La corsa dell’Inghilterra alla semifinale della Coppa del Mondo 2019 aveva innescato un aumento delle presenze e dell’esposizione per le squadre della Super League femminile in questa stagione, ma Miedema teme che i problemi finanziari delle società possano influire sull’accrescimento del calcio femminile.

“Il calcio femminile probabilmente avrà difficoltà dopo questo”, ha detto Miedema.

“Siamo abbastanza fortunati che siamo in un club come l’Arsenal, che è un club enorme, ma penso che la crescita che il calcio femminile ha avuto negli ultimi due anni causerà una situazione davvero difficile perché molti club e Uefa / Fifa stanno perdendo molti soldi. Penso che se i club dovessero tagliare qualcosa, taglieranno il calcio femminile, che ovviamente non è per me la decisione giusta da prendere come club.”

Manchester City e Tottenham Hotspur hanno ospitato le partite della WSL negli stadi di casa durante l’attuale campionato, che è stato interrotto a marzo.

Il record di pubblico è stato infranto in entrambe le occasioni, con la presenza del derby di Manchester di 31.213 a settembre superata di 38.262 per il derby di Londra contro l’Arsenal di Miedema a novembre.

Credit Photo: BBC

Sandro Morgana, Vice Presidente LND: “Ripresa per non disperdere i sacrifici fatti”

Care Società, cari Presidenti, carissime Calciatrici, cari Responsabili Regionali, cari Tifosi, cari Amici, ogni settimana, in questa lunga quarantena, abbiamo avuto l’occasione di imparare a conoscere intimamente il significato di una parola. All’inizio è stata ‘pandemia’, poi ‘quarantena’, ‘resilienza’. Oggi impariamo la speranza.

Con l’avvio della cosiddetta ‘fase 2’ il Governo, pur mantenendo quelle lungimiranza e cautela che ne hanno contraddistinto l’azione fin dai primi momenti dell’emergenza, sta concedendo a tutti un primo, accorto momento di liberazione.

Il mondo dello sport, al momento di scrivere, viaggia a due o più velocità. Gli atleti professionisti impegnati in discipline singole di interesse nazionale, infatti, potranno tornare ad allenarsi già dal prossimo 4 Maggio; il 18 è attesa l’apertura a coloro che invece praticano discipline di gruppo. Il calcio, a tutt’oggi, professionista e dilettantistico, sta ancora aspettando una risposta definitiva dal Governo.

I tavoli impegnati nella discussione sono molti, e non è questa l’occasione per rammentarli; tuttavia mi preme far presente che, ad ogni giorno di attesa rischiamo di perdere non soltanto una o più società di calcio, ma un filo del tessuto sociale del nostro Paese. Quali saranno le decisioni relative al mondo del calcio, dalle serie professionistiche fino alla Lega Nazionale Dilettanti, è materia di discussione nelle opportune sedi, e qualunque fosse l’esito delle consultazioni tutt’ora in essere, dovremo accettarlo con serenità e spirito di eventuale sacrificio.

Sotto ad ogni campanile c’è un campo di calcio, si diceva. Ora che i campanili ancora tacciono, ed i campi son ancora chiusi, è doloroso pensare al futuro delle decine di migliaia di giovani che avevano fatto dell’attività dilettantistica non solo sport e divertimento ma, soprattutto, palestra di volontà e valori.

Il primo tempo della partita nella quale tutti siamo impegnati ha visto andare in netto vantaggio il virus, ora è necessario giocare equamente tra attacco e difesa, per portare a casa la vittoria.

In questo particolare momento dobbiamo essere tutti vicini al presidente della LND Cosimo Sibilia, il quale sta conducendo in maniera attenta e lungimirante una delicata partita, nella quale mette al primo posto il benessere dei nostri tesserati e la loro salute, nella speranza di poter tornare a giocare prima possibile, affinché non vadano dispersi i sacrifici e l’impegno che le nostre società, le nostre calciatrici ed i nostri calciatori hanno da sempre profuso.

Mi adopererò massimamente, con la Lega Nazionale Dilettanti e il Dipartimento Calcio Femminile tutto, perché il futuro non sia un’utopia, ma una realtà cui tutte le società possano tendere, convinti come siamo che il calcio è certamente “il gioco più bello del mondo”, ma è e deve restare un gioco.

Come tale deve divertire, in primis chi lo pratica, poi chi ne fruisce la spettacolarità e le dinamiche. Siamo orgogliosi del nostro essere dilettanti, siamo fieri di portare nel nostro nome la radice del diletto, della crescita armoniosa di corpo e spirito.

Quando, e se, le Autorità statali e sportive avranno – dopo attento ed esaustivo confronto con le componenti scientifiche – certezza di una ripresa delle attività senza pericoli per la salute di alcuno; allora, si ricomincerà a giocare al calcio del dilettanti, al calcio femminile.

Coraggio.
Il Vice Presidente LND Delegato
Sandro Morgana

Credit Photo: LND – Lega Nazionale Dilettanti

Bundesliga Frauen: il sogno continua per la stagione 2019/20

In una straordinaria conferenza di gestione dei club della Flyeralarm Frauen-Bundesliga, il DFB e il comitato della Lega Bundesliga Frauen hanno ottenuto un parere sulla situazione attuale. Undici dei dodici club hanno votato per la continuazione della stagione in corso, pur seguendo rigide procedure mediche, a condizione che le condizioni e la volontà politica siano a favore di una ripresa del calcio. Un club, 1. FC Köln, si è astenuto dal voto.

Le operazioni di gioco nella Bundesliga Frauen saranno temporaneamente sospese oltre il 30 aprile a causa della crisi del corona virus. Sulla base di questo parere, i comitati DFB coordineranno ora l’ulteriore corso d’azione.

Al fine di raccogliere una visione esauriente delle opinioni, ai club è stata presentata la “Task Force per la medicina dello sport/Operazioni speciali sulle partite”, che ha lo scopo di garantire la migliore procedura medica possibile dopo la ripresa delle partite.
Le specifiche elaborate congiuntamente da DFB e DFL includono severi requisiti igienici, test costanti per il virus e monitoraggio continuo.

Siegfried Dietrich, presidente del Comitato Bundesliga della DFB Women, ha sottolineato: “È stato importante per la FLYERALARM Frauen Bundesliga che la maggior parte dei club ha dato la sua approvazione per il proseguimento della stagione 2019/20. Insieme al DFB hanno definito i prerequisiti interni per il via libera del governo per giocare e per essere in grado di seguire le linee guida del DFL per la gestione delle crisi. Questo chiaro impegno è emerso principalmente perché la DFL, con il suo fondo di solidarietà senza precedenti, ha anche fornito supporto economico per il livello più alto del calcio femminile. Questa è una grande dimostrazione di solidarietà nei momenti difficili – un segnale forte che non può essere sopravvalutato”.

Alla luce di una possibile ripresa delle partite, le squadre della FLYERALARM Frauen Bundesliga e della 3 Liga avranno accesso a un piatto di 7,5 milioni di euro. Il fondo è stato donato dalla DFL e dai quattro partecipanti tedeschi alla Champions League.

I costi dei test, che sarebbero stati altrimenti sostenuti direttamente dai club, saranno ora coperti da questo piatto centrale. Questa decisione, proposta dal Comitato esecutivo della DFL, è stata concordata all’unanimità. Il saldo dovrà essere pagato senza detrazioni ai club, a supporto dei costi organizzativi delle partite in caso di gioco. Il pagamento verrà effettuato proporzionalmente dopo ogni giornata di gioco completata.

Credit Photo: https://www.dfb.de/

AIC: calciatori/trici dilettanti… situazione inaccettabile

L’attuale situazione di crisi sanitaria e la conseguente difficoltà economica che ne sta scaturendo è sotto i nostri occhi e tutti i soggetti che compongono il mondo sportivo la stanno subendo.

Proprio per questo non si comprende per quale motivo tale situazione sia ricaduta immediatamente ed esclusivamente sulla posizione dei calciatori. 

Si è infatti pensato, ingiustificatamente ed illegittimamente, di sacrificare in primis gli atleti dilettanti, uomini e donne. 

Sono state tagliate arbitrariamente le mensilità e, in alcune situazioni, i giocatori/giocatrici sono stati invitati a liberare gli appartamenti messi loro a disposizione, senza pensare che molto spesso l’attività sportiva dilettantistica serve al sostentamento di intere famiglie.

Per questo la situazione è inaccettabile e necessita di un intervento deciso e sostanziale da parte di tutte le componenti, visto che oggi stiamo lottando insieme per ottenere il medesimo risultato.

L’Assocalciatori, da parte sua, farà in modo che tutte le componenti federali partecipino al fondo solidaristico, già deliberato dal consiglio direttivo AIC a marzo, affinché si possa garantire la sussistenza dei calciatori/calciatrici e la sopravvivenza economica delle loro famiglie. 

Nel contempo, l’AIC ringrazia il Governo e il Ministro Spadafora per l’aiuto, sotto forma di indennità, elargito per il mese di marzo che è stato assolutamente importante. Si auspica che tutti i calciatori e le calciatrici ricevano l’indennità prevista per il mese di marzo e che, come promesso dalle Autorità, il contributo possa essere riproposto per il mese di aprile.

La situazione è assolutamente grave, i giocatori/giocatrici rischiano di non percepire alcun importo da marzo a settembre/ottobre e chi pensa di poter “risparmiare” sui calciatori e le calciatrici dilettanti, non comprende appieno la situazione sportiva, economica e soprattutto sociale di questi ragazzi e ragazze.

Credit Photo: Virgilio Guidotti

The social meeting: Forcinella & Vitillo

La prima puntata della rubrica The Social Meeting ha visto il portiere gialloblù Camilla Forcinella ospitare Matilde Vitillo, giovane ciclista della Racconigi Cycling Team, pluricampionessa d’Europa e campionessa del Mondo nel 2019 nella specialità ‘inseguimento a squadre’.

Un modo per continuare a conoscerci, nell’ideale meeting room, dando spazio a un confronto diretto tra noi e altre figure dello sport femminile: i nostri immaginari ‘Social Meeting’. Siamo arrivate anche a scommettere su un rigore battuto da Matilde a Camilla, nella speranza di potersi incontrare al più presto e potersi scambiare una maglia da gara. Rivivi la prima puntata su hellasveronawomen.it.

Un ringraziamento alla redazione di Cicliste e alla Racconigi Cycling Team

MATILDE VITILLO – RACCONIGI CYCLING TEAM
A casa? Giorni particolari, non è la normalità e ovviamente non è divertente, però se continuiamo così spero si sblocchi presto la situazione. Gli allenamenti? Mi incontro un paio di volte a settimana in videochiamata con la squadra, insieme il tempo passa più velocemente, ma è  diverso rispetto ad allenarsi veramente insieme. Come ho iniziato a correre? Io ho cominciato a 8 anni e in realtà il primo approccio non è stato positivo: prima facevo danza classica e il mondo del ciclismo era diverso. Ho comunque preso la scia dei fratelli, quindi dopo qualche mese ho iniziato anche io a correre. Scuola? Frequento il liceo classico e non è facilissimo conciliare le due cose, ma in qualche modo si riesce sempre a fare, anche parlando con preparatori o team manager. L’emozione del podio? L’emozione più forte è stata alla vittoria dell’europeo. Il Mondiale vinto con il quartetto è certamente un premio più ambito, ma anche la sensazione di vincere individualmente è qualcosa di veramente forte. Quando sei sul podio e ti mettono la medaglia al collo è qualcosa di speciale. E lo era ancora di più sapere che erano vicine a me sia le persone che mi guardavano da casa, sia quelle che erano venute fino in Belgio per me. Ovviamente io, quando sono salita sul podio e ho sentito l’Inno d’Italia che riecheggiava in tutto il velodromo sono scoppiata a piangere in maniera assurda… veramente bellissimo. Il 15 agosto 2019? Quel giorno vincemmo il Mondiale a squadre. Eravamo in finale con la Nuova Zelanda. Arrivammo al traguardo proprio nello stesso istante, quindi non si sapeva chi avesse vinto e nessuno, nemmeno sugli spalti del velodromo, sapeva se esultare o meno. Qualche istante dopo è comparso sul tabellone che avevamo vinto di 7 millesimi di secondo! Gli italiani lì sono esplosi. Ciclista a cui mi ispiro? Non ho mai avuto un idolo, ho seguito solo la mia strada. Letizia Paternoster? Mi piacerebbe un giorno poter correre con lei, perché significherebbe aver raggiunto i grandissimi livelli a cui è lei, inoltre è anche una ragazza bellissima“.

CAMILLA FORCINELLA – HELLAS VERONA WOMEN
Come trascorro questi giorni? Studio, dato che entrambe abbiamo la maturità quest’anno! Poi mi alleno, assieme a tutta la squadra, con i programmi del nostro preparatore atletico (Prof Bellini, ndr). Diciamo virtualmente ma insieme. Come ho iniziato a giocare? Ho cominciato tardi, prima ho fatto altri sport prima come basket, pallavolo, ippica e nuoto. Ho iniziato a giocare a calcio nel parchetto con mio fratello: da piccola ero terzino, poi ci ho ripensato perché si correva troppo. Conciliare scuola e sport? È un po’ difficile: alla mattina mi dedico alla scuola, studio anche in treno alla mattina e la sera a casa, mentre il pomeriggio mi alleno con il club. La mia vittoria più bella? Quella dell’anno scorso nel derby con il Valpo. Abbiamo vinto 1-0: ci giocavamo sia il derby, sentitissimo, che la salvezza. Era una guerra. Siamo riuscite a vincere grazie a un gol di Veronica Pasini sotto l’incrocio. Una partita piena di emozioni ed è stata la più significati per me. Le mie partite con la Nazionale? Ho ricevuto la prima convocazione in Under 17 a sedici anni, allora non mi rendevo neanche conto di cosa volesse dire rappresentare il proprio paese. Quello che non è cambiato è ciò che sento quando parte l’inno, chiudo gli occhi e sento il cuore battere a mille. L’attaccante contro cui mi piace giocare? In Italia ce ne sono veramente tante di brave, ma la più forte è Bonetti: lei qualche anno fa giocava al Verona per cui, anche se ero molto piccola, mi piaceva tantissimo averla contro nelle partitine. È una giocatrice imprevedibile, puoi studiarla quanto vuoi ma poi ti sorprende sempre. Portiere a cui mi ispiro? Stéphanie Öhrström, io la considero come una sorella maggiore. Quando sono venuta qua a Verona lei era il portiere della prima squadra. Mi ha preso sotto la sua ala e mi ha fatto sentire il suo sostegno. Ora quando la rivedo, che giochiamo contro, mi scappa anche una lacrima ma non glielo dico mai. A fine partita, l’ultima volta, è venuta a dirmi che ero migliorata. Per me è bello sentirsi dire da lei, che è un portiere fortissimo, che va in Champions League, che ho delle qualità“.

LA BIOGRAFIA
Matilde Vitillo: nata a Torino l’8 marzo 2001, Matilde Vitillo è una delle atlete più promettenti del panorama ciclistico italiano. Cresciuta sin da quando aveva 13 anni nella Racconigi Cycling Team, squadra cuneese che le ha permesso, mettendo in luce le proprie eccellenti prestazioni, di iniziare un importante percorso anche con la Nazionale, nelle varie categorie. Nel 2017, per la categoria ‘Allieve’, è terza classificata nei campionati italiani di ben tre specialità: a crono, su strada e su pista. Nel 2018, passata in ‘Juniores’, viene convocata agli Europei di Brno sia a crono (a cui arriva decima) sia su strada. Successivamente arriva terza ai campionati italiani di crono e riceve un’importante convocazione ai Mondiali di categoria su strada, che si corsero a Innsbruck. Nel 2019 i suoi successi più importanti: con la Racconigi vince su strada il 2° memorial Serena Mancini a Sarteano e a crono a Portogruaro, mentre con la Nazionale viene convocata per partecipare agli Europei su strada ad Alkmaar e ai Mondiali nello Yorkshire, inoltre è campionessa d’Europa ‘Juniores’ in pista sia nella corsa a punti sia nell’inseguimento a squadre. In quello stesso anno, a Francoforte, è Medaglia d’Oro Mondiale con le compagne Camilla Alessio, Eleonora Gasparrini, Giorgia Catarzi e Sofia Collinelli nella specialità ‘inseguimento a squadre’.
Camilla Forcinella: nata a Trento il 22 giugno 2001, Camilla Forcinella è uno dei portieri più giovani dell’intera Serie A femminile. ‘Forci’ – come la chiamano tutti – è riuscita a collezionare ben 34 presenze nel massimo campionato, finora, con la maglia dell’Hellas Verona, arrivando a quota 40 partite disputate in carriera. Ha un rapporto molto forte non solo con i colori gialloblù, ma anche con quelli azzurri delle nazionali giovanili. Tra il 2016 e il 2018 ha giocato in Nazionale Under 17, con cui detiene il record di imbattibilità consecutiva con 7 partite trascorse senza subire gol, mentre a partire dal 2018 è entrata a far parte della Nazionale Under 19. Nel corso della corrente stagione 2019/20 ha ricevuto la prima convocazione con la Nazionale Under 23.

Credit Photo: Hellas Verona Women

Wu Haiyan: lo spirito della Steele Rose può farcela

Pian piano la vita in Cina sta tornando ad una sorta di normalità grazie agli enormi sforzi del paese nella lotta contro il COVID-19 negli ultimi mesi. In particolare, questo significa un ritorno al lavoro per la Nazionale Femminile Cinese che ha iniziato ad inizio aprile un periodo di allenamento di quattro settimane presso il “Suzhou Taihu Football Center”, Suzhou

“L’obiettivo di camp è stato aiutare le giocatrici a ripristinare la forma fisica e la forza”, ha dichiarato il capitano delle Steel Roses, Wu Haiyan, in previsione del deciso playoff contro la Repubblica Ceca per la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo.

La salute e la sicurezza, ovviamente, rimangono una priorità assoluta con misure di protezione rigorose in atto. “Tranne che per l’allenamento sul campo, indossiamo sempre maschere per il viso. Ognuno di noi ha una camera d’albergo separata e quando si mangia nella sala da pranzo, ognuno ha un tavolo separato per mantenere la distanza”.

Negli ultimi mesi sono state prese misure di distanziamento sociale in tutto il paese, ma le giocatrici erano tutt’altro che inattive, come ha rivelato Wu. “L’allenatore Jia [Xiu Quan] ha chiesto di allenarci a casa su base giornaliera. Aveva un piano fatto per tutti. Ma non ci sono strutture di formazione a casa, quindi abbiamo dovuto sfruttare al meglio ciò che abbiamo. Un sacco carico o un barattolo per il sollevamento pesi”.

Lo spirito di Steel Roses
L’occasione Olimpica per la Cina ha già visto molte turbolenze quest’anno con COVID-19 che ha posto una sfida dopo l’altra. La Cina si aspettava di ospitare il terzo turno di qualificazione di febbraio, che inizialmente doveva svolgersi a Wuhan. Ma con la sede trasferita due volte, prima a Nanchino e poi a Sydney, la squadra si affrettò a fare le valigie per un viaggio a Brisbane, dove fu chiesto di mettere le giocatrici in quarantena in un hotel. Per cui nessuna vera occasione di rifinitura o allenamento prima dell’incontro.

“Prima della partita di apertura, l’allenatore Jia ci ha detto ‘vedete, tutte le difficoltà ci stanno arrivando. Cosa dobbiamo fare?’ Sapevamo tutti cosa intendeva dire. Avevamo passato tutto questo insieme e volevamo dimostrare cosa potevamo fare“.

Le cinesi hanno aperto con una sconfitta per 6-1 in Thailandia prima di sconfiggere il Cinese Taipei (Taiwan) per 5-0. Ma soprattutto un grande pareggio con l’Australia di 1-1.

“La solidarietà e il lavoro di gruppo sono sempre al centro del nostro spirito”, ha affermato Wu. “Le difficoltà ci avvicinano come squadra. Affrontiamo le sfide insieme e lavoriamo sodo come unità”.

Credit Photo: IC Photo

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