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Il San Marino Academy compirà il definitivo miracolo con la salita in Serie A?

Alzi la mano chi vedeva il neopromosso San Marino Academy in lotta per salire in Serie A: nessuno. Nemmeno il più sfegatato tifoso delle titane poteva immaginare di disputare una stagione così incredibile.

Parliamoci chiaro, mister Alain Conte ha inserito nella mentalità delle giocatrici una vera e propria libertà di gioco, senza fare calcoli e pensieri.

Pensiamo a quello che hanno vissuto le sanmarinesi che avevano come obiettivo la salvezza, e invece hanno chiuso un 2019 incredibile, per poi partire col botto quest’anno, chiudendo l’andata in vetta alla classifica. Anche se nelle prime due giornate di ritorno ha visto perdere negli scontri diretti con Napoli e Lazio, il San Marino ha saputo reagire vincendo contro Lady Granata Cittadella e Ravenna.

Peccato che sia arrivata quest’emergenza, ma quello che hanno fatto le biancazzurre in questo momento è un campionato favoloso, condito dal fatto di poter vedere in vetta alla classifica cannonieri Raffaella Barbieri, che coi suoi quattordici gol sta permettendo al San Marino di vivere una favola che potrebbe avere un lieto fine. Dipenderà dalle sanmarinesi, ma soprattutto dalle sue dirette avversarie.

POSIZIONE IN CLASSIFICA
3a (con una partita in meno).

PUNTI ATTUALI
32 (16 in casa e 16 in trasferta).

RISULTATI
10 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte.

GOL FATTI
39 (26 in casa e 13 in trasferta).

GOL SUBITI
18 (13 in casa e 5 in trasferta).

MIGLIOR TOP SCORER
Raffaella Barbieri (14 reti).

GIOCATRICI CON PIU’ PRESENZE
5 giocatrici (15).

Player focus: Veronica Pasini

Attaccante o esterno alto, Veronica Pasini non ha bisogno di grandi presentazioni. Una giocatrice veloce, che offre colpi importanti come quello che decise la stagione 2018/19 con la salvezza del Verona. Con la maglia dell’Hellas ha finora collezionato 35 presenze e 9 gol, di cui 8 l’anno scorso.

#17 VERONICA PASINI
Luogo: Rovereto, Trento
Altezza: 1,66 m
Nazionalità: italiana
Ruolo: attaccante
Piede preferito: destro
Caratteristiche: a giro sotto l’incrocio
Presenze in Serie A: 56
Presenze Hellas Verona: 35

«THAT CURVE!»
Cit. femme.football on Instagram

UN DUELLO MEMORABILE
È una delle partite più ricordate degli ultimi Player Focus, tant’è che ne hanno parlato sia Anna Cavalca (CLICCA QUI) che Sara Baldi (CLICCA QUI). La doppia semifinale del campionato Primavera 2015/16 è incredibile: da una parte il Verona CF e dall’altra il Mozzanica. All’andata le bergamasche si impongono con un sorprendente 3-0 in casa delle gialloblù – in gol durante quella partita anche Sara Baldi – mentre al ritorno la vittoria delle veronesi non basta a ribaltare il parziale della prima gara. Una partita che, come ricorda Pasini, fu quasi una guerra sotto un caldo asfissiante. Proprio l’attuale giocatrice dell’Hellas, all’epoca quindicenne, segnò una doppietta. Il Mozzanica venne ammesso alla finale di categoria, dove però dovette arrendersi alla Res Roma di Fabio Melillo.

L’ESORDIO IN CHAMPIONS LEAGUE
Veronica Pasini, che già aveva raccolto tanti minuti in campionato nel corso del campionato 2015/16 e agli inizi della Serie A 2016/17, rivive con grande emozione l’esordio in Champions League contro il BIIK Kazygurt a Şımkent, in Kazakistan, il 5 ottobre del 2016. Le veronesi dovettero arrendersi quel giorno alle campionesse kazake in carica per 3-1, con il gol ad accorciare le distanze di Melania Gabbiadini che venne vanificato dalla doppietta di Gulnara Gabelia. Quel giorno però fu importantissimo per Pasini, che all’intervallo sostituì Paige Williams esordendo così, a quindici anni, in UEFA Women’s Champions League. La giovane attaccante, oggi all’Hellas Verona, giocò anche la gara di ritorno al ‘Bentegodi’ il 12 ottobre seguente, sostituendo al 54′ Dominique Bruinenberg. La partita terminò 1-1 e le gialloblù vennero eliminate dalla competizione, ma quelle due giornate furono, per Veronica, un insieme di emozioni indescrivibili.

IL DERBY SALVEZZA
La partita del 13 aprile 2019 contro il Chievo Valpo è forse la più importante nella giovane carriera di Veronica Pasini: alla penultima giornata di campionato, quella che si gioca all’Olivieri di via Sogare, è una sfida salvezza fondamentale. “L’adrenalina era a mille, perché la posta in palio era alta e sapevamo che tipo di partita stavamo per affrontare. È stato un mix di emozioni dal primo all’ultimo istante. Noi eravamo un gruppo molto giovane, ma nonostante questo ci siamo fatte forza a vicenda riuscendo a superare numerosi ostacoli, compreso l’ultimo e, dopo un anno molto travagliato, siamo riuscite a raggiungere quello che era il nostro obiettivo“. Al 39′ del primo tempo un tiro a giro all’incrocio opposto, proprio della giovane Pasini, decide la partita.

Alia Guagni, Fiorentina Women’s: “… vincere qualcosa con questa maglia vale il doppio rispetto al vincere da altre parti”

Alia Guagni, difensore della Fiorentina Women’s e della nazionale italiana, ha parlato in una diretta su Instagram:

“Cosa mi ha spinto a giocare a calcio? Ho seguito le orme di mio cugino e dopo aver provato un po’ di sport ho deciso di optare per il calcio. I nostri portieri? Sono tutti matti, anche le donne. Da noi c’è Ohrstrom, che è svedese ma la diresti napoletana da quanta confusione fa. Poi c’è Durante, una delle persone più scatenate e folli che conosca, e poi Catalina Perez, un po’ introversa ma ha le sue chicche, anche se è arrivata per ultima”.

“Nazionale? E’ un sogno che si realizza, chiunque giochi a calcio sogna di vestirne la maglia. Rappresenti il tuo Paese e affronti le calciatrici più forti del mondo. Io ci sono arrivata molto giovane, nel 2006, anche se all’inizio ho fatto poche presenze. Dopo alcuni infortuni sono rientrata e da lì è stato un crescendo fino ad arrivare a livelli molto alti. L’estate scorsa abbiamo vissuto l’esperienza fantastica del Mondiale, al quale eravamo arrivate anche un po’ a sorpresa”.

“Scudetto? E’ stato incredibile, uno dei momenti più belli della mia carriera. Abbiamo vinto con qualche giornata d’anticipo in casa al Franchi. Per me anche solo entrare in quello stadio, dopo che da bambina venivo a vedere la Fiorentina, era da brividi. Se vivi Firenze e dimostri di apprezzarla i tifosi ti amano. L’anno scorso ho scelto di rimanere e quello che è successo dopo era impensabile, mi hanno dimostrato tutto il loro amore”.

“No al Real Madrid? Io sono fiorentina e quindi è stata una scelta di cuore, ma poi vincere qualcosa con questa maglia vale il doppio rispetto al vincere da altre parti. Inoltre, l’offerta è arrivata nel momento del passaggio di proprietà. Commisso e i suoi uomini mi hanno fatto capire che qui c’era un progetto ambizioso anche per le donne. Loro sono molto vicini a noi e sempre sul pezzo: anche ora che siamo a casa, ci scrivono e ci chiamano sempre per sentire come stiamo e sapere se abbiamo bisogno di qualcosa. Questo per me vale tantissimo. La fascia? Sono capitano da dopo lo Scudetto, ereditando la fascia da Giulia Orlandi. È una responsabilità e una soddisfazione oltre che un orgoglio, ma non riesco mai a ricordarmi del gagliardetto prima di entrare in campo”.

“Coesione del gruppo? Ho avuto la fortuna di avere sempre gruppi uniti qui a Firenze. Ovviamente anche quello attuale non fa eccezione. L’unità del gruppo fa la differenza. Spesso andiamo a mangiare insieme il sushi e in generale organizziamo un sacco di cose: cene, cinema, aperitivi. Compagne più divertenti? Mauro e Lazaro sono due fuori di testa: gag, scherzi, battute, balletti. Persone così sono l’anima del gruppo. ‘Troniste’ dello spogliatoio? Thogersen si è presentata quest’anno subito col vestitino e il capello fatto. Una fashion blogger. Deejay? Spesso Paloma che mette sempre musica un po’ latina. Coro preferito? Il mio preferito è ‘bombe nell’aria’. E’ bellissimo, non vedo l’ora di tornare a sentirlo. Dove vivo? Vivo in collina, c’è una curva per arrivare in città in cui si vede tutto il paesaggio fiorentino. Ogni giorno mi fermo e penso: ‘Ma quanto è bella Firenze?’. Non mi stanca mai”.

Credit Photo: Alessio Boschi

Milena Bertolini: “Ci sono due strade: cambiare in meglio oppure il declino. E’ la storia che ce lo insegna”

Milena Bertolini, commissario tecnico della nazionale femminile italiana, ha parlato a Tuttosport

“Una pandemia del genere pone di fronte all’intera società, non solo il mondo del calcio, due strade: cambiare in meglio oppure il declino. E’ la storia che ce lo insegna”.

“Invece quello che sto vedendo è molta attenzione sull’immediato, su mettere una toppa al problema, senza avere una visione d’insieme su come migliorare per il futuro. Far ripartire il campionato è importante perché parliamoci chiaro, il calcio è un’industria che garantisce posti di lavoro, entrate, interessi e come tale va rimessa in moto. Ma vogliamo veramente ripartire nelle stesse condizioni oppure pensiamo di formulate proposte di cambiamento? C’è bisogno di cambiamento e di un pensiero più completo. Proporre una strategia a chi ha compiti di Governo”.

“Ora stanno venendo al pettine tutti i nodi, la fragilità di questo sistema. Lo sviluppo del calcio femminile è importante per i valori che trasmette, perchè piace alla gente. Se fossi un dirigente o un politico non prescinderei dal rilancio del calcio femminile. Anzi coglierei la necessità di riprendere il progetto del Governo sul  professionismo e metterlo in piedi davvero”.

“Mi sono commossa nel vedere i nomi delle mie ragazze sui camici di medici e infermieri. Queste ragazze al mondiale hanno trasmesso messaggio di solidarietà, di impegno, di sacrificio, di aiuto reciproco che ora sono ancora più importanti”.

Le condizioni di Ella Van Kerkhoven

L’attaccante nerazzurra, Ella Van Kerkhoven, è stata sottoposta ad intervento chirurgico per pubalgia il 21 aprile scorso in Belgio dal Professor Pauli. L’intervento è perfettamente riuscito e la giocatrice, dopo un periodo di riabilitazione, potrà tornare ad allenarsi.

Credit Photo: FC Internazionale Milano SpA

Ella Van Kerkhoven: “Le prossime settimane staro’ a riposo, ma tornero’ prima di quanto immaginiate!”.

Comincia ora la fase di recupero per Ella Van Kerkhoven, attaccante belga classe ’93 dell’ Inter Women. La calciatrice si è sottoposta lo scorso 21 aprile ad un intervento per pubalgia che è perfettamente riuscito. Oltre ad averlo annunciato  la società nerazzurra con un comunicato ufficiale: “L’attaccante nerazzurra, Ella Van Kerkhoven, è stata sottoposta ad intervento chirurgico per pubalgia il 21 aprile scorso in Belgio dal Professor Pauli. L’intervento è perfettamente riuscito e la giocatrice, dopo un periodo di riabilitazione, potrà tornare ad allenarsi”, la stessa giocatrice ha rassicurato tutti sui propri profili social:

“Quest’ anno ho avuto numerosi scontri in campo che hanno minato la mia condizione fisica. Percio’ martedi’ ho subito un’operazione che dovrebbe, spero, sistemare tutto. Adesso sono a casa, mi sto riposando e sto bene. Le prossime settimane  staro’ a riposo e faro’ riabilitazione, ma tornero’ prima di quanto immaginiate!”.

ellavankerkhoven“I have had a lot of struggles this year on the soccerfield of being injured. So on Tuesday I had an operation to hopefully fix all of it ☺️ I’m now at home resting and feeling fine. The next weeks I will be resting and rehabilitating, but I will be back before you know it”. 💪🏻🇧🇪 #nesovic #azmonica #operation #everythingforpassion #strongerthanever
Credit Photo: Matteo Papini, FotoItaliaSport

59 punti in 19 partite … il dominio del Barcellona femminile nella Primera División Liga Femenino

Il Fútbol Club Barcelona sta dominando la Liga con 59 punti in 19 partite. Dopo avere vinto le edizioni dal 2012 al 2015, da quattro anni che arriva seconda in classifica dietro all’Atlético Madrid.

Le catalane sono in crescita anche a livello europeo, dove nell’ultima edizione, sono arrivate in finale della UEFA Champions League. La bestia nera del Barcellona è l’Olympique Lyonnais, che le ha battute l’anno scorso per 3-0 in finale e aveva già eliminato le blaugrana nel 2017-18 ai quarti di finale nel doppio confronto.

Le colchoneras saranno le rivali del Barcellona anche in Champions League: alla ripresa, ci sarà lo scontro diretto con l’Atletico Madrid con andata nella Capitale e ritorno a Barcellona.

Le catalane, in campionato hanno 9 punti di vantaggio in classifica sulle rivali, e dominano anche la classifica marcatrici con Jennifer Hermoso prima con 23 reti, seguita da Asisat Oshoala con 20 goal.
Jennifer Hermoso, ha iniziato la sua carriera all’Atlético Madrid nel 2010 per poi passare al Rayo Vallecano e al Tyresö FF. Nel 2014 arriva a Barcellona, dove segna a raffica, vincendo due volte la classifica marcatori. Nel 2017-18 va al Paris Saint Germain per poi tornare all’Atletico Madrid nella passata stagione dove segna nuovamente 24 reti.

La numero 10 del Barcellona, autentica giramondo, torna in terra catalana ed è attualmente la pichichi della Liga con 23 reti.

Ad inseguirla Asisat Oshoana, nazionale nigeriana, classe 1994, un passato tra Liverpool, Arsenal e Dalian Quanjian, dove vince la classifica marcatrici del campionato cinese. Torna a Barcellona, dove forma una coppia infallibile con Jennifer Hermoso. In questa stagione è già a 20 marcature in 19 partite.

Insomma la potenza offensiva delle catalane contro l’esperienza tattica delle colchoneras. Il match di Champions League e la Liga saranno a tinte blaugrana e biancorosse.

Seguite con noi la Liga su Calcio Femminile Italiano!

Angelica Soffia, Roma TV: “L’arrivo a Roma? E’ stata una grandissima emozione”

Angelica Soffia, centrocampista della AS Roma e della nazionale italiana Under-19 della quale è anche capitano, ha parlato a Roma TV, raccontando come sta vivendo queste settimane lontano dal campo:

“Sto bene, in questo periodo mi tengo impegnata studiando e allenandomi. La Roma ci ha dato il programma da fare a casa e mi alleno anche con le altre ragazze. Il resto del tempo studio perché tra qualche settimana avrò gli esami all’università. Sto anche guardando molte serie tv, la Casa di Carta è assolutamente da vedere. Per ora riesco ancora a vivermi abbastanza bene questa situazione. A casa ci alleniamo e ci divertiamo insieme, non ci annoiamo mai. Elisa non può stare mai ferma, poi ci sono anche Tecla, Pipitone e Di Criscio. Abbiamo un bel gruppo che ci aiuta a non annoiarci mai nonostante la quarantena.

“L’arrivo a Roma? E’ stata una cosa dell’ultimo minuto, non me l’aspettavo neanche io. Dopo una settimana dall’arrivo ci dissero che saremmo state presentate a Piazza di Spagna. È stata davvero una grandissima emozione, poi mi avevano detto che i tifosi giallorossi erano unici e dopo essere stata allo stadio l’ho capito presto. Le emozioni più forti te le danne proprio i tifosi, dentro e fuori dal campo. I tifosi della Roma sono unici.

Sono sempre stata abituata a stare lontana dalla famiglia, è da tanti anni che sono lontana dalla famiglia e sono sempre stata abituata da questo punto di vista. Ora sono sicuramente più lontana ma sono sempre riuscita a gestire questa cosa, fa parte del mio carattere. Vivo bene da sola, ma ho sempre avuto bisogno dei consigli della mia famiglia. Poi con l’aiuto dei miei compagni di scuola e delle mie compagne di squadra negli anni sono andata avanti. Quando sono arrivata a Roma non conoscevo nessuno ma Roma ti accoglie bene, le persone ti accolgono bene. Quando sono arrivata a scuola mi hanno subito chiesto di che squadra fossi e dopo aver detto di essere della Roma mi hanno tutti aiutato e accolta benissimo! A Roma sto benissimo, noi siamo vicine al centro. Roma è imparagonabile con qualsiasi altra città e sto benissimo sotto tutti gli aspetti.

L’esordio in Champions? Ho esordito in Kazakistan a 16 anni. Ero piccola e non ho subito realizzato bene ma il mio unico pensiero in quel momento era fare il possibile e dare il massimo. È stata davvero tanta roba. Io in generale sono una persona molto tranquilla, in tutto quello che faccio. Ragiono molto e questo succede anche in campo. è una tranquillità che penso mi abbia dato la mia famiglia per come mi ha cresciuto. Mio padre è molto simile a me, penso di aver ereditato questa cosa da lui. La terza più ammonita della Roma? Mi è sempre stato detto che mi faccio “picchiare” in campo quindi ho deciso di prendere un po’ di cartellini anche io! In difesa ci sacrifichiamo di più per la squadra.

In che ruolo hai iniziato a giocare? Con i ragazzi giocavo in attacco, con le ragazze invece da centrocampista finché per varie esigenze ho fatto l’esterno. Alla fine sono diventata terzino perché in una partita delle Nazionale mancavano terzini e durante una partita a Bari contro la Repubblica Ceca ho fatto una grande partita proprio da terzino. Rita Guarino in quell’occasione decise di mettermi terzino. È uno dei ruoli che mi piace fare ma credo di poterne fare anche altri. Mi è sempre capitato di fare più ruoli e mi sento un po’ un jolly.

La cosa più importante in un gruppo è l’umiltà. Se in un gruppo non c’è l’umiltà nessuno è disposto a sacrificarsi per l’altro e il nostro gruppo ne ha tanta, da Bartoli ad Andressa, che potrebbe essere mia sorella per l’atteggiamento che ha. Credo anche che la cattiveria agonistica sia una caratteristica fondamentale per il gruppo e noi in questo stiamo crescendo molto. Siamo un gran bel gruppo e si vede anche in questo momento, ci sentiamo sempre. In questo momento mi mancano tanto le mie compagne di squadra, siamo abituate a vederci sempre e a stare sempre insieme. Manca vedersi in spogliatoio, farsi due risate in palestra, manca lo staff e la coach che ci danno sempre tutto per farci stare bene.

Manca tutto l’ambiente e l’atmosfera che viviamo tutte insieme. Durante le vacanze ci alleniamo in altri modi e non ci vediamo ma ovviamente non è la stessa cosa. Mi manca il gruppo e tutto quello che facciamo insieme. Quest’estate sono arrivate anche nuove giocatrici che si sono inserite benissimo. Quando arrivano delle straniere è più difficile per loro ma si sono inserite benissimo e si impegnano tantissimo ad imparare l’italiano. Sento spessissimo Andrine e Amalie e loro si applicano tantissimo e si vede che ci tengono tanto alla maglia.

Indossare la maglia della Roma? Ho un bel ricordo per rispondere a questa domanda. Contro la Fiorentina, per esempio, durante il riscaldamento c’era l’inno della Roma e c’erano tutte le ragazze, comprese le straniere, che lo cantavano. Non ho mai visto delle giocatrici scaldarsi prima di una gara così importante e che si sentono cosi unite da cantare a canzone durante il riscaldamento. Quella è stata una partita importante, ma in generale tutte le partite al vertice, ci danno quell’adrenalina in più ma anche quella paura in più. A seconda della squadra che abbiamo di fronte o dal momento ci facciamo prendere più o da una cosa o dall’altra. Spesso abbiamo una consapevolezza di partenza, ma ad esempio in alcune partite, come per esempio quella contro la Juventus, la consapevolezza finisci per perderla. Contro la Fiorentina forse questa consapevolezza c’è di più perché ci sentiamo più al loro livello e sappiamo di potercela giocare. Se prendiamo gol lo prendiamo in modo diverso, sappiamo di poter riprendere la partita. Poi ci sono sempre gli episodi, ma non abbiamo ancora quella consapevolezza che può avere in questo momento la Juventus.

Il primo gol al San Marino? Era una partita meno impegnativa. È stato un episodio fortunato ma quel gol ci ha sbloccato la partita. Sto crescendo e sono sempre stata molto fortunata, quando giocavo con i ragazzi il mister era il compagno di mio madre e mi ha permesso di inserirmi. Quando sono arrivata a Verona c’era un ambiente più professionistico e si allenava anche molto, sulle 4-5 volte a settimana. Mia madre inizialmente non voleva, ho fatto danza classica per quattro anni, pattinaggio a rotelle, tennis, nuoto e anche equitazione che mi è sempre piaciuto tantissimo. Mia madre però non voleva che facessi equitazione, è sempre stata spaventata.

Alla fine ho deciso di fare calcio e andavo a giocare di nascosto con il compagno di mio madre. Il mio sogno era quello di avere la borsa con il mio kit di allenamento e i miei primi scarpini sono stati quelli di Del Piero. Ho iniziato a dare i primi calci al pallone a 11 anni, non ho iniziato presto. È bello poter aiutare ora tutte le bambine che vogliono avvicinarsi a questo sport, il fatto di poter influenzare qualcuno in modo positivo è molto bello. I bambini della scuola calcio spesso ci chiedono consigli.

La campagna Assieme? La Roma ha fatto diverse iniziative, da quelle per gli abbonanti over 65, le uova di Pasqua ai bambini e soprattutto tante idee non comuni. Il fatto che si possano aiutare gli anziani è una cosa bellissima e sono loro i soggetti più a rischio. Quando ritroverò le mie compagne sarà una bella sorpresa, questa sosta sarà molto positiva per noi forse perché sento che il nostro gruppo è diverso dagli altri. Questa distanza ci ha unito in realtà, credo che quando ricominceremo la voglia di stare insieme e di giocare ci potrà dare quella spinta in più che ci aiuterà a fare grandi cose in campionato e in Coppa Italia”.

Credit Photo: Vanni Caputo

Nazionale Inglese: chi sostituirà il CT Phil Neville?

La Football Association dovrebbe annunciare nei prossimi giorni che il manager inglese Phil Neville si dimetterà dal suo incarico la prossima estate.

Il 43enne ha preso in carico le Lionesse a gennaio 2018 e ha consegnato la SheBelieves Cup nel 2019, ma da allora i progressi sul campo si sono fermati, in particolare da quando le Lionesse hanno chiuso al quarto posto nella Coppa del Mondo femminile FIFA Francia 2019.

Il ballottaggio è già iniziato su chi potrebbe sostituire Neville dal luglio 2021 con la menzione di tre attuali allenatori della Super League femminile Barclays FA, tra cui Joe Montemurro dell’Arsenal, Emma Hayes del Chelsea e Casey Stoney del Manchester United. Esaminiamo le credenziali di quest’ultima con Stoney, probabilmente uno dei nomi più caldi e popolari legati al posto vacante.

Dopo il jolly dell’Associazione calcistica che nomina un allenatore maschile nella sede dirigenziale delle Lionesse, possono ora optare per un’opzione più sicura con l’Inghilterra che si prepara a ospitare l’EURO femminile UEFA nel 2022. Nell’allenatrice del Manchester United Stoney, c’è qualcuno che ricorda le 130 presenze per le Lionesse come giocatrice in una carriera internazionale di ben 17 anni. Ha meno esperienza di gestione rispetto ad alcuni degli altri nomi citati per il ruolo, ma ha avuto un enorme successo in un breve lasso di tempo.

Stoney ha avuto un breve periodo come giocatrice-manager con il Chelsea nel 2009 prima di continuare a concentrarsi sulla sua carriera da giocatrice per altri otto anni. Nel 2018, è stata nominata la prima manager della squadra senior del Manchester United e ha contribuito a creare una squadra nuova di zecca che ha conquistato il titolo del campionato femminile FA nel loro primo anno. La 37enne ha guidato finora le red devils alla quarta posizione nel suo debutto nella Super League femminile ed è una dei giovani manager più brillanti nel gioco femminile.

Degli altri allenatori in corsa per il posto vacante in Inghilterra, il mister del Chelsea Hayes ha vinto molti trofei e può vantare i suoi successi nel corso degli anni. Attualmente sta lavorando a un progetto che le sta molto a cuore al Chelsea, e il sollevamento del trofeo della UEFA Women’s Champions League rimarrà probabilmente uno dei suoi più grandi obiettivi di carriera.

A parte il gallese Barrie Williams nel 1991, la Football Association non ha mai nominato un allenatore non inglese per la squadra nazionale. Questa tendenza dovrebbe cambiare se dovessero assumere il mister dell’Arsenal Montemurro. Il simpatico allenatore australiano ha avuto un grande impatto da quando si è trasferito nella gestione della Super League femminile nel 2017. Ha quattro titoli di campionato a suo nome insieme alla FA Women’s Continental League Cup che ha sollevato con l’Arsenal nel 2018. 

Dei possibili candidati che lavorano nella Super League femminile Barclays FA, il mister del Manchester United Stoney sembra avere il più forte potenziale di collegamento con il lavoro in Inghilterra mentre i suoi successi per club e nazione parlano da soli. Dobbiamo ricordare che la futura partenza dell’attuale capo Neville non è stata ancora confermata. Una volta che ciò accadrà, la giostra manageriale sarà sicuramente in piena attività con le speculazioni su chi lo sostituirà.

 

 

Credit Photo: Lionesse Facebook

Yesica Menin, San Marino Academy: “È vietato mollare, vogliamo continuare su questa scia positiva …”

Yesica Menin, capitano della San Marino Academy, ha parlato sulle pagine del Montefeltro della sua squadra e del percorso verso la Serie A:

“È bellissimo sognare, possiamo raggiungere questo obiettivo solo con tanta costanza e sacrificio. È vietato mollare, vogliamo continuare su questa scia positiva e alla fine trarremo le nostre conclusioni. Auspichiamo il massimo, e il massimo sarebbe sicuramente andare ad affrontare squadre del blasone della Juventus, contro giocatrici che magari sono anche idoli per alcune di noi”.

“Per me il calcio è parte fondamentale della mia vita, è un grosso impegno, ma allo stesso tempo riesce a regalarmi tante soddisfazioni, soprattutto in questa stagione. Il calcio femminile sta prendendo la giusta piega, sono molto felice di questo grande riconoscimento che si sta dando a tutte le calciatrici”.

“San Marino è la mia attuale casa, nonostante io sia di origini argentine. Qui ho trovato una nuova famiglia che è la mia squadra. Ogni giorno mi sento onorata di indossare la fascia di capitano di questa squadra, probabilmente è la forma di soddisfazione più grande raggiunta finora. Inoltre la gente in Repubblica si sta pian piano interessando al calcio femminile e questo ci fa enorme piacere”.

Credit Photo: San Marino Academy

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