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Veronica Cantoro, Freedom FC: “Miglioramenti ci sono stati nel calcio femminile ma la strada è ancora lunga. Il professionismo? Un grande passo avanti”

Credit: Freedom Femminile

Veronica Cantoro racchiude in sé lo spirito di sacrificio che accomuna molte ragazze che vogliono giocare a calcio nonostante le ore spese in pullman per poter arrivare al campo (che spesso dista da casa), nonostante i soliti luoghi comuni sul calcio e le donne, le palestre poco attrezzate, i campi improvvisati e le tutele e i diritti ancor meno presenti. Nonostante questo la sua passione e l’amore per questo sport non l’hanno fermata fino a farla arrivare ad alti livelli.
Abbiamo voluto chiacchierare con lei, centrocampista classe ’88 e capitano del Freedom, ripercorrendo quello che è stata la sua carriera finora, volendo anche aprire uno spaccato sulla condizione attuale del calcio femminile in Italia che può servire da esempio per le generazioni future (e anche presenti) per far riflettere su quanto ancora ci sia da fare e su ciò che finora si è conquistato.

Veronica, raccontaci quando e in che modo ti sei appassionata a questo mondo.
“É successo quando ero molto piccola, avrò avuto tra i 5 e i 6 anni. Provengo da Chieri un paese in provincia di Torino , da piccola vivevo in un quartiere con molto verde attorno e appena potevo scendevo sempre a giocare coi miei amici e da lì poi è nato il desiderio di andare a giocare in una squadra.”

Le bambine di oggi vivono una situazione un po’ diversa rispetto a quando eri piccola tu per quanto riguarda il binomio ” femmine- calcio”, forse si potrebbe dire una situazione migliore sotto qualche punto di vista. Tu invece come l’hai vissuta questa cosa? Hai mai avuto problemi o incontrato qualche difficoltà?
“Sicuramente ora le bambine hanno un accesso più semplice, quando io da piccola ho espresso il desiderio di giocare a calcio sono andata in una squadra maschile e a me è piaciuto moltissimo anzi ricordo quegli anni con grande gioia e divertimento, ho anche imparato tanto. Quando si è molto piccoli ci si mette a confronto con gli altri ragazzi e questa cosa ti forgia un po’ anche il carattere perché spesso venivano fuori i soliti commenti tipo “questo è un gioco da maschi”, i soliti luoghi comuni insomma. Ma poco a poco , nella mia squadra, che era l’A.C. Chieri mi sono integrata molto bene e devo dire che sono stata molto fortunata. Ho incontrato un gruppo bellissimo e ho giocato coi ragazzi fino ai 14 anni, dopo di che sono passata nel calcio femminile.”

Come ti ha sostenuto (e ti sostiene) la tua famiglia?
“La mia famiglia non è stata un grandissimo sostegno ma per questioni non inerenti al calcio: non erano affatto contrari al fatto che io giocassi anzi erano contenti che io praticassi uno sport, quello che avevo scelto io. Non mi hanno sostenuto nel senso che per difficoltà proprie non potevano portarmi agli allenamenti o alle partite. In questo fortunatamente sono subentrati gli allenatori che ho avuto e i genitori dei miei compagi che nei primi anni mi hanno sempre supportata. Passando nel femminile ho sempre avuto delle ottime compagne di squadra che magari passavano a prendermi oppure mi facevo ore ed ore di pullman , il passaggio per il ritorno devo dire che era cosa molto gradita poiché l’alternativa erano ore spese sui mezzi di trasporto. Sicuramente questo ha fatto sì che un pochino di sacrificio fosse sempre presente per poter praticare questo tipo di attività perché bisogna tenere in conto che le squadre non erano tante sul territorio e soprattutto per farlo ad un buon livello dovevi spostarti in macchina. Nel mio caso distava quasi ad un’oretta da casa mia in macchina, mentre coi mezzi il viaggio durava molto di più, ricordo interi pomeriggi passati su treni e pullman per andare all’allenamento.”

Anche se le cose stanno a poco a poco cambiando, ancora troppi pregiudizi pervadono questo mondo. Di fronte a situazioni simili che consigli ti senti di dare alle bambine (e ai loro genitori) che vogliono iniziare a giocare a calcio per viversela nel migliore dei modi possibili?
“Personalmente non ho avuto pregiudizi, forse la mia famiglia non era felicissima del fatto che giocassi a calcio ma devo dire che non sono stati neanche proibitivi nei miei confronti in più sono sempre stata una che ha sempre fatto di testa sua. Certo i pregiudizi continuano ad esserci purtroppo, magari in modo molto velato in alcune circostanze e molto presenti in altre. Penso che grazie alle mie esperienze posso affermare che lo sport tale deve rimanere, senza alcun pregiudizio: ai genitori potrei dire “lasciate le vostre figlie libere di fare lo sport che più amano”. Non esiste uno sport giusto o sbagliato, lo sbagliato è proibire qualcosa o mettere addosso alle persone troppa pressione affinché si faccia una determinata attività. I figli dovrebbero scegliere in autonomia le proprie passioni.”

Parliamo del tuo percorso finora: hai iniziato con la Chivasso per poi proseguire con l’Alessandria (A2) per poi arrivare in A1. Che ricordi hai di quegli anni?
“Ho iniziato nel Chivasso in serie B, poi ho continuato in A2 nell’Alessandria per poi approdare al Torino che in realtà mi cercava già da qualche anno… Ma ho preferito l’A2 per avere a disposizione più minuti per me, per fare più esperienza perché all’epoca il Torino aveva delle ottime giocatrici di carattere nazionale e temevo di avere poco spazio. Quando poi sono arrivata in questa società, nonostante io abbia giocato solo una stagione, ho giocato molto, ho dato il mio contributo alla realizzazione della migliore stagione per il Torino femminile perché ci siamo classificate seconde e abbiamo perso la Coppa Italia ai rigori. Devo dire che è stata una delle più belle annate, se non forse la più bella, del Torino Femminile.”

Quanto è cambiato il calcio femminile in Italia da allora?
“Se ripenso ai miei anni in serie A  confrontati con la serie A di adesso…Credo che siano cambiate notevolmente le possibilità che ha la giocatrice: come viene seguita, le possibilità che ha di allenarsi, le metodologie, la preparazione tecnica…Tutte le squadre hanno delle componenti importanti con degli staff ampli. Io ricordo che quando sono arrivata in serie B e in serie A 2 l’allenatore era una specie di factotum, erano persone  preparatissime ma facevano di tutto, dalla componente atletica, tattica fino a quella psicologica. Gli staff poi erano ristretti, quindi c’era una persona che doveva fare tutto. Ora invece abbiamo delle realtà sportive dove già nelle giovanili abbiamo delle figure di riferimento per cui le ragazze vengono trattate nel modo corretto ovvero quando si arriva in un ambiente sportivo devi essere circondato da persone dove ognuno ha i propri compiti e questo porta ad avere una gestione migliore che significa avere poi migliori risultati. Da giocatrice penso che arrivare al campo e aver anche solo tutto l’abbigliamento pronto, avere tutto già impostato, iniziare facendo della prevenzione, avere delle palestre, delle strutture tecniche all’avanguardia…Quando giocavo io era un’utopia. Nel Torino avevamo una piccola palestra fatta in casa , con macchinari presi da palestre dismesse, diciamo era molto “home made”(ride)! Altra cosa che è cambiata molto è la parte mediatica che ha portato molto interesse nei confronti delle atlete, chi più chi meno chiaramente… La parte mediatica ha dato una visione positiva allo sport, io credo che purtroppo lo sport femminile in generale venga bistrattato, si cade spesso nei luoghi comuni e questo ne risente. In particolare il calcio femminile è sempre stato un tabù e questo credo sia un comportamento socialmente stupido.”

Dopo di che è arrivata la chiamata dall’Inghilterra. Come sei arrivata al Doncaster?
“Guarda io mi sono diplomata in luglio nel 2007 e due giorni dopo ero già a fare il primo provino in Inghilterra. Ho deciso di fermarmi a Doncaster, ho fatto il mio primo anno in Premier League, è stato molto bello, particolare direi. Ci si allenava fuori dalle strutture, nei parchi, cosa per noi inconcepibile. Poi la cosa buffa è che giocavamo nello stadio con le tribune ma gli allenamenti li facevamo sparsi nei vari campi dei parchi pubblici. Ma a parte queste cose, per noi decisamente diverse, quello che mi porto dentro o del calcio inglese è il non rimuginare troppo su una partita che magari si è preso: nella nostra cultura sportiva invece spesso si tende a parlare solo degli errori. Loro invece guardano alle cose positive che hanno fatto e con la testa sono già alla partita dopo: anche nella vita bisognerebbe applicare questa filosofia.”

Com’era vissuto il calcio in Inghilterra in quegli anni?
“Allora era un semi professionismo però a livello mediatico c’era un interesse maggiore che in Italia: ricordo dei cartelloni pubblicitari immensi con le foto di Smith, Alex Scott( allora terzino destro dell’Arsenal)…In quegli anni l’Arsenal aveva vinto la Champions League quindi c’era molto fermento, ora poi ce n’è ancora di più. Una mia campagna di squadra ha fatto una grande carriera, in lei ho visto proprio la crescita di questo fenomeno ovvero passare dal semi professionismo al professionismo. Si tratta di una cosa bellissima perché ci sono arrivate con anni di anticipo, possono fare quello di professione ed essere concentrate solo su quello, puntare tutte le loro energie, anche per gli interessi futuri perché poi quando finisce la tua carriera sportiva puoi pensare anche di impostare il tuo futuro nel mondo dello sport.”

In che modo il nostro paese dovrebbe agire, secondo il tuo parere, per migliorare la situazione del calcio femminile qui?
Domanda non facile…Credo che una delle prima cose da fare sia di togliere quel concetto di “calcio uguale gioco da maschi”, questo penso che blocchi moltissimi genitori nel mandare le proprie figlie a giocare a calcio. Bisognerebbe far capire che non esistono sport da uomini o da donne ma solo sport, senza dover etichettare un’attività sportiva. Il problema di fondo risiede anche nel fatto che viviamo in uno Stato in cui, si è visto dalle ultime elezioni, queste visioni di “maschio-femmina” sono molto retrograde. Il messaggio di uno sport libero dovrebbe essere lanciato già nelle scuole. Credo che si tratti di un fattore culturale radicato nella società che va al di là dello sport, dovremmo cambiare gli stereotipi di genere e questo porterebbe ad una visione diversa anche a livello sportivo. Inoltre un altro fattore che forse migliorerebbe la situazione potrebbe anche essere quello di dare risalto allo spettacolo perché, non sarà bello da dire, ma i mass media hanno la loro importanza. Nei primi anni il calcio femminile è stato gestito da Sky che ,essendo molto potente, ha dato un’ottima visione del calcio femminile ovvero una visione dinamica, accogliente ed inclusiva. Ora che il prodotto viene gestito da altri media si è perso quello slancio che aveva perso e il pubblico, seppur ora  in chiaro, ne parla di meno. Come viene venduto il prodotto è molto importante, chiaramente bisognerebbe investire meglio nel come si presenta e poi anche investire sulle strutture, incrementare i numeri delle tesserate… Ma del resto quando vendi una cosa e la sai vendere bene si riesce poi a creare il suo mercato perché viene accolta. Puoi anche avere il migliore prodotto al mondo ma se il marketing non è quello giusto non lo comprerà mai nessuno.”

Chiusa la parentesi inglese sei tornata in Italia: che esperienza è stata quella con la Reggiana in serie A?
“Si dopo l’Inghilterra sono andata a giocare un anno a Reggio Emilia dove ho avuto Milena Bertolini come allenatrice: grandissima allenatrice e lo ha dimostrato. L’ho conosciuta nei primi anni della sua carriera ma purtroppo non sono stata molto fortunata poiché in quell’ anno non aveva visto in me particolari caratteristiche…Anni più tardi mi ha poi ricercata ma io avevo poi scelto altre società. Di quell’anno porto dentro  una grande esperienza, e delle grandi amicizie nate in quella squadra che ancora adesso sento, a volte andiamo anche in vacanza insieme. Spesso le amicizie nel calcio, non per cattiveria ovviamente, ma si perdono perché la vita semplicemente ci separa. Dal punto di vista calcistico invece non è stato il mio migliore anno calcistico anche a causa di un grave infortunio ma mi porto dentro quello che lo sport regala oltre al campo di gioco ovvero i contatti, le amicizie il mettersi alla prova. Inoltre restare disponibili sempre, sia da titolari che non, è una crescita perché se si ha sempre la possibilità di giocare non ci si rende conto di quanto sia difficile essere a disposizione della squadra, pur sapendo di non essere tra le prime scelte dell’allenatore. I cambi ora sono 5 (all’epoca erano 3 e non si facevano neanche tutti molto spesso), c’è più spazio per tutti…Sicuramente quell’anno mi ha fatto crescere tanto.”

Facciamo un salto nel presente: oggi giochi al Freedom dopo una stagione passata con l’Independiente Ivrea. Che cosa ti ha spinto in questa società?
“Devo fare una premessa: io sono abbastanza una testona perché ho smesso di giocare quando ero in serie A per una scelta mia, ero stufa delle grandi promesse, non vedevo cambiamenti, degli effimeri rimborsi spese che si, ci permettevano di vivere però non c’erano gestioni appropriate, non si aveva una vita, dovevi spesso cambiare perché non c’erano stabilità date dalle società in cui giocavi (e io ho giocato in società di alto livello!). Questo mi ha fatto lasciare per poi riprendere ma ahimè poi è cambiato tutto. Un mio allenatore poi mi ha convinto a giocare in categorie “basse”, ma basse nel senso di  “prime categorie”. Sono passata dall’Ivrea ad accogliere una sfida( cosa che a me piacciono molto) e la Freedom mi ha dato la voglia di rimettermi in gioco nonostante io non sia più giovanissima (ride)! Ma loro mi hanno mostrato il progetto e tutto lo staff ha voluto costruire qualcosa di positivo che mancava nella zona cuneese (soprattutto dopo la vendita del titolo alla Juve anni prima), hanno voluto riportare una realtà importante in una zona così ampia di cui aveva bisogno creando una squadra costruita con lo scopo di fare meglio di anno in anno, senza dover acquistare un titolo, partendo dal principio e  dai propri sacrifici.”

Come ti trovi con le tue compagne? E con il Mister?
“Quest’anno il gruppo è un pochino cambiato, ma è normale. Nei nuovi arrivi ho riscontrato ottime persone con le quali ho un’ottima alchimia nonostante giochiamo insieme da qualche mese e questo porta ad avere un buon gruppo. Avere un buon gruppo credo sia uno dei fattori per avere buoni risultatati. Mi trovo bene e spero si continui a crescere sotto questo aspetto. Col Mister bene, già ci conoscevamo dall’anno scorso, è molto preparato , attento ai dettagli perché cura la partita in ogni suo aspetto che è un elemento fondamentale per migliorare sempre. Avere un Mister preparato è fondamentale per ottenere grandi risultati.”

Questa domenica affronterai proprio le tue ex compagne. Che sensazioni ti dà?
“Sono contenta è una gara importante ma come tutte le gare lo sono. Non mi spaventano le altre squadre, me la vivo bene, anzi sono contenta di rivedere le mie ex compagne: quando giochi con qualcuno che già conosci sai bene quali sono i punti di forza e quelli deboli. Sicuramente darò tutto quello che posso per fare bene e portare a casa il risultato. Giocare contro delle ex compagne non è sinonimo di ansia, anzi.”

Sabato scorso avete giocato contro al Real Meda: una partita che inizialmente sembrava vi stesse mettendo in difficoltà per le 3 reti segnate dalle avversarie già nel primo tempo. Voi avete risposto con un goal sempre nel primo tempo e siete poi riuscite a portare a casa la partita grazie a 3 reti nel secondo tempo. Che cosa vi siete dette tra voi? Il Mister che cambiamenti ha preso per ribaltare un match che pareva quasi concluso?
“Potrei dire che la partita col Meda sia stata rocambolesca! Penso che il pubblico si sia divertito a vedere una partita con un totale di 7 reti…Una partita in cui nel primo tempo abbiamo commesso degli errori e questo ci ha portato ad un passivo di 3-1 e non era ciò che ci aspettavamo. Abbiamo quindi pensato che come puoi incassare 3 goal li puoi anche fare nel secondo tempo, inoltre abbiamo cambiato il modulo e siamo tornate sui nostri punti di forza e siamo riuscite a mettere in difficoltà il Meda. Nonostante tutto, sportivamente parlando, è stata una bella gara, le avversarie sono state rispettose e corrette, non é stata una gara nervosa , per me è stata una bella prestazione soprattutto a livello di carattere: non mollare mai fino all’ultimo minuto è una nostra caratteristica.”

Aprendo una piccola parentesi sul professionalismo: ci puoi dire i tuoi pensieri a riguardo? Sinceramente, pensavi che in Italia prima o poi sarebbe successo o avevi perso le speranze?
“Ci ho sperato tanti anni… Sono contenta perché il professionismo darà la possibilità a tante ragazze di concentrarsi solo su quello e dar loro un futuro migliore. Crescerà e sono contenta per chi potrà beneficiare di questo passaggio ma sicuramente non sarà una cosa semplice da attuare perché le risorse soprattutto a livello sportivo femminile non sono mai così floride. Vedremo come il professionismo riuscirà a svilupparsi.”

Una curiosità: se potessi prendere in prestito per la tua squadra una giocatrice della serie A italiana e una giocatrice che milita in un campionato estero, chi prenderesti?
“Sarebbe molto bello poter rubare le giocatrici delle altre squadre! Mi piacerebbe giocare con più giocatrici, se dovessi proprio sceglierne una mi piacerebbe giocare in difesa con Alice Tortelli, il capitano della Fiorentina, è una giocatrice molto tenace. Per quanto riguarda la giocatrice straniera potrei farti un elenco infinito…Dalla Bacha, il terzino del Lione, a Megan Rapinoe al massimo dei suoi splendori …Ma forse punterei soprattutto su Rose Lavelle al centrocampo: all’ultimo mondiale aveva fatto una prestazione bellissima, magari ora non è al massimo della sua forma, ma come giocatrice è cresciuta tanto, è davvero molto forte. Alcune straniere hanno delle marce in più ma perché sono delle professioniste da anni…Io spero che il professionismo per le nostre future giocatrici avrà lo stesso effetto per poter poi avere una Nazionale che possa effettivamente giocarsela a viso aperto con tutti.”

Infine, che cosa ti piace fare fuori dal campo?
“Io non mi annoio mai, trovo sempre qualcosa da fare… Mi piace partecipare ad attività, ad  eventi, andare a mostre d’arte, musei, cinema, concerti come anche mi piace guardare video su YouTube con indiani che mi spiegano algoritmi o tool particolari perché per professione sono un data scientist quindi mi piace analizzare le cose, mi piace guardare cosa accade nel mondo. Lo sport mi piace ma mi piacciono anche tante altre cose! Ogni cosa ha la sua importanza e credo che nella vita bisogna arricchirsi di più esperienze possibili.”

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Freedom F.C. e Veronica Cantoro per la disponibilità.

Tampa suona la carica, l’attuale numero uno della classifica marcatori alza l’asticella: “Tikitaka, diventiamo spietate”

tiki taka

Dopo la vittoria in casa contro il Molfetta, è rimasta saldamente al secondo posto in classifica la squadra di Cely Gayardo, ad inseguire da vicino la campionesse in carica del Città di Falconara. Un ottimo avvio di stagione per le abruzzesi, arricchito dalle brillanti prestazioni della centravanti brasiliana Tampa, che si trova attualmente al comando della classifica cannonieri. La campionessa del mondo non delude mai, sia dentro che fuori dal campo, riuscendo a diventare in poco tempo pilastro dello spogliatoio giallorosso. Il Tikitaka segna a raffica, ma c’è ancora qualcosa da migliorare in fase di gestione, difetto, questo, notato da una perfezionista assoluta come Tampa.

La trentunenne ex Pescara, intervistata in settimana, esordisce così: “Cosa penso di questo avvio di stagione? Iniziare così è bello. Stiamo lavorando bene per arrivare ogni settimana più in alto possibile. Ma dobbiamo migliorare ancora in tante cose: possiamo sbagliare pochissimo quest’anno, soprattutto quando affronteremo le squadre più forti. E’ un campionato molto equilibrato questo, quindi dobbiamo migliorare sempre di più.” Il riferimento è al match contro il Molfetta, quando il risultato sembrava ormai al sicuro, le giallorosse hanno staccato la spina: “Ne parliamo tanto di questo “difetto”, sappiamo che non dobbiamo mai sottovalutare nessuno. Ogni volta che abbassiamo un po’ la tensione, accade questo: dobbiamo lavorare molto sulla mentalità, per imparare a giocare sempre al cento per cento, in ogni attimo della partita.” Un dettaglio piccolo, ma da non sottovalutare per fare la differenza: Sì, è un dettaglio piccolo, che però fa una differenza grandissima. Lavoriamoci e non accadrà più nelle prossime partite.”

L’avvertimento calza a pennello per poter affrontare al meglio la prossima sfida, contro un’altra neopromossa, la Vip, partita abbastanza bene in questo avvio di stagione: “Ogni squadra vuole lottare e dare il massimo contro di noi, che partiamo per cercare di vincere. Per questo non dobbiamo prendere nessun avversario sotto gamba. Domenica prossima dobbiamo dare una prova di maturità.” Infine ci sono quei 12 goal segnati che proiettano la stella brasiliana in vetta alla classifica marcatori: “Penso che questo risultato è merito della squadra. Io non potrei fare nulla da sola. A me non importa chi segna, anche se sono felice di far gol. Sono già alla terza tripletta, è una bella soddisfazione. Ma per me conta sempre e solo la vittoria della squadra.”

Ricordiamo che il prossimo impegno del Tiki Taka sarà la trasferta a Milano, contro la Vip, match valevole per la sesta giornata di Serie A Puro Bio che si disputerà domenica 13 alle ore 15:30.

Alice Bertini, Valmontone: “Essere capitano è un onore ma il mio ossigeno in campo sono le mie compagne”

Credit: Valmontone Femminile

Alice è sicura di una cosa: ama il calcio. Che si tratti del campo erboso del calcio a 11 o del parquet del futsal poco importa, nella vita si è innamorata di entrambi. Stiamo parlando di Alice Bertini, esterno offensivo classe 1992, capitano della Valmontone calcio a 5 prima e ora della Valmontone (calcio a 11) dove lei e le sue compagne stanno vivendo un momento magico per quanto riguarda il campionato in cui l’appellativo di “prime della classe” per ora non glielo toglie nessuno. Abbiamo voluto fare quattro chiacchere con lei per scoprire di più sulla sua vita passata da calcettista e sul suo presente da calciatrice dove la Valmontone resta sempre il suo unico amore.

Alice, raccontaci di come ti sei avvicinata al mondo del calcio.
“Il mondo del calcio è un mondo fondamentalmente che mi appartiene da sempre poiché gioco da quando avevo 10 anni, e, all’epoca, se fosse dipeso solo da me, avrei iniziato anche prima con i primi calci (5/6 anni) ma i miei genitori non ne erano molto entusiasti per cui ci sono voluti degli anni prima di iniziare con una vera squadra, composta tra l’altro da maschietti poiché non esistevano le scuole calcio femminili di oggi. Insomma, il calcio è quell’amico fedele che non mi ha tradito mai…”

Prima di dedicarti al calcio a 11 sei stata giocatrice anche di calcio a 5 sempre con la squadra di Valmontone, che cosa ti porti dietro di quel periodo?
“Il calcio a 5 per me fu una sorpresa provenendo da alcuni anni di calcio a 11 (2 dei quali in serie B quando avevo solo 13/14 anni) . Sono finita a Valmontone per delle amicizie che ancora oggi mi porto dietro e dentro il cuore ….cosa mi porto di quel periodo? Mi porto una delle soddisfazioni più grandi , un insegnamento di vita che va oltre molte cose , un sogno ad occhi aperti di una squadra vera fatta di persone vere che partono dal basso e che arrivano all’apice dove tutti vorrebbero arrivare, in serie A2. È un qualcosa che non scorderai mai, quel qualcosa che porti sempre nella tue tasche di esperienza e quel qualcosa che auguri a tutti coloro che fanno questo sport di vivere almeno una volta nella vita. Alcune emozioni non le dimentichi mai.”

Come sei arrivata nel mondo del calcio a 11?
“Il mondo del calcio a 11 io dico sempre che è stato il mio punto di partenza da bambina , ritrovato poi da grande, il destino? La causalità? Ad ogni modo il Valmontone è stato sempre il mio porto sicuro e quando la società ha deciso di sposare questo nuovo progetto è stato, per l’ennesima volta, un onore per me prendervi parte, nonostante le difficoltà del caso dopo ben 16 anni di futsal che, capisci bene, ti mette di fronte a totalmente altre dinamiche di gioco.”

La squadra di Valmontone (calcio a 11) esiste relativamente da poco, com’è cambiata questa squadra rispetto all’anno scorso?
“La squadra del calcio a 11 di Valmontone esiste sostanzialmente da due anni e vivendo i contesti di entrambi i periodi è riduttivo parlare oggi solo di grandi passi in avanti. La società crede moltissimo in questo nuovo progetto tutto al femminile, sono state integrate ragazze di un certo spessore molte delle quali , tra l’altro, sono state mie grandissime compagne di avventura nel mondo Futsal in serie C e A2 a Valmontone e di cui porto davvero in alto i loro nomi e le loro qualità sia come giocatrici che come persone; altre provengono da campionati importanti del calcio a 11 di tutto rispetto, il nuovo allenatore ha una forte esperienza nel mondo del calcio femminile e questo mix sta già dando degli ottimi effetti permettendo a tutta la rosa di crescere insieme e, credimi, non c’è cosa più bella che vedere un bocciolo di rosa fiorire in maniera così naturale. Per cui ho solo che belle aspettative .”

Come ti trovi in questa società, sia con le tue compagne che con il Mister?
“Le mie compagne sono l’ossigeno quando in quel rettangolo verde comincia a finire l’aria, la sintonia è grande e forte e so quanto in questo sport questo valga più di ogni altra cosa per cui sono davvero molto fiera di loro e di fare parte di questo gruppo fatto sì di ragazze di età disparata che hanno un forte attaccamento alla squadra e sono sicura che rimarremo compatte. Il Mister? Il Colantuoni non ha bisogno di presentazioni insomma, siamo tutte coese sulla scia della sua mentalità di gioco , bastone e carota, il giusto compromesso per un equilibrio che è preziosissimo, più di ogni altra cosa. Il motto che abbiamo sposato è “UNO IN PIÙ DELL’ AVVERSARIO!” e questo è già un ottimo presupposto per affrontare la stagione.”

Il campionato è iniziato da poco ma siete partite in quinta, possiamo dirlo. Ti aspettavi un inizio del genere?
“Mi aspettavo un inizio positivo, ma non così di impatto…. Non possiamo che esserne fiere, siamo concentrate e siamo determinate e cercheremo sempre di prenderci quello che vogliamo.”

C’è una squadra che temete di più?
“Sostanzialmente, pensiamo a imporre noi il nostro gioco senza preoccuparci di chi abbiamo davanti. Le somme si tirano partita dopo partita , non abbiamo timore ma non pensiamo nemmeno di essere già arrivate alla vetta per cui lavoriamo e lavoreremo sempre per avere noi la scena del campo consapevoli che l’avversario scende in campo come noi la domenica per prendere quei 3 punti.”

Sei anche il capocannoniere di questa squadra con ben 8 goal portati a casa nelle ultime tre partite. Anche domenica scorsa contro al Tivoli Calcio 1919, avete portato a casa non solo i 3 punti della vittoria ma ben 11 reti di cui 4 tue. Quali sono gli obiettivi che vi prefiggete quest’anno?
“Si, è veramente un orgoglio perché ripeto dopo un’esperienza più che decennale nel futsal anch’io avevo i miei timori ma la squadra mi aiuta a dare il meglio, nessuna è lasciata sola al Valmontone. Gli obiettivi di quest’anno sono molto chiari…. Noi vogliamo innanzitutto far bene e portare in alto il nome di questa società che con il futsal qualche anno fa ha preso già qualche bella soddisfazione per cui la cosa che ci auguriamo e per cui stiamo lavorando tutti insieme è di salire nella categoria più alta. Ma è giusto fare…. Step by step.”

Sia nel Futsal che nel calcio a 11 di questa società resti sempre il capitano della squadra. Che significato ha per te avere questo ruolo e che cosa significa indossare questa maglia?
“Non è un mistero che io col Valmontone ho un certo attaccamento, per me è un porto sicuro, come se fosse la mia famiglia. Tornate a Valmontone e ritrovare le stesse persone con le quali ho condiviso vari momenti per me è come avere una seconda possibilità di poter  rivivere quei momenti. Quando vedo i volti delle persone che hanno condiviso come quei periodo penso sempre “Ci risiamo!”(ride). Essere capitano porta con sé una responsabilità particolare, ero capitano anche nel calcio a 5 in Valmontone ma quello che più mi interessa di questo ruolo, del quale sono onorata, è che  quello che crea il capitano non è tanto il capitano in sé ma quello sono gli altri che hai intorno che lo creano: ad  esempio quando  una tua compagna ti cerca, ti vuole parlare, ti tira su e la cosa é reciproca… Tutto questo porta con sé tante dinamiche che vengono create soprattutto dalle persone che sono attorno al capitano e io sono contornata di persone che mi sostengono. Spero solo di essere all’altezza delle mie compagne perché per me hanno un valore che va oltre ogni cosa e spero di riavere quell’adrenalina e quella soddisfazione che abbiamo avuto anni fa col calcio a5. Ci sono ragazze più giovani e spero che loro vivano quelle stesse emozioni che ho vissuto io  perché ti fanno veramente crescere.”

Parlando invece di te, che cosa ami fare fuori dal campo di gioco?
“Io lavoro nelle Forze Armate da 7-8 anni , è una cosa che ho cercato tantissimo quindi sono molto contenta di questo, anche sotto questo punto di vista la vita mi ha sorriso perché le cose alle quali aspiravo sono riuscita ad averle. Ho fatto l’università, mi sono laureata in Comunicazione Istituzionale e d’impresa e per il resto ho una vita molto normale!”

Puoi svelarci che progetti hai per il futuro?
“Mi auguro di ottenere quello a cui stiamo aspirando e per cui stiamo lavorando, la squadra e la società ci sta puntando molto per cui…in bocca al lupo a noi!”

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Valmontone e Alice Bertini per la disponibilità.

Angelo Baiardo, Svetlana Bertoncini e Daniela Mingardo: “Continuiamo a lavorare, prossima gara semplice solo sulla carta”

Credit: Angelo Baiardo

Domenica 6 novembre l’Angelo Baiardo ha ospitato le lombarde del Vittuone per la nona giornata di Serie C Girone A terminata 0-3. Si trattava di una gara dalle alte aspettative vista la terza posizione in classifica del Vittuone che ha messo a dura prova le neroverdi alle prese con un campionato nuovo e molto competitivo. Una sfida fatta di errori, tentativi ma anche compattezza, valore che ha contraddistinto più volte il gruppo in queste giornate. Queste alcune parole del team ligure nel post gara.

Svetlana Bertoncini, centrocampista:
Le avversarie sono a molto brave a mantenersi in vantaggio. Si vede il distacco con il campionato di eccellenza in cui era stato più semplice per noi fare punti, stiamo facendo bene. La prossima partita? Facile solo sulla carta.

Daniela Migliardo, centrocampista:
Abbiamo preso due traverse nel primo tempo, che avrebbero potuto cambiare la partita. Nel secondo tempo ci sono state un paio di occasioni pericolose, ma dobbiamo lavorare ancora molto: siamo un ottimo gruppo“.

Il team manager Librandi:
“Primo bilancio prima parte di stagione? Positivo, siamo a 12 punti e oltre le aspettative. L’obiettivo è restare fuori dalla zona playout. Sconfitta inaspettata, abbiamo subito goal all’inizio della partita e poi abbiamo perso intensità e concentrazione.
Buono invece il secondo tempo. La squadra non ha mollato e ha provato di ribaltarla, c’è stata un po’ di sfortuna. Le prossime saranno due partite fondamentali, bisogna fare risultato per meritare la salvezza”.

Il direttore sportivo Lavagnetto:
“Sconfitta che dispiace, le ragazze sono deluse, ma dobbiamo ricordarci di cosa abbiamo fatto fin ora in questo campionato che ha squadre molto attrezzate.
La prestazione è stata positiva con qualche episodio sfortunato. Le ragazze si allenano 2-3 volte a settimana di sera. Le altre società a questi livelli hanno già più strutture e mezzi rispetto a noi come società dilettantistica”.

Prossimo appuntamento previsto per il 13 novembre alle ore 14:30 in trasferta contro il FiammaMonza 1970 al campo Sada di Monza.

Serie C, decima giornata in campo domani: Cosenza-Res Roma in diretta streaming

Tra le partite in programma Cosenza-Res Roma sarà trasmessa in diretta streaming sul canale ELEVEN della LND. Nel Girone A a 15 squadre riposa Azalee Solbiatese.

SERIE C – 10ª Giornata

Girone A: Lucchese-Pinerolo (Vincenzi di Bologna), Vittuone-Pavia (Spedale di Palermo), Fiamma Monza-Angelo Baiardo (Saccà di Messina), Spezia-Orobica Bergamo (Tassano di Chivasso), Freedom-Independentiente Ivrea (Fichera di Milano), Pro Sesto-Real Meda (Matina di Palermo), Su Planu-Città di Pontedera (Benestante di Aprilia)

Girone B: Venezia-Riccione (Faye di Brescia), Orvieto-Lumezzane (Giordano di Grosseto, Lebowski-Padova (Capoccia di Perugia), Vicenza-Sambenedettese (Piccolo di Pordenone), Bologna-Villorba (Leotta di Acireale), Jesina-Rinascita Doccia (Guitaldi di Rimini), Triestina-Venezia (D’Agnillo di Vasto), Meran-Portogruaro (Cevenini di Siena)

Girone C: Grifone-Academy Sant’Agata (Giallorenzo di Sulmona), Trastevere-Salernitana (Aldi di Lanciano), Cosenza-Res Women (Montanaro di Taranto), Chieti-Lecce Women (Gagliardi di San Benedetto del Tronto), Roma-Cantera Adriatica (Cardella di Torre del Greco), Vis Mediterranea-Crotone (Torreggiani di Civitavecchia), Independent-Frosinone (Petraglione di Campobasso), Matera-Ludos (Valentini di Brindisi)

Giada Ferrari, 3Team Brescia Calcio: “Mi piacerebbe vincere, con questa squadra, un campionato”

Photo Credit: Giada Ferrari

La 3Team Brescia Calcio ha conquistato la sua sesta vittoria nel campionato lombardo di Eccellenza vincendo, nella decima giornata, in casa contro il Città Di Varese per 5-3, e ora si trova al quarto posto, in coabitazione col Lesmo, con diciannove punti, a otto dalla vetta occupata attualmente dalla Polisportiva Monterosso. Alla doppietta della biancorossa Rebecca Mauro e della varesina Cecilia Cavallin le ragazze di Diego Zuccher hanno risposto con le reti di Alice Martani, poker per lei, e Chiara Pedemonti. La squadra ha elementi giovani ed esperte, e in quest’ultimo gruppo c’è anche spazio per Giada Ferrari, centrocampista classe ’95 e veste la maglia biancazzurra da un anno e mezzo. La nostra Redazione ha raggiunto Giada per risponderci ad alcune domande.

Giada cosa vuol dire per te giocare a calcio?
«Giocare a calcio vuol dire emozioni positive, svago e divertimento. Ma anche impegno e sacrificio. Il calcio è parte fondamentale della mia vita, perché oltre a giocare, alleno».

Come hai capito di avere la passione per il pallone?
«All’inizio ho puntato sulla pallavolo, poi ho scoperto che c’era una squadra femminile di Manerbio e da lì ho deciso di fare la calciatrice».

Da un anno e mezzo sei alla 3Team. Cosa ti ha convinto a far parte di questa squadra?
«Era dicembre dello scorso anno e, nel frattempo, stavo facendo il patentino UEFA C, per cui avevo deciso di proseguire su questa strada, perché non avevo più stimoli da calciatrice. Poi, parlando con la 3Team, ho deciso di rimettermi in gioco, e alla fine sono rimasta perché qui c’è un progetto serio».

Dopo dieci giornate la 3Team è quarta in Eccellenza Lombardia. Piazzamento in linea con le tue aspettative d’inizio campionato?
«Secondo me sì, perché abbiamo un gruppo forte, ma anche giovane, e quindi pecca di esperienza. Possiamo fare ancora di più, ma col tempo ci arriveremo».

Un quarto posto legittimato grazie anche ai tre punti arrivati domenica con il Città Di Varese. Come sono arrivati, secondo te, questi tre punti?
«Questi tre punti sono arrivati grazie alla voglia e al gioco di squadra, ma anche dal fatto di volerci rifare della sconfitta subita domenica scorsa contro il Monterosso (finita 3-0 per le bergamasche, ndr)».

Tu in dieci partite hai segnato tre gol. Sei contenta del tuo score?
«Relativamente, perché personalmente vorrei segnare di più, ma al primo posto c’è la squadra».

Domani la 3Team affronterà il Vighignolo che, al momento, è ultimo in classifica. Un match sulla carta facile, ma può nascondere delle insidie…
«Ogni partita non va sottovalutata, e noi andiamo sempre a giocare per i tre punti».

Come valuti il campionato lombardo di Eccellenza dopo la prima parte di stagione?
«È un campionato difficile e interessante, che ha anche un certo fascino. Le favorite sono Monterosso, Doverese e Lecco, ma noi cercheremo di infilarci nelle prime posizioni».

Tu hai avuto la possibilità di giocare per un anno al Brescia. Cosa pensi della squadra di quest’anno impegnata in B?
«Penso che l’obiettivo del Brescia sia quello di vincere il campionato».

Secondo te, il calcio femminile lombardo crescendo bene?
«Sì, il calcio femminile in Lombardia sta crescendo come sta avvenendo in tutta Italia».

Come sei fuori dal campo?
«Io faccio l’impiegata, e sto studiando all’Università in Scienze Motorie. Alleno i Pulcini dell’Accademia Virtus Manerbio e la Scuola Calcio del Real Leno».

Quali sono i tuoi obiettivi che vorresti raggiungere in futuro?
«Mi piacerebbe vincere un campionato con la 3Team. Spero anche di potermi anche laureare».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’ASD 3Team Brescia Calcio e Giada Ferrari per la disponibilità.

La Lazio C5 batte lo Statte e ritrova il successo in casa, Anastasia De Marco: “Ottimo atteggiamento, ora dobbiamo confermarci”

La Lazio è tornata al successo in casa battendo il Real Statte nella quinta giornata di Serie A Puro Bio. Aldilà della vittoria, quello che sembra aver convinto di più è stata la prestazione, una grande prova di crescita nel non concedere all’avversario spazi per riaprire la partita, come era più volte capitato, con grande rammarico della squadra biancoceleste, nelle gare precedenti. Il risultato netto di 6-1 porta la firma indelebile di Alessia Grieco, che sale a quota 100 reti con la maglia della Lazio, ma è l’intesa corale ad aver dato l’equilibrio giusto per mettere in cassaforte il trionfo.

Intervista da Calcio a 5 live magazine il pivot biancoceleste Anastasia De Marco, che parte dal successo ritrovato: “Per noi era importante ritornare alla vittoria per riscattarci e farlo anche attraverso la prestazione. Abbiamo affrontato una squadra importante ed è stata una partita difficile, più di quello che può suggerire il punteggio. Siamo contente del risultato e della prova che abbiamo disputato.” La sfida metteva davanti due squadre non partite benissimo e alla ricerca di punti: “Per noi era importante tornare a fare bottino pieno e giocare bene. Insomma, risalire la classifica e rilanciarci.” Nel prossimo turno la Lazio sarà attesa in trasferta a Rovigo, nello sky match della sesta giornata di Serie A Puro Bio. Per le ragazze di mister Chilelli sarà l’occasione giusta per provare a dare continuità a questa bella vittoria: “Come tutte le gare di questo campionato non sarà facile. Sarà fondamentale riproporre lo stesso atteggiamento mostrato contro la squadra pugliese. Inoltre, giocheremo in una trasferta lunga, e anche questa è un incognita importante da valutare. Noi, in ogni caso, arriveremo pronte all’appuntamento, con la voglia di fare bene e confermare quanto di buono visto nell’ultima partita.”

Ricordiamo dunque l’appuntamento della sfida tra Rovigo e Lazio domenica 13 Novembre alle ore 18:15, posticipo che chiuderà la sesta giornata di campionato e che sarà trasmesso anche su sky.

 

Le nostre pagelle di Italia-Austria nell’amichevole di Lignano Sabbiadoro, che ha visto una Nazionale spenta e non concentrata

Credit Photo: Andrea Amato

Nell’amichevole contro l’Austria, allo Stadio Guido Teghil di Lignano Sabbiadoro, la nostra Nazionale difronte a 1500 spettatori si fa sorprendere al 42’ da Fuller e perde 0 ad 1 contro le Austriache.

IL TABELLINO:
ITALIA (3-5-2): Durante; Bartoli, Linari, Filangeri, Boattin; Rosucci, Galli, Caruso; Bonansea, Giacinti, Polli. Ct. Bertolini
AUSTRIA (4-1-4-1): Zinsberger; Wienroither, Wenninger, Georgieva, Hanshaw; Puntigam; Hicklesberger-Fuller, Zadrazil, Feiersinger, Dunst; Billa. Ct Fuhrmann

Le nostre PAGELLE dell’Italia nell’amichevole contro l’Austria:

ITALIA (3-5-2):

Durante 6 Nessun pensiero nella prima mezz’ora, chiude benissimo sull’affondo pericoloso di Fuller per un tiro diretto a rete, sorpresa nel finale viene bucata al 42’. Nella ripresa più pronta

Bartoli 6 Buona gestione in appoggio, anticipa e si propone nella centrale per fare assist. Prende un fallo pesante e deve lasciare il campo.

Linari 6.5 Dopo l’ Europeo è il suo primo rientro nella Nazionale, gioca sempre con tenacia e fisicità per la sua squadra. Recuperi importanti e tanta grinta per tutte, peccato che su punizione il suo tiro a giro sia uscito a lato.
(46’ Salvai) 6 Entra a portare un cambio modulo, per una difesa a 4, gioca con lucidità e calma per portare palla cercando al gruppo e sfruttare la superiorità numerica.

Filangeri 6 Molto dinamica e grande resistenza nelle retrovie, gara semplice in appoggio su Durante, cerca spazio per allargare il gioco. Si lascia scappare Fuller nella rete del vantaggio ospite.

Boattin 6.5 Ottimi rientri in appoggio all’asse difensivo. Quando si propone in avanti, in appoggio alla squadra, riesce sempre a calciare palloni molto precisi per le sue compagne.

Rosucci 6 Si libera sempre con gran classe delle sue marcatrici, brava a cercare la progressione sulle punte, manovra bene per le ripartenze.
(66’ Cernoia) 6 Esperienza e volontà in campo per un finale di gara in salita.

Galli 6 Utilizzata nello stesso ruolo della gara contro il Brasile a Genova, mette pressione alle avversarie ed esegue buone giocate.
(81′ Simonetti) SV

Caruso 6.5 Sempre molto brava a mettere palloni precisi in area, sia in velocità che sui calci piazzati, una gara di sacrificio con i giusti movimenti e cambio di gioco importanti.
(53′ Giuliano) 6.5 Suggerisce spunti, se gioca come centrale e brava a leggere gli spazi ed a occuparli, molto brava a calciare quando ne ha le possibilità. Porta vivacità nel finale per gli inserimenti delle compagne.

Bonansea 6 Imposta con calma seguendo le direttive della CT.: sempre passaggi precisi per Polli e per Giacinti, con molta intesa tra le punte. Nella ripresa cala il ritmo e resta troppo in ombra.

Giacinti 6 Spedisce alto sopra la traversa una occasione in partenza, sempre marcata cerca di entrare nella difesa a quattro avversaria incassando molti falli, nella ripresa il portiere le nega la rete del pareggio.
(‘81 Cantore) SV

Polli 6.5 Un previlegio essere la seconda punta fissa, anche se in amichevole, in questa coppia inedita con Giacinti. Per la giovane punta una ottima prova di umiltà e grande coordinazione nelle sue giocate.
(66’ Girelli) 5.5 La CT la mette dentro per cercare di ribaltare il risultato, porta con spunti di gioco più lineari, ma non cambia il risultato: poche azioni e nessun tiro a rete. Nel finale chiede un rigore ma nulla di fatto.

Ct. Bertolini 5.5 Gara amichevole alla scoperta di nuovi moduli, con l’uso anche di giocatrici giovani, subisce il gioco avversario. Nella ripresa, sotto di una rete, cerca di variare il modulo affidandosi alle veterane per la gestione gara ma ne esce ugualmente sconfitta.

L’ennesima sconfitta per la Rinascita Doccia contro il Bologna

Credit: Rinascita Doccia

La nona giornata di campionato di serie C femminile si conclude con un’altra sconfitta per la Rinascita Doccia che gioca in casa contro il Bologna. La partita non è particolarmente emozionante ma le ospiti segnano il vantaggio già al 4′ di gioco con Antolini. Poco dopo arriva un’ulteriore rete bolognese annullata per fuorigioco. Dopo questi due episodi iniziali la partita subisce un rallentamento dovuto alla pressione costante delle ragazze della Rinascita che non lasciano ulteriori occasioni alle ragazze del Bologna. La Rinascita sfiora il goal il due occasioni che colpiscono la prima un palo esterno e la seconda una traversa ma non arrivano alla concretizzazione. La partita si chiude sullo 0-1

FORMAZIONI:

RINASCITA DOCCIA: Mazzanti, Metti (75’ Brunetti), Mancin, Biolo (77’ Innocenti), Sabatino, Nesti (72’ Aiello), Ceccarelli, Papi, Xhemaj, Campi, Del Giudice.
A disposizione: Braschi, Battistini, Bugiani, Paoli, Fedele, Farci.
Allenatore: Bellucci

BOLOGNA: Sassi L., Alfieri, Asamoah (64’ Sciarrone), Sassi S., Antolini, Gelmetti, Benozzo, Zanetti (87’ Spallanzani), De Biase, Bonacini, Arcamone.
A disposizione: Bolognini, Pacella, Filippini, Racioppo, Hassanaine, Simone, Rambaldi.
Allenatore: Bragantini

 

 

Il pareggio contro il Lumezzane garantisce tranquillità al Venezia FC

Photo Credit: Pagina Facebook Venezia FC Femminile

La nona settimana di campionato si chiude per il Venezia FC con un pareggio in trasferta col Lumezzane, proseguendo così la stagione positiva per le ragazze.
Il Lumezzane parte in meglio sprecando un’occasione già al 3′ di gioco e si fanno successivamente pericolose su corner che finisce ancora a lato. La mole di gioco trova lo sblocco giusto solo al 43′ con un autogol di Piazza, mentre tenta di bloccare un traversone.
Nel secondo tempo il portiere veneziano nega la gioia del raddoppio e al 75′ Cacciamali firma il pareggio approfittando di un errore della difesa casalinga. La partita prosegue con un paio di occasioni di raddoppio per le lagunari che però non arrivano in rete. Il triplice fischio conclude la partita sull’1 a 1.

FORMAZIONI

Lumezzane: Gritti, Forelli, Redolfi, Zappa (Giudici 65’), Valtulini, Lacchini, Asperti (Assoni 81’), Valesi, Picchi, Scarpellini (Freddi 30’), Velati. A disp: Boanda, Belotti, Paris, Canobbio, Brocchetti, Prederi. All: Mazza.
Venezia: Pinel, Lamti (Laaroussi 78’), Zuanti, Verdaguer, D’Avino, Airola (Quaglio 70’), Cacciamali, Barro, Carleschi, Piazza, Bonnin. A disp: Limardi, Fassin, Mella, Salvi, Sclavo, Govetto, Tuia. All: Marino.

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