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Chiara Beccari torna alla Juventus e rinnova fino al 2027

Chiara Beccari rientra dal prestito annuale al Sassuolo e prolunga il suo contratto con la Juventus fino al 30 giugno 2027.

È ufficiale, dunque, il ritorno in bianconero dell’attaccante classe 2004 dopo una stagione in terra emiliana – successiva a quella in prestito al Como Women (nella stagione 2022/2023, ndr) – tra le fila del club neroverde, con il quale ha totalizzato 21 presenze in campionato, segnando 5 reti e fornendo anche 5 assist.

Una stagione che ha certificato, una volta in più, la crescita esponenziale di Chiara sotto tanti punti di vista: fisico, tecnico e anche nella gestione dei momenti nel corso di una partita. Crescita confermata anche dall’IFFHS (International Federation of Football History & Statistics, ndr) che nel dicembre 2023 la ha inserita nella rosa delle migliori Under 20 del mondo e dal quotidiano sportivo “Tuttosport” che a ottobre la aveva nominata fra le dieci finaliste del premio European Golden Girl.

Come se non bastasse, poi, ci sono anche i numeri a parlare per lei:

  • Beccari, come anticipato precedentemente, ha sia realizzato cinque reti che fornito cinque assist nella Serie A Femminile 2023/2024. Tra le giocatrici che nei cinque principali campionati europei vantano almeno altrettante reti e altrettanti passaggi vincenti, in quest’ultima annata, solo Mara Alber dell’Hoffenheim, classe 2005, è più giovane di Chiara.
  • In generale, tra le calciatrici che hanno preso parte ad almeno 10 tra reti e assist nei maggiori cinque campionati continentali in questa stagione, solo Vicky Lopez del Barcellona, classe 2006, e Mara Alber dell’Hoffenheim, classe 2005, sono più giovani di Beccari (2004);
  • Tra le giocatrici nate a partire dal 2004, solamente Eva Schatzer (classe 2005 di proprietà della Juventus, ndr) ha creato più occasioni (37) per le compagne di squadra di Chiara (19) nella Serie A 2023/2024;
  • Solamente Lana Clelland (12) e Loreta Kullashi (11) hanno preso parte a più gol di Chiara (10, come Daniela Sabatino) tra le giocatrici del Sassuolo nella Serie A Femminile 2023/2024.

Beccari rientra in bianconero dopo due stagioni giocate in prestito nella massima serie e torna con l’obiettivo di essere una preziosa freccia nell’arco di Massimiliano Canzi.

Aitana Bonmatí presenta la Supercoppa Bimbo 3 di 11 a favore delle ragazze

Aitana Bonmatí ha dimostrato ancora una volta di essere una professionista anche fuori dal campo da gioco. L’attuale Pallone d’Oro è intervenuta alla presentazione della Supercoppa Bimbo 3 di 11 al Joan Gamper Sports City, il centro sportivo che ospita le sedute di allenamento del Barcellona, oltre che la base dell’accademia del club.

 

L’iniziativa culminerà con un torneo all’Estadi Johan Cruyff in programma a fine giugno. Durante l’evento di presentazione, Aitana ha rivendicato il ruolo delle donne, attraverso la sua esperienza, e ha affermato: “A volte pensavo di lasciare il calcio perché non vedevo un futuro e pensavo che non ne valesse la pena , ma oggi posso dire che tutta quella sofferenza e quelle brutte giornate mi hanno lasciato ne è valsa la pena vedere ciò che abbiamo ottenuto. Mi sento orgogliosa di aver seguito questo percorso”.

 

“La strada non è facile e mi piacerebbe che ci fossero più donne in ruoli importanti. Le donne vivono situazioni più complicate degli uomini in molti lavori e possiamo rassegnarci o alzare le braccia affinché la situazione cambi. Dobbiamo continuare a lottare per lasciare un futuro migliore”. Accanto a lei, un’altra Aitana. Si tratta di Aitana Martínez, giovane calciatrice del CE Europa, club catalano militante in  Segunda División RFEF, che ha spiegato: “Non voglio arrendermi, voglio continuare e voglio avere successo. Il mio sogno è sempre stato quello di diventare un giocatore professionista ma al giorno d’oggi è molto difficile conciliarlo con gli studi. Alla fine è molto evidente e il modo in cui arriviamo molto tardi a tutto è legato all’esercizio e al fatto che non ci riposiamo”.

 

Bonmatí ha colto l’occasione per elogiare il lavoro di La Masía, struttura fulcro di tutte le giovanili del Barcellona: “Se alleniamo i giocatori fin da piccoli, arriveranno in prima squadra sapendo giocare come facciamo noi del Barça, capendo il gioco e i concetti, perché avranno assorbito questo per anni. L’impegno di un club come il Barça nel calcio di base manda un messaggio molto importante al mondo, perché vuole che le ragazze facciano lo stesso percorso dei ragazzi che da anni sono alla Masía e che ci sono riusciti e lo stanno facendo”.

Questa campagna mira a ridurre il numero di giocatrici di 16 anni che abbandonano il calcio. Una curiosità sul nome della Supercoppa: 3 su 11 è in relazione al fatto che solo tre ragazze su undici restano nel mondo dello sport da quell’età in poi, mentre il 70% delle ragazze abbandona lo sport.

Fabless nuovo partner della Divisione e Title Sponsor della Serie A Femminile 2024/2025

La finale scudetto della massima categoria come cornice per l’annuncio di una prestigiosa collaborazione: la prossima Serie A Femminile sarà griffata Fabless, società di respiro internazionale specializzata nella consulenza informatica e nell’implementazione di soluzioni sistemistiche e applicative nella Business Intelligence. La nota azienda con sedi a Roma, Bari e Bangkok sarà Title Sponsor della serie regina del futsal in rosa e partner della Divisione Calcio a 5 per tutta la stagione 2024/2025.

BERGAMINI – “Siamo molto lieti di poter ufficializzare l’ingresso in famiglia di Fabless nel giorno clou della stagione femminile, quello in cui si assegna lo scudetto – afferma il Presidente della Divisione Calcio a 5 Luca Bergamini -. Progettualità e sguardo costantemente proiettato verso il futuro sono i tratti che ci accomunano: insieme collaboreremo per la crescita del futsal nazionale”.  

LAURENTI – Soddisfatto dell’accordo anche il Presidente della Fabless Luca Laurenti: “All’interno della Fabless quella della diversity è una questione centrale, sia nella giusta ripartizione tra uomini e donne che nel fatto che ci sia una equa stratificazione a livello di management e ruoli. Da qui, l’idea di sponsorizzare il calcio a 5 nella sua massima serie: avere a che fare con attività che si occupino della crescita del femminile è per noi punto di merito”.

Francia: emozionante accensione del calderone olimpico per Eugénie Le Sommer

Giovedì 6 giugno, a Vannes (Morbihan), si è svolta la tradizionale cerimonia d’accensione del calderone Olimpico: una vera e propria staffetta collettiva organizzata dalla Federazione francese di Handisport a Lorient che ha visto ospitare come ultima tedofora Eugénie Le Sommer, attaccante della nazionale francese femminile.
Accolta calorosamente da una piazza gremita (oltre 3500 persone) di un pubblico che lei conosce molto bene (quello della Bretagna, sua regione natale), la numero 9 ha potuto così trovare un po’ di conforto dopo una stagione calcistica in arresto forzato a causa di un brutto infortunio al ginocchio riportato il 9 aprile durante l’incontro in maglia Bleues con la Svezia; in tale circostanza, ai media locali ha riferito: “È stata veramente una grande emozione ed un onore accendere il calderone qui a Vannes, mi sento privilegiata. Ho cercato di godermi il più possibile il momento davanti ad una magica folla“.

Orgoglio ed immensa felicità per la possibilità avuta, dall’altra parte, invece, dita incrociate per la propria partecipazione proprio ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, ancora in forse.

La calciatrice spera di tornare sul campo in perfetto tempismo, seppur attualmente ancora impegnata nella riabilitazione necessaria alla condizione.
Intanto l’originaria di Grasse, con estrema fiducia, ha dichiarato:Olimpiadi? Competizione che metto alla pari con i Mondiali. Lì giocheranno le migliori squadre e perciò sarà un torneo molto competitivo. Come gruppo abbiamo l’ennesima possibilità di conquistare un riconoscimento importante.
Ammetto che è ancora troppo presto, non sono al 100% ma mi sono posta un obiettivo e, se tutto va bene, dovrei riuscire a raggiungerlo!“.

Chissà se Le Sommer potrà prendere parte al famigerato evento: la lista delle convocate pare non essere ancora pronta, ma…le 192 presenze nei colori della “drapeau français” aspettano solo di essere superate!

Independent, Elio Aielli traccia il bilancio di fine stagione: “La squadra quando è stata in salute se l’è giocata con tutti. A Palermo mi sono emozionato”

Si conclude con una vittoria nel derby contro il Villaricca la stagione dell’Independent, che nell’ultima partita ha battuto la formazione giallorossa con il risultato di 2-1. Il successo rimediato al Complesso Sportivo Kennedy ha permesso alle pantere di concludere il campionato di Serie C Femminile (Girone C) al nono posto a quota 46 punti, frutto di 14 vittorie, 12 sconfitte e 4 pareggi. “Quest’anno abbiamo fatto ancora un passo in avanti in un campionato che anno dopo anno sale vertiginosamente di livello”, sono le parole dell’allenatore della squadra campana, Elio Aielli. Il tecnico ha tracciato un bilancio dell’annata appena conclusa in un’intervista rilasciata ai nostri microfoni, spaziando dalla sua squadra ad una vera e propria disamina sull’intero campionato.

Come valuta la performance dell’Independent in questo campionato? Quali sono stati i momenti chiave della stagione?

“Io penso che la squadra abbia fatto un grande girone di andata, ha acquisito consapevolezza nei propri mezzi e i momenti chiave sono stati la partita a Matera, dove abbiamo centrato alla quarta giornata la terza vittoria consecutiva, e la vittoria di Palermo che ci ha fatto fare delle vacanze di Natale col sorriso. Siamo rientrati bene battendo il Trani e il Villaricca e penso che sia stato un cammino abbastanza positivo soprattutto all’andata. Nel girone di ritorno sono venute meno delle motivazioni, è comunque un gruppo giovane che ufficiosamente si è salvato al termine del girone di andata, quindi è chiaro che diventa complicato mantenere alta l’attenzione, l’intensità, senza qualche infortunio di troppo avremmo ottenuto qualche risultato positivo in più però ritengo che l’apice sia stato toccato con la vittoria a Palermo”.

Gli obiettivi prefissati all’inizio della stagione sono stati raggiunti? Ci sono stati aspetti che sono andati oltre le vostre previsioni?

“Abbiamo raggiunto sicuramente l’obiettivo, siamo riusciti a salvarci con largo anticipo e con tranquillità, magari scalando anche qualche posizione di classifica. Penso però che avendo ricostruito quella che era la maggior parte della squadra rispetto alla scorsa stagione, dove sono andati via dei pezzi importanti che facevano parte dello scheletro e dell’ossatura di questa squadra, sono arrivate altre molto giovani, dunque delle ragazze ancora inesperte che non hanno mai fatto una categoria, la squadra è stata capace di salvarsi ufficialmente 10 giorni prima della fine del campionato. Quindi penso che lo scopo sia ampiamente raggiunto. È chiaro che l’appetito vien mangiando, ripeto ci sono stati intoppi e con qualche infortunio in meno magari saremmo riusciti forse a rosicare qualche punticino in più all’avversario”.

Qual è stata la sua esperienza personale come allenatore in questa stagione? C’è qualcosa che avrebbe fatto diversamente col senno di poi?

“Ogni anno mi rimetto in gioco. Con lo staff facciamo sempre un bilancio a fine stagione per tracciare quelle che sono state le cose positive e negative, come abbiamo lavorato, cosa abbiamo fatto di buono, soprattutto cosa sbagliato, cerchiamo di non ripeterli l’anno dopo. Penso di essere migliorato come persona perché quest’anno il gruppo è cambiato totalmente, ci sono state tante ragazze giovani che si sono inserite, ognuna con una mentalità diversa, qualche ragazza in più da fuori regione, sempre con una mentalità diversa e penso che sia stata una stagione lunga, intensa, pesante e rifarei tutto quello che ho fatto perché ho sempre agito in buona fede per il bene della squadra. Quest’anno però è stato un anno che mi ha insegnato ad andare sempre per la mia strada. Io sono sempre stato un allenatore che dà il 101%, ho sempre dato 10 possibilità e ho capito che bisogna darne massimo 5. Se sbagli una volta, due volte, tre volte, quattro volte, cinque volte sotto la porta allora vuol dire che non sei all’altezza di poter giocare in determinate categorie e questo l’ho capito un po’ l’anno scorso, ma quest’anno ho avuto la controprova. Ho capito che non esiste la riconoscenza, sappiamo bene che quando l’allenatore vince è un fenomeno e invece quando perde è un incapace”.

La squadra ha segnato e vinto più partite in trasferta rispetto alle partite in casa. A cosa attribuisce questo successo fuori dalle mura amiche? Ci sono fattori specifici che hanno favorito le vostre prestazioni lontano dal Kennedy?

“Io penso che aver fatto tanti punti fuori casa sia sintomo del fatto che la squadra arriva più concentrata, con voglia, con quella determinazione di voler fare la partita, di vincere e di dare un senso al sacrificio che sta facendo, viaggiando magari per due giorni, lasciando la domenica tutta la giornata la casa, le famiglie. Questo è un campionato dilettantistico, quindi è un divertimento, gioco, è passione anche se oggi ci sono rimborsi spesa faraonici comunque parliamo di ragazze che devono lavorare, quindi penso che aver fatto più punti fuori casa è sintomo ripeto di una maggiore concentrazione rispetto a quando magari giochi in casa e in quelle precedenti all’appuntamento fai un po’ di tutto. Invece, svegliarsi presto la mattina, viaggiare, andare a giocare con la vincere la partita e dare un senso a quello che stai facendo è diverso. Poi è chiaro che sono sono numeri, sono dati che fanno la differenza e che sono ovviamente dati reali. Il Kennedy, nella scorsa stagione e in generale, è sempre stato un fortino, quest’anno è stato un po’ diverso, ma le sconfitte in casa sono arrivate in un momento della stagione dove la lampadina era spenta”.

Qual è il ricordo più bello che porterà con sé da questa stagione?

“I momenti più belli in particolare sono due. Il primo è sicuramente col Matera perché quella era la quarta giornata, venivamo da due vittorie, una sconfitta in casa col Trastevere ed eravamo in diretta Youtube sul sito della Lega per la prima volta come società, quindi, c’era un po’ di emozione da parte di tutte. Una partita che ricorderò perché sembrava che la squadra giocasse da tantissimo tempo insieme e invece erano insieme soldate da quattro/cinque settimane. Avevamo di fronte una squadra ostica come il Matera soprattutto quando gioca in casa, con calciatrici di alto livello come Robbins. Quindi lì ho visto una squadra che ho pensato potesse andare lontano, così come l’ho vista a Palermo contro una delle prime squadre del campionato, quando abbiamo ripreso la partita ammetto che mi sono nascosto per qualche minuto perché mi sono veramente emozionato, è stata un’emozione davvero forte”.

C’è stato un avversario che vi ha particolarmente sorpreso per la qualità del gioco?

“Io ho seguito i giorni di andata dove il Palermo e la Vis Mediterranea mi hanno impressionato molto. La Vis la avevo già vista in una partita amichevole contro il Napoli e avevo visto fare cose molto molto interessanti. Il Palermo penso che sia quella che stia andando nella direzione più giusta di tutte, una squadra molto giovane con un gioco comunque importante. Poi è chiaro che nel girone di ritorno il Frosinone si debba mangiare le mani per quello che ha espresso e per aver iniziato troppo tardi a fare risultati positivi. Il Trastevere è anche uno di quelli che mi ha impressionato perché ha saputo cambiare rotta a dicembre, ha saputo inserire dei pezzi nuovi e poi è chiaro che la differenza di punti si è fatta sentire alla lunga e quindi magari ha mollato un po’ la presa nel finale. Però se dovessi scegliere una sola squadra, ripeto, dico il Palermo per la direzione in cui sta andando. Insieme al Catania sono due squadre molto giovani che mi che mi hanno stupito”.

L’ultima partita di campionato, vinta per 2-1 nel derby contro il Villaricca, è stata molto intensa. Quali sono stati i momenti decisivi del match? Come giudica la prestazione delle ragazze e quale significato ha avuto questa vittoria per voi all’ultima giornata?

“Ci tenevamo a fare bella figura e chiudere bene la stagione per salutare il nostro pubblico che ci ha sempre dato un grandissimo supporto anche nei momenti di difficoltà. Volevamo festeggiare la fine del campionato, l’addio al calcio di Ventresino, quindi era un momento importante. Penso che la squadra abbia fatto una delle migliori partite della stagione perché sono sempre state in partita, sempre sul pezzo. Forse meritavamo di fare qualche gol in più. È chiaro che dall’altro lato abbiamo trovato un Villaricca spento ormai da quella che era stata anche per loro una stagione lunga, intensa, che si è conclusa con la salvezza nelle ultime due giornate. Alla fine noi abbiamo cercato di metterla molto sul piano del gioco, averla sbloccata nel primo tempo ci ha dato quella forza e quella voglia di andarla a vincere. Invece aver preso gol poco prima dell’intervallo ci ha tagliato un po’ le gambe. Però il fatto che la squadra sia rientrata in campo nella ripresa con un piglio diverso, con ancora più voglia di vincere, dimostra che la squadra quest’anno quando è stata in salute se l’è giocata con tutti e non ha fatto sconti a nessuno. Sono contento perché la squadra ha risposto ha risposto bene”.

Futuro. Quali sviluppi si aspetta a livello personale? C’è un messaggio che vorrebbe indirizzare alle sue giocatrici?

“Sul futuro non ti posso ancora dare una risposta, perché non ne sono a conoscenza nemmeno io. Come ho detto alle ragazze, come scritto in un messaggio di saluti, c’è bisogno di riposarsi, di ricaricare le batterie. È stata una stagione lunga, intensa, pesante. 33 partite includendo la Coppa sono davvero tante e quindi ad oggi non c’è un futuro delineato, ma c’è sicuramente la voglia di stare in campo e di continuare a fare quello che mi piace di più: stare in panchina e lavorare con delle ragazze che vogliono alzare sempre di più l’asticella. Negli anni ho sempre dimostrato che con il lavoro si possono raggiungere obiettivi importanti, bisogna continuare a lavorare per divertirsi, ma anche mettersi in discussione sia a livello calcistico sia a livello personale perché quando si è all’interno di un gruppo è una delle cose più importanti e più genuine che più vi può far crescere, è questo che il messaggio che voglio mandare alle calciatrici”.

Infine, come vede l’evoluzione del calcio femminile a livello locale e nazionale? Cosa pensa si possa fare per promuovere ulteriormente il calcio femminile?

“Ritengo che in ambito nazionale il calcio femminile stia andando nella direzione giusta. In ambito regionale o interregionale, con quelli che sono i campionati di eccellenza, penso che si sia accelerato troppo il processo di crescita. Io dico sempre che fare gli stessi punti dell’anno prima è un grande risultato ma farne di più è veramente tanta roba. Il livello che si alza anno dopo anno fa aumentare anche le spese perché ormai ci sono i procuratori dappertutto e quindi diventa complicato dare un vero valore all’atleta. Quest’anno ci sono capitate alcune situazioni dove ragazze che hanno militato un anno/due anni in eccellenza si aspettavano 500€ solo di rimborso spese e così si va nella direzione sbagliata perché diventa poi complicato per le piccole società che magari stanno facendo passi importanti competere con tutte le altre e soprattutto con una formula come la vostra, dove la prima vince il campionato e quattro retrocedono, non c’è una via di mezzo. Quindi spero che ci si dia una regolata, ma ho i miei dubbi. Inoltre, penso che una delle cose più importanti per il calcio femminile sia sensibilizzare la gente e i ragazzi nelle scuole. Chiaramente ci tengo a ribadire che le nazionale sta facendo tanto e i risultati si vedono, ma a livello locale questa strada qui non si è ancora intrapresa perché mancano le risorse mancano, le strutture, staff qualificati”.

The Coach Experience, Alessandro Spugna premiato da AIAC: “È un riconoscimento che voglio dedicare a tutti quelli che lavorano con me”

Alessandro Spugna ha ricevuto il premio “Panchina d’Oro” in occasione dell’evento The Coach Experience organizzato da AIAC. L’allenatore, fresco vincitore del double (Tricolore e Coppa Italia) con l’AS Roma femminile, è stato intervistato ai microfoni dell’Associazione.

 

Non è qui solo per incontrare i colleghi, ma anche per ritirare un premio molto importante. Che cosa vede in questa panchina d’oro?

“Intanto grazie della Panchina d’Oro, è un riconoscimento che voglio dedicare a tutti quelli che lavorano con me. Oggi l’allenatore ha tanti colleghi che lavorano insieme. Il merito è loro, delle ragazze, del club che mi ha dato la possibilità di allenare in un contesto molto importante. Ci vedo tanto sacrificio, tanta passione. La Coach Experience è una manifestazione importante”.

In genere l’idea dell’allenatore è un’idea solitaria, ma la panchina è fatta da tante persone. Lei è cresciuto nel Torino, poi il salto nella Juve. Sono arrivati i primi successi e i trionfi con la Roma. Il suo è un percorso importante: quali sono state le tappe significative?

“Credo che siano tutte significative. Bisogna ricordare il percorso, cercare di trasmetterlo, fare un certo tipo di esperienza. Cerco di portare dietro tanto dalle persone che sono state coinvolte nel mio percorso; poi ci sono state tappe che mi hanno segnato in maniera importante, specialmente il fatto di aver iniziato il percorso col calcio femminile. Mi prendevano per pazzo, invece è stata una scelta che ho visto come una parte che ha completato il mio percorso. Poi ci sono state delle opportunità: prima Empoli, dopo la Juve. Empoli è stata una tappa importante. Adesso sono stato scelto dalla Roma, questo è stato il terzo anno. Si lavora bene sul femminile, è un club ambizioso e i risultati sono il frutto di tanto lavoro”.

Quanto è importante la sensibilità del club per poter operare in un settore come quello del calcio femminile?

“Credo che sia importante. La Roma ha grande interesse. Sono state scelte persone dalle grandi capacità e Betty Bavagnoli è una persona di questo tipo, ha grande interesse nel continuare un progetto ambizioso. Il fatto di avere tante persone al mio fianco fa sì che il lavoro sia fatto nel migliore dei modi, perché abbiamo uno staff che non ha nulla da invidiare a quello di altre squadre”.

Quali sono le difficoltà per riuscire a competere in Europa?

“Non dobbiamo illuderci. Essere ambiziosi sì. Il percorso in Europa ha un gap importante, ma dobbiamo continuare a lavorare. Penso sempre che cercando di lavorare per migliorarci possiamo avvicinarci ai top club europei. Loro sono partiti prima, hanno un percorso importante e dobbiamo prendere esempio da loro. Dobbiamo cercare di formare calciatrici brave, perché qui penso che il lavoro migliore sarà da fare sui settori giovanili. Da qui a qualche anno avremo giocatrici che potranno dare una mano al club e alla Nazionale”.

I giocatori sono un po’ come i figli, si parla sempre bene di tutti. Ma ci sono esempi da seguire?

“Il fatto di avere calciatrici di alto livello, perché ho la fortuna di allenarle, è importante. Una su tutte Saki Kumagai, ha vinto cinque Champions, un Mondiale. Ha vinto ovunque. Si tratta di una giocatrice importante dal punto di vista tecnico e un punto di riferimento per tutte. Anche in Italia c’è qualche giocatrice di livello importante: possono trainare le più giovani”.

Luana Merli stende due volte l’Orobica, Lumezzane all’ultimo atto di Coppa Italia

Photo Credit: Elia Soregaroli - Calcio Femminile Italiano

Il Lumezzane è in finale di Coppa Italia Serie C. La squadra di Nicoletta Mazza ha battuto 2-0 l’Orobica in semifinale, al termine di un incontro incerto, difficile e tosto per tutti i novanta minuti, dove a decidere è stata la doppietta messa a referto da Luana Merli nella seconda frazione di gioco. Domenica a Firenze alle 11:00, nella partita che assegnerà il trofeo, troverà il Riccione che ha eliminato invece ai rigori il Palermo.

Primi minuti della partita molto equilibrati, però le occasioni da rete faticano ad arrivare. Infatti, la prima vera chance della partita è di marca lumezzanese, dove al 15’ Redolfi cerca il gol direttamente dalla bandierina, De Marchi si salva coi pugni. Ma l’Orobica non si tira di certo indietro e al 20’ ci prova Amoroso con un destro dal limite che va a lato. Dopodiché torna l’equilibrio, seguito da un momento di brivido al 38’ con uno scontro in area tra De Marchi e Paris che fortunatamente termina senza alcun problema, ma al minuto 41 comincia ad accendersi la scintilla con Paris che, servita da Licari, ha il destro dell’1-0, De Marchi si salva in angolo. Sarà questa l’ultima azione di un primo tempo che finisce senza reti.

Parte la ripresa e dopo nemmeno un minuto Sclavo impensierisce e non poco Meleddu, dove il portiere valgobbino smanaccia in corner la botta da fuori della calciatrice dell’Orobica. Verso il 58’ punizione da metà campo battuta da Salvi che non trova lo specchio della porta. Il Lume, tuttavia, non ha alcuna intenzione di restare a guardare e al 67’ Merli ha una doppia occasione, ma De Marchi risponde presente. Ma al 75’ la partita cambia: Cattuzzo batte dalla bandierina, il pallone arriva sulla testa di Merli che lo spinge in rete, portando in vantaggio il Lumezzane. Sette minuti dopo ecco il raddoppio valgobbino e la firma la porta ancora Merli che, sempre sugli sviluppi di un angolo, mette a segno il gol che manda le lumezzanesi all’atto conclusivo della Coppa Italia.

LUMEZZANE: Meleddu, Galbiati, Barcella, Viscardi (91’ Canobbio), Licari (67’ Muraro), Zappa, Gaia Bianchi (83’ Daleszczyk), Redolfi, Sule (77’ Basso), Paris (57’ Cattuzzo), Merli. A disp: Gilardi, Forelli, Sardi de Letto, Mariani. All: Mazza.
OROBICA: De Marchi, Galdini (68’ Coda), Salvi, Visani (83’ Morini), Poeta, De Vecchis, Sclavo, Foti, Lazzari (83’ Crapanzano), Casini, Amoroso (62’ Naldoni). A disp: Zoppini, Madaschi. All: Marini.
ARBITRO: Guitto di Schio.
MARCATRICI: 75’ e 82’ Merli (LUM).
AMMONITE: Gaia Bianchi (LUM), Merli (LUM), Viscardi (LUM).

“Voglio fare la calciatrice”: il sogno di Letizia contro gli stereotipi di genere

Photo Credit: Elia Soregaroli

Ieri, domenica 9 giugno, alle ore 10.15 si è tenuta la presentazione del libro “Voglio fare la calciatrice” di Francesca Gargiulo Gaia Missaglia presso l’Approdo Calipolis a Fagnano Olona. Le due autrici hanno presentato il testo, edito da Piemme nella collana di libri per bambini “Il battello a vapore”.

Un appuntamento interattivo per bambini e bambine, amanti del calcio e non, con l’obiettivo di avvicinarli a una questione importante in modo divertente e di infondere la forza e la determinazione per scrivere la loro storia seguendo le loro vere passioni.

La trama del libro, invece, racconta la storia di Letizia e del suo sogno di fare parte di una squadra di calcio femminile con la speranza di diventare un giorno una campionessa. L’evento ha avuto luogo nella sensazionale cornice della Festa dello Sport, organizzata proprio nel tranquillo comune in provincia di Varese dall’Assessorato allo Sport e in collaborazione con la community di “Donne sui Tacchetti”.

Come espresso attraverso i loro profilo social, il progetto si pone come obiettivo primario quello di combattere stereotipi e pregiudizi di genere in ambito calcistico attraverso cultura, divulgazione e formazione rivolgendosi anche, e soprattutto, a coloro che il futuro dovranno costruirlo. Quale occasione migliore se non quella della Festa dello Sport per diffondere una visione inclusiva e sostenibile della cultura calcistica femminile, con l’ausilio della sopracitata Francesca Gargiulo. Oltre ad essere una delle due autrici del libro, infatti, Gargiulo vanta una lunga esperienza nel calcio femminile come allenatrice e come psicologa.

 

 

Damallsvenskan, 9a giornata: un weekend di sorprese e colpi di scena

I campionati principali d’Europa sono ormai terminati, eccezion fatta per LaLiga spagnola (che domenica chiuderà la “temporada”) e i campionati del Nord. Tra questi la Damallsvenskan, che nella 9a giornata regala diversi risultati a sorpresa. La prima? La convincente vittoria dell‘Örebro sul Brommapojkarna nell’anticipo di giovedì. Un secco 4-1 determinato dai gol di Molly Gunilla Margaretha Johansson, Ojanen, Harnes Håheim e Sarjanoja, che vanificano il gol della bandiera di Ellinor Johansson per le Rossonere.

Successo fondamentale che rilancia la squadra dello Svealand nella lotta salvezza, e che inguaia il Trelleborgs, rimasto da solo all’ultimo posto complice lo 0-3 interno con il Linköping. Tandberg, De Jongh e Björk complicano seriamente i piani della neopromossa. Per i playout, l’Örebro avvicina l’AIK Solna, che cede 2-0 al Djurgården nel derby della capitale. Jönsson e l’ex Häcken e Roma Beata Kollmats confermano l’ottimo inizio delle Nerazzurre.

Sabato sorprendente anche in ottica lotta Champions: il Växjö supera l’Hammarby 2-1 a domicilio, con la rete di Blakstad rimontata da Ágústsdóttir e dalla solita Dupuy e tiene a tiro l’Europa. Ne approfitta il Rosengård per allungare ulteriormente in vetta, grazie al 4-0 con cui regola il Norrköping. Holdt, Tanikawa, Samuelsson e Bredgaard (che secondo un rumor di Stefano Berardo sembra molto vicina alla Fiorentina) lanciano le pluricampionesse verso un titolo che per ora non sembra in discussione.

Anche perché domenica, Kristianstads-Häcken termina 2-2, per effetto delle reti di Kafaji, ribaltata da quelle di Tindell ed Alanen, fino al pareggio finale di Bergström. Un’autorete di van den Bulk infine, permette al Piteå di superare il Vittsjö 1-0. Mercoledì e giovedì, Damallsvenskan di nuovo in campo. Occhio a Örebro-Trelleborgs, Häcken-Djurgården e Linköping-Piteå.

Classifica: Rosengård 27, Häcken 20, Kristianstads 19, Hammarby 18, Djurgården 17, Norrköping 16, Växjö 13, Vittsjö 12, Brommapojkarna 11, Piteå 9, Linköping 8, AIK Solna 6, Örebro 4, Trelleborgs 1.

Evelyn Viens, la canadese dominatrice della Serie A femminile

Evelyn Viens ha letteralmente spaccato la Serie A femminile eBay quest’anno. L’attaccante canadese della AS Roma femminile, arrivata a settembre dalla Damallsvenskan, la massima divisione femminile svedese, si è posizionata al primo posto della classifica marcatrici con 13 gol.

Quando la società capitolina annunciò l’ingaggio di Viens, il bigliettino da visita della canadese era proprio la medaglia d’oro conquistata con la Nazionale al Torneo olimpico di calcio femminile di Tokyo 2020. Un prestigio e un peso allo stesso tempo poichè al valore della giocatrice si univa la responsabilità di quest’ultima di non deludere le aspettative.

I suoi numeri stabiliscono un’inamovibile verdetto: lei sposta gli equilibri e l’ha dimostrato fino all’ultimo, con il clamoroso gol del pareggio al 90′ in finale di Coppa Italia contro la Fiorentina.  Ma oltre alle fredde statistiche, Viens è risultata fondamentale per la capacità di adattarsi rapidamente al gioco di mister Alessandro Spugna, fino a raggiungere una continuità di rendimento facendo fare il salto di qualità la squadra.

Nonostante il suo DNA da punta centrale, Spugna l’ha affiancata fin quasi da subito a Valentina Giacinti sulla fascia, facendola svariare però spesso anche alle spalle della punta, in quella posizione lasciata libera da Andressa Alves, dalla quale ha ereditato la maglia numero 7. La fisicità della canadese ha fatto la differenza e le ha consentito di imporsi tra le retroguardie avversarie in entrambi i ruoli offensivi. Da titolare o da subentrata, poco importava: Viens ha sempre rappresentato la speranza delle romaniste grazie a un mix esplosivo di tecnica, controllo, precisione e potenza.

La Juventus Women è diventata la sua vittima preferita: almeno un gol per Viens in ogni singolo scontro di campionato, sua la rete nella sfida d’andata della Poule Scudetto che ha nuovamente avvicinato la Roma femminile al secondo titolo italiano. Il suo eccezionale controllo del corpo e il senso del gol nelle condizioni più estreme ne hanno infine consacrato la grandezza nella finale di Coppa Italia. Al 90′, Viens portava la Roma femminile ai tempi supplementari, regalando così la svolta decisiva. Adesso, di ritorno in Nazionale, Viens è pronta ad agguantare il posto che le spetta nella rosa canadese, oltre a quello che già detiene nella Roma femminile.

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