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Andrea Baglioni, Rinascita Doccia: “Questa stagione è servita tanto, nonostante le cadute. Rimaniamo un gruppo unito che ha voglia di fare bene”

Credit Photo: Rinascita Doccia

A meno una giornata dalla fine del campionato cadetto, la Rinascita Doccia non nasconde la delusione per la perdita per strada di qualche punto che avrebbe potuto aprire altri palcoscenici.
Quello che sta per concludersi è il secondo anno nella medesima serie per le ragazze guidate da mister Bellucci: un progetto giovane, con un rendimento attuato che le ha avvicinate tantissimo alla situazione precedente in termini statistici.

I momenti di confronto stagionali (sia positivi che negativi) sono ora evidenti punti da cui ripartire per fare meglio il prossimo anno.
In attesa di disputare l’ultimo duello, con piacere abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Andrea Baglioni, portiere della formazione toscana.

Benvenuta Andrea. È in chiusura il tuo primo anno a difesa dei pali della Prima Squadra fiorentina, dopo una crescita negli stessi colori in diverso campionato. Che stagione è stata per te, individualmente? Che squadra hai visto e come ne valuti il rendimento?

Uno degli obiettivi che ci eravamo imposte e che non siamo riuscite a centrare era quello della salvezza.
C’è molto rammarico (come si è potuto vedere anche dalle ultime partite che non ci hanno regalato nemmeno un punto); nella econda parte di stagione, però, abbiamo dimostrato più sicurezza e da questo punto di vista siamo soddisfatte.

La parola “rammarico” è quella più giusta per descrivere anche il mio percorso: ricevere la chiamata in Prima Squadra dopo l’esperienza nelle giovanili è stata un’emozione unica, ma sono delusa perché so di poter dare molto di più. Certamente l’infortunio rimediato non ha aiutato in questo.
Spero di riuscire a dimostrare il mio valore sul campo la prossima stagione, indipendentemente dalla società a cui prenderò parte e dal campionato che affronterò, magari con un po’ di consapevolezza in più di meritare un posto in serie C.

Questa domenica è arrivata una sconfitta in trasferta contro il Moncalieri, una squadra che ha dimostrato di sapersi ritagliare uno spazio importante tra le migliori del girone: come giudichi la prestazione e cosa è mancato in termini di costruzione, a parer tuo, per riuscire a portarla a casa?

Sono mancate testa e concentrazione che hanno permesso loro di penalizzarci già nei primi venti minuti.
Poco dopo abbiamo creato diverse opportunità che avrebbero potuto riaprire la partita, senza riuscire, però, a concretizzarle.
Peccato perché ogni giorno abbiamo cercato di dare il nostro meglio per poter portare a casa punti e rendere felice la società e noi stesse, in primis.

Quello recentemente rimediato è il terzo  risultato in difetto di quest’ultima fase e lo scenario attuale non concede salto di categoria. Proprio quanto lasciato nel tragitto ha contribuito alla “sfumata” di qualche opportunità in più in termini statistici e non solo: quali pensi siano stati i maggiori motivi che hanno evidenziato una “montagna russa” di risultati differenti tra girone d’andata e girone di ritorno?

Credo che la squadra si sia accorta troppo tardi della reale forza che possiede; avremmo sicuramente potuto fare di più.

Rimanendo su tale questione, quanto ha fatto questa stagione nella maturazione dell’intera squadra, al di là del bilancio generale non del tutto ottimo?

Questa stagione è servita tanto, nonostante le cadute. Senz’altro siamo cresciute e, risultati a parte, si può toccare con mano la differenza tra il nostro approccio iniziale e quello attuale.
In ogni caso sbagliando si impara. Rimaniamo un gruppo unito che ha voglia di fare bene.

Ora è testa all’ultima di campionato: toccherà a voi ospitare il Caprera tra le mura casalinghe. Come procede il lavoro interno e cosa vi aspettate da loro, avendo già avuto modo di osservare il loro gioco e non dimenticando la loro vittoria in circostanza d’andata?

Servirà massima concentrazione perché non ci possiamo permettere di sottovalutarla. È una squadra forte che già ha avuto modo di vincere contro di noi e dovremo dare tutto per bloccarla; ci teniamo a far bene sia perché sarà l’ultima in casa, sia perché non abbiamo nulla da perdere.

Ci salutiamo con le tue aspirazioni per la prossima stagione e l’augurio che senti di rivolgere al club al quale sei momentaneamente legata…

Quest’anno ho sofferto molto la mia discontinuità e ci terrei a tornare a fare bene il prossimo.
Alla società auguro il meglio, con la speranza di continuare ad avere la sua fiducia.

Si ringrazia Andrea Baglioni e la società tutta per la gentile concessione.

Daniela Longo, Salernitana Women: “Eccomi dopo 24 anni con gli occhi gonfi di lacrime. Grazie di cuore, di tutto”

Credit: Stefania Bisogno- Photo Agency Calcio Femminile Italiano
Ultimi 90′ di gioco alle porte nella Serie C femminile. Nel girone C la Salernitana Women affronterà l’Apulia Trani ma in casa campana è stato già tempo di saluti per Daniela Longo, una delle calciatrici in forza al coach Valentina De Risi che da anni veste la casacca granata. Questo il post social con il quale la laterale classe ’88 originaria di Pontecagnano Faiano ha salutato la “sua” Salernitana:
“Ma come ve lo spiego. Cosa si prova a dire basta ad una storia d’amore che dura da una vita, 24 anni? Come posso immaginarmi domani senza respirare la tensione viva della prossima sfida, della prossima stagione da preparare, della prossima gara. Incrociare gli sguardi delle compagne nello spogliatoio, condividere i nervi tesi, i sorrisi, i respiri profondi, la scaramanzia, la playlist, la ricerca di ogni buona motivazione, la carica, la concentrazione, i calzettoni tirati su o giù, con o senza parastinchi, la fasciatura preventiva, l’attesa della formazione, l’urlo liberatorio a buttar fuori tutte le paure, la scarica di adrenalina, e finalmente il fischio di inizio. Semplicemente non posso, non finisce qui.
Rimbomba dentro e te lo porti con te, con una emozione intensa, come il primo giorno che ho indossato gli scarpini.
Ed eccomi qui dopo 24 anni con gli occhi gonfi di lacrime tra l’amaro di qualcosa che sa già di nostalgia, e il dolce di chi può dirsi tutto sommato contento. Contenta. E lo sono davvero. Sono felice, immensamente felice e grata per tutto quello che ho vissuto in questi anni. Sono stata accolta bambina in questa città e in questa Squadra, e dietro ad un pallone ho ho avuto il piacere e privilegio di incrociare tante storie, tanti sogni condivisi, tante persone e anime belle, amiche e amici, compagne speciali, professionisti, appassionati, tecnici, dottori, i mister e le mister, tutte e tutti che mi hanno regalato qualcosa. Figure preziose, silenti e rumorose, mi hanno accompagnato e aiutato a crescere, lottando fuori e dentro al campo per i valori in cui abbiamo saputo credere e che abbiamo provato a trasmettere a chi ha voluto fare un pezzo di strada insieme.
Sono fiera e orgogliosa di questo cammino e di questi felici incontri.
E sono ancora più felice di aver potuto concludere questa parte di Storia nel modo più bello. Inaspettato. Era già inaspettato poter godere di un altro campionato di livello, trovare le energie e le motivazioni per un’ultima impresa. Ricevere fiducia e spazio nonostante mille acciacchi e le capriole per far conciliare impegni e affanni, ed avere accanto a lottare con te e sostenerti una intera Squadra di giovani donne che ti fanno pensare al futuro con leggerezza. Ed ancora prendersi la grande soddisfazione di una salvezza importante, strameritata, giocando alla pari con tutte e tutti.
Ero già colma di gioia ma ieri hanno voluto strafare e sovrastarmi con l’ennesima prova di un affetto infinito e di una stima che potevo solo immaginare e desiderare di ricevere.
Il mio pensiero è volato subito ad Aida Rienzi e con lei a tutte le mie compagne di una vita, che portano con loro, custodite in cassetto speciale del cuore, quelle pagine…le Nostre pagine. L’emozione forte però era tutta lì per loto il mio gruppo, le ragazze, la mia squadra, i miei dirigenti, il mio capitano Giulia Olivieri, la mia Mister Valentina de Risi, donne meravigliose, tutto lo staff, per quello che mi hanno voluto regalare, l’omaggio, il tributo, inondandomi di un affetto incredibile. Che dire ancora se non che sono infinitamente grata.
Allora non vado oltre spero sappiate leggere in queste righe tutto l’amore che ho dentro per tutti Voi, per la mia Salernitana, per i miei cuori granata. Grazie di cuore di tutto, vi porto con me”. 
Questa, invece, la nota di ringraziamento della società granata:
“L’U.S. Salernitana 1919 Women ringrazia sinceramente Daniela Longo per quanto fatto in questi anni per la nostra maglia e le augura il meglio per il suo futuro professionale. La sua passione, dedizione e spirito di squadra sono stati da esempio per tutti noi”.

Caroline Graham-Hansen insegue il Pallone d’Oro Femminile

Caroline Graham-Hansen è tra le candidate al Pallone d’Oro Femminile. L’attaccante scandinava del Barcellona è reduce da una stagione da urlo: 30 gol e 28 assist, di cui 19 e 18 nelle 23 partite di Liga F, 5 e 10 in UEFA Women’s Champions League, 3 e 2 in Supercoppa di Spagna e altri 3 gol e 3 assist in Copa de la Reyna.

“È bello essere menzionata e che le persone apprezzino quello che hai fatto. Ma alla fine ho giocato a calcio per vincere i quattro titoli. Sento che il mio lavoro è finito in questa stagione. E ne sono molto felice”, ha dichiarato la giocatrice al media norvegese Dagbladet.

Dopo la complessa stagione passata, Graham-Hansen è stata una delle protagoniste del poker ottenuto dal Barcellona. Con la Champions League, la norvegese ha chiuso un cerchio e ha finalmente sconfitto il Lione e la sua amica connazionale Ada Hegerberg. Proprio la sua amicizia con la calciatrice delle Lyonnaise ha fatto molto parlare di sé. Graham-Hansen ha rivelato che si erano parlate prima della partita e avevano stretto un patto affinché la vincente aiutasse la perdente nel doppio match contro Italia e Norvegia: “Le ho parlato dopo la partita. È difficile trovare amiche in una lotta del genere. Il nostro patto era quello di aiutarci a vicenda. La vincitrice avrebbe dovuto aiutare la perdente. Questo è quello che dobbiamo fare per fare una buona partita contro l’Italia”.

E, anche se ha vinto tutto con il Barcellona ed è una star mondiale, Graham-Hansen sente ancora che mancano delle cose. Perché, anche se di nome la Norvegia ha una squadra spettacolare, la verità è che nelle grandi manifestazioni fa sempre molta fatica a brillare: “Sento di aver ottenuto tutto ciò che doveva essere raggiunto. Non ho vinto né l’Europeo né la Coppa del Mondo con la Norvegia. C’è un titolo con la squadra mancante”. 

Pamela Campisano, Presidente Real Meda: “I quarant’anni di questo club sono emozionanti, possono rappresentare una «nuova» partenza”

Photo Credit: Giada Morena - Real Meda

Il Real Meda ha appena passato i quarant’anni di storia e vuole ancora scrivere altre pagine di questo racconto che, attualmente, vede la squadra nel Girone A di Serie C dove è in ottava posizione con un turno da giocare previsto domani in casa della Solbiatese Azalee.
A guidare il club medese è dal 2019 Pamela Campisano che vuole provare a portare in alto le Pantere Nere ed è proprio la numero uno del Real Meda la protagonista della nostra intervista.

Pamela cos’è per lei essere Presidente del Real Meda?
«Per me essere il Presidente del Real Meda è “continuare a credere nel calcio femminile”. Ho giocato a calcio, ho allenato. Oggi ho la possibilità, tra le molte responsabilità del ruolo che ricopro, di poterlo far crescere e progredire insieme a tutte le persone che operano, collaborano e danno il loro contributo per lo sviluppo societario».

Tra l’altro, la società compirà quarant’anni di storia. Che effetto fa per lei vedere il Meda raggiungere quest’anniversario?
«Un traguardo importante ed emozionante e, per la realtà femminile, quasi unico attualmente che, proprio per questo, rappresenta “una soddisfazione speciale”. Quarant’anni anni sono tanti. I primi vent’anni hanno molto da dire, ma i venti i più recenti rappresentano a mio parere “il passo fondamentale verso ciò che il Real Meda è oggi”: una società con un Settore Giovanile di rilievo, con ben dodici squadre e più di duecento atlete e una prima squadra molto giovane che ha qualità e carisma, che può solo progredire. Direi che i primi quarant’anni possono, proprio per questo, rappresentare una “nuova” partenza».

Quali sono le cose positive che porta con sé in questi anni di presidenza?
«Porto con me il senso del “lavoro”, del “sacrificio” e la passione. La passione trasmessa da chi ci crede e la preparazione, il senso dell’impegno e la professionalità di chi sceglie e porta avanti le linee societarie. Progetti sempre nuovi ed innovativi, che rendono il Real Meda un’identità in progress, capace di mettersi in discussione quando serve e di schiacciare il piede sull’acceleratore quando è il momento per farlo. Un plauso particolare mi sento vada dato a Gianni Zaninello, “uomo di calcio”, che traccia le linee societarie e rappresenta un volere aggiunto del Progetto Real Meda».

E cosa vorrebbe migliorare per far diventare ancora più importante il Meda?
«Vorrei trovare sempre più persone pronte a dare impegno, presenza e senso del lavoro, perché la Riforma dello Sport ha rappresentato un boomerang per le società dilettanti: gestire una società, oggi non è facile, non che prima lo fosse intendiamoci. Ma, da luglio, vi è necessità di moltiplicare le forze e non solo. In società in molti devono ancora fare questo passo. è vicino e sono fiduciosa, ma la mentalità deve cambiare».

Tra le giocatrici che sono passate nella sua gestione ci sono alcune che le hanno lasciato ricordi piacevoli?
«Beh, difficile scegliere…ne dovrei elencare troppe, perché sono molte quelle che, per un aspetto o per un altro, ricordo con affetto, simpatia, impegno, preparazione e qualità.  Di sicuro chi passa dal Real Meda entra a far parte di un percorso importante a livello societario. Basti pensare che la nostra Prima Squadra è da sempre formata, principalmente, da ragazze cresciute nel settore giovanile o che, arrivate da altre società, militano tra le black Panthers da parecchi anni consecutivi».

Passiamo al presente, dove il Real Meda è all’ottavo posto ad un turno dal termine del Girone A di Serie C. Piazzamento in linea con le sue aspettative d’inizio stagione?
«In linea con le mie aspettative direi di no. Perché ritengo che questa squadra abbia tutto per far meglio: qualità e preparazione ma, sicuramente, un campionato in cui, rispetto agli ultimi anni dove delle vicissitudini ci avevano fatto perdere un po’ di determinazione, abbiamo fatto bene».

Delle partite che il Real Meda ha affrontato in campionato qual è quella che le ha dato più soddisfazioni?
«Pensandoci direi la gara in casa con la Pro Sesto. Credo che abbia rappresentato ciò che vale questo gruppo, una partita perfetta sotto tutti i punti di vista: qualità, determinazione e carisma».

Restando sempre in tema incontri, il Meda ha perso uno a zero in casa con la Tharros. Un vero peccato per la squadra che voleva salutare il pubblico con un risultato positivo…
«Assolutamente sì, potevamo fare decisamente meglio. La Tharros si è mostrata una buona squadra, ma noi non abbiamo fatto una prestazione efficace e abbiamo peccato sull’attenzione prendendo un gol, evitabilissimo prese dall’entusiasmo del rigore parato da Ripamonti, ci siamo fatte beffare. Un vero peccato: ci servirà come esperienza».

Domani il Meda concluderà la sua annata andando in casa della Solbiatese Azalee. Che partita si aspetta dalle sue ragazze?
«Dopo la gara di domenica mi aspetto che le ragazze mettano in campo tutto ciò che hanno con carattere e con il chiaro obbiettivo dei tre punti. Sanno bene che gli obbiettivi si raggiungono solo se vi è la convinzione. Noi ci crediamo. Il resto tocca a loro e allo staff. Mi aspetto una gara da “vere Pantere”».

Qual è la squadra del Girone A di Serie C che le ha sorpreso in positivo?
«La squadra di vertice: il Lumezzane. Diciamo che, in realtà, non mi ha sorpreso, visti i presupposti iniziali, ma credo che sia stata davvero la squadra più forte».

Cosa manca al calcio femminile italiano per diventare un movimento di rilievo?
«La convinzione del contesto che lo circonda. Molti pregiudizi e falsi concetti sono stati superati, ma non siamo ancora arrivati all’attribuzione di un valore rispetto al calcio maschile da parte di tutti. Di sicuro la massima serie vive una situazione differente da quella dei Dilettanti, ma ancora molto diversa dalla stessa serie maschile. Per quanto riguarda le altre categorie si può sicuramente far meglio, anche se devo dire che a piccoli passi, qualcosa sta cambiando».

Che cosa vuole dire alla squadra in vista dell’ultima di campionato?
«Credo di aver già risposto nella domanda sulla gara contro la Solbiatese, ma posso aggiungere una frase: Forza Black Panthers, regaliamo a questo campionato un’ultima gara, all’altezza delle vostre capacità…sguardi fissi verso l’obiettivo».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Real Meda e Pamela Campisano per la disponibilità.

Nicoletta Mazza, coach Lumezzane: “Vincere col Livorno e poi pensare alla Coppa”

Photo Credit: Pagina Youtube FC Lumezzane

Il Lumezzane, reduce dal 3-2 in casa della Pro Sesto, si prepara a chiudere la sua stagione nel Girone A di Serie C, culminata con la vittoria sull’Orobica nel terz’ultimo turno di campionato che ha certificato la promozione delle valgobbine in Serie B, dove affronterà nell’ultima giornata il Livorno già retrocesso in Eccellenza, una partita che anticiperà la semifinale di Coppa Italia contro la stessa Orobica prevista per domenica prossima al Rossaghe di Lumezzane.

L’allenatore delle lumezzanesi Nicoletta Mazza ha commentato davanti ai microfoni del club rossoblù: “C’è grande entusiasmo, sappiamo che è l’ultima partita in casa di questa stagione fantastica e ovviamente vogliamo fare bene come sempre, però sappiamo che sarà una grande festa e abbiamo tutte le intenzioni di godercela. Non mi sono ancora ripresa probabilmente dai festeggiamenti e sono super felice di averlo condiviso con questa società e questo gruppo di giocatrici e alle quali devo tutto e ringrazio appunto anche il pubblico perché davvero ci ha dato una grande spinta. Contro la Pro Sesto abbiamo schierato comunque la maggior parte di di ragazze che hanno avuto poco spazio finora e abbiamo espresso un’ora di di grandissimo calcio, forse tra le migliori partite che abbiamo fatto, quindi vuol dire che ci sono sempre state e negli allenamenti sono riuscite a crescere e a fare la differenza e questo è un motivo di grande orgoglio. Poi, avremo la semifinale di Coppa Italia contro l’Orobica, ci sarà da pensare a quella è logico che noi vogliamo passare il turno e vogliamo andare a Firenze e provare a vincere anche la Coppa, ma sappiamo che incontriamo l’avversario probabilmente più forte di tutta questa stagione: però ci stiamo preparando, pensando già a cosa poter fare e speriamo che il pubblico ci possa dare ancora una mano“.

Chiara Groff, Cesena: “Stagione estremamente positiva. Ognuna di loro mi ha lasciato veramente tanto”

Photo Credit: Stefano Petitti - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Chiara Groff è una calciatrice che di ruolo gioca in difesa ed è nata a Trento nel 1994. Nella sua carriera vanta importanti esperienze: Trento, Isera, Pink Bari, dove ha fatto il suo esordio in Serie A, Mozzecane (poi diventato HD Chievo Women), Napoli Femminile, San Marino Academy, Lazio e infine Cesena, dove al suo primo anno con la maglia bianconera è riuscita a concludere al quarto posto in Serie B.
Ma il tempo delle presentazioni è finito, per cui ci siamo rivolti direttamente a Chiara per risponderci ad alcune domande.

Chiara cosa significa per te giocare a pallone?
«Per me è passione. E negli anni mi sono resa conto che è stato un arricchimento enorme in quanto persona perché mi ha dato la possibilità di conoscere realtà totalmente diverse e persone provenienti da tutto il mondo».

Cosa ti ha convinto a diventare un difensore?
«Ho sempre giocato “dietro” anche da piccolina. Probabilmente è più giusto dire che non sono io ad aver deciso questo ruolo, ma è il ruolo che mi si è calzato addosso senza che me ne accorgessi. Mi piaceva molto anche giocare in porta quando ero piccola e giocavo nel cortile di casa, ma poi ho sempre preferito il gioco fuori dai pali quando ero in gruppo».

Cosa ti ha spinto a diventare in questa stagione una calciatrice del Cesena?
«Quando mi ha chiamata mister Conte ho deciso di sposare il progetto Cesena. So quello che lui è in grado di tirare fuori dalle calciatrici e sapevo che non sarebbe stato un campionato anonimo con lui».

Una decisione che, alla fine, ti ha portato numerose soddisfazioni, dato che il Cesena ha chiuso quarto in Serie B…
«Come dicevo prima, mi sono fidata delle mie sensazioni e del lavoro del mister che già conoscevo, e il lavoro ci ha ripagato sul campo. Peccato non essercela giocata fino alla fine perché lo avremmo meritato. Un po’ di inesperienza e stanchezza forse non ci hanno aiutato, ma la nostra stagione è stata estremamente positiva e dobbiamo essere orgogliose di quello che abbiamo fatto».

Spulciando le statistiche, il Cesena ha il terzo miglior attacco con ottantadue reti, mentre a livello difensivo ne ha subiti trentuno, risultando la quarta miglior retroguardia del campionato cadetto, segno che questi numeri certificano il valore di questa stagione che si è appena conclusa.
«Ad ogni stagione mi pongo sempre lo stesso obiettivo di reparto che è quello di subire il minor numero di reti possibili. Questo quarto posto per goal subiti rispecchia la classifica finale e quindi mi lascia un po’ di amaro in bocca perché avrei voluto essere anche solo un gradino più su, ma questo sta nella mia indole di voler cercare di migliorarsi. Come ho detto prima però, il nostro è stato un gran campionato, incluso quello del reparto difensivo».

Tra le partite che il Cesena ha affrontato in campionato, qual è quella che ti ha dato ricordi indelebili?
«Sembrerà strano ma per me è stata la partita contro la Lazio a Formello, dove ero in tribuna per scontare una squalifica, ma è la partita che mi ha dato delle sensazioni che non provavo da tanto tempo, quelle sensazioni che solo lo sport ti può dare».

E quella che, invece, ti verrebbe voglia di tornare in campo a giocare di nuovo?
«Quella col San Marino senza dubbio, per cambiare il risultato finale».

L’ultima di questa stagione si è chiusa col successo sull’Hellas Verona per tre a uno. Questo risultato può essere lo specchio dell’annata del Cesena?
«Si in parte sì. Ma ogni partita ha messo in luce le nostre caratteristiche e la forza del gruppo della nostra squadra. Forse sono più esemplificative le partite nelle quali siamo andate sotto e che siamo riuscite a ribaltare e portare a casa».

Che voto dai alla Serie B di quest’anno?
«È stata molto entusiasmante, per certi versi più della serie a che aveva già dato i suoi verdetti ufficiosi da tempo. Penso ci siamo meritate tutte un bell’otto. Peccato per alcune situazioni esterne al campo di altre squadre non molto piacevoli verso noi calciatrici. Speriamo che col tempo non accadano più».

Qual è la squadra del campionato cadetto che ti ha sorpreso più di tutte le altre?
«Il Chievo mi ha sorpresa molto. Non mi aspettavo una squadra così aggressiva e fisica. A partire da Picchi, un’attaccante veramente forte, di un’altra categoria secondo me».

Durante la stagione hai affrontato Lazio e San Marino Academy, due squadre sono state nel tuo percorso calcistico…
«È sempre bello rivedere le proprie compagne e tornare dove si è state in precedenza. E quando si affrontano c’è sempre la voglia di fare bene e ci sono stimoli e motivazioni in più».

Che impressioni hai sul calcio femminile italiano di oggi?
«Tra alti e bassi ormai è da diversi anni che il nostro movimento è in crescita. Come dicevo ci sono ancora alcune situazioni spiacevoli che non dovrebbero più accadere. Ma nell’insieme stiamo tracciando la strada giusta per cercare di dare il giusto valore al nostro sport».

Com’è la tua vita fuori dal campo?
«Sono una ragazza tranquilla, sono laureata in Scienze Motorie, ma comunque mi piace continuare a studiare e tenermi sempre aggiornata nel mio ambito».

Quali sono gli obiettivi che vorresti ancora raggiungere?
«Non ho obiettivi in particolare, ma ad ogni stagione me ne pongo di nuovi che voglio portare a termine e con i quali cerco di migliorarmi e migliorare dall’annata precedente».

Cosa vuoi dire alle tue compagne del Cesena su questa stagione da poco finita?
«Che sono orgogliosa di ognuna di loro. Non potevo trovare delle persone migliori con cui condividere quest’annata. Ognuna a suo modo mi ha lasciato veramente tanto».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Cesena FC Femminile e Chiara Groff per la disponibilità.

Ruben Bellucci, coach Rinascita Doccia: “Il piazzamento di quest’anno non rispecchia il campionato fatto. Domenica? Giocheremo per chiudere al meglio una stagione sfortunata”

Credit Photo: Rinascita Doccia

Con il duello davanti al Caprera previsto domani tra le mura domestiche, il campionato in salita della Rinascita Doccia volgerà al termine.
La formazione rossoblù è reduce da un viaggio difficile (a confermarlo i dati alla mano che la vedono al quattordicesimo posto statistico a quota 16) che lascia, però, spiragli di ottimismo per volontà ed atteggiamento mostrati sul rettangolo verde di gioco.
Da qui partono i segnali utili alla prossima disputa stagionale, quella 2024/25: le sfide ci saranno ancora, ma quanto fatto potrà rappresentare un punto di partenza per affrontare insieme un viaggio diverso, senza mai perdere il sorriso e la passione.
Con piacere ne abbiamo parlato con mister Ruben Bellucci: ecco cosa ci ha raccontato.

Mister, è ormai da qualche anno alla guida tecnica della squadra fiorentina, passando per un campionato che ancora una volta non si è rivelato da meno: il suo bilancio stagionale?

Nel suo percorso da allenatore in che modo colloca il percorso in chiusura?

Si, sono due anni e mezzo che mi trovo alla guida della Prima squadra femminile, ma in società da ormai 18 anni; il mio percorso qui ha preso il volo prima come giocatore e poi come allenatore.

Da quando ho preso in Eccellenza questa squadra sono cresciuto tantissimo, soprattutto tatticamente, cercando di rubare di domenica in domenica qualcosa a tutti i miei colleghi. Avendo cominciato molto giovane questo viaggio in serie C (a soli 30 anni) ho peccato molto di inesperienza, in particolar modo nel primo anno; in ogni caso credo di essere migliorato molto quest’anno dal punto di vista della gestione dei 90′, e ciò è stato possibile grazie ai continui confronti col Presidente e col Direttore sportivo che, pochi risultati a parte, mi sono sempre stati vicini.

Il grazie più grande, però, va alle mie ragazze: i loro feedback mi hanno permesso di capire che determinati atteggiamenti o comportamenti creavano in loro più agitazione che aiuto; anche il confronto tra me e loro ha fatto tanto.

La squadra è reduce da una sconfitta (la terza consecutiva) in campo Moncalieri, gruppo tra le primissime file del girone: il suo giudizio su tale prestazione?

La squadra è entrata in campo senza l’approccio giusto, sbagliando sia tecnicamente che tatticamente; per venti minuti siamo stati in balia delle avversarie che hanno fatto il bello e il cattivo tempo e abbiamo subito due goal che potevano essere di più.
È stato bravo il nostro portiere ad evitare un passivo potenzialmente ben più ampio.

Abbiamo colpito una traversa con un tiro dalla distanza e questa è stata una scintilla che ha acceso qualcosa, infatti subito dopo abbiamo trovato il goal (poi annullato per fuorigioco millimetrico).
Per 70 minuti le ragazze si sono fatte preferire alle avversarie, pur difettando spesso nell’ultimo passaggio, e quando c’è stata la possibilità di riaprire la partita non sono state ciniche.
Valuto comunque positivamente la gara perché andare in casa della terza classificata e fare una prestazione di qualità mostra il processo di crescita compiuto.

Sono diversi i risultati in difetto raccolti tra prima e seconda fase di campionato che purtroppo hanno penalizzato l’intero percorso dell’insieme: come se li spiega? Cosa è mancato?

Trattandosi di un gruppo giovane (che comprende anche lo staff) il fattore esperienza sicuramente ha inciso, ma rispetto ad inizio anno la squadra attuale è completamente diversa: nel girone di andata siamo stati falcidiati da infortuni, soprattutto nel reparto avanzato dove abbiamo perso per tutto l’anno una giocatrice che ci avrebbe garantito un numero di goal importanti. Questa mancanza deve essere sommata all’assenza della nostra attaccante che sarebbe dovuta rientrare a Dicembre ma che, per complicanze riabilitative, abbiamo reintegrato in gruppo soltanto ad inizio Aprile. 

Ripenso poi ai due goal annullati al 90′ nella prima parte stagionale che ci avrebbero regalato la vittoria con Vittuone e Baiardo e che avrebbero potuto darci maggior convinzione e fiducia per il proseguio del campionato. Credo che il problema del cinismo sia stato quello a penalizzarci di più perché abbiamo creato sempre molte occasioni e realizzato veramente poco; alle ragazze, però, non posso rimproverare nulla, hanno sempre dato tutto quello che avevano.

Il piazzamento attuale non è poi così lontano da quello trovato l’anno ormai archiviato: è forse legittimo chiedersi se le vostre ambizioni, visti anche i vari movimenti in entrata che si presume ci saranno, non siano destinate a crescere…

Il piazzamento di quest’anno è simile a quello dell’anno scorso, ma se il precedente rispecchiava il campionato fatto, quello che sta per concludersi no: la squadra ha fatto vedere un ottimo gioco e dato battaglia a tutte le avversarie (escluso il Lumezzane con cui non siamo mai stati all’altezza), ma, come detto prima, i tanti infortuni e la poca lucidità sotto porta hanno fatto sì che raccogliessimo molto meno di quanto seminato.

Questo gruppo è formato da ragazze fantastiche che hanno sempre dimostrato il loro altissimo valore tecnico, ma soprattutto umano; c’è grande unione e per questo credo vada “toccato” il meno possibile con i colpi di mercato. Ce ne starebbe solamente qualuno mirato per aumentarne la competitività.

Questa domenica ultima partita a chiusura del campionato contro una opposta in posizione retrocessione ma che, all’andata, è riuscita a spuntarla con un 2-0: in che modo sta procedendo il lavoro interno a tal proposito, che approccio servirà e si aspetta dalle sue ragazze?

La gara d’andata col Caprera è il perfetto specchio della nostra stagione, una gara dominata in lungo e in largo con la creazione di una miriade di occasioni: pali, traverse e parate dell’ottimo portiere avversario ci hanno impedito di segnare, poi verso la fine un tiro da 30 metri allungato dal vento ha portato in vantaggio le sarde e la squadra ha avuto un crollo mentale, con conseguente minor costruzione di occasioni e più confusionarie per poi capitolare al 90′ su calcio d’angolo.

Siamo consapevoli di ospitare una squadra migliorata e che avrà voglia di chiudere con una vittoria, ma noi giocheremo al meglio delle nostre possibilità per portarla a casa e chiudere nel migliore dei modi una stagione sfortunata.

Salto di categoria non raggiunto a parte, altri fondamentali obiettivi invece sono sicuramente stati centrati e ciò offre l’idea di una esperienza formativa, al di là del finale.
In riferimento a ciò pensa ci siano, quindi, degli ottimi presupposti e delle buone basi per la prossima stagione?

Per questa squadra vedo un futuro roseo poiché è un gruppo veramente forte con tanta voglia di lavorare e migliorare. Sono sicuro che il prossimo anno ci farà divertire e raggiungerà obiettivi importanti.

Nel futuro imminente gestirà la squadra in continuità con gli altri anni o prevede cambiamenti?
Ci salutiamo, inoltre, col suo personale augurio e gli obiettivi a lungo termine che conferma in società.

Dopo la partita di domenica con la società parleremo e prenderemo la miglior decisione per la crescita delle ragazze. Sicuramente rimarrò, nonostante alcune richieste arrivate soprattutto dal maschile; il mio obiettivo nell’immediato è di continuare nel femminile e farlo con questa società che per me è come una famiglia.

Qualsiasi sarà il mio futuro porterò sempre nel mio cuore questo gruppo di ragazze speciali che mi hanno insegnato tanto e che, anche quando sarebbe stato facile girarmi le spalle, si sono unite ancora di più riuscendo a farmi percepire una fiducia incredibile.

Si ringrazia Ruben Bellucci e la società tutta per la gentile concessione.

Un’ottima Italia pareggia 0-0 in casa della Norvegia, martedì a Ferrara il secondo round. Soncin: “Sono orgoglioso e ottimista”

Credit Photo: FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio

Una clamorosa traversa colpita a pochi secondi dal fischio finale impedisce alla Nazionale Femminile di espugnare l’Ullevaal Stadion di Oslo e ipotecare il pass per EURO 2025. I primi 90’ con la Norvegia finiscono 0-0, con le Azzurre protagoniste di una partita giocata con attenzione e grande personalità sotto gli occhi del segretario generale della FIGC Marco Brunelli. Alle calciatrici di Andrea Soncin è mancato solo il colpo del ko, ma si tratta comunque di un buon punto, anche perché la Norvegia tra fine primo tempo e inizio ripresa è andata vicina al vantaggio in un paio di occasioni. La difesa italiana ha però respinto ogni tentativo, non lasciando spazio alle fortissime attaccanti avversarie.

Ora servirà un’altra ottima prestazione e la spinta del pubblico per fare bottino pieno nella seconda gara con le scandinave in programma martedì alle 18.15 allo stadio ‘Paolo Mazza’ di Ferrara (per le info sulla biglietteria clicca qui). Domani mattina è previsto il volo di rientro in Italia e il trasferimento nella città emiliana per iniziare a preparare l’importante appuntamento: la squadra ci crede, insegue con fiducia il ‘sogno’ qualificazione e vuole regalare ai tifosi una serata indimenticabile.

“Sono orgoglioso della prova delle ragazze – ha dichiarato il Ct – abbiamo fatto la partita che volevamo, con il gioco e le giuste distanze. Sono veramente contento di quello che fanno quotidianamente le calciatrici, del gruppo, di chi subentra e di quanto ‘spinge’ chi sta fuori, trasmettendo emozione, attaccamento alla maglia e passione. Guardiamo con grande ottimismo alla prossima sfida”.

LA PARTITA. Sono tre le novità rispetto all’undici schierato nell’ultima gara disputata il 9 aprile con la Finlandia. In difesa non c’è Boattin, al suo posto Bartoli, che si posiziona a destra accanto alle confermatissime Lenzini, Linari e Di Guglielmo. Per dare più fisicità al centrocampo, il Ct lascia inizialmente fuori Giugliano per affidarsi alla corsa dell’altra giallorossa Greggi, in una linea mediana completata da Caruso – a cui spettano i compiti di regia – e Galli. Il riferimento offensivo è come al solito Giacinti e ai suoi lati, anche alla luce dell’assenza dalle 23 di Cambiaghi, ci sono a sinistra Cantore e a destra Bonansea, che torna titolare dopo l’ottimo match con i Paesi Bassi.

Gemma Grainger risponde con il tradizionale 4-3-3, affidandosi in attacco a Graham-Hansen, all’ex romanista Haug e alla classe 2001 Ildhusøy, quest’ultime a segno con Bjelde e Terland nel 4-0 inflitto all’esordio alle finlandesi. Il tecnico inglese lascia invece in panchina Hegerberg, Pallone d’oro nel 2018 e miglior marcatrice della rosa con 47 reti.

Il caldo quasi estivo – inusuale a queste latitudini – condiziona l’avvio dell’incontro, che inizia a ritmi blandi e con le squadre intenzionate a non correre inutili rischi. L’Italia con il suo fraseggio tiene il pallino del gioco, facendo girare spesso a vuoto le avversarie e trovando al 12’ la prima conclusione pericolosa con Cantore, il cui destro finisce a lato di poco. Quindici minuti dopo, in una mischia nell’area azzurra, la Norvegia va vicinissima al gol, ma il difensore centrale Harviken manca clamorosamente il bersaglio grosso. Il campanello d’allarme dà la scossa alle calciatrici di Soncin, che tornano ad attaccare con continuità, centrando più volte lo specchio della porta con tiri dalla distanza senza però impensierire l’esperta Fiskerstrand. Al 45’ le padrone di casa falliscono un’altra ghiotta chance con Ildhusøy: l’attaccante del Tottenham raccoglie una respinta corta di Giuliani e da pochi passi, senza essere marcata, spedisce il pallone sopra la traversa.

La ripresa si apre con il miracolo di Caruso, che in scivolata devia quel tanto che basta il rasoterra a botta sicura della neoentrata Terland. La gara si sviluppa con continui cambi di fronte e al 10’ è Cantore, lanciata alla perfezione da Bonansea, a sfiorare il palo con un destro a giro dal limite dell’area. Cinque minuti dopo i due tecnici iniziano la girandola dei cambi, da una parte entrano Naalsund e Hegerberg, dall’altra Bonfantini e Dragoni per le stanchissime Bonansea e Greggi. La 17enne del Barça, alla sua decima presenza in Nazionale, appare molto ispirata e al 71’ semina un paio di avversarie e fa partire un bolide che termina a un soffio dall’incrocio dei pali.

Oltre a Catena, Soncin getta nella mischia anche Salvai e Giugliano, che danno il loro contributo per tenere alta la squadra. Nei sei minuti di recupero la Norvegia sbatte sul muro eretto da capitan Linari e Lenzini, mentre le Azzurre in contropiede, a un passo dal gong, creano l’occasione più grande della gara: Giugliano imbecca con il contagiri Bonfantini, che supera la sua marcatrice e fa partire un diagonale che Harviken, nel tentativo di spazzare, spedisce sulla traversa. Sarebbe potuto essere il gol che avvicinava la qualificazione, ma l’Italia ha dimostrato di esserci e tra quatto giorni a Ferrara cercherà di rifarsi davanti al suo pubblico.

NORVEGIA-ITALIA 0-0 (0-0 pt)

NORVEGIA (4-3-3): Fiskerstrand; Bjelde (dal 56’ Thorisdottir), Bergsvand, Harviken, Hansen; Bøe Risa (dal 62’ Naalsund), Engen, Reiten; Graham Hansen (dal 90’ Sævik), Haug (dal 62’ Hegerberg), Ildhusøy (dal 46’ Terland). A disp: Pettersen, Mikalsen, Østenstad, Mjelde, Kielland, Maanum, Gaupset. Ct: Gemma Grainger

ITALIA (4-3-3): Giuliani; Bartoli (dal 78’ Salvai), Lenzini, Linari, Di Guglielmo; Galli, Caruso (dal 78’ Giugliano), Greggi (dal 63’ Dragoni); Bonansea (dal 63’ Bonfantini), Giacinti, Cantore (dal 70’ Catena). A disp: Baldi, Schroffenegger, Bergamaschi, Boattin, Severini, Beccari, Girelli. Ct: Andrea Soncin

Arbitro: Stéphanie Frappart (FRA)

Assistenti: Camille Soriano (FRA) e Melissa Rossignol (FRA)

Quarto ufficiale: Emeline Rochebiliere (FRA)01

Note: 9.300 spettatori, ammonita Galli

Calendario, risultati e classifica del Gruppo 1 (Lega A)

Prima giornata: ITALIA-Paesi Bassi 2-0, Norvegia-Finlandia 4-0
Seconda giornata: Finlandia-ITALIA 2-1, Paesi Bassi-Norvegia 1-0

Terza giornata: Norvegia-ITALIA 0-0, Paesi Bassi-Finlandia (ore 20.45)

Classifica: Norvegia e ITALIA 4 punti, Paesi Bassi e Finlandia 3
(Paesi Bassi e Finlandia una gara in meno)

Quarta giornata (4 giugno, sedi e orari da definire): ITALIA-Norvegia, Finlandia-Paesi Bassi

Quinta giornata (12 luglio, sedi e orari da definire): Paesi Bassi-ITALIA, Finlandia-Norvegia

Sesta giornata (16 luglio, sedi e orari da definire): ITALIA-Finlandia, Norvegia-Paesi Bassi

Frosinone, Sona Makulova dopo il poker al Catania: “Abbiamo dimostrato ancora una volta di essere un grande gruppo”

Credit Photo: Frosinone

In occasione della penultima sfida di campionato di Serie C Femminile (Girone C), il Frosinone è riuscito a portare a casa l’ennesima vittoria, la nona consecutiva, battendo il Catania con un poker. La formazione allenata da Francesco Foglietta sale così a quota 68 punti in classifica, un solo punto di distacco tra il secondo e il terzo posto ad una partita dal termine della competizione. Prossima settimana, ultimo match per le capitoline contro l’Eugenio Coscarello a Ferentino.

Al triplice fischio Sona Makulova, centrocampista della squadra giallazzurra, ha dato la propria chiave di lettura della gara. Di seguito, le sue dichiarazioni:

“È stata una partita particolare per me perché si trattava della mia ultima con la maglia del Frosinone. Contenta del risultato ottenuto per consolidare il nostro secondo posto in classifica, abbiamo dimostrato ancora una volta di essere un grande gruppo ed una grande squadra. Manca l’ultimo passo per incorniciare un finale di stagione che ci rende fieri del percorso fatto fino ad oggi”.

Bitonto-TikiTaka Francavilla, tocca di nuovo a voi! Finale scudetto il 9 giugno al PalaFlorio in diretta su Sky

Bitonto per il bis (dopo aver eliminato il Montesilvano in gara -2), TikiTaka Francavilla per il riscatto (dopo il doppio successo contro il Falconara). Esattamente come un anno fa, anche lo scudetto della Serie A femminile stagione 23/24 sarà una questione “personale” tra pugliesi e abruzzesi. Cambia solo la cornice: il tricolore si assegnerà infatti il prossimo 9 giugno (alle ore 17) al PalaFlorio di Bari, cornice della finale secca che verrà illuminata dalle telecamere di SkySport.

DUE SU DUE – In entrambe le “semi” non c’è bisogno della “bella”: se il TikiTaka si impone con un doppio 2-1 (prima al PalaRigopiano e poi al PalaBadiali) contro lo Stilcasa Costruzioni Falconara, il Bitonto la spunta con più facilità contro il Montesilvano: 6-3 alla “prima”, (risultato maturato al PalaRoma negli ultimi 3’ minuti di gara) e largo 7-1 al PalaPansini. Nell’arena di casa le leonesse di Marzuoli ruggiscono forte e staccano il pass per la meritata finale: Lucilèia (tripletta) e Diana Santos (doppietta) le stelle del venerdì sera, in gol anche Grieco e Mansueto, mentre la risposta di Taty per il momentaneo 1-1 si rivela solo un fuoco di paglia. Così è deciso, quindi. Nuovo anno, stesse finaliste: Bitonto e TikiTaka, fateci divertire.

 

SERIE A FEMMINILE – PLAYOFF – QUARTI DI FINALE

1) BITONTO-KICK OFF 9-1 (gara-1 2-4, gara-2 8-1)
2) GTM MONTESILVANO-FEMMINILE MOLFETTA 7-3 (9-0)
3) TIKITAKA FRANCAVILLA-LAZIO 7-1 (4-1)
4) STILCASA COSTRUZIONI FALCONARA-VIP 4-0 (7-5 d.t.s.)

SEMIFINALI (gara-1 25/05, gara-2 30/05, ev. gara-3 01/06)
X) BITONTO-GTM MONTESILVANO 7-1 (and. 6-3)
Y) STILCASA COSTRUZIONI FALCONARA-TIKITAKA FRANCAVILLA 1-2 (and. 1-2)

FINALE – GARA UNICA – 09/06
BITONTO-TIKITAKA FRANCAVILLA

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